GRUPPO DI LAVORO FAMIGLIA E MINORI VI COMMISSIONE. Il Diritto di crescere Costi e sviluppo sostenibile dei servizi educativi per l infanzia

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1 GRUPPO DI LAVORO FAMIGLIA E MINORI VI COMMISSIONE Il Diritto di crescere Costi e sviluppo sostenibile dei servizi educativi per l infanzia Roma, 2 dicembre 2009 cons. Giancarlo Panero Presidente Commissione Politiche sociali ed ambientali, Cnel C è una disattenzione del paese su queste problematiche. L obiettivo dei lavori di oggi è quello di fornire ai politici un quadro della situazione nazionale. I servizi per la prima infanzia sono insufficienti; come verrà affrontata questa problematica con il federalismo? Siamo al 15% in Italia, a fronte del 33% in Europa. In Italia, il tasso medio di occupazione femminile è del 46%, mentre quello previsto dalla Commissione Europea è del 60%. cons. Edoardo Patriarca Consigliere Cnel Nel gruppo di lavoro Famiglia e Minori, si è approfondito il tema dell infanzia e dei diritti e si è attivata una collaborazione con il Gruppo Nazionale Nidi Infanzia. Da qui è nato il primo rapporto, una ricerca campione sui costi dei servizi nella loro gestione. Mai come oggi è bene parlare di welfare e di bambini: con la crisi si rischia di dimenticare. Gli investimenti anche nel welfare, costituiscono una grande opportunità di sviluppo occupazionale. prof. Aldo Fortunati Gruppo Nazionale Nidi Infanzia Dalla conferenza nazionale sull infanzia di Napoli, è nata l esigenza di attivare una ricerca sui costi. Il tema dello sviluppo sostenibile delle politiche e sul rapporto qualità/costi tocca i servizi, a partire dagli anni 80, per tre fenomeni: 1. il consolidamento dei progetti relativi ai servizi educativi (si è passati, dalla metà degli anni 80, dal sanitario al socio-assistenziale, all intervento educativo formativo preventivo sul bambino, ) 2. l aumento delle liste di attesa; 3. la difficoltà di sviluppare ulteriormente il sistema. Inoltre, sempre dagli anni 80, è avvenuta una diversificazione per quanto riguarda: le tipologie di servizio (nidi, part-time,ecc.), compresi i servizi integrativi (spazi gioco, centri per bambini e genitori, servizi educativi domiciliari); i soggetti gestori (privato sociale): buona parte dello sviluppo quantitativo è dovuto alla connessione pubblico/privato. Nessuno di questi processi risolve: una diffusione equilibrata sul territorio nazionale; l insoddisfacente risposta alla domanda (liste di attesa più lunghe dove è più consolidata l esperienza); l iniziativa del privato si è consolidata soprattutto nelle aree che possono contare su una presenza consolidata del pubblico (effetto trainante). 1

2 La relazione qualità/costi è stata oggetto di interesse per capire quali sono i valori soglia, insieme funzionali (rapporto numerico, metri quadrati per bambino) e di spesa, e per approfondire come la qualità dipenda dalla qualità di utilizzo delle risorse disponibili, piuttosto che dalla loro ulteriore disponibilità (importanza della Direzione). L indagine si è svolta su 2 direttrici: 1. costi di investimento (costruzione di nuovi nidi o ristrutturazioni); 2. costi di gestione per il funzionamento di nidi, micronidi, sezioni primavera, spazi gioco, centri bambini/genitori, servizi domiciliari. Altre variabili: area geografica; dimensioni demografiche del comune (inferiore a abitanti, tra e , e superiore a ); soggetto gestore; tipo i contratto (EE.LL., cooperative, altro). I dati raccolti, riguardano 20 casi sui costi di investimento e 120 casi sui costi di gestione. Gli indicatori: - costi investimento: costo struttura per metro quadro, metri quadri per bambino, costo struttura per bambino, costo arredo per bambino; - costi per ora/bambino di servizio erogato. COSTI DI INVESTIMENTO: I DATI Costo di Costruzione: valore soglia di 1000 euro per metro quadro Arredo: euro per bambino Lo standard strutturale è il fattore principale nel determinare la misura delle spese di investimento necessarie: euro per bambino nei nidi di nuova costruzione, euro per bambino nel caso di ristrutturazione COSTI DI GESTIONE (Nidi e micronidi) COSTI DIRETTI: i maggiori fattori che ne determinano il costo sono il COSTO DEL PERSONALE e il COSTO DEL LAVORO. L 80% riguarda i COSTI PER PERSONALE (costo non comprimibile), sono superiori rispetto ad altri servizi alla persona (2/3 del costo). Inoltre c è una variazione del 20% rispetto a diversi contratti (20% in più nel pubblico). Su questo, NON CI POSSONO ESSERE NÉ SCORCIATOIE NÉ SCONTI (pena un turnover del personale con conseguente instabilità dei servizi), anzi è necessario un riconoscimento sociale ed economico del personale. COSTI INDIRETTI (5 e 10%): funzioni di direzione e gestione, formazione permanente, coordinamento. Queste funzioni garantiscono CURA GESTIONALE ed ECONOMICITÀ DI GESTIONE. I casi di eccellenza nel paese non sono quelli con costi più alti. Costi di gestione/euro per ora: Nido : 5 euro Spazio gioco: 4 euro Servizio educativo domiciliare: 6 euro Centri bambini/genitori: 3 euro Sezione primavera: 2 euro QUINDI: Il rapporto numerico educatore/bambino e il costo del lavoro sono i fattori principali che determinano il costo di gestione di un servizio 2

3 È difficile individuare un costo standard: un buon nido costa minimo 5 euro ora a bambino, il servizio domiciliare un po di più e le alte tipologie un po meno Un posto a tempo pieno al nido (8/9 ore al giorno) non costa meno di euro l anno La stabilità organizzativa, le strutture di direzione, il coordinamento pedagogico e il governo del sistema sono elementi fondamentali per conciliare il rapporto qualità/costi Importanza del governo-erogazione e controllo da parte del pubblico per promuovere lo sviluppo del sistema, regolarne al qualità, controllarne la reale fattibilità. IL TEMA DELLA GOVERNANCE Il Italia siamo al 15% (in qualche regione del centro- nord, siamo superiori al 25%) Non avere tenuto presenti nelle politiche statali gli indirizzi della Commissione Europea di impegno di almeno dell 1% del PIL, ci ha trattenuto nei livelli europei più bassi Gli obiettivi di Lisbona saranno raggiunti solo da 3 regioni C è una responsabilità dei governi (solo nella Legge Finanziaria del 2007 n. 296, si è proceduto in senso favorevole) Il governo e il controllo pubblico è necessario per garantire ai cittadini la qualità (solo la parte pubblica può farsi portavoce dei bisogni dei cittadini). Questi servizi sono stati riconosciuti da diverse sentenze del TAR come essenziali Il sistema alimenta il proprio dinamismo interno attraverso il pluralismo dei protagonismi pubblici e privati che costituiscono risorse per l attivazione e la gestione dei servizi Solo il sostegno pubblico alla copertura dei costi, può garantire la qualità: aprire i mercato significherebbe creare un mercato elitario o abbassare la qualità. Vedasi il RAPPORTO UNICEF 2009 Come cambia la cura dell infanzia. Nel 2009, James Heckman (Premio Nobel per l Economia nel 2000), scrive delle ricadute economiche dell investimento nei servizi per i bambini. Dott. Raffaele Tangorra Direttore generale per l inclusione, diritti sociali e responsabilità sociale delle imprese, Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali Le politiche sociali come strategie economiche (Trattato di Lisbona), non solo per l aumento dell occupazione femminile, ma per una maggior equità delle opportunità future dei cittadini. IL PIANO NIDI si articolerà in iniziative territoriali e avrà come obiettivi: attivare servizi nel mezzogiorno fornire assistenza tecnica per regolamentare i servizi formazioni per operatori regionali sostegno dell evento nascita Iniziative specifiche: fondo pari opportunità, servizi di Tagesmutter, buoni infanzia L obiettivo è creare servizi flessibili di sostegno alla famiglia, senza trascurare la qualità. INTERVENTI Claudia Fiaschi Cooperativa CGM C è una ricerca della Banca Italia sui vantaggi dell istruzione. Un anno in più di studio porta a: Maggiore stabilità professionale 3

4 Minori costi per la salute Minor tasso di criminalità Maggior produttività dal punto di vista dello sviluppo economico L investimento per l istruzione pubblica è compensato da maggiori entrate fiscali che ne derivano L istruzione è un bene comune e un diritto della collettività. C è bisogno di una funzione regolativa del sistema da parte del pubblico. Sussidiarietà: tutti possono avere parte (con compiti istituzionali diversi) nella gestione del bene pubblico. Un sistema di voucher dove non c è un sistema pubblico rischia di essere un contributo alle donne per stare a casa. Giovanna Zunino CGIL La ricerca consegna dati significativi. I figli sono un costo o un investimento per la collettività? Investire sui diritti dell infanzia è un investimento (è una questione di cultura nel nostro paese). Ci sono ricerche confortanti sulla riduzione della dispersione scolastica qualora i bambini abbiano frequentato un servizio per la prima infanzia. Problema della governance: le politiche centrali dovrebbero regolare e mettere i finanziamenti, quelle regionali programmare e quelle comunali, attuare e controllare. La sinergia tra pubblico e privato si attua nei comuni: a parità di risorse la differenza la fa la governance (problema del Sud). Preoccupazione per Finanziaria 2010: che cosa ne sarà del piano nidi partito nel 2007? Quali risorse? Preoccupazione per il federalismo educativo. CISL Le spese per le politiche per l infanzia sono investimenti per coesione e sviluppo. C è un rapporto tra qualità del servizio e qualità del lavoro. Risulta evidente una difficoltà di standardizzazione, nel definire livelli essenziali: lo dimostra una ricerca su 12 comuni capoluogo sulle politiche tariffarie. I comuni hanno politiche molto diverse e si pesa di più sui redditi medio-bassi. UGL Necessità di servizi accessibili, integrati. Vi sono trattamenti diversi tra lavoratori pubblici e privati. ASSOCIAZIONE AIBI (Amici dei bambini) Necessità di maggiore protagonismo del Privato sociale qualificato (co-decisione con il pubblico) Lorenzo Campioni Presidente Gruppo Nazionale Nidi Infanzia Importanza di cura (sociale) ed educazione come inscindibili La produttività dei servizi è enorme per il bambino (pari opportunità e prevenzione). I servizi sono il viatico per il successo scolastico e lavorativo Necessità di maggiori tipologie di scelta per i genitori I servizi sono un fattore di impiego (7.500 operatrici) 4

5 Il pino straordinario : i fondi sono stati produttivi e hanno incalzato le regioni Propone di utilizzare il termine Servii domiciliari anziché Tagesmutter On. Carlo Giovanardi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per le Politiche per la Famiglia La copertura dei servizi in Italia e del 16%, più il 7% che anticipa nelle scuole dell infanzia, abbiamo una buona copertura. Le famiglie devono essere libere di scegliere i servizi (è d accordo sulla proposta di Campioni sui servizi domiciliari). Per il 2010: Piano di occupazione femminile ( già presentata, ma in fase di discussione) : quota parte per Tagesmutter e quote infanzia dal Dipartimento della Famiglia di cui per i nidi e per premio famiglie, osservatorio infanzia e adolescenza, osservatorio di Bologna sostegno adozioni (in contrasto all aborto) Dal Sito del CNEL: Il sen. Carlo Giovanardi nelle sue conclusioni ha spiegato come sia stia facendo un grande sforzo, soprattutto nel far capire che dalla riforma costituzionale del 2001 l appannaggio per le politiche sociali e sanitarie è stato trasferito agli Enti locali e che le politiche per la famiglia oggi vanno lette secondo la disponibilità economica delle singole Regioni, da cui deriva una complessità di intervento e di autonomia sulla quale lo Stato poco può fare: con l Osservatorio sulla Famiglia il Governo sta monitorando quanto gli Enti locali stanno facendo per le politiche familiari per arrivare ad obiettivi concreti. Se si parla di Finanziaria, ha aggiunto il sen. Giovanardi, e di priorità, la voce politica per la famiglia spesso non viene presa in considerazione anche se, ha tenuto a precisare, il Governo appena le risorse finanziarie lo permetteranno si farà parte attiva per quelle riforme strutturali di cui questi servizi hanno bisogno. Per entrare nel merito dell argomento affrontato questa mattina il sen. Giovanardi ha detto che nel triennio sono stati investiti in strutture per bambini da 0 a 3 anni circa 727 milioni di euro (compartecipati tra Stato e Regioni) che permetteranno di portare la copertura della domanda di asili nido dall 11,4% al 16%, oltre ad un 7% che riguarda il primo anno della scuola dell infanzia, che significa un 23% totale che non è l obiettivo prefissato dal Consiglio di Lisbona, ma un buon passo in avanti. Report a cura di Donatella Mauro 5

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