LA STORIA DEL DORMITORIO PUBBLICO DI VIALE ORTLES

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1 il nuovo Ricovero Notturno di viale Ortles a gestione E.C.A. La legge 3/06/1937 n.847 istituì l Ente Comunale di Assistenza ( E.C.A. ), con lo scopo di dare assistenza a individui e famiglie che si trovassero in condizioni di grave bisogno. Negli anni della Seconda guerra mondiale e dell immediato dopoguerra, il problema dei senzatetto assunse caratteri drammatici per gli effetti dei bombardamenti. I bombardamenti avevano parzialmente distrutto il grande Ricovero notturno ex G.Levi (Casa di Ristoro) di via Soave e si dovette quindi affrontare l emergenza senzatetto con la costruzione di nuovi edifici. Nel 1947 iniziarono dunque i lavori di costruzione di un nuovo dormitorio, il Ricovero Notturno di viale Ortles, che sostituì le strutture per i senzatetto preesistenti. Il nuovo dormitorio che inizialmente mantenne la denominazione Casa di Ristoro. fu inaugurato nel 1956 ed era composto da sette padiglioni con una capienza complessiva di 1000 persone. In questo periodo la maggior parte dell utenza tradizionale era composta da soggetti di origine lombarda, soprattutto anziani senza fissa dimora. 1

2 Gli Anni Sessanta. Il boom economico degli Anni Cinquanta e Sessanta pose in primo piano il problema della casa: ai molteplici sfratti e al ritmo sostenuto del fenomeno immigratorio non corrispose un adeguato sviluppo dell edilizia popolare e dunque il problema dell assistenza ai senzatetto diventò impellente. Nel 1965, di fronte ai mutamenti dell utenza del Dormitorio di viale Ortles, composta da disoccupati, immigrati, profughi, sinistrati, indigenti, senza dimora, ecc, venne avanzata una proposta di nuovo regolamento interno mai approvato formalmente dall ECA ma che dava molta più importanza agli aspetti di promozione sociale. La vera novità del dormitorio di viale Ortles, più che nella modernità delle strutture e della concezione architettonica, doveva consistere nel servizio sociale istituito all interno del ricovero, allo scopo di seguire individualmente i singoli casi, per valutare insieme agli Ospiti le possibilità di un eventuale sistemazione più idonea, di un inserimento lavorativo o di altri sbocchi personali. I criteri di gestione erano improntati ad una assistenza totale (posti letto in gran parte gratuiti, due pasti anch essi gratuiti o ad un prezzo simbolico, servizi interni di calzoleria, sartoria, lavanderia, barbiere nonché sussidi). Insomma si affermava il concetto di assistere l Ospite e non solo di tenerlo all interno di una struttura. 2

3 : passaggio di gestione dall ECA al Comune di. Nel 1978, a seguito della legge n. 23/78 di istituzione delle Regioni, l E.C.A venne sciolto. Il D.P.R. 616/1977 ne trasferì attribuzioni, patrimonio e personale ai Comuni. La legge divenne esecutiva il 1 agosto 1978 e da quel momento il Comune di divenne unico gestore del Dormitorio di viale Ortles. In questo periodo si vi fu una prima significativa presenza degli stranieri tra i quali predominavano gli egiziani, di età tra i 20 e i 30 anni, con buona scolarità, diplomi e lauree, mentre la scolarità degli Italiani era per il 75% elementare, 20% post-elementare e 5% analfabeti. La maggioranza degli ospiti Italiani proveniva da Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, pochi dal Veneto, dalla Toscana, dal Piemonte, dalle zone rurali della Lombardia. C era poi una presenza di ex-emigrati in Germania, Francia, Inghilterra, Belgio, Sud America, Australia. Si registrava inoltre la comparsa, pur modesta, di tossicodipendenti. La transizione della Struttura dall E.C.A al Comune non fu semplice e si protrasse per oltre 4 anni. L E.C.A aveva da tempo disinvestito su Ortles togliendo servizi e personale e il Comune non fu pronto a recepirla. Vi furono 4 anni di interregno che ne aggravarono le condizioni strutturali e organizzative. 3

4 : prima riconversione della Struttura. Nel 1983 venne realizzata, sugli ospiti presenti, un indagine statistica che diede i seguenti risultati: oltre il 28% aveva una permanenza dai 10 ai 30 anni e solo il 12,5% utilizzava il dormitorio per un periodo da 1 mese ad 1 anno. I risultati dell indagine evidenziarono inoltre come il 71% dei 600 ospiti avesse un età compresa tra i 35 ed i 65 anni, e 109 tra i 45 ed i 55 anni (28,9%). Già allora le cause che costringevano a scegliere il dormitorio come ultimo rifugio erano: una situazione familiare disgregata, la disoccupazione, la mancanza d alloggio (molti sfrattati), l immigrazione, le varie patologie o devianze, etilismo, ricovero psichiatrico, carcere ecc. Da questa indagine statistica scaturì una delibera del 1983 con cui la Giunta Municipale approvava una trasformazione profonda della Struttura, non più solo dormitorio ma ambiente di vita comunitaria in grado di dare risposta sociale, temporanea e limitata ad alcuni bisogni essenziali di un fascia di popolazione emarginata, attraverso due tipi di intervento: 1. Cambiamento delle condizioni di vita all interno 2. Evoluzione della cultura cittadina sul problema della devianza e dell emarginazione. Venne nominato il primo Direttore comunale e vennero inseriti una assistente sociale, una psicologa, una assistente sanitaria e un mediatore culturale che andarono a comporre una equipe multidisciplinare. Cambiò anche la denominazione, da Ricoveri notturni a Residence Sociale. 4

5 : potenziamento del Servizio Sanitario interno. Tuttavia, nel 1989, il Dormitorio rimaneva ancora il contenitore di una popolazione molto problematica che risultava seguita dal punto di vista sociale e sanitario solo nella misura in cui da essa stessa fosse partita una richiesta d aiuto. Erano esclusi programmi di prevenzione e riabilitazione. In quell anno venne introdotta la figura del medico psichiatra. Nel 1993 venne stipulato con l USSL 75/IV (attuale ASL) un protocollo di vigilanza sanitaria sugli Ospiti del Residence Sociale di viale Ortles 69. Le prime linee guida del nuovo progetto sanitario vennero improntate alla logica di un intervento sanitario attivo, da impostarsi passando da un intervento su domanda ad un intervento propositivo. Nel 1995 Ortles abbandonò la denominazione di Residence Sociale e riprese quella di Istituto dei Ricoveri Notturni che conserverà sino al Contemporaneamente il Comune decise di interrompere il protocollo di vigilanza sanitaria riscontrando una eccessiva sanitarizzazione della Struttura. In questo periodo salì considerevolmente la percentuale degli stranieri che raggiunse il 50%. 5

6 Nel 1995 ebbe inizio un progetto di progressiva ristrutturazione edilizia. Tra gli interventi previsti vi erano la conversione del padiglione VII in una residenza per anziani senza dimora, che tuttavia non avrebbe mai visto la luce e il rifacimento del Padiglione femminile, poi realizzato nel Nel 2003 venne aperto all interno un Centro Diurno destinato a tutelare gli Ospiti particolarmente fragili e non in grado di uscire dalla Struttura per utilizzare gli altri servizi assistenziali che offriva loro. Tra le attività laboratoriali vi erano: giardinaggio, falegnameria, sartoria, allevamento di piccoli animali domestici, cucina, giochi di società ed un po di attività fisica. In questi anni venne riattivata e rinnovata la biblioteca interna. 6

7 Casa dell Accoglienza. Nel 2006 cambiò di nuovo la denominazione della Struttura, da Istituto dei Ricoveri Notturni a Casa dell Accoglienza Ortles. Vennero allestite una trentina di stanze singole per chi presentasse problemi legati a disturbi del sonno, o per programmi sanitari specifici o per disturbi psichici. Altro intervento fu quello del ripristino di visite mediche per tutti gli Ospiti, ogni 12 mesi di permanenza. L acquisizione da parte del Comune di dell intera Struttura permise, al Settore Edilizia Socio Assistenziale, di programmare ed effettuare interventi non solo di ristrutturazione e messa a norma ma anche di ampliamento, come al Padiglione I, che sarebbe diventato il nuovo padiglione dei Servizi, con nuova sala mensa e locali per la formazione linguistica e professionale. Nel corso del 2009 venne creato un intervento sanitario denominato Osservatorio Alcolismo che si strutturò in un monitoraggio attivo sul fenomeno da parte del personale sanitario. 7

8 : da dormitorio a Centro Multiservizi. A decorrere dal 2010 è in atto una profonda trasformazione della Struttura che la sta portando ad abbandonare definitivamente il vecchio modello di dormitorio pubblico per acquisire caratteristiche e contenuti propri di un Centro Multiservizi per la popolazione adulta. L Amministrazione Comunale ha fortemente incrementato il personale sociale portando a 6 il numero delle assistenti sociali e introducendo la nuova figura professionale dell educatore ( 5 ). Ha reinserito la figura dello psicologo e il lavoro integrato tra le diverse competenze, unite a quelle sanitarie dei medici e dello psichiatra permette ora di affrontare con maggiore efficacia le problematiche delle persone ospiti. Per ogni persona ospitata che voglia aderire viene definito un progetto personalizzato di supporto al recupero di un autonomia individuale, sociale e lavorativa. L accoglienza, che ha ora la durata massima di un anno, costituisce per le persone una base da cui ripartire. Dal 2009 la struttura è divenuta una delle sedi del Centro Polifunzionale per Richiedenti Asilo e nel 2010 ha ospitato profughi rientranti nell emergenza Nord Africa. All inizio del 2011 sono state approvate le nuove norme di funzionamento interno e all inizio del 2012 sono terminati i lavori di ristrutturazione edile dei diversi padiglioni, portando la capienza complessiva a 474 posti letto, capienza che annualmente viene incrementata ad oltre 600 posti nel periodo invernale. Inoltre si sono affidati a una Cooperativa Sociale interventi di animazione culturale con la realizzazione di laboratori artigianali e artistici. 8

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