PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA

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1 .22ISTITUTO COMPRENSIVO A. MANZONI Piazza F. Corridoni, Corridonia (MC) Tel Fax MCIC812005@istruzione.it PEC: mcici812005@pec.istruzione.it PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA anno scolastico 2013/2014 Il Dirigente Scolastico Prof. Moreno Trubbiani Il Presidente del Consiglio d Istituto Sig. Robertino Cipriani

2 INDICE INTRODUZIONE... 2 Presentazione del POF e riferimenti normativi... 2 Analisi ambientale del contesto territoriale, socio-economico e culturale: monitoraggio della domanda formativa... 6 Valorizzazione del territorio e scelte di gestione... 7 PARTE I: SCELTE EDUCATIVE E CULTURALI... 8 Principi etico-pedagogici alla base del processo formativo... 8 Finalità educative generali Programmazione educativa Interventi per alunni diversamente abili Interventi per alunni con disturbi specifici d'apprendimento (DSA) Interventi per alunni con cittadinanza non italiana Attività per alunni che non si avvalgono della religione cattolica 18 PARTE II: AUTONOMIA ORGANIZZATIVA Identificazione della scuola a) Plessi scolastici Organigramma dell'istituto a) Corpo docente b) Funzioni strumentali al P.O.F c) Servizi amministrativi d) Servizi ausiliari e) Servizi complementari f) Organi collegiali PARTE III: AUTONOMIA CURRICOLARE Il curricolo verticale Cittadinanza e Costituzione Accoglienza, Continuità, Orientamento Schematizzazione del percorso curricolare Scuola dell'infanzia Scuola del primo ciclo Ampliamento dell'offerta formativa a) Progetti dell'istituto suddivisi in macro ambiti b) Sintesi Progetti PARTE IV:VALUTAZIONE DEL SERVIZIO SCOLASTICO Patto educativo di corresponsabilità...95 Valutazione dell'offerta formativa Invalsi PARTE V: ALLEGATI Sicurezza e piano di evacuazione Documenti di valutazione Prospetto uscite didattiche e viaggi di istruzione POF 2013/2014 Pagina 1

3 INTRODUZIONE Presentazione del POF e riferimenti normativi Il presente Piano dell Offerta Formativa è lo strumento operativo con cui l Istituto Comprensivo A. Manzoni esprime la propria identità culturale ai suoi operatori ed agli utenti. Pertanto esso risulta un documento con cui si definiscono le linee programmatiche della proposta formativa, base dell impegno dell intera comunità scolastica. LE PAROLE CHIAVE DEL POF - Identità - Responsabilità - Flessibilità - Integrazione - Trasparenza Il Piano dell Offerta Formativa (P.O.F.) è il documento fondamentale costitutivo dell identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell ambito della loro autonomia riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell offerta formativa (art. 3 Regolamento sull Autonomia delle Istituzioni Scolastiche). POF 2013/2014 Pagina 2

4 Alla luce di ciò il P.O.F. rappresenta: Identità dell Istituto che determina le scelte e le finalità di politica scolastica ; Responsabilità intesa come miglioramento continuo della qualità del proprio lavoro; Flessibilità della progettazione curricolare ed extracurricolare tesa ad arricchire l offerta formativa; Integrazione tra gli stimoli culturali provenienti dal sostrato storico locale, le risorse umane, gli strumenti che offre la scuola e le finalità formative; Trasparenza come atto di trasmissione del documento agli alunni e alle famiglie. Sono parte integrante del POF Il Regolamento interno d Istituto (approvato dal Consiglio d Istituto nella seduta del 12 Febbraio 2010 per il triennio 2009/ /2012) La Carta dei Servizi Il curricolo verticale (comprensivo di Cittadinanza e Costituzione) Il Piano annuale delle attività (comprensivo di uscite e viaggi d istruzione) Riferimenti normativi: Carta Costituzionale Legge n. 59 del 15 marzo 1997, art. 21 D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249 (Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della Scuola Secondaria) D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275 (Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni Scolastiche) ai sensi dell art. 21 della Legge n.59 del 15 marzo 1997 Legge n. 53 del 28 marzo 2003 (Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale) POF 2013/2014 Pagina 3

5 D.L. n. 59 del 19 febbraio 2004 (Definizione delle norme generali relative alla scuola dell infanzia e al primo ciclo dell istruzione, a norma dell articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53) C.M. n. 29 del 5 marzo 2004 (D.L. 59/ Indicazioni ed istruzioni) Patto educativo di corresponsabilità (D.M. n. 5843/A3 del 16 ottobre 2006 Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità ; D.P.R. n. 249 del 24 giugno 1998 ed il D.P.R. n. 235 del 21 novembre 2007 Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria ; D.M. n. 16 del 5 febbraio 2007 Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione del bullismo ; D.M. n. 30 del 15 marzo 2007 Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti ) Indicazioni per il curricolo per la scuola dell infanzia e per il primo ciclo di istruzione - M.P.I. - settembre 2007 D.L. n. 137 dell 1 settembre 2008 (Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università), convertito con modificazioni dalla Legge n. 169 del 30 ottobre 2008 D.L. n. 81 del 9 aprile 2008 (Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) D.P.R 20 marzo 2009, n. 89 (Revisione dell assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133) Anno scolastico 2008/2009- Esame di Stato per gli studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento DSA (Prot. n del 28 Maggio 2009) D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122 (Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n POF 2013/2014 Pagina 4

6 Atto di indirizzo per la scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione dell 8 settembre 2009 recante i criteri generali per armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi della scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione con gli obiettivi del Regolamento emanato con D.P.R. 20 marzo 2009 n. 89 C.M. n. 2 dell 8 gennaio 2010 Indicazioni e raccomandazioni per l integrazione di alunni con cittadinanza non italiana D.L. n. 170 dell 8 ottobre 2010 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico C.M. n. 86 del 27 ottobre 2010 Cittadinanza e Costituzione - a.s. 2010/2011. Indicazioni in merito all'introduzione dell'insegnamento di "Cittadinanza e Costituzione" nel nostro sistema scolastico C.M. n. 88 dell 8 novembre 2010 Indicazioni e istruzioni per l'applicazione al personale della scuola delle nuove norme in materia disciplinare introdotte dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 D.M. n 5669 del 12 luglio 2011 Disposizioni in materia di studenti con DSA Atto di indirizzo 3 aprile 2012 concernente l'individuazione delle priorità politiche del Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca per l anno 2012 C.M. n. 31 del 18 aprile 2012 Revisione delle Indicazioni nazionali per la scuola dell infanzia e per il primo ciclo Decreto ministeriale n. 42 del 11 maggio 2012 Tetti di spesa relativi alle adozioni di libri di testo da effettuarsi per l anno scolastico 2013/2014 C.M. n. 48 del 11 maggio 2012 Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. C.M. n.73 del 2 agosto 2012 Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica - anno scolastico 2013/2014. Regolamento 16 novembre 2012 relativo alle Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione. POF 2013/2014 Pagina 5

7 Analisi ambientale del contesto territoriale, socio-economico e culturale: monitoraggio della domanda formativa Dinamicità e molteplicità sono i caratteri prevalenti del mondo contemporaneo ed è con questa realtà che la scuola deve oggi relazionarsi. L Istituto Comprensivo è inserito in un area socio-economica che nel corso degli ultimi decenni ha subito un processo di ampia e rilevante trasformazione, è diventato un operoso ed attivo centro industriale e commerciale. Le attività lavorative hanno largamente assorbito, non solo manodopera locale, ma anche esterna, ed oggi sono sempre più numerosi i nuclei familiari che si sono trasferiti nel Comune, provenienti soprattutto dal Pakistan, dalla Romania, dalla Macedonia, dalla Cina, dal Marocco e dal Bangladesh; al 31 ottobre 2012 si è verificato un incremento di 91 unità rispetto all anno precedente, per un totale di 1903 stranieri su abitanti. Tale massiccia presenza ne determina una altrettanto forte nella popolazione scolastica e ciò pone come obiettivo educativo e formativo primario la multiculturalità. Essa può essere costruita facendo interagire culture che pur partendo da presupposti differenti, producano un feedback relazionale continuo e condiviso. Pertanto la scuola avverte come necessità primaria quella di attivare percorsi educativi ispirati a tale visione interculturale ed ha come ulteriore compito quello di stimolare anche nel contesto socio-ambientale la cultura della reciprocità. Nella maggior parte dei nuclei familiari i genitori sono entrambi lavoratori, pertanto gli alunni sono autonomi nella gestione del loro tempo extrascolastico; fanno uso massiccio di mass media che trasmettono loro modelli comportamentali e sociali fortemente condizionanti e difficilmente contrastabili. Parecchi di loro partecipano ad attività sportive promosse dalle varie società locali. Particolare attenzione merita il sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzitutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza; inoltre, nel territorio, affinché le situazioni di svantaggio sociale, economico, culturale non impediscano il raggiungimento degli essenziali obiettivi di qualità che è doveroso garantire. Pertanto il Piano dell Offerta Formativa intende dialogare fattivamente con il territorio di riferimento per consentire alla Scuola di uscire dal suo stato di autoreferenzialità e di configurarsi come scuola della Comunità, in grado di promuovere un servizio in sintonia con i bisogni diversificati da essa espressi. POF 2013/2014 Pagina 6

8 Valorizzazione del territorio e scelte di gestione La Scuola, in questa realtà ambientale, è uno dei servizi in grado di produrre una strutturata attività culturale e si organizza in modo tale da poter operare al meglio come agenzia culturale sul territorio. La scuola, per soddisfare negli studenti più bisogni formativi, collabora con l Amministrazione Comunale, con l associazione dei genitori (A.G.E.), con le Associazioni sportive, con i Vigili Urbani e con le diverse associazioni culturali. L attività educativa si inserisce in un percorso formativo articolato che pone al centro l alunno con le sue realtà personali e relazionali, le sue aspirazioni, le sue abilità. L Amministrazione Comunale ha assunto numerosi ed importanti compiti in materia di istruzione per i servizi fondamentali (mensa-struttura edilizia sicurezza - trasporti), mostrandosi sensibile anche alla richiesta di utilizzo di locali comunali (Biblioteca, Teatro Lanzi, Teatro Velluti, Chiesa di S. Francesco,...) e di supporto finanziario per attività curricolari ed extracurricolari, del POF. L Amministrazione Comunale collabora con la scuola mettendo a disposizione spazi, strutture, pulmini e personale, per la realizzazione, nell a.s. 2013/2014, delle seguenti attività: Conferenze Sostegno linguistico agli alunni extracomunitari (Progetto Io parlo italiano ) Assistenza agli alunni diversamente abili Giochi della gioventù Progetto Scuola Sicura Progetto Corpo, movimento e sport Progetto Accoglienza, continuità, orientamento Progetto Flauto magico POF 2013/2014 Pagina 7

9 PARTE I: SCELTE EDUCATIVE E CULTURALI Principi etico-pedagogici alla base del processo formativo In tutte le scuole dell Istituto la pratica educativa fa riferimento ai seguenti principi: garantire a tutti pari opportunità di crescita culturale; rispettare l unità psicofisica dell alunno garantendo un percorso di crescita organico che sviluppi tanto gli aspetti cognitivi quanto quelli fisici, affettivi e relazionali; garantire il pieno rispetto dei ritmi e dei modi di apprendere di ciascun alunno; stimolare l atteggiamento di ricerca per una lettura critica della realtà; educare all impegno e al senso di responsabilità; educare al confronto, alla collaborazione con gli altri e all accettazione di idee e di personalità diverse; favorire una visione globale della realtà ambientale affinché l alunno possa divenire elemento attivo nell interesse della comunità e dell ambiente. Finalità educative generali Crescita formativa della persona Alfabetizzazione di base e potenziamento dell area tecnicoscientifica Riconoscimento, rispetto e convivenza di culture diverse dalla propria Educazione alla pratica sportiva POF 2013/2014 Pagina 8

10 La scuola ha come prima finalità la promozione di una conoscenza attiva che valorizzi l individualità di ognuno, ne maturi l identità personale, il senso critico e ne accresca le competenze. Pertanto gli obiettivi fondamentali risultano: La promozione di una alfabetizzazione culturale che sviluppi un buon livello di partecipazione alla vita sociale L acquisizione di tutti i fondamentali tipi di linguaggio per facilitare la relazione con gli altri Lo sviluppo della creatività come progressiva capacità di autonomia cognitiva La creazione di uno stile di dialogo e confronto Il riconoscimento, il rispetto e la convivenza di culture diverse dalla propria Programmazione educativa La programmazione educativa, elaborata dal Collegio dei Docenti, progetta i percorsi formativi correlati agli obiettivi e alle finalità nella programmazione didattica. Tale itinerario formativo promuove non solo i processi di educazione e di autoeducazione, ma anche la comprensione di idee e di valori, in quanto la formazione globale della personalità necessita di conoscenze, di strumenti culturali e operativi, di capacità di giudizio e di valutazione critica. Gli obiettivi comportamentali sui cui poggia la programmazione educativa sono: POF 2013/2014 Pagina 9

11 OBIETTIVI COMPORTAMENTALI DISCIPLINARI OBIETTIVO ABILITÀ DA PROMUOVERE 1- Attenzione Ascoltare senza disturbare per tempi progressivamente più lunghi. Ascoltare con consapevolezza 2 Impegno e Intervenire spontaneamente e in modo Partecipazione pertinente Eseguire i compiti nei modi e nei tempi indicati, con assiduità Portare con sé tutto l occorrente Mostrare interesse Accettare il lavoro e portarlo a termine Informarsi dei compiti quando si è assenti Essere attivo durante le attività Offrire collaborazione Discutere costruttivamente 3 Metodo di lavoro Organizzare il proprio lavoro e portarlo a termine autonomamente Migliorare le proprie competenze o Chiedere aiuto quando si riconoscono le proprie difficoltà o Riconoscere l errore POF 2013/2014 Pagina 10

12 OBIETTIVI COMPORTAMENTALI SOCIALI OBIETTIVO ABILITÀ DA PROMUOVERE 1 Relazionalità Collaborare con insegnanti, compagni e personale della scuola per una serena convivenza Non interrompere discussioni o attività senza motivo Rispettare i turni del parlare Ascoltare con disponibilità Ascoltare le idee altrui, accettare le divergenze, collaborare per il loro superamento Sostenere le proprie idee senza animosità 2 Rispetto delle Conoscere diritti e doveri degli studenti norme all interno della comunità scolastica Accettare le norme basilari che regolano la convivenza scolastica (senza autorizzazione non alzarsi dal posto, non uscire dall aula, rispettare i tempi delle consegne delle comunicazioni scuola-famiglia e delle giustificazioni, chiedere di uscire dall aula soltanto in caso di necessità e uno alla volta, utilizzare il diario scolastico quale strumento di comunicazione scuola-famiglia) Rispettare gli altri e le diversità personali e culturali (non insultare, non offendere, non danneggiare materiale altrui) Rispettare le norme di sicurezza e che tutelano la salute Rispettare le strutture e le attrezzature Conoscere e rispettare quanto esposto nelle normative dell I.C.: Carta dei servizi e Regolamento interno d Istituto. 3 Frequenza Frequentare con regolarità Rispettare l orario scolastico POF 2013/2014 Pagina 11

13 Interventi per alunni diversamente abili La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Tali diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate con la finalità, sancita dalla nostra Costituzione, di garantire e di promuovere la dignità e l uguaglianza di tutti gli studenti senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali e impegnandosi a rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura che possano impedire il pieno sviluppo della persona umana. La situazione relativa all anno scolastico 2013/2014, aggiornata al 14/11/2013, è la seguente: ORDINI DI SCUOLA INFANZIA PRIMARIA PLESSO NUMERO DOCENTI TOTALE ORE DOCENTI NUMERO ALUNNI Campogiano Colbuccaro Martiri della Libertà Colbuccaro SECONDARIA A. Manzoni Tutti i docenti di sostegno sono specializzati, quindi dotati di conoscenze e competenze specifiche quali: conoscenze delle tipologie del deficit attraverso le certificazioni e riconoscimento dell handicap correlato al deficit; competenze psico-pedagogiche e didattiche; capacità di relazione e mediazione tra i diversi educatori ed operatori che collaborano all educazione e alla formazione dell alunno; capacità empatiche. L attività di sostegno avviene attraverso la stesura di un Profilo Dinamico Funzionale redatto con la collaborazione dell ASUR, delle strutture territoriali competenti e della famiglia. In seguito ad osservazioni sistematiche su tutti i campi di esperienza, per la scuola dell infanzia, e le aree disciplinari, per la scuola del primo ciclo, viene predisposto dall insegnante di sostegno un Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) che permetta la scelta di obiettivi adeguati alle reali capacità dell alunno ed al potenziamento delle sue abilità. I processi di apprendimento vengono facilitati attraverso un orario degli insegnanti di sostegno strutturato in modo funzionale, strategie, strumenti e POF 2013/2014 Pagina 12

14 metodi didatticamente idonei. La valutazione finale prende in esame i progressi effettivamente compiuti. In ottemperanza alla Legge n 104/1992 art. 15, comma 2, a partire dall anno scolastico 2007/2008 si è costituito il Gruppo di Lavoro sull Handicap (G.L.H.) d Istituto formato dal Dirigente Scolastico, dai docenti coordinatori di quelle classi in cui è presente un alunno portatore di handicap, dai docenti di sostegno, due genitori della scuola secondaria e un genitore della scuola primaria e da due esperti extrascolastici: la dott.ssa Marziali Adele dell equipe socio-pedagogica della ASUR di Macerata e la dott.ssa Bertini Letizia dei Servizi Sociali del Comune di Corridonia. Facendo seguito alla Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica e alla C.M. n 8 del : Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica il GLH d Istituto è stato trasformato in Gruppo di Lavoro per l Inclusione (GLI) ed il suo compito viene esteso oltre l area della disabilità fino a comprendere tutte le situazioni che richiedono la personalizzazione degli interventi educativi da parte degli insegnanti. Il gruppo G.L.I. svolge le seguenti funzioni: rilevazione dei BES presenti nella scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi; confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; collabora alla definizione del Progetto d Istituto per la parte relativa all integrazione scolastica; formula una proposta per la gestione delle risorse personali (assegnazione delle ore di attività di sostegno ai singoli alunni, pianificazione dei rapporti con gli operatori extrascolastici, reperimento di specialisti e di consulenti esterni, ecc...) e di materiali (sussidi, ausili tecnologici,...); elabora specifici progetti; verifica, al termine dell anno scolastico, gli interventi; elabora il piano per l anno scolastico successivo. Interventi per alunni con disturbi specifici dell apprendimento (DSA) In data 8 ottobre 2010 è stata approvata la Legge n.170 che stabilisce le nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento. La Legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati «DSA», che si manifestano in POF 2013/2014 Pagina 13

15 presenza di capacita' cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attivita' della vita quotidiana. La Legge sottolinea che gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi e di adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato. La situazione relativa all anno scolastico 2013/2014 è di 27 alunni con DSA certificati (24 secondaria di primo grado, 3 primaria Martiri). Data la rilevanza dell argomento e la presenza nell Istituto di alunni con DSA, i Docenti hanno partecipato, già nell anno scolastico 2009/2010, ad un corso di formazione di 12 ore sui Disturbi Specifici dell Apprendimento, tenuto dalla dott.ssa M.Letizia Capparucci, pedagogista clinico, con la collaborazione dalla Prof.ssa Lilli Spurio. Dal corso sono emersi i seguenti consigli educativi: - Nella valutazione degli apprendimenti e nel definire il rendimento scolastico individuale tenere conto del disturbo strumentale e scorporarlo dalla valutazione complessiva. - Assegnare compiti a casa in misura delle effettive possibilità del soggetto: far prevalere la qualità sulla quantità. - Dare il tempo necessario in tutti i tipi di prestazione compresi compiti in classe e verifiche di fine quadrimestre. - Evitare la demotivazione, segnalare positivamente ogni miglioramento prestazionale (in scrittura, in velocità lettura, in calcolo). - Rassicurare, apprezzare l intelligenza, rendere consapevole del disturbo esclusivamente strumentale, motivare al miglioramento, evitare di marcare l insuccesso, tendere alla fluidità lettoria e scrittoria più che alla correttezza. Valorizzare il soggetto per le sue competenze intellettive e verbali. Sia a scuola che a casa dar meno rilievo al rendimento scolastico ed alla correttezza formale in quaderno, cartella, ecc. - Assecondare gli interessi, suscitare curiosità ed impegno, valorizzare le prestazioni rese. - Rendere il soggetto consapevole delle strategie e degli obiettivi da mettere in atto (attenuare i disturbi e guadagnare in fluidità quindi comprensione). Sollecitare il ragionamento orale, la resocontazione, il commento delle letture. - Favorire situazioni di peer tutoring e apprendimento cooperativo anche con diversi ruoli. - Favorire l esperienza musicale (strumento) per l intesa esecutività di successioni nello spazio e nel tempo. - Favorire l esperienza sportiva costante da praticare da solo, in coppia, in squadra. Inoltre esistono strumenti compensativi e dispensativi che si ritiene opportuno possano essere utilizzati dalle scuole in questi casi. POF 2013/2014 Pagina 14

16 Tra gli STRUMENTI COMPENSATIVI essenziali vengono indicati: - Tabella dei mesi, tabella dell alfabeto, e dei vari caratteri. - Tavola pitagorica. - Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche. - Calcolatrice. - Registratore. - Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale. Per gli STRUMENTI DISPENSATIVI, valutando l entità e il profilo della difficoltà, in ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti: - Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline. - Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta. - Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa. - Organizzazione di interrogazioni programmate. - Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma. Ulteriori strumenti possono essere utilizzati durante il percorso scolastico, in base alle fasi di sviluppo dello studente ed ai risultati acquisiti. (Prot. n 4099/A/4 del 5 ottobre 2004-OGGETTO: INIZIATIVE RELATIVE ALLA DISLESSIA) Il corso ha reso tutti i Docenti più consapevoli della necessità di cogliere per tempo i segnali precoci e valutare tempestivamente le difficoltà a livello di lettura, scrittura e calcolo che possono manifestarsi nei primi anni della scuola primaria, attivando prima possibile una collaborazione attiva tra scuola e famiglia. L Istituto, in attuazione della Legge n. 170 dell 8 ottobre 2010 e in applicazione delle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento allegate al D.M. n del 12 luglio 2011, predispone i Piani Didattici Personalizzati per gli alunni con Certificazione di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) e con relativa Relazione Pedagogica. Nel corrente anno scolastico, come in quello precedente, il Collegio Docenti ha affidato ad una docente, in possesso di specifici titoli, il compito di referente per gli alunni individuati come BES. POF 2013/2014 Pagina 15

17 La direttiva Direttiva MIUR del : Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica definisce i BES (Bisogni Educativi Speciali) o SEN (Special Education Needs) come alunni che vivono in una situazione ostacolante per l apprendimento e lo sviluppo. La Direttiva evidenzia alcuni temi forti con immediate ricadute didattiche per tutto l istituto: la spinta a ricomprendere in una categoria complessiva ed ampia le tante frammentazioni sul tema dell inclusione, in coerenza con la Comunità Europea e con la comunità scientifica internazionale adottando il concetto di Bisogni Educativi Speciali; ciò apre alcuni aspetti critici dal punto di vista applicativo per le scuole cui occorrerà rispondere al più presto; la possibilità di uso strumenti didattici, pedagogici (compensa e dispensa) ben tracciati nelle Linee Guida sui DSA; la valorizzazione del ruolo dei Centri Territoriali di Supporto come fattivi punti di riferimento; Inoltre alcune insegnanti dell Istituto hanno frequentato presso l Università degli Studi di Macerata le lezioni per conseguire il Master di I livello in Didattica e psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento di durata annuale, con percorso formativo di 6 crediti universitari, pari a 1500 ore di impegno complessivo. Il corso ha tra i propri obiettivi la promozione e la diffusione della cultura dell inclusione delle persone con disabilità nei contesti scolastici nonché lo sviluppo e la realizzazione delle attività formative nell ambito della disabilità dei Disturbi specifici di apprendimento ai sensi della L. 170/2010. Il corso mirava alla formazione professionale in ambito della psicopedagogia dei problemi connessi ai DSA relativamente al personale in servizio nelle scuole di ogni ordine e grado. Interventi per alunni con cittadinanza non italiana La presenza nelle scuole di alunni di diversa provenienza sociale, culturale, etnica e con differenti capacità ed esperienze di apprendimento costituisce ormai, nella società plurale e globalizzata in cui viviamo, un dato strutturale in continuo aumento, tanto da interessare l intero sistema di istruzione e, sia pure in maniera non uniforme, non solo le istituzioni scolastiche delle grandi aree urbane, ma anche quelle dei medi e piccoli centri come il nostro. Per l a.s. 2013/2014 il Collegio dei docenti ha istituito una nuova Funzione Strumentale POF 2013/2014 Pagina 16

18 che si occuperà di favorire l integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana, anche attraverso una migliore conoscenza della lingua italiana orale e scritta (Progetto Io parlo italiano ) tenendo conto delle indicazioni ministeriali (C.M. n. 2 dell 8 gennaio 2010)...Perché l erogazione del servizio scolastico ottenga l effetto di un reale coinvolgimento e di una crescita positiva per tutti, occorre innanzitutto che le scuole, con la collaborazione degli Enti locali e dell Amministrazione scolastica, si impegnino in uno sforzo sinergico e partecipato finalizzato alla elaborazione di criteri di equa distribuzione della popolazione scolastica e, per quanto possibile, di ponderata assegnazione degli alunni alle classi.... In via ordinaria gli alunni stranieri soggetti all obbligo di istruzione sono iscritti d ufficio alla classe corrispondente all età anagrafica. L allievo straniero può tuttavia essere assegnato a una classe diversa sulla base di criteri definiti dai Collegi dei docenti tenendo conto della normativa vigente. Al riguardo, sarà opportuno che il Collegio affidi a un gruppo di docenti, appositamente individuato per l accoglienza di tutti i nuovi alunni, la puntuale definizione dei criteri suddetti, anche attraverso la verifica delle competenze linguistiche in ingresso. Ciò detto, si ribadisce la necessità che si proceda a una equilibrata distribuzione degli alunni di cittadinanza non italiana, evitando la costituzione di classi fortemente disomogenee e sia pertanto adottato di norma il criterio della soglia del 30%......Per assicurare agli studenti di nazionalità non italiana, soprattutto se di recente immigrazione e di ingresso nella scuola in corso d anno, la possibilità di seguire un efficace processo di insegnamento-apprendimento e quindi una loro effettiva integrazione le scuole attivano dal prossimo anno 2010/2011 iniziative di alfabetizzazione linguistica anche utilizzando le risorse che saranno messe a disposizione dalla legge 440/97 e con opportune scelte di priorità nella finalizzazione delle disponibilità finanziarie relative alle aree a forte processo migratorio. In merito, sempre nel rispetto dell autonomia delle scuole, si suggeriscono le seguenti misure, peraltro già richiamate dalla normativa vigente16: attivazione di moduli intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati17 di lingua italiana per gruppi di livello sia in orario curricolare (anche in ore di insegnamento di altre discipline) sia in corsi pomeridiani realizzati grazie all arricchimento dell offerta formativa); utilizzo della quota di flessibilità del 20 per cento, destinato per corsi di lingua italiana di diverso livello (di progressiva alfabetizzazione per gli allievi POF 2013/2014 Pagina 17

19 stranieri privi delle necessarie competenze di base; di recupero, mantenimento e potenziamento per tutti gli altri, stranieri e non); partecipazione a progetti mirati all insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, utilizzando eventualmente risorse professionali interne o di rete, offerti e/o organizzati dal territorio; possibilità per gli allievi stranieri neoarrivati in corso d anno di essere inseriti nella scuola - se ritenuto utile e/o necessario anche in una classe non corrispondente all età anagrafica - per attività finalizzate a un rapporto iniziale sia con la lingua italiana, sia con le pratiche e le abitudini della vita scolastica ovvero di frequentare un corso intensivo propedeutico all ingresso nella classe di pertinenza (anche in periodi giugno/luglio/inizio settembre in cui non si tiene la normale attività scolastica). Si ricorda altresì come il DPR 20 marzo 2009, n preveda che le due ore settimanali destinate all insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possano a determinate condizioni essere utilizzate anche per potenziare l insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana 19. La scuola potrà infine favorire, anche d intesa con soggetti del privato sociale, situazioni di relazioni, di socializzazioni, di esperienze extracurricolari in cui gli alunni stranieri potranno sviluppare in ambiente non formale e con coetanei la conoscenza e l uso della lingua italiana... L Istituto, tenendo conto delle Indicazioni Ministeriali (C.M. n. 2 dell 8 gennaio 2010), predispone i Piani di Studio Personalizzati per gli studenti con cittadinanza non italiana. Attività alternative per alunni che non si avvalgono della religione cattolica L Istituto si è attivato per predisporre un piano di attività alternative alla religione cattolica. Sono stati nominati docenti che svolgeranno la programmazione relativa alla tematica dei diritti umani. A tal fine il Collegio Docenti ha approvato i seguenti indicatori di valutazione: Conoscere i principali documenti nazionali ed internazionali in tema di diritti umani e le istituzioni previste per la loro attuazione. Dimostrare disponibilità e partecipazione al confronto dialettico con gli altri, rispettandone le diversità. CLASSI PRIME - Conoscere i diritti umani fondamentali sanciti nella Carta dell ONU. - Saper analizzare e valutare il problema dei diritti connessi all infanzia. POF 2013/2014 Pagina 18

20 - Prendere coscienza dei diritti negati ai minori nel Nord e Sud del mondo e confrontare la loro condizione di vita in Occidente e nel Terzo mondo. CLASSI SECONDE - Conoscere i diritti umani fondamentali sanciti nella Carta dell ONU. - Conoscere il significato della parola Legalità intesa come capacità di riconoscere il bisogno e la necessità del rispetto per se stessi e per gli altri, della condivisione delle regole e della trasparenza nei rapporti interpersonali. - Saper analizzare situazioni e problemi più vicini e comuni alla vita dei ragazzi (la scuola, il gruppo.): il bullismo. CLASSI TERZE - Conoscere i diritti umani fondamentali sanciti nella Carta dell ONU. - Essere in grado di analizzare e valutare i problemi collegati al fenomeno dell immigrazione e la possibilità di integrazione culturale degli immigrati o di convivenza tra essi e la popolazione. - Riconoscere la salute come diritto della persona e interesse della collettività. - Conoscere le malattie della povertà e le malattie del benessere. POF 2013/2014 Pagina 19

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