Il caregiving nell invecchiamento. Prof.ssa Elvira Schiavina 02 marzo 2016
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1 Il caregiving nell invecchiamento 02 marzo 2016
2 Il caregiving Caregiverinformale: familiari che forniscono assistenza a persone con difficoltàcognitive, fisiche ed emotive, non sono ricompensati finanziariamente e agiscono in ambiente «privato». Il 45,7% dei caregiversoccupato è costretto a cambiamenti nella professione: Spesso chiedono il part-time (32,1%), fanno un lavoro meno gratificante (33,9%), lasciano l impegno (16,1%), perdono l occupazione (3,6%).
3 Il caregiver burden I caregiversdedicano mediamente 6 h/diedi assistenza diretta: cure igieniche, alimentazione, somministrazione terapia farmacologica; altre 7h sono dedicate alla sorveglianza del malato. Il grado in cui la salute fisica e psichica, la vita sociale e lo status economico del caregiver entrano in uno stato di sofferenza a causa dell attività di cura. Il CaregiverBurdenInventory(Novak e Guest, 1989) costituito da 5 sottoscale che suddividono il carico rispettivamente in: carico di tempo, evolutivo, fisico, sociale ed emotivo, ossia variabili di tipo biopsicosociale.
4 Le conseguenze per il caregiver L esposizione a fattori di stress cronici comporta conseguenze: sulla salute fisica, sul benessere psicologico, sul funzionamento cognitivo. Caregiving: stressorche genera un forte impatto sulla salute generale. Aumenta l ormone dello stress che porta ad un attivazione fisiologica ripetuta e a un controllo inefficiente delle risposte fisiologiche. Lo stress può condurre alla messa in atto di comportamenti a rischio per la salute come una dieta povera, uno stile di vita sedentario e l abuso di farmaci. Lo stress causato dai problemi comportamentali dell assistito aumenta il rischio di accidenti cardiovascolari.
5 Il caregiving, benessere psicologico e funzionamento cognitivo Maggiori livelli di stress, piùdepressione, piùansia, livelli piùbassi di benessere soggettivo che di self-efficacy, rispetto alla popolazione generale. Livelli inferiori di attenzione complessiva, che di velocitàdi elaborazione delle informazioni, decremento di memoria, velocità percettiva. L aumento delle responsabilitàpuò condurre a fatica cronica e al declino della qualità dell assistenza.
6 Gli stressor nel caregiver Primari: deterioramento cognitivo del malato, la frequenza dei comportamenti problematici, il n di ore settimanali spese nel fornire assistenza fisica, porsi come intermediario tra servizi sanitari e malato. Secondari: cambiamenti nella relazione tra caregivere malato, conflitti interpersonali tra il caregiver principale e altri familiari. Necessitàdi conoscere gli elementi di vulnerabilità e le risorse del caregiver per ridurre l entitàdei primi e aumentare le altre.
7 I mediatori Variabili di natura sociodemografica; quali il genere, l età, il grado di parentela, la scolarità, la cultura, l etnia. Fattori individuali: caratteristiche personologiche, stili di coping e selfefficacy. 76,6% donne: mogli e figlie (più vulnerabili allo stress) 51,6%: hanno anni 25,2%: coniugi/partner
8 La personalità Alto nevroticismo: maggiore reattivitàal cambiamento giornaliero, meno stabilitàe maggiore sensibilitàal cambiamento Bassa estroversione: maggiore vulnerabilitàalle fluttuazioni del benessere soggettivo di fronte a cambiamenti quali i disordini comportamentali del malato o disaccordi familiari. Coscienziosità: funzione protettiva essere organizzati, buoni pianificatori.
9 Le variabili psicologiche Self-efficacy: percezione di riuscire ad agire efficacemente nei diversi compiti. Apprendere tecniche per la gestione delle emozioni, di rilassamento, apprendimento di specifici skill Resilienza allo stress: maggiore capacitàdi tollerare le richieste dell assistito. Senseofmastery: padronanza, percezione globale di competenza. Caratteristica individuale che funge da moderatore nella relazione tra stress e benessere.
10 Stili di coping Risposta a situazioni specifiche e stressanti. Strategie di coping: pensieri e azioni reali e flessibili che risolvono problemi e così facendo riducono lo stress (Lazaruse Folkman, 1984). Strategie centrate sul problema: cambiando o gestendo la situazione in modo attivo e costruttivo Strategie centrate sull emozione: basate sull impiego di specifici pensieri volti a ridurre l impatto emotivo delle situazioni stressanti.
LE STRATEGIE DI COPING
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