Giornalino Studentesco del Liceo Antonio Rosmini - Trento

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1 Giornalino Studentesco del Liceo Antonio Rosmini - Trento C ERA UNA VOLTA IL LICEO LINGUISTICO ROSMINI Addio alla scuola che ci ha visto crescere Anno scolastico Numero 1 Forse nella mente degli studenti del Liceo Linguistico Città di Trento si è già formata una vaga immagine di quello che potrebbe essere il nuovo liceo: un grande edificio appena ristrutturato con aule nuove e spaziose, una scuola dedicata interamente alle lingue e senza più problemi organizzativi dovuti al sovraffollamento dell Istituto. Sperando che sia questo l ambiente che i futuri iscritti troveranno, gli ormai vecchi rosminiani si dovranno accontentare della sede provvisoria in via Mattioli. La fusione tra Liceo Linguistico Rosmini e Liceo Da Vinci indirizzo linguistico è un dato di fatto e per questo voglio spendere alcune parole per ricordare la mia scuola. Caro Rosmini, con la tua bella sede che ha visto crescere negli anni molti giovani che hanno affrontato paure e delusioni, soddisfazioni e gioie, con i tuoi progetti e le interessanti iniziative (il coro, la musica, lo sport ), tutte le attività che hanno permesso ai tuoi studenti di conoscere gente nuova e di arricchirsi interiormente riusciranno mai i tuoi alunni ad accogliere la novità con ottimismo senza provare nostalgia per ciò che lasciano? Di certo questo trasloco non sarà indolore e sarà difficile cominciare la quinta con professori che non si conoscono, anche se, si spera, una parte di loro seguirà gli studenti nella nuova sede. Fa un certo effetto dover salutare una scuola prima dell ultimo anno, non era previsto, non era nell immaginario di nessuno, ed è scomodo cambiare, anche se forse è l unico modo per poter migliorare. Addio quindi al Liceo Linguistico Rosmini e, perché no, anche grazie! Infatti tra i limiti e le qualità è anche bello ogni tanto poter mettere in rilievo solo queste ultime: grazie per averci formato e arricchito; grazie per averci stimolato e offerto grandi opportunità e infine grazie per fatto ogni sforzo per rendere meno difficoltoso gio. questo inaspettato passag- Tomasi Maddalena 5LD ALL INTERNO... PAG. 2 Valori in corso PAG. 4 Quelli che PAG. 7 Quando la classe non è acqua PAG. 9 Miti senza tempo PAG. 12 Diversi, uguali, speciali Pag. 15 Il linguaggio della poesia Pag. 16 Rubriche Pag. 17 Equi-libri Pag. 20 Redazione Buona Lettura!

2 Pag. 2 È partito quest'anno al Rosmini il progetto di Servizio Civile Allena...mente! che prevede il coinvolgimento di quattro giovani universitari nella vita scolastica liceale. Il progetto di Servizio Civile nazionale è uno strumento, presente anche a livello provinciale, che permette a ragazzi fra i 18 e i 29 anni di affacciarsi al mondo del lavoro in diversi settori occupazionali - dal culturale al sociale, dall'educativo all'ambientale - per un periodo di 12 mesi. Per prendere parte al Servizio Civile bisogna aspettare l'annuale bando che solitamente esce verso la fine di agosto; nel bando sono presenti i progetti che sono stati approvati dallo Stato o dalla Provincia. Dopo essersi iscritti segue un colloquio con l'ente presso il quale si ha fatto richiesta e, se si possiedono le qualità necessarie, si viene assunti. Nello specifico, il progetto Allena...mente! si pone l'obiettivo di fornire ai ragazzi del Liceo Rosmini un punto di riferimento in più, e di affiancarsi nel percorso scolastico, per mostrare loro un metodo per riuscire nello studio. Oltre a ciò, i Volontari svolgono diversi compiti all'interno della scuola, ad e- sempio nella gestione della Biblioteca, e quant'altro sia necessario. Siamo in quattro, Elena, Francesco, Niccolò e Valentina, e saremo presenti a scuola dal lunedì al venerdì, dividendoci Valori in corso fra le sedi di via Malfatti e San Bernardino; gli orari sono consultabili presso le principali bacheche o affissi sulle porte delle biblioteche. Perché avete scelto di svolgere l'attività di Servizio Civile? Niccolò, 28 anni, studente presso la facoltà di Giurisprudenza di Trento: Ho scelto di fare il Servizio presso questo liceo per mettermi alla prova con ragazzi più giovani di me, aiutarli a trovare il loro metodo di studio. È una sfida con me stesso, per vedere se ho le capacità adatte per comunicare con le persone. Qual è l'effetto che provate nel ritrovarvi in una scuola superiore? Valentina, 20 anni, studentessa in Beni Culturali all'università di Trento: Per me l'effetto non è tanto strano, dopotutto sono passati solo due anni da quando ho finito le superiori. Le bidelle fanno ancora fatica a riconoscermi quando arrivo a scuola alle nove, pensano che sia una studentessa arrivata in ritardo! Come vi trovate nel dialogo con i giovani e con i professori? Francesco, 27 anni, laureando in Storia presso l'università di Trento: All'interno della scuola mi trovo molto bene con i docenti, col personale ATA e i ragazzi. È un ambiente piacevole dove lavorare. Forse c'è un poco più di distanza coi ragazzi, soprattutto i più giovani, per motivi d'età, ma è piacevole mettersi alla prova tentando di trasmettere loro qualcosa che non siano solo le informazioni dei libri. Che progetti avete in mente per i prossimi mesi? Elena, 21 anni, studentessa di Lettere presso l'università di Verona: Stiamo pensando a programmi d'approfondimento da presentare alle classi durante il loro orario di lezione; questo non tanto come 'materiale da studiare in più', ma come stimolo per capire i collegamenti fra i vari ambiti disciplinari. Poi c'è l'idea di un piccolo cineforum, ma semmai nel secondo quadrimestre... Per cui, ragazzi, se aveste bisogno di un aiuto nello studio, un ripasso, oppure semplicemente delle indicazioni sulla scelta u- niversitaria, non esitate a cercarci e a chiedere! Siamo qui apposta per voi! Per rimanere aggiornati sulle iniziative promosse dal Servizio Civile è possibile consultare i siti internet e

3 Pag. 3 Riconoscimento al nostro giornalino! alla c.a. del docente Edoardo Covi Liceo A. Rosmini Via Malfatti, Trento (TN) Gentile prof. Edoardo Covi, è con vivo piacere anticiparle che la redazione del giornale scolastico ROSMAXI ha superato brillantemente le selezioni a livello nazionale, ottenendo la nomination al Premio Nazionale Giornalista per 1 giorno ; sarei particolarmente felice se partecipaste al prossimo Meeting Nazionale di giornalismo scolastico, previsto nei gg. 2/3 maggio 2013 per ritirare il Diploma di Gran Merito. Oltre al piacere di condividere insieme le emozioni delle giornate meeting, sarebbe per noi motivo di orgoglio potervi premiare dinanzi alla platea delle migliori redazioni scolastiche italiane, in caso contrario, sarà mia cura far pervenire, presso il vostro istituto, i riconoscimenti a voi assegnati. L associazione Alboscuole, quale riconoscimento del Vs successo, ospiterà a proprie spese 1 accompagnatore ogni 10 partecipanti, mentre la quota di partecipazione a Voi riservata di 65/00 a persona al giorno, comprensiva di pernottamento in Hotel 3 stelle in camere doppie, triple; colazione, pranzo e cena; serate spettacolo e serate danzanti, video-intervista e foto ufficiale; lezione di giornalismo; cerimonia di nomination; cerimonia di premiazione; assistenza 24h del team Alboscuole e dello Staff di animazione; servizio navetta da/per stazione di Chiusi-Chianciano/Hotel per i gruppi che arriveranno in treno; attestati di partecipazione; a richiesta il supplemento camera singola sarà di 15/00 a persona al giorno, mentre il supplemento per sistemazione in Hotel 4 stelle sarà di 20 a persona al giorno. La informo che può collegarsi con il ns sito web e richiedere l attivazione gratuita del giornale web sulla ns piattaforma; entrerà a far parte del ns social-network dove sono presenti docenti e studenti di tutti i giornali scolastici italiani con cui poter interagire insieme ai suoi studenti. In attesa di un cortese riscontro La saluto con viva cordialità, rinnovando i sensi della mia personale stima per l affermazione a livello nazionale raggiunta Viterbo Via della Sapienza 3 - Tel info@alboscuole.it -

4 Pag. 4 Quelli che...hanno fatto il Rosmini Nadia Nicoletti maestra elementare dal 1975, vive in Trentino. Fin da piccola ha sviluppato la passione per le piante stando accanto alla nonna. Dal 2006 cura sul sito una rubrica in cui racconta le avventure dei bambini, tra cavoli e zucchine. Oltre all'orto della scuola si dedica alla sua grande passione: le rose. Nadia, sei una maestra da molti anni, ma innanzi tutto una rosminiana. Vogliamo cominciare ricordando i tuoi anni di scuola? Hai frequentato il vecchio Istituto magistrale : Come era la scuola di quel tempo? Hai un bel ricordo della tua classe e dei prof? Che voto avevi di scienze naturali? Ho frequentato l Istituto Magistrale Antonio Rosmini dal 1971 al 1975 nella sede di via Malfatti, nella sezione A, tutta femminile. In quegli anni nella sede di via Malfatti c erano 4 sezioni: la A e la B erano interamente femminili, la C era maschile e la D era l unica sezione mista. La scuola era, nel suo aspetto, molto simile a quella di adesso. L aula magna, la palestra e le aule erano praticamente come adesso. La mia classe era allegra, eravamo 25. Con molte delle mie ex compagne di scuola sono rimasta amica. I miei professori erano molto preparati e allo stesso tempo molto esigenti. Ricordo con particolare affetto la professoressa Comper di matematica, la professoressa Bernardi di filosofia, la professoressa Varesco di ginnastica, il professor Fellin di latino, il professor Venturini di scienze. Avevamo anche una materia che ora non si fa più: agraria. Forse è proprio da lì che è nata la mia passione per le piante. Di scienze, con il prof. Venturini avevo sempre bei voti. Il professor Venturini era molto bravo e ci faceva fare molte sperimentazioni. Ricordo che avevamo come Preside il Prof. Betta che era un personaggio molto colto e allo stesso tempo severo. Ogni tanto ci faceva delle vere e proprie prediche attraverso la radio interna. Lui parlava dalla presidenza e si sentiva la sua voce in ogni classe, attraverso degli altoparlanti posti in alto, sopra la cattedra. Spesso ci sgridava, soprattutto se succedeva qualcosa a scuola e noi, quando lui parlava nella radio interna, dovevamo alzarci in piedi. Noi ragazze portavamo un grembiule nero a scuola, mentre i ragazzi non avevano quest obbligo. Hai visto nella tua professione centinaia di bambini. Cosa è cambiato in loro in questi anni (se è cambiato qualcosa)? Consiglieresti il tuo lavoro alle nostre alunne (e alunni)?ho cominciato a insegnare subito dopo aver conseguito il diploma magistrale, era l autunno del 1975 e mi sono diplomata a luglio di quell anno. Contemporaneamente, sempre in quell anno, ho frequentato il corso del V anno (serale) per poter accedere all università, ma l ho fatto quando lavoravo già. Sono entrata per la prima volta in una classe di bambini a 18 anni. Da allora sono cambiate molte cose. Prima di tutto è cambiato il tempo scuola. U- na volta c era scuola solo al mattino, compreso il sabato e c era un maestro unico che insegnava tutte le materie scolastiche. Poi è arrivato sia il tempo pieno, sia la legge che prevedeva l inserimento dei bambini con handicap, (che prima erano separati dagli altri bambini e messi nelle classi speciali). Infine è arrivata la suddivisione delle materie scolastiche con l inserimento di più insegnanti all interno della stessa classe. Queste sono state le grandi innovazioni che hanno cambiato la nostra Scuola Elementare in modo molto significativo. Il lavoro dell insegnante a mio parere è uno dei più belli che ci siano e a me è sempre piaciuto molto. Lo consiglio però solo a chi è disposto a impegnarsi e a mettersi in un rapporto positivo con i bambini, altrimenti potrebbe risultare un lavoro pesante. Credo non sia adatto a tutti.

5 Pag. 5 Veniamo alla tua grande passione: l orto e tutto ciò che gli sta intorno. Hai pubblicato dei libri, sei un personaggio famoso nel campo. Come ti spieghi tanto interesse per una buona pratica che sembra ormai lontana dalle nuove generazioni? L orto e il giardino negli ultimi anni hanno avuto un grande interesse da parte della gente. Forse tutto questo interesse non è solo economico. Si sa che coltivare l orto è un risparmio sulla spesa, ma coltivare un orto ha anche a che fare con la ricerca della pace e della bellezza perché un giardino e un orto, in realtà, sono fonte di grandi soddisfazioni, non solo per le verdure che si possono coltivare, ma anche per le piante e i fiori che si possono far crescere. In una tua intervista affermi che coltivare l orto e il giardino porta l uomo a mettere le mani nella terra (man-tenere la terra) ma anche a mettere a terra le nostre tensioni. Vuoi spiegarci questo tuo pensiero ed esperienza? Questa concetto di decantare le tensioni è una cosa che ho sperimentato con i bambini a scuola e che mi ha fatto riflettere. Abbiamo notato che per i bambini è importante giocare con la terra e avere un angolino da coltivare e governare. Li aiuta a decantare le tensioni e a calmarsi nei momenti di tensione. Credo sia così anche per gli adulti. In questo periodo storico, in cui i fondamenti stessi dell economia sembrano vacillare, coltivare un proprio orto può sembrare un gesto di poco conto. Eppure non è così. Perché? Non è un gesto di poco conto perché insegna, a tutti noi, da dove viene il cibo che mangiamo Questo è importante. Ci insegna che senza terra non possiamo vivere. Poi insegna a prendersi cura. Nelle scuole si può coltivare un orto ed ecco che allora quella scuola si trasforma in qualcosa di vivo, di cui i ragazzi si prendono cura. Un bambino che ha avuto la possibilità di vivere da piccolo un esperienza gioiosa con le piante, diventerà con tutta probabilità un adulto attento e rispettoso dell ambiente. Il sito a cui collabori ha un nome molto significativo: pace e i cavolfiori, le carote e la tolleranza, le erbe aromatiche e l interculturalità. Puoi spiegarci meglio? Un tempo sono esistiti gli orti di guerra, erano gli orti urbani voluti da Mussolini: un pezzo triste della nostra storia italiana. Quando abbiamo pensato ad un nome per il nostro portale abbiamo pensato a orti di pace per ricordare che, prima di tutto, coltivare un orto è un gesto di pace. Si dice talvolta di una persona: Ha i piedi piantati per terra. E un bel complimento. Puoi darci la tua interpretazione? Vuol dire avere un senso della realtà. In un mondo come quello attuale, in cui il virtuale prende sempre di più il sopravvento, è importante avere il senso di realtà e sapere distinguere ciò che è reale da ciò che invece reale non è. Sembra una sciocchezza, ma non è così.

6 Pag. 6 P.S. Ma è vero che per piantare l orto bisogna guardare la luna (come dicevano le nostre nonne)? La luna e le sue fasi sono importanti, non solo per l orto, ma anche in altri campi. Personalmente non me ne faccio però un problema, nel senso che se devo seminare lo faccio anche indipendentemente dalla luna. Cerco di far prevalere il buon senso: se quel giorno c è il sole e posso lavorare nell orto con i bambini faccio le semine e i trapianti indipendentemente dalla luna. E una questione di priorità. Meglio lanciarsi nella bellezza di coltivare una pianta che stare a farsi troppi problemi. l insalata era nell orto Per bambini curiosi, genitori (nonni, fratelli...) volenterosi e insegnanti entusiasti un prezioso manuale che insegna passo passo la cura, la preparazione e la manutenzione di un orto. E per diventare dei perfetti ortolani in erba non serve un grande spazio: basta anche un pezzo molto piccolo di terra, o qualche vaso sul balcone: quello che non deve mancare sono l'amore e l'attenzione. E in fondo al libro, tante gustose ricette per portare in tavola il proprio raccolto! lo sai che i papaveri.. Nadia Nicoletti racconta ai bambini, agli insegnanti e ai genitori la gioia immensa che dà coltivare la terra, che sia quella di un giardino o di un vaso sul balcone o sul davanzale. Semplici regole e piccoli segreti per diventare perfetti giardinieri: gli arnesi, le tecniche, i tempi, le stagioni, gli animaletti del giardino, i fiori velenosi e quelli buoni da mangiare (con le ricette per cucinarli!). La redazione Hai mai pensato che il tuo terrazzo potrebbe diventare un piccolo orto? O quel pezzettino di terra dietro casa che non guardi mai...

7 Pag. 7 Quando la classe non è acqua! Francesca Dallapè è nata a Trento il 24 Giugno Scuola Liceo Antonio Rosmini Trento Società C.S. Esercito/ Buonconsiglio Nuoto. Specialità Trampolino 1m, trampolino 3m, sincronizzato dal trampolino 3m prima con Noemi Batki e attualmente con Tania Cagnotto. Francesca Dallapé Palmarès Mondiali di nuoto Roma: argento nel trampolino 3m sincronizzato Europei di nuoto Budapest: oro nel sincro 3m. Europei di tuffi Torino: oro nel sincro 3m Torino: oro nel sincro 3m. Europei giovanili di tuffi Edimburgo: bronzo nel trampolino 3m Aquisgrana: argento nel sincro 3m. Dichiarazioni dopo lo storico argento nel sincro 3m con Tania Cagnotto: Siamo simili in tante cose, siamo solari, estroverse, ci piacciono le stese cose, a parte i ragazzi naturalmente. Quanto ho pianto prima di questa gara, non la finivo più, ma era la cosa migliore da fare, perché ho scaricato la tensione. Se mi fossi tenuta tutto dentro avrei compromesso la finale. Innanzitutto complimenti per i tuoi successi sportivi! Ma partiamo da noi: hai concluso il Rosmini da pochi anni. Quale ricordo hai della tua scuola? Ritieni sia stata importante per la formazione del tuo carattere? Che voto avevi di ginnastica? Come conciliavi lo studio con l attività sportiva?ù Ho concluso il Rosmini nell'anno 2005/06 ed ho un bel ricordo, positivo! Mi ha dato un infarinatura generale di tante materie, poi nello specifico ho approfondito le materie umanistiche che a me sono sempre piaciute! Ho trovato dei bravi professori che mi hanno fatto appassionare! E reputo sia stato importante per la formazione della mia persona! Conciliavo lo studio con l'attività sportiva abbastanza bene! Il pomeriggio andavo in piscina fino alle 17 poi tornavo a casa e studiavo. Ma il lavoro più grosso lo facevo in classe ascoltando le lezioni perché con il poco tempo che avevo dovevo sfruttare tutto! Purtroppo con le gare spesso saltavo molti giorni di scuola ma poi riuscivo a recuperare portandomi i libri con me nei posti dove andavo! In ginnastica avevo 9! I giornali riportano i frenetici impegni internazionali a cui sei chiamata in vista delle tue competizioni internazionali. Resta il tempo per la vita sociale di una normale ragazza della tua età? Che cosa ti pesa maggiormente? Nonostante i molti impegni sportivi, ho una vita normalissima: esco con gli amici, faccio shopping e ho un fidanzato! La cosa che mi manca ogni tanto è la quotidianità perché viaggiando molto le giornate in cui sono a casa servono per recuperare il tempo perso!

8 Pag. 8 Quanto è importante la famiglia, la casa, il paese per un atleta globetrotter come te? La mia famiglia è molto importante: tornare nella propria città dopo un viaggio e sentirsi a casa. Apprezzi qualunque cosa ti si presenti davanti! Te l hanno chiesto molte volte, ma anche noi vorremmo sapere com è la giornata tipo di una tuffatrice di livello mondiale? Ti è mai capitato a fine giornata di odiare l acqua? (Gli studenti talvolta odiano i libri!) La mia giornata tipo inizia con la sveglia alle 8, colazione e poi piscina dalle 9.30 alle Segue pranzo, in piscina fino alle 17.15! Infine tutta la serata per me, la mia famiglia e gli amici! Aggiungo anche sedute in palestra 3 volte alla settimana! Ogni tanto mi capita di odiare l'acqua e il trampolino ma è normale avere dei momenti altalenanti, anche chi lavora in ufficio, lo odia ogni tanto! Quando devi affrontare una gara davvero importante come controlli la tensione (e l agitazione)? Hai un portafortuna? Un mantra? Quanto è determinante l aspetto psicologico nello sport? Controllo la mia tensione la facendo degli esercizi di respirazione e di rilassamento! Non ho nessun oggetto portafortuna. I tuffi sono uno sport molto psicologico, la fatica più grande è quella di creare una testa che regga ogni emozione! Il mondo dello sport purtroppo è macchiato da episodi negativi (doping, calcioscommesse ). Cosa significa per te fair play? Uno sportivo dovrebbe essere un esempio per gli altri ragazzi, lo sport deve significare una vita sana ma purtroppo non tutti gli sportivi sono leali e cercano delle scorciatoie ma sono dell'avviso che un atleta, che vince con le proprie forze vince con soddisfazione e invece chi vince con l'aiuto di sostanze è solamente un perdente! Qual è il rapporto con le atlete e gli atleti che incontri per il mondo? Dove finisce l amicizia e comincia la competizione? Il rapporto con gli altri atleti che incontriamo è rapporto solare e positivo, ovviamente quando comincia la gara, ognuno pensa per se e cerca di dare il meglio! Il consiglio che posso dare è di avere sempre costanza e dedizione e non mollare alla prima difficoltà. La vita è piena di difficoltà e bisogna rialzarsi sempre! A conclusione qualche domanda gossip. Qual è il tuo attore preferito? Canzone? Libro? Animale? Hai un tatuaggio? Meglio lo strudel della mamma o le diete ipocaloriche? Il mio attore preferito è Johnny Depp Non ho una canzone in particolare che mi piace. Animali tutti Ho un tatuaggio sulla caviglia con la parola sogno e le iniziali dei miei genitori e mio fratello. Come libri mi piacciono i gialli Lo strudel della mamma tutta la vita! In bocca a lupo Francesca! Che la forza sia con te! La redazione

9 Pag. 9 Miti senza tempo Sparta nel 2000: il film 300 di Zack Snyder Sparta non era una polis greca bella e splendente come Atene. Sparta era quasi priva di monumenti e di sculture. Non c erano molti poeti e filosofi ma c erano gli spartiati, i soldati invincibili addestrati fin da piccoli per diventare autentiche macchine da guerra. Proprio di Sparta parla il famoso film dal titolo 300. Trecento come i soldati spartani che persero la vita alle Termopili dimostrando coraggio e forza sovrumane. In una scena del film si vede Leonida che parte per la guerra e sua moglie Gorgo che gli porge lo scudo e dice: «O con lo scudo o su di esso». Questa frase riassume, in pratica, il motto di Sparta. Leonida, forse avrebbe voluto abbracciare la moglie e sussurrarle dolci parole, ma non lo fece, poiché uno Spartano doveva essere al di sopra dei sentimenti. Fin da piccoli erano sottoposti ad una rigida educazione e i bimbi più gracili o deformi venivano scartati, perché la struttura militare su cui si basava la città non avrebbe potuto permettersi figli non robusti. Questa crudeltà viene evidenziata nel film quando Efialte, soldato spartano deforme scampato alla morte da piccolo, chiede a Leonida di poter combattere, ma quest ultimo rifiuta. Efialte allora si infuria e tradisce la patria alleandosi con l esercito persiano. I persiani sono rappresentati in modo brutale e grottesco. Il re Serse, ad esempio, è incredibilmente alto e dai modi effeminati, al contrario dei virili spartani. La sua voce è profonda, lenta e poco umana. I soldati persiani sono raffigurati in modo inverosimile, fantastico. E sempre rimarcata la differenza tra loro, che erano sudditi di un Re, e gli spartiati, uomini liberi. Soggetti solamente alla legge di Sparta, che seguono ciecamente, e all'onore loro e del Re Leonida. Le virtù spartane erano onore, coraggio e gloria. Sparta a suo modo è dunque una città che anche dopo tanti anni mantiene ancora un suo fascino; ma in tutta onestà ritengo che la polis greca modello sia Atene. A parer mio l intelligenza, l arte e la democrazia sono molto più importanti della forza fisica, che era comunque coltivata in Atene, anche se non in forme così estreme. Detesto la guerra e odio il modo in cui Sparta rifiuta i più deboli. Amo, tuttavia, il patriottismo spartano e il senso dell onore che ancor oggi dovrebbe essere d esempio per tutti gli stati moderni. Questa città, quindi, è e rimarrà nell immaginario collettivo simbolo di guerra e di morte, ma anche di gloria e di onore. Veronica Veronesi 2eC Si può ancora parlare di miti? Gilgamesh, Achille, Ettore, Odisseo, Enea... appartengono irrimediabilmente al passato; ma nel presente che valore ha parlare di miti? L'eroe nasceva dall'unione di un umano e una divinità. Essendo per una parte umano è mortale, compiva delle imprese straordinarie per essere poi ricordato per sempre e diventare immortale, seppure nella memoria altrui. Spesso gli e- roi peccavano di superbia ed e- rano perciò puniti dagli dei. Nella mia famiglia c'è una persona che secondo me è un eroe, mio prozio Luigi Moser. È nato in una povera famiglia a Palù di Giovo. Ha iniziato a lavorare fin da piccolo e quando rientrava dopo una giornata passata in campagna, pregava e ringraziava la Madonna, a cui era molto devoto.

10 All età di vent anni è entrato in seminario convinto del percorso che voleva intraprendere. Al termine degli studi è diventato padre Luigi Moser. Durante le messe la gente lo ascoltava con così tanto interesse che tutti sembravano esser ipnotizzati dalle sue parole. Dopo un po' di anni però capì che non era nella chiesa di Meano il suo posto, ma in Africa, accanto alle persone bisognose di aiuto e di affetto. Così partì per l'africa, in Uganda, precisamente a Lodonga. Non è stato facile per lui lasciarci, ma la voglia di fare del bene era troppo forte. Imparò la lingua del posto; tutti lo conoscevano e tutti lo amavano, soprattutto i bambini che lui chiamava i miei moretti. Pag. 10 Così iniziò la sua missione: costruì una chiesa, una scuola e portò la felicità e tanto amore in quel piccolo luogo. Ogni mese ci scriveva una lettera lunghissima dove ci inviava i saluti di tutto il paese e una foto con i suoi moretti. Ogni due anni veniva a trovarci e al suo arrivo si faceva sempre una gran festa; ci intratteneva spesso con giochi di prestigio e noi bambini restavamo a bocca a- perta. Si ricordava sempre dei nostri compleanni e noi, quando festeggiavamo comunioni e cresime, raccoglievamo dei soldi e glieli spedivamo. Anche se erano solo poche centinaia di euro, ci sentivamo soddisfatti e felici di contribuire alla missione di nostro zio. Dopo quarant'anni passati laggiù il suo cuore stanco e malato non resse più e morì d'infarto. Aveva 72 anni. Quando ci giunse la notizia restammo tutti molto colpiti. Nel suo testamento lasciò scritto che voleva essere seppellito in Africa, tra la sua gente. Tra Lodonga e Meano si è instaurato un bellissimo rapporto, così per meglio ricordarlo, sulla sua lapide è posto un libro di ceramica con la foto dello zio e lo sfondo del Trentino, mentre sulla tomba di famiglia a Meano c'è lo stesso libro, ma con lo sfondo dell'africa. Secondo me, mio zio, Padre Luigi Moser, è stato un eroe perché ha compiuto una grande impresa ed è stato una persona straordinaria. A Meano, dopo la sua morte, è nata l'associazione Padre Luigi's Home che raccoglie soldi per Lodonga e ogni anno si ritrova con tutto il paese per rivedere con un filmato la missione dello zio. Sarà ricordato per sempre, come lo ricordo io in questo tema. Martina Moser 2uD Foto grammi L insostenibile leggerezza di un click Dal 28 febbraio al 13 marzo 2012 è stata allestita presso la nostra scuola una interessantissima mostra fotografica sul mondo islamico. Gli autori sono due insegnanti di lingue della nostra scuola: Karen Hooper e Ulrich Rach. La mostra "Da Marrakech... a Sana'a" è stata un occasione per conoscere attraverso le immagini i luoghi, i costumi e la gente, le architetture e la cultura di queste popolazioni sempre più vicine a noi.

11 Pag. 11 Perché non siano... SOLO PAROLE Nei giorni di San Valentino per i corridoi della scuola e per le vie della città si notano ragazze raggianti con un mazzo di fiori in mano, regalati probabilmente dai loro partner. Molte altre invece avrebbero desiderato ricevere un regalo, un pensiero... per sentirsi amate e importanti per qualcuno! Ma è davvero importante ricevere dei fiori a San Valentino? Può essere una manifestazione d amore, ma tale gesto non è fondamentale. Quando ci sono i sentimenti di base, importa poco ricevere o meno un mazzo di rose. In fin dei conti, anche la festa degli innamorati è diventata una ricorrenza molto consumistica. Credo che l aspetto fondamentale sia la relazione che sta o dovrebbe stare alla base del rapporto a due. Certo è che il processo di innamoramento è un affare impegnativo, richiede tempo, ma se si avvia una relazione significativa succede che ogni giorno che passa ci si innamora sempre di più, perché si impara a conoscere l altro, ad amarne i pregi, ma anche i suoi difetti, ad apprezzare ciò che ama l altro e soprattutto a sentirsi bene, al sicuro e avvertire un senso di completezza con se stessi. Oggi purtroppo il valore dell amore sta un po decadendo: la percentuale dei divorzi è in aumento e ci sono troppi che oggi si dichiarano innamorati e che il giorno dopo non lo sono più. Purtroppo vedo anche molti coetanei che facilmente pur avendo già una relazione, tradiscono con molta leggerezza e naturalità. Si usano, si ingannano, dicono al mondo intero di essere innamorati... Pensano solo al tornaconto e ad un vantaggio personale incuranti del compagno al quale assicurano un amore unico!!! Amando solo noi stessi e agendo solo per procurarci una soddisfazione viviamo in modo egoista, sbagliando: si rischia infatti di dimenticare quanto sia importante amare e rispettare l altro. Si sentono ragazzi o ragazze dire: Non voglio impegnarmi adesso, sono giovane e voglio divertirmi!. Il divertimento di cui parlano consiste nel passare da una persona all altra, non avere relazioni serie, ma solo avventure. In questo modo le persone si usano a vicenda. Ma ci si può divertire anche a- vendo una relazione seria, con accanto a sé una persona che ha bisogno del sostegno dell altro e viceversa, una persona che può procurare una felicità immensa ed un grande senso di completezza nel passare del tempo insieme. Molte persone hanno relazioni che durano per molto tempo,

12 Pag. 12 ma egualmente possono vivere delle difficoltà, che però superano insieme. Possono anche divertirsi e non hanno obblighi o proibizioni. Certo, tutto dipende dal proprio sistema di valori: i valori di base, a mio avviso, sono la fedeltà, il rispetto e l aiutarsi nei momenti di bisogno. L'appoggiarsi l'uno all'altro. Vivere la propria vita con qualcuno accanto è più bello e gratificante, fa capire che non si è soli, e quando si ha un problema si ha sempre la certezza di avere una persona pronta ad aiutarti e sostenerti, ma anche a condividere i momenti più belli e renderli più speciali. Oggi sembra sia molto difficile trovare un amore che duri tutta una vita: molti ragazzi non sono disposti a mettersi in discussione, a migliorare il proprio carattere per poter andare d accordo. L amore non è fatto dalle scritte sui muri, dai regali costosi, dai mazzi di fiori o dai diamanti: l amore è un sentimento che penetra nel profondo dell anima, che aiuta chiunque a svegliarsi bene al mattino e soprattutto ad amare persino se stessi. Concludo con alcuni versi poetici di Eugenio Montale che a mio avviso esprimono con profondità straordinaria la bellezza di un rapporto costruito nel tempo, rapporto che si intuisce rispettoso, forte, unico. In modo delicato l Autore ricorda l amore verso sua moglie, con la quale ha condiviso gran parte della sua vita superando insieme difficoltà e incertezze. «Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio Non già perché con quattr occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.» Debora Eccel 5bC Diversi, uguali, speciali 21 MARZO: GIORNATA DELLA SINDROME DI DOWN Testimonianze della classe 5sE anno scol anni con Anna Anna si racconta: Il primo giorno di scuola ero timida ma felice di cominciare un avventura alla scuola superiore. In questa scuola mi sono trovata bene, forse perché mi sentivo pronta a crescere ed esprimere tutte le difficoltà e la scuola mi ha aiutato tanto. All inizio non riuscivo a parlare con gli altri e ho pensato di scrivere un tema su di me, sulle mie difficoltà e sui miei punti di forza. Da quel giorno mi sono sentita meglio, più sicura e ho cominciato ad aprirmi con i miei compagni. E stato il primo passo verso l amicizia. Un attività del laboratorio Montessori che mi è piaciuta fare è stata il progetto teatro. Con i miei compagni di scuola ho recitato Il piccolo principe. Io ero la volpe. Per la prima volta ho recitato davanti ad molte persone. A Natale abbiamo fatto un altra recita: Il vestito nuovo del presidente. Il teatro mi ha aiutato a usare la voce, a parlare alzando lo guardo, a mostrarmi in pubblico. Ci sono dei momenti in cui faccio ancora fatica ad u- sare un tono di voce alto, ad e- sempio quando vengo interrogata: l emozione mi blocca e gioca brutti scherzi. In questi anni mi sono sentita a mio agio con tutti i miei compagni. Loro mi hanno sempre coccolato e voluto tanto bene anche se ho la sindrome di Down. Loro mi capiscono e mi dicono che sono una ragazzina speciale.

13 Pag. 13 Il viaggio più bello che ho fatto è stato a Palermo. Ho dormito con le mie compagne: Elisa, E- va, Irene e la dolce Fabiola. Questa cosa rimarrà sempre nel mio cuore perché mi ha aiutato ad essere più autonoma e sicura. Questa anno un attività che mi è piaciuta è stata il Paradiso di Dante. Finalmente ho capito dove si trova mia nonna. Ho scoperto che nel paradiso le anime sono felici e questa cosa mi ha tranquillizzato. Da molti anni trascorro alcuni pomeriggi in una casa di riposo in val di Non. Qui faccio compagnia alla zia Agostina e alle sue amiche. In futuro vorrei lavorare in una casa di riposo perché mi piacerebbe aiutare e fare compagnia alle signore anziane. Mi sembra strano a settembre non dover tornare a scuola, ma sono felice di fare nuove esperienze. Ora mi sento grande e automa. Anna La classe si racconta Partecipazione della classe 5sE al laboratorio Montessori Lo scorso anno alcuni di noi hanno partecipato al Laboratorio Montessori in cui sono inseriti ragazzi con disabilità che frequentano la nostra scuola. Lo scopo di questa attività è dare la possibilità di condividere con coetanei dell istituto ore di studio ricreativo e giochi che facilitano l apprendimento di alcune discipline. Le attività sono svolte al di fuori dell orario scolastico e permettono a tutti di conoscere, frequentare e fare amicizia anche con studenti della scuola che non fanno parte della propria classe. Forse a noi questo progetto è sembrato più semplice e immediato, grazie alla presenza di Anna in classe. Ci siamo subito accorte che i ragazzi del laboratorio Montessori hanno un modo diverso di rapportarsi con il mondo e con gli altri. Probabilmente questo è dovuto in gran parte al carattere personale, ma anche sicuramente alla quantità e alla precocità degli interventi di socializzazione e integrazione a cui questi nostri compagni hanno partecipato. Per noi è stata un esperienza molto importante e utile, perché abbiamo imparato a metterci in relazione con ognuno di loro in modo diverso e a comprenderne il carattere. Da entrambe le parti c è stato un affezionarsi reciproco e per alcuni quest amicizia è ancora viva. Progetto Cittadinanza Responsabile: mafia e legalità Durante il mese di ottobre abbiamo trascorso sei giorni a Palermo, a conclusione di un percorso didattico interdisciplinare improntato sull importanza della legalità.. ( nella foto: don Pino Puglisi) Tra le tante attività svolte, quella più significativa e carica di emozioni è stata, per noi, la giornata dedicata al progetto Se vuoi, promossa dal sindacato di polizia, rivolto soprattutto ai giovani con l intento di far loro conoscere la realtà siciliana del fenomeno mafioso. Nel corso della giornata abbiamo visitato, accompagnati da alcuni poliziotti della Squadra Mobile di Palermo, i luoghi più significativi che hanno segnato la vita delle persone vittime della mafia (per esempio Capaci, Cinisi, via D Amelio, Brancaccio). Abbiamo inoltre incontrato alcuni parenti ed amici di coloro che, lottando con coraggio contro la mafia, hanno perso la propria vita: la figlia di Libero Grassi, un collaboratore di Don Pino Puglisi, un amico di Peppino Impastato, Roberta

14 Pag. 14 La giornata ha previsto inoltre l incontro con poliziotti e imprenditori ancor oggi in prima linea contro l illegalità. Un altra esperienza rilevante è stata la visita al quartiere Zen di Palermo dove abbiamo incontrato i bambini del doposcuola: abbiamo chiacchierato e giocato con loro e li abbiamo aiutati a fare i compiti. Ciò ha permesso di confrontarci con una realtà molto diversa dalla nostra e ci ha aiutati a capire che esistono situazioni di disagio e di povertà in luoghi che non sono poi così lontani da noi. Questo viaggio ci ha dato l opportunità di conoscere aspetti che spesso non vengono affrontati a scuola e di toccare con mano una realtà spesso sconosciuta o comunque lasciata da parte per paura o indifferenza. E stata un esperienza davvero molto importante per tutti noi, anche per la nostra compagna Anna, la quale ha avuto modo di passare più tempo con i suoi compagni di classe e quindi rafforzare i legami d amicizia. Ad Anna, di quest esperienza, sono piaciute in modo particolare la visita al Duomo di Monreale e l incontro con i bambini del quartiere Zen. Tutte le giornate passate nella splendida città di Palermo sono state per noi cariche di emozioni, di riflessioni e di divertimento. Siamo grati per aver potuto svolgere tale esperienza e speriamo di non essere i soli ad aver avuto questa fortuna! Bilancio di 5 anni di Liceo Questi cinque anni sono passati in fretta. Molte sono state le difficoltà sia nello studio sia nell ambito relazionale. Non sono mancate le discussioni e i litigi come in ogni classe, ma abbiamo imparato a conoscerci e a rispettare i difetti, le idee e i caratteri di ognuno. Abbiamo capito come rapportarci con la diversità e attraverso ciò abbiamo sviluppato una certa maturità. Anna inizialmente ha voluto scrivere delle lettere, perché la classe potesse capire il suo disagio. Ci ha spiegato che è consapevole di avere la sindrome di Down e il suo desiderio sarebbe quello di avere le nostre capacità. Aveva paura di essere presa in giro, ma col tempo ha potuto capire che non c era nulla di cui aver timore. Per noi è stata un ulteriore risorsa per la crescita. In seconda l opportunità di partecipare ad un progetto teatro ci ha permesso di metterci in gioco su un palcoscenico e di superare le nostre timidezze affrontando un pubblico. Ci siamo sostenuti a vicenda e ciò ci ha permesso di instaurare un forte legame. Durante i soggiorni in Scozia e Belgio abbiamo approfondito il nostro inglese insieme a usanze e abitudini alimentari diverse. A conclusione del quinquennio abbiamo affrontato il percorso legalità che prevedeva uno stage a Palermo. Lì il nostro stare insieme era diverso in quanto dormivamo in stanze vicine e per la prima volta Anna era in camera con noi. Ciò l ha resa più felice e le ha permesso di avere una maggior autonomia. L ha inoltre aiutata a integrarsi meglio nella classe, ora ha una maggiore apertura nei nostri confronti. Ex cl. 5sE

15 Pag. 15 I-speak: il linguaggio universale della poesia ALLURE AUTORRETRATO La vie comme un fleuve qui peint la rue pour nous. À suivre le jour, la nuit, sous le soleil, sous les étoiles. Quelquefois vite, quelquefois lent il nous mène d un jour à l autre, de la source à l embouchure. Doux ou amer mais toujours ici pour nous. Veronica Zampedri 5LC Trad. Il flusso: La vita è come un fiume / che dipinge la strada per noi. A seguire il giorno, la notte / sotto il sole, sotto le stelle. / Qualche volta veloce / qualche volta lento / ci trascina da un giorno all'altro, / dalla fonte fino alla foce. / dolce o amaro / ma sempre presente per noi. DAS LEBEN Das Leben ist wild, wie diese Wiese, Der Baum ist kahl und Raben weit weg fliegen. Wohin? Es ist fast Nacht, das Ende des Lebens... Aber nach der Nacht kommt der Morgen wieder! 4 lc Por mi parte, el pelo es rubio, come el trigo al viento, mis ojos son muy grandes y azules, como el mar en borrasca, corto de piernas y claro de tez, muy perezoso, como una tortuga de viaje, incansable para el deporte, aficionado a la nataciòn, a las focas marinas y al paracaidismo. Me gustan mucho los animales, En efecto, tengo un perro, una tortuga, una gata y muchos peces. Me encanta ir a las fiestas Y a los conciertos, porque me gustan las emociones fuertes. Enamorado del mar y de la playa, soy entrometido, sociable y hablador màs de la cuenta, gastador y desafortunado, cabezòn y bueno para la pestaña, enfermo de desordenado, loco de remate. Soy siempre sonriente, porque creo que un dìa sin sonrisa, es un dìa perdido. Riccardo Polo 2lC SAISONS Au printemps tout est couleur, les champs parsemés de fleurs. Les jours plus longs et le vent l herbe reverdit souvent. En été, c est les vacances, avec la mer le ciel bleu danse. Le soleil brille sur les sillons mais, hélas, les nuages font leur apparition. Les premières pluies commencent à tomber, l automne est déjà arrivé. Les enfants s arrêtent sur le seuil, des arbres tombent les feuilles. En hiver le fleuve est désormais gelé, la neige sur les arbres s est posée. On passe plus de temps à la maison, viens! Devant la cheminée nous nous chauffons. Giulia Roncher 4lC Trad. Stagioni: In primavera tutto è colore, / i campi disseminati di fiori / I giorni più lunghi e il vento / i prati rapidi rinverdiscono. / In estate, ci sono le vacanze, / con il mare il cielo blu danza. / Il sole brilla sui solchi / ma, ahimé, le nuvole fanno la loro comparsa. / Le prime piogge cominciano a cadere, / l'autunno è già arrivato. / I bambini s'arrestano sulla soglia, / gli alberi perdono le foglie. / In inverno il fiume è ormai gelato, / la neve s'è posata sugli alberi. / Il tempo a casa si trascorre, / Vieni! Davanti al camino ci abbracciamo.

16 Pag. 16 Rubrica di Critica cinematografica Titolo: Cesare deve morire Regia: Paolo e Vittorio Taviani Vincitore dell Orso d Oro al Festival di Berlino 2012, premio come miglior film e miglior regia al David di Donatello Un altro capolavoro a firma dei fratelli Taviani: Cesare non deve morire. La trama è molto semplice: l occhio acuto della telecamera e l'abile regia riprendono le fasi salienti della preparazione e della messa in scena del Giulio Cesare di Shakespeare. Ma a fare la differenza sono il luogo che fa da sfondo alle riprese, il carcere di Rebibbia, e gli attori, scelti tra i carcerati della Sezione di alta sicurezza. Divengono i veri protagonisti della storia che, immedesimandosi nel ruolo loro affidato e fondendolo con la loro vita e le dure esperienze, al punto da non riuscire a distinguere più l uno dall altro, riescono a regalarci momenti di grande intensità espressiva. Il teatro diventa così, per queste persone, occasione di riscatto sociale e strumento per superare i confini delle sbarre, e sentirsi liberi. Per alcuni di essi, scontata la pena, la recitazione diverrà un lavoro e la possibilità di una reintegrazione nella società. Molto significativa la scelta di effettuare le riprese quasi totalmente in bianco e nero che insieme ai primi piani dei volti degli attori ne accresce la carica comunicativa e al contempo sembra mettere in luce metaforicamente il grigiore della vicenda teatrale unita ai toni dell esistenza condotta nel carcere. Lo spazio al colore è lasciato solamente nella parte finale o, meglio, nelle scene della rappresentazione vera e propria, quasi a rappresentare, attraverso il recupero delle tinte, l apertura a una nuova dimensione della vita. La redazione NOTEbook: rubrica di cultura musicale "Marinai, profeti e balene" (2011) è il penultimo album del cantautore Vinicio Capossela. "Marinai, profeti e balene"? ci si potrebbe chiedere che cosa ci stiano a fare questi tre insieme, dato che la distanza tra un marinaio e una balena potrebbe non esser molta, mentre non sempre sanno essere profeti i marinai. Ascoltandolo, invece, scopriamo un insolito giustapporsi di sonorità diverse e immagini letterarie che l'autore ha cucito insieme per realizzare un'opera dedicata al potere evocativo che il mare, 'grande leviatano', da sempre possiede. Troviamo così accostati l'uno all'altro, Melville e Conrad, Céline e Dante, la Bibbia e Omero, per finire con la grande tradizione dei 'nostoi', ovvero il faticoso ritorno in patria degli eroi di Troia. La musicalità dei brani è talvolta inconsueta, particolare, com'è proprio dell'eclettico compositore Capossela, ma i brani scorrono ben raccordati tra loro, non appesantendo l'ascolto. In essi, quelli che potrebbero sembrare noiosi tomi da biblioteca divengono qualche cosa d'altro, prendono ritmo e suono, fino a formare dei brani ragionati ma spigliati, in apparenza semplicissimi, che fluttuano - è il caso di dirlo - dalla leziosità chanteuse vagamente anni Trenta della sirenetta Pryntil alle ballate marinare di Lord Jim e Billy Budd, non tralasciando i timori generati dai Fuochi fatui nell'equipaggio del Pequod. Non una lezione di letteratura, dunque, né solamente canzonette, bensì una proposta che interpreti e suggerisca, in ciascuno a suo modo, gli interrogativi eterni, ma terribilmente sfaccettati, che la vitaoceano sa porci quotidianamente dinanzi. Francesco Cirasa

17 Pag. 17 Equi-libri: le nostre recensioni "Qualcuno con cui correre" di David Grossman: Il nostro parere non dice abbastanza, non riesce ad esprimere pienamente le emozioni provate da giovane lettrice nel racconto delle avventure di Tamar ed Assaf. Una storia affascinante, incredibile, meravigliosa. Parla di giovani ragazzi, di droga, di amore. Nonostante Assaf non avesse mai visto Tamar, se ne innamora attraverso tutto ciò che, a poco a poco, scopre di lei mentre la cerca per restituirle il cane, Dinka. E un romanzo che trasporta in un altro mondo, che ti fa vivere un avventura spaventosa ed entusiasmante. Veronica Giongo 2eC Veronica Veronesi 2eC Cari lettori, so che non tutti amate leggere o, per meglio dire, qualcuno addirittura odia leggere; ma, per piacere, per una volta, ascoltatemi. "Qualcuno con cui correre" è un libro attuale, con un linguaggio come il nostro. Lo sfondo è una città, Gerusalemme, antica e moderna nello stesso tempo. La vicenda è ricca di sorprese, ambientata ai giorni nostri. Racconta di un ragazzo come noi, Assai, che ha il compito di riportare un cane, Dinka, alla sua padrona, Tamar, che l ha perduto nella fuga dell'edificio "Cantanti fenomeni". Perché era lì? Scopritelo leggendolo Valentina Tait 2eC Tutto Per Una Ragazza di Nick Hornby Qualunque adolescente riuscirà a trovare qualcosa di simile a sé in questo libro; Sam ha 16 anni e pensa allo sport, agli amici e, ovviamente, alle ragazze. Ma proprio quando avrà trovato l'amore combina un guaio e... ora non vi dico più niente, se non di leggere questo libro! Anche se non vi piace leggere sono sicura che quando chiuderete il libro e direte: "Ho finito!" Sarete fieri di voi e vi appassionerete alla lettura! Pontalti Giulia 2eC IPSE DIXIT «Prof, quanti membri aveva l Uomo di Vitruvio di Leonardo?» «Beh, effettivamente, 8 membra più uno.» (2UC)

18 Pag. 18 Non ho tempo! L arte di averne di più e vivere meglio di Friedrich Aussländer e Anselm Grűn Libro scritto a quattro mani da due autori all apparenza lontanissimi per formazione ed esperienza: Friedrich Aussländer, dopo aver studiato economia aziendale, sociologia e psicologia, è stato manager di una grande industria per dieci anni. Attualmente lavora come consulente di organizzazione aziendale. Anselm Grűn, monaco Benedettino, è priore dell abbazia di Műnsterschwarzbach, nei pressi di Wűrzburg, in Baviera. Teologo è autore di numerosi libri di spiritualità tradotti in tutta Europa. Cosa unisce due biografie cosi diverse? Una considerazione semplice ma profonda (come lo sono spesso le cose semplici): è comune esperienza che la nostra vita, il nostro successo, la nostra stessa gioia di vivere dipendono in maniera decisiva dal nostro rapporto con il tempo. Non ho tempo! è una esclamazione ricorrente che segna l attività quotidiana di ognuno di noi. Scuola, lavoro, compiti, scadenze, orari: tutto ci porta ad una continua corsa o rincorsa il cui fine spesso ci sfugge perché ogni traguardo è insoddisfacente e provvisorio. Da qui le frequenti espressioni che vogliono fissare il tempo: il tempo è denaro, risparmiare tempo, non perdere tempo, ammazzare il tempo. All esterno di noi, nel mondo del lavoro e dei rapporti interpersonali, sperimentiamo sempre di più una perdita di senso e una crescente mancanza di misura, con aspettative, esigenze, doveri incombenti sempre di più capaci di condizionare la nostra vita. La parola d ordine allora diventa accelerare: cose da fare (agenda) in sempre meno tempo. Una pausa nel movimento incessante del tempo, l immersione nel presente (in-stante) e il riconoscimento delle diverse opportunità Ma anche dentro di noi la corsa contro il tempo ci porta a vivere in tensione e dis-ordine. Basta osservare come camminiamo (abbiamo mai provato a fermarci e osservare gli altri e noi stessi?) per capire se siamo nel presente o mentalmente già proiettati alla scadenza successiva o spinti dall inquietudine. Molte persone non camminano, corrono. Corrono verso l impegno successivo, sempre di fretta, con il corpo leggermente proteso in a- vanti. Ma per andare dove? Con il pensiero non vivono pienamente il presente ma sono trattenute dal disbrigo dell ultima incombenza o dis-tratte dal prossimo appuntamento. Ma il sempre di più non soddisfa del tutto il desiderio di una vita ricca e gratificante, può contribuire alla sicurezza materiale (pensiamo ai concetti di crescita e recessione in campo economico) ma raramente coinvolge il nostro ben-essere. Ecco che l esperienza del tempo, (Erlebniss come si dice in tedesco) può diventare il simbolo e la cifra del nostro rapporto con la vita (erleben). Gli antichi greci (sempre a loro bisogna tornare!) distinguevano tra due concetti di tempo: il chronos e il kairos. Il dio Chronos (quello famoso per aver mangiato i suoi figli) è il dio del tempo come quantità il cui nome è presente in termini come cronometro, cronologia, cronaca. È il tempo misurabile, uniforme e lineare in cui si manifestano e trascorrono i fenomeni della natura (da qui l immagine terribile del padre che divora i suoi figli appena nati).

19 Pag. 19 È il tempo necessario per organizzare, pianificare, calcolare. Tutte le culture si sono sviluppate anche in relazione alla capacità di misurare il tempo. Il commercio, i processi produttivi, la tecnica si muovono lungo l asse rettilineo del chronos. Ma i problemi sorgono quando riserviamo un attenzione esclusiva a questa sola dimensione del tempo (Einstein diceva nella sua famosa teoria che il tempo non è assoluto ma relativo ). Accanto a Chronos i greci conoscevano anche il dio Kairos rappresentato come un giovinetto e simbolo quindi di freschezza e vitalità. Kairos rappresenta la pausa nel movimento incessante del tempo, l immersione nel presente (in -stante) e il riconoscimento delle diverse opportunità. Kairos rimanda alle esperienze che sono possibili solo in questo momento: rispondere a un saluto, assaporare una canzone, prestare attenzione a chi ci parla. Se ci lasciamo sfuggire queste occasioni le perdiamo per sempre. I bambini ce lo insegnano continuamente quando, giocando, dimenticano il tempo e ciò che li circonda per dedicarsi totalmente a ciò che stanno facendo. È il tempo profondo, quello che i pensatori di tutte le religioni chiamano il tempo dello spirito o tempo dell anima. Se l accelerazione è spesso la causa della nostra mancanza di tempo, rallentare può essere una soluzione. Quanto più corriamo tanto meno vediamo il paesaggio che ci circonda e le persone che lo abitano. Possiamo camminare più lentamente (slow walk). Il percorso fino alla fermata dell autobus può diventare un esperienza vissuta consapevolmente. Possiamo mangiare più lentamente per gustare con maggior piacere il cibo (slow food). La nostra attenzione sarà rivolta al qui e adesso (hic et nunc) e soprattutto il tempo sarà a nostra disposizione e non noi a servizio del tempo. Il libro a cui è dedicata questa presentazione non è un trattato di filosofia ma un manuale di buone pratiche che unisce la riflessione sull argomento a utili consigli per temperare la nostra vita quotidiana e renderla più soddisfacente. Per questo vale la pena di prendersi il tempo di leggerlo. Edoardo Covi Il tempo dell attesa Ci sono tanti tipi di attesa: la famosissima attesa di quel sì, o di quell SMS che ti lega alla persona amata, l'attesa di un parente che sta male ed è in sala operatoria sotto i ferri e non vedi l'ora di rivederlo sano e salvo, l'attesa di un nuovo componente della famiglia, poi ci sono attese un po' più tristi, come quella di un malato che attende di poter metter fine alle sue sofferenze, eccetera.... E poi c'è chi invece non attende più nulla, chi si è chiuso in se stesso, e non si aspetta più nulla da nessuno né dalla sua vita. In poche parole l'attesa è la condizione mentale nella quale ci troviamo quando aspettiamo qualcuno o qualcosa. In certi casi capita che l'attesa è provata da noi quotidianamente, per e- sempio quando siamo a scuola, e non vediamo l'ora di ritornare a casa per gustarci lentamente il nostro pranzo. In altri casi invece l'attesa si può rivelare molto più lunga, per esempio quando un adolescente non vede l'ora di compiere quei tanto sospirati 18 anni e sentirsi così più libero e più grande. Certe volte l'attesa di qualcosa di piacevole si rivela più piacevole del piacere stesso tanto atteso. Oggi, grazie alla tecnologia avanzata,

20 Pag. 20 abbiamo quasi perso il significato della parola attesa. Non siamo più in grado di attendere, vogliamo che tutto quanto accada subito e senza ritardo. Trenta o quaranta anni fa le persone erano molto più pazienti ed erano in grado di attendere. Questo lo possiamo capire da molti esempi: quando non esistevano ancora i telefoni e i computer era molto più difficile comunicare da un posto all'altro. Infatti le persone erano costrette a comunicare fra di loro attraverso lettere che impiegavano molto tempo prima di essere lette dal destinatario, e poi per avere la risposta si doveva attendere altrettanto. Oggi giorno, invece, è tutto più comodo: grazie alle telefonate, al computer ed alla nuova tecnologia possiamo parlare con le persone che si trovano dall' altra parte del mondo, e tutto questo in meno di 15 secondi. Si dice che per chi attende qualcosa o qualcuno il tempo sembra non scorrere più, un' ora sembra infinita. Infatti ci sono stati dei periodi nella mia vita nei quali mi sembrava che il tempo si fosse fermato, per esempio quando nel gennaio dell' anno scorso ero in viaggio per il Pakistan, non vedevo l'ora di scendere dall' aereo e finalmente poter riabbracciare la mia terra: quelle otto ore di viaggio in aereo sembravano non finire più, erano pari a otto giorni. Ma appena sono scesa dall' aereo, i minuti, le ore, i giorni e le settimane sembrava che volassero in 5 a marcia. In fondo l'attesa di qualcosa è un periodo che porta a scoprire nuove emozioni, persone e avventure. E' un periodo in cui la persona cresce, coltivando dentro di sé il seme della pazienza e il dono della sorpresa. Foqia Rashid 2uC REDAZIONE Valentina Ketmaier Francesco Cirasa Prof. Edoardo Covi TIPOGRAFIA Rossella (Rosy) Chemelli HANNO COLLABORATO Prof.ssa Marta Cainelli HELP!!! Cerchiamo collaboratori per la redazione del giornalino. E una bella esperienza per sentirsi protagonisti. Mettiti in contatto con noi. Partecipate tutti a costruire il nostro giornalino! Scrivete a: ilrosmaxi@gmail.com Trovi il Rosmaxi anche sul sito Il Rosmaxi è stato interamente impaginato e stampato in proprio.

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