Dottoressa Evangelista Simona

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Dottoressa Evangelista Simona"

Transcript

1 Dottoressa Evangelista Simona

2 SIGNIFICATO DI INCLUSIONE Inclusione vuol dire sentirsi parte di un gruppo che ci riconosce ci rispetta ci stima ci vuole bene

3 Aspetti fondamentali dell inclusione La scuola di tutti diventa inclusiva, rispettosa e rispondente ai bisogni di ciascuno quando La speciale normalità La specialità intesa come bisogno intesa come accoglidi essere come gli mento dei bisogni altri speciali di ciascuno Si influenzano a vicenda e la specialità diventa normalità modificandola ed arricchendola «Normalità» e «Singolarità» Richiedono risposte a livello educativo didattico

4 Linee di intervento E importante agire: 1. Sulla professionalità degli insegnanti 2. Sul clima della classe 3. Sulle modalità di apprendimento 4. Sui contenuti e sugli strumenti

5 Professionalità dei docenti Occorre agire: 1. Sulla formazione iniziale dei docenti 2. Sulla formazione in servizio accedere a specializzazione funzionali per rispondere meglio alle accedere a specializzazione funzionali per rispondere meglio alle problematiche che possono incontrare: dislessie, disabilità cognitive, sensoriali, motorie, psichiche. Prevedere moduli formativi con momenti di formazione a distanza e momenti di interazione in presenza con esperti e con altri insegnanti che condividono le stesse problematiche

6 Interventi sul clima della classe La classe inclusiva è una microsocietà che si organizza in modo democratico per vivere meglio. In essa: Ciascuno si sente accettato, capito, valorizzato Si sviluppa il senso di appartenenza, di interdipendenza positiva (empowerment) e di forza Si crea una solida base affettiva (mi sento amato), comunicativa (tutti ascoltano il mio punto di vista) e relazionale (io sto bene, c è amicizia, aiuto reciproco ) Insegnanti e ragazzi condividono gli stessi valori: rispetto reciproco, attenzione ai bisogni speciali di ciascuno e ai bisogni «normali» di tutti per essere considerati alla pari.

7 Interventi sui contenuti e sugli strumenti In una scuola di tutti e di ciascuno i contenuti vanno adattati per rispondere meglio alle esigenze speciali e normali dei ragazzi.

8 Interventi sulle modalità di apprendimento Come può l insegnante rendere attivo l alunno nel processo di apprendimento? E necessario costruire un interazione sociale significativa tra insegnante e ragazzi e tra i ragazzi stessi E importante che gli studenti prendano consapevolezza di ciò che fanno

9 Alcune metodologie per una didattica inclusiva Classe capovolta Riflessione metacognitiva

10 Flipped classroom

11 Che cos è? E un approccio pedagogico che prevede di capovolgere (To flip) i due momenti classici dell attività didattica: Lezione frontale Studio individuale L aula non è più il luogo privilegiato dal quale accedere all informazione. Si parla di una doppia inversione: 1. Al di fuori della scuola, la fase di fruizione dei contenuti attraverso video - lezioni, strumenti interattivi. 2. In aula, lo studio individuale, lo svolgimento dei compiti, l interiorizzazione dei contenuti. La classe diventa «comunità pratica».

12 Come è nata?

13 Come funziona? Diminuisce il tempo per la lezione frontale perchè Gli studenti visionano i materiali a casa Arrivano a scuola con delle domande Si rispiega solo a chi non ha capito Aumenta il tempo in classe per: Seguire i ragazzi Dare più tempo per imparare Sperimentare Creare Lavorare in gruppo

14 Lezione tradizionale e Flipped Class Lezione tradizionale 1. L insegnante spiega 2. Gli alunni ascoltano e prendono appunti 3. Gli studenti svolgono compiti a casa assegnati dall insegnante 4. L insegnante verifica Flipped class 1. L insegnante predispone i materiali per lo studio a casa da parte degli studenti: video, letture podcast 2. Gli studenti lavorano in classe: approfondiscono la comprensione dei concetti e delle connessioni tra i contenuti 3.Gli studenti ricevono supporto e sostegno quando ne hanno bisogno

15 Realizzare la flipped class La flipped class prevede una modalità di lavoro diversa ed un maggior uso del computer e di internet a casa. Per questo è importante: 1. Avvisare le famiglie 2. Verificare l accesso ad internet 3. Trovare una modalità di comunicazione

16 Mettere materiale online Dove si mette il materiale? 1. Google sites 2. Moodle 3. Wordpress 4. Altervista 5. Blogspot

17 Quale metodologia in classe Blended learning Peer learning Seriuous games Inquiry learning Role play Webquest Cooperative learning Compito autentico

18 Perché Flippare 1. Rende gli studenti attivi nell apprendimento 2. Rispetta i tempi individuali di apprendimento 3. E una metodologia supportata da più codici 4. Stimola la responsabilità individuale e di gruppo 5. Favorisce la generazione di domande 6. Permette ai ragazzi di studiare con i propri ritmi 7. Permette a chi è assente di recuperare, perché il materiale è consultabile in qualsiasi momento 8. Stimola la metacognizione

19 Didattica metacognitiva

20 Perché la didattica metacognitiva E il comun denominatore della didattica speciale e di quella normale. E efficace per l affinamento di competenze trasversali, come l attenzione, la memoria, il metodo di studio e l apprendimento di abilità più prettamente curriculari (la lettura, la comprensione del testo ) Non separa rigidamente i necessari interventi di recupero e sostegno individualizzato dalla didattica «normale» rivolta all intera classe Valorizza la capacità del soggetto di pensare, di riflettere, di prendere consapevolezza delle proprie azioni, di apprendere, di sostenere la motivazione, di imparare a valutare le proprie attività e strategie

21 Cos è la metacognizione E un abilità sovraordinata di consapevolezza e controllo delle varie funzioni intellettive. Attraverso la maggior conoscenza di noi stessi, dei nostri punti di forza e di debolezza, delle strategie che utilizziamo per affrontare i vari problemi, possiamo controllare meglio la nostra azione e diventare più strategici e adeguati alle varie situazioni. E una dimensione mentale che va al di là della cognizione e che significa letteralmente «riflessione sui processi mentali» o «pensare sul pensiero» Es. lettura di un libro (leggo titolo, guardo figure lo sfoglio, poi decido se vale la pena leggere)

22 Cosa vuol dire promuovere un atteggiamento metacognitivo Cornoldi definisce «atteggiamento metacognitivo» la generale propensione del soggetto a riflettere sulla natura della propria attività cognitiva e a riconoscere la possibilità di utilizzarla ed estenderla. Tale atteggiamento potrebbe aiutare una persona anche quando non possiede conoscenze metacognitive specifiche in una precisa situazione. Ad esempio di fronte ad un compito mai dato in precedenza o proposto in maniera del tutto nuova, il bambino riconosce di che tipo è, lo collega a situazioni note e già sperimentate e capisce che un certo tipo di comportamento è più utile di altri al fine della risoluzione

23 Aspetti della riflessione metacognitiva Conoscenza metacognitiva: insieme delle conoscenze che un soggetto possiede circa il funzionamento della mente e dei fattori che sono in grado di influire su esso. Processi metacognitivi di controllo che riguardano: 1. La pianificazione delle fasi del compito da svolgere cioè la comprensione del compito e della sua difficoltà, la previsione dei risultati, la scelta della strada da seguire per affrontarlo. 2. La generalizzazione cioè la coordinazione e il controllo delle strategie adottate, la valutazione dei risultati ottenuti e il trasferimento di queste strategie in altri contesti

24 Principi alla base della didattica metacognitiva Teoria incrementale o dell accrescimento dell intelligenza Teoria delle intelligenze duttili Gli stili cognitivi Gli stili di apprendimento

25 Teoria incrementale dell intelligenza Considera l intelligenza come qualcosa che si può accrescere tramite l apprendimento Dà un ruolo primario all impegno e all accettazione delle sfide cognitive

26 Teoria delle Intelligenze duttili L intelligenza viene concepita come la capacità di adattarsi, di affrontare, risolvere problemi e interagire in modo positivo con l ambiente. H. Gardner (1985), Goleman (1995), Sternberg (1996), Cornoldi (1999), riconoscono che: «L intelligenza è una somma di funzioni che hanno come elemento quello metacognitivo. La metacognizione diventa un abilità sovraordinata che controlla, dirige e coordina l attività cognitiva»

27 Intelligenze duttili 1 METACOGNIZIONE Intelligenza analitica Intelligenza Creativa Intelligenza Pratica Intelligenza emotiva Intelligenza sociale

28 Intelligenze duttili 2 Perché si dà importanza a queste cinque intelligenze? Perché sono intelligenze che il più delle volte vengono trascurate e che Perché sono intelligenze che il più delle volte vengono trascurate e che invece sono fondamentali nella personalizzazione dell insegnamento inteso come il cercare di rispondere ai bisogni formativi di ciascun ragazzo per permettergli di sviluppare meglio le sue diverse intelligenze e realizzare il suo progetto di vita

29 Stili cognitivi

30 Stili cognitivi Boscolo sostiene che: «Con Stile cognitivo si intende, generalmente una modalità preferenziale di elaborazione dell informazione che si manifesta in compiti diversi e in settori diversi del comportamento» Lo stile cognitivo è dunque la modalità preferenziale di elaborazione dell informazione che il soggetto utilizza in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi. Lo stile cognitivo influenza lo stile e le strategie di apprendimento, cioè le procedure che il soggetto usa per acquisire, rielaborare e utilizzare le conoscenze

31 Stili cognitivi LIVELLO DEGLI ATTEGGIAMENTI Impulsivo: tempi decisionali brevi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo Elaborativo: cerca una personalizzazione dei contenuti dell apprendimento, le informazioni sono messe in relazione con quelle già possedute. Liberale: è creativo, disposto a ristrutturare e mettere in discussione i propri schemi mentali. E aperto alle novità Riflessivo: Procede con cautela, riflette ed analizza la situazione prima di fornire una risposta. Controlla le proprie scelte. Ritentivo: implica una sola registrazione mentale in vista della semplice riproduzione. Le informazioni restano isolate. Conservativo: fa ricorso a schemi abituali entro i quali riportare gli elementi di novità presenti nella situazione. LIVELLO RAPPRESENTATIVO LIVELLO DEI PROCESSI STRATEGIE COGNITIVE Visuale: preferisce il codice visuospaziale ed iconico Concreto: preferenza per singoli esempi concreti Sistematico:si caratterizza per una procedura a piccoli passi, dove vengono analizzati e presi in considerazione tutti i possibili dettagli Analitico: privilegiauna percezione del dettaglio Verbale: preferisce il codice linguistico e sonoro. Astratto:preferenza per formulazioni più generali ed astratte Intuitivo:si esprime in prevalenza su ipotesi globali che poi cerca di confermare o confutare Globale:privilegia la percezione dell insieme

32 Perché considerare gli stili cognitivi Sternberg (1998): «La scarsa conoscenza degli stili cognitivi crea spesso errori o difficoltà tra insegnanti e alunni. Gli insegnanti tendono a creare situazioni di apprendimento che favoriscono gli alunni con certi stili e penalizzano gli altri. Spesso gli insegnanti e gli studenti confondono la discordanza nello stile (l insegnante richiede un certo stile di apprendimento e lo studente un altro) con una mancanza di abilità (questa è la causa di molti abbandoni scolastici). Il grado di similarità tra lo stile cognitivo dell insegnante e dello studente influisce sulla percezione che gli insegnanti hanno dei propri alunni e viceversa». Porre maggior attenzione agli stili cognitivi dei propri alunni significa modulare la didattica in modo da rispondere meglio alle esigenze di ciascuno e non commettere l errore di confondere la diversità di stile cognitivo con una mancanza di abilità.

33 Stili di apprendimento E la modalità sensoriale attraverso cui percepiamo le informazioni e quindi ai canali sensoriali che ci permettono di percepire gli stimoli che provengono dall esterno. L accesso alle informazioni è la fase indispensabile di qualsiasi apprendimento. Lo stile di apprendimento è influenzato dagli stili cognitivi e dagli aspetti socio affettivi.

34 Stili di apprendimento

35 Stili di apprendimento

36 Caratteristiche di una didattica metacognitiva Un insegnamento metacognitivo efficace richiede alcuni accorgimenti: Un clima di classe cooperativo. L organizzazione dell insegnamento Il metodo di insegnamento delle strategie L atteggiamento generale dell insegnante verso la metacognizione Attenzione costante nei processi implicati nei diversi apprendimenti scolastici: 1. Esplicitazione 2. Automatizzazione 3. Interazione

37 Esplicitazione, automatizzazione, interazione Esplicitazione: I processi di apprendimento sottostanti all esecuzione di un qualsiasi compito scolastico devono essere resi espliciti da parte dell insegnante attraverso delucidazioni ed esempi. L insegnamento metacognitivo non può essere confinato in un numero limitato di lezioni, ma deve costituire un atteggiamento costante. Automatizzazione: è necessario allenare ripetutamente i ragazzi all esecuzione di una strategia sia nel complesso che nelle singole parti in modo che siano in grado di adottarla successivamente in modo agevole e spontaneo, generalizzandola ad altre situazioni di apprendimento (Cornoldi, De Beni, Gruppo MT, 1993). Interazione: discussione e scambio costante di esperienze tra insegnanti e alunni e tra alunni stessi, attraverso la promozione dell insegnamento reciproco e dell apprendimento cooperativo.

38 Ruolo dell insegnante L attenzione del docente è rivolta non solo all elaborazione di materiali e metodi nuovi per «insegnare a fare a» ma anche a formare abilità mentali superiori. Occorre che l insegnante abbia chiari i sette passi da porre in essere nell insegnamento di una strategia (Cornoldi, De Beni e Gruppo MT)

39 Ruolo dell insegnante 1. Descrive in modo chiaro a cosa serve la strategia e come applicarla. Esplicita le fasi della strategia, spiega perché è necessario usarla, cosa permette di fare, quando può essere utile. 2. Attivare le conoscenze pregresse. Passare in rassegna le conoscenze che gli studenti già possiedono e che possono essere utili per imparare la nuova strategia. 3.Valutare il livello delle prestazioni attuali dei ragazzi: fornire feedback agli studenti sul loro livello attuale di competenza e ribadire i vantaggi dell uso della strategia. Gli obiettivi dovrebbero essere concordati e definiti insieme agli studenti. 4.Fare la dimostrazione della strategia e delle autoistruzioni: porsi come modello da imitare (modeling), fare la dimostrazione di come si usa la strategia in un contesto significativo e usare le opportune autoistruzioni pensando a voce alta.

40 Ruolo dell insegnante 5. Organizzare la pratica collaborativa: fornire agli studenti varie opportunità di esercitarsi in coppia e piccoli gruppi nell uso della strategia o delle autoistruzioni, monitorandone i progressi e fornendo aiuto in base alle necessità. Può essere utile spiegare nuovamente o rifare la dimostrazione delle fasi più difficili della procedura usando le metodologie dell insegnamento reciproco (tutoring). 6. Esercitare la padronanza individuale: Dopo essersi accertati che gli studenti insieme abbiano appreso la strategia e sappiano utilizzarla, ognuno si esercita autonomamente, senza l aiuto dell insegnante e dei compagni, che continuerà a guidarli e fornire rinforzi e feedback. Gli aiuti verranno pian piano attenuati finché tutti gli studenti non saranno in grado di usare la strategia senza bisogno di alcun suggerimento. 7. Promuovere la generalizzazione: Riflettere e discutere con i ragazzi (insieme o nel piccolo gruppo) ogni qual volta si presenti una situazione in cui sia opportuno applicare le strategie imparate. Inoltre, durante le esercitazioni, fornire agli studenti diversi tipi di materiali, cosicché possano imparare ad usare la strategia in modo flessibile, in diversi contesti.

41 Ruolo dell insegnante Secondo il modello Ianes, l insegnante che opera in modo metacognitivo interviene a quattro livelli distinti ma interdipendenti: 1. Conoscenze sul funzionamento cognitivo in generale 2. Consapevolezza di quello che si sta facendo del perché lo si, quando e dove è meglio farlo, nonché delle proprie caratteristiche cognitive ed affettivo emotive 3. Controllo e autoregolazione dell attività cognitiva 4. Controllo di sé e dei fattori affettivi, emotivi e motivazionali che influenzano la prestazione

42 I quattro livelli della didattica metacognitiva I quattro livelli della didattica metacognitiva (Ianes 1996)

43 Conoscenze sul funzionamento cognitivo in generale L insegnante fornisce informazioni generali rispetto ai vari processi cognitivi: la memoria, la percezione, l attenzione, i vari tipi di apprendimento, le intelligenze multiple In particolare spiega: Il funzionamento di tali processi I limiti Le caratteristiche individuali La possibilità di influenzare attivamente lo svolgimento dei processi Per esempio la concezione che l individuo ha dell intelligenza ha implicazioni importanti per la motivazione e l atteggiamento verso i compiti di apprendimento

44 Autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo Il soggetto impara a riflettere, si ferma a pensare, a valutare su come funziona la sua mente. Medita sulle sue caratteristiche personali, gli stili cognitivi e attributivi. Prende consapevolezza dei propri punti deboli e dei propri punti di forza. Per raggiungere tale consapevolezza è importante il feedback sociale che l adulto fornisce sulla prestazione, unito a una serie di informazioni chiare e oggettive sulla prestazione e sugli eventuali errori o parti carenti. Lo studente, se si sente guidato, conserva l autostima e accetta in modo più sereno e consapevole informazioni riguardanti i propri limiti e i consigli per migliorare.

45 Uso generalizzato di strategie di autoregolazione cognitiva Il ragazzo è in grado di controllare lo svolgersi dei propri processi cognitivi e di organizzarsi un lavoro attraverso abilità di previsione e di pianificazione. Meichenbaum 1977 «L apprendimento e il controllo di una strategia o la risoluzione di un qualsiasi problema cognitivo o relazionale sono facilitati dall insegnamento della strategia di autoregolazione dell autoistruzione che si articola in cinque fasi: 1. Modeling cognitivo 2. Guida esplicita 3. Autoistruzione esplicita 4. Autoistruzione ridotta 5. Autoistruzione implicita»

46 Controllo di sé e dei fattori affettivi, emotivi e motivazionali che influenzano la prestazione Prende in considerazione le variabili psicologiche di mediazione. Lo studente deve elaborare un immagine di sé come «persona che può imparare». La percezione di se stessi influisce sulle attività di studio ed apprendimento nonché sulla riuscita del processo metacognitivo. E importante considerare: Gli stili di attribuzione o locus of control La percezione di autoefficacia Autostima Tali variabili condizionano il livello di motivazione e di apprendimento dell allievo.

47 Gli stili di attribuzione Sono le risposte che il soggetto si dà per spiegarsi le cause dei risultati delle proprie azioni. Sono di quattro tipi in fatti possono riguardare: 1. La propria abilità: convinzione di essere più o meno capace di affrontare situazioni problematiche. 2. Il proprio impegno: L impegno è la causa del successo. L impegno può contribuire in maniera determinante al successo di un compito o di una situazione. 3. La propria fortuna: L individuo non può controllare gli eventi, può solo subire ciò che la sorte ha in serbo per lui e condurre ad assumere un atteggiamento fatalista. 4. La facilità o difficoltà del compito: questa spiegazione del successo pone la causa su fattori esterni da lui non controllabili

48 Importanza degli stili di attribuzione Perché è importante considerare le attribuzioni? Capire qual è lo stile attributivo del ragazzo, cioè dove egli ritiene si trovino le cause dei suoi successi (locus of control) e se queste siano all interno di sé o all esterno, permette di intervenire per ridare al soggetto un senso di controllo sulla propria vita. E necessario insegnare ad attribuire la propria riuscita all impegno e i fallimenti alla mancanza di impegno, in modo che l alunno si assuma la responsabilità del suo apprendimento senza ricorre ad alibi e senza sottovalutarsi.

49 Percezione di autoefficacia Si tratta della convinzione che ogni allievo ha sulla propria capacità di raggiungere i livelli desiderati nella esecuzione dei compiti. Perché è importante? Perché ha effetti sostanziali sulla capacità di apprendimento e sulla costruzione di autostima Da cosa dipende? 1. Dall atteggiamento ottimistico del docente che può trasmettere fiducia all allievo, aiutarlo a rimodellare le proprie percezioni 2. Dalle esperienze di successo dell alunno, in grado di veicolare feedback di reale efficacia Concetto opposto alla percezione di autoefficacia è quello di impotenza appresa (atteggiamento rinunciatario, penalizzante per l apprendimento e l integrazione sociale)

50 Autostima E un concetto con valenza fortemente individuale ed è condizionata da due componenti: 1. Cosa l allievo pensa di sé 2. Come vorrebbe essere in un dato contesto

51 Motivazione E la spinta verso un obiettivo. E un concetto strettamente interconnesso al concetto di autostima ed efficacia. Motivazione intrinseca: ossia la capacità di riconoscere l importanza di un determinato apprendimento che produce investimento spontaneo nello studio. Molte difficoltà di apprendimento sono da ricollegare ad un deficit di motivazione intrinseca. «Studio per acquisire nuove conoscenze e divenire più competente». Si raggiungono ob. di padronanza. Motivazione estrinseca: viene sostenuta dall esterno attraverso l uso dei rinforzi. Tutto viene fatto per ottenere l approvazione sociale. «Non studio perché ho interesse o credo che siano importanti gli argomenti ma studio perché riceverò dei premi». Si raggiungono ob. di prestazione.

52 Motivazione Cosa deve fare l insegnante per sostenere la motivazione? Intervenire facendo leva sulla relazione tra lui e lo studente. Evitare effetto Pigmalione Mostrare fiducia nello studente Indurre entusiasmo Lodare ed incoraggiare Stimolare l interesse Deve far sentire l alunno adeguato alle sfide cognitive

53 Profilo ideale dell alunno metacognitivo 1. Conosce un buon numero di strategie utili ad affrontare i vari problemi e capisce dove, come, quando e perché è opportuno usarle 2. E in grado di scegliere la strategia più adatta con oculatezza, di applicarla effettuando un continuo controllo per utilizzarla in modo efficace e per effettuare eventuali aggiustamenti. 3. Ha una visione incrementale di intelligenza e lega i suoi successi all impegno personale

54 Profilo ideale dell alunno metacognitivo 4. Non ha paura dell insuccesso perché comprende che l errore è utile per prendere maggiore consapevolezza dei propri punti deboli, ed è funzionale alla riflessione e all autoregolazione cognitiva che permettono di raggiungere il successo. 5. E convinto che il successo del suo apprendimento è nelle sue mani e dipende da quanto impegno investe nell apprendimento. 6. Si sente sostenuto da insegnanti, famiglia e compagni.

55 Mi sento coinvolto, interpellato Mi sento supportato Mi confronto con gli altri e con le informazioni Metto in atto il mio sapere Per concludere Trovo qualcosa di più (piacere, interesse ) APPRENDO SE Trovo delle strategie che mi aiutano a pensare Sento di potermi fidare (di me, del mediatore Faccio dei collegamenti Aggancio le informazioni ad una rete di Conoscenze

56 Bibliografia Silvia Andrich Miato e Lidia Miato, «Organizzare l apprendimento cooperativo metacognitivo», Erickson Ashman A.F. e Newman, «Guida alla didattica metacognitiva», Erickson Bandura A. «Il senso di autoefficacia», Trento, Erickson Cornoldi C., «Metacognizione ed apprendimento», Il Mulino Cornoldi C., «La diversità come fattore di apprendimento: Stili cognitivi ed intelligenze», Erickson Ianes D. «Metacognizione ed insegnamento», Erickson M. Maglione e F. Bischero «La classe capovolta, Innovare la didattica con la flipped classroom», Erickson Cecchinato G (2014) Flipped classroom: innovare la scuola con le tecnologie digitali, Tecnologie Didattiche, Fabio Biscaro, Esperimenti di Insegnamento Capovolto, Edizioni Menabò

57 Sitografia Sito di insegnamento capovolto della matematica a cura di Claudio V. Zappaterra Didattica metacognitiva per un apprendimento significativo a.pdf Valentini C. Imparando ad imparare

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI ISTITUTO COMPRENSIVO DI BREMBATE SOPRA - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO FERRUCCIO DELL ORTO OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI CLASSI PRIME SOCIALIZZAZIONE - PARTECIPAZIONE Primo quadrimestre Si pone nella

Dettagli

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Edizioni Erickson La mia autostima Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Deborah Plummer Introduzione L immaginazione come strumento per il cambiamento Imagework: un

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi

Dettagli

DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace. Grazia Mazzocchi

DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace. Grazia Mazzocchi DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace Grazia Mazzocchi Faenza 25 Febbraio 2015 Centro Territoriale di Supporto per le disabilità Http://cts.w.istruzioneer.it/ DSA e normativa di

Dettagli

PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA

PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA COMPETENZA 1 IMPARARE AD IMPARARE Abilità/ Capacità Organizzare il proprio lavoro autonomamente - Rispettare le consegne - Mettere in atto strategie appropriate

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

L autoregolazione. Patrizia Neerman UST Verona Sezione Orientamento. Azioni orientative in aula dell apprendimento

L autoregolazione. Patrizia Neerman UST Verona Sezione Orientamento. Azioni orientative in aula dell apprendimento MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA L autoregolazione Azioni orientative in aula dell apprendimento Patrizia Neerman UST Verona Sezione Orientamento IL QUADRO DI RIFERIMENTO La nostra

Dettagli

Bergamo 5 Aprile 2011 I.T.IS. Marconi, Dalmine (BG) SPUNTI DIDATTICI. per alunni con DSA

Bergamo 5 Aprile 2011 I.T.IS. Marconi, Dalmine (BG) SPUNTI DIDATTICI. per alunni con DSA Bergamo 5 Aprile 2011 I.T.IS. Marconi, Dalmine (BG) SPUNTI DIDATTICI per alunni con DSA Prof.ssa Lita Gatti Funzione strumentale DSA: Liceo delle Scienze Umane Paolina Secco Suardo, Bergamo Punti di forza

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014 Articolazione dell apprendimento Dati identificativi ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014 Titolo significativo Risolvere i problemi Insegnamenti coinvolti

Dettagli

Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul metodo di studio.

Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul metodo di studio. QUARTA PARTE Percorso unico Il successo scolastico e il metodo di studio 1. RISPOSTA APERTA Fornisci una breve spiegazione su ciò che si intende per «attribuzione». Elenca i fattori che influiscono sul

Dettagli

La ricerca empirica in educazione

La ricerca empirica in educazione La ricerca empirica in educazione Alberto Fornasari Docente di Pedagogia Sperimentale Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Il ricercatore ha il compito di trovare relazioni

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

L uso e il significato delle regole (gruppo A)

L uso e il significato delle regole (gruppo A) L uso e il significato delle regole (gruppo A) Regole organizzative: devono essere rispettare per far sì che la struttura possa funzionare e che si possa vivere in un contesto di rispetto reciproco; Regole

Dettagli

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE

QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE I FATTORI CHE ACCRESCONO L EFFICACIA DELL INSEGNAMENTO LE COMPETENZE DIDATTICHE Contrassegna con una X la casella prescelta per ogni indicatore L insegnante

Dettagli

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino Insegnare le abilità sociali con la carta a T ins. Fabrizia Monfrino Scuola: I circolo di Giaveno (To) Classe: trasversale Anno scolastico: 2003/2004 Insegnare le abilità sociali con l uso della carta

Dettagli

Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento. a cura della Dott.ssa Donata Monetti

Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento. a cura della Dott.ssa Donata Monetti Tecniche strategie e metodologie del processo di insegnamento-apprendimento a cura della Dott.ssa Donata Monetti Gli elementi di base della dinamica insegnamento - apprendimento LA PROGRAMMAZIONE DEGLI

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Orientamenti pedagogico-didattici per una scuola di qualità Relazione a cura di Monica Barbolini

Orientamenti pedagogico-didattici per una scuola di qualità Relazione a cura di Monica Barbolini Orientamenti pedagogico-didattici per una scuola di qualità Relazione a cura di Monica Barbolini Il processo didattico è un processo di natura relazionale, nel senso che mira a sostenere lo studente nella

Dettagli

Accoglienza CHI BEN COMINCIA...

Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Accoglienza CHI BEN COMINCIA... Anno scolastico 2010/2011 Osservazioni della Commissione L accoglienza è un percorso che ha come finalità: La formazione di un gruppo di lavoro (clima idoneo all apprendimento)

Dettagli

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011 I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA Palermo 9 novembre 2011 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO Webquest Attività di indagine guidata sul Web, che richiede la partecipazione attiva degli studenti,

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

Lezione con la LIM. Stefania Pinnelli unisalento. Stefania Pinnelli

Lezione con la LIM. Stefania Pinnelli unisalento. Stefania Pinnelli Lezione con la LIM. unisalento Perché piace agli insegnanti - rinnova la lezione frontale consente salvataggio di attività didattiche e il recupero rapido - facilita la spiegazione di processi, la descrizione

Dettagli

Uno per tutti, tutti per uno.

Uno per tutti, tutti per uno. Uno per tutti, tutti per uno. Bologna, 09/02/2015 Dainese Roberto Educare attraverso il Cooperative Learning: stile attributivo e competenze metacognitive Chiara Trubini Marina Pinelli Psicologia - Università

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

Disturbi Specifici dell Apprendimento

Disturbi Specifici dell Apprendimento Disturbi Specifici dell Apprendimento Nuove norme in materia di segnalazione Intervento al collegio del 07/05/2013 Prima della legge 170 Una serie di circolari che mirano all inclusione scolastica riconoscendo

Dettagli

Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli.

Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli. DOCUMENTAZIONE Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli. Attività di elaborazione, raccolta, organizzazione e diffusione di documenti.

Dettagli

I libri di testo. Carlo Tarsitani

I libri di testo. Carlo Tarsitani I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti

Dettagli

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009

RICERCA-AZIONE. l insegnamento riflessivo. Caterina Bortolani-2009 RICERCA-AZIONE ovvero l insegnamento riflessivo Gli insegnanti sono progettisti.. riflettono sul contesto nel quale devono lavorare sugli obiettivi che vogliono raggiungere decidono quali contenuti trattare

Dettagli

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro)

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) Abdelkrim Boussetta Ispettorato Regionale - Rabat 1 Corso di formazione Accademia di Rabat, giovedi 21 ottobre 2010 Docente Studente Materia 2 Insegnamento

Dettagli

Liceo delle Scienze Umane Regina Margherita Salerno. Dirigente Dott.ssa Virginia Loddo Relatrice Dott.ssa Anna Cappuccio

Liceo delle Scienze Umane Regina Margherita Salerno. Dirigente Dott.ssa Virginia Loddo Relatrice Dott.ssa Anna Cappuccio Liceo delle Scienze Umane Regina Margherita Salerno Dirigente Dott.ssa Virginia Loddo Relatrice Dott.ssa Anna Cappuccio Rapporto scuola-famiglia Risorse evolutive per il benessere dei ragazzi Autostima,

Dettagli

Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria

Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria Il Problem-based learning (apprendimento basato su un problema) è un metodo di insegnamento in cui un problema costituisce il punto di inizio del processo

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE STRUTTURA UDA UNITÀ DIDATTICA di APPRENDIMENTO di TECNOLOGIE ELETTRICO-ELETTRONICHE E APPLICAZIONI U.D.A. 4 Classe III A.S. 2015/2016 TITOLO: Componenti fondamentali di un impianto Strumenti di misura

Dettagli

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO LINEE GUIDA DISABILITÀ ALLEGATO 3 IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO 1. DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Dettagli

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica

Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica Le conseguenze emotivo - motivazionali di una difficoltà scolastica Individuazione precoce della difficoltà Riduzione della difficoltà specifica Maturazione dei livelli di autostima Riduce l impotenza

Dettagli

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 RICERCA-AZIONE Insegnare per competenze: Lo sviluppo dei processi cognitivi Scuola Elementare Fiorentino DESCRIZIONE DELL ESPERIENZA Docente: Rosa

Dettagli

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) 1) Pensi alla sua istituzione scolastica, comprensiva delle diverse sedi e dei diversi gradi di scuola. Quanto è d accordo con le seguenti affermazioni?

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio. Distretto Scolastico N 53 Nocera Inferiore (SA) Prot. n. 1676 C/2 Nocera Superiore,18/10/2012 A tutti i docenti All attenzione della prof. Sergio FS di riferimento All attenzione di tutti i genitori Tramite

Dettagli

A.s. 2008 2009. PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008)

A.s. 2008 2009. PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008) A.s. 2008 2009 PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008) In seguito alla sperimentazione in classe dello scorso

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

Imparare facendo. Imparare collaborando

Imparare facendo. Imparare collaborando Imparare facendo Imparare collaborando La conoscenza non può essere considerata principalmente qualcosa che la gente possiede in qualche luogo della testa, ma qualcosa che la gente produce, si scambia

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita.

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita. PROGETTARE UNA GITA Prima di dare avvio al percorso è opportuno condividere con gli alunni tutto il progetto ed eventualmente modificare alcuni elementi in rapporto alla discussione. Gli alunni devono

Dettagli

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA 7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA Via San Giovanni Bosco, 171 - Modena tel. 059.223752 / fax 059.4391420 VADEMECUM IMPEGNI DI RECIPROCITA NEI RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Premessa Dal POF 2009/2010 del 7 Circolo

Dettagli

VALUTAZIONE AUTENTICA E APPRENDERE PER COMPETENZE

VALUTAZIONE AUTENTICA E APPRENDERE PER COMPETENZE E APPRENDERE PER COMPETENZE VALUTAZIONE INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO E APPRENDERE PER COMPETENZE VALUTAZIONE VALUTARE GLI APPRENDIMENTI: UN PERCORSO A TRE STADI SIS Torino a.a. 2006/07 1 STADIO: LA VALUTAZIONE

Dettagli

L EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL RINNOVAMENTO DEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO. Carlo Fiorentini

L EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL RINNOVAMENTO DEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO. Carlo Fiorentini L EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL RINNOVAMENTO DEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO Carlo Fiorentini La collaborazione ci ha portato ad individuare 5 aspetti caratterizzanti l educazione ambientale 1.

Dettagli

in rapporto con le competenze chiave di cittadinanza

in rapporto con le competenze chiave di cittadinanza in rapporto con le competenze chiave di cittadinanza 1 Componenti dell Asse dei linguaggi Padronanza della lingua italiana come ricezione e produzione, orale e scritta Conoscenza di almeno una lingua straniera

Dettagli

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016 Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo

Dettagli

Gli strumenti per una didattica inclusiva

Gli strumenti per una didattica inclusiva STRUMENTI PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA Ottilia Gottardi CTI Monza Est Gli strumenti per una didattica inclusiva Ottilia Gottardi CTI Monza Est PRINCIPI della PEDAGOGIA INCLUSIVA Tutti possono imparare;

Dettagli

Da dove nasce l idea dei video

Da dove nasce l idea dei video Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi

Dettagli

Documento di approfondimento. Valutazione dello stress lavoro correlato e benessere organizzativo nella scuola

Documento di approfondimento. Valutazione dello stress lavoro correlato e benessere organizzativo nella scuola Documento di approfondimento Valutazione dello stress lavoro correlato e benessere organizzativo nella scuola VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO E BENESSERE ORGANIZZATIVO NELLA SCUOLA Il Decreto

Dettagli

Nel 1993 il Dipartimento di Salute Mentale dell OMS ha individuato nelle Life Skills lo strumento privilegiato per la promozione della salute in

Nel 1993 il Dipartimento di Salute Mentale dell OMS ha individuato nelle Life Skills lo strumento privilegiato per la promozione della salute in Life Skills Nel 1993 il Dipartimento di Salute Mentale dell OMS ha individuato nelle Life Skills lo strumento privilegiato per la promozione della salute in ambito scolastico. Nel glossario della promozione

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA

PROGETTO ACCOGLIENZA PROGETTO ACCOGLIENZA Per accoglienza intendiamo un atteggiamento positivo verso soggetti in un contesto di relazioni e comunicazioni. L accoglienza di nuove persone è un momento fondamentale nella dinamica

Dettagli

Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi.

Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi. PROGETTO SeT Il ciclo dell informazione Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi. Scuola media Istituto comprensivo di Fagagna (Udine) Insegnanti referenti: Guerra Annalja, Gianquinto

Dettagli

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo

Dettagli

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Pagina 2 Contenuto Il progetto TIDE...4 Il manifesto TIDE...6 La nostra Dichiarazione...8 Conclusioni...12 Pagina 3 Il progetto TIDE Verso un

Dettagli

APPRENDIMENTO COOPERATIVO E METODO DELLA RICERCA DI GRUPPO. 5.1. La ricerca di gruppo

APPRENDIMENTO COOPERATIVO E METODO DELLA RICERCA DI GRUPPO. 5.1. La ricerca di gruppo APPRENDIMENTO COOPERATIVO E METODO DELLA RICERCA DI GRUPPO. 5.1. La ricerca di gruppo La ricerca di gruppo è un metodo attraverso il quale gli studenti collaborano tra di loro a piccoli gruppi per esaminare

Dettagli

Istituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare. Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata NADIA VANDI

Istituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare. Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata NADIA VANDI Istituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata Perché la scuola si è occupata di tecnologie digitali Esperienza di didattica

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

Al termine del lavoro ad uno dei componenti del gruppo verrà affidato l incarico di relazionare a nome di tutto il gruppo.

Al termine del lavoro ad uno dei componenti del gruppo verrà affidato l incarico di relazionare a nome di tutto il gruppo. Pag. 1 di 5 6FRSR analizzare problemi complessi riguardanti la gestione di un sito interattivo proponendo soluzioni adeguate e facilmente utilizzabili da una utenza poco informatizzata. 2ELHWWLYL GD UDJJLXQJHUH

Dettagli

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06.

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06. La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Alla base della dislessia ci sarebbe una comunicazione carente fra le aree cerebrali

Dettagli

Autoefficacia e apprendimento

Autoefficacia e apprendimento Autoefficacia e apprendimento Definizione di autoefficacia Convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente

Dettagli

UNITÀ DI APPRENDIMENTO A SCUOLA DI REGOLE

UNITÀ DI APPRENDIMENTO A SCUOLA DI REGOLE ISTITUTO COMPRENSIVO PIETRO VANNUCCI SCUOLA DELL INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA - SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO 06062 Città della Pieve (PG) Via Marconi, 18 Tel. 0578/298018 Fax 0578/2987 E-mail: pgic82100x@istruzione.it

Dettagli

Progetto Comes, sostegno all handicap

Progetto Comes, sostegno all handicap TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,

Dettagli

Dall analisi del monitoraggio d Istituto effettuato nel maggio 2015 attraverso questionari somministrati agli alunni e ai genitori è emerso che sia

Dall analisi del monitoraggio d Istituto effettuato nel maggio 2015 attraverso questionari somministrati agli alunni e ai genitori è emerso che sia Dall analisi del monitoraggio d Istituto effettuato nel maggio 2015 attraverso questionari somministrati agli alunni e ai genitori è emerso che sia gli alunni che i genitori apprezzano: - competenze e

Dettagli

I CAMPI DI ESPERIENZA

I CAMPI DI ESPERIENZA I CAMPI DI ESPERIENZA IL SE E L ALTRO sviluppa il senso dell identità personale; riconosce ed esprime sentimenti e emozioni; conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e della scuola, sviluppando

Dettagli

L Orientamento Scolastico Professionale

L Orientamento Scolastico Professionale Istituto Comprensivo di Cappella Maggiore anno scolastico 2013-2014 L Orientamento Scolastico Professionale una proposta Finalità dell incontro Condividere i modelli di Orientamento Scolastico Professionale

Dettagli

2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA

2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA 2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA Il nostro impianto educativo vuol porre al centro la ricerca del sé nella scoperta della necessità dell altro. Noi siamo tutti gli altri che abbiamo incontrato

Dettagli

NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING

NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING gno Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING COSA

Dettagli

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella In una scuola che ormai è concepita come luogo non solo deputato alla trasmissione del sapere, ma anche connesso

Dettagli

Il corso di italiano on-line: presentazione

Il corso di italiano on-line: presentazione Il corso di italiano on-line: presentazione Indice Perché un corso di lingua on-line 1. I corsi di lingua italiana ICoNLingua 2. Come è organizzato il corso 2.1. Struttura generale del corso 2.2. Tempistica

Dettagli

Realizzazione di una chat su protocollo HTTP

Realizzazione di una chat su protocollo HTTP Università di Pisa Università di Pisa Percorsi Abilitanti Speciali (PAS) Percorsi Abilitanti Speciali (PAS) Realizzazione di una chat su protocollo HTTP Realizzazione di una chat su protocollo HTTP Feo

Dettagli

Disciplina: Tecniche di comunicazione Classe: 4 B IPSC A.S. 2014/ 2015 Docente: Vittorio Bassan (Todaro Elena, fino al 7/11/2014)

Disciplina: Tecniche di comunicazione Classe: 4 B IPSC A.S. 2014/ 2015 Docente: Vittorio Bassan (Todaro Elena, fino al 7/11/2014) Disciplina: Tecniche di comunicazione Classe: 4 B IPSC A.S. 2014/ 2015 Docente: Vittorio Bassan (Todaro Elena, fino al 7/11/2014) ANALISI DI SITUAZIONE di partenza - LIVELLO COGNITIVO La classe 4 sezione

Dettagli

BES e PEI :Corso pratico e teorico per l inclusione scolastica

BES e PEI :Corso pratico e teorico per l inclusione scolastica Agenzia per la valorizzazione dell individuo nelle organizzazioni di servizio Corso di formazione BES e PEI :Corso pratico e teorico per l inclusione scolastica Sito internet: www.avios.it E-mail: avios@avios.it

Dettagli

MASTER IN LIFE COACHING

MASTER IN LIFE COACHING MASTER IN LIFE COACHING Master in life coaching abilities ABILITIES 2016 Brain Fitness SRL Via Abbagnano 2 Senigallia, AN +39 392 33 22 000 www.progettocrescere.it/coaching www.brain.fitness coaching@brain.fitness

Dettagli

TEST DI ORIENTAMENTO PER LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE

TEST DI ORIENTAMENTO PER LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE TEST DI ORIENTAMENTO PER LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE Scuola Italia via Italia n 10 - Roma studente Francesco M. classe III A N.B. Ricorda che quanto leggerai è totalmente riservato, vincolato dal

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

Programmare percorsi CLIL a cura di Graziano Serragiotto serragiotto@unive.it CLIL Content and Language Integrated Learning Uso veicolare della lingua straniera Motivazioni glottodidattiche incremento

Dettagli

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche L insegnamento del Laboratorio di Fisica Alcune considerazioni didattiche La Fisica nasce come scienza sperimentale, ma è spesso insegnata in modo soltanto teorico. Senza il supporto del laboratorio, si

Dettagli

Dott.ssa Lorenza Fontana

Dott.ssa Lorenza Fontana Dott.ssa Lorenza Fontana Nonostante l aula fosse il posto più tranquillo della scuola, continuavo ad avere difficoltà ad ascoltare la maestra. Scivolavo in me stessa, mi dissolvevo e me ne andavo. Mi cambiarono

Dettagli

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro

Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro Alternanza scuola e lavoro al Vittorio Veneto un ponte verso il futuro 1 Laboratorio della conoscenza: scuola e lavoro due culture a confronto per la formazione 14 Novembre 2015 Alternanza scuola e lavoro

Dettagli

SCHEDA DI PROGETTAZIONE. Premessa

SCHEDA DI PROGETTAZIONE. Premessa SCHEDA DI PROGETTAZIONE Premessa Le attività sono progettate al fine di favorire e permettere ai bambini l'uso della lettura per ricavare informazioni da testi scritti, ascoltati e messaggi iconici testi

Dettagli

STRUTTURA UDA A PRESENTAZIONE. Alunni della classe quarta (secondo biennio) del settore Manutenzione e Assistenza Tecnica. U.D.A. 1.

STRUTTURA UDA A PRESENTAZIONE. Alunni della classe quarta (secondo biennio) del settore Manutenzione e Assistenza Tecnica. U.D.A. 1. STRUTTURA UDA TITOLO: Macchine elettriche. COD. TEEA IV 05/05 Destinatari A PRESENTAZIONE Alunni della classe quarta (secondo biennio) del settore Manutenzione e Assistenza Tecnica. Periodo Terzo Trimestre

Dettagli

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE L interesse verso la lettura ed il piacere ad esercitarla sono obiettivi che, ormai da anni, gli insegnanti della scuola primaria di Attimis si prefiggono

Dettagli

Uff. I. - OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo

Uff. I. - OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo Uff. I - OLIMPIADI DI PROBLEM SOLVING - Informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo Il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Direzione Generale per gli Ordinamenti

Dettagli

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin Anno 2004/2005 LA FIGURA DEL FORMATORE CSI -LE SUE PECULIARITÀ E LA SUA MISSION- CORSO SNES-CSI PER FORMATORI Bologna, 3 dicembre 2005 Lara Rossin 1 INTRODUZIONE Non si insegna e non si può insegnare,

Dettagli

AUTOREGOLAZIONE PER IL COMPITO

AUTOREGOLAZIONE PER IL COMPITO B5 queste schede ti aiuteranno a scoprire quanto sia utile autointerrogarsi e autovalutarsi potrai renderti conto di quanto sia utile porsi domande per verificare la propria preparazione se ti eserciterai

Dettagli

Scuola Primaria di Marrubiu

Scuola Primaria di Marrubiu Scuola Primaria di Marrubiu SESTANTE 2 Anno scolastico 2007/2008 Page 1 of 6 SOMMARIO MOTIVAZIONI...3 QUALE PROGETTO... 3 FINALITA... 4 OBIETTIVI CON VALENZA ORIENTATIVA...4 PERCORSI FORMATIVI...4 ATTIVITA

Dettagli

La corte della miniera. Classe Trepuntozero. Sai la novità? Si può copiare.

La corte della miniera. Classe Trepuntozero. Sai la novità? Si può copiare. La corte della miniera Classe Trepuntozero Sai la novità? Si può copiare. Premessa La scuola non sta cambiando in relazione ai cambiamenti che velocemente la circondano. Questo dato di fatto si relaziona

Dettagli

FONDAMENTI E DIDATTICA DELLE SCIENZE NELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FONDAMENTI E DIDATTICA DELLE SCIENZE NELLA SCUOLA DELL INFANZIA FONDAMENTI E DIDATTICA DELLE SCIENZE NELLA SCUOLA DELL INFANZIA giuseppina.rinaudo@unito..rinaudo@unito.itit SFP 2006 - "Introduzione al corso" V. Montel, M. Perosino, G. Rinaudo 1 Impostazione del corso

Dettagli

Visita il sito www.epc.it

Visita il sito www.epc.it Guarda tutti i titoli in collana Visita il sito www.epc.it seguono diapositive di esempio del corso selezionato Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un rapido

Dettagli

Toccare per conoscere ed imparare

Toccare per conoscere ed imparare MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA LOMBARDIA ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DON ORIONE VIA FABRIANO 4 20161 MILANO Tel 02/6466827-45475308 Fax

Dettagli

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I.

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I. Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I. Non esiste, al giorno d oggi, un parere unanime della comunità scientifica sulla definizione di intelligenza. In generale, potremmo dire che è

Dettagli