Tecnica SMART-LIFT per il rialzo del seno mascellare con approccio crestale. Leonardo Trombelli. Pasquale Minenna

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Norberto Bruni
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1 Tecnica SMART-LIFT per il rialzo del seno mascellare con approccio crestale Leonardo Trombelli Pasquale Minenna PAROLE CHIAVE: maxillary sinus; sinus lift; crestal approach; minimally-invasive surgery. CORRESPONDING AUTHOR: Prof. Leonardo Trombelli, Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali, Università di Ferrara; Corso Giovecca 203, Ferrara Italia. Tel , Fax , leonardo.trombelli@unife.it 1/10

Leonardo Trombelli, Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali, Università di Ferrara;

2 INTRODUZIONE Trombelli e Minenna: SMART-LIFT ed elevazione minimamente invasiva del seno mascellare Il presente case report illustra una metodica originale (SMART LIFT) per ottenere il rialzo del pavimento del seno mascellare per via crestale. La metodica SMART LIFT nasce dalla collaborazione tra il Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali, Università di Ferrara, e l U.O.C. di Odontostomatologia, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, S. Giovanni Rotondo (FG). La tecnica si basa sulla creazione di un accesso trans-crestale al pavimento del seno mascellare mediante una sequenza di frese e di elevatori manuali controllata da stop intercambiabili di altezze differenti. Le frese carotatici e l elevatore manuale sono stati progettati per ottenere una condensazione dell osso crestale residuo portando alla frattura del pavimento sinusale in condizioni di assoluto controllo operatorio, minimizzando i rischi di perforazione accidentale della mucosa del seno e ottimizzando l uso del martelletto chirurgico. È così possibile inserire impianti dentali di lunghezza maggiore alla disponibilità ossea iniziale, lavorando in condizioni di sicurezza e con la minima invasività chirurgica. 2/10

La metodica SMART LIFT nasce dalla collaborazione tra il Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali, Università di Ferrara, e l U.O.C. di Odontostomatologia, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, S.

3 Figura 1. Il paziente A.P., di sesso maschile, 69 anni, mostra una lacuna edentula in corrispondenza dei premolari e molari mascellari di sinistra. Figura 2. La radiografia periapicale rivela una altezza di osso crestale residuo pari a 7 mm e insufficiente al posizionamento di impianti osteointegrati in regione premolare. 3/10

premolari e molari mascellari di sinistra. Figura 2.

4 Figura 3. Dopo il sollevamento di un lembo a spessore totale e la scheletrizzazione della cresta ossea, si procede alla perforazione della corticale crestale mediante Locator Drill. Figura 4. Con la Probe Drill con stop impostato a 7 mm, si procede alla penetrazione della parte midollare fino ad approssimarsi al pavimento del seno (a). In figura (b): schema in sezione del taglio della Probe Drill. 4/10

procede alla perforazione della corticale crestale mediante Locator Drill. Figura 4.

5 Figura 5. Con il Probe Osteotome viene verificata manualmente la posizione del pavimento del seno mascellare. Si procede con cautela all interno del foro effettuato con la Probe Drill, esercitando una pressione manuale fino ad avvertire la consistenza della corticale (a). In figura (b): schema in sezione dell inserimento del Probe Osteotome. 5/10

6 Figura 6. Si passa poi a praticare l invito per la fresa carotatrice mediante Guide Drill (a): questo passaggio è fondamentale al fine di consentire alla fresa carotatrice di lavorare con precisione lungo l asse di inserimento dell impianto già determinato con la Probe Drill. In questo caso il diametro vestibolo-linguale della cresta consigliava di utilizzare un impianto di Ø 4.0 mm; per cui è stata utilizzata la Guide Drill Ø 3.2 (b). In figura (c) e (d): schema in sezione del taglio della Guide Drill e dell invito creato dalla fresa stessa. c. d. 6/10

alla fresa carotatrice di lavorare con precisione lungo l asse di inserimento dell impianto già determinato con la Probe Drill.

7 Figura 7. Viene poi effettuata carota ossea mediante Smart Lift Drill Ø 3.2 con stop posizionato a 7 mm, che lascia la carota di osso in situ (a,b). In figura (c) e (d): schema in sezione del taglio della Smart Lift Drill e della carota ossea isolata dalla fresa stessa. c. d. 7/10

8 Figura 8. La porzione di osso midollare isolata viene quindi compattata con lo Smart Lift Elevator la cui lunghezza di lavoro viene pre-definita con stop a 7 mm (a). La percussione dello Smart Lift Elevator, infine, creando una spinta idraulica porta alla frattura della corticale del pavimento del seno e a un sollevamento della membrana Schneideriana. In figura (b): schema in sezione dell azione dello Smart Lift Elevator. 8/10

di lavoro viene pre-definita con stop a 7 mm (a).

9 Figura 9. Al bisogno, e possibile incrementare il volume di osso intra-sinusale mediante particolato di osso autologo corticale e/o biomateriali sostituti dell osso (a,b). In figura (c): schema in sezione del sito implantare all interno del quale è stato posizionato un innesto di biomateriale. In figura (d): la presenza di un innesto favorisce la spinta della carota ossea attraverso un azione di compressione idraulica esercitata dallo Smart Lift Elevator. c. d. 9/10

e/o biomateriali sostituti dell osso (a,b).

10 Figura 10. Si procede infine al posizionamento dell impianto di diametro 4.0 mm e lunghezza 11.5 mm (BIOMET 3i, Palm Beach Gardens, USA) (a,b). Figura 11. La radiografia post-operatoria di controllo rivela l avvenuto spiazzamento della membrana sinusale e presenza del materiale da innesto in corrispondenza della porzione apicale dell impianto. 10/10

La radiografia post-operatoria di controllo rivela l avvenuto spiazzamento della

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