LA NORMAZIONE. 1. Introduzione

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1 LA NORMAZIONE 1. Introduzione La normazione ha origini antichissime: sin dai primordi della civiltà l uomo ha sentito la necessità di regole condivise cui attenersi nella sua attività. Episodi di razionalizzazione, che hanno un vero e proprio carattere normativo, risalgono già al 1600 a.c., in Egitto, dove vennero stabilite delle precise dimensioni per i mattoni. Nell antica Roma, i monumenti realizzati vedono l impiego di due tipi di mattoni, il bipedalis (59,2 cm x 59,2 cm x 4 cm) ed il sesquipedalis (44,4 cm x 44,4 cm x 4 cm) opportunamente combinati, il che costituisce una delle più antiche applicazioni del concetto di intercambiabilità di elementi costruttivi. Anche le famose strade dell Impero Romano erano normate: l ampiezza era di metri 2,75. Ma la normazione, pur ancora priva di basi scientifiche, cominciò ad avere ampie applicazioni con l avvento della rivoluzione industriale, nel XVIII secolo: a partire da allora, infatti, il diffondersi della realizzazione e dell applicazione di macchine, impose da un lato l intercambiabilità dei pezzi, dall altro veri e propri elementi normalizzati quali, ad esempio le filettature, il cono Morse e gli attacchi per le pompe antincendio. L unificazione di dimensioni, tipi di produzione, ecc tende a ridurre i costi industriali: ben lo capì Henry Ford quando, nel 1909 dichiarò che in futuro avrebbe prodotto un solo tipo di automobile, il modello T, con un unico tipo di telaio e che il cliente avrebbe potuto scegliere il colore che voleva, purché fosse nero. La normazione, legata ormai indissolubilmente all industria, compì progressi talmente rapidi da evidenziare la necessità di norme valide, non più solo nell ambito di alcuni costruttori, ma nell intero ambito nazionale. Nel 1901 infatti venne fondato in Gran Bretagna il primo Ente istituzionalmente preposto all emanazione di norme l Engineering Standards Committee che, dopo una serie di evoluzioni, diede origine nel 1919 al British Standards Institution (BSI). All Ente di Normazione inglese ne seguirono altri, tra cui nel 1921 l UNI. La realizzazione di un Unico Mercato Interno 1 europeo, giustificata 1 Dopo l'adozione da parte del Consiglio Europeo del "Libro Bianco" della Commissione CEE sul completamento del Mercato Interno (Milano, Giugno 1985) e, soprattutto, con l'entrata in 1

2 dagli effetti che ne derivano sia sulle attività di esportazione dei prodotti nazionali, sia sulle possibilità di competizione delle aziende, può essere considerata sotto due diversi aspetti: uno politico e l'altro economico. Sotto il profilo politico, il libero scambio delle merci, prodotti e servizi (nonché delle tecnologie), consente all'europa di trasformarsi da espressione geografica in una vera unità socio-economica. Sotto il profilo economico, invece, l'unificazione dei singoli mercati nazionali garantirà un mercato in espansione e flessibile, in grado di consentire alle risorse umane, materiali e finanziarie di affluire in zone geografiche dell'europa laddove possono trovare il massimo rendimento. Nella continua evoluzione dell'economia dei Paesi Industrializzati, infatti, la Normativa Tecnica assume un ruolo molto più importante in quanto essa non opera più a valle del processo di messa a punto e sviluppo del prodotto, ma risulta interconnessa alle fasi di tale processo intervenendo all'interno di una situazione dinamica ed in continua evoluzione (fig. ). Fig. : Lo sviluppo della normativa sulla qualità vigore dell'atto Unico Europeo (Luglio 1987), il Consiglio dei Ministri CEE è stato in grado di adottare oltre un terzo delle misure richieste per portare a termine questo processo. 2

3 CONFORMITA MIGLIORAM NORME MILITARI NORME NAZIONALI NORME DI SETTORE NORME ISO 9000 OBBLIGATORIE VOLONTARIE 2. Concetto di Normazione Dall'inizio del secolo ai giorni d'oggi, il concetto filosofico di "Normazione" ha subito numerose modifiche, in funzione della continua evoluzione dei processi industriali e, più in generale, delle economie. Da un'iniziale definizione di origine francese: "...regle fixant les conditions d'exécution d'un object ou d'élaboration d'un produit dont on vent unifier l'emploi ou assurer l'interchangeabilité..." si è passati ad una più recente definizione da parte dell'afnor (Ente Francese di Normazione). In particolare, l'evoluzione industriale esigeva di porre in relazione i differenti bisogni della collettività con i differenti prodotti e metodologie in grado di soddisfarli. Pertanto la normativa veniva definita come: "...documento, prodotto mediante consenso ed approvato da un organismo riconosciuto, che fornisce, per usi comuni e ripetuti, regole, linee guida o caratteristiche, relative a determinate attività o ai loro risultati, al fine di ottenere il miglior ordine in un determinato contesto" (UNI EN 45020). Nel 1986, l'iso (International Organization for Standardization), 3

4 intervenendo direttamente ed a livello internazionale sulla questione, ha definito il concetto di "Normazione" come l "attività svolta per stabilire, relativamente a problemi effettivi e potenziali, disposizioni per gli usi comuni e ripetitivi, miranti ad ottenere l'ordine migliore in un determinato contesto". Si può pertanto affermare che, partendo da un'iniziale "unificazione dimensionale", il concetto di "Normazione" attualmente si rivolge, con maggiore incisività e funzionalità, alla "prestazione di processi e prodotti". Sempre più frequentemente, infatti, il Normatore è chiamato a stabilire non solo i requisiti minimi che un prodotto e/o servizio deve possedere per essere funzionale nei confronti dell'utente (fitness for purpose), ma anche i comportamenti funzionali degli stessi nei confronti degli utenti e che, in pratica, ne definisce la "Qualità". Alla luce di tali considerazioni ed in funzione della continua evoluzione degli attuali processi industriali, la normativa tecnica deve necessariamente impiegare modi e tempi di sviluppo realmente confrontabili con quelli del prodotto stesso. L importante ruolo socio-economico della normativa tecnica può essere sintetizzato nei seguenti aspetti principali: a) Ottimizzazione tecnico-economica del sistema produttivo, mediante la definizione e l'unificazione dei processi, dei prodotti, delle prestazioni e delle modalità di controllo, di prova e di collaudo. b) Facilitazione nella comunicazione tecnica tra le parti interessate, mediante l'unificazione dei termini, dei simboli, dei codici e delle interfacce. c) Salvaguardia della sicurezza dell'uomo e dell'ambiente, mediante l'esatta definizione dei requisiti di prodotti, di processi e/o di comportamenti funzionali. d) Salvaguardia degli interessi generali dei consumatori e della collettività. L'attività di "Normazione" in un determinato settore si esplica mediante la definizione e la divulgazione di documenti tecnici i quali, a seconda della loro finalità e/o destinazione, assumono differenti terminologie. In particolare, facendo riferimento alla bibliografia esistente in merito, risulta possibile operare la seguente suddivisione: Norma Tecnica 2 : Specificazione (o specifica) Tecnica od altro 2 Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998: "norma" è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta 4

5 documento di cui si può facilmente venire in possesso, che sia stato definito con la cooperazione ed il consenso delle parti interessate ed approvato da un Organismo ufficialmente riconosciuto per un'attività normativa ripetuta o continua. Tale documento deve essere basato su risultati congiunti della scienza, della tecnologia e dell'esperienza, in modo da rendere il massimo vantaggio nei confronti della comunità, essendo approvato da un Ente qualificato sul piano nazionale, regionale o internazionale (Direttiva CEE 83/189 recepita con legge 21/6/86 n. 317). Specificazione (o specifica) Tecnica: Documento finalizzato a stabilire le caratteristiche che un prodotto o un servizio deve necessariamente possedere e, in particolar modo, quali siano i livelli richiesti di qualità, di comportamento e di sicurezza. Documenti di questo genere possono anche comprendere prescrizioni inerenti a terminologie, simboli, collaudi e metodi di prova, imballaggio, marcatura o etichettatura (Direttiva CEE 83/189). Codice di Pratica: Per Codice di Pratica viene generalmente inteso un documento finalizzato alla raccomandazione di regole pratiche o procedure per la progettazione, la fabbricazione, l'installazione, la manutenzione o l'utilizzazione di strutture o apparecchiature. Regola Tecnica: Sono tutte quelle Specificazioni Tecniche, comprese le disposizioni che ad esse si applicano, la cui osservanza è obbligatoria, "de jure o de facto", per la commercializzazione o l'utilizzazione di un prodotto o servizio in uno Stato membro o in una parte di esso, ad eccezione di quelle fissate dalle autorità locali (Direttiva CEE 83/189). E' bene comunque ricordare che sia le Specificazioni Tecniche sia le Norme, ambedue di carattere solitamente consensuale, possono diventare cogenti nel caso vengano richiamate in disposizioni legislative. La norme 3 vengono redatte secondo precise regole che garantiscono l omogeneità strutturale e formale dei loro contenuti, al fine di agevolare l utente alla loro lettura. o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie: norma internazionale (ISO), norma europea (EN), norma nazionale (UNI). 3 ISO, CEN e UNI dispongono di documenti normativi che consentono ai professionisti della normazione di dare forma ai contenuti tecnici definiti su base consensuale delle parti interessate. Semplificando il concetto, al contenuto pensate voi, al contenitore pensiamo noi!. 5

6 Le caratteristiche delle norme tecniche sono: Consensualità: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori; Democraticità: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell'iter che precede l'approvazione finale; Trasparenza: UNI segnala le tappe fondamentali dell'iter di approvazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso a disposizione degli interessati; Volontarietà: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente. 3. Enti di Normazione Di seguito si riportano alcune informazioni in merito agli Organismi Nazionali ed Esteri ufficialmente riconosciuti, che operano nel settore della "Normazione e Certificazione", con particolare riguardo a quelli interessati al processo di armonizzazione tecnica e normativa in ambito comunitario ed extracomunitario. è 6

7 GLI ORGANISMI DI NORMAZIONE SETTORE ELETTROTECNICO IEC CENELEC CEI ALTRI SETTORI ISO CEN UNI UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) E l'organismo nazionale ufficialmente riconosciuto dalla dir. 83/189/CEE del marzo 1983, recepita dal Governo Italiano con la Legge n. 317 del 21 giugno 1986, per svolgere attività di normativa in tutti i settori tecnici, ad esclusione di quelli elettrotecnico ed elettronico in merito ai quali opera il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). L'UNI partecipa, in rappresentanza dell'italia, all'attività normativa degli organismi sovranazionali di normazione: ISO (International Organization for Standardization) e CEN (Comité Européen de Normalisation). L'UNI, costituito nel 1921 con il nome di UNIM, svolse nei primi anni di vita un'attività normativa limitata al settore della meccanica. La sua denominazione venne modificata in UNI e riconosciuta giuridicamente con Regio Decreto n del 18 luglio 1930, in quanto l'attività venne estesa a tutti quei settori tecnici in cui era presente l'esigenza di disporre di normative nazionali. Nel 1955 l'uni, ristrutturato su nuove basi e con un nuovo statuto, ricevette un nuovo riconoscimento (DPR n del 20 settembre 1955); 7

8 occorre tuttavia aspettare il 1986 per avere il riconoscimento ufficiale di UNI e CEI quali unici Enti Normatori Nazionali nei settori di rispettiva competenza (Legge n. 317 del 21 Giugno 1986 che recepisce la Direttiva CEE 83/189). I numerosi compiti dell'uni possono essere così brevemente sintetizzati: a) Elaborare, pubblicare e divulgare norme terminologiche, dimensionali, qualitative e di collaudo dei prodotti impiegati nei settori di sua competenza. b) Costituire archivi di normative nazionali ed estere, allo scopo di fornire le informazioni richieste dai vari settori produttivi. c) Promuovere e coordinare studi e ricerche nel settore della normativa tecnica, nonch attività finalizzate alla diffusione della cultura normativa. d) Intrattenere i rapporti con le Organizzazioni Internazionali di Normazione e con gli Enti Normatori degli altri Paesi. e) Concedere il diritto d'uso del marchio UNI ai prodotti muniti del certificato di conformità alle norme UNI. Le principali attività dell'uni volgono a produrre "Norme Tecniche Consensuali" 4. Anche se attualmente l'uni dispone di circa 7000 norme in vigore nei differenti campi di sua competenza, l'esigenza di preparare ulteriori normative viene sentita ogni qualvolta un nuovo prodotto, impianto o servizio viene immesso sul mercato mediante commercializzazione a largo spettro. A tale scopo, l'uni opera in stretto contatto con il Ministero dell'industria, del Commercio e dell'artigianato, ed ha rapporti di collaborazione con molti altri Ministeri e con il CNR, l'enea e l'ispesl. L'attività di studio e di preparazione della normativa tecnica viene condotta nell'ambito di 55 Commissioni Tecniche 5, di cui 39 operanti all'interno dell'uni e 16 operanti all'interno di altrettanti Enti Federati 6 all'uni e 4 Con tale denominazione generalmente si intendono le norme tecniche che possono essere prese come riferimento tra due parti, che di comune accordo accettano di regolare i loro rapporti commerciali su basi tecniche comuni, costituite dalle norme stesse. 5 A titolo di chiarimento, si ricorda che le Commissioni Tecniche (CT) sono Organismi a carattere nazionale con il compito di predisporre ed elaborare i Progetti di Norma nei settori di rispettiva competenza. Le Commissioni Tecniche possono essere articolate in Sottocommissioni (SC) e queste ultime in Gruppi di Lavoro (G.d.L.). 6 Gli Enti Federati sono associazioni che, per ogni specifico settore industriale, svolgono attività normativa in armonia con gli scopi e lo statuto dell'uni. Gli Enti Federati operano a diretto contatto con il settore industriale di competenza predisponendo e definendo, mediante Commissioni Tecniche, Progetti di Norma che vengono trasformate in Norme UNI previa valutazione ed approvazione da parte della Commissione Centrale Tecnica (CCT). 8

9 specializzati in particolari settori tecnici. Allo stato attuale operano in Italia alcuni Enti che hanno già elaborato numerose norme 7, ed hanno in corso ulteriori studi per la normazione di metodologie applicabili al controllo dei prodotti di propria competenza (prodotti siderurgici per l'unsider, saldature per il CUS, etc.). Accanto alla tradizionale, e principale, attività di ente di normazione, l UNI è impegnato anche in progetti di diffusione e sviluppo della cultura della normativa, nonché della relativa certificazione di conformità. Le norme aiutano a produrre meglio e più economicamente, stimolano la crescita dell'economia, garantiscono la qualità, la sicurezza e la tutela ambientale dei processi, dei prodotti e dei servizi: ma come fare a riconoscere i prodotti "a norma"? Cercando un marchio di conformità o l'indicazione di un riferimento a norma UNI. ISO (International Organization for Standardization) I più importanti Organismi nel settore della normativa internazionale sono l'iso e, con sempre maggior rilievo, il CEN. L'ISO, con sede a Ginevra, è stato costituito nel 1926 inizialmente col nome ISA (l'uni fu uno degli Enti fondatori); l'attuale denominazione gli fu riconosciuta nel Raggruppa attualmente 89 Organismi nazionali ufficialmente riconosciuti per l'attività normativa, fra i quali si evidenzia un'ampia percentuale di Paesi in via di sviluppo. La sua attività viene svolta mediante 182 Comitati Tecnici in tutti i settori della tecnica, ad eccezione del settore elettrotecnico ed elettronico in cui opera l'iec (International Electrotechnical Commission), analogamente a quanto descritto per gli Organismi Normatori Italiani. E' bene inoltre ricordare che le norme ISO, per l'ufficialità che rivestono in ambito internazionale, vengono generalmente adottate come base per la definizione di norme nazionali, ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità. A supporto dell attività tecnico-normativa, vi è il Technical Management Board (TMB 8, composto da 12 esperti nominati da altrettanti Membri ISO, secondo uno schema che garantisce una rappresentanza bilanciata delle espressioni del Mondo, con una presenza più forte da parte 7 Per essere affidabili ed ufficialmente riconosciute, tali verifiche, tarature e procedure debbono essere fissate e divulgate in documenti normativi stabiliti dagli Enti competenti e responsabili. 8 Al TMB spetta il compito principale di definire> le regole della normazione, in particolare nella stesura delle Direttive ISO e di esaminare le opportunità di sviluppo di nuovi argomenti normativi, che si concretizzano solitamente nella costituzione di nuovi Comitati Tecnici ISO/TC. 9

10 dei Paesi che forniscono le maggiori risorse alla normazione internazionale, i termini di rilevanza del mercato e di gestione di Segreterie di Comitati e Sottocomitati: 5 membri sono rappresentati in modo permanente: AFNOR (Francia), ANSI (USA), BSI (Regno Unito), DIN (Germania) e JISC (Giappone); 7 membri partecipano a rotazione secondo una suddivisione in gruppi, per una durata di 3 anni: attualmente sono AENOR (Spagna), DSM (Malesia), DS (Danimarca), SAC (China), SCC (Canada), SNZ (Nuova Zelanda) e UNI (Italia). A livello internazionale, l ISO è riconosciuto da oltre 140 paesi che, attraverso i propri organismi di normazione, concorrono al processo di definizione delle norme a supporto delle attività tecniche e commerciali. La stessa Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) fa spesso riferimento all ISO quale partner ideale per sviluppare gli accordi tra i paesi su scala mondiale. Oltre a tutti i paesi dell Unione Europea, sono membri ISO i principali paesi degli altri continenti, dal Canada (SCC) all Argentina (IRAM), dal Giappone (JISC) all'australia (SAI), ma anche, ad esempio, il Botswana (BOBS), l Iraq (COSQC), Trinidad e Tobago (TTBS) e le Filippine (BPS). Gli Stati Uniti, che presentano una situazione particolare, molto decentralizzata e settorializzata, sono rappresentati dall ANSI (American National Standards Institute), che amministra e coordina mediante l accreditamento delle cosiddette SDO (Standards Developing Organizations), ovvero le organizzazioni americane che sviluppano norme, sulla base della consensualità e della trasparenza. CEN (Comité Européen de Normalisation) Il CEN (Comité Européen de Normalisation) è l'organismo europeo di normazione, con sede a Bruxelles. Creato nel 1961 come Associazione di tutti gli Enti Normatori nazionali dei Paesi europei, svolge la sua attività mediante 61 Comitati Tecnici; questi ultimi elaborano progetti di norma (pren) che, sottoposti al voto di tutti gli Enti Membri ed approvati, diventano, Norme Europee ("EN" o EuroNorme). Al pari dell ISO/TMB, e con funzioni molto simili, opera il Bureau Technique (CEN/BT), numericamente più grande per la partecipazione di un esperto di ognuno dei 28 Membri del CEN, di diverse rappresentanze di federazioni europee (quali consumatori, piccole e medie imprese, ecc.) e, soprattutto, della Commissione Europea. Oltre a trattare gli aspetti legati alle politiche tecnico-normative, il CEN/BT ha costituito da diversi anni un apposito Gruppo ristretto, con un funzionamento più snello rispetto al plenario, denominato Technical Committee Management Board (TCMG) 10

11 con il compito di indirizzare, monitorare e gestire l attività di tutti i Comitati Tecnici europei (TC). Tutti i Paesi della Comunità Economica Europea sono membri del CEN, ma quest'ultimo incorpora anche alcuni Stati, non appartenenti alla CEE, membri però dell'efta (Associazione Europea di Libero Scambio). Inoltre, nell Unione Europea, la Direttiva sulla Procedura d Informazione conferisce agli organismi di normazione nazionali notificati dagli Stati Membri, il mutuo riconoscimento di unico organismo preposto all attività normativa a livello nazionale. Si genera in tal modo una rete di conoscenza che consente di unificare con coerenza i processi di elaborazione delle norme e delle regole tecniche nel mercato unico dell Unione. Ma ciò significa anche che a livello CEN ci sono paesi quali la Svizzera (SNV) che, pur riconoscendo le regole del CEN e partecipando al processo di armonizzazione delle norme, non attuano la politica comunitaria con riferimento alle direttive europee. 11

12 LA CERTIFICAZIONE 1. Introduzione Secondo la corrente terminologia ed in accordo con le recenti direttive comunitarie, la "Certificazione" : "...l'azione dell'attestare da parte di un terzo, per mezzo di un certificato e/o di un marchio, che un prodotto, un servizio o il sistema di qualità di un'azienda è conforme ai requisiti stabiliti da una "Norma Tecnica" o da una "Regola Tecnica" emanata dalle autorità competenti (Dir. CEE 83/189). Al fine di realizzare uno schema di certificazione valido tra Paesi che accettino di comune accordo di regolare i loro rapporti commerciali su basi tecniche comuni, è necessario disporre di: a) Norme Tecniche Una base di norme tecniche, non numerose ma significative, necessarie per una corretta specificazione delle caratteristiche e/o delle prestazioni dei prodotti oggetto della certificazione. Ovviamente, secondo le recenti direttive Comunitarie, le suddette norme devono presentare caratteristiche tali da soddisfare quanto richiesto in merito all'armonizzazione tecnica e normativa europea, al fine di assicurare il libero scambio dei prodotti tra i Paesi Membri. b) Criteri per la costruzione e la gestione dei sistemi di certificazione. Risulta necessario che i criteri adottati per l'applicazione e la gestione dei sistemi di certificazione siano stabiliti attraverso la cooperazione, il consenso o l'approvazione generale di tutte le parti interessate in ambito Comunitario. c) Strutture operative per la certificazione Affinché la certificazione non rimanga un concetto puramente astratto o menzionato esclusivamente in Procedure Tecniche di difficile attuazione, i singoli Paesi devono necessariamente disporre di strutture operative in grado di contribuire alla realizzazione della libera circolazione dei prodotti e/o servizi. Allo scopo vengono predisposti Laboratori di Prova ed Organismi di Ispezione che operano sulla base di criteri generali definiti in ambito comunitario, al fine di agire secondo l'armonizzazione tecnica e normativa nei differenti settori di intervento. L esigenza di disporre di operatori dotati di comprovate capacità professionali, per l esecuzione di verifiche di conformità è stata chiaramente e spontaneamente avvertita nel corso degli ultimi decenni dalle principali categorie di operatori socio-economici delle nazioni più progredite. 12

13 Nel corso degli anni 70, si è poi sviluppata, sempre su base volontaria a partire dai paesi anglosassoni, la prassi di valutazione della competenza tecnica dei Laboratori di taratura (in quanto supporto metrologico alla produzione industriale) che si è successivamente estesa ad altri paesi, ponendo le basi per la futura estensione al campo più vasto delle attività di valutazione di conformità in genere. In epoca più recente (a partire dalla seconda metà degli anni 80), l affermazione del sistema di parte terza per la qualità, nei termini evidenziati al capitolo precedente, ha conferito un ulteriore e definitivo impulso al processo, per molti versi già in atto, di introduzione di forme di qualificazione super partes degli Operatori della valutazione di conformità. Ha quindi avuto origine l istituto dell accreditamento nella moderna accezione del termine. Si sono cioè sviluppati nei diversi paesi, per iniziativa spontanea di alcuni se non tutti i principali Soggetti istituzionali, sociali ed economici, appositi Organismi di parte terza (Enti di accreditamento) aventi, per l appunto, la funzione di valutare ed attestare, su base volontaria, con metodi opportuni e tali da assicurare un elevato livello di omogeneità e confidenza, la rispondenza degli Operatori della valutazione di conformità ai requisiti dell apposita Normativa quadro. In Italia, i principali promotori della creazione del Sistema di Accreditamento volontario sono stati gli Enti di Normazione (UNI e CEI) a cui si sono successivamente aggiunti altri Soggetti istituzionali ed economici. Si noti che, parallelamente, si è andata altresì sviluppando la funzione di accreditamento svolta dalle Amministrazioni ed Organi Tecnici degli Stati e, in taluni casi, le due tipologie di accreditamento, relative alla qualificazione degli Operatori del settore volontario e cogente, sono state direttamente incorporate in un unico Ente (pubblico) emanazione diretta di Amministrazioni dello Stato. In altri casi, le funzioni sono rimaste distinte, indipendentemente dalla natura giuridica dell Ente. Si danno cioè casi in cui l Ente di accreditamento è un Ente di diritto pubblico ma svolge esclusivamente attività di accreditamento di tipo volontario. 2. L accreditamento Il termine accreditamento, utilizzato per indicare la qualificazione degli Operatori della valutazione di conformità (Laboratori di prova e 13

14 taratura, Organismi di certificazione e ispezione), è, come si è visto, associato al concetto di terzietà, sia dell Ente accreditante, sia del Soggetto richiedente (circa quest ultimo aspetto, quantomeno per gli Organismi di certificazione e talune categorie di Organismi di ispezione), nonché ad una scelta volontaria del Soggetto richiedente medesimo. Rispetto al suo significato più ampio (attestazione della competenza in senso lato), nella prassi operativa corrente, il termine accreditamento assume un significato più restrittivo, di solo riconoscimento dell idoneità dell Operatore a svolgere specifiche attività. Ad esempio, nel caso dei Laboratori, ad effettuare determinate prove o tipi di prove (o tarature); nel caso di Organismi di certificazione di prodotto, a gestire determinati schemi di certificazione con riferimento a determinati prodotti e Norme applicabili; nel caso di certificazione di sistemi di gestione aziendale, a rilasciare certificazioni ad Organizzazioni operanti in determinati settori merceologici secondo determinate Norme; e via dicendo. In Italia, i principali promotori della creazione del Sistema di Accreditamento volontario sono stati gli Enti di Normazione (UNI e CEI) cui si sono successivamente aggiunti altri Soggetti istituzionali ed economici. L Accreditamento non comporta una diminuzione delle responsabilità derivanti dai contratti stipulati tra il Laboratorio ed i suoi Clienti e, benché sia un indice di competenza tecnica e gestionale del Laboratorio di prova, non costituisce una garanzia sulle singole prestazioni del Laboratorio. L accesso all Accreditamento è volontario ed aperto a qualsiasi Laboratorio di prova, sia come Ente indipendente sia come facente parte di una organizzazione più vasta (industria, istituto di ricerca, università, ecc.). 2.1 L accreditamento dei Laboratori di prove e degli Organismi di ispezione e di certificazione Le attività di accreditamento degli Organismi di certificazione e ispezione in Italia erano svolte dal SINCERT (Sistema Nazionale per l Accreditamento degli Organismi di Certificazione e Ispezione), Associazione privata senza fini di lucro fondata nel Le attività di accreditamento dei Laboratori di prova in Italia invece erano svolte dal SINAL Sistema Nazionale per l Accreditamento di Laboratori, Associazione privata senza fini di lucro costituita nel Il 15 luglio 2009 tuttavia il SINAL Sistema Nazionale per l accreditamento di Laboratori e il SINCERT Sistema Nazionale per 14

15 l accreditamento degli Organismi di certificazione e ispezione, hanno dato luogo ad una fusione, dando vita ad ACCREDIA, nuovo Ente Nazionale per l accreditamento dei Laboratori di prova e degli Organismi di certificazione e ispezione. ACCREDIA è già operativo ed articola la propria attività, in piena continuità con la tradizione di SINAL e SINCERT, attraverso due dipartimenti, per i Laboratori di prova, con sede in Roma, e per gli Organismi di certificazione e ispezione, con sede in Milano. La costituzione di ACCREDIA rappresenta un passo essenziale verso l unificazione del Sistema Nazionale di accreditamento, come previsto dal Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 765 del 2008 in materia di accreditamento e vigilanza del mercato. I certificati ed i rapporti di prova e ispezione, riportanti il marchio di accreditamento di SINCERT o di SINAL, mantengono la loro validità con lo scopo e la data di scadenza indicata sul certificato stesso insieme al loro riconoscimento internazionale. Gli Organismi di valutazione della conformità accreditati SINAL e SINCERT continueranno a usare i rispettivi marchi di accreditamento SINAL e SINCERT, almeno fino a quando il Consiglio Direttivo di ACCREDIA non avrà approvato lo specifico Regolamento per l'utilizzo del marchio di accreditamento del nuovo Ente. Successivamente, il nuovo marchio ACCREDIA potrà accompagnare quelli di SINAL e SINCERT, in modo da preparare il mercato e gli utenti al nuovo Ente. Contestualmente, verranno definiti tempi e modalità di rilascio del marchio ACCREDIA da parte dei Soggetti accreditati nei confronti dei loro clienti. Dopo questa fase transitoria, che si concluderà il 31 dicembre 2013, le nuove attestazioni di valutazione della conformità verranno emesse con il solo marchio di ACCREDIA L accreditamento dei Laboratori di prova Le attività sperimentali (prove, misure, analisi) sono parte integrante e vitale dei processi di produzione di beni e servizi e, per molti di essi, costituiscono il cuore delle attività di costruzione e assicurazione della qualità; i corrispondenti Operatori ( Laboratori ), che costituiscono la ossatura portante del sistema per la qualità, operano, sia nel settore volontario, sia nei settori cogente e regolamentato, con la effettuazione di 15

16 prove e analisi e l emissione dei corrispondenti rapporti di prova. Nell ambito del sistema di parte terza per la qualità in cui la responsabilità finale della assicurazione della qualità compete comunque ad una parte terza, i Laboratori di prova possono appartenere al fabbricante (parte prima), all utilizzatore (parte seconda) o essere Laboratori indipendenti, pubblici o privati. L accreditamento dei Laboratori di prova è finalizzato a garantire la competenza di detti Laboratori e quindi l affidabilità dei risultati delle prove e analisi effettuate, nel cui contesto la qualità metrologica riveste un ruolo determinante. Le attività di accreditamento dei Laboratori di prova ha condotto alla creazione di una infrastruttura di laboratori che utilizzano metodi validi (rappresentativi, riproducibili e ripetibili), correttamente applicati e gestiti, e che forniscono risultati certi (qualificati in termini di incertezza associata) e quindi pienamente utilizzabili ai fini di specie. ACCREDIA accredita i Laboratori per qualsiasi tipo di prova sui cui risultati i consulenti possono basare il proprio lavoro. In particolare: 1. accerta e vigila sui requisiti tecnici ed organizzativi dei Laboratori di prova in modo che siano garantiti i riferimenti metrologici, l affidabilità e la ripetibilità delle procedure impiegate, l uso di strumentazioni adeguate, la competenza del personale, l imparzialità del personale addetto alle prove e del giudizio tecnico emesso dal Laboratorio, secondo quanto previsto dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025; 2. pubblica i regolamenti e le procedure di Accreditamento, gli elenchi dei Laboratori di prova accreditati e dei tipi di prove per i quali è stato concesso l Accreditamento (sulla rivista Unificazione & Certificazione, organo ufficiale di UNI, CEI, ACCREDIA), e gli eventuali provvedimenti di Sospensione e/o di Revoca dell Accreditamento; 3. partecipa ai lavori degli organismi internazionali e/o sovranazionali operanti nel settore dell Accreditamento dei Laboratori di prova; 4. collabora con gli Enti nazionali di normazione al fine di promuovere idonee elaborazioni o aggiornamenti della normativa tecnica; 5. promuove studi, incontri ed iniziative, nel settore di specifica competenza, in collaborazione con Enti ed Associazioni di interesse nazionale ed internazionale. I requisiti per l Accreditamento sono contenuti nella norma UNI CEI EN ISO/IEC e nei regolamenti di ACCREDIA. Secondo questi requisiti il Laboratorio deve possedere una Direzione e personale addetto di adeguata esperienza e competenza; utilizzare apparecchiature, impianti ed ambienti idonei per la effettuazione delle 16

17 prove previste; adottare metodi e procedure di prova adeguati. La Direzione deve salvaguardare la qualità del lavoro, cioè assicurare che le apparecchiature siano tarate, identificate e impiegate in modo appropriato; che i campioni da provare siano adeguatamente catalogati ed immagazzinati; che i risultati siano registrati; che i Rapporti di Prova siano redatti secondo i requisiti richiesti e che la documentazione sia conservata e rintracciabile. La procedura di Accreditamento prevede un esame preliminare della documentazione del Laboratorio, al quale viene richiesto di precisare i tipi di prove per le quali desidera l Accreditamento, ed ulteriori informazioni sulla Direzione, il personale, le apparecchiature ed i relativi certificati di taratura, le linee di responsabilità per i problemi riguardanti la qualità e le relative procedure, ed una copia del proprio Manuale della Qualità. Successivamente all esame della documentazione viene preparata ed effettuata una Visita di Valutazione nel Laboratorio ad opera di Ispettori, all uopo incaricati dalla Direzione ACCREDIA, e scelti da appositi elenchi approvati dalla Commissione Centrale Tecnica e dal Consiglio Direttivo. Nei casi in cui il Laboratorio non soddisfi i requisiti per ottenere l Accreditamento, ACCREDIA comunica le non conformità rilevate, e richiede al Laboratorio di adottare opportune azioni correttive. Le risultanze dell esame della documentazione e della Visita di Valutazione vengono sottoposte all esame della Commissione Centrale Tecnica la quale, in caso di parere favorevole, sottopone al Consiglio Direttivo la proposta di Accreditamento del Laboratorio per l approvazione finale. Per quanto concerne invece l'accreditamento dei laboratori di prova, risulta doveroso riportare alcune delucidazioni in merito: "Un LABORATORIO DI PROVA, per essere accreditato, dovrà essere organizzato in modo da assicurare la conformità alle prescrizioni della vigente normativa (UNI-CEI; EN; etc.). In particolare, dovrà essere dotato di un sistema di Garanzia della Qualità, di personale qualificato, di apparecchiature adatte all'esecuzione delle prove per cui dovrà essere accreditato e, non per ultimo, di ambienti adeguati. I risultati delle analisi di prova dovranno inoltre essere compilati con chiarezza, accuratezza e senza ambiguità, in modo da evidenziare l'imparzialità del laboratorio verso terzi". ACCREDIA opera mediante due importanti fasi: in una prima fase accredita un laboratorio, ai fini dell'esecuzione di specifiche prove, dopo aver accertato l'esistenza dei necessari requisiti tecnici ed organizzativi, l'affidabilità e la riproducibilità delle procedure impiegate, l'adeguatezza 17

18 della strumentazione disponibile, la competenza del personale e l'imparzialità del giudizio tecnico. Successivamente, ACCREDIA segue costantemente l'attività dei laboratori, attraverso periodiche ispezioni, al fine di verificare la permanenza nel tempo delle condizioni che hanno consentito l'accreditamento L accreditamento degli Organismi di certificazione e ispezione A differenza dei Laboratori di prova che si limitano a riportare, sulla base di un rapporto, i risultati delle prove effettuate, lasciando ad altra funzione (che può essere interna all organizzazione di appartenenza del laboratorio ma è comunque distinta da esso) il compito di analizzare e utilizzare detti risultati ai fini dell attestazione della conformità ai requisiti applicabili, gli Organismi di certificazione e ispezione sono chiamati a valutare ed attestare la conformità dell oggetto della valutazione (sistema, prodotto, servizio, personale, processo, impianto, ecc..) ai requisiti stabiliti dai documenti normativi di riferimento (Norme vere e proprie o altri riferimenti normativi). Come tali, essi svolgono un compito particolarmente critico, specie in termini di visibilità e fiducia, nell ambito del sistema per la qualità, in quanto si interfacciano direttamente con il contesto socioeconomico interessato, dando a questi evidenza della qualità attesa. L accreditamento degli Organismi di certificazione e ispezione è finalizzato a garantire la competenza dei suddetti Operatori e quindi il valore e la credibilità dei risultati delle valutazioni di conformità da essi effettuate. Tale accreditamento si è affermato, soprattutto, grazie all esplosione dell approccio sistemico alla qualità (certificazioni ISO 9000), ma ha accompagnato efficacemente anche lo sviluppo delle altre forme di valutazione della conformità (certificazioni di prodotto e personale, ispezioni). Le certificazioni di sistemi di gestione 9 accreditate da ACCREDIA coprono tutti i settori merceologici, dall alimentare all aerospaziale, dal turismo ai trasporti, dalla sanità all istruzione, dall abbigliamento 9 Per ulteriori dettagli, si veda il Registro degli Organismi Accreditati ACCREDIA che riporta, sul frontespizio, l elenco dei settori e sotto-settori merceologici assunto a riferimento (settori EA). 18

19 all industria metalmeccanica, dalla chimica agli autoveicoli, dall industria delle costruzioni alla tecnologia dell informazione, ecc.. Le famiglie di prodotti certificati sotto accreditamento ACCREDIA comprendono:prodotti agricoli ed agro-alimentari; prodotti elettrici ed elettronici; apparecchi utilizzatori a gas; apparecchiature medicali; ascensori e relativi componenti; componenti per impianti idrici e termici; apparecchi di refrigerazione; prodotti in acciaio e ghisa; prodotti di saldatura; prodotti in plastica; prodotti in alluminio e sue leghe; prodotti ceramici; prodotti tessili; prodotti in pelle e cuoio; prodotti in legno; prodotti e componenti per l edilizia; imballaggi; dispositivi di protezione individuale; prodotti per segnaletica stradale; sistemi per la conduzione di fluidi; dispositivi di sicurezza e antincendio; prodotti di oreficeria; ed altri. Le persone certificate sotto accreditamento ACCREDIA attengono alle seguenti figure professionali: valutatori e progettisti di sistemi di gestione per la qualità, valutatori e progettisti di sistemi di gestione ambientale, valutatori di sistemi di gestione per la sicurezza, addetti a controlli non distruttivi, saldatori, addetti a macchine e misure speciali, ed altre. Gli scopi di accreditamento per attività ispettive sono vari e comprendono: ispezioni nel settore delle costruzioni (incluse le verifiche di progetti a fini di validazione); ispezioni su prodotti e processi agroalimentari; ispezioni su prodotti e processi industriali; ispezioni su prodotti di consumo; ispezioni su servizi di distribuzione carburanti; ispezioni su servizi alberghieri e di ristorazione; ispezioni su servizi di trasporto pubblico; ispezioni nel settore dei materiali plastici; ispezioni su servizi di formazione; ed altri. 3. Gli Accordi di Mutuo Riconoscimento Per garantire l efficacia del processo di accreditamento e la qualità della filiera che ne deriva fino ai prodotti/servizi finali destinati al mercato, gli Enti di Accreditamento devono operare in conformità alle Norme e Guide ad essi applicabili e devono fornire evidenza di tale conformità. Un primo controllo sull operato degli Enti di Accreditamento è assicurato dall azione di indirizzo e sorveglianza svolta dagli stakeholders (fra cui le Pubbliche Autorità) generalmente presenti negli organi di governo di detti Enti. Trattandosi però di un controllo interno, esso potrebbe non risultare esente da sospetti di autoreferenzialità. Per questo motivo, il sistema internazionale di accreditamento volontario ha posto in atto opportuni meccanismi di controllo esterno che 19

20 sono rappresentanti dalla partecipazione degli Enti di Accreditamento ad apposite Organizzazioni internazionali quali EA (European Cooperation for Accreditation), IAF (International Accreditation Forum) ed ILAC ( International Laboratori Accreditation Cooperation) e, in tali ambiti, dalla sottoscrizione degli Accordi di Mutuo Riconoscimento (MLA) gestiti dalle Organizzazioni suddette. Per essere membri di EA (o IAF, ILAC), gli Enti di Accreditamento devono fornire evidenza della loro concreta operatività e questa deve risultare conforme (quanto meno su base documentale) ai requisiti delle Norme e Guide applicabili. Gli Enti di Accreditamento membri di EA (e IAF, ILAC) possono entrare a far parte degli Accordi di Mutuo Riconoscimento (MLA) (relativi alle diverse tipologie di accreditamento: accreditamento delle attività di taratura, delle attività di prova, certificazioni di prodotti, certificazioni di sistemi di gestione per la qualità, certificazioni di sistemi di gestione ambientale, certificazioni di personale, ispezioni), solo dopo essere stati sottoposti, con esito positivo, ad uno specifico ed accurato processo di valutazione (Peer Assessment). Tale valutazione è condotta da parte di un Gruppo di Verifica Ispettiva composto da Valutatori designati da appositi Organi collegiali (i cosiddetti Comitati MLA), scelti fra esperti inscritti in appositi elenchi ed espressi dagli stessi membri di EA (o IAF, ILAC). Essa ha lo scopo di accertare che l Ente valutato operi in piena conformità alle prescrizioni delle Norme Europee (internazionali) e apposite Guide EA (IAF, ILAC) applicabili. Le strutture di accreditamento italiane sono membri di EA, ILAC e IAF (per le attività di rispettiva competenza) e firmatari dei rispettivi Accordi di Mutuo Riconoscimento. 4. Enti di Certificazione Se é vero che le "norme tecniche consensuali" risultano proficuamente utilizzabili per regolare i rapporti commerciali, occorre tuttavia considerare la normativa in un contesto più ampio, in quanto essa consente la "Certificazione" dei prodotti, degli impianti e/o dei servizi. Infatti i principali compiti della "Normazione" posta in relazione alla "Certificazione", possono essere così brevemente riassunti: a) Definire i REQUISITI dei prodotti, dei processi, dei servizi o del sistema di qualità di un'azienda oggetto di certificazione. b) Definire i REQUISITI per l'accreditamento degli schemi (o sistemi) di certificazione, degli organismi che li attuano e dei laboratori di prova. 20

21 c) Definire le MODALITÀ di misura, di prova e di taratura delle strumentazioni adottate dai laboratori. Appare quindi evidente come la tematica "Certificazione" risulti di non facile approccio per chi non abbia dimestichezza con il settore normativo, sia a livello nazionale che estero. Innanzi tutto è necessario distinguere tra: "Certificazione di Prodotti e Servizi" e "Certificazione dei Sistemi di Qualità". Certificazione di Prodotti e Servizi La certificazione di prodotti e/o servizi viene effettuata da un "organismo di certificazione" (pubblico o privato) con il compito di controllare il mantenimento, sul luogo di produzione e sul mercato, della conformità del prodotto e/o servizio considerato. Tale azione avviene applicando uno "schema" di certificazione adatto al prodotto e/o servizio considerato, con l'ausilio di laboratori in grado di effettuare le "prove di conformità". Certificazione dei Sistemi di Qualità Analogamente a quanto avviene per i prodotti e/o servizi, la certificazione dei sistemi di qualità viene effettuata da un "organismo di certificazione" (pubblico o privato) con il compito di controllare il mantenimento delle caratteristiche del Sistema di Qualità Aziendale, applicando uno "schema" di certificazione adatto al settore produttivo considerato. Per attuare un reale ed efficiente "Sistema di Certificazione", indispensabile la presenza delle seguenti strutture: a) Un Ente rappresentativo di tutte le categorie interessate, che gestisca e garantisca l'intero Sistema di Certificazione attraverso "l'accreditamento degli organismi di certificazione". b) Un Ente rappresentativo di tutte le categorie interessate, che garantisca le prestazioni dei "laboratori di prova" attraverso l'accreditamento 10 di essi. 10 Procedimento con cui un organismo riconosciuto attesta formalmente la competenza di un organismo o persona a svolgere funzioni specifiche. 21

22 22

23 5. La Certificazione di Prodotto 5.1. Principi e criteri generali La certificazione di prodotto è l'operazione volta ad assicurare la conformità di prodotti (servizi o entità) ai requisiti stabiliti da regole tecniche (certificazione obbligatoria) e/o norme tecniche o documenti equivalenti (certificazione volontaria), attraverso procedimenti tecnici che consistono in opportune combinazioni di operazioni elementari (elementi), selezionate in funzione delle caratteristiche dell'oggetto della certificazione, in termini tali da fornire un adeguato grado di confidenza. Tale assicurazione si rende necessaria in quanto l'uso dei prodotti (e la loro eliminazione al termine della corrispondente vita utile) implica, inevitabilmente, l'insorgere di "domande" da parte del sistema socioeconomico cui sono destinati, che, in ultima analisi, possono essere ricondotte alla richiesta di assicurazione preventiva della loro adeguatezza agli impieghi e applicazioni previsti. La risposta a tali domande serve un duplice scopo: da un lato, consente ai clienti e utenti/consumatori in genere di effettuare una scelta oggettiva nell'ambito dell'offerta; dall'altro, permette ai produttori/fornitori, di operare nel contesto di un mercato più efficiente, in quanto provvisto di parametri di riferimento. Il primo passo da compiere, ai fini di rispondere alle suddette esigenze del sistema socioeconomico, consiste nella definizione dei requisiti cui i prodotti devono soddisfare, tramite appositi riferimenti normativi o documenti equivalenti. Il secondo passo è poi rappresentato dalla definizione delle modalità di verifica ed attestazione della conformità a suddetti requisiti, mediante la messa a punto di procedimenti adeguati. Il terzo passo, infine, è costituito dall'attuazione pratica di detti procedimenti, tramite opportune strutture operative. In tale quadro, vanno tenuti presenti due ordini fondamentali di criteri ispiratori, in qualche misura fra loro contrastanti e che necessitano, pertanto, della ricerca di un equilibrio ottimale: la generazione della massima fiducia nel valore della certificazione; il contenimento dei costi associati entro limiti "sopportabili" per il sistema socio-economico a cui essa è destinata (rapporto costi - benefici). Nel moderno sistema per la qualità, la funzione "certificazione di prodotti" è affidata, in misura crescente, a operatori specializzati di parte terza (Organismi di certificazione di prodotti). La certificazione di 23

24 prodotto è un'operazione essenzialmente tecnica che richiede personale specializzato e adeguate dotazioni strumentali e presenta una forte valenza settoriale. Le verifiche sperimentali (prove, misure, analisi) costituiscono la componente primaria dell'iter certificativo, congiuntamente alla conoscenza tecnologica dei prodotti valutati e dei relativi processi di fabbricazione, nonché delle problematiche connesse con la loro messa in opera ed impiego. Gli Organismi di certificazione di prodotto "leader" nei rispettivi campi di attività sono, di norma, espressione più o meno diretta dei corrispondenti settori industriali (o di servizi), da cui traggono la cultura di base, e dispongono di laboratori propri. Gli Organismi di certificazione di prodotto operano sulla base di una delega formale, ad essi conferita dalle autorità competenti per conto della collettività, nel campo della certificazione obbligatoria, e/o di un riconoscimento di fatto, da parte del mercato, nel settore della certificazione volontaria Componenti ed elementi costitutivi della certificazione di prodotto Alla luce delle considerazioni precedenti, una buona certificazione di prodotto si basa su tre componenti essenziali, fra loro correlati e complementari: riferimenti normativi che stabiliscono i requisiti applicabili alle attività ed all'oggetto della certificazione; tali riferimenti possono essere in forma di normativa quadro di tipo generale, norme specifiche di prodotto/servizio, norme generiche relative ai metodi di prova e misura o altra documentazione equivalente; procedimenti di certificazione che definiscono le modalità di verifica e attestazione della conformità; devono essere adeguati alle caratteristiche dell'oggetto della certificazione ed alle esigenze del "mercato" in genere; strutture operative che vengono utilizzate per le attività di certificazione; devono essere dotate delle necessarie caratteristiche organizzative e gestionali e delle risorse umane e strumentali richieste. L'insieme delle regole e dei procedimenti tecnici e gestionali adottati costituisce il cosiddetto "sistema di certificazione"; le attività svolte da detto sistema con riferimento ad una determinata categoria o tipologia di prodotti, a cui si applicano gli stessi riferimenti normativi e gli stessi procedimenti di valutazione della conformità, costituiscono il cosiddetto 24

25 "schema di certificazione". L'ottimizzazione delle attività di certificazione di prodotto è quindi strettamente correlata all'ottimizzazione di tali componenti nei termini brevemente richiamati nel seguito ed illustrati in dettaglio nei paragrafi successivi Riferimenti normativi Per quanto attiene ai riferimenti normativi, vi è ampia disponibilità di norme quadro che riguardano gli aspetti sistemici delle attività di certificazione. La disponibilità di riferimenti normativi specifici, che definiscono le caratteristiche del prodotto, nonché i metodi di prova e misura (ove applicabile), è funzione del grado di evoluzione della normazione nel settore ed, tuttora, fortemente disomogenea, tra i diversi settori di attività economiche. In mancanza di vere e proprie norme, è tuttavia possibile fare riferimento, entro certi limiti, a documenti di livello inferiore (progetti di norma, specifiche del "cliente", prescrizioni definite dallo stesso Organismo di certificazione, ecc..). La scelta della normativa di riferimento rappresenta comunque un punto cruciale per l'impostazione di uno schema di certificazione e l'ente di certificazione deve dotarsi di tutte le necessarie conoscenze e competenze al riguardo, inclusa la partecipazione attiva ai lavori di normazione Procedimenti di certificazione L'impostazione di un valido sistema/schema di certificazione si basa sulla chiara identificazione dei prodotti (o categorie di prodotti/servizi) oggetto di valutazione e sulla definizione dei procedimenti di certificazione. La precisa identificazione dei prodotti è un'operazione che, se pur guidata dall'organismo di certificazione, deve vedere il coinvolgimento di tutte le parti interessate alla certificazione, quali i produttori e gli utenti/consumatori. L'individuazione della specifica normativa di riferimento, secondo i criteri già esposti, va anch'essa effettuata in stretta collaborazione tra le parti interessate, inclusi gli enti di normazione che rivestono un ruolo particolarmente importante al riguardo. 25

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