DALLA MUTUALITA ALLA CITTADINANZA ATTIVA Forlì 27 ottobre 2012

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1 VERSO LA CONFERENZA APS DALLA MUTUALITA ALLA CITTADINANZA ATTIVA Forlì 27 ottobre 2012 Non si vuole fare un intervento di carattere storico sulle mutue operaie, sulle società operaie di mutuo soccorso, che in particolare qui in Romagna hanno avuto grande importanza e grande impulso e che sono certamente alla base della nascita del movimento cooperativo e dell associazionismo, ma capire come da un gruppo di individui che si riuniscono per uno scopo egoistico si passa al concetto di promozione sociale. L associazionismo è nato sostanzialmente da due costole: le formazioni mutualistiche nate all interno delle formazioni di sinistra con esigenze di protezione sociale non garantite dal pubblico e forme di associazionismo di stampo cattolico che realizzavano finalità di tipo caritativo. Possiamo dire, proprio a grandi linee, che dalla prima costola è nato l associazionismo mentre dalla seconda è nato il volontariato. Sappiamo che il grande distinguo tra associazionismo e volontariato, almeno così come è stato delineato dalle leggi di settore, sta nel soggetto a cui è rivolto l intervento dell organizzazione. Le organizzazioni di volontariato, cosiddette altruistiche, public service, si costituiscono per portare benefici, aiuto, sostegno a persone terze rispetto agli associati, persone bisognose sotto vari aspetti (economico, sociale, sanitario), in definitiva per perseguire scopi sociali. Le ONLUS sono un ulteriore specificazione/specializzazione di questa categoria associativa tant è vero che le ODV sono ONLUS di diritto. Le associazioni si caratterizzano per perseguire uno scopo non lucrativo a vantaggio dei propri associati (mutual benefit, o member service), le attività sono rivolte ai membri stessi dell associazione e producono effetti positivi per i propri associati, dal piacere dello stare assieme e condividere gli stessi interessi, alla possibilità di eventuali vantaggi e benefici da questo stare assieme: sconti su acquisti collettivi, sulla visita a musei,all organizzazione di gite ecc. Nate inizialmente con forti spinte ideali e sociali (pensiamo alle case del popolo) nel corso soprattutto degli anni novanta vi è stato un proliferare di un associazionismo più legato alle attività offerte ai propri associati (sportive, ricreative, culturali, hobbystiche... ). 1

2 Come molte ricerche hanno dimostrato bisogna, però, dire che già il fatto stesso che le persone trovino interesse nell associarsi è un fatto positivo in sè, sviluppa fiducia tra le persone, crea coesione sociale e tutto ciò trova sostanza nel cosiddetto capitale sociale che a sua volta è elemento essenziale anche per lo sviluppo economico. I territori dove è più presente capitale sociale (misurabile attraverso diversi indicatori di cui la propensione ad organizzarsi in associazioni è uno di questi) sono più dinamici dal punto di vista economico e dell innovazione. Ma dov è che si passa dall io al noi, dal conseguire un interesse mio proprio nell associarmi, al perseguire un utilità sociale La svolta, almeno da un punto di vista concettuale, l impulso al passaggio da un associazionismo puramente mutualistico e hobbystico ad un associazionismo con connotati di utilità sociale complessiva è venuto nel nostro paese dall approvazione della legge 383. Introducendo la tipologia delle APS La legge 383 ha voluto riconoscere non il mero associazionismo (quello del gruppo di hobbysti, il club scacchistico ecc, del tutto legittimo e apprezzabile) ma ha voluto riconoscere, dare valenza, valorizzare l associazionismo di promozione sociale, quello che promuove la crescita dell individuo come cittadino partecipe della vita pubblica. Il richiamarsi, nel primo articolo, agli articoli e 18 della Costituzione è una chiara indicazione del tipo di associazionismo che si intendeva valorizzare attraverso la legge 383. Nelle grandi associazioni, in particolare, quelle cosiddette generaliste (ARCI, ACLI, ENDAS ) ci si associa generalmente non per partecipare a specifiche attività tematiche ma per trascorrere in compagnia di altri il proprio tempo libero e praticare, anche nelle forme più semplici della ricreazione, forme di partecipazione attiva alla vita sociale e civile. Una partecipazione attiva dei cittadini ad una vita associativa molto spesso legata anche ad una visione di cambiamento, di evoluzione della società nel suo complesso, declinata a seconda del tipo di idealità espressa da quella specifica associazione. I cittadini che si associano operano, oltre che per il proprio piacere specifico legato alla socialità del ritrovarsi con gli altri soci, per un interesse generale. Alla base dello stare in associazione c è un complesso sistema valoriale e ideale, c è il senso di promuovere socialità, animazione della comunità promuovere cioè coesione sociale c è il senso di svolgere un azione di promozione sociale sia verso i propri soci che verso l esterno, il senso di riavviare o vivificare meccanismi e processi di democrazia e partecipazione diretta, 2

3 in sostanza di rendersi partecipi di forme di cittadinanza attiva. Negli incontri preliminari a questa iniziativa da parte di alcuni responsabili di APS è stato sottolineato che l associazione di PS è un soggetto di socialità non un insieme di individui, soggettività sociale che promuove socialità, un circolo che da insieme di individui diventa una collettività sociale. Un passaggio successivo dovrebbe essere la capacità di fare rete tra le diverse associazioni e superare l autoreferenzialità che è ancora molto presente ma questo è un ragionamento che ci porterebbe fuori dall argomento odierno. Ci si associa, dunque, non solo per la specifica attività che l associazione promuove ma perchè si crede nei valori che quell associazione persegue, il fine non è solo giocare a calcetto o ascoltare musica ma promuovere salute e benessere, allargare la fruizione e la conoscenza di una cultura musicale, la conoscenza di persone e culture diverse, il rispetto delle regole e degli altri, la tolleranza reciproca per dirla in due parole si crea una società più accogliente A volte il risultato di questo agire non è nemmeno perseguito consapevolmente dal singolo associato ma il risultato finale non cambia, l agire individuale, egoistico, per il proprio interesse di socio mette in moto, in quanto agito nell ambito di una aps, un meccanismo virtuoso di socializzazione, partecipazione civica e democratica. Un altro sottoprodotto di questo agire è la produzione di beni relazionali Con beni relazionali si intendono quei beni la cui utilità per il soggetto che lo consuma dipende, oltre che dalle sue caratteristiche intrinseche ed oggettive (la tombola tra amici, il pranzo offerto dal centro sociale), dalle modalità di fruizione con altri soggetti. Il bene relazionale è una tipologia di bene con determinate caratteristiche: esso, si basa sulla conoscenza dell identità dell altro, in cui i soggetti coinvolti si conoscono a fondo; si tratta, inoltre, di un bene anti-rivale, il cui consumo alimenta il bene stesso, e che richiede un investimento di tempo, non di mero denaro. Pertanto, la produzione di beni relazionali non può essere lasciata all agire del mercato in quanto non può avvenire secondo le regole di produzione dei beni privati.. Le organizzazioni dell economia sociale (di cui le APS sono parte), in quanto soggetti orientati alla mission anziché al profitto, sono in grado di selezionare e di alimentare nella società motivazioni comportamentali di natura non strumentale, nonché di contribuire all accumulazione di fiducia generalizzata. da Un altro Welfare. esperienze generative Altri elementi che caratterizzano le attività delle APS sono la partecipazione democratica degli associati, l autogestione e l autoorganizzazione e, complessivamente, la partecipazione popolare, ampia alle proprie attività attraverso una visione quasi educativa e pedagogica del proprio operare. 3

4 L Associazionismo di promozione sociale svolge ruoli di advocacy, ovvero di "tutela dei diritti delle fasce deboli di popolazione", come forma di "volontariato dei diritti", e di promozione della cittadinanza attiva, ovvero promozione della partecipazione consapevole delle persone alla vita politica e sociale e del loro pieno inserimento nella rete di diritti e doveri che sono costitutivi dell essere cittadino. (come abbiamo visto dice la costituzione). Nell ambito del Terzo Settore l associazionismo di promozione sociale si propone come la forma più accessibile della socialità organizzata, capace di proporsi ai giovani come esperienza preliminare e formativa la prima palestra di cittadinanza, di partecipazione civica e, a volte, un primo passo verso la nascita di vere e proprie forme di impresa sociale. Faremo una proposta come forum di far trascorrere agli alunni del quinto anno delle superiori alcune settimane in una organizzazione di terzo settore Per concludere volevo soffermarmi su due aspetti che sono emersi spesso negli incontri preparatori a questi seminari. Si diceva che nelle APS valori e modalità organizzative preminenti sono l autogestione e l autoorganizzazione io vorrei aggiungere un altro auto l autoregolamentazione che vuole anche dire autoresponsabilizzazione non lasciamo che siano altri (o solo altri) a giudicarci, se vogliamo veramente rappresentare qualcosa di nuovo cominciamo a porci noi non dei limiti ma dei margini entro i quali operare che possono rappresentare anche dei limiti ma anche degli ambiti di sicurezza Se vogliamo assumerci delle grandi responsabilità, come siamo intenzionati a fare, dobbiamo anche assumerci dei doveri oltre che avere dei diritti. In quest ottica si intende arrivare alla sottoscrizione da parte delle APS di codici di autoregolamentazione vari aspetti del proprio operare. Di recente è stato sottoscritto dalle maggiori associazioni regionali un codice di autoregolamentazione sugli aspetti che riguardano la somministrazione di alimenti e bevande all interno dei circoli. Per evitare fenomeni di concorrenza interna (con scadimento della qualità complessiva dell offerta associativa) e per instaurare rapporti di buon vicinato con le associazioni di categoria dei commercianti. Nel futuro si possono prevedere codici o protocolli su aspetti più identitari e valoriali (carta dei principi - lavoro buono - ecocompatibilità - ecc.). Per arrivare ad una sorta di certificazione di qualità associativa 4

5 E con questo mi aggancio alla questione Registri che avevano lo scopo di rappresentare una sorta di marchio di qualità per potersi accreditare nei rapporti con le istituzioni e per poter accedere a determinati benefici ma che sono diventati quasi solo un mero adempimento burocratico vanno ripensati, non cancellati, magari in rapporto con i codici di autoregolamentazione. Uno strumento per aiutare una visione comune, per superare gli steccati può essere sicuramente la formazione, formazione non solo sulle attività peculiari di ogni ente, ma puntando su iniziative formative con le quali trasmettere valori, finalità e criteri costitutivi. La Regione, attraverso la legge sulla formazione permanente e l assessorato alla formazione, può sicuramente dare un supporto importante al mondo dell associazionismo per realizzare questo obiettivo. 5

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