Parrocchia di San Martino in Villa Rendena. Inventario dell'archivio storico ( )

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1 Parrocchia di San Martino in Villa Rendena. Inventario dell'archivio storico ( ) a cura di Cooperativa Koinè Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici

2 Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'archivio Diocesano Tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Ornella Bolognese, Elena Bertagnolli, Cinzia Groff e Francesca Tecilla socie della cooperativa Koinè e ultimata nel settembre L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte. In particolare per i registri: - in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro. Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del fondo, dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore. Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno ADT Archivio Diocesano Tridentino Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi graffe, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici. 2

3 Sommario Parrocchia di San Martino in Villa Rendena, Curazia di San Martino... 9 Parrocchia di San Martino Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, Registri dei nati e battezzati, Registri dei matrimoni, Registri dei morti, Registri dei cresimati, Stati delle anime, sec. XIX - sec. XX prima metà Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, Atti matrimoniali, Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, Diari delle messe avventizie, Diari delle messe avventizie della chiesa di Villa Rendena, Diari delle messe avventizie della chiesa di Verdesina, Diari delle messe avventizie della chiesa di Pafsang, Diari delle messe legatarie, Diari personali delle messe, Registri di cassa generale, Registri di amministrazione generale, Registri di cronache e memorie, [1920] Protocolli degli esibiti, "Atti d'ufficio", Carteggio e atti ordinati da don Antonio Guella, Carteggio e atti, Beneficio parrocchiale di San Martino Beneficio parrocchiale di San Martino di Villa Rendena, Registri di cassa, Resoconti, Chiesa di San Martino Chiesa di San Martino in Villa Rendena, Urbari, Registri dei capitali, Registri di cassa, Registri dei verbali delle riunioni della fabbriceria, Resoconti, Primissaria di Villa Rendena Primissaria di Villa Rendena, Urbari, Registri delle messe, Registri di cassa, Resoconti, Chiesa di San Sebastiano Chiesa di San Sebastiano in Verdesina, Urbari, Registri di cassa, Resoconti,

4 Primissaria di Verdesina Primissaria di Verdesina, Registri di cassa, Resoconti, Chiesa della Madonna delle Grazie Chiesa della Madonna delle Grazie in Pafsang, Registri di cassa, Resoconti, Confraternita del Santissimo Sacramento Confraternita del Santissimo Sacramento in Villa Rendena, Registri delle rese di conto, Registri degli iscritti, Consiglio scolastico locale Consiglio scolastico locale di Villa e Verdesina, Carteggio e atti, Indici

5 Albero dei soggetti produttori Curazia di San Martino, Villa Rendena, 1737 gennaio maggio 15 Successori: Parrocchia di San Martino, Villa Rendena, 1914 maggio 16 - Parrocchia di San Martino, Villa Rendena, 1914 maggio 16 - Predecessori: Curazia di San Martino, Villa Rendena, 1737 gennaio maggio 15 Assorbe : Chiesa di San Sebastiano in Verdesina, Verdesina (Villa Rendena), gennaio 24 Assorbe : Chiesa di San Martino, Villa Rendena, ante gennaio 24 Assorbe : Chiesa della Madonna delle Grazie, Pafsang (Villa Rendena), gennaio 24 Beneficio parrocchiale di San Martino, Villa Rendena, 1737 gennaio gennaio 24 Chiesa di San Martino, Villa Rendena, ante gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Martino, Villa Rendena, 1914 maggio 16 - Primissaria di Villa Rendena, Villa Rendena, 1708 luglio gennaio 24 Chiesa di San Sebastiano in Verdesina, Verdesina (Villa Rendena), gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Martino, Villa Rendena, 1914 maggio 16 - Primissaria di Verdesina, Verdesina (Villa Rendena), 1746 maggio gennaio 24 Chiesa della Madonna delle Grazie, Pafsang (Villa Rendena), gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Martino, Villa Rendena, 1914 maggio 16 - Confraternita del Santissimo Sacramento, Villa Rendena, 1741 gennaio 13 - ante 2004 Consiglio scolastico locale di Villa e Verdesina, Villa Rendena, [1923] 5

6 superfondo Parrocchia di San Martino in Villa Rendena, {1} registri 46, quaderni 18, fascicoli 56; metri lineari 4.0 Storia archivistica L'archivio storico della parrocchia di Villa Rendena si trovava depositato, al momento del presente riordino, presso la canonica di Iavré, nella mansarda adibita ad archivio. I registri dei nati, dei matrimoni e dei morti erano a disposizione del parroco nel suo ufficio. Le registrazioni anagrafiche datano dal 1737, anno dell'erezione della curazia di Villa e Verdesina. Il carteggio si presentava quasi tutto raccolto in teche che per caratteristiche estrinseche si potevano suddividere in due blocchi: teche titolate, con piatti di colore grigio e teche di colore viola con apposto un numero segnato in rosso. In seguito al riordino si è rilevato che questa differenza corrispondeva a due precisi momenti della storia dell'archivio. Il primo intervento è attribuibile al curato Antonio Guella ( ) che suddivise il carteggio per argomento e lo raccolse in teche (di colore grigio). Tale suddivisione venne proseguita dal suo successore, don Alfonso Bolognani ( ) che integrò i fascicoli fino alla fine del suo mandato (1). Tra il 1933 e il 1941 la parrocchia fu retta da vicari e in questo periodo non fu operato alcun intervento nelle teche preesistenti, se non forse qualche estrapolazione di atti a seconda delle necessità. Il secondo intervento si colloca negli anni d'ufficio del parroco Fausto Gottardi ( ). Durante gli anni di vacanza della parrocchia gli atti si erano accumulati e per maggior praticità e per l'uso corrente, il nuovo parroco fece raccogliere il carteggio, suddiviso per argomento, nelle nuove teche di colore viola: queste teche riportano una numerazione (da 1 a 24) (2). Esse continuarono ad essere incrementate dai sacerdoti che ressero la parrocchia di Villa Rendena. L'atto più antico conservato in archivio risale al 1487 ed è relativo ad una indulgenza redatta su pergamena (3). Lingua ; latino; tedesco Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Villa Rendena ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'archivio Diocesano Tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. 6

7 Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'archivio Diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate. Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'archivio provinciale Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 Fonti normative Circolare del Ministero dell'interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'archivio Diocesano Tridentino Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n , Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali. 7

8 Codice in materia di protezione dei dati personali, D. L. 30 giugno 2003, n. 196 Norme o convenzioni La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Carteggio e atti ordinati da don Antonio Guella, introduzione alla serie. (2) Ibidem, Carteggio e atti, introduzione alla serie. (3) Ibidem, Carteggio e atti ordinati da don Antonio Guella, fasc. 1. 8

9 Ente Curazia di San Martino 1737 gennaio maggio 15 {2} Luoghi Villa Rendena (TN) Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, 01/01/ /09/2009 Storia Il paese di Villa, in valle Rendena, si trova nelle Giudicarie Interiori (1); esso ha conservato l'antico nome dato dai latini alle zone abitate da contadini e, insieme a Verdesina e a Iavré, costituiva la zona delle cosiddette "tre ville". Per distinguerla da altri paesi fu in seguito chiamata Villa Rendena. Per la cura delle anime Villa dipendeva dal curato di Iavré, a sua volta sottoposto alla giurisdizione ecclesiastica del pievano di Rendena che aveva sede a Spiazzo. I fedeli si recavano alla sede pievana per ricevere i sacramenti e assistere alle principali funzioni, ma nel 1631 alla chiesa di Iavré fu concessa la facoltà di avere il fonte battesimale e da allora anche i nati di Villa e di Verdesina vennero battezzati nella chiesa di Santa Maria Assunta (2). Nel 1707, dopo aver ottenuto le facoltà di assistere ai matrimoni e di seppellire i morti, Iavré si staccò dalla matrice di Spiazzo e pochi anni dopo da essa si separò Villa con Verdesina. Il distacco avvenne dopo un lungo processo che rese necessaria la presenza delle parti fin davanti al giudizio di Venezia (3). La sentenza di separazione di Villa da Iavré fu pronunciata dal vicario generale di Trento Francesco Martini il 26 gennaio 1737, che dichiarò "esser lecito alla comunità di Villa di Rendena ritirarsi dalla cura di Iavré ed avere un curato proprio da provedersi in favore e commodo anche della villa di Verdesina" (4). La comunità venne però obbligata a versare la somma di 300 ragnesi quale risarcimento della mancata contribuzione spettante al curato di Iavré, mentre la comunità di Verdesina venne obbligata a versare il suo contributo al nuovo curato. Il 12 febbraio gli uomini e i vicini della comunità di Villa Rendena istituirono la fondazione per il mantenimento del Santissimo Sacramento e pochi giorni dopo rivolsero al vescovo una supplica affinché concedesse anche la custodia dell'olio santo (5). Il parroco di Rendena si era fino ad allora opposto alla somministrazione, ma ritenendola cosa necessaria all'esercizio della cura d'anime di Villa, l'autorità vescovile con rescritto del 16 febbraio 1737 ordinò che la parrocchiale consegnasse l'olio santo alla chiesa di Villa per mezzo del suo primissario, provvisoriamente chiamato a svolgere le funzioni di curato. Le spese che dovette sostenere la comunità di Villa per vedere finalmente eretta la propria cura d'anime furono rilevanti e si trovano riassunte nell'urbario della chiesa: "Notta della spesa fatta della honoranda comunitta di Villa per la nova cura di essa medema Villa e Verdesina. 1. Spese giudicialli in Trento et in Venecia: ragnesi 200 (troni 900) 2. Speso nella fondacione per l'iluminacione del Santissimo Sacramento nella venerabile chiesa di Santo Martino di detta Villa: ragnesi 850 (troni 3625) 3. Spesa nel tabernacolo novo fatto dal intaiadore Lorenzo e Gierolimo frattelli Dorni di Javrè et indorarlo dal indoradore veneciano: ragnesi 200 (troni 900) 4.Speso nella pissida tuta d'argiento con il suo tabarino overo coperto della medema: ragnesi 80 (troni 360) 5. Speso nel baldachino ombrella e stendardo tuto di damascho cremese il tutto fornito con franze: ragnesi 130 (troni 585) 6. Speso nel fonte batesimalle: ragnesi 50 (troni 225) 7. 9

10 Speso per tanti incontanti datti alli Iavredi nella separacione della cura: ragnesi 300 (troni 1350) 8. Speso nel ostentorio tuto d'argiento lavoratto: ragnesi 140 (troni 630) 9. Speso nel cerio tuto di cera biancha costa a Trento: ragnesi 18 (troni 82). In tuto fano ragnesi 1968 (troni 8657)" (6). La comunità, che aveva il diritto di eleggere il proprio sacerdote, ne aveva anche l'onere del mantenimento. Il primo curato fu don Giovanni Antonio Giacomini da Ragoli, già presente a Villa in qualità di primissario; egli esercitava entro i confini della propria curazia la cura d'anime indipendentemente dal parroco di Rendena, teneva le matricole dei nati e battezzati, dei morti e dei matrimoni, ai quali assisteva senza delegazione del parroco. L'indipendenza del curato venne ribadita dall'ordinariato nel 1892: l'ufficio rilasciò a don Pietro Sallazer un certificato a dimostrazione del suo status ai fini di poter richiedere il completamento della congrua rilasciata dal governo. Nel documento, sottoscritto anche dal parroco di Rendena Giacinto Maffei, si dichiarava che il curato di Villa, oltre a trattenere le matricole e assistere di diritto ai matrimoni, corrispondeva con le autorità ecclesiastiche e civili e possedeva un proprio timbro, fatti per i quali si doveva riconoscerne l'indipendenza (7). Agli inizi del 1913 don Antonio Guella indirizzò alla rappresentanza comunale di Villa Rendena la proposta di elevare la curazia a parrocchia, sottolineando il fatto che tale desiderio era stato manifestato dal vescovo in occasione della visita pastorale compiuta nell'agosto 1912 (8). Nella lettera il curato chiedeva di indire in chiesa un comizio per la rinuncia del diritto di nomina del futuro parroco da parte dei capifamiglia dei paesi di Villa e di Verdesina e assicurava che tutto ciò non avrebbe comportato alcun onere per i comuni interessati. Il 16 maggio 1914 la curazia di Villa Rendena venne elevata a parrocchia. ELENCO DEI CURATI Giovanni Antonio Giacomini 1752-**** Giovanni Antonio Paoli 1755-**** Bernardo Chiappani Ognibene Borzaghini Simone Antonio Bottea Giacomo Giuseppe Viviani Giovanni Battista Vincenzo Cantonati Luigi Martinelli Giacomo Agostini Agostino Tambosi (vicario) Giuseppe Fontana vicari Luigi Benvenuti Borroni Luigi Giordani 1885 vicari Bentivoglio Pietro Sallazer Antonio Guella 10

11 Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Tione Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d archivio ADT, Atti Visitali Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp Note (1) Geograficamente le Giudicarie si suddividono in Giudicarie Esteriori (comprendenti le zone di Lomaso, Bleggio e Banale) e in Giudicarie Interiori (comprendenti l'alto corso del Sarca, con la valle Rendena e Tione, ed il bacino del Chiese). (2) Cfr. Parrocchia di Santa Maria Assunta in Iavré. Inventario dell'archivio storico, a cura della Cooperativa Koiné, (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Carteggio e atti, fasc. 4. (4) Ibidem. (5) Ibidem, Carteggio e atti ordinati da don Antonio Guella, fasc. 5. (6) Cfr. Chiesa di San Martino in Villa Rendena, Urbari, reg. 1. (7) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Carteggio e atti, fasc. 3. (8) Ibidem, Carteggio e atti ordinati da don Antonio Guella, fasc

12 Ente Parrocchia di San Martino 1914 maggio 16 - {3} Luoghi Villa Rendena (TN) Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, 01/01/ /09/2009 Storia Agli inizi del 1913 il curato don Antonio Guella indirizzò alla rappresentanza comunale di Villa Rendena la proposta di elevare la curazia a parrocchia, sottolineando il fatto che tale desiderio era stato manifestato dal vescovo in occasione della visita pastorale compiuta nell'agosto Nella lettera il curato chiedeva di indire in chiesa un comizio per la rinuncia del diritto di nomina del futuro parroco da parte dei capifamiglia dei paesi di Villa e di Verdesina e assicurava che tutto ciò non avrebbe comportato alcun onere per i comuni interessati. La rappresentanza comunale espresse il suo voto favorevole nella seduta del 13 marzo 1913, cui seguirono i consensi del parroco di Spiazzo Rendena il 27 marzo e del Capitolo della Cattedrale di Trento il 28 marzo. Con decreto vescovile del 16 maggio 1914 la curazia di Villa Rendena venne elevata a parrocchia (1). La Luogotenenza di Innsbruck vistò il decreto il 30 giugno (n. 1294/4). Don Antonio Guella, promotore della parrocchia, morì improvvisamente il 24 dicembre 1913 e la nomina del nuovo sacerdote avvenne solo nel giugno dell'anno seguente. Don Alfonso Bolognani venne nominato ufficialmente primo parroco di Villa Rendena e Verdesina con decreto vescovile del 19 ottobre L'installazione del nuovo parroco avvenne il 15 novembre (2). Don Bolognani resse la parrocchia fino all'aprile del 1932 per ritirarsi a riposo, lasciando alla popolazione un segno indelebile del suo operato pastorale e umano. Dopo di lui la parrocchia rimase vacante per più di sette anni. La parrocchia confina lungo la strada provinciale con quella di Tione e con quella di Iavrè. Nella parrocchia rientra la frazione di Verdesina, che si trova alla periferia di Villa, poco distante dalla chiesa parrocchiale. Nell'ambito parrocchiale rientra anche la cappella della Madonna delle Grazie di Pafsang. Villa Rendena fece parte del decanato di Tione fino al 1964 e da quella data venne inserita nel neo costituito decanato di Rendena. Con D.M. del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficale del 24 gennaio 1987, la parrocchia di San Martino con sede a Villa Rendena è stata dichiarata persona giuridica privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 624). ELENCO DEI PARROCI Alfonso Bolognani vicari Fausto Gottardi 12

13 Eugenio Povinelli Fermo Amistadi Tullio Ambrosi Paolo Ferrari Marcello Mengarda Condizione giuridica Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (3) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del Il can dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can ). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Tione (fino al 1964) Decanato di Rendena 13

14 Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d archivio ADT, Atti Visitali Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 LORENZI C., Rendena arte e vita. Museo aperto d'arte pittorica e devozione mariana, Editrice Rendena, Tione, 1995 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Carteggio e atti ordinati da don Antonio Guella, fasc. 5. (2) Ibidem. (3) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese,

15 fondo A Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, {4} registri 35, quaderni 12, fascicoli 48 Soggetti produttori Curazia di San Martino, 1737 gennaio maggio 15 Parrocchia di San Martino, 1914 maggio 16 - Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali dell'8 giugno 1994 è stato dichiarato di interesse storico. Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari. Lingua ; latino; tedesco Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo. Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'archivio Diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. 15

16 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, {5} registri 1 Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati i nati e battezzati, i matrimoni e i morti della curazia di Villa Rendena dal 1737, tempo dell'erezione della curazia, fino al Il registro, corrispondente secondo la numerazione ordinale al primo volume delle rispettive serie, è stato compilato in lingua latina e in forma discorsiva per il periodo ; , mentre dal 1807 al 1810 è stato compilato in lingua italiana e su tabella "rigata a mano" (o artigianale). Le registrazioni effettuate in forma discorsiva riportano, per quanto riguarda i battezzati, le date di nascita e di battesimo, i nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini; per quanto riguarda i matrimoni le registrazioni riportano data e luogo di matrimonio, i nomi degli sposi e la loro provenienza, i nomi del ministro celebrante e dei testimoni; le registrazioni dei morti riportano la data del decesso, il nome e l'età del defunto, il luogo di sepoltura e il nome del sacerdote presente. Le registrazioni dei nati e battezzati dal 1641 e quelle dei matrimoni e dei morti dal 1712 si trovano sui registri della parrocchia di Iavré (1). Per un'introduzione generale alle serie (nati, matrimoni e morti) si vedano le serie corrispondenti. Note (1) Cfr. Parrocchia di Santa Maria Assunta in Iavré. Inventario dell'archivio storico ( ), a cura della Cooperativa Koinè, 2011, Ufficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Iavré, Registri dei nati e battezzati, regg. 1, 2 e Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 1. A 1.1 {6} "Liber in quo continentur baptizati, sponsi et defuncti ecclesiae curatae Sancti Martini Villae Rendenae dioecesis Tridenti, inceptus die 10 februarii Me benef[ica]to curato p. Ioanne Antonio Iacomini" (tit. int.) 1737 febbraio dicembre 31 (con annotazioni dal 4 al 9 settembre 1837) Altre denominazioni: "Nati, morti, matrimoni" (tit. dorso) cc : "Cathalogus baptizatorum", registro dei nati e battezzati, 1737 febbraio dicembre 25; cc : "Cathalogus defunctorum", registro dei morti, 1737 marzo dicembre 31; cc : "Cathalogus sponsorum", registro dei matrimoni, 1737 febbraio agosto 27. All'inizio, dopo il titolo interno: annotazione relativa all'acquisto del sigillo curaziale, 1796 febbraio; annotazione relativa alla stesura dell'atto notarile che sancisce la separazione delle comunità di Iavré, Villa e Verdesina dalla parrocchiale di Rendena, 1707 gennaio 29; alla fine: annotazione relativa al rinnovo della Via Crucis nella chiesa di San Martino; 1784 settembre 12., latino Registro; carta, legatura in pelle, cc. 292 (bianche le cc. 159, 160, 247) Segnature precedenti: Vol. I 16

17 serie A 2 Registri dei nati e battezzati, {7} registri 4 Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da quattro registri sui quali sono riportate le registrazioni dei nati e battezzati di Villa e Verdesina dal 1820 al 2001 (voll. II-V). Le registrazioni precedenti, dal 1737 al 1819 (vol. I), si trovano in Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1. I registri di questa serie sono strutturati a tabella prestampata; le registrazioni sono effettuate in lingua italiana e riportano, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Dal 17 marzo 1884 le registrazioni riportano anche il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto. I registri sono corredati di indici alfabetici. Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo. A 2.1 "Registro dei nati della curazia di Villa e Verdesina dal 1820 al 1853" 1820 gennaio dicembre 10 Altre denominazioni: "Nati II " (tit. dorso) Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 99, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: Vol. II 17 {8}

18 A 2.2 {9} "Volume III dei nati e battezzati dall'anno 1853 all'anno 1897" 1853 gennaio dicembre 28 All'interno del piatto anteriore: "Nomi dei morti che verranno scolpiti nel monumento dei caduti", s.d.; all'interno del piatto posteriore, incollati: biglietti delle comunioni pasquali raccolti dal parroco Alfonso Bolognani, ; Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 46, cc. sd , con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. A 2.3 {10} "Volume IV dei nati e battezzati dall'anno 1898 all'anno 1927" 1898 gennaio novembre 27 Alla fine, incollati alla carta di guardia: ritagli di quotidiani relativi a fatti avvenuti in Valle Rendena, 1920 giugno giugno 21. Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 104, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. A 2.4 "Volume V dei nati e battezzati nella parrocchia di Villa-Verdesina iniziato nel " 1928 gennaio dicembre 8 Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 109, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {11} 18

19 serie A 3 Registri dei matrimoni, {12} registri 3 Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici. La serie è formata da tre registri sui quali sono riportate le registrazioni dei matrimoni di Villa e Verdesina celebrati dal 1820 al 1988 (voll. II-IV). Le registrazioni precedenti, dal 1737 al 1819 (vol. I), si trovano in Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1. I primi due registri della serie sono strutturati a tabella prestampata; le registrazioni, in lingua italiana, riportano secondo le disposizioni governative la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. L'ultimo registro è compilato secondo le norme concordatarie. 19

20 A 3.1 "Registro dei matrimoni della curazia di Villa e Verdesina dal 1820 al 1892" 1820 maggio agosto 11 Altre denominazioni: "Matrimoni. Tomo II" (tit. dorso) Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 158, con indice alfabetico a rubrica sciolto Segnature precedenti: II {13} A 3.2 {14} "III. Matrimoni dal " 1893 febbraio ottobre 30 (1) A c. s 92, alla fine delle registrazioni del 1929 si trova la nota: "D'ora in avanti su questo volume III ci sarà la trascrizione in forma semplice dei matrimoni tolti dal registro ufficiale dei matrimoni prescritti dal Concordato fra Santa Sede e l'italia cogli 11 febbraio 1929; vedi volume IV che s'inizia col Sacerdote Alfonso Bolognani I parroco". Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 100, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) I matrimoni registrati dopo il 1929 sono ripresi dal registro che segue: cfr. nota del parroco Alfonso Bolognani a c. s 92. A 3.3 "Parrocchia di Villa-Verdesina. Atti di matrimonio. Volume IV incominciato il 1930" 1930 gennaio maggio 21 Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 170, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {15} 20

21 serie A 4 Registri dei morti, {16} registri 2 Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da due registri sui quali sono riportate le registrazioni dei morti di Villa e Verdesina dal 1820 al 1959 (voll. II-III). Le registrazioni precedenti, dal 1737 al 1819 (vol. I), si trovano in Ufficio parrocchiale di San Martino in Villa Rendena, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 1. I registri sono strutturati a tabella prestampata; le registrazioni, in lingua italiana, riportano la data del decesso, le generalità del defunto e la causa della morte; dal 13 agosto 1925 al 19 ottobre 1939 si trova apposta la firma del medico che attesta la causa del decesso. A 4.1 "Registro dei morti della curazia di Villa e Verdesina dal 1820 al 1875" 1820 febbraio dicembre 20 Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 150, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: vol. II {17} 21

22 A 4.2 "III. Morti dal I gennaio 1875 fino al 1959 nella curazia di Villa e Verdesina" 1875 gennaio dicembre 29 Altre denominazioni: "Morti. Tomo III " (tit. dorso) Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 314, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {18} 22

23 serie A 5 Registri dei cresimati, {19} registri 1 Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX. La serie è formata da un registro sul quale sono annotati i nomi dei ragazzi della parrocchia ai quali è stata impartita la Cresima dal 1837 al A 5.1 "Registro dei cresimati della curazia di Villa e Verdesina dall'anno 1837 fino al ***" 1837 agosto settembre 27 Registro; carta, legatura in carta, cc. 29 n.n. {20} 23

24 serie A 6 Stati delle anime, sec. XIX - sec. XX prima metà {21} registri 3 Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione. La serie è formata da tre registri sui quali sono riporti gli stati delle famiglie di Villa (reg. 1) e di quelle di Verdesina (regg. 2-3). Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52 Codice di diritto canonico, Roma, 1984, can. 440 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII (1905), p. 239 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp A 6.1 "Registro dell'anagrafe. Villa" sec. XIX - sec. XX prima metà (con annotazioni fino al 1962) Anagrafe delle famiglie di Villa. Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 376 (bianche molte pp.), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {22} 24

25 A 6.2 "Anagrafe di Verdesina" sec. XIX - sec. XX inizio Anagrafe delle famiglie di Verdesina. Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 153 (bianche molte pp.), con indice alfabetico parziale all'inizio n.n. Segnature precedenti: I volume {23} A 6.3 {24} "Anagrafe di Verdesina" sec. XX primo quarto (con annotazioni fino al 1964) Altre denominazioni: "Anagrafe per l'ufficio parochiale di Villa e Verdesina iniziata dal reverendo curato don Antonio Guella corretta e continuata dal parroco prete Alfonso Bolognani 17/8/1923" (tit. int.) Anagrafe delle famiglie di Verdesina. Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 114 (bianche molte pp.), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. 25

26 serie A 7 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, {25} registri 1 Contenuto La serie è formata da un registro sul quale il parroco ha effettuato le registrazioni relative a nascite e battesimi, a matrimoni e a morti di parrocchiani avvenuti fuori parrocchia o all'estero; le annotazioni sono eseguite secondo le notificazioni pervenute all'ufficio parrocchiale. A 7.1 "Registro dei nati e battezzati, morti e matrimoni all'estero anno 1913-***" 1913 [gennaio] aprile 28 (1) cc. sd 1-16: nati e battezzati all'estero dal 17 novembre 1893 al 28 aprile 1983; pp. 1-24: morti all'estero dal 14 febbraio 1913 al 26 aprile 1968; pp. 1-30: matrimoni celebrati all'estero dal primo febbraio 1913 al 28 ottobre A p. 14 (morti): trascrizione dal giornale della notizia relativa all'assassinio di una donna, 1930 luglio 5. Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 16, pp. 24, 30, con indici alfabetici a rubrica alla fine di ogni parte n.n. Note (1) Gli estremi sono relativi alla compilazione del registro. {26} 26

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