Questione di pelle. Prevenzione secondaria delle patologie correlate, razionalizzazione e innovazione delle cure.
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- Serena Leonardi
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1 1. TITOLO PROGETTO Questione di pelle. 2. SOTTOTITOLO Interventi per la prevenzione dell overdose e delle infezioni a trasmissione parenterale negli Istituti Penitenziari 3. AREA DI INTERVENTO DEL PROGETTO Prevenzione secondaria delle patologie correlate, razionalizzazione e innovazione delle cure. 4. RESPONSABILE DEL PROGETTO DATI ANAGRAFICI Cognome Costantini Nome Marino Ente Comune di Venezia Direzione via S. Pio X n.4 Centrale Politiche Sociali, Educative e Sportive - Servizio Adulti Città Venezia - Mestre Cap Provincia Venezia Telefono 041/ Fax 041/ marino.costantini@comune.venezia.it QUALIFICA Funzionario Psicologo livello D5 PROGETTISTI Favaretto Alberto, Educatore Professionale Trevisiol Loris, Educatore Professionale 5. AREA TERRITORIALE DELL INTERVENTO Il progetto si articolerà nell ambito di alcuni Istituti Penitenziari presenti nel territorio regionale, coinvolgendo realtà operanti nelle strutture e avviando specifiche attività all interno degli Istituti Carcerari del territorio veneziano. 6. PREMESSA E ANALISI DEL FENOMENO Il progetto permette lo sviluppo e l ampliamento di un intervento sperimentale di prevenzione secondaria attivato nel 2002 all interno dell Istituto Circondariale maschile di S. Maria Maggiore a Venezia. Il programma si basa sulla pluriennale esperienza svolta dalla UOC Lavoro di Strada-Interventi a Bassa Soglia del Servizio Adulti nel territorio della Terraferma Mestrina e nel Centro Storico di Venezia e si pone come obiettivo la verifica della possibilità di implementazione degli interventi rivolti alla popolazione target di tossicodipendenti attivi consumatori prevalentemente di sostanze ad uso iniettivo. Comune di Venezia Direzione Politiche Sociali Servizio Adulti 1
2 Perché per un servizio che si occupa di prevenzione secondaria in strada può essere opportuno ampliare il proprio campo d azione al carcere? Nel lavoro di strada spesso si entra in contatto con utenti che commettono reati e a seguito di questi possono avere delle esperienze di detenzione all interno degli Istituti Carcerari di Venezia o del territorio regionale. Progettare un intervento in carcere può rappresentare una importante azione di continuità congruente con le finalità del lavoro di strada e in particolare può: favorire l incontro con persone tossicodipendenti detenute che poi si potrebbero rivedere in strada; promuovere la conoscenza delle offerte del servizio presso persone che una volta uscite dal carcere potrebbero averne bisogno; diffondere informazioni corrette sui rischi collegati all uso delle sostanze, sulle modalità di soccorso in caso di overdose, sulle malattie trasmissibili per via parenterale e/o sessuale; realizzare attività di prevenzione con le persone tossicodipendenti carcerate, inducendole a parlare liberamente delle proprie abitudini di consumo di sostanze stupefacenti per individuare eventuali comportamenti a rischio da modificare; Secondo il Ministero della Giustizia circa il 30% della popolazione carceraria italiana è composto da tossicodipendenti. In occasione della IX International Conference on drug related harm di Sao Paulo del Brasile, pubblicata nel numero 17 del 1998 della rivista Prospettive Sociali e Sanitarie, emergono come degni di nota i fattori di rischio di infezione da patologie per via ematica nell ambiente carcerario dovuti per lo più a ragioni di tipo comportamentale come uso promiscuo di materiale iniettivo, rapporti sessuali non protetti, tecniche grezze di tatuaggio, oltre che ragioni di tipo strutturale come: sovrappopolazione; scarse condizioni igieniche; mancanza di servizi sanitari dedicati; Al I Convegno Nazionale sulle Tossicodipendenze e Carcere tenutosi ad Abano Terme nel giugno 2000 la relazione del dott. M. Mac Donald, che da un paio d anni conduce una ricerca che mette a confronto le pratiche di trattamento nelle carceri italiane ed in quelle inglesi, mette in evidenza che il 6% dei detenuti tossicodipendenti contattati in venti carceri presi a campione in Inghilterra ed Italia ha dichiarato di aver iniziato ad iniettarsi droga all interno delle carceri; Da un incontro del luglio 1999, tenuto presso l Istituto Circondariale di S. Maria Maggiore a Venezia tra la Direttrice dell Istituto Penitenziario di Venezia, la Direttrice del Centro Servizi Sociali Adulti, la Responsabile dell Unità Operativa Area Penale del Sert di Venezia e il Responsabile UOC Lavoro di Strada Interventi a Bassa Soglia del Comune di Venezia, è emersa la seguente percezione del rischio per quanto riguarda la tossicodipendenza in carcere: non è escluso che anche in carcere a Venezia entrino sostanze stupefacenti illegali (buprenorfina, bombolette di gas, alcool, eroina); i gas vengono sniffati; spesso si ricorre a cocktail di farmaci e alcool; le iniezioni di eroina vengono praticate con aghi e siringhe, più spesso con metodi artigianali (vedi l utilizzo della penna bic); il sovraffollamento in carcere determina situazioni di estrema promiscuità. Nel 1999 la Commissione consultiva per il riordino dalla medicina penitenziaria effettua una proposta che prevede la fornitura di siringhe monouso e preservativi ai detenuti e la Circolare Ministeriale inviata alle Regioni e alle strutture penitenziarie il 29 dicembre 1999 indica che tra gli obiettivi prioritari per il settore, rientra l incremento dell attività di prevenzione, l informazione ed l educazione per la riduzione del rischio da patologie legate all uso di droghe ; Nelle Linee Guida per la prevenzione e il trattamento dell overdose e degli effetti acuti dell ecstasy, approvate con Deliberazione n del 11 aprile 2000 dalla Giunta Regionale del Veneto, al sottoparagrafo 6.1/A (Training comportamentali del t.d. da sostanze di abuso) nel capitolo dedicato alla prevenzione dell overdose da eroina si auspica che: presso i Sert, le comunità, il carcere ecc. si possano realizzare brevi corsi di addestramento per far acquisire abilità preventive pratiche su: come prevenire l overdose, come soccorrere un compagno in overdose, come chiamare i soccorsi in caso di incidente ( ) le organizzazioni sopramenzionate dovrebbero quindi inserire nei loro interventi anche queste tecniche che attualmente risultano poco Comune di Venezia Direzione Politiche Sociali Servizio Adulti 2
3 applicate. Al punto C Informazioni preventive per persone in uscita dal carcere o comunità - dello stesso sottoparagrafo vengono, inoltre, dati altri utili suggerimenti di intervento. Nel novembre 2000 vengono pubblicate le linee guida sulla riduzione del danno del Ministero della Sanità e nel paragrafo - Riduzione del Danno e detenzione - si evidenzia che i comportamenti rischiosi sono legati, in particolare, all esistenza di promiscuità e alla mancanza di siringhe e di procedure corrette di sterilizzazione; molto diffusa è, inoltre, la pratica dei tatuaggi che esercitata in condizioni igieniche molto approssimative può esporre al contagio delle patologie a trasmissione parenterale (HIV, epatiti). Diverse ricerche dimostrano che, per i consumatori di stupefacenti, il pericolo overdose aumenta durante la prima settimana dal rilascio. Rispetto a questi eventi è necessario attrezzarsi per ridurre il rischio dell overdose e/o per ridurre il rischio che tali overdose siano mortali. Per concludere, tali dati mettono in evidenza come anche all interno delle strutture carcerarie si possano presentare situazioni che vedono l utilizzo di materiali destinati ad un uso iniettivo e illegale (sostanze, inchiostri per tatuaggi permanenti) e spesso con modalità rischiose (senza cautele, velocemente, in modo improvvisato, con strumenti rudimentali). Il target a cui si intende rivolgere l intervento presenta, infine, al momento della scarcerazione un alta probabilità di recidiva rispetto al consumo di sostanze per via iniettiva, una scarsa considerazione dell utilizzo del condom, come è risultato da una recente indagine realizzata dalla nostra unità di strada nel 2002, e da ultimo, ma non per questo di minor importanza, una altissima predisposizione, sia all interno che all esterno del carcere, a tatuare o ad essere tatuati. Proprio su quest ultima pratica si intende focalizzare l intervento poiché attraverso il tema del tatuaggio si possono trasmettere molti messaggi di prevenzione all interno delle carceri. 7. FINALITA' GENERALI e OBIETTIVI SPECIFICI Obiettivi generali 1 Prevenire il rischio di infezione da HIV, epatite,setticemie e di altre malattie infettive per via parenterale e/o sessuale 2 Prevenire il rischio di morte per overdose Obiettivi specifici 1.1 Instaurare primi contatti con tossicodipendenti detenuti con la possibilità di ripristinare il rapporto con loro in strada, una volta scarcerati 1.2 Aumentare le conoscenze e le informazioni dei soggetti all interno della struttura carceraria 1.3 Aumentare le abilità preventive pratiche dei soggetti tossicodipendenti 1.4 Aumentare la collaborazione tra servizi che si occupano di tossicodipendenza all interno delle strutture carcerarie 1.5 Conoscere e monitorare il fenomeno della pratica del tatuaggio e/o altre pratiche a rischio 2.1 Instaurare primi contatti con tossicodipendenti detenuti con la possibilità di ripristinare il rapporto con loro in strada, una volta scarcerati 2.2 Aumentare le conoscenze e le informazioni dei soggetti all interno della struttura carceraria 2.3 Aumentare le abilità preventive pratiche dei soggetti tossicodipendenti 2.4 Incrementare la rete dei servizi con cui può entrare in contatto la persona all uscita dal carcere Comune di Venezia Direzione Politiche Sociali Servizio Adulti 3
4 8. METODOLOGIE ADOTTATE PER CIASCUN OBIETTIVO SPECIFICO Finalità Obiettivi specifici Metodologie 1.1 Instaurare primi contatti con tossicodipendenti detenuti con la possibilità di ripristinare il rapporto con loro in strada, una volta scarcerati 1. Prevenire il rischio di infezione da HIV, epatite, setticemie e di altre malattie infettive per via parenterale e/o sessuale 1.2 Aumentare le conoscenze e le informazioni preventive dei soggetti all interno della struttura carceraria e in uscita 1.3 Aumentare le abilità preventive pratiche dei soggetti tossicodipendenti 1.4 Aumentare la collaborazione tra servizi che si occupano di tossicodipendenti all interno delle strutture carcerarie 1.5 Conoscere e monitorare il fenomeno della pratica del tatuaggio e/o altre pratiche a rischio Cicli periodici e continuativi di incontri (training comportamentali e laboratori) su tematiche specifiche Materiale informativo mirato sui servizi esterni Realizzazione ed utilizzo di materiali informativi mirati quali: a) Opuscoli con informazioni specifiche e in diverse lingue; b) Guida di prevenzione secondaria alla pratica del tatuaggio permanente c) Realizzazione video Spazio bacheca per raccogliere e divulgare materiali informativi Training comportamentali e laboratori su: a) Prevenzione delle infezioni da pratiche iniettive (sostanze e/o tatuaggio) b) Prevenzione delle infezioni da pratiche sessuali Incontri periodici tra servizi e realtà operanti nelle strutture carcerarie Osservatorio 2.1 Instaurare primi contatti con tossicodipendenti detenuti, con la possibilità di ripristinare il rapporto con loro in strada, una volta scarcerati; Cicli periodici e continuativi di incontri (training a tema) 2. Prevenire il rischio di morte per overdose 2.2 Aumentare le conoscenze e le informazioni preventive dei soggetti all interno della struttura carceraria e in uscita 2.3 Aumentare le abilità preventive pratiche dei soggetti tossicodipendenti 2.4 Incrementare i contatti con la rete dei servizi che accompagna la persona all uscita dal carcere Materiale informativo mirato anche in lingue diverse Training comportamentali specifici Case management con i servizi della rete 9. TARGET Il progetto si rivolge prevalentemente a: persone tossicodipendenti detenute nell ambito territoriale a cui è destinato il progetto; persone detenute in terapia con farmaco sostitutivo o attualmente drug free, ma con possibilità di recidiva; persone detenute che utilizzano la pratica del tatuaggio permanente con ago. Comune di Venezia Direzione Politiche Sociali Servizio Adulti 4
5 10. SOGGETTI DA COINVOLGERE L intervento presentato ha già avuto l approvazione da parte della Direzione degli Istituti Penitenziari di Venezia, gli altri soggetti da coinvolgere sono: Ministero della Giustizia (Direzioni Carcerarie) Associazioni e Privato Sociale operanti all interno delle strutture carcerarie della regione Dipartimento Dipendenze ULSS 12 ULSS 12 Malattie Infettive ULSS 12 Gruppo C Centro Servizi Sociali Adulti Personale carcerario Detenuti 10. TEMPI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DIVISI PER SEMESTRALITA Azioni Training comportamentali e laboratori materiali informativi mirati semestre 1 semestre 2 semestre Spazio bacheca case management Osservatorio Guida sul tatuaggio Realizzazione video 11. RISORSE UMANE IMPIEGATE Il progetto amplia sia dal punto di vista territoriale (Strutture Penitenziarie del territorio regionale, Carcere Femminile e S.A.T del territorio Veneziano) che da quello degli strumenti adottati ( realizzazione di una guida e di un video sul tema della prevenzione) una sperimentazione che il Servizio Adulti della Direzione Centrale Politiche Sociali, Educative e Sportive del Comune di Venezia ha svolto all interno del Carcere Circondariale maschile Veneziano. Oltre all operatore del Servizio Adulti UOC Lavoro di Strada e Interventi a Bassa Soglia che ha seguito la prima fase sperimentale sarà necessario individuare altri 2 operatori part time (18 ore a settimana) al fine di permettere lo svolgimento delle attività all interno anche di altri Istituti di Pena. In particolar modo per gli obiettivi , 2.4 sarà necessario ricorrere ad un referente operativo, anch egli part time, che sarà comunque supportato dal responsabile del Servizio. Per quel che riguarda, invece, i materiali informativi sarà necessario ricorrere a del personale per le traduzioni dei materiali in diverse lingue e del personale specializzato per la realizzazione della guida e del video. Comune di Venezia Direzione Politiche Sociali Servizio Adulti 5
6 13. RISORSE MATERIALI UTILIZZATE Le risorse economiche a disposizione saranno da impegnare nella realizzazione delle attività all interno delle strutture, ma in particolar modo per la realizzazione della guida di prevenzione dei rischi del tatuaggio in carcere e del video. In riferimento a quest ultimo si è orientati per la produzione di un materiale di alta qualità verificando anche la disponibilità di qualche testimonial di rilievo che con modalità adeguate possa trasmettere i messaggi di prevenzione e raggiungere la popolazione target. 14. MODALITÀ PER COMUNICARE LA DIFFUSIONE DEI RISULTATI Le modalità di diffusione dei risultati coincidono con la necessità di promuovere il progetto nel territorio al fine di contribuire alla realizzazione del Sistema Integrato Preventivo Assistenziale delle dipendenze. Le forme di diffusione dei risultati previste sono: conferenze stampa iniziale avvio attività relazioni tecniche pubblicazioni su riviste specializzate; pubblicazione e diffusione della guida; proiezione e diffusione video; seminario finale Settembre 2004 Il Responsabile del Progetto (dott. Marino Costantini) Comune di Venezia Direzione Politiche Sociali Servizio Adulti 6
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