UFFICIO STATISTICA E STUDI. I Numeri dell Economia

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1 UFFICIO STATISTICA E STUDI I Numeri dell Economia n. 1/2013

2 Edito dalla Camera di Commercio di Ancona Autorizzazione Tribunale di Ancona n. 5/03 in data 3 aprile 2003 Supplemento del periodico Qui Economia Aut.Trib.An n.211 del 4/6/1956 Direttore Responsabile Michele De Vita Direzione, Redazione e Amministrazione Piazza XXIV Maggio, 1 Ancona Camera di Commercio di Ancona Piazza XXIV Maggio, Ancona tel. 071/ (sezione Informazioni Economico Statistiche) (sezione territoriale Ancona) Segretario Generale della Camera di Commercio di Ancona Dott. Michele De Vita A cura di: Ufficio Statistica e Studi Giovanni Manzotti Giovanna Carloni Elisa Cellerino Andrea Mosconi I numeri dell economia (n1/2013) 1

3 INDICE Movimprese: la demografia delle imprese della provincia di Ancona, anno pag. 3 Il commercio estero della provincia di Ancona, anno pag. 11 Le performance economico-finanziarie delle imprese della provincia di Ancona... pag. 19 Il mercato del credito nella provincia di Ancona... pag. 31 I numeri dell economia (n.1/2013) 2

4 1. Movimprese: la demografia delle imprese della provincia di Ancona, anno Le dinamiche in corso I segnali di sofferenza economica, che si sono intensificati nel corso del 2012, hanno trovato una significativa manifestazione anche nella demografia delle imprese italiane: infatti il tasso di crescita delle imprese si è fermato a +0,31% (pari imprese in più), valore evidentemente modesto se confrontato con quelli del 2011 (+0,82%), e del 2010 (+1,19%). La crescita numerica della struttura imprenditoriale italiana torna dunque ad un livello che, negli anni più recenti, fa riscontrare un precedente paragonabile solamente con riferimento al valore del 2009, anno in cui esplose anche nel sistema economico italiano la grave crisi economico-finanziaria originatasi negli Stati Uniti d America. Come allora, anche lo scorso anno la difficile situazione economica si è manifestata nella diminuzione subita dall avvio di nuove attività imprenditoriali, scese al 6,28%, mentre il tasso di mortalità delle imprese, dopo il miglioramento registrato nel biennio , torna ad crescere (5,97%) avvicinandosi anch esso al valore del 2009 (6,03%). Andamento demografico delle imprese della provincia di Ancona negli anni Anni Iscrizioni Cessazioni* Saldo Tasso di crescita annuale ,46% ,20% ,39% ,32% ,21% ,07% ,75% ,65% ,15% ,49% ,43% ,40% *cessazioni al netto delle cancellazioni d ufficio Fonte: Unioncamere-Infocamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e Studi, Camera di Commercio di Ancona Anche nella provincia di Ancona la crisi economica morde le imprese, tanto da portare ad un tasso di crescita negativo, pari a 0,40%. Anche nel nostro territorio negli anni più recenti si riscontra un progressivo ridimensionamento del tasso di crescita, sceso dal +1,49% del 2010, al +0,43% del 2011, fino ad arrivare al valore attuale, e, di nuovo, anche nella provincia di Ancona il 2012 segna un ritorno al valore della crescita registrato nel difficilissimo 2009, quando il tessuto produttivo della provincia dorica scese per la prima volta dal 2000 al di sotto della soglia dello zero (-0,15%). Sembra dunque che il 2012 mostri una situazione anche più pesante per le imprese locali di quella del 2009 e comunque peggiore di quella evidenziata a livello nazionale), con le cessazioni d impresa che superano per numerosità le iscrizioni. 3

5 L esame delle due componenti sintetizzate dal tasso di crescita del nostro territorio, vale a dire la natalità e la mortalità delle imprese, mostra andamenti omogenei a quelli nazionali, vale a dire una perdita di intensità della capacità del sistema imprenditoriale di portare alla luce nuove imprese, con la natalità scesa al minimo storico di +6,12%, e in una ripresa della mortalità, che attestatasi nel 2012 a +6,52%, si riporta al valore del 2009, dopo un più tranquillo biennio nel Andamento delle iscrizioni e delle cessazioni* delle imprese della provincia di Ancona negli anni ,50% Natalità Mortalità 7,00% 6,50% 6,00% 5,50% *cessazioni al netto delle cancellazioni d ufficio Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Andamento dei tassi di crescita, Italia, Marche, Ancona - anni ,00% ITALIA MARCHE ANCONA 1,50% 1,00% 0,50% 0,00% ,50% Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona 4

6 Andamento dei tassi di natalità, Italia, Marche, Ancona - anni ,20% ITALIA MARCHE ANCONA 6,70% 6,20% 5,70% Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Andamento dei tassi di mortalità, Italia, Marche, Ancona - anni ,00% 6,50% 6,00% 5,50% ITALIA MARCHE ANCONA 5,00% Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona I grafici sopra riportati pongono a confronto gli andamenti dei tassi di crescita, di natalità e di mortalità delle imprese, riferiti all Italia, alle Marche e alla provincia di Ancona. Senza voler entrare in esame puntuale dell andamento temporale di questi indicatori, è qui sufficiente notare alcune regolarità: - il tasso di crescita della provincia di Ancona si mantiene generalmente inferiore rispetto a quello nazionale, con un eccezione evidente nel 2010; - Il tasso di natalità della provincia di Ancona, che per tutta la prima parte della serie storica considerata era risultato inferiore a quello nazionale, negli anni più recenti si pone al di sopra dei valori nazionali, ad eccezione proprio del dato del 2012; - con riferimento al tasso di mortalità a livello locale si riscontra un tasso costantemente superiore a quello nazionale in tutto il periodo considerato. Sembra dunque che a penalizzare la crescita numerica del tessuto imprenditoriale locale sia soprattutto l andamento sfavorevole del tasso di mortalità, costantemente collocato su livelli superiori a quelli nazionali, tale da riassorbire una parte considerevole del tasso di natalità, pur essendo questo maggiore rispetto a quello nazionale. 5

7 1.2. L evoluzione delle forme giuridiche La difficile congiuntura economica non interrompe il lento ma continuo processo di trasformazione del tessuto imprenditoriale in atto da lungo tempo nella provincia di Ancona (come in Italia). Le società di capitale infatti fanno registrare un numero di iscrizioni (544) superiore a quello delle cessazioni nette (401) di 143 unità, che consente loro di crescere ad un tasso annuale pari a +1,48%, in controtendenza rispetto alla media provinciale che è negativa. Rispetto agli anni immediatamente precedenti tuttavia anche questa forma giuridica, da tempo la più vitale, fa registrare un chiaro rallentamento della sua crescita, che potrebbe essere interpretato come un segnale di particolare gravità dell attuale fase economica recessiva. La potenziale crescita numerica del tessuto produttivo provinciale, legata all andamento positivo del comparto delle società di capitale, è stata tuttavia erosa e quindi portata al segno negativo dall opposto andamento riscontrato nelle società di persone e nelle imprese individuali, entrambi questi gruppi di imprese infatti nel 2012 hanno avuto un tasso di crescita negativo. Le società di persone, con 343 iscrizioni e 413 cessazioni nette, registrano un saldo negativo pari a 70 unità, corrispondente ad un tasso di 0,76%, mentre le imprese individuali, con iscrizioni a fronte di cessazioni nette sono diminuite di 278 unità, pari ad un tasso annuale di 1,02%. Entrambe queste forme giuridiche mostrano un peggioramento del tasso di crescita, che era divenuto negativo in misura contenuta già nel 2011, dopo un 2010 che invece era stato positivo con tassi di crescita attestati per ambedue le tipologie di imprese attorno all 1%. Andamento demografico delle imprese della provincia di Ancona per forma giuridica - anno 2012 ISCRITTE CESSATE* SALDO REGISTRATE 31/12/2012 REGISTRATE 31/12/2011 TASSO DI CRESCITA ANNUALE SOCIETA' DI CAPITALE ,48% SOCIETA' DI PERSONE ,76% IMPRESE INDIVIDUALI ,02% ALTRE FORME ,30% TOTALE ,40% *Cessazioni al netto delle cancellazioni d ufficio Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Un ulteriore, benché modesto, contributo positivo alla crescita è giunto nel 2012 infine dalla categoria residuale delle altre forme giuridiche, che con sole 81 iscrizioni e 64 cessazioni nette mostrano un saldo positivo pari ad appena 17 unità, poiché tuttavia si tratta di un gruppo di imprese contenuto per dimensione numerica, il tasso di crescita annuale risulta essere piuttosto elevato, con un valore paria +1,30%. Anche la tipologia delle altre forme giuridiche non sfugge tuttavia al difficile clima economico, infatti anche per loro il tasso di crescita, pur mantenendosi su valori positivi, appare in contrazione. La distribuzione delle imprese provinciali sulla base della forma giuridica da esse prescelta per lo svolgimento della propria attività continua a vedere come assolutamente predominante quella più semplice, l impresa individuale, con il 57,3% del totale a fine Si tratta tuttavia di una componente in lento ma continuo ridimensionamento, per effetto da diversi anni di un tasso annuale di crescita spesso negativo o, comunque, positivo in alcuni anni ma in misura estremamente contenuta. 6

8 Le società di capitale, che rappresentano da qualche tempo la seconda più frequente tipologia d impresa nel territorio provinciale, costituiscono allo stesso riferimento temporale il 20,6% del tessuto imprenditoriale provinciale, vale a dire che un impresa su cinque è costituita come società di capitale. Tale posizione è stata lentamente conquistata in virtù di tassi di crescita annuali costantemente superiori a quelli medi provinciale ormai da parecchi anni. Distribuzione delle imprese per forma giuridica Confronto provincia di Ancona e Italia - anno 2012 Italia Ancona 23,2% 18,6% 54,8% 3,4% 20,6% 19,3% 57,3% 2,7% Soc Capitali Soc Persone Imp. Individuali Altre Forme 0% 20% 40% 60% 80% 100% Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Diverse sono le considerazioni in merito alle società di persone. Questa tipologia d impresa riveste un peso assai simile a quello delle società di capitali, assorbendo il 19,3% del totale delle imprese registrate della provincia. Tuttavia si tratta di un peso che va ridimensionandosi nel corso degli anni, ed è infatti piuttosto recente il superamento da parte delle società di capitale. In sostanza è chiaramente evidente che le società di capitale hanno negli anni accresciuto la propria incidenza nel tessuto imprenditoriale locale proprio a scapito delle imprese individuali e delle società di persone. Tale quadro si completa infine con la categoria delle altre forme giuridiche, in gran parte cooperative e consorzi, che mantengono un peso pressoché invariato negli anni, attestato al 2,7%. Il confronto con l Italia, espresso graficamente dalla figura sopra riportata, ci consegna una provincia di Ancona con un peso delle imprese individuali maggiore di circa 2,5 punti percentuali rispetto alla media nazionale, e in misura molto più contenuta delle società di persone (0,7 punti percentuali rispetto all Italia), che si rispecchiano in pesi inferiori delle società di capitale (2,6 punti percentuali in meno rispetto all Italia) e delle altre forme giuridiche (0,7 punti percentuali in meno). Il nostro tessuto imprenditoriale risulta quindi essere meno evoluto rispetto alla media, se si considera come paradigma desiderabile, una maggiore presenza di forme imprenditoriali maggiormente attrezzate sotto il profilo della dotazione di capitale e parallelamente di una maggiore strutturazione organizzativa e produttiva che appaiono sempre di più caratteristiche auspicabili, ancorché non strettamente necessarie, per affrontare con successo la competizione sui mercati globalizzati. 7

9 1.3. Lo stato di salute dei settori I settori definiti per consuetudine tradizionali rappresentano sulla base dei dati di fine 2012 il 66% delle imprese registrate della provincia di Ancona. Si tratta, in ordine decrescente di grandezza numerica, del Commercio ( imprese), dell Agricoltura, silvicoltura e pesca (7.735), delle Costruzioni (6.424), e delle Attività manifatturiere (5.227). Tutti questi settori, che anche a livello nazionale rappresentano la componente numerica di gran lunga più consistente, con una quota non molto diversa da quella della provincia di Ancona (63,5% delle imprese italiane), nel corso del 2012 hanno registrato una perdita numerica. Imprese per settori di attività economica Anno 2012 Valori assoluti e tassi di crescita percentuali dello stock rispetto all anno precedente SETTORI Stock al Quota % del settore sul totale Totale imprese Saldo annuale dello stock (*) Var. % annua dello stock Agricoltura, silvicoltura pesca ,4% ,69% Estrazione di minerali da cave e miniere 20 0,0% 1 5,26% Attività manifatturiere ,1% -50-0,94% Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz ,3% 22 21,78% Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d ,2% 4 5,26% Costruzioni ,6% -66-1,01% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut ,9% ,09% Trasporto e magazzinaggio ,9% 13 0,95% Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione ,0% 70 2,55% Servizi di informazione e comunicazione 873 1,9% 36 4,27% Attività finanziarie e assicurative 982 2,1% -34-3,34% Attività immobiliari ,4% 41 2,00% Attività professionali, scientifiche e tecniche ,6% 31 1,85% Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp ,1% 26 2,66% Istruzione 178 0,4% 3 1,69% Sanità e assistenza sociale 245 0,5% 18 7,89% Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver ,3% 17 2,93% Altre attività di servizi ,0% 21 1,12% Imprese non classificate ,3% -68-3,17% Totale ,0% ,37% (*) Al netto delle cancellazioni d ufficio effettuate nel periodo Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona Il saldo annuale dello stock (*), infatti, è stato pari a 133 unità per l Agricoltura, silvicoltura e pesca, -50 unità per le Attività manifatturiere, -66 per le Costruzioni, -129 per il Commercio. In termini relativi, che consentono di confrontare tra loro settori che come si è visto differiscono tra loro per numerosità delle imprese in misura anche molto consistente, la contrazione maggiore resta quella dell Agricoltura, con una 8

10 variazione annua delle stock pari a 1,69%, seguita da settore commerciale con 1,09%. Anche per le attività manifatturiere e per le costruzioni, in sostanza l industria, la perdita si aggira attorno all 1%. A questi settori se ne aggiunge solo un altro con un saldo annuale dello stock negativo, quello delle Attività finanziarie e assicurative, per il quale il valore del saldo è pari a 34 unità, cui corrisponde una variazione annua dello stock notevole, -3,34% (questo settore è infatti costituito da circa un migliaio di imprese). Non tutti i settori citati presentano un andamento omogeneo con quello riscontrato a livello nazionale, dove sono Agricoltura (-2,0%), Attività manifatturiere (-1,05%) e Costruzioni (-0,82%) a segnalare un trend negativo, mentre il Commercio e le Attività finanziarie e assicurative appaiono in lieve crescita il primo (+0,52), e sostanzialmente stabile il secondo (+0,14%). Nella provincia di Ancona, tutti gli altri settori, che appartengono quasi tutti al terziario extra-commerciale, hanno saldo e variazione annuale dello stock positivi, come illustrato nella tabella sopra riportata. Interessa qui sottolineare la crescita di trasporto e magazzinaggio (+0,95%), delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,55%), dei servizi di informazione e comunicazione (+4,27%), delle attività immobiliari (+2,00%), delle attività professionali scientifiche e tecniche (+1,85%), il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+2,66%); ma positivi sono anche gli andamenti dell Istruzione, della sanità e assistenza sociale, delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, nonché le altre attività di servizi. Distribuzione percentuale delle imprese registrate per settore di attività economica anno 2012 Provincia di Ancona Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona A livello nazionale è evidente dunque che il tessuto imprenditoriale è stato colpito nella componente industriale (attività manifatturiere, Costruzioni, estrazione di minerali da cave e miniere), mentre l agricoltura vede sostanzialmente proseguire un processo di ridimensionamento e trasformazione in atto ormai da 9

11 diversi anni. Il terziario risulta infatti ancora in crescita, sia nella sua componente maggioritaria e più tradizionale (Commercio e servizi di alloggio e ristorazione, ad esempio), sia nelle sue componenti più nuove e avanzate (ad esempio, attività professionali, scientifiche e tecniche, oppure servizi di informazione e comunicazione) A livello locale, gli effetti della crisi appaiono purtroppo più estesi, coinvolgendo il Commercio e le attività finanziarie e assicurative. Il terziario extracommerciale cresce complessivamente invece dell 1,79%, valore perfettamente in linea con la crescita del comparto a livello nazionale (+1,76%). APPENDICE STATISTICA Principali dati trimestrali anno 2012 provincia di Ancona I trimestre 2012 Registrate Attive iscrizioni Cessazioni* Saldo Tasso trimestrale di crescita Società di capitale ,26% Società di persone ,35% Imprese individuali ,08% Altre forme ,76% Totale ,76% II trimestre 2012 Società di capitale ,89% Società di persone ,39% Imprese individuali ,55% Altre forme ,00% Totale ,60% III trimestre 2012 Società di capitale ,51% Società di persone ,08% Imprese individuali ,09% Altre forme ,30% Totale ,08% IV trimestre 2012 Società di capitale ,33% Società di persone ,88% Imprese individuali ,39% Altre forme ,78% Totale ,31% Fonte: Infocamere-Unioncamere, Movimprese Elaborazioni: Ufficio Statistica e studi, Camera di Commercio di Ancona 10

12 2. Il commercio estero della provincia di Ancona, anno Il quadro generale La fase recessiva dell economia italiana è proseguita nella seconda metà del 2012 attenuandosi, anche se nei primi mesi del 2013 non sono ancora emersi segnali di una reale inversione di tendenza. In questo quadro la componente che ha sostenuto il Prodotto Interno Lordo è stata la domanda estera mentre la domanda interna si è contratta ulteriormente riflettendo la perdurante debolezza dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese 1. Viceversa le importazioni sono calate negli ultimi mesi dell anno proprio a causa della debolezza della domanda interna. Anche a livello regionale la nuova fase recessiva che ha colpito l economia marchigiana nell autunno del 2011 è proseguita nel 2012 e la produzione industriale regionale si è indebolita, per la contrazione della domanda interna. L unico sostegno alla produzione industriale è giunto dalla componente estera anche se le esportazioni regionali, a differenza di quelle nazionali, restano su livelli inferiori al picco pre-crisi 2. Variazioni percentuali tendenziali delle esportazioni Italia, Marche, Ancona - anni % ITALIA MARCHE ANCONA 25% 20% 15% 10% 5% 0% I II III IV I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione su dati ISTAT 1 Fonte Istat e Bollettino Economico della Banca d Italia n.71/ Economia regionali, L economia delle Marche novembre

13 Confrontando le variazioni tendenziali delle esportazioni di Italia, Marche e Ancona per gli anni , risulta che la performance italiana è stata migliore rispetto alle altre due, mentre il livello regionale e quello provinciale si equivalgono. La figura mostra variazioni, sempre positive, ma diversa è la tendenza nei tre anni: prevalentemente crescente nel 2010 (con massimi nel terzo/quarto trimestre) e decrescente dal 2011, con livelli stabilmente contenuti nel Complessivamente, nel 2012 la crescita dell export nazionale rispetto al 2011 risulta modesta (+3,7%) anche se diversificata nelle varie ripartizioni territoriali: in particolare risultano inferiori alla media le regioni nord occidentali (+3,5%) e nord orientali (+1,1%) mentre superiori a quello medio nazionale sono le variazioni percentuali dell export registrate per l Italia centrale (+6,3% anche se nettamente inferiore a quello registrato lo scorso anno quando la crescita era stata del +13,0%) e per l Italia insulare (+21,3%). Le Marche, con una crescita dell export del +6,0%, si posizionano fra le regioni con aumenti superiori alla media nazionale. Complessivamente le imprese della nostra regione, nel 2012, hanno esportato merci per 10,3 miliardi di euro; a trainare l export marchigiano lo scorso anno sono stai i prodotti del sistema moda con 2,6 miliardi, seguiti dalla meccanica (1,5 miliardi e una crescita dell 11,5 %) e dagli apparecchi elettrici (1,2 miliardi di euro). A livello territoriale ad aver registrato la crescita maggiore di merce esportata, sono state le imprese pesaresi (+9,8 %), seguite da quelle di Ascoli (+7,1) e Fermo (+6,1). Tuttavia la provincia di Ancona è quella che esporta il maggior valore di merci e totalizza da sola ben il 35% dell export complessivo regionale. Commercio estero Valore annuale delle importazioni e delle esportazioni - dati in migliaia euro, variazioni percentuali e indice 2007 = 100 Importazioni Esportazioni Var. 12/11 Indice Var. 12/11 Indice 2012 Pesaro Urbino ,5 85, ,8 89,1 Ancona ,2 111, ,1 76,2 Macerata ,9 90, ,4 96,3 Ascoli Piceno ,2 87, ,1 81,4 Fermo , ,1 Marche ,3 97, ,0 82,8 ITALIA ,6 101, ,7 106,8 Fonte: elaborazione su dati ISTAT Dalla tavola sopra riportata è evidente come l andamento delle esportazioni della provincia dorica sia conforme a quello nazionale, mentre le Marche ottengono una performance più brillante in termini di crescita percentuale delle esportazioni. Considerando come anno di riferimento pre crisi il 2007, si nota che per le vendite all estero a livello nazionale si è ritornati ai vecchi standard, addirittura superandoli (indice 107), mentre la situazione è ancora deficitaria per le Marche (82,8): Pesaro Urbino (89,1), Macerata (96,3), e soprattutto Ancona (76,2) non hanno ancora riacquistato tutti i punti persi con l avvento della crisi. Dal punto di vista degli acquisti all estero le variazioni percentuali sono tutte negative ad eccezione di Ancona che tuttavia è prossima allo zero (+0,2%) e di Ascoli (+7,2%). Come già sottolineato la contrazione delle importazioni è stata determinata dal forte calo della domanda interna per consumi e per investimenti che si è riflessa nei minori acquisti di merci dall estero. 3 Per calcolare l indice rispetto al 2007, Ascoli Piceno e Fermo sono state considerate unica provincia. 12

14 Andamento degli scambi commerciali della provincia di Ancona con i mercati esteri dati trimestrali 2000/2012 (dati in migliaia di euro) EXPORT IMPORT SALDO Fonte: elaborazione su dati ISTAT La figura mostra nel dettaglio l andamento degli scambi commerciali della provincia di Ancona con i mercati esteri, mettendo bene in evidenza che, i livelli delle esportazioni, pur crescenti rispetto al 2009, non eguagliano ancora quelli raggiunti nel 2007, anno di inizio crisi. Si nota, inoltre, come le esportazioni siano progressivamente aumentate nel corso del 2012 e le importazioni lievemente calate determinando un saldo positivo di 200 mila euro alla fine dell anno I Settori La dinamica settoriale della provincia dorica mostra una crescita che non coinvolge in modo uniforme tutti i settori più importanti dell export. La manifattura rappresenta il 99% delle esportazioni provinciali ed è cresciuta del 4,2% nel corso degli ultimi dodici mesi. All interno delle attività manifatturiere i due settori principali sono i Macchinari ed apparecchi con 880 milioni di euro esportati, che da soli rappresentano il 25% del totale delle esportazioni di manufatti e gli Apparecchi elettrici con 817 milioni di euro esportati (23% del totale). I Macchinari ed apparecchi che nel corso del 2012 hanno consolidato il loro ruolo di settore di spicco dell export dorico, registrando un aumento delle esportazioni del 10,4%, hanno al loro interno tre principali specializzazioni produttive: le Macchine per l agricoltura e la silvicoltura con 413 milioni di euro esportati e una crescita del 43,5% - vero punto di forza del settore le Macchine per impieghi speciali (229 milioni di 13

15 euro esportati ma una variazione percentuale negativa del 8,7%) e le Macchine per impiego generale (153 milioni di euro con un 0,2%). Gli Apparecchi elettrici considerati complessivamente nel corso del 2012 hanno registrato un calo del 5,2% delle esportazioni in valore e, scendendo con l analisi nel loro dettaglio, emerge una situazione di crisi generalizzata: tutto il comparto è trainato dalle difficoltà degli Apparecchi per uso domestico che con 715 milioni di euro registrano una flessione rispetto all anno precedente del 2,7%. Alle spalle dell elettronica e della meccanica si collocano per peso sul totale il Metallo (11% del totale), il Legno e prodotti in legno (7%), il Sistema moda (6,2%), gli Articoli in gomma (5,3%): tutti settori con export superiori a 180 milioni di euro. Questi settori hanno avuto nel corso dello scorso anno andamenti diversificati: alla buona performance del Legno (+5%) e dei Metalli (+2,9%) si accompagnano i tassi negativi del Sistema moda (-0,3%) e degli Articoli in gomma (-1,6%). Esportazioni della provincia di Ancona variazioni percentuali e quote per settori di attività (dati in euro) tasso di rettificato MERCE crescita quota % export export export export CA-Prodotti alimentari, bevande e tabacco ,12 2,53 CB-Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori ,34 6,20 CC-Legno e prodotti in legno; carta e stampa ,15 7,08 CD-Coke e prodotti petroliferi raffinati ,71 4,89 CE-Sostanze e prodotti chimici ,12 1,14 CF-Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici ,75 1,06 CG-Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ,62 5,25 CH-Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti ,92 10,62 CI-Computer, apparecchi elettronici e ottici ,19 4,20 CJ-Apparecchi elettrici ,17 23,17 CK-Macchinari ed apparecchi n.c.a ,82 24,97 CL-Mezzi di trasporto ,08 4,32 CM-Prodotti delle altre attività manifatturiere ,08 4,57 C-PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE ,22 100,00 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 14

16 Esportazioni della provincia di Ancona: dettaglio dei principali settori manifatturieri Macchinari ed apparecchi e Apparecchi elettrici variazioni percentuali e quote per settori di attività (dati in euro) MERCE rettificato tasso di crescita quota % export export export export CK281-Macchine di impiego generale ,98 8,47 CK282-Altre macchine di impiego generale ,22 17,38 CK283-Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura ,50 46,89 CK284-Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili ,83 1,24 CK289-Altre macchine per impieghi speciali ,71 26,01 CK-Macchinari ed apparecchi n.c.a ,82 100,00 CJ271-Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità ,60 10,01 CJ272-Batterie di pile e accumulatori elettrici ,34 0,12 CJ273-Apparecchiature di cablaggio ,31 1,56 CJ274-Apparecchiature per illuminazione ,72 0,33 CJ275-Apparecchi per uso domestico ,69 87,45 CJ279-Altre apparecchiature elettriche ,93 0,53 CJ-Apparecchi elettrici ,17 100,00 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Nel 2012 le importazioni della provincia di Ancona sono rimaste sostanzialmente stabili (+0,2%) rispetto al 2011 e si dividono in parti quasi uguali fra i Prodotti dell estrazione di minerali da cave e miniere (1.921 milioni di euro, in crescita del + 9,6% rispetto al 2011) e i Prodotti delle attività manifatturiere (1.411 milioni di euro in diminuzione del 9,6%). Fra le prime sono comprese le importazioni di materie energetiche e l aumento del loro valore a prezzi correnti sconta anche l aumento del prezzo del petrolio. Sia a livello nazionale che a quello provinciale Il saldo della bilancia commerciale è fortemente influenzato dagli acquisti energetici, infatti, escludendo il totale dei prodotti dell estrazione di minerali da cave e miniere, la differenza fra esportazioni ed importazioni risulta molto più accentuata. All interno dei prodotti manifatturieri i principali comparti sono gli Apparecchi elettrici con 250 milioni di euro importati (-1,4%), le sostanze e i prodotti chimici con 173 milioni di euro (+2,5%) e i Metalli e i Prodotti in metallo con 163 milioni di euro (-8,7%). A differenza delle esportazioni gli acquisti di merce dall estero appaiono meno concentrati in pochi settori e sono quindi piuttosto diversificati. In generale, come si può vedere dalla tabella sottostante per la maggior parte dei settori nel 2012 si è verificata una contrazione delle importazioni. 15

17 Importazioni della provincia di Ancona variazioni percentuali e quote per settori di attività (dati in euro) tasso di rettificato MERCE crescita quota % import import import import CA-Prodotti alimentari, bevande e tabacco ,01 5,30 CB-Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori ,94 5,81 CC-Legno e prodotti in legno; carta e stampa ,81 10,47 CD-Coke e prodotti petroliferi raffinati ,44 0,76 CE-Sostanze e prodotti chimici ,46 12,27 CF-Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici ,61 2,55 CG-Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ,23 7,22 CH-Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti ,68 11,58 CI-Computer, apparecchi elettronici e ottici ,23 8,66 CJ-Apparecchi elettrici ,39 17,68 CK-Macchinari ed apparecchi n.c.a ,52 10,40 CL-Mezzi di trasporto ,19 5,24 CM-Prodotti delle altre attività manifatturiere ,03 2,06 C-PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE ,61 100, I Paesi Dal punto di vista delle aree geografiche di destinazione delle merci della provincia dorica, prevale come sempre il mercato europeo, con il 71,1% di peso sul totale ed un valore assoluto di circa miliardi di euro. All interno del mercato europeo vanno distinti i Paesi dell Unione Europea (UE27) che rappresentano da soli la destinazione del 55,8% delle vendite all estero provinciali ma con valori stazionari rispetto al 2011 (+0,8%) e i Paesi non UE che rappresentano il 15,3% del totale ma nel 2012 hanno realizzato una crescita del 18,1%. Il resto delle vendite anconetane si concentra principalmente in Asia (12%) e in America (11,5%): il primo mercato tuttavia nel 2012 ha mostrato segnali di forte debolezza con un calo delle esportazioni doriche dell 11,1%, mentre il mercato americano ha segnalato una crescita piuttosto importante pari al 29,7%. La contrazioni delle esportazioni verso i paesi asiatici deriva principalmente dall area Medio-orientale dove la contrazione ha raggiunto il 18%. Più marginali sono i mercati di sbocco dell Africa (4,4%) e dell Oceania (+1,00%). 16

18 Esportazioni della provincia di Ancona e tassi di variazione percentuale anno 2012 (dati in migliaia di euro) PAESE Var. 12/11 Quota 2012 Europa ,06 71,06 Unione Europea ,79 55,78 Paesi Europei non UE ,05 15,28 Africa ,60 4,41 America ,7 11,53 Asia ,12 12,00 Medio Oriente ,17 5,03 Oceania e altri territori ,18 1,00 TOTALE Fonte: elaborazione su dati ISTAT Oltre il 56% del valore delle esportazioni della provincia è diretto ai primi dieci paesi di destinazione delle merci anconetane. Nel corso del 2012, la Francia si mantiene in prima posizione nella graduatoria dei paesi destinatari delle esportazioni con quasi 400 milioni di euro, seguita dalla Germania con circa 340 milioni di euro. A seguire troviamo Polonia, Stati Uniti e Regno Unito, in particolare gli Stati Uniti mostrano anche interessantissimi tassi di crescita (+82% rispetto al 2011). Principali paesi di destinazione delle esportazioni della provincia di Ancona e variazioni percentuali anno 2012 (dati in migliaia di euro) Belgio Albania Turchia 2,34 2,61 2,71 Russia 4,61 Spagna Regno Unito Stati Uniti 5,20 5,55 5,98 Polonia 6,61 9,84 Germania 11,23 Francia Fonte: elaborazione su dati ISTAT Per ciò che concerne il versante opposto del commercio estero, la composizione percentuale delle importazioni non mostra grandi differenze rispetto allo scorso anno e sottolinea ancora una volta la loro diversa struttura rispetto alle esportazioni. Mentre le esportazioni sono fortemente concentrate nel mercato europeo, due sono i grandi mercati di approvvigionamento delle imprese provinciali: l Europa e l Asia. Il primo mercato di provenienza dell import anconetano è, con il 45% del totale, il Medio Oriente, fonte di forti approvvigionamenti petroliferi. 17

19 L altra percentuale consistente è quella europea (che sfiora il 30%), che si traduce in un valore assoluto di circa 1 miliardo di euro. Di seguito, con valori molto più bassi compaiono l Africa (14,2%) e l America (2,3%). In termini di variazioni percentuali, si nota, in coerenza con l andamento delle importazioni per settore merceologico, che la maggior parte dei paesi ha un andamento negativo rispetto allo scorso anno. In particolare sia l Asia che l Europa hanno visto una diminuzione delle merci acquistate rispettivamente del 7,7% e del 11,5%. Viceversa sono in crescita i mercati africano (+210,1%) e americano (+2,5%). Importazioni della provincia di Ancona e tassi di variazione percentuale anno 2012 (dati in migliaia di euro) PAESE Var. 12/11 Quota 2012 Europa ,73 29,94 Unione Europea ,66 24,59 Paesi Europei non UE ,66 5,35 Africa ,06 14,16 America ,50 2,28 Asia ,46 53,54 Medio Oriente ,77 45,67 Oceania e altri territori ,13 0,07 TOTALE ,24 100,00 Fonte: elaborazione su dati ISTAT 18

20 3. Le performance economico-finanziarie delle imprese della provincia di Ancona 3.1. Introduzione: il quadro di osservazione Negli ultimi mesi del 2011, dopo un periodo di relativa stabilità e di ripresa della fiducia dei mercati, la congiuntura economica europea ha registrato un nuovo pesante peggioramento sulla scia della crisi del debito sovrano di alcuni stati membri dell Unione monetaria. La variazione del prodotto interno lordo italiano è velocemente peggiorata fino a diventare negativa (-0,4%), con previsioni decisamente poco ottimistiche per il biennio successivo, poi confermate in pieno. In questo scenario le imprese del Made in Italy hanno continuato a muoversi con affanno, pagando le conseguenze della diminuzione del livello di consumi interni e aggrappandosi, dove possibile, alla crescita delle esportazioni. Generalmente i margini registrati dalle imprese sono diminuiti, soprattutto in quei settori nei quali il processo di ristrutturazione è arrivato bruscamente, senza un periodo di adattamento come quello vissuto nel comparto della moda, che già da un decennio fa fronte alla presenza sempre più massiccia di imprese cinesi a seguito dell ingresso del paese asiatico negli accordi commerciali del WTO avvenuto nel Una valutazione più puntuale delle performance delle imprese della provincia di Ancona attive nei settori chiave per il nostro territorio e per le nostre esportazioni, è resa possibile dalla disponibilità dei dati aggregati di bilancio elaborati da Infocamere. I bilanci depositati fanno riferimento al triennio (i bilanci relativi al 2012 sono ancora in fase di approvazione e di deposito presso il Registro Imprese delle singole Camere di Commercio) e permettono una comparazione assoluta in quanto l elaborazione prende in esame solamente le aziende di cui sono disponibili i prospetti per tutti i 3 anni. L analisi delle informazioni deve comunque tenere presente che solamente alcuni soggetti sono obbligati a depositare il bilancio in Camera di Commercio: società per azioni, società a responsabilità limitata, società in accomandita per azioni, società cooperative, società estere con sede in Italia, Gruppi europei di interesse economico (GEIE) e i consorzi con qualifica di confidi. Sono escluse da questo obbligo tutte le imprese individuali, quindi la grande maggioranza dei piccoli operatori attivi in Italia; tuttavia la disponibilità dei dati relativi alle imprese più significative permette di tracciare un quadro aggiornato e dettagliato dello stato di salute complessivo di un settore di attività. Non sono incluse le società in liquidazione. La selezione dei settori non ha seguito un criterio univoco, prendendo in esame attività di rilievo in termini di occupazione, di esportazioni e di immagine, cercando di non trascurare settori come quello della carta in cui nella nostra provincia c è una tradizione secolare. Ovviamente le unità locali vengono considerate unitamente alle loro sedi centrali, per cui non è possibile riportare i loro risultati al dato della provincia in cui sono localizzate, restando al contrario incluse nella provincia in cui ha sede la casa madre che redige il bilancio; ne consegue che in certi settori (come ad esempio la nautica da diporto) alcuni degli operatori più importanti presenti in loco potrebbero non essere presi in esame in quanto aventi sede in altra provincia. Il prospetto del Conto Economico è stato riclassificato con il metodo del valore aggiunto che permette di evidenziare due grandezze, il valore aggiunto e il margine operativo lordo, particolarmente utili ai fini 19

21 dell analisi della capacità di creare reddito da parte delle imprese. Lo Stato Patrimoniale viene riclassificato sulla base del criterio finanziario, per il quale le attività e le passività sono ordinate secondo il loro grado di monetizzazione: in particolare, le poste dell attivo e del passivo vengono disposte rispettivamente secondo un ordine di liquidità ed esigibilità decrescente. L analisi di bilancio viene completata dalla successiva valutazione delle performance di ciascun settore sulla base di alcuni indici di misurazione della redditività e della situazione patrimoniale finanziaria di cui si riporta una breve definizione a fini illustrativi: ROI: misura la capacità dell azienda di remunerare il capitale investito (sia capitale proprio che di credito) ed è calcolato come Margine Operativo Netto / Capitale investito. ROE: esprime la redditività del solo capitale proprio e fornisce in tal modo un indicazione sulla remunerazione ricevuta dai proprietari o soci dell impresa; viene calcolato come Utile netto / Patrimonio netto. ROS: indica la percentuale del fatturato che si trasforma in utile operativo ed è calcolato come Margine Operativo Netto / Ricavi da vendite Indice di Autonomia Finanziaria: indica il peso del capitale proprio rispetto al totale delle fonti finanziarie e offre in tal modo una misura della solidità patrimoniale i termini di indipendenza dall indebitamento verso terzi. Viene misurato come Patrimonio Netto / Passivo Totale. Indice primario di struttura: misura la capacità dell impresa di finanziare con risorse proprie (non di credito, quindi esterne) le attività immobilizzate, ovvero gli investimenti. Viene calcolato come Patrimonio Netto / Attivo fisso. Se >1 indica che il capitale proprio copre tutte le immobilizzazioni e parte delle attività correnti, condizione ottimale per un impresa. Indice secondario di struttura: amplia la misurazione della capacità di un impresa di provvedere con risorse stabili nel tempo alla copertura degli investimenti considerando oltre al capitale proprio anche il passivo consolidato, ovvero quelle fonti che hanno un orizzonte temporale consolidato. Viene calcolato come: (patrimonio netto + passivo consolidato) / Attivo fisso. Leverage Leva finanziaria: misura il ricorso a fonti esterne per finanziare l attività d impresa ed è dato dal rapporto tra il totale delle fonti (passivo dello Stato Patrimoniale) e il Patrimonio Netto. Se l indice ha un valore pari a 1 significa che non si fa ricorso a capitale di terzi, se è compreso tra 1 e 2 vuol dire che il capitale di terzi è inferiore al proprio, mentre al di sopra di 2 l azienda risulta progressivamente sempre più sottocapitalizzata. Indebitamento a breve: è dato dal rapporto tra il passivo corrente e il passivo totale e misura quanto l impresa sia dipendente delle fonti di debito a breve termine e quindi più rischiose. Quick ratio: misura la liquidità dell impresa, ovvero la capacità di fare fronte a passività finanziarie in scadenza con attività immediatamente disponibili o trasformabili in forma liquida. E calcolato come: (disponibilità liquide + disponibilità finanziarie a BT) / Passivo corrente. 20

22 3.2. Le imprese del settore moda Nel caso di quello che viene comunemente definito come Sistema Moda si fa riferimento alle imprese del tessile, dell abbigliamento e della produzione di articoli in pelle (cuoio, borse, pelletteria e calzature); sono state analizzate 124 imprese (l 1% delle imprese presenti in Italia) con un fatturato medio di 3,5 milioni di euro, inferiore al dato medio nazionale che si attesta a 4,5 milioni di euro. Nel triennio esaminato il fatturato è aumentato in misura considerevole, generando un miglioramento complessivo delle performance del settore, soprattutto nella capacità di generare reddito. Le imprese della provincia di Ancona hanno mediamente costi per le materie prime più bassi e costi per servizi più elevati di circa il 10% rispetto alla media nazionale. Considerata la dimensione media delle imprese locali non stupisce la maggiore incidenza del costo del lavoro, il 19,5% rispetto al 14,2% nazionale, e più in generale si può osservare che le imprese della provincia di Ancona hanno strutture interne più deboli e sottocapitalizzate (il patrimonio netto copre solo un quarto delle fonti contro il 33% a livello nazionale). Nonostante questo gap organizzativo, le imprese del settore moda della provincia di Ancona ottengono performance migliori della media; il valore aggiunto, seppur in lieve diminuzione nel triennio, è di poco inferiore al 28% e quindi maggiore di 6 punti rispetto al dato nazionale; scendendo lungo il prospetto del Conto Economico si osserva un margine operativo lordo pari all 8,4% contro il 7,6% e un margine operativo netto al 5,7% contro il 4,6%. La gestione extra-caratteristica migliora leggermente e porta ad un utile netto pari al 2,1% del fatturato con un incremento sensibile tra il 2010 e il 2011; anche a livello nazionale si registra una progressione significativo del margine finale, ma con percentuali molto più contenute dato che nel 2009 il settore aveva chiuso con un risultato d esercizio negativo (-0,1% rispetto al fatturato). Struttura del Conto economico a valore aggiunto delle imprese della moda nella provincia di Ancona CE A VALORE AGGIUNTO Valore della produzione 100,0% 100,0% 100,0% Costi per materie prime 30,9% 32,5% 31,9% Costi per servizi 38,5% 38,3% 38,4% Altri costi 2,6% 2,3% 2,1% Variazione rimanenze materie prime -0,3% -0,3% -0,3% VALORE AGGIUNTO 28,3% 27,2% 27,9% Costi del personale 20,4% 20,2% 19,5% MARGINE OPERATIVO LORDO 7,9% 7,0% 8,4% Ammortamenti e accantonamenti 2,6% 2,5% 2,4% Svalutazione crediti 0,2% 0,2% 0,3% MARGINE OPERATIVO NETTO 5,1% 4,3% 5,7% Gestione finanziaria -1,3% -0,9% -1,0% Gestione straordinaria 0,4% 0,5% 0,6% Gestione accessoria -1,4% -1,2% -1,1% Imposte dell'esercizio 2,0% 1,8% 2,1% Utile netto 0,8% 0,9% 2,1% Le imprese del settore sono caratterizzate da un basso livello di capitalizzazione e da un prospetto degli impieghi fortemente sbilanciato nel breve termine, con una incidenza delle rimanenze molto forte (si tratta comunque di un fenomeno legato al settore e non a caratteristiche territoriali). 21

23 Struttura dello Stato Patrimoniale col criterio finanziario delle imprese della moda nella provincia di Ancona ATTIVO Immobilizzazioni immateriali 3,4% 3,0% 2,7% Immobilizzazioni materiali 19,8% 18,4% 17,5% Immobilizzazioni finanziarie 1,5% 1,8% 1,5% ATTIVO FISSO 24,7% 23,2% 21,8% Disponibilità liquide 9,1% 8,7% 7,7% Disponibilità finanziarie 46,4% 47,2% 49,6% Rimanenze 19,8% 20,9% 21,0% ATTIVO CORRENTE 75,3% 76,8% 78,2% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Il prospetto riclassificato delle fonti di finanziamento è segnato dalla già citata carenza di capitali propri; anche nella provincia di Ancona si manifesta, inoltre, una progressiva riduzione del peso del patrimonio netto rispetto al volume complessivo delle risorse impiegate e al contestuale incremento dell incidenza del passivo corrente. Le risorse destinate al TFR sono inevitabilmente più importanti nelle imprese locali, in cui il costo del lavoro è una componente più rilevante nella determinazione della situazione economica. PASSIVO PATRIMONIO NETTO 25,4% 25,4% 24,7% Debiti a LT 12,2% 11,8% 10,1% TFR 6,4% 6,0% 5,6% Fondo rischi e oneri 3,7% 3,6% 3,3% PASSIVO CONSOLIDATO 22,2% 21,4% 19,1% Ratei e risconti 0,7% 0,7% 0,7% Debiti a BT 51,7% 52,5% 55,5% PASSIVO CORRENTE 52,4% 53,2% 56,3% TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% Il miglioramento delle performance economiche si traduce in un rafforzamento degli indici di redditività, specie del ROE, mentre a livello nazionale il 2011 è caratterizzato da una quasi perfetta stabilità rispetto al 2010; proprio per l indicatore della remunerazione del capitale proprio si registra la differenza più forte, visto che il dato nazionale è del 2,2%; questo scostamento è dovuto anche al fatto che a livello locale la base di capitale su cui si calcola l indice è inferiore. Indici di redditività delle imprese della moda in provincia di Ancona ANALISI ECONOMICA ROI 9,8% 8,6% 10,6% ROE 3,5% 4,2% 9,9% ROS 5,2% 4,4% 5,9% 22

24 Questa condizione di sottocapitalizzazione viene confermata anche dalla minore autonomia finanziaria, che per il settore è mediamente pari al 33%, e dalla leva finanziaria particolarmente elevata e in crescita (4 contro 3). Sul fronte finanziario, le imprese di settore sono mediamente indebitate a breve termine e comunque hanno un buon livello di liquidità da utilizzare per fare fronte agli eventuali impegni immediati; da questo punto di vista non si segnalano differenze significative rispetto al quadro generale. Indici patrimoniali e finanziari delle imprese della moda in provincia di Ancona ANALISI PATRIMONIALE - FINANZIARIA Autonomia finanziaria 25,4% 25,4% 24,7% Indice primario di struttura 1,03 1,09 1,13 Indice secondario di struttura 1,93 2,02 2,01 Leverage (indebitamento) 3,94 3,94 4,05 Indebitamento a breve 0,52 0,53 0,56 Liquidità primaria (Quick ratio) 1,06 1,05 1, Le imprese del settore della carta e dei prodotti in carta Il settore della carta comprende il codice ATECO 2007 C17 ed è composto da un campione complessivo di imprese, di cui 22 localizzate nella provincia di Ancona; queste ultime hanno un fatturato medio di 7,5 milioni di euro, 2 milioni in meno rispetto alla media nazionale. Nel triennio considerato il fatturato complessivo è cresciuto ad un ritmo interessante (circa il 10% nel 2010 e il 14% l anno successivo), ma la struttura dei costi è cresciuta più che proporzionalmente, riducendo i vari margini. Il 2010, inoltre, si è chiuso con un peggioramento tale da generare un risultato d esercizio negativo. Il quadro nazionale non è particolarmente differente, essendo anch esso segnato da una progressiva riduzione dei margini pur in presenza di vendite crescenti, senza il segno negativo del Struttura del Conto economico a valore aggiunto delle imprese della carta nella provincia di Ancona CE A VALORE AGGIUNTO Valore della produzione 100,0% 100,0% 100,0% Costi per materie prime 49,8% 54,6% 56,0% Costi per servizi 20,8% 20,6% 19,6% Altri costi 4,1% 3,7% 3,1% Variazione rimanenze materie prime 1,2% -1,3% -0,4% VALORE AGGIUNTO 24,0% 22,4% 21,8% Costi del personale 16,3% 16,2% 15,0% MARGINE OPERATIVO LORDO 7,8% 6,3% 6,8% Ammortamenti e accantonamenti 4,5% 3,9% 3,2% Svalutazione crediti 0,2% 0,4% 0,2% MARGINE OPERATIVO NETTO 3,0% 2,0% 3,4% Gestione finanziaria -1,6% -1,5% -0,8% Gestione straordinaria 2,5% 0,0% 0,3% Gestione accessoria -0,8% -0,8% -0,6% Imposte dell'esercizio 1,6% 0,5% 1,1% Utile netto 1,6% -0,9% 1,1% 23

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