INTRODUZIONE. Abstract

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1 INTRODUZIONE Ed era calata la sera. E Almitra, la veggente, disse: «Benedetti siano questo giorno, questo luogo e il tuo spirito che ci ha parlato». Ed egli rispose: «Ero io a parlare? Non ero forse anch io un ascoltatore?» 1. Una persona che ha la consapevolezza di essere un soggetto parlante e al tempo stesso di essere un ascoltatore, si pone nel contesto di un processo comunicativo; e non importa se il suo parlare ed ascoltare sia necessariamente costituito dal linguaggio. Questo lavoro non ha certamente la pretesa di essere una trattazione esaustiva sul tema della comunicazione, né tanto meno sul complesso e delicato problema della professione infermieristica. L intento è semplicemente quello di elaborare una ricerca ed una analisi di come i due aspetti succitati possano integrarsi e costituire una componente essenziale di una piccola parte della vita dell uomo. Abstract Il lavoro da me svolto si articola in sei capitoli, ciascuno dei quali è rivolto alla trattazione di un aspetto del tema La comunicazione infermiere - paziente. Il primo capitolo riguarda il tema della comunicazione in generale, i vari modelli teorici, i tipi di comunicazione (verbale, non verbale ecc), con particolare riguardo alla comunicazione terapeutica, in quanto precipua della relazione tra infermiere e paziente. Essa indica il dialogo mirato e con precisi obiettivi che si instaura fra l infermiere e il cliente e che viene adattato alle necessità di quel determinato cliente (Severtsen, 1990). 1 G. Kahlil Gibran, Il Profeta, Meravigli editore, Vimercate 1993, pag

2 Nel secondo capitolo viene delineata la figura dell infermiere in quanto soggetto emittente dell atto comunicativo, avendo come base di partenza il Codice deontologico dell infermiere. Attraverso la storia dell evoluzione di questa professione e delle varie teorie sull assistenza infermieristica si arriva alla struttura odierna ed alle fasi del processo di nursing, termine col quale si intende la funzione dell infermiere di assistere la persona, sana o malata, per aiutarla a compiere tutti quegli atti che tendono al mantenimento della salute, o alla guarigione (oppure a prepararla ad una morte serena); atti che la persona compirebbe da sola se disponesse della forza, della volontà o delle conoscenze necessarie; è inoltre quella di favorire la partecipazione della persona, in modo da aiutarla a riacquistare il più presto possibile, la propria indipendenza (Virginia Henderson, 1897). Il terzo capitolo è dedicato alla descrizione della figura del paziente (soggetto ricevente del processo di comunicazione), in tutte le sue tipologie e sfaccettature relative all età, al sesso, al tipo di patologia da cui è affetto, il tutto preceduto da una panoramica analitica sul tema della salute e della malattia in ambito sociale, economico ed etico. Il corpus centrale di questa tesi è costituito dal capitolo quarto: La relazione d aiuto. Questa espressione trova la sua definizione in C. Rogers (1989): situazione in cui uno dei partecipanti cerca di favorire, in una o ambedue le parti, una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto ed una maggiore possibilità di espressione. Inoltre D. Redigolo (1994) ritiene che la professione infermieristica vede la ragione della propria esistenza nella propria capacità di dare risposte adeguate ai bisogni di salute delle persone, sia nell ambito del rapporto con il singolo individuo, che in quello con le comunità (famiglia, scuola, ambiente di lavoro ecc.). All interno della relazione d aiuto si sviluppano alcune dinamiche operative e tra queste un ruolo centrale è giocato dall empatia, che, nello specifico della relazione infermiere paziente, è lo strumento che consente all operatore di sondare la vita del paziente che gli è stato affidato, di aiutarlo a capire quello 2

3 che gli sta succedendo, senza interferire nei suoi sentimenti, nelle sue idee personali, nel suo vissuto, conscio o inconscio, nelle sue emozioni più intime: in sostanza, si entra e si esce dalla vita del paziente quasi in punta di piedi, senza lasciate traccia di sé, delle proprie concezioni e dei propri valori. Viene anche dato un notevole spazio, però, al rischio di un eccessivo coinvolgimento emotivo dell operatore, che può incorrere nella Sindrome del burn out. Vengono quindi descritte le fasi della comunicazione nella relazione d aiuto: fase iniziale di apertura fase operativa di sviluppo (comprendente, come elemento centrale dell atto comunicativo il colloquio ) fase conclusiva di distacco Segue una sintesi delle Regole della comunicazione terapeutica di Fein e Schneider (1995). A conclusione della parte compilativa di questo lavoro, il quinto capitolo è un appendice dedicata alla Medicina del sorriso, la cui applicazione terapeutica risale agli anni 70 negli USA, e di cui il pioniere è stato il dottor Hunter Patch Adams. Inoltre è stato evidenziato il fatto che la clownterapia, in Italia, è ancora praticata da volontari, auspicando che possa presto diventare uno strumento comunicativo e terapeutico anche all interno del lavoro del personale sanitario. Segue la parte empirico sperimentale del lavoro, cui è dedicato il sesto capitolo. Ipotesi di lavoro L obiettivo della ricerca è quello di capire se e in che misura: la comunicazione sia importante nella assistenza infermieristica quali modi di comunicazione vengono messi in atto dall infermiere durante la sua assistenza ed in base a quali criteri egli comunica 3

4 l infermiere abbia ricevuto una formazione adeguata che gli abbia fornito tutti gli strumenti necessari per relazionarsi nel modo giusto con il paziente l infermiere sia in grado di instaurare una relazione d aiuto con il paziente, dimostrandosi empatico ma nello stesso tempo evitando il rischio del burn- out sia utile ascoltare e consolare il paziente viene utilizzato dall infermiere un approccio umoristico e quali sono gli effetti riscontrati nel paziente sia proficuo utilizzare l ironia con il paziente la professione infermieristica abbia inciso sulla personalità degli operatori Metodologia Ho iniziato la mia ricerca intervistando tre infermieri i quali, grazie alle loro esaurienti risposte, mi hanno consentito di elaborare un questionario da distribuire ad numero maggiore di infermieri. Questo lavoro propedeutico è stato molto utile perché mi ha dato la possibilità di capire, attraverso vari canali (la voce, i gesti, la mimica facciale, il comportamento posturale degli intervistati), il valore che gli infermieri attribuivano alle loro risposte, e di conseguenza ciò che loro consideravano importante nel loro lavoro e come instauravano il loro rapporto con i pazienti. Ho erogato i questionari in diversi ospedali di Roma: Ospedale San Giovanni (reparto di neurologia), Ospedale Sandro Pertini (reparto di psichiatria), Ospedale Bambino Gesù (reparto di cardiochirurgia), Ospedale Vannini (reparto di medicina), ad un numero complessivo di 70 infermieri. Il campione preso in esame è costituito da 56 donne e 14 maschi. Ho informato gli operatori dell argomento e dello scopo della ricerca, e del fatto che le loro dichiarazioni e risposte sarebbero rimaste anonime. Il questionario si basa su una raccolta iniziale di dati (sesso, anni di servizio, numero di reparti in cui l infermiere ha lavorato, tipo di scuola superiore frequentata), seguita da domande inerenti alle ipotesi di lavoro. 4

5 Dati salienti emersi dalle interviste Dalle tre interviste effettuate si evidenzia che il primo approccio con il paziente è importantissimo, poiché rappresenta il momento in cui si instaura la relazione d aiuto tra l infermiere e il paziente. La comunicazione risulta molto importante, all interno di questa professione, poiché dalle risposte fornite risulta che l assistenza infermieristica è comunicazione per eccellenza, sia quando avviene tra l infermiere ed il paziente, sia tra colleghi di lavoro. Inoltre è interessante notare che gli infermieri utilizzano in maniera maggiore le parole ed il comportamento, mentre gli altri modi di comunicare come i gesti, lo sguardo e la mimica facciale vengono utilizzati in misura minore, salvo casi particolari. E interessante notare come, oltre al saper comunicare, risulta molto importante il saper ascoltare, che è visto come un punto fondamentale per una buona relazione. Per quanto riguarda l empatia, tutti e tre gli infermieri intervistati evidenziano e distinguono ambedue i suoi aspetti: quello positivo, che riguarda la capacità di immedesimarsi in quelli che sono i bisogni del paziente per riuscire a soddisfarli, ma nello stesso tempo l aspetto negativo, che è quello di non concentrarsi troppo sulla situazione del malato, per evitare il rischio del burnout. L umorismo, inoltre, viene considerato un ottimo approccio per il miglioramento della salute del malato. E interessante notare la differenza che viene fatta tra umorismo ed ironia, la quale invece viene considerata spesso controproducente nei confronti del malato, il quale può fraintendere quanto viene detto dall operatore, seppure in buona fede. Infine, è stato interessante scoprire come l esercizio della professione infermieristica incida molto sulla personalità dell operatore, in quanto aiuto per la propria crescita personale. 5

6 I dati statistici emersi dai questionari sono stati illustrati graficamente nella parte finale della tesi. CONCLUSIONE L aver messo in rapporto due temi: la comunicazione e la relazione infermiere paziente, mi ha dato la possibilità di verificare che termini come autenticità, considerazione positiva, accettazione incondizionata, empatia, non sono belle parole che esprimono concetti astratti, non sono semplice teoria, ma rappresentano un sentire che si realizza attraverso l esperienza, in questo caso rappresentata dalla professione infermieristica. L infermiere che si rende conto appieno dell importanza del comunicare, acquisisce una visione diversa dell uomo e della malattia, e dunque il suo intervento assistenziale assume connotazioni diverse: non si occuperà più solo del sintomo o del disagio, ma tutto verrà inserito in un più ampio contesto, che comprende ambiente, atteggiamenti, relazioni. Un atteggiamento positivo di apertura, una scelta di campo a favore di un autentico rapporto comunicativo infermiere - paziente può generare un vero e profondo cambiamento nel modo di gestire questa professione. è come se entrassimo in una stanza fredda e buia, ma con un bellissimo mazzo di fiori sul tavolo. La stanza è sicuramente fredda e buia, e non dobbiamo reprimere questa consapevolezza, ma possiamo scegliere se parlare 6

7 dei fiori, o del freddo o dell oscurità: penso che un diverso tipo di vibrazione emana da noi in base alla scelta che operiamo 2. 2 J. Grossman, op. cit. pag

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