MAURO DE MAURO RELAZIONE CONCLUSIVA RIGUARDANTE GLI ACCERTAMENTI SVOLTI SUL SEQUESTRO DI AVVENUTO A PALERMO IL 16 SET Introduzione...

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1 RELAZIONE CONCLUSIVA RIGUARDANTE GLI ACCERTAMENTI SVOLTI SUL SEQUESTRO DI MAURO DE MAURO AVVENUTO A PALERMO IL 16 SET SOMMARIO 1. Introduzione... 1

2 2. Il sequestro DE MAURO Le indagini negli anni settanta L attività dei Carabinieri L attività della Polizia La pista Mattei L inchiesta parallela I depistaggi ad opera del SID ad opera dei Carabinieri ad opera della Polizia conclusioni sui depistaggi ad opera della Polizia Le indagini attuali nell ambito del movente ENI/MATTEI le dichiarazioni dei familiari i colleghi giornalisti gli appartenenti alla p.g. e alla magistratura inquirenti i documenti acquisiti premessa fascicolo della Squadra Mobile fascicolo dei Carabinieri fascicoli della questura di Palermo l avvocato Giuseppe Lupis e la memoria di parte civile il giornale Le Ore della settimana le assenze ministero dell interno questura di Palermo i servizi segreti i collaboratori di giustizia conclusioni Le responsabilità il film di Francesco Rosi, l E.N.I. e la ESSO Standard Oil L Ora di Palermo e il direttore Vittorio Nisticò riepilogo... 42

3 5.3. il senatore Graziano Verzotto e l avvocato Vito Guarrasi rapporti economici tra Guarrasi e Verzotto raccolta degli indizi sulle responsabilità chi aveva fornito a De Mauro la sensazionale notizia su Mattei? antefatto al sequestro De Mauro gli elementi di supporto all antefatto conclusioni Il mandante del sequestro De Mauro Vito Guarrasi aveva avuto rapporti con Buttafuoco? era intercorsa la telefonata? Guarrasi stava per essere arrestato? rivelazioni alla stampa la telefonata epilogo Connessioni tra il mandante De Mauro e il delitto Mattei Conclusioni Verzotto racconta tutto su De Mauro La presente relazione, predisposta dal maresciallo capo Enrico Guastini con l aiuto del pari grado Antonio Trancuccio, è il riepilogo delle lunghe indagini svolte con il carabiniere scelto Giovanni Pais e la collaborazione del maresciallo capo Salvatore Campa, tutti in servizio presso diversi uffici carabinieri di Pavia. La imponente ricerca documentale è stata eseguita dal maresciallo capo Antonio Trancuccio, dall appuntato Marco Ivaldi e dal carabiniere scelto Giovanni Pais, tra gli atti dei fascicoli della Procura presso il Tribunale di Pavia e della Procura presso il Tribunale di Palermo, riguardanti rispettivamente la morte di Enrico Mattei, Irnerio Bertuzzi, William Mc Hale e il sequestro del giornalista Mauro De Mauro. N. 12/159 di protocollo 1994 della Compagnia Carabinieri di Pavia OGGETTO: Riepilogo degli accertamenti eseguiti e riguardanti il sequestro del giornalista Mauro DE MAURO, avvenuto in Palermo il 16/9/1970. ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE (Dott. V. Calia - proc. n. 181/94 mod. 44) P A V I A

4 ^^^^^^ 1. Introduzione Questa relazione trae origine dalle indagini che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia ha avviato 1, delegandole principalmente ai Carabinieri di Pavia, per accertare le cause che avevano portato alla morte il presidente dell ENI Enrico Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista americano William Mc Hale. I decessi erano avvenuti in Bascapè (PV) il 27 ottobre 1962, a seguito della caduta dell aereo sul quale viaggiavano, un piccolo quadriposto bireattore, Morane Saulnier 760 Paris II, di proprietà della SNAM. I nuovi accertamenti hanno consentito di appurare che l aereo in argomento era precipitato a causa dell esplosione di un piccolo ordigno posto all interno dell abitacolo. Nel corso della raccolta e della lettura della rassegna stampa riguardante l incidente aereo, era apparso evidente come, a parte i giorni immediatamente successivi al 27 ottobre 1962, solo nel 1970, prima e ancor più dopo la sparizione di Mauro DE MAURO, tutta la stampa aveva ripreso ad interessarsi della morte dell ing. MATTEI, ponendola in stretta relazione con il delitto avvenuto a Palermo. Essendo il sequestro avvenuto in epoca successiva alla morte di MATTEI e nell ipotesi che i due delitti potessero avere i medesimi mandanti (tesi molto accreditata tra tutti coloro che, a vario titolo, si erano interessati di DE MAURO), è stato ritenuto utile svolgere indagini sulla vicenda più recente. Pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia aveva richiesto, e detiene tuttora in visione, il fascicolo processuale del Tribunale di Palermo riguardante le indagini svolte sulla scomparsa di Mauro DE MAURO. L esame del fascicolo palermitano, recentemente archiviato una seconda volta per essere rimasti ignoti gli autori del sequestro, ha reso necessario compiere mirati accertamenti, divenuti numerosi perché originati gli uni dalle risultanze degli altri; Indagini che non si erano prefisse lo scopo di indagare - ex novo - sul sequestro stesso, ma di ricostruire tutte le circostanze del delitto, per verificare la sussistenza di elementi di connessione con la morte dell ing. Mattei. Le conclusioni del lavoro svolto sono organicamente raccolte nella presente relazione. Sarà perciò dimostrato che il sequestro De Mauro era stato attuato proprio in conseguenza della morte non accidentale di Enrico Mattei. Per fare questo, che è poi l aspetto rilevante per la procura di Pavia, saranno ripercorse tutte le tappe delle indagini esperite dagli organi inquirenti nei mesi successivi al rapimento. Emergeranno così il clima e i risvolti più drammatici nei quali si sono svolte le investigazioni e sarà perciò possibile rivalutare tutti gli eventi seguiti al rapimento. Si incontreranno personaggi noti come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, all epoca comandante della Legione Carabinieri di Palermo; Il tenente colonnello Giuseppe Russo, all epoca comandante del Nucleo Investigativo e successivamente ucciso dalla mafia; Il vice Questore Boris Giuliano, all epoca addetto alla Squadra 1 richieste dal P.M. dott. V. Calia e autorizzate dal GIP c/o il Trib. di Pavia con decreto del 20/9/94, pag. 116

5 Mobile e successivamente ucciso dalla mafia; Il Questore Angelo Mangano, all epoca dirigente della Divisione di Polizia Criminale del Ministero dell Interno, il quale successivamente aveva subito un tentativo di omicidio da parte della mafia; Il Questore Bruno Contrada, all epoca commissario della Squadra Mobile di Palermo. Tutti personaggi che si erano occupati direttamente delle investigazioni. Inoltre se ne erano occupati, più marginalmente, anche il Questore di Palermo Ferdinando Li Donni e il capo della Mobile vice Questore Nino Mendolia. I principali sospettati del grave delitto erano stati: Antonino Buttafuoco, anziano e notissimo tributarista di Palermo, in rapporti con la famiglia De Mauro, il quale, dopo il sequestro, aveva posto in essere un comportamento che gli era valso l arresto per il concorso con ignoti nel rapimento; l ex senatore Graziano Verzotto, all epoca presidente della più importante realtà economica dell isola e, cioè, l Ente Minerario Siciliano. Questi era stato il rappresentante dell ENI in Sicilia ed aveva organizzato l ultima visita di Mattei; l avvocato palermitano Vito Guarrasi. Descritto dai giornalisti come il papa nero e la testa del serpente per indicarlo come il capo della mafia, era stato sospettato inoltre quale mandante degli omicidi in danno di Boris Giuliano (perché questi, ben dopo la chiusura delle indagini su De Mauro, aveva continuato ad interessarsene ritenendo Guarrasi il principale responsabile) e del sindaco palermitano Insalaco (perché questi, di fronte ai giudici di Palermo, aveva chiamato in causa Guarrasi in merito alla gestione dei grandi appalti pubblici). 2. Il sequestro DE MAURO Tra il giugno e il luglio del 1970 il regista cinematografico Francesco ROSI aveva incaricato il giornalista Mauro DE MAURO, del quotidiano palermitano L ORA, di raccogliere materiale relativo ai movimenti di Enrico MATTEI nei giorni ottobre 1962 in Sicilia, necessario per predisporre la sceneggiatura del film Il caso Mattei, in fase di realizzazione. Tra l agosto e il settembre 1970 Mauro DE MAURO aveva provveduto ad espletare tale incarico, recuperando diverso materiale cartaceo e intervistando tutte le persone che, negli ultimi due giorni di vita del presidente dell E.N.I., avevano avuto modo di incontrarlo in Sicilia. Già da alcuni mesi DE MAURO era passato alla redazione sportiva del giornale L ORA e, pertanto, non si occupava più di cronaca nera. Il 16 settembre 1970, verso le ore 21.00, Mauro DE MAURO veniva sequestrato da tre individui, mentre si trovava davanti alla sua abitazione, sotto gli occhi della figlia Franca che stava rincasando. Da allora non si è più avuta notizia del giornalista. 3. Le indagini negli anni settanta La denuncia dell avvenuto sequestro era stata presentata la mattina del 17/9/1970 dai familiari del giornalista, presso la Squadra Mobile della Questura di Palermo. Anche al

6 momento della denuncia non vi era stata la certezza del sequestro in quanto la figlia Franca aveva riferito di aver visto il padre salire sulla propria auto, con le tre persone, apparentemente in modo volontario. Le conseguenti indagini erano state esperite, oltre che dalla polizia, anche dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri della stessa città. La Squadra Mobile aveva privilegiato immediatamente la c.d. pista Mattei, ritenendo che il movente andasse ricercato in qualcosa che De Mauro aveva scoperto svolgendo il lavoro commissionatogli per il film. I Carabinieri avevano invece impostato l attività investigativa ritenendo che il delitto fosse maturato nell ambiente mafioso per motivi di droga L attività dei Carabinieri L esame della documentazione trasmessa dai Carabinieri alla competente Autorità Giudiziaria è di per se stessa più che sufficiente a dimostrare la totale inconsistenza della pista droga, sostenuta da Carlo Alberto DALLA CHIESA e da Giuseppe RUSSO. Al riguardo è sufficiente riportare i giudizi espressi dai due magistrati che si sono occupati delle indagini sul sequestro De Mauro: Ugo Saito 2, sostituto procuratore: Ricordo perfettamente il rapporto dei Carabinieri nel processo De Mauro: si trattava di un rapporto che, almeno nella sua prima stesura, a giudizio sia mio che di Scaglione (Procuratore Capo della Repubblica di Palermo), non era nemmeno sufficiente ad avviare delle misure di prevenzione... Ricordo che il colonnello Dalla Chiesa mi portò personalmente il rapporto in udienza, accompagnato da operatori della televisione... Mario Fratantonio 3, giudice istruttore: La tesi investigativa portata avanti dai Carabinieri per spiegare la scomparsa di Mauro De Mauro si dimostrò rapidamente inconsistente... Significativi sono pure i ricordi di Bruno CONTRADA 4 sul punto; lo stesso ha infatti dichiarato: Mi sembrava assolutamente non aderente alla realtà investigativa che De Mauro avesse potuto scoprire qualcosa di mafia talmente grave da indurre l organizzazione ad eliminarlo. Non era infatti emerso alcun elemento che facesse ritenere valida l ipotesi dei carabinieri. In particolare, quanto alla presunta scoperta di De Mauro di traffici di droga ad opera di famiglie di mafia, voglio precisare che i veri traffici di mafia in Sicilia, con sbarchi sulla costa, sono iniziati soltanto in epoca successiva. L intervento diretto del massimo rappresentante dell Arma in Sicilia, con la personale esecuzione di alcuni atti di P.G., aveva - di fatto - portato ad incanalare le indagini in una sola direzione con l esclusione, al contempo, di qualunque altra ipotesi investigativa L attività della Polizia Le indagini, avviate dalla mattina del 17 settembre 1970, erano state dirette dai commissari capo Boris GIULIANO e Bruno CONTRADA della Squadra Mobile della 2 Verbale di s.i. rese il 19/02/1998, pag Verbale di s.i. rese il 20/02/1998, pag Verbale di s.i. rese il 14/10/1998, pag. 4877

7 Questura di Palermo: il primo, più giovane, dirigeva la sezione reati contro la persona, mentre il secondo, più anziano, dirigeva la sezione mafia dello stesso reparto. Contrada, il 29/9/1970 (momento in cui tutta la stampa nazionale aveva dato per scontato lo stretto collegamento tra il sequestro De Mauro e la morte del presidente Mattei) aveva sentito a Roma, presso gli studi della Vides Cinematografica, il regista Francesco Rosi e l organizzatore cinematografico Pietro Notarianni: l esito di tali incontri aveva portato ad escludere la validità del movente collegato all ENI La pista Mattei Tale ipotesi di lavoro aveva oggettivamente subito i seguenti sviluppi operativi: 1. 17/9/ /9/1970 (dichiarazioni dei familiari e degli amici dello scomparso): pista privilegiata rispetto alle altre possibili; 2. 1/10/1970 (rientro a Palermo di Contrada): ridimensionamento alla luce delle risultanze romane; 3. 19/10/1970 (arresto del rag. Antonino BUTTAFUOCO, quale corresponsabile del sequestro): massimo impulso con aspettativa di clamorose iniziative riguardanti anche il possibile attentato a Enrico Mattei; 4. fine ottobre - primi di novembre 1970 (intervento del capo del S.I.D. a Palermo): definitivo abbandono. Inizialmente l accreditamento e lo sviluppo delle indagini nell ambito del movente ENI si era basato sui seguenti riscontri accertati dalla polizia: Mauro De Mauro da quattro mesi era stato spostato alla redazione sportiva del giornale L Ora di Palermo. Tale incarico ovviamente escludeva che il giornalista potesse interessarsi, per conto del giornale, di fatti diversi da quelli sportivi. tutti i testimoni sentiti dalla polizia, ad eccezione di uno reperito nel , avevano concordemente affermato che De Mauro, già dall inizio dell estate 1970, era stato impegnato esclusivamente in un lavoro di ricerca commissionatogli dal regista Rosi per il suo film il caso Mattei ; i familiari del giornalista (la moglie Elda e le figlie Franca e Junia), l architetto Margherita De Simone 6 e il rivenditore di libri Flavio Flaccovio 7 avevano riferito alla Polizia - senza possibilità di equivoci - che Mauro De Mauro aveva loro confidato di avere fatto un grosso colpo connesso al lavoro che stava svolgendo per conto di Rosi; diversi altri testi 8 avevano riferito sulle confidenze ricevute da De Mauro sul colpo giornalistico, arricchite da frasi altisonanti tendenti ad enfatizzare la portata della scoperta, senza poter dire quale era l argomento; anche il giornalista Lucio Galluzzo 9, sentito dal G.I. dott. Mario Fratantonio, aveva confermato il nesso tra Mattei ed il sequestro di Mauro De Mauro, escludendo al contempo possibili interessi di mafia; 5 al riguardo vds successivo capitolo depistaggi 6 vds relativi verbali di s.i. in all. 159/146 7 al riguardo vds successivo capitolo depistaggi 8 vds, ad esempio, verbale di Mario Bardi del 14/6/73, all. 159/116 9 Verbale di s.i. rese il 21/12/1970 in all. 159/52

8 il rag. Antonino BUTTAFUOCO era stato arrestato il 19/10/1970 per il concorso con ignoti nel sequestro De Mauro perché, durante i contatti avuti con la famiglia De Mauro, aveva voluto sapere quanto scoperto dal giornalista sull argomento E.N.I.. Inoltre Buttafuoco, sempre nell ambito dei medesimi contatti, aveva chiesto a Elda De Mauro di farsi dire dalla polizia - e non dai carabinieri - su quali piste stavano lavorando e su quali persone erano concentrati i loro sospetti, chiedendole l esito degli incontri: la posizione dei due corpi di polizia rispetto alle indagini erano all epoca note per essere state illustrate da tutti i giornali. La sequenza di tali elementi, contrapposta all assenza di fatti che potessero suffragare qualunque altra ipotesi investigativa, aveva indotto la polizia a credere fermamente nel movente ENI/Mattei. Però, tale pista si era raffreddata temporaneamente alla fine del settembre del 1970, per essere definitivamente abbandonata tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre dello stesso anno. Successivamente anche la polizia, come i carabinieri, avevano proseguito le indagini ricercando prove rispetto a moventi improponibili quali le esattorie Salvo, la droga e il golpe Borghese l inchiesta parallela Le dichiarazioni rese da CONTRADA al P.M. di Pavia (unico funzionario inquirente ancora in vita) hanno evidenziato che il questore LI DONNI, pochi giorni dopo il sequestro, aveva incaricato l ufficio politico della questura di Palermo di svolgere una inchiesta riservata, mirata ad accertare eventuali responsabilità di Eugenio Cefis. A tal fine Li Donni aveva si era avvalso di una pubblicazione sull ENI e su Cefis (probabilmente l opuscolo L ENI da Mattei a Cefis dell agenzia Roma Informazioni), dalla quale traeva - passo passo - lo spunto per accertamenti investigativi. In questo contesto, connesso agli avvenimenti successivi al sequestro De Mauro, erano emersi i nomi di Vito Guarrasi, Graziano Verzotto e Antonino Buttafuoco e su tali personaggi erano state svolte le investigazioni dell ufficio politico. L inchiesta riservata condotta dall ufficio politico, interdipendente dalle indagini formali della squadra mobile, attesta che era stato tenuto in seria considerazione il movente politico nel sequestro De Mauro. Dimostra pure che il questore Li Donni aveva concreti elementi per ritenere sussistente la connessione tra il sequestro De Mauro e la morte di Enrico Mattei. Inquadrare correttamente tale inchiesta parallela significa arrivare subito al nocciolo del sequestro De Mauro. Pertanto si deve necessariamente rimandare alle conclusioni della presente relazione ogni connessione con tutto il lavoro investigativo svolto attualmente. E per ora sufficiente dimostrare che tale inchiesta riservata dell ufficio politico, incentrata sulla pista Mattei, era realmente esistita e si era focalizzata sull avvocato Vito Guarrasi e su Eugenio Cefis. Infatti: nel fascicolo sulle indagini dei carabinieri di Palermo, è stato rinvenuto un appunto manoscritto da Giuseppe Russo del seguente tenore: Ufficio politico - cerca pure un plico a detta dei De Mauro ove forse aveva documenti (ENI - Mattei?) - pag fasc. nota 144;

9 i marescialli dell ex P.S. ZACCAGNI 10 e SALFI 11, che all epoca delle indagini prestavano servizio all ufficio politico della questura di Palermo, hanno confermato di avere svolto tali indagini su incarico del questore, nonché di averle condotte nei confronti di Guarrasi e nell ambito della pista ENI/Mattei; la questura di Palermo ha trasmesso a questa Procura cinque distinti fascicoli 12 così intestati: 1) Inchiesta sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro; 2) GUARRASI Vito - accertamenti; 3) GUARRASI Vito; 4) GUARRASI Vito; 5) Società controllate (da Guarrasi). Tali fascicoli sono stati rinvenuti in archivi riservati e/o comunque in archivi della questura diversi dall archivio della squadra mobile. Infatti nel corso delle precedenti acquisizioni tali fascicoli non erano mai stati rinvenuti e comunque non erano stati uniti al fascicolo principale sulle indagini tenuto dalla squadra mobile I depistaggi Le indagini esperite da questa Polizia Giudiziaria, sotto la direzione e - più frequentemente - l intervento del P.M. dott. Vincenzo Calia, hanno permesso di accertare l esistenza di un superiore disegno tendente ad escludere qualunque relazione tra la morte di Enrico Mattei ed il sequestro di Mauro De Mauro. I conseguenti depistaggi avevano coinvolto direttamente la Polizia, l Arma dei Carabinieri e il Servizio Informazioni Difesa (SID) ad opera del S.I.D. Dell intervento del direttore 13 dei Servizi dell epoca, volto a far cessare le indagini in corso sul movente del sequestro De Mauro, avvenuto proprio durante la detenzione di Antonino Buttafuoco (arrestato il 19/10/1970) e che - come si vedrà più avanti - aveva dato notevole impulso alla pista Mattei, ne ha riferito il dott. Ugo SAITO 14. Questi ha dichiarato: Era stata imboccata anche dalla Procura e dall ufficio istruzione (oltre che dalla polizia), con decisione e con convinzione la c.d. pista Mattei ; e fu appunto percorrendo tale pista che giungemmo alla cattura del rag. Nino Buttafuoco.... Domanda: vorrei sapere da lei eventuali circostanze o fatti che non risultano dalla lettura dell incarto De Mauro. Risposta: ricordo benissimo che sin dall inizio dell indagine la mia casa si era trasformata in un porto di mare.... Venivano con notevole frequenza Boris Giuliano e il capitano Antonio Russo.... Improvvisamente non ho più visto nessuno. Ciò avvenne ai primi del mese di novembre Ebbi successivamente occasione di incontrare in Procura Boris Giuliano e siccome i nostri rapporti erano molto cordiali, gli chiesi come procedevano le indagini sulla vicenda De Mauro e come mai, improvvisamente, nessuno pareva più interessarsi a tali investigazioni. Boris Giuliano manifestò il suo stupore per il fatto che io non ero a conoscenza della circostanza che a Villa Boscogrande, un night club in località Cardillo, vi era stata una riunione alla quale avevano partecipato i vertici dei Servizi Segreti e i responsabili della Polizia Giudiziaria palermitana. In tale riunione fu 10 Verbale di s.i. del 29/10/98, pag Verbale di s.i. del 29/10/98, pag Vds all Vito Miceli, direttore del S.I.D. dal 18/10/1970, subentrato ad Eugenio Henke 14 Verbale di s.i. rese il 19/2/1998, pag. 4561

10 impartito l ordine di annacquare le indagini. Giuliano non mi precisò se a tale riunione era egli stesso presente, ma mi raccontò l episodio come di un fatto certo e di cui io avrei dovuto essere a conoscenza. Giuliano mi precisò anche che era presente il direttore dei Servizi Segreti, facendomene anche il nome: oggi non sono più certo se si trattasse di Miceli o di Santovito.... Prima dell interruzione delle indagini di cui le ho appena fatto cenno, l istruttoria era giunta a focalizzare delle responsabilità molto elevate e noi prevedevamo che quando avessimo assunto i provvedimenti opportuni, sarebbe successo un finimondo. Noi con la Polizia ritenevamo infatti, con assoluta certezza, che De Mauro era stato eliminato perché aveva scoperto qualcosa di eccezionalmente rilevante relativamente alla morte di Enrico Mattei. Un singolarissimo (e perciò particolarmente attendibile) riscontro alle affermazioni del dott. Saito proviene dalle dichiarazioni rese da Franca DE MAURO 15. Infatti, nel relativo verbale compare il seguente aneddoto: Boris Giuliano mi aveva detto che era sua abitudine non cambiarsi di abito fino a che il caso di cui si stava occupando non fosse stato risolto. Verso il mese di novembre del 1970 Giuliano venne a casa mia con una giacca diversa. Glielo feci notare ed egli mi disse che non sempre si poteva vincere: in quel momento aveva forse perso la speranza di risolvere il caso, ma aggiunse che egli avrebbe comunque continuato ad indagare. In conclusione si deve ragionevolmente ritenere che i Servizi, immediatamente dopo il sequestro di De Mauro, erano intervenuti sui carabinieri e che, visti gli sviluppi delle indagini della polizia, il direttore in persona era dovuto andare a Palermo per ordinare il blocco delle indagini ad opera dei Carabinieri Premesso che appare oramai incontrovertibile, pur con i soli elementi di fatto conosciuti negli anni settanta, che il movente del sequestro del giornalista Mauro De Mauro andava ricercato in qualcosa connesso alla morte di Mattei, appare un vero e proprio auto depistaggio quello operato dai CC e già indicato nel precedente Al riguardo si segnalano le dichiarazioni rese, oltre che da Contrada, sia da Elda BARBIERI DE MAURO 16 (Dalla Chiesa mi disse, a proposito della pista Mattei, signora non insista su questa tesi, perché, se così fosse, ci troveremmo dinanzi a un delitto di Stato e io non vado contro lo Stato ) sia da Graziano VERZOTTO 17 ( Ho anche detto che DE MAURO era stato sequestrato perché aveva molestato la mafia che trafficava in droga. Ammetto di avere depistato. Tale depistaggio mi venne suggerito dai Carabinieri... ) ad opera della Polizia Oggettivamente la squadra Mobile aveva abbandonato la pista ENI/Mattei dopo che Contrada era andato a Roma per sentire Francesco ROSI, Pietro NOTARIANNI ed altri. Era infatti emerso che l incarico da loro affidato a Mauro De Mauro non riguardava la morte del presidente dell ENI ma semplicemente la ricostruzione dei due giorni trascorsi 15 Verbale di s.i. rese il 19/2/1998, pag Verbale di s.i. rese il 27/5/1997, pagg Verbale di s.i. rese il 4/9/1998, pagg

11 da Mattei in Sicilia. Tanto, come si vedrà, risponde assolutamente al vero in quanto De Mauro aveva avuto incarico di indagare sulla morte di Mattei da Graziano Verzotto. Ma è altrettanto vero che nel verbale fatto da Contrada nel settembre del 1970 non risulta inserita una circostanza importantissima che NOTARIANNI ha invece comunicato al P.M. di Pavia il 22/2/96 18 e, cioè, che aveva contattato De Mauro il giorno precedente o lo stesso giorno del sequestro per sollecitargli l invio del lavoro, e che De Mauro gli aveva risposto che il lavoro era terminato e che lo avrebbe spedito immediatamente. La circostanza che De Mauro aveva effettivamente terminato il lavoro per Rosi è stata accertata anche nel corso delle attuali investigazioni; è evidente che all epoca delle indagini tale notizia avrebbe avuto notevole importanza perché avrebbe dovuto indurre gli investigatori a ricercare il copione già predisposto e che di fatto non è mai stato trovato. E che la missione romana di Contrada avesse determinato l abbandono della pista Mattei, lo si può agevolmente verificare leggendo l articolo apparso su Il Giorno del 2 ottobre , del quale si riportano i passi più significativi: LE INDAGINI RIPARTONO DALLA VIA GIUSTA - DE MAURO: RIFLETTORI SULLA MAFIA - Si parla sempre più di mafia per il caso De Mauro... l altra pista tenuta in vita dagli inquirenti, quella agganciata al caso Mattei... avrebbe invece perduto molto della sua consistenza. Lo si è appreso stamane al rientro da Roma di un funzionario di Polizia incaricato di prendere contatti con Rosi.... Per riferire anche sull esito della missione romana, funzionari di P.S. e ufficiali dei CC si sono in mattinata recati nell ufficio del sostituto procuratore dott. Saito, incaricato dal Procuratore Capo, dottor Scaglione, di seguire attentamente l evolversi delle indagini sulla scomparsa di De Mauro. Sul punto vi è inoltre la testimonianza di Nino MENDOLIA 20, allora Capo della Mobile di Palermo, secondo il quale tra le diverse ipotesi valutate sul movente del sequestro De Mauro era stata seguita la pista Mattei. Tale pista era culminata con l interrogatorio da parte di Contrada al regista Francesco Rosi a Roma. Dall interrogatorio era emerso che non vi era nulla di rilevante nell affidamento dell incarico a De Mauro e in quello che De Mauro fino a quel momento aveva riferito e pertanto la pista Mattei perse consistenza.... Era comunque stato Contrada che aveva riferito in tal senso, avendo sentito - mi pare - anche altre persone nell ambito del film che si stava realizzando. Altro depistaggio aveva riguardato le dichiarazioni rese da Flavio Flaccovio, titolare della libreria palermitana presso la quale De Mauro aveva chiesto alcune pubblicazioni riguardanti Enrico Mattei ( L assassinio di Mattei, Petrolio e potere ed altro). All interno del fascicolo relativo alle indagini esperite sul sequestro De Mauro della Squadra Mobile della Questura di Palermo, in una copertina con l intestazione pista Mattei, è stato rinvenuto un appunto manoscritto, datato 29/10/ , riguardante le informazioni assunte da Flaccovio e sottoscritto da Contrada e Giuliano. Vi si legge, tra l altro,... Mauro De Mauro disse a Flaccovio che avrebbe fatto un grosso colpo giornalistico, cioè un rilevante servizio giornalistico - M. d. M. non precisò l argomento del servizio ma, dati i precedenti colloqui e le circostanze (tra cui la richiesta dei libri sull argomento), F.F. mise in relazione il colpo con il lavoro su Mattei. 18 Verbale di s.i. di Pietro Notarianni, pagg vds all Verbale di s.i. rese il 14/12/1995, pag vds pag. 2839

12 Il contenuto di tale appunto era stato trasfuso in un verbale di sommarie informazioni testimoniali datato 11/11/ , nel quale la circostanza appena riferita era stata così modificata:...de Mauro non mi accennò ad un grosso colpo giornalistico di natura estranea al lavoro che stava svolgendo. Non è da escludere che De Mauro avrebbe potuto utilizzare lo stesso materiale raccolto per il film di Rosi ai fini di un servizio giornalistico. La falsa ricostruzione del concetto riportata nel verbale era risultata poi inequivocabile nel già citato rapporto sulle ulteriori indagini, inviato alla magistratura il 17/11/ , nel quale, alla pagina 29 (nell ambito del paragrafo relativo alla pista Mattei), era stato scritto:...circa le dichiarazioni sull argomento di Storani, Arisco, Flaccovio e Spatola, non si rilevano in esse elementi di particolare interesse, essendosi gli stessi limitati a riferire di essere a conoscenza del lavoro che stava svolgendo Mauro De Mauro; Inoltre, nel più volte citato rapporto del 17 novembre, alla pag. 33, era stato scritto che, dopo tutte le indagini esperito in merito all argomento specifico: non è emerso l oggetto del grosso colpo giornalistico che, nei giorni precedenti la sua scomparsa, il giornalista aveva preannunciato e riteneva di poter realizzare. Oggetto che, allo stato delle indagini, rimane fissato o delineato soltanto nell affermazione di Junia De Mauro... Tale affermazione citata nel rapporto, oltre ad essere falsa rispetto ai testi De Simone, Flaccovio e Galluzzo, è assolutamente contraddittoria rispetto a quanto Franca De Mauro aveva scritto alla pagina del 14/9/1970 in un pseudo-diario 24 il cui originale, va sottolineato, era ancora agli atti della Squadra Mobile di Palermo prima che il P.M. di Pavia ne disponesse l acquisizione. Con tale diario, composto da alcuni foglietti manoscritti, Franca De Mauro aveva ricostruito le sue giornate precedenti al sequestro del padre. Per il citato giorno del 14/9 si legge compere? - al mare con papà e Junia. A casa papà (dopo pranzo) dice che ha scoperto una cosa importante riguardo al caso Mattei: con chi passò le ultime due ore (o chi sapeva l orario della partenza)... Ulteriore azione depistante nell ambito del movente ENI/Mattei emerge dalle dichiarazioni rese a questa P.G. da Angelo MANGANO 25. Questi, nel 1970, era dirigente della Polizia Criminale del Ministero dell Interno. Si era attivato per svolgere accertamenti sul sequestro De Mauro. L alto dirigente ministeriale ha riferito a questa P.G. che le investigazioni da lui condotte, all epoca del sequestro, lo avevano portato a ritenere che Mauro De Mauro era stato rapito ed ucciso per avere scoperto qualcosa di rilevante sulla morte non accidentale di Mattei. Inoltre, partendo da fonti confidenziali, aveva inviato alla Squadra Mobile di Palermo un appunto riservato, con il quale aveva attribuito la responsabilità del sequestro all avvocato Vito Guarrasi, a Graziano Verzotto (indicati anche quali responsabili della morte di Mattei), a Luciano Leggio e a Antonino Buttafuoco. Con tale appunto Mangano aveva sollecitato la Squadra Mobile ad eseguire degli accertamenti tendenti a verificare le confidenze ricevute su tali persone. In merito Mangano ha riferito che..queste ipotesi di investigazione non erano mai state prese in considerazione da Palermo.... è poi risultato che il documento, che evidentemente era scottante per le persone implicate, non era mai arrivato alla Squadra Mobile: almeno così avevano detto alla Questura di Palermo.... Sul fatto che il documento era arrivato alla Squadra Mobile ne ho certezza anche perché qualche giorno dopo l invio avevo telefonato ad un funzionario di 22 vds pag vds allegato 159/ vds pag Verbale di s.i. rese il 26/9/1995, pag. 1610

13 quel reparto, credo che fosse Bruno CONTRADA ma sul punto non ho memoria certa, per chiedere se avevano provveduto ad interrogare una persona indicata nel mio appunto. Il funzionario aveva risposto evasivamente dicendomi che non avevano ancora avuto tempo e confermandomi così indirettamente che l appunto lo avevano ricevuto. Sulle affermazioni del questore Mangano va precisato che il documento da lui ricordato non è stato trovato nel fascicolo della Squadra Mobile, attentamente visionato presso la Questura di Palermo, ma è stato rinvenuto solo il 29/10/1998 agli atti della questura, in uno dei fascicoli dell inchiesta parallela. Inoltre, la persona indicata nell appunto riservato 26, tale Giuggi Brucato di Palermo (che aveva ricevuto delle confidenze secondo le quali Guarrasi poteva essere responsabile del sequestro De Mauro), non risulta essere mai stata effettivamente interrogata dalla polizia di Palermo. In ultimo, si segnala il rapporto della Squadra Mobile di Palermo inviato alla magistratura il 15/10/ , riguardante, ancora, le indagini sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Con tale documento, facendo riferimento alle dichiarazioni rese in data 13/10/1974 dal giornalista Vittorio GERVASI 28, si comunicava, con assoluta certezza, che il movente del sequestro De Mauro era stato una sua inchiesta, condotta, proprio nell estate del 1970, sulle esattorie e sui Salvo. Dopo tutto quanto è stato detto sul possibile movente ENI/MATTEI, appaiono assolutamente ridicole le dichiarazioni di Gervasi. Infatti la sua testimonianza, oltre ad essere stata fornita quattro anni dopo il rapimento, era isolata e contrastante con quanto riferito, in tempi non sospetti, dai familiari e dagli amici di De Mauro. Eppure nel citato ultimo rapporto era stato riferito all A.G.: Altro particolare della massima importanza è quello che può e deve ritenersi oramai acclarato che il grosso colpo giornalistico che avrebbe fatto tremare mezza Italia si riferiva alla inchiesta fatta dal De Mauro sulle Esattorie e sui Salvo. Circa i depistaggi elencati, pare doveroso fare delle considerazioni per meglio comprenderne la loro coerenza. Quanto al verbale di NOTARIANNI del 29/9/1970, non si è in grado di dire con certezza cosa possa essere accaduto, poiché in tale periodo tutta la questura era impegnata con convinzione ad investigare nell ambito della pista ENI/Mattei. Si può semplicemente ipotizzare che Notarianni, all epoca, non aveva riferito la circostanza a Bruno CONTRADA. Quanto agli altri depistaggi, non si può non osservare che sono avvenuti dopo l 11 novembre 1970, cioè poco dopo l intervento del direttore del S.I.D. a Palermo. La conferma definitiva alle argomentazioni esposte viene dalle dichiarazioni rese dal maresciallo ZACCAGNI, il sottufficiale più anziano ed esperto dell ufficio politico nel Questi ha infatti riferito che: Dopo 40 giorni. o due mesi di cui ho accennato, la nostra attività era stata sospesa per espressa richiesta del questore. Questi ci aveva detto che era sufficiente quello che avevamo fatto fino a quel momento, ci aveva chiesto di dargli tutte le relazioni e gli accertamenti fatti, che costituivano un grosso malloppo di carta. Da quel momento non ci siamo più interessati del caso De Mauro. Quindi era arrivato il blocco delle indagini ma, di più, risulta essere sparito il documento riepilogativo sulle responsabilità di Vito Guarrasi in ordine al sequestro di Mauro De Mauro. Di tale relazione conclusiva, non trovata nei fascicoli recentemente consegnati dalla questura di Palermo, ne 26 vds pag in allegato 159/ in allegato 159/147

14 ha parlato lo stesso Zaccagni: Tali elementi erano stati infine raccolti in una relazione conclusiva, da me predisposta ma non firmata. Ricordo che erano almeno 7-8 pagine scritte a macchina. Ritengo anche possibile che tale relazione, che riepilogava quanto avevamo scoperto su Guarrasi, possa essere stata fatta sparire per interesse di qualcuno Conclusioni sui depistaggi ad opera della Polizia Il quadro che emerge dalla composizione del mosaico composto da: dinamica degli articoli di stampa e dichiarazioni dei giornalisti; dichiarazioni di MANGANO, CONTRADA, ZACCAGNI, SALFI e VERZOTTO; dichiarazioni dei magistrati FRATANTONIO e SAITO; diario di Junia e dichiarazioni di Elda e Franca DE MAURO; documenti rinvenuti nel corso della presente indagine, si può e si deve concludere che il questore LI DONNI, pochi giorni dopo il sequestro di Mauro DE MAURO, oltre alle normali investigazioni condotte dalla Squadra Mobile che puntavano decisamente sulla pista MATTEI, aveva avviato una indagine su Eugenio CEFIS che aveva portato a Vito GUARRASI. Tale indagine era stata ispirata dai socialisti (attraverso il capo della Polizia VICARI) che in quel momento ambivano alla presidenza dell E.N.I. e, nel momento dell intervento delle massime autorità politiche, era stata insabbiata dallo stesso LI DONNI a concreta opera di tutta la questura di Palermo. 4. Le indagini attuali nell ambito del movente ENI/MATTEI Nel corso delle investigazioni condotte da questa Polizia Giudiziaria, sono emersi ulteriori e significativi elementi che avvalorano il movente ENI nel sequestro De Mauro. Tali nuovi elementi sono derivati dalla seguente attività: 1. sono stati risentiti i familiari che, in maniera più organica e prospetticamente più completa dato il tempo trascorso e le conoscenza acquisite, hanno fornito tutte le informazioni in loro possesso sul rapimento e sugli avvenimenti successivi. 2. sono stati sentiti tutti i giornalisti che, a qualsivoglia titolo, si sono interessati della scomparsa del loro collega e hanno pubblicato libri o articoli. 3. sono stati sentiti gli appartenenti alle forze di polizia e i magistrati che istituzionalmente si sono interessati del rapimento. 4. sono stati acquisiti documenti ritenuti utili a chiarire lo svolgimento dei fatti. 5. sono state acquisite le dichiarazioni rese sull argomento dai collaboratori di giustizia. 6. sono state raccolte le importantissime dichiarazioni di Graziano Verzotto. Le risultanze emerse non non lasciano margini di dubbio al fatto che Mauro De Mauro era stato rapito ed ucciso perché aveva scoperto importanti elementi che avrebbero consentito di stabilire che la morte del presidente Mattei era avvenuta, non a seguito di un incidente, ma per volontà di qualche potente personaggio istituzionale italiano. Infatti, posto che De Mauro era considerato da tutti un ottimo giornalista, cosa poteva avere scoperto di così importante che - secondo lui - avrebbe fatto tremare mezza Italia? Le ipotesi di un traffico di droga o qualunque fatto di mafia locale si auto escludono. Del resto, anche la possibilità che De Mauro avesse scoperto che Mattei era stato vittima di un

15 attentato non avrebbe, di per sé stessa, fatto tremare la mezza Italia che, evidentemente, si riferiva agli ambienti che contano le dichiarazioni dei familiari Franca DE MAURO 29 : riconoscendo come suoi gli appunti manoscritti a forma di diario 30 rinvenuti nel fascicolo della Squadra Mobile della Questura di Palermo, ha ricordato come suo padre, il giorno 14 settembre 1970 (due giorni prima del sequestro), aveva iniziato a raccontare a casa, dopo pranzo, di avere scoperto qualcosa di molto importante sulla morte di Mattei, ucciso per una bomba messa sull aereo sul quale viaggiava. Tale circostanza riferita da Franca risulta essere una novità per le indagini, non essendo state mai verbalizzate le analoghe dichiarazioni rese pochi giorni dopo la scomparsa del padre. Franca ha inoltre ricordato il comportamento ambiguo tenuto dal colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa il quale, a proposito della pista ENI/Mattei, la trattava come sciocchezze delle quali noi eravamo ingiustificatamente infatuati. Tullio DE MAURO, fratello di Mauro, sentito a verbale il 21 febbraio , ha confermato che la nipote Junia, oggi non più in vita, le aveva raccontato che suo padre aveva fatto cenno di avere trovato cose straordinarie, molto importanti, in relazione alle quale c entrava un presidente e che ciò aveva relazione con la morte di Mattei. Nella medesima circostanza Tullio ha dichiarato di avere appreso, a suo tempo, dalla cognata Elda De Mauro, il contenuto delle frasi pronunciate dal colonnello Dalla Chiesa sul delitto di Stato. Elda DE MAURO: sentita a verbale il 27 maggio , ha riferito che: verso le ore 12,15-12,30 del 14 settembre, mio marito uscì dal giornale e, dopo essere passato da casa per rinfrescarsi, si recò all E.M.S.. Rientrò a casa verso le 15 e ci sedemmo tutti a tavola. Dopo avere chiacchierato di vari argomenti, io chiesi a mio marito se aveva poi visto VERZOTTO e come era andata. Ci fu una pausa, quasi a voler pesare le parole, dopo di che Mauro disse: HO SAPUTO UNA COSA.... E disse ciò con gravità, quasi a voler dire: adesso vi faccio allibire. Fu almeno questa la netta impressione mia e delle mie figlie. Suonò quindi il campanello e, mentre io e mia figlia Franca ci alzavamo per vedere chi fosse, mio marito continuò:... HO SAPUTO CHE IL PRESIDENTE... e non ho più sentito il seguito perché intanto io e mia figlia Franca ci eravamo allontanate. A.D. Mio marito non si sarebbe mai riferito a VERZOTTO chiamandolo IL PRESIDENTE, mentre sono assolutamente certa e glielo ripeto, che mio marito aveva pronunciato quelle frasi subito dopo essere rientrato dalla visita a Verzotto e rispondendo alla mia domanda volta a chiedergli come fosse andato l incontro. So che dal 5 settembre avevano ripetutamente telefonato a casa sia ROSI che NOTARIANNI... cercando mio marito. Ma io avevo l incarico di dire che Mauro non era in casa.... Avevo anche chiesto a mio marito perché si faceva negare ed egli mi aveva risposto dicendo che doveva ancora valutare se fare una cosa o l altra. Io non avevo allora capito a cosa intendeva riferirsi mio marito né, per vero, gli avevo chiesto chiarimenti. Solo successivamente ho compreso che probabilmente egli non aveva ancora deciso se 29 Verbale di s.i. rese il 29/2/1998, pag vds pag vds pag vds pag. 2861

16 bruciare qualche sua scoperta con il film di Rosi o se utilizzare quel materiale per prendere la libera docenza. Junia DE MAURO: non è stata sentita perché non più in vita. I verbali delle sue dichiarazioni peraltro non necessitano di ulteriori chiarimenti. Aveva tenuto un diario 33 sul quale aveva scritto gli avvenimenti delle giornate dal 16 settembre all 11 novembre Tale diario era stato pubblicato, con diverse parti omesse, in due puntate, dal settimanale Il Mondo il 3 e il 10 ottobre Le parti in grassetto sono quelle non pubblicate e, secondo quanto riferito da Elda De Mauro 34, i tagli (riguardanti Vito Guarrasi) erano stati consigliati dal questore di Palermo LI DONNI al fine di evitare possibili querele i colleghi giornalisti Tutti i giornalisti che si erano occupati del sequestro De Mauro si sono definiti convinti della validità della pista Mattei pur senza fornire concreti elementi di prova. Convinzione basata sulle indiscrezioni e sul clima che si era creato negli ambienti della Questura di Palermo nel corso delle prime indagini. Fra tutti, i giornalisti che senza dubbio si sono occupati più a fondo del caso sono Pietro ZULLINO 35 e Paolo PIETRONI 36, entrambi redattori del settimanale Epoca al tempo del sequestro De Mauro. Il loro lavoro di minuziosa ricerca e ricostruzione dei fatti era stato trasfuso in due articoli per Epoca : il primo 37, pubblicato il 21 marzo 1971, mentre il secondo 38 non era mai stato pubblicato per l intervento del direttore generale periodici Mondadori (su sollecitazione della presidenza dell E.N.I.), andato appositamente da Milano a Roma. Entrambi gli articoli, che proponevano l assoluta coerenza della pista ENI/MATTEI scartando ogni altra possibilità, erano basati su diversi elementi di fatto sui quali erano stati poi costruiti dei ragionamenti logico-deduttivi. Quindi dai giornalisti non è pervenuto alcun valido aiuto alle investigazioni, salvo che le loro dichiarazioni hanno fornito la cronistoria delle indagini svolte dalla polizia nell ambito del movente che interessa. Di tanto si parlerà dettagliatamente ai successivi 6.2. e gli appartenenti alla p.g e alla magistratura inquirenti Ulteriori indizi che irrobustiscono la pista ENI/Mattei sono le convinzioni personali di chi - tra la magistratura e la polizia - avevano investigato sul sequestro di Mauro De Mauro. Tali convinzioni si basano sulla presenza di significativi elementi conducenti a tale pista sommati alla contestuale assenza di fatti legati ad altri moventi. Ciò avrebbe dovuto indurre gli inquirenti a privilegiare le indagini in tale direzione: così era avvenuto dopo l arresto di Antonino Buttafuoco provocando, in un momento assolutamente decisivo per la risoluzione del caso, l intervento del direttore dei Servizi italiani. Anche quest ultimo 33 vds da pag vds verbali di acquisizione (24/6/1996) e di s.i. (25/6/1996), alle pagg Verbale di s.i. del 28/9/95, pag Verbale di s.i. dell 1/4/96, pag vds pag vds all. 159/79

17 fatto va obiettivamente interpretato come ulteriore e significativo riscontro alla validità del movente ENI/Mattei. Il sostituto procuratore Ugo SAITO 39, in merito alla attività svolta dal suo ufficio, ha riferito che: le indagini procedevano molto bene... Era stata imboccata anche dalla Procura e dall Ufficio Istruzione (oltre che dalla Polizia), con decisione e convinzione la c.d. pista Mattei ; Dopo aver parlato del blocco delle indagini da parte dei Servizi Segreti, Ugo Saito ha proseguito riferendo che: Noi con la Polizia ritenevamo infatti, con assoluta certezza, che Mauro De Mauro era stato eliminato perché aveva scoperto qualcosa di eccezionalmente rilevante relativamente alla morte di Enrico Mattei. Il giudice istruttore Mario Fratantonio 40, seppure con toni più cauti - considerata, forse, la diversa posizione ed attività rispetto al P.M. -, ha ribadito la validità del movente indicato da Ugo Saito. Ha infatti riferito che: la tesi investigativa portata avanti dai Carabinieri di Palermo per spiegare la scomparsa di Mauro De Mauro, si dimostrò rapidamente inconsistente e fu anche per tale ragione che si cercò di potenziare la pista che al momento pareva la più credibile: quella seguita dalla Polizia quella che, attraverso Buttafuoco, conduceva a Mattei. Quanto poi all intervento dei Servizi, anche Mario Fratantonio ne ha riferito in maniera indiretta: Quando al Ministro Restivo succedette come nuovo Ministro degli Interni l on. Andreotti e questi rese pubblica la sua intenzione di aprire gli archivi dei servizi segreti, io - forse su suggerimento e comunque di concerto con Boris Giuliano - scrissi al Ministro una lettera riservata che lo stesso Giuliano recapitò, per espressa mia richiesta, al ministero dell interno, con la quale chiedevo se i Servizi si erano occupati del caso De Mauro e, ove l avessero fatto, di inviarmi i relativi atti. Ricevetti più tardi risposta negativa dal capo di gabinetto. Ricordo che io avevo avuto la netta percezione che nelle indagini De Mauro si fossero intromessi i Servizi Segreti. Il giudice per le indagini preliminari di Palermo, dott. Giacomo Conte, con propria ordinanza dell 8 aprile , nel disporre nuove indagini sulla scomparsa di Mauro De Mauro, aveva, in premessa, osservato che Tra le varie ipotesi formulate ed esaminate nelle indagini sulla scomparsa di Mauro De Mauro, la più aderente alle risultanze del procedimento, è quella che egli sia stato sequestrato ed ucciso in relazione all inchiesta che stava conducendo sulla fine di Enrico Mattei... Tale ipotesi presuppone che l incidente aereo nel quale Enrico Mattei ha perso la vita sia stato causato da un sabotaggio dell aereo o da una carica di esplosivo precedentemente collocata su di esso... La suddetta ipotesi implica che almeno la direzione di provenienza dei mandanti dell eventuale omicidio di Enrico Mattei e del sequestro di persona di Mauro De Mauro sarebbe la stessa. Il commissario capo di P.S. Boris Giuliano era stato, almeno fino al momento dell intervento del direttore dei Servizi a Palermo, il promotore, l animatore delle indagini sulla pista Mattei. Anche successivamente, al contrario della tesi ufficiale segnalata dalla Questura all Autorità Giudiziaria (esattorie e Salvo), Giuliano era fermamente convinto della validità del movente ENI/Mattei ed in particolare nutriva sospetti sul possibile mandante di tale delitto. Infatti nel diario del giudice Rocco CHINNICI 42, alla data del 14/7/1981, risulta annotato: viene a trovarmi il marchese De 39 Verbale di s.i. del 19/2/98, pag Verbale di s.i. del 20/2/1998, pag vds. all. 159/56 42 vds pag e all. 211

18 Seta; Dopo avermi raccontato delle sue vicende con l avvocato Guarrasi, mi fa presente che costui è intimo amico del senatore Emanuele Macaluso. Mi riferisce che alla galleria d arte la Tavolozza (il cui proprietario effettivo è Renato Guttuso) si recava spesso il dott. Boris Giuliano, il quale, in quella sede, parlando con Leonardo Sciascia e qualche altro, si riteneva certo che il responsabile del sequestro De Mauro fosse proprio Guarrasi. In un articolo di Vittorio Nisticò, all epoca direttore del quotidiano L Ora di Palermo presso il quale lavorava De Mauro, intitolato Assassini nella nebbia 43, si trova un riscontro indiretto alle affermazioni del marchese De Seta: Incontrai Giuliano proprio qualche settimana fa in occasione di una inchiesta televisiva sulla scomparsa di De Mauro, ed ebbi così modo di raccogliere qualche sua confidenza. Sicuro della validità del lavoro investigativo che aveva condotto, ne parlava con la passione di chi viveva quel caso con la stessa intensità di sette anni prima, ma anche con la grinta amara di chi aveva deciso di non gettare la spugna. c è un uomo politico che andava arrestato subito, se non altro per reticenza, mi disse ad un certo punto, con una forte intonazione polemica, dalla quale mi sembrò trasparisse una irritazione ancora viva per le difficoltà o gli ostacoli che l indirizzo delle sue indagini aveva presumibilmente incontrato in qualche ambiente del potere. L uomo politico a cui alludeva Giuliano non poteva che essere l avvocato Vito Guarrasi o Graziano Verzotto, come riferito dallo stesso Nisticò 44, perché erano gli unici personaggi politici sui quali si era indagato. Nella circostanza non si può non notare la straordinaria perspicacia dimostrata da Vittorio Nisticò alla luce delle odierne risultanze, a meno di non voler ipotizzare - e tanto sarà fatto - un coinvolgimento del direttore negli avvenimenti successivi al sequestro De Mauro. Il questore Nino Mendolia, all epoca dirigente della Squadra Mobile e superiore diretto di Giuliano e Contrada, ha rilasciato a questa P.G. delle dichiarazioni 45 che, pur reticenti e ancora oggi coerenti con le disposizioni impartite dal direttore del S.I.D., confermano, sia pure indirettamente, l ipotesi in trattazione. Infatti ha riferito che: Nell ambito delle indagini sul sequestro De Mauro ho svolto attività di coordinamento.... Peraltro lo stesso Questore Li Donni si interessava personalmente al caso, che era divenuto di interesse nazionale.... Le investigazioni condotte sul sequestro De Mauro purtroppo non avevano dato alcun esito concreto. Non ho neanche una idea personale precisa sul movente del sequestro.... Personalmente con il Questore Li Donni ho sentito solamente il sen. Graziano Verzotto e l avv. Vito Guarrasi... Queste... persone che ho citato erano state sentite nell ambito della pista Mattei : erano stati colloqui informali dei quali non era stato fatto alcun verbale perché non c erano elementi di concreto interesse. Che Mendolia non avesse un idea personale del movente, alla luce di quanto detto e di quanto si dirà, dimostra che è stato reticente. Il commissario Giovanni Viviano, addetto alla Squadra Mobile fino al dicembre Si era interessato degli aspetti tecnici delle registrazioni ambientali della polizia, riguardanti Buttafuoco. Ha dichiarato 46 che: Rammento che il convincimento di noi inquirenti della 43 vds pag Verbale di s.i. rese il 25/03/1998, pag Verbale di s.i. rese il 14/12/1995, pag Verbale di s.i. rese l 11/10/1996, pag. 3360

19 Polizia, a differenza dei Carabinieri, era che la scomparsa di Mauro De Mauro era da ascrivere a qualcosa di correlato alla morte di Enrico Mattei.... Il commissario capo Bruno Contrada, sentito dal P.M. di Pavia 47 ha dichiarato:...successivamente venni a sapere che i due ufficiali avevano depositato nelle mani del sostituto SAITO un rapporto conclusivo sul caso DE MAURO, inquadrando l episodio in una associazione per delinquere di stampo mafioso... La nostra impressione fu che quel rapporto fosse frutto di una decisione del colonello DALLA CHIESA, che noi non ritenevamo peraltro fondata su ragioni investigative, perché ritenevamo con convinzione che in quel momento, l unica pista conducente e che era opportuna seguire, era la c.d. pista Mattei. Si trattava di una convinzione, non solo di noi funzionari della Squadra Mobile, ma dello stesso questore, che anzi ne era il più convinto assertore. Mi sembrava assolutamente non aderente alla realtà investigativa che De Mauro avesse potuto scoprire qualcosa di mafia talmente grave da indurre l organizzazione ad eliminarlo. Non era infatti emerso alcun elemento che facesse ritenere valida l ipotesi dei Carabinieri... La ferma convinzione da parte della Polizia e in particolare del Questore di Palermo della fondatezza della pista MATTEI, indusse lo stesso questore ad incaricare la squadra politica della Questura di Palermo di svolgere una complessa e vasta azione informativa in ordine alla pista Mattei e precisamente al possibile collegamento tra la morte di Mattei e la scomparsa di Mauro De Mauro... Nell ufficio politico furono formate diverse squadre, ciascuna incaricata di specifici accertamenti.. Si trattava di indagini parallele a quelle svolte dalla Squadra Mobile, i cui risultati io non conosco... LI DONNI era fermamente convinto della bontà della pista Mattei e del coinvolgimento nella vicenda dell avvocato Vito Guarrasi i documenti acquisiti La documentazione reperita nel corso delle attuali indagini può essere suddivisa rispetto alla provenienza: una prima fonte è rappresentata dai fascicoli della polizia e dei carabinieri e, pertanto, si tratta di documenti e notizie già noti all epoca dei fatti, mai utilizzati e, comunque, mai portati all attenzione, almeno ufficialmente, dell A.G..; Una seconda fonte raggruppa gli atti che sono stati reperiti altrove e che rappresentano, quanto meno apparentemente, una novità. Il condizionale e l uso della parola apparentemente è d obbligo ove si consideri che non risulta nella sua completezza l attività di insabbiamento posta in essere da tutti gli organi inquirenti. Pertanto, mentre sono stati accertati diversi occultamenti e la falsificazioni di alcuni documenti importanti, non risulta fino a quale punto gli inquirenti siano stati a conoscenza di altre fonti di prova per le quali non abbiano attivato le conseguenti e doverose investigazioni premessa Per poter correttamente interpretare ed apprezzare il valore dei documenti che saranno elencati, è necessario aver presente il contesto nel quale era maturato il sequestro del giornalista, così come risulta, in ipotesi, dalla attuali indagini. Infatti: 47 Verbale di s.i. rese il 14/10/1998, pag. 4877

20 Mauro De Mauro era stato sequestrato ed ucciso per avere scoperto chi erano i mandanti del sabotaggio all aereo del presidente dell ENI; gli organi di polizia giudiziaria e dei Servizi avevano posto in essere un attività diretta a non consentire che emergesse tale verità; la magistratura inquirente, forse solo per inerzia e comunque per non essere venuta a conoscenza - almeno formalmente - di alcuni fatti importanti, non aveva svolto doverosamente la propria attività; a livello politico si era scatenata una lotta di potere, a causa dell imminente scadenza delle cariche della presidenza della Repubblica e della presidenza dell E.N.I., che aveva visto in campo anche il sequestro De Mauro e la morte di Mattei come armi di ricatto. E quindi stato ulteriormente accertato che Mauro De Mauro aveva ultimato il lavoro commissionatogli dal regista Francesco Rosi, l aveva raccolto in cartelle dattiloscritte e, dopo aver parlato telefonicamente con Notarianni della Vides Cinematografica, si stava accingendo a spedirlo a Roma o, forse, l aveva mandato proprio il giorno del suo sequestro. Di certo comunque tale lavoro ultimato non è mai stato trovato dagli organi inquirenti, mentre gli appunti manoscritti di De Mauro, trovati nel proprio ufficio presso il giornale, non erano altro che lo stadio embrionale del lavoro stesso. Graziano Verzotto, all epoca presidente dell Ente Minerario Siciliano, era stato l ultimo ad avere parlato con Mauro De Mauro. Sentito dal P.M. di Pavia 48 ha dichiarato che: pochi giorni prima della sua scomparsa - mi pare il 14 settembre mi sono incontrato con Mauro De Mauro, come ho già dichiarato a suo tempo ai giudici di Palermo.... aveva con sé dei fogli di carta dattiloscritti, che costituivano un copione del lavoro che gli era stato commissionato dal regista Rosi e per il cui completamento egli chiedeva il mio ulteriore aiuto.... Il copione che De Mauro aveva con se e che egli mi aveva mostrato in occasione di quel fugace incontro era composto da più fogli ed aveva una struttura in forma di dialogo, con delle introduzioni per presentare le diverse persone che si erano incontrate con il presidente dell ENI. Lo stato di avanzamento di tale lavoro era senz altro più progredito di quello degli appunti manoscritti che lei mi mostra e che furono trovati nel cassetto della redazione di cui abbiamo parlato. Se è vero - come pare - che De Mauro aveva terminato il suo lavoro per Rosi e se è vero - come appare - che gli organi di p.g. non avevano trovato tale lavoro e non ne avevano messo al corrente l A.G., ci si trova di fronte ad una novità di rilevanza eccezionale nell ambito delle indagini, che accredita, in via definitiva, la validità del movente ENI/Mattei nel sequestro De Mauro fascicolo della Squadra Mobile Pur composto da numerosi faldoni, nel sottofascicolo intestato pista ENI vi sono solamente pochi atti. E stato acquisito: un appunto manoscritto e verbale dattiloscritto relativi alle dichiarazioni del libraio Flavio Flaccovio, dei quali si è già detto nel ; un appunto dattiloscritto datato 9/5/74, a firma di Boris Giuliano, contenente, fra l altro, la seguente notizia: Il G.I. Istruttore il giorno 10 maggio alle ore 09,30 interrogherà Maniscalco Maria - via Villa Grazia in relazione alla circostanza della busta 48 Verbale di s.i. rese il 16/2/1996, pag. 2340

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