L'APARTHEID IN PALESTINA
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- Gino Cattaneo
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1 L'APARTHEID IN PALESTINA Il rapporto di Human Right Watch sui territori arabi occupati da Israele Sarà presentato il 1 febbraio presso palazzo Ducale, Sala del Camino alle ore Parlerà il prof. Alessandro Dal Lago. Saranno presenti alcuni volontari che hanno collaborato alla traduzione del testo, che sono stati in dalla Palestina Vi aspettiamo! Il libro: L'APARTHEID IN PALESTINA Il rapporto di Human Rights Watch sui territori arabi occupati da Israele
2 Traduzione di Gianfranca Scutari Mimesis, 16 Euro, 216 pp. SCHEDA Dalla quarta di copertina Gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est sono ampiamente considerati illegali ai sensi del diritto umanitario internazionale, che proibisce alla potenza occupante di trasferire la propria popolazione civile sui territori che occupa. Questo rapporto si incentra sugli aspetti meno esaminati di quelle leggi e politiche israeliane in Cisgiordania che discriminano la popolazione palestinese a vantaggio dei coloni. In base a una casistica che mette a confronto le colonie israeliane con le contigue comunità palestinesi in sei zone della Cisgiordania, il rapporto mostra come Israele applichi un sistema a doppio binario alle due popolazioni che vivono nelle aree sotto suo esclusivo controllo, l'«area C» e Gerusalemme Est: mentre fornisce servizi privilegiati, sviluppo e benefici ai coloni ebrei, impone rigide condizioni ai palestinesi. Il rapporto mette in evidenza le pratiche israeliane che sembrano avere come unico scopo comprensibile la promozione della vita nelle colonie, mentre soffocano la crescita delle comunità palestinesi e arrivano a trasferirne forzosamente gli abitanti. Le politiche Israeliane controllano molti aspetti della vita quotidiana dei palestinesi che vivono in Area C e a Gerusalemme Est. Tali politiche spesso non hanno giustificazioni di sicurezza plausibili per i danni che causano: negano l'accesso alle reti elettriche, idriche e stradali, respingono le richieste di permessi edilizi per case, scuole, ambulatori e infrastrutture, demoliscono case e perfino intere comunità. Gli enormi incentivi finanziari del governo, promuovono gli insediamenti ebraici e ne incoraggiano l'espansione nell'«area C» in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, utilizzando terre e altre risorse vietate ai Palestinesi. Le politiche discriminatorie d'israele hanno portato allo sgombero forzoso di palestinesi da quelle stesse aree poi usurpate dagli insediamenti. Un trattamento così diverso a causa della razza e dell'origine etnica e nazionale, non elaborato specificamente per rispondere ad autentici obiettivi di sicurezza o ad altri obiettivi legittimi, non è giustificabile e pertanto viola il divieto fondamentale di discriminazione del diritto dei diritti umani. Un esempio...
3 Jubbet al-dhib è un villaggio palestinese di 160 persone a sud-est di Betlemme a cui spesso è possibile accedere solo apiedi, perché il suo unico legame con la strada asfaltata è un grezzo sentiero sterrato lungo 1,5 km. I bambini, da Jubbet al-dhib, devono raggiungere a piedi la scuola in altri villaggi a diversi chilometri di distanza perché il loro villaggio non ha una scuola. Jubbet al-dhib è privo di energia elettrica nonostante le numerose richieste di allacciamento alla rete elettrica israeliana, che le autorità israeliane hanno respinto. Le autorità israeliane hanno anche respinto un progetto, finanziato da donatori internazionali, che avrebbe fornito al villaggio lampioni a energia solare. Qualsiasi tipo di carne o latte nel villaggio deve essere consumato il giorno stesso per mancanza di refrigerazione; i residenti sono spesso costretti a ricorrere ad alimenti conservati. Gli abitanti del villaggio utilizzano per l'illuminazione candele, lanterne a kerosene e, quando possono permettersi il carburante, un piccolo gruppo elettrogeno. A circa 350 metri di distanza si trova la comunità ebraica di Sde Bar. La sua popolazione di circa 50 abitanti dispone di una strada di accesso asfaltata ed è collegata a Gerusalemme da una nuova autostrada, la «Lieberman Road», costata diversi milioni di dollari, che non tocca i centri, le città, e i villaggi palestinesi come Jubbet al-dhib. A Sde Bar c'è una scuola superiore, ma gli studenti di Jubbet al-dhib non vi sono ammessi. Per i palestinesi, gli insediamenti sono aree militari chiuse dove è possibile accedere solo con speciali permessi militari. Gli abitanti di Sde Bar usufruiscono di tutti i servizi che si trovano in qualsiasi altra città israeliana, ad esempio la refrigerazione e la luce elettrica, che di notte gli abitanti del villaggio di Jubbet al-dhib possono vedere dalle loro case. Sia Jubbet al-dhib che Sde Bar ricadono all'interno dell «Area C», cioè il territorio che, in base agli accordi provvisori di pace di Oslo del 1995, sono sottoposti al controllo civile e militare israeliano. Ma mentre Israele concede ai residenti di Sde Bar l'accesso a strade, elettricità e fondi per lo sviluppo residenziale, priva i residenti di Jubbet al-dhib di questi stessi servizi. Da quando Sde Bar è stata fondata, nel 1997, Israele ha investito milioni di dollari nei vicini insediamenti ebraici come Tekoa e Nokdim per costruire case, scuole, centri di aggregazione, ospedali e piscine. Lo stesso non vale per Jubbet al-dhib, la cui fondazione risale al Qui sviluppo e infrastrutture sono a un punto morto, rigorosamente bloccati dalle autorità israeliane che vietano agli abitanti di costruire nuove case o di ampliare quelle che già hanno. Chi l'ha tradotto La ragione per cui abbiamo deciso di tradurre il rapporto di HRW
4 sta innanzitutto nell'autorevolezza dell'organizzazione e quindi con l'intenzione di fare conoscere questo importante lavoro nel nostro paese, mettendolo a disposizione di tutti gli innumerevoli gruppi, organizzazioni e istituzioni che cercano di dare il loro contributo per la fine dell'occupazione Israeliana della Palestina e per il pieno riconoscimento dei diritti umani, politici e sociali della popolazione Palestinese. Sono proprio persone che fanno parte di questi gruppi e organizzazioni che hanno tradotto e riletto in una prima revisione i vari capitoli della relazione volontariamente. Non abbiamo inteso appropriarci del testo, ma di fare un lavoro di servizio, e che lo fosse nei confronti di Human Rights Watch e dei destinatari che leggeranno "L'APARTHEID IN PALESTINA" nonché delle organizzazioni che potranno avere a disposizione un ulteriore strumento per cercare di coinvolgere nella lotta per il riconoscimento dei diritti del popolo Palestinese quanta più gente possibile. Abbiamo concepito la traduzione cercando di usare il linguaggio più accessibile, proprio per cercare di agevolarne la lettura anche e soprattutto per chi non conosce la situazione Palestinese o ne sa molto poco o addirittura ha come unica fonte di informazione giornali e televisione che non sono certo schierati nella maggior parte per la fine dell'occupazione, anzi non usano neppure questa parola. Le raccomandazioni di Human Rights Watch - Al governo di Israele Israele deve cessare di sostenere e finanziare coloni, insediamenti e consigli regionali in Cisgiordania e a Gerusalemme Est; deve inoltre smantellare gli insediamenti e garantire il benessere della popolazione palestinese. - Al governo degli Stati Uniti Eviti politiche di sostegno a quegli aspetti delle politiche coloniali israeliane che sono intrinsecamente discriminatori o che in altro modo violino il diritto internazionale - Alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e all'unione Europea I prodotti delle colonie israeliane non godano di trattamenti preferenziali, anche richiedendo e applicando una chiara etichettatura d'origine. - Al Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione della discriminazione razziale. Tenga sotto osservazione e dia l'allerta precoce riguardo all'impatto discriminatorio delle politiche e delle pratiche israeliane. - Alle imprese che traggono profitti dagli insediamenti Nei casi in cui l attività aziendale contribuisca direttamente a violazioni gravi del diritto internazionale, tra cui il divieto di discriminazione, adottino misure per porre fine al proprio coinvolgimento nella violazione delle leggi, cessando totalmente, se necessario, tali operazioni. INDICE I. Sintesi Antefatti Permessi di Costruzione, Zonizzazione e Demolizioni Libertà di Movimento Acqua
5 Terra II. Raccomandazioni Per il Governo di Israele Per il Governo degli Stati Uniti Alla Comunità Internazionale, Compresi Stati Uniti e Unione Europea Per il Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione della Discriminazione Razziale Per le Aziende che Traggono Profitti dagli Insediamenti III. Metodologia IV. Antefatti Leggi Israeliane e Discriminazione Terra Restrizioni Discriminatorie, Pianificazione e lo Evacuazione Forzata nell'area C Attuazioni Discriminatorie Gerusalemme Est Incentivi ai Coloni e Fonti di Finanziamento Partecipazione delle Imprese negli Insediamenti V. Nord della Valle del Giordano VI. Distretto di Betlemme Jubbet al-dhib Nahalin VII. Distretto di Nablus Yanun e Itamar VIII. Distretto di Ramallah Al-Janiya e Talmon IX. Beduini di Jahalin e Ma'ale Adumim X. Gerusalemme Est Antefatti: Panoramica della Pianificazione israeliana e Politiche edificatorie a Gerusalemme Est Al-Bustan e la Città di Davide Discriminazione a Silwan Coda: Molestie in Aumento Discriminazione e Trasferimento Forzato nel Diritto Internazionale Trasferimento Forzato XI. Diritto all'alloggio, ad una casa adeguata e alla Proprietà Appendice: Lettere di Human Rights Watch alle Autorità Israeliane e le Loro Risposte Ringraziamenti
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