Obiettivo 3 FSE. Regione Liguria P.O.R

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1 Unione Europea Fondo Sociale Europeo Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Ufficio Centrale OFPL Regione Liguria Obiettivo 3 FSE Regione Liguria P.O.R ALLEGATI AL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE ANNO 2001 (art. 37 reg. 1260/99) P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

2 ALLEGATO 1 (al paragrafo 2.1.1) AGGIORNAMENTO DATI DI CONTESTO SOCIO-ECONOMICO P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

3 Caratteristiche demografiche 1 L analisi delle performance relative alla popolazione residente della Liguria, in base agli ultimi dati disponibili 2, ripropone un fenomeno ormai consueto a livello regionale, ovvero la contrazione dei residenti. Il dato al 31 dicembre 2000 infatti, se confrontato con quello rilevato nel 1999, conferma l avvenuto calo (con una variazione corrispondente, peraltro, a - 0,30%). Il raffronto con quanto registrato nel precedente periodo (1998 raffrontato con il 1999) e la disaggregazione dei dati per provincia possono peraltro contribuire a leggere la contrazione dell ultimo anno in chiave forse un poco più ottimistica. Nel 2000 il totale dei residenti liguri corrisponde a poco più di unità, con due province la cui entità demografica è compresa tra più di e oltre residenti (rispettivamente La Spezia e Imperia), una prossima alle unità (Savona) e Genova che mantiene ancora una popolazione complessiva superiore a residenti. Il calo evidenziato dai dati interessa in particolare due province: La Spezia, che perde quasi 600 residenti (- 0,26% di variazione nel 2000 rispetto al 1999) 3 e, soprattutto, Genova che, come di consueto, maggiormente contribuisce alla contrazione, dal momento che da sola nell ultimo anno - perde oltre unità (l 87% del totale dell intera perdita rilevata a livello regionale). La contrazione risulta, per La Spezia, più elevata rispetto al precedente periodo in termini sia assoluti che percentuali; quella di Genova, sebbene più contenuta rispetto a quanto riscontrato nel confronto tra il 1998 e il quando il saldo demografico è stato pari, in termini assoluti, a unità - è invece peggiore rispetto quest ultima. Tale apparente paradosso trova giustificazione nel fatto che, in controtendenza con le abituali performance, Imperia e Savona mantengono pressoché inalterati i propri residenti. La crescita zero di queste due province 4 in questo caso rappresenta un segnale la cui lettura può essere positiva, dopo anni in cui i valori rilevati non lasciavano intravedere grandi opportunità di cambiamento di rotta. L andamento riscontrato nel 2000 sembra delineare una bipolarità regionale, con il polo ponentino in una situazione di stabilità (che potrebbe anche rappresentare un preludio ad una inversione di tendenza verso la crescita demografica) e quello del centro-levante costantemente impegnato con il problema del decremento dei residenti. Non pare casuale che tale polo ospiti anche le due aree urbane di maggiori dimensioni e maggiormente interessate dal declino industriale. A livello di totale regionale e con riferimento al saldo naturale 5, il dato evidenzia un saldo negativo per oltre unità, con un numero di decessi quasi doppio rispetto alle nascite ( morti a livello regionale contro nati): i tassi regionali di natalità e mortalità corrispondono infatti nel 2000 rispettivamente al 6,98` e al 13,49` del totale dei residenti. Il dato, confrontato con il 1999, permette di evidenziare un lieve incremento delle nascite e una contrazione, seppure di entità contenuta, dei decessi. Nel dettaglio provinciale il confronto tra i due anni fa apprezzare un incremento dei tassi di natalità per tutti gli aggregati 1 Si rimanda anche all allegato statistico, tabelle da 1 a 10 2 Regione Liguria, Ufficio Statistica, Bollettino regionale di Statistica, Ottobre Dati al 31/12/ Il dato del periodo era risultato migliore, in quanto pari a - 0,10%. 4 Che nel dettaglio si concretizza, per Imperia, in un aumento di 14 residenti e per Savona in un decremento di 55 unità. 5 Si ricorda per completezza che il saldo naturale è dato dalla differenza tra nati e morti; il saldo migratorio corrisponde alla differenza tra iscritti e cancellati. Il saldo totale o sociale deriva dalla differenza algebrica fra i due subtotali ora esplicitati. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

4 provinciali mentre, con riferimento a quello di mortalità, il dato risulta migliore di quello rilevato nel 1999 per Savona, Genova e La Spezia, peggiore per Imperia. Il saldo migratorio regionale è positivo e corrisponde nel 2000 ad oltre unità: il dato è piuttosto significativo, specie se si considera che l incremento è costante ormai dal 1998, anno in cui fu registrato un valore pari a ; nel 1999 esso risultò nuovamente positivo, con oltre unità. Andamento tassi demografici. Variazione LIGURIA SP GE IM SV RESIDENTI SALDO MORTALITA' NATURALE SALDO MIGRATORIO NATALITA' Con riferimento alla disaggregazione della popolazione residente in classi d età le statistiche ad oggi disponibili limitano il confronto al periodo I dati evidenziano, a livello regionale, come nel 1999: 1. siano lievemente aumentati i residenti compresi entro i 14 anni d età (che corrispondono ad oltre unità), con prevalenza di maschi (quasi il 51,5% del totale di riferimento) sulle femmine; in realtà l incremento è di per sé piuttosto esiguo (poco più di 300 unità) e quindi sarebbe più corretto parlare di stabilità (o crescita zero) per questa macroclasse. Peraltro il fenomeno del miglioramento delle classi più giovani da tempo non caratterizzava più la Liguria e quindi può essere anche giustificato un cauto ottimismo dal punto di vista interpretativo. Alla base di questo cambiamento, fra l altro, stanno almeno due aspetti: l apporto della popolazione locale e quello, da non trascurare, dei cittadini extracomunitari, che forniscono in tal senso un contributo alle nascite ormai statisticamente accertato. 2. si contragga di oltre unità la macroclasse centrale (residenti quasi tutti in età lavorativa, dai 15 ai 64 anni), che dal punto di vista del genere inverte il dato rilevato per quella precedente, data la (seppur lievissima) prevalenza femminile (pari al 50,26% del totale di riferimento ); il totale regionale di tale macroclasse corrisponde a quasi unità; essa annovera poco più di soggetti. 3. venga confermata, come di consueto, la crescita della popolazione anziana (quasi unità in più rispetto al 1998); in questo caso le femmine pesano sul totale in modo nettamente superiore ai maschi (60,66% dell intera macroclasse degli ultrasessantaquattrenni). Residenti per classe di età Variazione anni anni oltre 64 anni Il primo indicatore analizzato fornisce un quadro che, sebbene non caratterizzato da elementi propriamente positivi, evidenzia comunque mutamenti quasi strutturali. In primo luogo i dati attestano una piccola battuta d arresto all emorragia dei residenti, che nell ultimo anno almeno è stata sotto le medie più tipiche del decennio precedente. La conferma del saldo migratorio positivo permette di ipotizzare una altrettanto contenuta (ma in ogni caso significativa) capacità di attrazione del territorio regionale, caratteristica 6 Le elaborazioni di questi dati sono ormai di esclusiva competenza di ISTAT, che riceve le informazioni dalle regioni. Questo doppio passaggio sta alla base del ritardo con cui il dato finale risulta disponibile ed è anche il motivo per cui i valori sull intera popolazione residente e le classi d età sono differenziati di almeno un anno. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

5 anch essa ormai desueta nelle letture socioeconomiche dei dati degli anni 90. Soprattutto la lievissima ripresa delle classi più giovani è pure un indicatore di cambiamento: in particolare se questo dato viene letto alla luce delle performance registrate nel mondo del lavoro, della riduzione del tasso di disoccupazione, che già era in corso nel 1999, e del miglioramento di quello di occupazione, è possibile mettere in relazione il primo fenomeno e gli altri correlati e affermare che forse sono stati recepiti, pur con le dovute cautele da parte della popolazione residente, alcuni cambiamenti in atto sui mercati locali. In breve: le caratteristiche strutturali della popolazione ligure non variano certo nel breve periodo: l alta mortalità e la bassa natalità continuano ad essere tratti distintivi della regione, al pari dei modesti saldi migratori positivi, che non compensano il deficit dei nati rispetto ai morti. In aggiunta, prosegue il decremento dei grandi centri urbani e in particolare di Genova, che influenza anche il dato provinciale. Ciò non ostante, la modesta ripresa della natalità induce ad attendersi in prospettiva un inversione di tendenza che, se confermata, avrà effetti strutturali solo nel medio lungo periodo. Dal punto di vista del mercato del lavoro e del sistema la Liguria rimane quindi una regione con molti anziani (quasi 25% da 64 in su) e pochi giovani (poco più del 10% fino a 14 anni), in cui la disoccupazione giovanile sta lasciando all occupazione di soggetti in età medio elevata il posto di preoccupazione prioritaria nelle politiche del lavoro. Scolarità 7 Le iscrizioni alle scuole liguri di ordine primario evidenziano, nel confronto tra gli ultimi due anni scolastici, una sostanziale staticità nelle variazioni di iscritti, valevole per tutte e quattro le province, se si considera che il miglior dato è quello di Imperia, dove tale variazione è stata pari + 90 iscritti e che per le altre tre province è più opportuno parlare di crescita zero. Il dato relativo all intera Liguria del periodo oltre scolari di cui quasi solo nella provincia genovese, circa a Savona e poco più di nelle altre due province - se messo in relazione invece con quelli dell anno scolastico (per un raffronto con un intervallo temporale più significativo) 8 permette invece di apprezzare una variazione media regionale pari a +4,3%, con scostamenti in positivo per le province di Imperia e Savona e con valori inferiori per Genova e, in particolare, La Spezia. Parrebbe essere confermata, anche per le questioni relative alla scolarità, l esistenza dei due poli - ponente e centro-levante - già accennata in precedenza. Le scuole medie inferiori e secondarie superiori evidenziano, invece, performance differenti. Le medie comprendono all anno scolastico quasi iscritti. Le variazioni occorse risultano confrontando i dati dell ultimo anno scolastico con quello base - negative per Savona, Genova e La Spezia, mentre positivi sono i valori riferiti ad Imperia. Anche in questo caso, sebbene in presenza di un andamento non propriamente edificante, l interpretazione complessiva può comunque essere improntata ad un cauto ottimismo. I dati disponibili, infatti, relativi all anno base e all anno scolastico , avevano fatto registrare una situazione ben più critica, con una variazione regionale di iscrizioni, nell intervallo di tempo considerato, pari a -3,8%, con picco massimo per Savona (-5,9%) e minimo per Imperia (-0,6%). Gli andamenti degli ultimi anni (ottenibili raffrontando l anno scolastico con il dato ) appaiono decisamente migliori, in particolare rispetto alla media regionale ma anche ai valori provinciali: una particolare attenzione può essere dedicata alla provincia di Genova, dove da un calo del 4% di iscrizioni fra gli anni scolastici e si è passati a +3,5% negli anni recenti: il dato segnalato risulta il migliore, anche se lo stesso 7 Si rimanda anche all allegato statistico, tabelle da 11 a 21 8 Il totale regionale di iscritti all anno scolastico per le scuole elementari corrispondeva a unità circa. 9 Nel la popolazione iscritta alle medie inferiori corrispondeva a unità; quella dell anno scolastico a unità. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

6 andamento, con incidenza diversa, interessa tutte le altre tre province. Al 2001 la distribuzione provinciale degli iscritti alle medie inferiori è la seguente: Imperia e La Spezia poco più di unità, Savona quasi unità, Genova quasi unità. Con riferimento alla scuola secondaria superiore, i dati disponibili segnalano un diverso andamento. All anno scolastico la popolazione regionale dei licei e degli istituti tecnici e professionali corrisponde ad oltre unità di cui poco più di formata da soggetti iscritti alle prime classi. Nel dettaglio per provincia Imperia risulta prossima alle iscrizioni, Savona supera abbondantemente le unità, Genova supera le iscrizioni e La Spezia le unità. Il confronto tra l anno scolastico (quasi iscritti, di cui oltre ai primi anni) e il mostra una variazione nelle iscrizioni al primo anno pari a -5,3%, che aumenta a -11,3% con riferimento all intero ciclo della scuola secondaria. Si consideri che il dato ottenuto dal confronto tra lo stesso anno base e l anno scolastico evidenziava in particolare un dato medio regionale pari a -8,0% con riferimento alla variazione avvenuta nelle iscrizioni ai primi anni e - 11,5% a quella relativa agli iscritti totali. Il dato è quindi lievemente migliorato, anche se in modo più evidente con riferimento all intero quinquennio più che ai soli primi anni. Nel dettaglio provinciale, limitando inizialmente il confronto tra l a.s e il , Imperia si distingue dalle altre tre aree, con valori in controtendenza rispetto alle medie: più nel dettaglio, e con riferimento all insieme degli iscritti, la variazione fra i due periodi scolastici considerati è stata pari a -4,2%, laddove peraltro le altre tre province hanno evidenziato performance molto più negative (-11,4% Savona, -11,9 Genova e addirittura - 15,0% a La Spezia). Con riferimento infine alle iscrizioni dei soli primi anni è ancora Imperia ad allontanarsi dalle altre tre province: in questo caso, peraltro è stata registrata una variazione corrispondente a +5,7%, contro il -9,1% di Genova e il 3,0% di Savona e La Spezia. Occorre aggiungere che Imperia è anche la provincia in cui più tardivo a diffondersi è stato il fenomeno della prosecuzione generalizzata degli studi. Se invece, a livello provinciale, si considerano le variazioni occorse negli ultimi tre anni (tra il e il ), si osserva come i dati più negativi siano riscontrabili per Savona e La Spezia, si registri una crescita zero per Genova e un miglioramento dell andamento, infine, per l area di Imperia. Le iscrizioni totali ai corsi universitari (anno accademico ), in primo luogo riferite a quelli di laurea, evidenziano un totale prossimo alle unità 10 ; che sale a quasi considerando anche le scuole di specializzazione, i dottorati e gli altri percorsi formativi. Nell ultimo anno accademico si osserva come Ingegneria, Giurisprudenza ed Economia rappresentino la maggior attrattiva per la popolazione studentesca universitaria, dal momento che da sole annoverano più del 40% delle iscrizioni totali. Analogamente Lettere e Filosofia risulta una sede di studi piuttosto ricercata (oltre l 11% delle iscrizioni): le altre pesano per quote più contenute, - prossima al 10% Medicina; oltre l 8% Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali; quasi il 7,5% Scienze della Formazione; entro il 6,8% Scienze Politiche e Architettura; residuali Lingue e Farmacia. Le matricole sono poco più di 8.000, cifra decisamente elevata se si considera che ogni anno il volume complessivo dei diplomati non raggiunge le unità Cui vanno aggiunte 529 iscrizioni a corsi interuniversitari. Per omogeneità di dati disponibili, peraltro, questo dato non viene considerato ai fini del commento. 11 Il confronto non è del tutto appropriato, in quanto una parte non trascurabile di studenti ha una provenienza extra regionale e, viceversa, molti liguri studiano nelle vicine università piemontesi, lombarde e toscane. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

7 Con riferimento all andamento degli iscritti dall anno accademico all attuale si osservano valori differenti. Le facoltà sono passate da oltre iscritta a circa nel primo quadriennio (cioè fino all anno accademico ); la contrazione, pari a 11,6% circa, ha interessato pressoché tutte le Facoltà, ad eccezione di Scienze della Formazione e Medicina, sebbene le variazioni positive rilevate non possano essere definite significative. Il confronto con l anno accademico permette di rilevare una ripresa generale ( unità, per un totale di quasi iscritti). Il miglioramento è diffuso, se si escludono le minime contrazioni registrate a Farmacia e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Il passaggio all ultimo anno ripropone una flessione nel totale variazione di ( iscrizioni, totale finale pari a poco più di unità). Nuovamente i cali risultano diffusi, in alcuni casi Architettura, Giurisprudenza, Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali, Scienze Politiche con variazioni fra il 9% e l 8%. Risultano invece tenere tre soli corsi di laurea: Scienze della Formazione, Medicina e Lingue. Si rileva inoltre che Scienze della Formazione e Medicina non hanno mai evidenziato flessioni in tutti i periodi analizzati, mentre Lingue, a fronte di un calo di iscrizioni fra il 1995 e il 1998, ha anch essa beneficiato di aumenti nelle iscrizioni. I dati riflettono un orientamento degli studenti indirizzato ad un polo umanistico-scientifico, anche se composto in modo abbastanza eterogeneo: nello specifico probabilmente hanno contribuito a questi risultati un offerta variabile in quanto a corsi e specialità (Medicina e Scienze della Formazione); l attivazione di dei tirocini curriculari (Scienze della Formazione), quale tramite potenziale verso il mondo del lavoro locale; l acquisizione di competenze ormai considerate trasversali (la conoscenza delle lingue, appunto) attraverso la Facoltà stessa di Lingue e Letterature Straniere. Un brevissimo cenno ai diplomi universitari 12 ; rispetto all anno accademico essi hanno mediamente evidenziato, nell ultimo anno considerato, un boom delle iscrizioni, se si considera che la variazione percentuale totale corrisponde a +94,9%. Un grosso apporto è stato offerto, per questo ambito, dalla facoltà di Medicina e Chirurgia, che da sola ha incrementato le iscrizioni di quasi il 30% rispetto all anno accademico di base; seguono, tra le più significative, Economia, Ingegneria e Architettura. Dati meno significativi sono riferibili invece alle Facoltà di Scienze Politiche e di Scienze della Formazione (anche in considerazione di una più limitata offerta formativa). Questo dato è comunque destinato a perdere di significato, in funzione della riforma in atto dei due cicli distinti (il cosiddetto 3+2 ). Con riferimento ai laureati per facoltà essi hanno superato le unità nell anno accademico , a fronte di un valore per l anno base corrispondente a poco più di Le migliori performance che emergono dal confronto riguardano Giurisprudenza e Ingegneria, mentre Lingue e Scienze Politiche risultano le Facoltà che hanno invece contratto il numero dei laureati nell arco di tempo analizzato. 12 Il dato comprende anche le scuole dirette a fini speciali. 13 Il dato relativo all ultimo anno accademico ( ), chiuso il 30 aprile 2002, non è ancora disponibile. Nell anno solare 2001 i laureati sono stati P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

8 Residenti per titolo di studio Variazione a.s. 1995/ /01 TITOLI DI STUDIO LIGURIA SP GE IM SV ELEMENTARI + 4,3% MEDIE INFERIORI - 0,9% SECONDARIE SUPERIORI 1 ANNO - 5,3% SECONDARIE SUPERIORI - 11,3% INTERO CICLO ISCRITTI UNIVERSITA' - 14,6% ultimo anno disponibile: ) I dati sopra citati evidenziano in sostanza questi trend, rilevanti per il mercato del lavoro:? il ciclo dell obbligo è ormai stazionario in virtù dell esaurimento del calo della natalità e si attesta su valori bassi ( unità), in crescita grazie al lieve aumento di iscritti alle elementari; modesti i tassi di abbandono? il ciclo superiore risente ancora del calo della natalità ormai concluso e vede quindi contrazioni maggiori negli iscritti agli ultimi anni, a fronte di un calo nel tasso di ripetente e abbandoni? l Università mantiene inalterata la propria attrattività, esercitata tuttavia su di una base demografica via via più modesta; aumenta invece la propria produttività (laureati su iscritti), grazie anche all avvio dei nuovi cicli, che dati provvisori mostrano essere particolarmente appetibili per i giovani? la maggiore propensione agli studi delle donne è ormai da anni confermata anche nell ambito universitario, dove superano il 53% dei laureati (anno solare 2001). Mercato del lavoro 14 La crisi che aveva interessato in modo decisamente preoccupante la Liguria negli anni 90 sta progressivamente modificando il proprio contorno. Se infatti nel 1995 la regione evidenziava un tasso medio di occupazione pari al 34,9%, al 2001 il valore corrisponde al 42,7%, con un incremento di quasi 8 punti percentuali. Il dato resta ancora al di sotto delle medie di confronto sia nazionale che, sopratutto, dei macroambiti Nord-Est e Nord-Ovest; peraltro si può notare come il miglioramento che la Liguria ha registrato nel periodo corrisponda a 1,3 punti percentuali, mentre per tutti gli altri riparti territoriali l incremento si posiziona al di sotto di un punto. Il dettaglio relativo all occupazione femminile allinea invece la Liguria più al Nord-Ovest che all Italia: a fronte di un dato nazionale pari al 37,5% la regione ha infatti raggiunto la quota 40%, con una media inferiore rispettivamente di 0,4 e 0,8 punti percentuali rispetto ai due macroaggregati settentrionali di riferimento. In tempi più recenti, se già fra il 1999 e il 2000 le forze lavoro avevano evidenziato una leggera variazione, non in termini di totale generale ma di composizione quantitativa degli addendi - aumento degli occupati e contrazione dei disoccupati - il passaggio al 2001 mostra invece dei cambiamenti significativi anche in termini di totale. A colpo d occhio, nell ultimo anno, la consistenza in termini assoluti si è così modificata:? la forza lavoro regionale è aumentata di unità, passando dai 650 mila del 2000 ai 654 mila del 2001;? gli occupati sono aumentati rispetto al 2000 di unità (+2,7 in termini di variazione percentuale); il dato al 2001 corrisponde ad un totale di unità 14 Si rimanda anche all allegato statistico, tabelle da 22 a 39. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

9 ? i disoccupati sono diminuiti, rispetto all anno precedente, di unità (-20,7% di variazione), passando dai del 2000 ai del Più nel dettaglio, facendo inizialmente riferimento all andamento dell occupazione, l incremento complessivamente registrato corrisponde, in termini assoluti, a unità; la componente maschile contribuisce al miglioramento con circa occupati, passando dalle (anno 2000) alle unità del , con un incidenza sul totale pari al 59,8% (che nel 2000, peraltro, era superiore al 60%). Sono in realtà le donne a sostenere e motivare le buone performance quantitative registrate nel periodo in analisi: l aumento della componente femminile è stato di occupate, che hanno fatto passare il relativo totale di genere da (anno 2000) a unità (nel 2001). Essa viene così a pesare per il 40% sul totale degli occupati, migliorando l incidenza rispetto al 2000, quando rappresentava poco più del 39% del totale. Resta comunque ancora elevato il divario in termini di tasso di occupazione fra i due generi: a fronte infatti di un tasso medio regionale maschile pari al 54,3% (valori provinciali così distribuiti: Imperia, con un tasso di occupazione pari al 58,2%, Genova con tasso pari al 54,2%, La Spezia con tasso corrispondente a 53% e Savona, con tasso pari al 52,9%), quello femminile corrisponde al 32,3% (con una omogeneità quasi totale di Imperia e Savona rispettivamente 35,6% e 35,5%) e il polo di centro-levante (Genova = 31,0% e La Spezia = 30,3%). Con riferimento alle classi d età si può osservare quanto segue: 16? per i giovanissimi (15-19 anni) si registra un incremento di più unità: nel 2001 gli occupati di questa fascia corrispondono così a 7.000; la variazione registrata dall anno precedente è pari al 40% ed è equamente distribuita in quanto a genere;? la classe d età anni aumenta di unità e raggiunge l ammontare complessivo di circa soggetti: essa risulta fra l altro quella più significativa, dal momento che da sola rappresenta circa un terzo dei soggetti con occupazione. L incremento è anche in questo caso equamente distribuito rispetto al genere;? i soggetti dai 45 anni in su ( unità, poco più del 36% del totale) registrano un incremento di soggetti;? perdono invece la classe anni ( unità), che viene a comprendere nel 2001 circa individui, e la classe anni ( unità) che annovera al 2001 un totale di soggetti. Occupazione per classe di età. Variazione anni anni anni anni 45 e oltre L articolazione per classi d età degli occupati evidenzia, nel raffronto tra il 2000 e il 2001, un punto di attenzione: l occupazione - intesa in senso stabile, sia dipendente che autonoma sembra subire un calo, 15 Si ricorda che ISTAT arrotonda le cifre nei totali in eccesso e/o in difetto. Questo motiva la differenza pari, tra i due anni e in termini assoluti, a unità. 16 La somma algebrica dei dati proposti non corrisponde al totale indicato: ciò è dovuto agli arrotondamenti alle migliaia superiori o inferiori normalmente effettuati dall ISTAT in questi casi. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

10 particolarmente concentrato nella classe anni ( unità) - con un prolungamento fino ai 34 anni - su cui è opportuno riflettere. Come si vedrà in seguito, la disoccupazione è concentrata nei soggetti over 25 anni e, in parte della stessa fascia d età, l occupazione non risulta stabile 17. Si può ipotizzare, pur in presenza di un andamento positivo nel mercato del lavoro, una difficoltà nelle fasi di ingresso e permanenza nel lavoro della componente giovanile 18. Inoltre, migliora ma rimane tuttora insoddisfacente il tasso di occupazione delle classi di età medio alte. Nella disaggregazione di genere 19 si osserva una sostanziale omogeneità nella composizione delle prima classe d età (fra i 15 e i 19 anni d età) dove la componente maschile risulta superiore a quella femminile di sole unità. Al crescere delle classi il peso percentuale di quella dei maschi tende a dominare, in particolare con riferimento ai residenti compresi tra i 35 e i 54 anni. Infine il peso percentuale delle classi d età sul totale degli occupati, dal confronto fra il 2000 e il 2001, mostra un miglioramento per la prima classe, quella dei giovanissimi, per quella dei soggetti fra i 35 e i 44 anni e per quella dei residenti compresi fra i 55 e i 64 anni. Le donne sono comunque tuttora la maggioranza (60% circa) dei disoccupati e una minoranza, sia pure in crescita, degli occupati. Dal punto di vista dei settori di attività, gli occupati regionali in agricoltura corrispondono, nel 2001, a soggetti, nell industria corrispondono a e nelle altre attività è concentrata la parte residua ( soggetti). Le variazioni positive si sono avute nell agricoltura (con distribuzione equa rispetto al genere) e nelle altre attività, con la parte residua; i dati evidenziano come l incremento maggiore abbia riguardato le attività commerciali. In questo specifico caso nella distribuzione di genere è stato prevalentemente privilegiato quello femminile ( unità contro le dei maschi); analogamente nel dettaglio per il commercio il numero di donne assorbite risulta doppio rispetto ai maschi. L industria evidenzia invece una contrazione, lieve in quanto complessivamente pari a unità, anche in questo caso equamente distribuita dal punto di vista del genere. Nel dettaglio per settore è il comparto industriale in senso stretto ad evidenziare le performance peggiori, considerando il decremento di circa unità avvenuto: sono stati in questo caso i maschi a subire tali performance, se si considera che il calo in questa componente di genere è stata di unità. I recenti dati del Censimento 2001 delle attività produttive confermano i caratteri strutturali dell economia ligure evidenziati nel P.O.R. Obiettivo In particolare, l ulteriore pesante caduta delle attività industriali, scese nel 2001 di oltre un quarto rispetto al 1991, è stata in parte compensata dalla crescita del settore dei servizi, che assume un Liguria un peso vicino al 50% dei posti di lavoro extragricoli (escluse le istituzioni), contro il 38% del Nord Ovest e il 36,74% medio nazionale. Anche i dati dei Censimenti delle attività produttive evidenziano il precoce passaggio al post-industriale della Liguria, avvenuto già nel corso degli anni settanta 20 ed ottanta e la contrazione del commercio, anch essa risalente al decennio , anche a causa del forte decremento di residenti. Di contro, il comparto degli altri servizi, al cui interno in Liguria pesano molto le attività trasportistiche e i servizi alla persona, mostra un costante sviluppo. 17 Si ricorda che una recente indagine dell INPS i cui risultati sono stati diffusi, fra l altro, dal quotidiano locale Il Secolo XIX (in data 20 aprile 2002) ha evidenziato che in Liguria sono stati trovati oltre lavoratori in nero (il 2,6% del totale nazionale). 18 L aumento dell occupazione tra i giovanissimi è presumibilmente imputabile alle innovazioni legislative sia dell apprendistato che dell obbligo. 19 La graduatoria delle province secondo la variazione % dell occupazione femminile nel periodo sembra offrire nuovamente la conferma della bipolarità regionale già accennata: si consideri infatti che Savona e Imperia occupano, in tale graduatoria, rispettivamente il 5 e il 23 posto, mentre La Spezia e Genova si trovano nelle parti finali della classifica, al 71 e 75 posto. Fonte: dati ISFOL e Svimez, pubblicati sul Sole 24 Ore del 22 aprile Nel 1961 gli addetti all industria superavano le unità e già nel 1971 erano scesi a P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

11 Rispetto a questa evoluzione strutturale di medio periodo i dati congiunturali commentati in queste pagine evidenziano una sostanziale tenuta delle attività industriali ed un ulteriore sviluppo di comparti del terziario che possono qualificare ulteriormente il tessuto produttivo ligure. Nel dettaglio della posizione nella professione, nell ultimo anno, sono cresciuti in particolare gli indipendenti (+7,2% di variazione, per un totale regionale di unità) a fronte di un incremento pari allo 0,7% per gli occupati dipendenti (pari in Liguria a unità). Nella distribuzione sul totale risulta anche leggermente aumentata l incidenza dei lavoratori autonomi sul totale degli occupati. Il dato, se confrontato con i valori nazionali e dei macroaggregati del Nord Italia, differenzia la Liguria sia con riferimento ai lavoratori indipendenti che ai dipendenti: mediamente il dato regionale supera infatti di 3,6 punti percentuali i valori dei lavoratori che svolgono attività in proprio ed è inferiore (per lo stesso valore poc anzi riscontrato) con riferimento agli assunti con contratto di lavoro subordinato. Il dato disaggregato riferito alla posizione nella professione incrociata con il macrosettore di attività mostra, nel periodo , quanto segue:? il settore agricolo ha incrementato in particolare la posizione lavoratore in proprio rispetto a quella degli imprenditori, fatto per nulla anomalo e correlabile alle attività in cui tale settore si articola;? il settore industriale perde imprenditori e mantiene inalterate le posizioni dei lavoratori in proprio;? le altre attività, come era presumibile attendersi, evidenziano incrementi a tutto campo, maggiormente concentrati, peraltro, tra i lavoratori in proprio. Il dato ulteriormente disaggregato per singole province mostra andamenti differenziati da caso a caso. Se il polo del ponente ha registrato variazioni nell occupazione in media corrispondenti a +2,6% nell arco dell anno considerato, la provincia genovese è quella che registra i migliori risultati (+3,7%). Da questi risultati si discosta invece La Spezia, che in termini di variazione percentuale registra una perdita pari al 2,4%. Con riferimento all occupazione femminile, invece, si riconferma la dualità ponente-centro/levante: i miglioramenti registrati a Imperia e Savona, abbastanza significativi, allontanano le due province da Genova, che comunque mostra performance positive, anche se non del calibro degli altri due aggregati territoriali. La Spezia invece conferma la propria situazione non propriamente brillante, cedendo unità nell arco dell anno, con una variazione percentuale pari a circa -6,0%. Nel dettaglio per settore di attività si osserva quanto segue:? ad Imperia migliora l occupazione in agricoltura e nelle altre attività, con particolare riferimento al commercio (dove l incremento in un anno è superiore al 21%). L industria locale evidenzia perdite piuttosto consistenti, che si rivelano oltre modo significative nel comparto industriale in senso stretto (- 25%); il totale degli occupati, nel 2001, corrisponde per questa provincia ad unità in agricoltura, nell industria e nelle altre attività;? a Savona non si apprezza alcuna variazione nel settore agricolo mentre migliora la situazione relativa alle altre attività, con valori simili a quelli riscontrati ad Imperia, a livello di ambito generale, mentre il dettaglio del commercio evidenzia una performance positiva (+11,1% rispetto al 2000), seppure non equiparabile a quella della provincia imperiese; l industria perde occupati, anche se in modo più contenuto: lo stesso calo nelle attività industriali in senso stretto è elevato (-13,6%) ma non al livello dell aggregato territoriale contiguo; nel 2001 gli occupati sono così suddivisi fra i settori di attività: in agricoltura, nell industria, nelle altre attività;? Genova migliora abbastanza diffusamente la situazione occupazionale: l agricoltura registra le migliori variazioni (seppure con la relativa significatività di questa voce nell economia provinciale); il settore industriale, considerato in generale, sfiora quasi un incremento del 10%, mentre le altre attività registrano P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

12 lievissimi scostamenti in positivo da un anno all altro. Il punto forse più dolente per la provincia genovese è sempre quello delle attività industriali statisticamente intese in senso stretto, la cui variazione negativa risulta prossima a -9%.; gli occupati nel 2001 risultano così distribuiti: in agricoltura, nel settore industriale, nelle altre attività;? La Spezia infine mostra in parte una stasi nell incremento occupazionale, a valere per agricoltura e altre attività (compreso il commercio), in parte un decremento anche piuttosto significativo, per le attività industriali e per quelle più specificamente tali (rispettivamente -9,1% e -15,8% di variazione nel periodo considerato). La distribuzione degli occupati al 2001 è la seguente: in agricoltura, nel settore industriale, nelle altre attività Occupazione per settore e provincia. Variazione SE TT OR I IM SV GE SP Agricoltura Industria (1) Altre attività (1) Per Genova, Industria in senso stretto: Infine, per quanto riguarda alla posizione nella professione nelle quattro province liguri, si osserva come in termini assoluti i dipendenti aumentino nel territorio genovese (passando da nel 2000 a nell ultimo anno), siano statici a Imperia ( unità), mentre gli altri due aggregati provinciali segnalano un calo di complessivi dipendenti, più a carico di La Spezia (che nel 2001 passa da a , con saldo pari a 3.000) che di Savona (da a nell ultimo anno). Aumenti invece diffusi si riscontrano per gli indipendenti, con variazioni positive per tutte e quattro le province in analisi, anche se con intensità diverse: da unità a Savona (complessivi ), a a Genova (totale pari a unità), alle unità di Imperia (su un totale di unità) e alle di La Spezia (su complessivi ). La distribuzione percentuale sul totale regionale, confrontata con l anno precedente, vede un minor peso sul totale dei dipendenti per Imperia e Savona, ben lontani fra l altro dalla media regionale (rispettivamente di 10 e 6 punti percentuali) e un superamento di 3,5-4 punti percentuali per Genova e La Spezia. Sugli indipendenti il dato appare speculare: il polo del ponente supera il dato medio regionale (di 6,5 punti percentuali Savona e di 10 punti Imperia); al di sotto di queste media resta l altro polo, con incidenza percentuale sostanzialmente simile (fra il 27% e il 28% del totale degli indipendenti regionali) e con una variazione, in analogia con quanto riscontrato in tutta la regione, oscillante tra 0,2 e quasi 2 punti percentuali nel periodo Con riferimento all andamento della disoccupazione si osserva in primo luogo un nuovo miglioramento del dato ligure, che viene a corrispondere al 6,5%, con una variazione dall anno precedente di -1,7 punti percentuali (e di 3,4 punti percentuali con riferimento al 1999) 21. Il dato disaggregato per la componente femminile evidenzia ancora una buona performance, con un tasso corrispondente al 9% (2,3 punti percentuali in meno rispetto al 2000 e 5,7 se paragonato al 1999). 21 Il dato è decisamente soddisfacente se si considera che l indagine annuale di Prometeia sulle previsioni regionali e provinciali edita alla fine del 2001 con le previsioni per il biennio dava il tasso di disoccupazione raggiunto a livello regionale nel 2001 come obiettivo auspicabile per il Questo risultato consentì fra l altro di parlare di accelerazione del recupero da parte della Liguria. Così ad esempio sul Sole 24 Ore del 13 novembre P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

13 Tasso di disoccupazione. Liguria, Ripartizioni e Italia Variazione 1999, 2000 e 2001 ITALIA NORD EST NORD OVEST LIGURIA ,4 4,5 6,0 9, ,6 3,8 5,3 8, ,5 3,6 4,3 6,5 Fonte: Agenzia Liguria Lavoro OML elaborazioni su dati ISTAT Andamento tassi disoccupazione 1999, 2000 e 2001 ITALIA NORD EST NORD OVEST LIGURIA Fonte: Agenzia Liguria Lavoro OML elaborazioni su dati ISTAT La diminuzione di unità fra i soggetti disoccupati (che passano così da unità del 2000 a nel 2001) riguarda sia i soggetti in cerca di prima occupazione ( nel 2001 rispetto al 2000, passando così da a ), sia quelli già occupati ( unità, diventando dai che risultavano nel 2000) sia gli altri in cerca (contrazione pari a quella riscontrato per gli inoccupati, per un totale al 2001 di unità). Il dato allontana la Liguria dalle medie italiane sempre di più: si nota infatti che nel 1999 la differenza tra il valore ligure e quello nazionale era, a vantaggio della regione, pari a 1,5 punti percentuali, nel 2000 si era apprezzata una maggior distanza, corrispondente a +2,4 punti; nel 2001 la differenza è prossima ai tre punti percentuali (6,4% in Liguria contro il 9,5% nazionale). Rispetto ai due macroaggregati Nord Ovest e Nord Est i valori liguri risultano ancora differenti; la Liguria si discosta infatti per due/tre punti percentuali in più rispetto ai due ambiti territoriali presi a confronto (il tasso di disoccupazione del Nord Ovest corrisponde al 4,3%, quello del Nord Est al 3,6%). Si nota però che il miglioramento del tasso di disoccupazione, avvenuto nell ultimo anno anche in essi, è più contenuto di quello registrato nel territorio ligure (1 punto per il Nord Ovest, 0,2 punti per il Nord Est). Il dato ha una duplice lettura: quella positiva permette di parlare di migliori performance locali rispetto al resto delle regioni settentrionali aggregate; l altra si orienta su una lettura neutrale, considerando che l approssimarsi alla piena occupazione (come sembra stia succedendo per il Nord Ovest e, ancor più, per il Nord Est) è processo complesso e più lungo, che giustifica appieno, quindi, il rallentamento nel miglioramento in atto rispetto a quanto invece rilevato nella regione ligure. I disoccupati liguri si distribuiscono in prevalenza tra i soggetti over 25anni (oltre unità), che da soli compongono il 72,1% del totale al Il confronto con il dato nazionale evidenzia come la Liguria abbia in questo senso una situazione leggermente peggiore, visto che a livello italiano il peso degli over 25enni risulta di poco superiore al 70% del totale di riferimento; regge invece meglio il dato paragonato al Nord Ovest e al Nord Est, entrambi più interessati dal fenomeno della disoccupazione adulta (rispettivamente il 73% e il 75% circa). Per contro, con riferimento all aggregato giovanile, la Liguria rispetto all Italia P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

14 presenta valori migliori (27,9% del totale, quasi 2 punti percentuali in meno con riferimento allo stesso dato medio a livello nazionale), mentre gli stessi due subambiti del Nord sono ancora più bassi in quanto ad incidenza della classe giovanile. L analisi della disoccupazione attraverso la variabile titolo di studio offre alcuni interessanti spunti di riflessione. La concentrazione di disoccupati si registra infatti per le con la licenza media (42,8% del totale, casi circa) e con il diploma di maturità (30,9%, corrispondenti a casi), evidenziando come il mercato richieda figure specializzate e tenda a non riconoscere i titoli generici quali chiave di accesso diretto al mercato 22. A fronte dei tre quarti dei disoccupati che non evidenziano titoli di studio professionalizzanti, è interessante notare come le qualifiche professionali (9,5% del totale) sembrino favorire l accesso al mercato, così come la laurea, data la sempre maggior attenzione al legame dei corsi attivati nelle Facoltà con i mercati locali. In ogni caso la distribuzione rilevata a livello ligure è in linea con quella dei due macro aggregati del Nord e nell intera Italia. Il dettaglio provinciale permette solo di apprezzare, in base ai dati oggi disponibili, la distribuzione percentuale dei disoccupati nelle quattro province, con specifica per le donne, e i tassi di disoccupazione generali e femminili 23. Il tasso medio regionale è innanzi tutto superato, con riferimento a tutti i disoccupati senza distinzione di genere, solo da Genova (7,2% contro il 6,5% per la Liguria). Leggermente al di sotto il dato relativo a Savona e La Spezia (rispettivamente 6,3% e 6,1%), mentre il risultato migliore lo propone la provincia di Imperia, definibile prossima alla piena occupazione, con il 3,8% di tasso di disoccupazione. Il dettaglio per le donne è un indicatore che nuovamente conferma l esistenza dei due poli liguri più volte ricordata in questo lavoro: infatti, a fronte di un tasso di disoccupazione femminile medio regionale pari al 9,0%, quello di Savona corrisponde all 8,0% mentre quello relativo ad Imperia, a conferma della prossimità alla piena occupazione prima accennata per la provincia in analisi, risulta pari al 4,8%. La Spezia e Genova si pongono oltre il dato medio regionale: la prima provincia con un tasso di disoccupazione al femminile pari al 9,8%, la seconda - con il dato peggiore fra i quattro subaggregati - pari al 10,2%. Un ultima riflessione: le variazioni in positivo avutesi nel 2001 sono state registrate, a livello generale, per Imperia, Genova e La Spezia, mentre a Savona il tasso risulta aumentato di mezzo punto percentuale nel periodo in analisi. Con riferimento alla disaggregazione per la componente femminile, le performance sono analoghe: migliorano infatti Imperia, Genova e La Spezia, mentre Savona evidenzia un minimo peggioramento (di 0,2 punti percentuali). Il mondo delle imprese liguri Con riferimento al dato del titolo di studio licenza elementare è lecito supporre che esso riguardi quote residuali di popolazione adulta, la cui occupabilità può essere anch essa correlata alle competenze acquisite, sebbene rispendibili soltanto in alcuni settori di attività. Per questi motivi la performance del dato in oggetto non può essere a tutti gli effetti avvicinata ai due casi citati nel testo. 23 Non sono disponibili dati in serie storiche sul Centro per l Impiego di Genova (con eccezione dell area del Tigullio). I Centri di Imperia, La Spezia e Savona hanno invece elaborato varie statistiche in merito. La carenza dell aggregato genovese rende difficili commenti puntuali. 24 Si rimanda anche all allegato statistico, tabelle 40 e 41. P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

15 Il primo confronto possibile è quello riferito alle imprese registrate nel 2000 il cui ammontare, a livello regionale, supera le unità, con preponderanza di quelle iscritte nella provincia di Genova (54,4% del totale), seguita da Savona (18,3%), Imperia (14,0%) e La Spezia (13,2%). L ammontare delle imprese registrate risulta incrementato dalla metà dello scorso decennio di quasi unità, di cui quasi solo nel periodo Sempre a livello ligure, in ogni anno considerato il saldo tra iscrizioni e cessazioni è sempre risultato positivo, seppure altalenante, con valori variabili da circa unità (1995), a circa (1999), ad oltre (2000). Andamento saldo iscrizioni 1995, 1999, 2000 Fonte: Prospettive dell Economia n 3/2001 nostre elaborazioni I dati al 2000 meritano un breve approfondimento considerando anche un osservatorio di analisi un poco più puntuale. Infatti la consistenza delle imprese registrate comprende anche quelle realtà aziendali cosiddette inattive, le quali possono lecitamente svolgere un attività - a condizione di modificare la loro posizione da inattive ad attive entro l anno di costituzione - come pure non svolgerne alcuna. L insieme delle imprese attive, che è scorporato dalle Camere di Commercio, pur epurato di realtà magari significative nei mercati locali, è comunque un dato omogeneo, in quanto accomuna realtà identiche da un punto di vista sostanziale (tutte le imprese formalmente definite attive, appunto). Queste corrispondono, a livello regionale, a unità presenti, ovviamente, prevalentemente nel territorio provinciale genovese (49,3% del totale delle imprese attive), seguite da Savona (20,7%), Imperia (17,6%) e La Spezia (12,2%). Quasi un terzo delle imprese attive è riconducibile alla voce commercio ; seguono poi le costruzioni (oltre il 14% del totale), l agricoltura (13%), le attività industriali (10,6%), la parte di altre attività che comprende quelle immobiliari, il noleggio, l informatica e la ricerca (9,5%), gli alberghi e ristoranti (7,5%). Risultano residuali gli altri settori. La distribuzione, come si può osservare, riflette in parte alcuni dei fenomeni osservati nel corso della trattazione dei dati relativi all occupazione, anche se con tutti i limiti del dettaglio differente dei soggetti in posizione professionale, che risulta molto più generale del presente. Imprese attive per settore complessivo altre attività alberghi e P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria ristoranti Allegati al Rapporto annuale commercio altre attività

16 Fonte: Prospettive dell Economia n 3/2001 nostre elaborazioni Il dettaglio per provincia, che riflette ovviamente le peculiarità più tipiche dei subaggregati territoriali presi in analisi, mostra qualche scostamento dalle medie regionali. Così ad esempio:? per Imperia i cinque settori chiave sono, nell ordine: agricoltura, commercio (questi primi due, considerati unitamente, annoverano circa il 50% delle imprese attive), costruzioni, attività industriali, alberghi e ristoranti;? per Savona i cinque settori più significativi sono, nell ordine, il commercio, l agricoltura (insieme pari ad oltre il 45% del totale delle imprese attive), le costruzioni, gli alberghi e ristoranti, le attività industriali;? per Genova la distribuzione privilegia: commercio (poco più di un terzo delle imprese attive), costruzioni, attività industriali, attività immobiliari-noleggio-informatica-ricerca e, in una sorta di exaequo, trasporti, magazzinaggio e comunicazione, (seguito a pochissima distanza dall alberghieroristorazione);? per La Spezia risultano più significativi i seguenti settori: commercio, costruzioni, attività industriali, attività immobiliari-noleggio-informatica-ricerca, alberghiero e ristorazione. Anche con riferimento al mondo delle attività produttive, le informazioni disponibili sembrano confermare l esistenza di un polo a ponente, in cui i settori più significativi risultano gli stessi, in alcuni casi solo con una maggiore o minore incidenza da un aggregato provinciale all altro: infatti a Imperia e Savona le prime due posizioni sono occupate da agricoltura (più significativa per la provincia imperiose) e dal commercio (in prima posizione per Savona); centrale in entrambi gli aggregati è l edilizia, mentre le ultime due posizioni privilegiano industria (quarto settore ad Imperia) e alberghiero/ristorazione (quarto a Savona). Genova e La Spezia si differenziano soltanto per il fatto che la prima provincia vede il quinto posto nella graduatoria dei settori economici più significativi occupato dai trasporti, mentre nello spezzino emerge l alberghiero e la ristorazione. Un altro dato interessante è quello della distribuzione delle imprese in base alla ragione sociale: a livello regionale, nel 2000 sono risultate dominare le ditte individuali (da sole pari al 67,8% del totale), seguite dalle società di (21,7%) e da quelle di capitali (8,8%); residuali le cosiddette altre forme. Imprese per ragione sociale societˆ di capitali altre forme P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale societˆ di ditte

17 Fonte: Prospettive dell Economia n 3/2001 nostre elaborazioni Ditte individuali per provincia dati al 31 dicembre 2000 Imperia 75,0% Savona 71,2% La Spezia 65,7% Genova 64,3% Fonte: Prospettive dell Economia n 3/2001 nostre elaborazioni La consistenza delle ditte individuali aveva, peraltro, già suscitato l interesse di vari studiosi: a questo proposito, alla fine del 2001 era ad esempio risultato come una parte (seppur contenuta) di tali ditte era a titolarità extracomunitaria. In particolare il paese di maggior provenienza degli imprenditori stranieri era risultato il Marocco, seguito dal Senegal, mentre in terza posizione erano emerse ditte individuali di soggetti stranieri ma appartenenti all Unione Europea (Francia nello specifico). In generale, comunque, Unioncamere aveva già rilevato (con riferimento al 2001) una discreta presenza di imprenditori stranieri alla guida di aziende liguri, con un peso sul totale regionale variabile dal 4,6% (per la provincia di Imperia) al 3,9% (Genova, al 3,5 (Savona e La Spezia) 25. Infine merita un brevissimo cenno l evoluzione dell anagrafe delle imprese segnalata da Infocamere e più volte confermata dal Sole 24 Ore 26 : con riferimento alle imprese registrate si osserva a livello di ogni provincia ligure, una crescita di circa nuove realtà aziendali nell arco dell anno La distribuzione sul territorio vede una prevalenza della provincia di Genova, che da sola contribuisce per il 60% circa del totale. L apporto minore è invece riferibile all area spezzina, con poco più del 4% del totale. Del resto lo sviluppo in questa provincia è forse quello, a livello regionale, da considerarsi più difficoltoso, anche in funzione di quanto segnalato in precedenza. Il dato quindi pare riflettere il momento di difficoltà che la provincia di La Spezia sta affrontando 25 Fonte: Infocamere e il SOLE 24 Ore del 26 novembre Fonte: Infocamere e il SOLE 24 Ore del 12 aprile P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

18 Tabella 1 - movimento demografico e popolazione residente in Liguria con dettaglio provinciale - valori assoluti - anno 2000 Provincia pop. 1/1/00 nati morti saldo nat. iscritti cancellati saldo migr. pop. 31/12/00 Imperia Savona Genova La Spezia Liguria Italia Nord Occ Italia Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT Tabella 2 - Variazione assoluta e %, periodo ; tassi di natalità e mortalità al 1999 e al 2000 Provincia variaz. ass. variaz. % tasso natalità al 1999 tasso mortalità al 1999 tasso natalità al 2000 tasso mortalità al 2000 Imperia 14 0,01 7,16 13,28 7,17 13,73 Savona -55-0,02 6,64 14,58 7,20 13,56 Genova ,47 6,73 13,66 6,92 13,50 La Spezia ,26 6,56 13,53 6,79 13,12 Liguria ,30 6,75 13,75 6,98 13,49 Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT Tabella 3 - Popolazione Regione liguria per classi d'età quinquennali - valori assoluti - anni 1998 e 1999 classi età 98 maschi femmine totale classi età 99 maschi femmine totale e oltre e oltre Totale Totale Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

19 Tabella 5 - popolazione residente per classi d'età quinquennali - peso % sul totale delle singole classi - anno 1999 classi età maschi femmine totale ,35 48,65 100, ,49 48,51 100, ,70 48,30 100, ,14 48,86 100, ,80 49,20 100, ,00 49,00 100, ,95 49,05 100, ,85 49,15 100, ,45 49,55 100, ,69 50,31 100, ,71 51,29 100, ,84 52,16 100, ,85 53,15 100, ,34 54,66 100, ,70 57,30 100, ,36 61,64 100, ,06 65,94 100, ,15 69,85 100, ,16 76,84 100, ,08 81,92 100, e oltre* 15,28 84,72 100,00 Totale 47,39 52,61 100,00 Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

20 Tabella 6 - popolazione residente per macroclassi d'età con dettaglio per provincia e per genere - valori assoluti - dati al 1998 classi età residenti 0-14 anni residenti anni residenti oltre 65 anni totale residenti Provincia maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale Imperia (*) Savona (**) Genova La Spezia Liguria Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT (*) Nel dettaglio delle classi manca la distribuzione dei residenti di Apricale, ricompresa invece nel totale. (**) Nel dettaglio delle classi manca la distribuzione dei residenti di Castelvecchio di R. B. ricompresa invece nel totale. Tabella 7 - popolazione residente per macroclassi d'età con dettaglio per provincia e per genere - valori assoluti - dati al 1999 classi età residenti 0-14 anni residenti anni residenti oltre 65 anni totale residenti Provincia maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale Imperia (*) Savona Genova la Spezia Liguria Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT (*) Nel calcolo delle classi d'età, i valori di Apricale sono quelli al 1997; i valori di Dolceacqua e Rocchetta Nervina sono quelli al 1998 Tabella 8 - popolazione residente per macroclassi d'età con dettaglio per provincia e per genere - valori assoluti - confronto 1998 e 1999 classi età residenti 0-14 anni residenti anni residenti oltre 65 anni totale residenti Provincia maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale Imperia (*) Savona Genova la Spezia Liguria Fonte: Regione Liguria - Ufficio Statistica - elaborazioni su dati ISTAT (*) Nel calcolo delle classi d'età, i valori di Apricale sono quelli al 1997; i valori di Dolceacqua e Rocchetta Nervina sono quelli al 1998 P.O.R. Ob. 3 Regione Liguria Allegati al Rapporto annuale

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