DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

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1 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI ART. 17 COMMA 1, LETTERA A) D.LGS 81/2008 D.LGS 106/2009 Scuola dell infanzia di Ponticelli

2 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 2 Datore di lavoro Dirigente scolastico, Prof.ssa Giuliana CALVIELLO Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione Dott. Emanuele TARQUINI Medico Competente Dott. Vittorio DE AMICIS Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza Anita DEL VESCOVO Mauro TOZZI Ed. Rev. Data Emissione Motivi di revisione del documento 1 0 Del 28/10/2010 Prima emissione 2 0 Del 17/10/2011 Aggiornamento 3 0 Del 19/02/2015 Aggiornamento plesso 2

3 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 3 INDICE 1. RIFERIMENTI NORMATIVI 2. RELAZIONE 1. Dati aziendali ai fini della sicurezza 2. Descrizione dell attività 3. Descrizione ambienti lavorativi 4. Macchinari ed attrezzature 3. CRITERI SEGUITI AI FINI DELLA VALUTAZIONE 4. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ALL USO DEL VIDEOTERMINALE 5. VALUTAZIONE MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI 6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO 7. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI 8. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMIANTO 9. VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO 10. VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE 11. VALUTAZIONE DEL RISCHIO VIBRAZIONI MECCANICHE 12. VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO 13. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA LAVORO NOTTURNO 14. VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LE LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO 15. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZE DI GENERE 16. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZA D ETA 17. VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSE ALLE DIFFERENZE DI PROVENIENZA 18. VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA STRESS DA LAVORO CORRELATO 19. VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA ATMOSFERE ESPLOSIVE 20. VALUTAZIONE DEL RISCHIO SULLA PREVENZIONE DA INCIDENTI SUL LAVORO ATTRIBUIBILI ALL USO DI ALCOL E ALTRE SOSTANZE PSICOTROPE (Rischio per l incolumità di se stesso e di terzi) 3

4 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag INDIVIDUAZIONE DEI GRUPPI OMOGENEI 22. VALUTAZIONE DEI RISCHI E MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE RELATIVE ALLE ATTIVITÀ 23. TABELLE RIASSUNTIVE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ADOTTATE 1. Formazione ed informazione 2. D.P.I. forniti per gruppi omogenei/attività 24. PROGRAMMA DELLE MISURE RITENUTE OPPORTUNE PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA 25. ALLEGATI 4

5 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag RIFERIMENTI NORMATIVI TIPO N /ANNO ARGOMENTO PROVVEDIMENTO D.M. 18/12/1975 Norme tecniche aggiornate relative all edilizia scolastica D.M. 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l edilizia scolastica D.M. 10/03/1998 La gestione della sicurezza antincendio D.M. 388 del Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso aziendale 15/07/2003 D.M. 37 del Regolamento recante il riordino delle disposizioni in materia di 22/01/2008 attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici. D.M. 382 del 29/09/1998 D.Lgs 81 del 09/04/2008 D.Lgs 106 del 03/08/2009 D.L 78 del 31/05/2010 D.P.R. 151 del 01 agosto 2011 Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze negli istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e grado, ai fini delle norme contenute nel decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modifiche ed integrazioni Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Disposizioni integrative e correttive del D.Lgs 81/2008 in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell art. 49, comma 4-quater, del D.L. 31/05/2010, n.78, con modificazioni della legge 30/07/2010, n

6 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag RELAZIONE RAGIONE SOCIALE PLESSO SEDE LEGALE 2.1 Dati aziendali ai fini della sicurezza ISTITUTO COMPRENSIVO DI POGGIO MOIANO F. ULIVI Scuola dell infanzia di Ponticelli VIALE MANZONI, 17 POGGIO MOIANO (RI) SEDE OPERATIVA DATORE DI LAVORO MEDICO COMPETENTE RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE VIA RIETI SNC PONTICELLI DIRIGENTE SCOLASTICO PROF.SSA GIULIANA CALVIELLO DOTT. VITTORIO DE AMICIS DOTT. EMANUELE TARQUINI TEL. 0765/ FAX 0765/ SITO INTERNET E MAIL SETTORE PRODUTTIVO SCUOLA DELL INFANZIA DIRIGENTI Personale che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell incarico conferitogli, sovrintende all attività lavorativa e garantisce l attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori esercitando un funzionale potere di iniziativa PREPOSTI Personale che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell incarico conferitogli, sovrintende all attività lavorativa e garantisce l attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori esercitando un funzionale potere di iniziativa RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA Anita Del Vescovo Mauro Tozzi ELENCO DIPENDENTI ELENCO LAVORATORI IN ALLEGATO MANSIONE G1) INSEGNANTI G2) PERSONALE ATA COLLABORATORI SCOLASTICI 6

7 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 7 ADDETTI AL SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO VEDI NOMINE ALLEGATE ADDETTI AL SERVIZIO ANTINCENDIO VEDI NOMINE ALLEGATE 7

8 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Descrizione dell attività L istituto Poggio Moiano Ferruccio è una scuola che comprende diversi plessi nel comune di Poggio Moiano, Scandriglia, Poggio Nativo, Frasso e Castelnuovo di Farfa. Nel plesso sito a Ponticelli, in via Rieti snc, vengono svolte le seguenti attività: Attività didattica ovvero: o Scuola dell infanzia. 2.3 Descrizione degli ambienti lavorativi La struttura è un edificio, suddiviso su un piano, classificato ai sensi della prevenzione incendi come di tipo 0, per la presenza di circa 70 persone, ovvero scuole con numero di persone contemporanee fino a 100 persone (D.M. 26/08/1992). L ambiente di lavoro, è così ripartito: PIANO TERRA Scuola dell infanzia Nr. 4 aule didattiche Aula video Cucina Wc Aula mensa 2.4 Macchinari ed attrezzature Reparto Reparto amministrativo Reparto scolastico Tipo / Nr. Personal computer Stampante Fax Fotocopiatrice Mobili da ufficio Vdt Tv 8

9 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag CRITERI SEGUITI AI FINI DELLA VALUTAZIONE Il presente Documento di Valutazione dei Rischi è stato elaborato dal Datore di Lavoro in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione; il Rappresentante del Lavoratori per la Sicurezza è in fase di elezione tra i dipendenti, secondo la normativa vigente. La prima fase è stata eseguita mediante un analisi accurata dei cicli lavorativi condotti nell ambiente di lavoro ai fini dell esplicazione dell attività d impresa. Si è proceduto ad un attenta analisi delle lavorazioni, dei macchinari utilizzati e delle sostanze chimiche con le quali gli addetti possono entrare in contatto. L analisi è stata integrata con dati di letteratura, statistiche INAIL e consultando la base dati dei rischi per settore dell ISPESL. L analisi in questione ha riguardato: - identificazione dei pericoli o fattori di rischio - stima dell esposizione (concentrazione ambientale, durata di esposizione; modalità di assorbimento; caratterizzazione della popolazione) - rispondenza a standard (leggi, norme tecniche, codici di buona pratica) Al fine di individuare i rischi correlati all attività lavorativa sono stati effettuati sopralluoghi conoscitivi per comprendere la realtà aziendale (tipologia dell attività, ciclo produttivo, fasi di lavoro, e caratteristiche degli ambienti di lavoro), nonché raccogliere la documentazione tecnica e le procedure operative esistenti relative agli impianti tecnologici, alle macchine, alle attrezzature e alle sostanze utilizzate. Sulla base delle conoscenze acquisite, è stato possibile individuare gruppi omogenei di lavoratori, vale a dire un insieme di lavoratori che svolgono attività e mansioni uguali o analoghe e che sono esposti agli stessi rischi lavorativi. Si noti che uno stesso lavoratore può appartenere a più gruppi omogenei, sulla base delle diverse mansioni a cui può essere adibito. La valutazione dei rischi si basa su un concetto di stima del rischio, che si divide in una fase qualitativa, rappresentata dalla identificazione del pericolo o fattore di rischio, in una stima quantitativa dell esposizione, in una stima della probabilità che si verifichino gli effetti e della loro possibile entità. 9

10 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 10 Una definizione della grandezza del rischio può essere: RISCHIO (R) = PROBABILITA DI ACCADIMENTO (P) X MAGNITUDO DEL DANNO (D) Ovvero il prodotto tra la probabilità (P) che si verifichi un evento indesiderato e la grandezza (M) del danno che esso può causare P= Probabilità del danno Valore Livello 1 Improbabile 2 Poco probabile 3 Probabile 4 Altamente probabile M= Magnitudo del danno Valore Livello 1 Lieve 2 Medio 3 Grave 4 Gravissimo Ogni rischio potenziale viene valutato secondo le tabelle di questa pagina, dando un punteggio secondo la formula R = P x M. Il prodotto è indicativo del grado di rischio e quindi dell urgenza di azioni da intraprendere (vedi schema e tabelle successive) 10

11 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 11 R > 8 Azioni correttive indilazionabili 4 < R < 8 È necessario programmare azioni correttive con urgenza 2 < R < 3 È necessario programmare azioni correttive a breve o medio termine R = 1 Le azioni da programmare sono solo per migliorare una situazione di partenza di per se non pericolosa Si è soliti suddividere i rischi per categoria RISCHI PER LA SICUREZZA (rischi di natura infortunistica) dovuti a: - strutture - macchine - impianti 11

12 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag sostanze pericolose - incendio - esplosioni RISCHI PER LA SALUTE (rischi di natura igienico ambientale) dovuti a: - agenti chimici - agenti fisici - agenti biologici - agenti cancerogeni RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA (rischi di tipo trasversale) dovuti a: - organizzazione del lavoro - fattori psicologici - fattori ergonomici - condizioni di lavoro difficili 12

13 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag VALUTAZIONE DEI RISCHI UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE Da tale indagine è emerso che sono presenti VDT, utilizzati dai docenti per esercitazioni o attività amministrative di breve durata. Pertanto il VDT viene utilizzato per un tempo minore alle 20 ore settimanali. Misure di prevenzione e protezione Per tali lavoratori state individuate le relative misure di prevenzione e protezione secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/08, Titolo VII e Allegato XXXIV, e dalle Linee guida d uso dei videoterminali D. 2/10/ VALUTAZIONE DEI RISCHI DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI 5.1. INTRODUZIONE Ai fini del Titolo VI del D.Lgs 81/2008, s intendono: a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombari; b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel presente ALLEGATO XXXIII ELEMENTI DI RIFERIMENTO 13

14 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag CARATTERISTICHE DEL CARICO La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: il carico è troppo pesante; è ingombrante o difficile da afferrare; è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi; è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco; può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto. 2. SFORZO FISICO RICHIESTO Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: è eccessivo; può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco; può comportare un movimento brusco del carico; è compiuto col corpo in posizione instabile. 3. CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO Le caratteristiche dell ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell attività richiesta; il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso; il posto o l ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un altezza di sicurezza o in buona posizione; il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi; il pavimento o il punto di appoggio sono instabili; la temperatura, l umidità o la ventilazione sono inadeguate. 14

15 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITA L attività può comportare un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari se comporta una o più delle seguenti esigenze: sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati; pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti; distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto; un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore. 5. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi: inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età; indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore; insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell addestramento VALUTAZIONE DEL RISCHIO CALCOLO PER LA VALUTAZIONE Per quanto riguarda le azioni di sollevamento, viene ormai universalmente adottato il metodo NIOSH che, oltre ad essere utilizzato negli USA da oltre dieci anni e quindi ben collaudato, rappresenta la base per numerosi standard europei in corso di elaborazione. Il più recente modello proposto dal NIOSH (1993) che è in grado di determinare, per ogni azione di sollevamento, il cosiddetto RWL (Recommended Weight Limits) o limite di peso raccomandato attraverso un equazione che, dato un peso massimo sollevabile in condizioni ideali, considera eventuali elementi sfavorevoli cui viene assegnato un determinato fattore demoltiplicativo che può assumere valori compresi tra 1, per le condizioni ottimali, e 0 per le peggiori. E ovvio che tale ultimo valore rappresenta un caso estremo e quindi una inadeguatezza assoluta per quello specifico elemento di rischio. Il valore 1 non produrrà alcuna variazione, mentre tutti i valori intermedi determineranno una conseguente riduzione del peso ideale. 15

16 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 16 Il NIOSH, nella sua proposta parte da un peso ideale di 23 kg che è considerato protettivo per il 99% dei maschi adulti e per il 75-90% delle donne. In Italia, sulla base anche dei dati esistenti in letteratura, si preferisce partire da un peso ideale di 25 kg per i maschi adulti e 15 kg per le femmine adulte; in tal modo si protegge circa il 90% delle rispettive categorie. Il limite per la classe di età anni è, rispettivamente, di 15 kg e 10 kg. Il modello NIOSH è comunque applicabile quando siano presenti le seguenti condizioni: - il sollevamento dei carichi è svolto in posizione eretta; - il sollevamento è eseguito con due mani; - il sollevamento avviene sul piano sagittale (direttamente di fronte al corpo) senza torsioni; - le dimensioni del carico non sono eccessive; - esiste una buona possibilità di presa; - il movimento avviene in meno di 2 secondi; - esiste possibilità di riposo tra un operazione e l altra; - eventuali altre attività di movimentazione manuale (trasporto, spingere o tirare) sono minime; - esiste un adeguata frizione tra piedi e pavimento (suole o pavimento non scivolosi); - i gesti di sollevamento sono eseguiti in modo non brusco; - il carico non è estremamente freddo, caldo, contaminato o con il contenuto instabile; - il lavoro è eseguito in spazi non ristretti; - il lavoratore è in buone condizioni di salute; - il lavoratore è stato addestrato al lavoro; - le condizioni microclimatiche sono ottimali (TEC = C in estate o C in inverno). Il limite di peso raccomandato si ricava dalla seguente formula: RWL =CP x FA x FB x FC x FD x FE x FF 16

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20 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag VALUTAZIONE DEL RISCHIO La valutazione viene considerata trascurabile per i seguenti gruppi omogenei, visto che non si sollevamento solitamente carichi superiori ai 3 kg: GRUPPO OMOGENEO G1) Docenti Le maestranze svolgono attività di movimentazione manuale dei carichi nelle pulizie dei locali. Le mansioni interessate sono le seguenti: G2) Collaboratori scolastici MOVIMENTAZIONE SECCHIO (peso stimato 5 Kg) MOVIMENTAZIONE BANCHI (peso stimato 10 Kg) 20

21 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 21 Calcolo di sollevamento: movimento secchio uomo ETA' maschi femmine costante di peso > 18 anni < > 18 anni ,00 altezza da terra delle mani all inizio del sollevamento altezza (cm.) >175 fattore 0,77 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0,78 0 0,85 distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento dislocazione (cm.) >175 fattore 1 0,97 0,93 0,9 0,88 0,87 0,86 0 0,97 distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta) distanza (cm.) >63 fattore 1 0,83 0,63 0,5 0,45 0,42 0 0,83 dislocazione angolare del peso dislocazione (gradi) >135 fattore 1 0,9 0,81 0,7 0,52 0, giudizio sulla presa del carico giudizio buono scarso fattore 1 0,9 1 frequenza in gesti (n di atti al minuto ) in relazione alla durata frequenza 0, continuo < 1 ora 1 0,94 0,84 0,8 0,52 0,37 0 continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0 continuo da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,3 0, PESO SOLLEVATO CON UNA MANO 17,11 X 0,6= 10,3 peso limite raccomandato 17,11 Kg di peso effettivamente sollevato 5 indice di sollevamento 0,48 21

22 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 22 Calcolo di sollevamento: movimento secchio DONNA ETA' maschi femmine costante di peso > 18 anni < > 18 anni ,00 altezza da terra delle mani all inizio del sollevamento altezza (cm.) >175 fattore 0,77 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0,78 0 0,85 distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento dislocazione (cm.) >175 fattore 1 0,97 0,93 0,9 0,88 0,87 0,86 0 0,97 distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta) distanza (cm.) >63 fattore 1 0,83 0,63 0,5 0,45 0,42 0 0,83 dislocazione angolare del peso dislocazione (gradi) >135 fattore 1 0,9 0,81 0,7 0,52 0, giudizio sulla presa del carico giudizio buono scarso fattore 1 0,9 1 frequenza in gesti (n di atti al minuto ) in relazione alla durata frequenza 0, continuo < 1 ora 1 0,94 0,84 0,8 0,52 0,37 0 continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0 continuo da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,3 0, PESO SOLLEVATO CON UNA MANO 10,26 X 0,6= 6,16 peso limite raccomandato 10,26 Kg di peso effettivamente sollevato 5 indice di sollevamento 0,81 22

23 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 23 Calcolo di sollevamento: movimento BANCHI uomo ETA' maschi femmine costante di peso > 18 anni < > 18 anni ,00 altezza da terra delle mani all inizio del sollevamento altezza (cm.) >175 fattore 0,77 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0, distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento dislocazione (cm.) >175 fattore 1 0,97 0,93 0,9 0,88 0,87 0, distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta) distanza (cm.) >63 fattore 1 0,83 0,63 0,5 0,45 0, dislocazione angolare del peso dislocazione (gradi) >135 fattore 1 0,9 0,81 0,7 0,52 0, giudizio sulla presa del carico giudizio buono scarso fattore 1 0,9 1 frequenza in gesti (n di atti al minuto ) in relazione alla durata frequenza 0, continuo < 1 ora 1 0,94 0,84 0,8 0,52 0,37 0 continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0 continuo da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,3 0, ,88 peso limite raccomandato 22 Kg di peso effettivamente sollevato 10 indice di sollevamento 0,45 23

24 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 24 Calcolo di sollevamento: movimento BANCHI DONNA ETA' maschi femmine costante di peso > 18 anni < > 18 anni ,00 altezza da terra delle mani all inizio del sollevamento altezza (cm.) >175 fattore 0,77 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0, distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine del sollevamento dislocazione (cm.) >175 fattore 1 0,97 0,93 0,9 0,88 0,87 0, distanza orizzontale tra mani e punto di mezzo caviglie (distanza max raggiunta) distanza (cm.) >63 fattore 1 0,83 0,63 0,5 0,45 0, dislocazione angolare del peso dislocazione (gradi) >135 fattore 1 0,9 0,81 0,7 0,52 0, giudizio sulla presa del carico giudizio buono scarso fattore 1 0,9 1 frequenza in gesti (n di atti al minuto ) in relazione alla durata frequenza 0, continuo < 1 ora 1 0,94 0,84 0,8 0,52 0,37 0 continuo da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0 continuo da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,3 0, ,88 peso limite raccomandato 13,2 Kg di peso effettivamente sollevato 10 indice di sollevamento 0,75 24

25 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 25 GRUPPO OMOGENEO Inferiore a 0,85 Rischio trascurabile G2) Collaboratore scolastico (uomo) X G2) Collaboratore scolastico(donna) X Tra 0,86 e 0,99 Rischio tollerabile Oltre 1 Rischio presente 3.3 Misure di prevenzione e protezione Pur riscontrando un rischio trascurabile, il datore di lavoro ha adottate misure di prevenzione e protezione, per tutti gli operatori che operano la MMC : 1. Informazione, formazione e addestramento (art. 169) Il datore di lavoro: a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato; b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi. (Procedure Misure per la corretta movimentazione manuale dei carichi) 25

26 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO 6.1. INTRODUZIONE Il presente documento contiene un analisi dettagliata dei pericoli connessi all utilizzo delle sostanze chimiche nel laboratorio analisi, con indicazione delle mansioni interessate alla potenziale esposizione CRITERI SEGUITI AI FINI DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA SALUTE La valutazione, per quanto riguarda il rischio per la salute, è stata effettuata secondo le linee guida della Regione Emilia-Romagna, denominate MODELLO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CHIMICI PERICOLOSI PER LA SALUTE AD USO DELLE PICCOLE E MEDIO IMPRESE. Il modello proposto dalla Regione Emilia-Romagna, è una modalità di analisi che consente di effettuare la valutazione del rischio secondo quanto previsto dall articolo 223 comma 1. Del D.Lgs. 81/08 (Titolo IX Capo I Protezione da agenti chimici ): nel modello è infatti prevista l identificazione e il peso da assegnare ai parametri indicati dall articolo di legge e dai quali non è possibile prescindere. Il modello individua un percorso semplice, il più semplice possibile, per effettuare la valutazione del rischio da parte delle piccole imprese Artigiane, Industriali, del Commercio e dei Servizi senza dover accedere, almeno in questa fase, a valutazioni con misurazione dell agente chimico. Infine, il modello va inteso come un percorso di facilitazione atto a consentire, alle piccole e medie imprese, la classificazione al di sopra o al di sotto della soglia del rischio IRRILEVANTE PER SALUTE DEFINIZIONE DEL RISCHIO CHIMICO Il rischio R per le valutazioni del rischio derivanti dall esposizione ad agenti chimici pericolosi è il prodotto R = P x E 26

27 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 27 P = Indice di pericolosità intrinseca di una sostanza o di un preparato (identificato dalle frasi di rischio R) E = Livello di esposizione (cutanea e/o inalatoria) dei soggetti nella specifica attività lavorativa Il rischio R, in questo modello, può essere calcolato separatamente per esposizioni inalatorie e per esposizioni cutanee: Rinal = P x Einal Rcute = P x Ecute Nel caso in cui per un agente chimico pericoloso siano previste contemporaneamente entrambe le vie di assorbimento il rischio R cumulativo (Rcum) è ottenuto tramite il seguente calcolo: Gli intervalli di variazione di R sono: 27

28 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag

29 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Identificazione dell indice di pericolosità Il metodo per l individuazione di un indice di pericolo P si basa sulla classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi stabilita dalla normativa italiana vigente che, com è noto, proviene da direttive e regolamenti della CEE (Direttiva 67/548/CEE e successive integrazioni e modifiche). Ad ogni frase di rischio R (singola o combinata) è stato attribuito un punteggio (score) da 1 a 10, che tiene conto dei criteri di classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi. Si ottiene così un indice numerico di pericolo, per ogni agente chimico pericoloso impiegato. Fra le proprietà tossicologiche valutate non vi sono proprietà cancerogene e/o mutagene. Giuridicamente per tali agenti non è possibile individuare una soglia di rischio al di sotto della quale il rischio risulta moderato. Per gli agenti cancerogeni e/o mutageni, quando si parla di valutazione del rischio in realtà ci si riferisce ad una valutazione dell esposizione. Come si valuta la pericolosità: 1. La determinazione dello score di pericoli è effettuata in base sia alle caratteristiche intrinseche di pericolosità degli agenti chimici (Frasi R), sia alle vie di esposizione più rilevanti (via inalatoria> via cutanea> via digestiva) 2. Un altro aspetto da considerare per la corretta graduazione del pericolo è relativo ai criteri di classificazione ed etichettatura di sostanze e preparati percicolosi in base ai quali gli effetti a lungo termine (es. tossici per il ciclo produttivo), allergenici subacuti o cronici (es. sensibilizzanti) sono più importanti rispetto agli effetti acuti (effetti a lungo termine > effetti acuti) 3. Considerando invece solo gli effetti acuti, la categoria del molto tossico risulta più pericolosa rispetto a quella del tossico, a sua volta più pericolosa di quella del nocivo (molto tossico > tossico > nocivo) 4. È stato attribuito un punteggio anche ai preparati non classificati come pericolosi, ma che contengono almeno una sostanza pericolosa in conc. 1% in peso, o 0,2% in volume. 5. È stato attribuito un minore punteggio anche alle sostanze non classificate pericolose, ma per le quali esiste un valore limite di esposizione professionale 6. È stato attribuito un punteggio anche a sostanze e preparati non classificati pericolosi, ma che nel processo di lavorazione si trasformano emettendo agenti chimici pericolosi 7. Il punteggio minimo non nullo è stato attribuito a sostanze e preparati non classificati e non classificabili come pericolosi, e non contenenti alcuna sostanza pericolosa, neanche come impurezza. 29

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33 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Determinazione dell indice di esposizione per via inalatoria L indice di esposizione per via inalatoria Einal viene determinato attraverso il prodotto di un Subindice I (Intensità dell esposizione) per un Sub-indice d (distanza del lavoratore dalla sorgente di intensità I): Einal = I x d Determinazione del sub-indice i (intensità di esposizione) comporta l uso delle seguenti 5 variabili : 1. Proprietà chimico-fisiche 2. Quantità in uso 3. Tipologia d uso 4. Tipologia di controllo 5. Tempo di esposizione 33

34 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 34 Calcolo indicatore di disponibilità D da: proprietà fisiche-quantità d uso Vengono individuati quattro livelli, in ordine crescente relativamente alla possibilità della sostanza di rendersi disponibile in aria, in funzione della volatilità del liquido e della ipotizzabile o conosciuta granulometria delle polveri: stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico), liquidi a bassa volatilità [bassa tensione di vapore] liquidi a alta e media volatilità [alta tensione di vapore] o polveri fini, stato gassoso. Quantità d uso (giornaliera) 34

35 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 35 Calcolo dell indicatore d uso u da: tipologia d uso indicatore di disponibilità (precedente) Uso in sistema chiuso: la sostanza è usata e/o conservata in reattori o contenitori a tenuta stagna e trasferita da un contenitore all altro attraverso tubazioni stagne. Uso in inclusione in matrice: la sostanza viene incorporata in materiali o prodotti da cui è impedita o limitata la dispersione nell ambiente (es. pellet, dispersione di solidi in acqua, ecc.) Uso controllato e non dispersivo: lavorazioni che coinvolgono gruppi limitati di lavoratori; adeguati sistemi di controllo Uso con dispersione significativa: esposizione incontrollata anche per altri lavoratori e per la popolazione in generale (es. irrorazione fitosanitari, vernici ecc.) 35

36 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 36 Calcolo dell indicatore di compensazione c da: tipologia controllo indicatore d uso (precedente) Contenimento completo: ciclo chiuso, esposizione trascurabile Ventilazione aspirazione locale: rimozione del contaminante alla sorgente, impedendone la dispersione Diluizione - ventilazione: naturale o meccanica, richiede monitoraggio continuativo Manipolazione diretta: lavoratore opera con DPI a diretto contatto con il materiale pericoloso. Le esposizioni possono essere elevate 36

37 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 37 Calcolo del sub-indice di intensità i da: tempo di esposizione indicatore di compensazione C (precedente) Tempo di esposizione Inferiore a 15 minuti, tra 15 minuti e le due ore, tra le due ore e le quattro ore, tra le quattro ore e le sei ore, più di sei ore. Il tempo di esposizione si identifica a livello giornaliero, indipendentemente dalla frequenza d uso. Se la lavorazione comporta l uso di agenti chimici, si considera il tempo complessivo che espone a tutti gli agenti chimici 37

38 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag

39 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Determinazione dell indice di esposizione cutanea Ecute L indice di esposizione per via cutanea Ecute viene determinato attraverso una semplice matrice che tiene conto di due variabili: 1. Tipologia d uso sistema d uso inclusione in matrice uso controllato uso dispersivo 2. Livelli di contatto cutaneo Nessun contatto Contatto accidentale (non più di una volta al giorno) Contatto discontinuo (da 2 a 10 contatti/giorno) Contatto estese (più di 10 contatti/giorno) 39

40 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 40 Il calcolo deve essere fatto per ogni posto di lavoro e per ogni sostanza o preparato pericoloso utilizzato. La classificazione del rischio in irrilevante o rilevante per la salute, deve essere effettuata tramite il valore dei rischio R che è risultato più elevato. Quando una sostanza o un preparato presentino più frasi di rischio, per l individuazione dello score P da introdurre nella formula deve essere utilizzato il valore più elevato fra quelli ottenuti. Per un 40

41 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 41 lavoratore sottoposto ad un esposizione diretta ed all esposizione di una sorgente ad una distanza d, nella valutazione del rischio si dovranno sommare i 2 risultati di R ottenuti VALUTAZIONE DEL RISCHIO INDIVIDUAZIONE REPARTI A RISCHIO: PULIZIA LOCALI DI LAVORO INDIVIDUAZIONE LAVORAZIONI: PULIZIA LOCALI DI LAVORO MANSIONE A RISCHIO: COLLABORATORE SCOLASTICO 41

42 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag ESITO DELLA VALUTAZIONE La valutazione di esposizione a rischio chimico secondo l art. 223 del D.Lgs 81/2008, ha preso in considerazione: a) le loro proprietà pericolose dei prodotti chimici; b) le informazioni sulla salute e sicurezza comunicate dal responsabile dell immissione sul mercato tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 14 marzo 2003, n. 65, e successive modifiche; c) il livello, il modo e la durata dell esposizione; d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti tenuto conto della quantità delle sostanze e dei preparati che li contengono o li possono generare; e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; di cui un primo elenco è riportato negli allegati ALLEGATO XXXVIII e ALLEGATO XXXIX; f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare; g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese. Ai sensi delle seguenti considerazioni, riguardante il rischio per la salute risulta, poiché l attività svolta per le pulizie è occasionale ed avviene in maniera saltuaria, il rischio per la salute è considerato irrilevante: MANSIONE LIVELLO DI RISCHIO Collaboratore scolastico Irrilevante 6.6. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Pur riscontrando un rischio chimico basso ed irrilevante, si procede con la seguenti misure di prevenzione e protezione: Misure igieniche Il personale viene formato e sensibilizzato, sull utilizzo delle sostanze chimiche (capitolo 5), con particolare riguardo alle misure igieniche ma mantenere, ovvero: Non mangiare, ne bere, ne fumare durante l impiego dei prodotti chimici Lavare le mani prima delle pause ed alla fine della giornata lavorativa 42

43 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 43 Lavare gli indumenti contaminati prima di riutilizzarli Misure di protezione individuale Ai fini della valutazione, per esposizione a sostanze chimiche, si evince di adottare tra le misure di prevenzione e protezione (art. 225 D.Lgs 81/2008), di ridurre al minimo il contatto degli operatori con dette sostanze, tramite utilizzo di D.P.I. appropriati: GUANTI PROTETTIVI tipo CE EN374-3 MASCHERINA CE EN 149 FFP1 OCCHIALI CEEN FORMAZIONE ED INFORMAZIONE Tutti i dipendenti esposti, ai sensi dell art. 36 e 36, sono stato formati ed informati circa: - gli agenti chimici presenti nel luogo di lavoro, l identità degli agenti chimici, i rischi per la salute e la sicurezza - disposizioni normative relative agli agenti chimici - azioni da intraprendere proteggere loro stessi e gli altri lavoratori sul luogo di lavoro - illustrazione circa l accesso ad ogni scheda di sicurezza messa a disposizione dei fornitori, secondo quanto disposto dal D.Lgs 52/97 e 285/98 e s.m.i. - misure igieniche da adottare 43

44 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag VALUTAZIONE DEL RISCHIO AGENTI CANCEROGENI E/O MUTAGENI La valutazione del rischio da agenti cancerogeni e mutageni, basata sul D. Lgs. 81/08, Titolo IX, Capo II, Protezione da agenti cancerogeni e mutageni. L attività, non prevede l esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni. 8. VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMIANTO Secondo quanto riportato dall art. 249 D.Lgs 81/2008, il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla polvere proveniente dall'amianto e dai materiali contenenti amianto, al fine di stabilire la natura e il grado dell esposizione e le misure preventive e protettive da attuare. Nel caso di presenza di amianto nei luoghi di lavoro (posta la mancanza di contatto professionale vista la tipologia di attività), si dovrà procedere a: Determinare lo stato di conservazione dei substrati contenenti amianto e, successivamente, porre in essere l seguente albero delle decisioni: 44

45 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 45 L analisi del ciclo di lavoro e dei locali non ha evidenziato la presenza di attività che implicano l esposizione ad amianto negli ambienti di lavoro così come previsto agli artt 246 e seguenti del D.Lgs 81/

46 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO 9.1. INTRODUZIONE Il titolo X del D.Lgs 81/08 prevede che il datore di lavoro valuti l esposizione dei dipendenti ad agenti biologici. L art. 267 del D.Lgs 81/2008, ci da le seguenti definizioni: agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari. Gli agenti biologici sono classificati in 4 categorie, a secondo del rischio di infezione (art. 268): a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche. L ALLEGATO XLVI del D.Lgs 81/2008, riporta l elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4. 46

47 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 47 Il datore di lavoro, può trovarsi di fronte ad una situazione di uso deliberato ed uso non deliberato. Nell uso deliberato deve rispettare quanto disposto dagli art. 269, 270 del D.Lgs 81/2008. Per la valutazione dei rischi deve rispettare le disposizioni dell art. 271: Articolo Valutazione del rischio 1. Il datore di lavoro, nella valutazione del rischio di cui all articolo 17, comma 1, tiene conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare: a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o possono presentare un pericolo per la salute umana quale risultante dall ALLEGATO XLVI o, in assenza, di quella effettuata dal datore di lavoro stesso sulla base delle conoscenze disponibili e seguendo i criteri di cui all articolo 268, commi 1 e 2; b) dell informazione sulle malattie che possono essere contratte; c) dei potenziali effetti allergici e tossici; d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da porre in correlazione diretta all attività lavorativa svolta; e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall autorità sanitaria competente che possono influire sul rischio; f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati. 2. Il datore di lavoro applica i principi di buona prassi microbiologica, ed adotta, in relazione ai rischi accertati, le misure protettive e preventive di cui al presente Titolo, adattandole alle particolarità delle situazioni lavorative. 3. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 in occasione di modifiche dell attività lavorativa significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall ultima valutazione effettuata. 4. Nelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell ALLEGATO XLIV, che, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di lavoro può prescindere dall applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 273, 274, commi 1 e 2, 275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione dimostrano che l attuazione di tali misure non è necessaria. 5. Il documento di cui all articolo 17 è integrato dai seguenti dati: a) le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio di esposizione ad agenti biologici; b) il numero dei lavoratori addetti alle fasi di cui alla lettera a); c) le generalità del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; d) i metodi e le procedure lavorative adottate, nonché le misure preventive e protettive applicate; 47

48 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag. 48 Si riporta di seguito le attività, contemplate all art. 271 comma 4, dove non vi è un uso deliberato di agenti biologici ALLEGATO XLIV ELENCO ESEMPLIFICATIVO DI ATTIVITA LAVORATIVE CHE POSSONO COMPORTARE LA PRESENZA DI AGENTI BIOLOGICI 1. Attività in industrie alimentari. 2. Attività nell agricoltura. 3. Attività nelle quali vi è contatto con gli animali e/o con prodotti di origine animale. 4. Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di isolamento e post mortem. 5. Attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i laboratori di diagnosi microbiologica. 6. Attività impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti. 7. Attività negli impianti per la depurazione delle acque di scarico FASI DEL PROCEDIMENTO LAVORATIVO CHE COMPORTANO UN RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI Il personale, interessato dalla valutazione del rischio biologico, ha interessato il settore delle pulizie dell ambiente di lavoro, ovvero nella mansioni specifica di G3) Collaboratore scolastico.. L attività è la seguente: Pulizie ambienti di lavoro (bagni) 48

49 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag VALUTAZIONE DEL RISCHIO INDIVIDUABILI DALLE FASI DEL PROCESSO LAVORATIVO PULIZIA AMBIENTI DI LAVORO (Pulizia Bagni) FONTI DI PERICOLO BIOLOGICO Contatto con la pelle PUNTI CRITICI Pulizia bagni Pelle. VIE DI ESPOSIZIONE EFFETTI SULLA SALUTE Possibilità di contagio, dovuto al possibile contatto con liquidi biologici. VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il rischio di esposizione nei possibili punti critici, è contenuto DPI (Guanti) PREVENZIONE E PROTEZIONE 9.1 Classificazione del rischio Di conseguenza il rischio di esposizione ai seguenti gruppi di agenti: o Gruppo 1 Rischio (PxM) 1 x 2= 2 In relazione a ciò, poichè l attività comporta un rischio potenziale di esposizione ad agenti biologici del gruppo 1 si raccomandano le seguenti misure di prevenzione e protezione:. 49

50 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Misure di prevenzione e protezione Sono adottate come misure di prevenzione e protezione: protezione della mani CE EN Dispositivi di protezione individuali 2.Informazione e formazione Il datore di lavoro ha informato i dipendenti su: le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione; le misure igieniche da osservare; la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezione individuale ed il loro corretto impiego VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE L attività prevede esposizione a rumore. 11. VALUTAZIONE DEL RISCHIO VIBRAZIONI MECCANICHE Secondo il Titolo VIII del D.Lgs 81/2008, i lavoratori non sono esposti a vibrazioni meccaniche. 12. VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO 12.1 Oggetto e scopo I criteri adottati per la valutazione dei rischi di incendio e delle misure di prevenzione e protezione di seguito riportati sono conformi a quanto previsto dal D.M. 10 marzo 1998 Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro che si applica integralmente per le attività non normate, mentre per le attività normate (come nel caso degli istituti scolastici) si applica solo per le parti non trattate dalla norma specifica D.M. 26 agosto 1992 «Norme di prevenzione incendi per l edilizia scolastica». 50

51 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Caratteristiche dell insediamento Trattasi di un edificio. Distribuito su nr. 1 piano terra (vedi anche cap. 2, punto 2.3 del D.V.R. ) I locali a uso scolastico sono siti in un area dove non sono ubicate, in prossimità, attività che comportino particolari rischi d incendio e/o di esplosione. In caso di emergenza, l istituto è facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso Persone occupanti l edificio < a Descrizione dell attività Numero di persone presenti: La struttura è un edificio su di un piano, classificato ai sensi della prevenzione incendi come di tipo 0, ovvero scuole con numero di persone contemporanee fino a 100 (D.M. 26/08/1992). Attualmente l edificio risulta occupato da circa 70 persone presenti contemporaneamente. Impianti e macchine utilizzate: All interno dei locali utilizzati dalla scuola per attività didattica attualmente ci sono le seguenti attrezzature: televisori, videoregistratori, registratori audio, computer per uso didattico e amministrativo. Centrale termica Il riscaldamento dell edificio scolastico viene erogato tramite riscaldamento fornito dalla centrale termica sita nell area esterna dell edificio. Attività soggette al controllo dei Vigili del fuoco Da quanto sopra descritto e dalle informazioni raccolte presso l Istituto, risultano individuabili attività per le quali potrebbe essere necessario il Certificato di prevenzione incendi (D.P.R. 151/2001 concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi). Nello specifico vengono soddisfatti i seguenti criteri: Attività nr Impianti per la produzione del calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kw Tale documentazione è stata opportunamente richiesta dal datore di lavoro all ente proprietario. 51

52 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag Identificazione dei pericoli d incendio Materiali combustibili e/o infiammabili Il primo elemento di valutazione del pericolo di incendio è costituito dalla presenza di materiali solidi, liquidi e gassosi, che potrebbero bruciare con sviluppo di fiamma, fumo e calore ovvero generare fenomeni esplosivi. Nel caso in esame, visto l insediamento e considerata l attività svolta, i materiali che in modo significativo possono costituire pericolo per l incendio sono costituti da: Materiali Materiale cartaceo, legno, arredo e prodotti per le pulizie in deposito. Luogo in cui sono presenti - Ripostiglio - Aule - Laboratori - Archivio Materiale cartaceo (cartelloni) affisso alle pareti. - Aule - Laboratori - Sorgenti di innesco I materiali combustibili e/o infiammabili sopra individuati dovranno essere mantenuti a debita distanza dalle possibili sorgenti di ignizione, al fine di scongiurare ogni principio d incendio. Nel caso in esame, visto l insediamento e considerata l attività svolta, le possibili sorgenti di innesco e fonti di calore che possono costituire cause potenziali di incendio, distinte per locali o aree, sono rappresentate da: 1) Aule non si rilevano sorgenti di innesco particolari. 2) plesso scolastico: presenza di attrezzature elettriche quali: televisore, videoregistratore. 3) aula multimediale, laboratori: presenza di attrezzature elettriche quali: televisore, videoregistratore, registratore audio, vari computer, prodotti chimici infiammabili. Possibile sorgente di innesco può essere l impianto elettrico, che deve essere realizzato a regola d arte (ex L. 46/90 D.M. 37/08). Verrà richiesta la documentazione al comune, ente proprietario, riguardante la certificazione dell impianto elettrico, con le verifiche dell impianto di terra, secondo quanto disposto dal D.P.R. 462/01. Presenza di fumatori All interno dei locali è presente il divieto di fumare, ed esiste un preposto alla sorveglianza di tale divieto. È installata inoltre idonea segnaletica sul divieto di fumo. Protezione contro i fulmini Verrà richiesta la documentazione della fulminazione dell edificio all ente proprietario. Lavoratori di ditte esterne Sono presenti con cadenza periodica e programmata alcuni lavoratori di ditte esterne, quali: 52

53 DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag personale per controllo dei mezzi estinguenti (estintori) 2. personale dell ente proprietario dell immobile per interventi ordinari (tinteggiatura, manutenzione impianto elettrico, manutenzione impianto termoidraulico, ecc ). Individuazione delle persone esposte a rischio di incendio Il danno maggiore che può causare un incendio è costituito dalla perdita di vite umane o dagli infortuni a queste arrecate. Ricopre particolare importanza, pertanto, l individuazione dei lavoratori e delle persone presenti sul luogo di lavoro al fine di garantire a chiunque un adeguata sicurezza antincendio. Nel caso in esame si riscontra quanto segue: 1. presenza di persone che non hanno familiarità con i luoghi e le relative vie di esodo (genitori, parenti degli alunni durante gli incontri scuola famiglia). Al momento della verifica è stata segnalata la possibile presenza di persone con handicap. È stata predisposta idonea procedure da attuare in caso di emergenza riportata nel piano di evacuazione. Si precisa che durante l attività didattica è sempre presente il personale di servizio Eliminazione dei pericoli d incendio Questa fase della procedura di valutazione ha lo scopo di migliorare la situazione ambientale esistente sotto il profilo antincendio, sulla base di quanto fin qui elaborato. Ciascun pericolo di incendio identificato, sia esso relativo alle sostanze pericolose, alle sorgenti di ignizione o alle persone esposte al rischio, sarà valutato e ridotto al minimo, compatibilmente con le esigenze dell attività. Ciò consentirà di dimensionare le misure di protezione antincendio in relazione alle effettive necessità, conseguenti la riduzione al minimo dei rischi, intervenendo quindi sui rischi residui. Gli interventi evidenziati in corsivo nel presente documento dovranno trovare pronta attuazione da parte del datore di lavoro e/o del proprietario dell immobile, al fine di poter considerare efficaci le misure di sicurezza che verranno stabilite in relazione al livello di rischio classificato. Materiali combustibili e/o infiammabili Come evidenziato in precedenza, nel luogo in questione sono presenti materiali che in modo significativo possono costituire pericolo per l incendio. Relativamente ai punti succitati, osservando il numero d ordine relativo, si considera quanto segue: 1) Ripostigli seguire le seguenti misure di prevenzione e protezione: provvedere tempestivamente all immediata rimozione del materiale non indispensabile per l attività e alla sistemazione del materiale 53

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