CHIARIMENTI SULL APPLICAZIONE DELLA LEGGE 584 DELL 11 NOVEMBRE 1975, ALTRIMENTI DETTA LEGGE SUL DIVIETO DI FUMO

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1 Calolziocorte, 18/01/02 Deparia Engineering Srl Ufficio Tecnico Circolare a tutti i rivenditori e gli installatori Deparia. CHIARIMENTI SULL APPLICAZIONE DELLA LEGGE 584 DELL 11 NOVEMBRE 1975, ALTRIMENTI DETTA LEGGE SUL DIVIETO DI FUMO In seguito alle numerose richieste di chiarimento pervenute in questi giorni, a causa della campagna del Ministero della Salute in atto per garantire il rispetto della Legge 584 (controlli e sanzioni operate dai NAS dell Arma dei Carabinieri), precisiamo quanto segue: 1) La nuova Legge Finanziaria ha introdotto alcune variazioni nella Legge 584, che riguardano però solo gli aspetti sanzionatori. Riportiamo il passo specifico della Finanziaria: 20. L'articolo 7 della legge 11 novembre 1975, n.584, è sostituito dal seguente: "Art I trasgressori alle disposizioni dell'articolo 1 sono soggetti alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 25 a euro 250; la misura della sanzione è raddoppiata qualora la violazione sia commessa in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o in presenza di lattanti o bambini fino a dodici anni. 2. Le persone indicate all'articolo 2, che non ottemperino alle disposizioni contenute in tale articolo, sono soggette al pagamento di una somma da euro 200 a euro 2.000; tale somma viene aumentata della metà nelle ipotesi contemplate all'articolo 5, primo comma, lettera b) (ovvero "...nel caso in cui nei locali e sui mezzi del trasporto pubblico gli impianti di condizionamento dell'aria non funzionino o non siano perfettamente efficienti.." NDR) 3. L'obbligazione di pagare le somme previste nella presente legge non è trasmissibile agli eredi". Per cui le uniche novità riguardano l aumento delle sanzioni, sia a carico del fumatore che del conduttore inadempiente (responsabile di non avere esposto il cartello di divieto e/o di non averlo fatto rispettare) del locale: in più viene introdotto un cospicuo aumento della multa al conduttore se gli impianti condizionamento non funzionino o non siano perfettamente efficienti. Ricordiamo che i depuratori fanno parte a tutti gli effetti dell impianto di condizionamento dell aria: queste sanzioni saranno di stimolo per installazioni più numerose, meglio dimensionate e con manutenzione adeguata. 2) Contrariamente a quanto riportato da alcuni mezzi di informazione, il divieto di fumo non è stato esteso a bar e ristoranti (a parte alcune eccezioni specifiche che vedremo più avanti): i locali interessati rimangono i seguenti (come da Circolare del Ministero della Sanità 28 marzo 2001, n. 4 (G.U. n. 85 del ) Interpretazione e applicazione delle leggi vigenti in materia di divieto di fumo ): - corsie d ospedale; - aule delle scuole di ogni ordine e grado;

2 - autoveicoli di proprietà dello Stato, di enti pubblici e di privati concessionari di pubblici servizi per trasporto collettivo di persone; - metropolitane; - sale d attesa di stazioni ferroviarie, autofilotranviarie, portuali-marittime, aeroportuali; - compartimenti ferroviari per non fumatori delle Ferrovie dello Stato e delle ferrovie date in concessione ai privati; - compartimenti a cuccette e carrozze letto, durante il servizio di notte, se occupati da più di una persona; - locali chiusi adibiti a pubblica riunione (ogni ambiente aperto al pubblico ove si eroga un servizio dell amministrazione o per suo conto (vedi ultra, TAR Lazio, sent. n. 462/95; Direttiva del Pres. Cons. Ministri del 14/12/95); - sale chiuse di cinema e teatro; - sale chiuse da ballo; - sale-corse; - sale riunioni di accademie; - musei; - biblioteche; - sale di lettura aperte al pubblico; - pinacoteche e gallerie d arte pubbliche o aperte al pubblico; Tale elenco è stato ancora meglio definito dalla Direttiva del Pres. Cons. Ministri 14/12/95: - ospedali ed altre strutture sanitarie (corsie, corridoi, stanze per l accettazione, sale d aspetto e più in generale locali in cui gli utenti richiedono un servizio - pagamento ticket, richieste di analisi, ecc...); - scuole di ogni ordine e grado, comprese le Università (aule, corridoi, segreterie studenti, biblioteche, sale di lettura, bagni, ecc...); - uffici degli enti territoriali quali regioni, province e comuni; Uffici di altre amministrazioni a livello territoriale: uffici del catasto, uffici collocamento ecc...; - uffici postali (locali di accesso agli sportelli, corridoi, ecc.); - distretti militari ed altri uffici dell Amministrazione della difesa aperti al pubblico (uffici di certificazione, uffici informazioni e relazioni con il pubblico); - uffici I.V.A.., uffici del registro; - uffici di prefetture, questure e commissariati, uffici giudiziari; - uffici delle società erogatrici di servizi pubblici (compagnie telefoniche, società erogatrici di gas, corrente elettrica, etc.) - banche, relativamente ai locali in cui si svolgono servizi per conto della pubblica amministrazione (riscossione imposte e sanzioni pecuniarie, tesoreria per enti pubblici). Dunque niente bar e ristoranti, a meno che non esista una Legge Regionale o Provinciale o una Ordinanza del Sindaco che vieti esplicitamente di fumare nei locali pubblici privati dove si somministrano cibi e bevande (come nel caso della Provincia di Trento). 3) Ricordiamo che, in assenza di altre disposizioni legislative, spetta al Proprietario del locale (bar o ristorante o simili) la decisione di vietare o meno di fumare nel proprio esercizio: la Legge italiana tutela comunque i lavoratori contro il rischio del fumo passivo attraverso il Decreto Legislativo 626 del 19/09/94, applicato anche agli esercizi pubblici. Le linee guida al D. Lgs. citato, pubblicate

3 dall'ispesl e riportate dalle Regioni referenti tra cui la Regione Lombardia, dicono a proposito: "La protezione dei "non fumatori" può essere realizzata con: -locali separati/locale di riposo provvisto di sistema di ventilazione meccanica che assicuri un apporto di aria esterna (trattata termicamente nel periodo invernale) non inferiore a 50 mc/h per persona, in riferimento alla norma UNI Impianti aeraulici al fine di benessere". Inoltre, Poiché gli esercizi pubblici devono rispettare le norme vigenti di prevenzione incendi ed igiene, può essere utile riportare quanto previsto dai più recenti Regolamenti di Igiene Edilizia in tema di impianti di condizionamento. Vediamo ad esempio il Regolamento di Igiene Edilizia Comune di Milano: " CONDIZIONAMENTO a) Caratteristiche degli impianti Gli impianti di condizionamento dell'aria devono essere in grado di assicurare e mantenere negli ambienti le condizioni termiche, idrotermiche, di velocità e di purezza dell'aria idonee ad assicurare il benessere delle persone e le seguenti caratteristiche: 1) il rinnovo di aria esterna filtrata non deve essere inferiore a 20 mc/ persona/ora. I valori di cui sopra possono essere ottenuti anche mediante parziale ricircolazione fino a 1/3 del totale, purché l'impianto sia dotato di adeguati accorgimenti per la depurazione dell'aria; 2) temperatura di 19 ± 1 C con U.R. di 40-60% nella stagione invernale; nella stagione estiva temperatura operativa compresa tra C con U.R. di 40-60% e comunque con una differenza di temperatura fra l'aria interna ed esterna non inferiore a 7 C; 3) la purezza dell'aria deve essere assicurata da idonei accorgimenti (filtrazione e se del caso disinfezione) atti ad assicurare che nell'aria dell'ambiente non siano presenti particelle di dimensione maggiore a 50 micron e non vi sia possibilità di trasmissione di malattie infettive attraverso l'impianto di condizionamento; 4) la velocità dell'aria nelle zone occupate da persone non deve essere maggiore di 0,20 m/s misurata dal pavimento fino ad un'altezza di m 2. Come si vede, le linee guida ISPESL parlano di almeno 50 m 3 /h di ricambio, mentre il Regolamento di Igiene del Comune di Milano indica un valore non inferiore a 20 m 3 /h (ma non si specifica la presenza o meno di fumatori e in che percentuale) 4) Quello che sta avvenendo in realtà a livello locale nei locali pubblici dipende dai seguenti fattori: A) L esercente del locale in genere desidera non perdere la propria clientela, fatta di fumatori e non fumatori: cercherà quindi, per quanto possibile, di contentare gli uni e gli altri. Allo stesso tempo, gran parte dei gestori si stanno rendendo conto che essi stessi sono le prime vittime del fumo passivo, poiché lo respirano in continuazione. Non si può inoltre ignorare il fatto che, in presenza di dipendenti, il gestore potrebbe essere chiamato a rispondere di eventuali malattie respiratorie e non (asma, tumori ecc.) dovute alla continua inalazione del fumo di tabacco. Quindi, a prescindere da obblighi legislativi, la tendenza generalizzata è quella di, quando possibile, suddividere il locale in zona fumatori e zona non fumatori e dotarsi di un idoneo impianto di condizionamento dell aria. Allo stesso tempo vuole però spendere meno possibile, in genere molto meno di quanto servirebbe per un impianto a regola d arte. Molti perciò si limitano a soddisfare al minimo i cosiddetti requisiti di idoneità richiesti dall Azienda Sanitaria Locale, o meglio, dal Sindaco (in quanto, è bene ricordarlo, è la più alta autorità locale in ambito sanitario). Alcuni Sindaci, presi tra i due fuochi dell opinione pubblica favorevole e contraria al fumo, si stanno orientando verso la seguente soluzione:

4 - emettere una ordinanza che vieti il fumo in tutti i pubblici esercizi, a meno che non sia presente un impianto di condizionamento, sulla cui idoneità decida il Sindaco stesso, previo parere della Azienda Sanitaria Locale competente. B) Alla luce di questo fatto, i tecnici dalla A.S.L. locale, che oggi rilasciano parere favorevole all idoneità rifacendosi alla normativa UNI (che indica i parametri necessari ad assicurare il benessere delle persone, escludendo però il problema fumo di tabacco) si trovano o si troveranno a giudicare l idoneità di un impianto sprovvisti di riferimenti normativi nazionali. E in preparazione una bozza di norma sui locali fumatori, ma i lavori per la sua emanazione procedono molto a rilento a causa degli interessi contrastanti delle forze in gioco (associazioni degli esercenti, industria del tabacco, industria del condizionamento, amministrazione dello Stato). 5) Come dobbiamo comportarci per soddisfare il Cliente e l A.S.L.? Premesso che il personaggio chiave è il Tecnico della A.S.L. che esprime a sua discrezione il parere sull idoneità dell impianto, ne consegue che esiste una forte componente di variabilità da una A.S.L. all altra, anche confinanti: alcuni Tecnici sono informati e competenti anche sulla normativa internazionale più avanzata, altri sono impreparati e disinformati. L Ufficio Tecnico Deparia ha scelto da molti anni un metodo di lavoro che assicura la massima soddisfazione del Cliente e che ha sempre incontrato l approvazione delle A.S.L., anche delle più esigenti: in mancanza di una normativa nazionale specifica, utilizziamo la migliore normativa internazionale e la nostra esperienza impiantistica. Il nostro obbiettivo è quello di ottenere la massima soddisfazione degli occupanti non-fumatori ad una spesa accettabile per l esercente. E indispensabile premettere che, con un impianto di condizionamento, non è possibile eliminare completamente i rischi sanitari legati alla presenza del fumo: questo è ottenibile solo con la totale eliminazione degli inquinanti. L obbiettivo raggiungibile è quello di eliminare la molestia del fumo (odore, visibilità). Per fare questo dobbiamo assicurare un ricambio d aria adeguato: la norma UNI prescrive per bar, ristoranti e simili un ricambio pari a 50 m 3 /h per persona. Un calcolo più preciso può essere fatto ricorrendo alla normativa ASHRAE 62, nelle sue varie edizioni: noi in particolare utilizziamo la R perché è quella che assicura i migliori risultati con la minima complessità. In pratica occorre assegnare ad ogni fumatore una quota di 108 m 3 /h e ad ogni non-fumatore una quota di 36 m 3 /h di immissione di aria esterna di ricambio. Naturalmente risultano dei valori complessivi di ricambio molto alti, inapplicabili nella realtà, o meglio, applicabili solo grazie ai depuratori d aria a ricircolo. Utilizzando i depuratori, infatti, è possibile ridurre il ricambio complessivo ad un terzo del totale, la quota necessaria al ricambio effettivo in termini di ossigenazione e diluizione dell anidride carbonica: i due terzi rimanenti, calcolati solo per diluire gli inquinanti sensibili del fumo di tabacco, possono essere ricircolati da depuratori ad alta efficienza in grado di sequestrare tali inquinanti. In questo modo, in un ipotetico locale dove sarebbero necessari ben 3000 m 3 /h d aria di ricambio esterna, si installa un depuratore ad alta efficienza da almeno 2000 m 3 /h e un impianto canalizzato (o con aeratori a parete o a finestra) di ventilazione da complessivi 1000 m 3 /h, con l accortezza di mettere in buona depressione la zona fumatori rispetto a quella non-fumatori in modo da contrastare il più possibile la migrazione del fumo. Per una descrizione approfondita del metodo di dimensionamento rimandiamo a quanto pubblicato sul sito alla

5 voce dimensionamento depuratori civili e al manuale di uso e manutenzione dei depuratori Deparia. Naturalmente il resto (parte termica) dell impianto dovrà soddisfare i requisiti di temperatura e umidità dell aria contemplati dal Regolamento di Igiene Edilizia locale. Eventualmente nei climi più rigidi può essere indicato effettuare la quota di ricambio dell aria tramite un recuperatore di calore. Cristiano Vergani Resp. Ricerca & Sviluppo Deparia Engineering Srl

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