PROTOCOLLI CRI PER AUTOPROTEZIONE dei VOLONTARI
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- Oreste Barone
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1 PROTOCOLLI CRI PER AUTOPROTEZIONE dei VOLONTARI Ulrico Angeloni Croce Rossa Italiana Direttore Sanitario Nazionale Antonella Fabiano Croce Rossa Italiana Direttore Sanitario Sicilia
2 Perchè sono necessari dei PROTOCOLLI? -Normativa interna CRI: tutela il VOLONTARIO -Normativa nazionale: tutela il VOLONTARIO
3 La tutela della sicurezza e la salute dei volontari, oltre ad essere un obbligo normativo, trova il suo fondamento nella dimensione etica delle attività promosse dalla CRI e deve essere assicurata dall impegno a realizzare un costante miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nelle attività ordinarie e di emergenza: a) Ciascun volontario C.R.I: nell esercizio delle sue funzioni ha diritto a periodico accertamento sanitario, in funzione delle attività svolte, a cura e con oneri a carico dei Comitati C.R.I: di appartenenza, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. La frequenza di tali accertamenti, almeno biennale, viene decisa dal medico competente in relazione allo stato di salute del Volontario C.R.I:. (Regolamento dei Volontari della Croce Rossa Italiana Ordinanza Commissariale 567/12). b) Ciascun Socio nell esercizio delle sue funzioni ha diritto a periodico accertamento sanitario, in funzione delle attività svolte, a cura e con oneri a carico del Comitato, secondo quanto previsto da un apposito regolamento, nel rispetto della normativa vigente (Statuto dei Comitati Locale e dei Comitati Provinciali ai sensi dell articolo 2 del DM 16 aprile 2014, articolo 15.2g, O.P. n del 10/9/2014).
4 RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto del 13 aprile 2011 (Decreto interministeriale del 13 aprile 2011 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n 159 dell'11 luglio del 2011 Disposizioni in attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis, del decreto legislativo 9 aprile del 2008, n 81, come modificato e integrato dal decreto legislativo 3 agosto 2009, n 106, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ) Decreto del 12 gennaio 2012 (Decreto d'intesa tra il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e di Bolzano e la Regione Autonoma della Valle d'aosta prevista dall'articolo 5 del Decreto del 13 aprile 2011 e condivisione di indirizzi comuni per l'applicazione delle altre misure contenute nel medesimo decreto) Decreto del 25 novembre 2013 (Decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, decr. 25 novembre 2013, pubblicato su G.U. il 31 gennaio 2014, n.25, Aggiornamento degli indirizzi comuni per l applicazione del controllo sanitario ai volontari di protezione civile contenuti nell allegato n. 3 al decreto del Capo del dipartimento della protezione civile del 12 gennaio 2012 (in seguito)
5 Il volontario è equiparato al lavoratore esclusivamente nell'ambito degli scenari di rischio di protezione civile e sulla base dei compiti svolti (Decreto del 12 gennaio 2012)
6 SCENARI di RISCHIO Sono la rappresentazione dei fenomeni di origine naturale o antropica, che possono interessare un determinato territorio provocandovi danni a persone e/o cose. Costituisce la base per elaborare un piano di emergenza.
7 SCENARI di RISCHIO Esempi: -Scenario di rischio idrogeologico (alluvioni, frane) -Scenario di rischio sismico -Scenario di rischio vulcanico -Scenario di rischio chimico, nucleare, industriale, trasporti -Scenario di rischio igienicosanitario
8 La SICUREZZA e la SALUTE dei VOLONTARI si TUTELA attraverso 2 PERCORSI: -INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO -ATTIVITA di CONTROLLO e di SORVEGLIANZA SANITARIA
9 INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO La formazione in tema di salute e sicurezza si pone come finalità la diffusione tra i volontari della Croce Rossa Italiana 1.della cultura in tema di salute e sicurezza, 2.delle competenze necessarie alla tutela della salute nei diversi scenari di rischio 3.il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale..
10 Oggi parliamo di scenario di rischio igienico-sanitario = Rischio biologico
11 Norme comportamentali in caso di soccorso
12 Il soccorritore deve sempre considerare come tutti i pazienti possano rappresentare un potenziale rischio per la trasmissione di patologie infettive
13 Deve essere evitato ogni contatto, senza adeguata protezione con: sangue fluidi biologici droplets effetti personali del paziente aria ambiente
14 La prevenzione 1) Igiene delle mani: è la prima, più semplice ma anche più importante fase della prevenzione 2) I DPI di III categoria
15 Le mani devono sempre essere lavate e con acqua o soluzione alcoolica: -dopo qualsiasi contatto diretto o indiretto con il paziente -immediatamente dopo la rimozione dei dispositivi di protezione individuali, in particolare se vi è stato un contatto con i suoi liquidi biologici o con oggetti contaminati
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18 Quando utilizzata nel servizio di soccorso e/o trasporto la divisa è un indumento da lavoro. Non può essere un DPI nei confronti del rischio biologico; la protezione nei confronti di trasmissione di agenti infettivi per contatto, droplets, aerea, via indiretta, necessita dell uso di DPI di barriera
19 I DPI di III categoria Guanti: protezione delle mani, non alternativi all igiene delle mani (doppi o tripli guanti in caso di alto rischio) Camici idrorepellenti o preferibilmente impermeabili in TNT Tute intere impermeabili con cappuccio per la protezione della divisa e quindi della cute Copricapo a mantellina: protezione testa/spalle Mascherina resistenti a spruzzi: protezione mucose naso/bocca Filtranti respiratori FFP2/3 resistenti a spruzzi : protezione mucose naso/bocca e vie aeree Occhiali a maschera (goggles): protezione delle mucose congiuntivali Visiera: insieme a mascherina e occhiali ulteriore protezione volto Schermi pieno facciali a ventilazione positiva assistita e filtro HEPA
20 Il trasporto con mezzi e dotazioni ordinarie di un paziente con sospetta patologia infettiva a basso rischio Prima di far salire il paziente in ambulanza, posizionare sul lettino dell ambulanza un telo impermeabile; Se il paziente è collaborante, ed in assenza di problematiche respiratorie, fargli indossare mascherina chirurgica al fine di coprire le mucose naso e bocca per limitare la trasmissione aerea e tramite droplets. Indossare i DPI: camice idrorepellente o impermeabile o tuta in TNT, guanti, mascherina FFP2S resistente agli spruzzi, occhiali. Evitare, se non richiesto dalle condizioni del paziente, qualsiasi manovra sullo stesso; Se il paziente presenta diarrea o emorragie, utilizzare triplo paio di guanti, copricapo, calzari; Al termine dell intervento procedere ad una attenta sanificazione dell ambulanza Rimuovere correttamente i DPI (vedi sequenza) Assicurarsi di una scrupolosa igiene della mani.
21 Il trasporto con mezzi e dotazioni ordinarie di un caso sospetto di contagio da agente biologico del Gruppo IV (Ebola) a basso rischio Si definisce caso a basso rischio il soggetto con febbre di origine non determinata provenienti da zone epidemiche, che ha lasciato la zona da meno di 21 giorni dal momento della comparsa dei sintomi e che non ha avuto contatto con caso probabile o un caso confermato di virus Ebola o simili. Le misure di controllo prevedono il ricovero in stanze singole di isolamento con sistemi di ventilazione a pressione negativa, zone filtro a pressione negativa e filtrazione dell aria in uscita con filtri HEPA. Può essere utilizzato un mezzo di soccorso ordinario il cui equipaggio deve essere dotato dei DPI (tuta in Tyvek categoria 3.4 completa di cappuccio e soprascarpe monouso, occhiali protettivi e maschera FFP3, triplo paio di guanti) L equipaggio deve procedere alla vestizione ed avere il minor contatto possibile con il Paziente E necessario far indossare al paziente una mascherina chirurgica e deve posizionare sul lettino dell ambulanza un telo impermeabile al termine dell intervento l equipaggio deve procedere alla svestizione dei DPI ed al loro adeguato smaltimento e quindi alla disinfezione del mezzo di soccorso
22 Il trasporto con mezzi e dotazioni ordinarie di un caso sospetto (Ebola) ad alto rischio, caso probabile Si definisce caso ad alto rischio o caso probabile - il soggetto che proviene dai luoghi epidemici da meno di 21 giorni, ha febbre e/o altra sintomatologia specifica (mal di testa intenso, vomito, diarrea, dolore addominale, manifestazioni emorragiche di vario tipo non spiegabili - il soggetto che ha avuto un contatto con un caso probabile o con un caso confermato o appartiene alla categoria del personale sanitario (incluso quello di laboratorio) di ospedali di zone interessate dall epidemia Misure di controllo: questi soggetti devono essere ricoverati in ospedali con stanze singole di isolamento, sistemi di ventilazione a pressione negativa, zone filtro a pressione negativa e filtrazione dell aria in uscita con filtri HEPA, provvisti di Laboratori di Biosicurezza BL3/4 (Ospedale Spallanzani).
23 Il Trasporto ad alto rischio prevede le procedure di alto biocontenimento e deve essere eseguito da personale specializzato con mezzi specifici
24 Principi del Biocontenimento 1)DPI 2) Envelope in PVC 3) Pressione negativa e filtri HEPA High Efficiency Particulate Air 24
25 Dispositivi di Protezione Individuale 1)Indossare tuta Tyvec 2)Sovrascarpe/stivali in gomma 3)Guanti monouso, fermandoli con le stringhe della tuta 4)Maschera pienofacciale 5)Guanti di tipo ostetrico ATTENZIONE!!!! prima di indossare i DPI togliere qualsiasi tipo di ANELLO, BRACCIALETTO, ORECCHINI ecc. PIERCING COMPRESI 25
26 FILTRI HEPA ( HIGH EFFICIENCY PARTICULATE AIR): In grado di filtrare il 99.7% delle particelle di diametro compreso tra 3.0 e micron 26
27 Barella ad isolamento IsoArk N36 FILTRI HEPA ( HIGH EFFICIENCY PARTICULATE AIR): In grado di filtrare il 99.7% delle particelle di diametro compreso tra 3.0 e micron 27
28 Le procedure di VESTIZIONE SVESTIZIONE Devono essere oggetto di accurata FORMAZIONE
29 NON ABBIAMO FINITO!!!!!!.
30 L attività di SANIFICAZIONE viene definita come il complesso di procedimenti e operazioni atti a igienizzare (rendere sani) determinati ambienti e mezzi mediante l attività di pulizia e/o di disinfezione
31 Per l ottenimento di un ottimo stato di igiene (o di sanificazione) delle attrezzature e dei mezzi è importante che vengano seguite in maniera sequenziale le seguenti fasi: a. Pulizia/detersione b. Disinfezione
32 L attività di DISINFEZIONE è definita come il complesso di procedimenti e operazioni atti a sanificare (rendere sani) determinati ambienti confinati e aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni.
33 Le procedure si SANIFICAZIONE prevedono 1-la stretta aderenza a PROTOCOLLI OPERATIVI 2-utilizzo di DPI
34 Gli operatori coinvolti nella procedura di sanificazione devono indossare DPI adeguati - tuta tipo tyvek con calzari e copricapo - guanti modello lungo - mascherine FFP2 - occhiale a maschera con fascia elastica
35 Registrazione delle attività di sanificazione. Al termine di ogni attività di sanificazione la stessa deve essere registrata su apposite schede e firmata dall operatore che ha effettuato gli interventi. Lo scopo è quello di monitorare e rendere rintracciabili le attività di sanificazione
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5. Istruzione operativa. IOP 21 Gestione della chiamata per utenti a possibile contatto con virus Ebola Rev. 2 del 02.09.
HEPA = High Efficiency Particulate Air MSA/B/I = Mezzo di Soccorso Avanzato/di Base/Intermedio MVE = Malattia da Virus Ebola SOREU = Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza UO = Unità Operativa 5. Istruzione
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