ROVERETO: PERCORSO NELLE TRINCEE
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- Samuele Di Marco
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1 ROVERETO: PERCORSO NELLE TRINCEE Introduzione Il quindici e il sedici ottobre siamo andati in viaggio d'istruzione a Rovereto con la 3 C. Rovereto è una città a sud di Trento ricco di molte attrazioni turistiche; abbiamo visitato le trincee, il museo della prima guerra mondiale, la casa dell'artista futurista Depero, le impronte dei dinosauri e in un negozio di pralineria ci hanno raccontato la storia del cioccolato. Appena arrivati siamo scesi dal pullman e abbiamo visitato le trincee. Prima tappa- la cisterna Scesi dal pullman ci siamo divisi per classi; la guida, Evelin, ci ha spiegato un po' come sarebbe stata strutturata la giornata e siamo subito partiti. Dopo una corta ma ripida salita siamo arrivati davanti a quella che sembrava una grande piscina interrata e molto profonda, in realtà abbiamo scoperto che era una cisterna dove raccoglievano l'acqua. L'abbiamo vista scoperta ma Evelin ci ha detto che ai tempi di guerra era ricoperta ma che il gruppo alpini, che si è occupato di ripulire e rendere sicure le trincee, l'ha resa visibile. L'acqua veniva immessa nella cisterna da tubature (gli alpini hanno deciso di lasciare quelle originali quindi abbiamo avuto modo di vederle); sul monte Grom non ci sono falde acquifere quindi veniva usata l'acqua piovana, ma non è il caso della nostra cisterna: l'acqua veniva portata dal paesino che si trova sotto il Grom, Manzano, attraverso delle pompe che aspiravano l'acqua dal paese fino sopra al monte; queste pompe venivano azionate da generatori. I generatori non servivano solo per l'acqua ma anche per la luce. Durante la guerra non era recintata dato che era sotterrata; gli alpini l'hanno recintata con fili d'acciaio e paletti di ferro originali che venivano messi davanti alle trincee per circondarle da filo spinato. Seconda tappa-generatori elettrici Evelin ci ha fatto un breve riepilogo storico più o meno tra l'800 il '900. La prima guerra mondiale inizia nel Ẻ una guerra che inizia in seguito ad un episodio molto famoso successo il 28 giugno nella città di Sarwea, dove viene assassinato l'arciduca d'austria, ovvero l'erede al trono dell'impero austroungarico. Era un impero molto grande, multinazionale e multietnico. In quel periodo, a governare l'impero austro- ungarico era Francesco Giuseppe, salito al trono nel 1848 e rimasto in carica fino al 1916 quando morì, dopo circa settant'anni di regno. 1
2 Di fianco alla cucina c'era una specie di camera, che in realtà ai tempi della guerra era una mensa dove mangiavano gli ufficiali e quando si poteva perché tutto era tranquillo o quando se ne aveva l'opportunità veniva permesso anche si soldati semplici di usufruire della mensa. Quarta tappa- deposito Siamo entrati in una grotta scavata nella roccia mediante dell'esplosivo. Era una grotta umida e buia, quindi per cercare di togliere un po' l'umidità e per fare un po' di luce veniva usata una stufa da campo. L'entrata era un po' strana: era bloccata da due pareti di cemento una davanti all'altra che serviva per proteggere l'entrata della grotta in modo che non entrasse né il vento né una bomba o qualcosa di esplosivo. Quinta tappa- trincee e camminamenti [differenze] Abbiamo percorso molti pezzi di trincee anche molto stretti e pezzi di camminamenti. Abbiamo notato che anche se sono apparentemente uguali, ci sono comunque delle differenze: i camminamenti servivano solo per spostarsi e si trovavano nelle parti riparate dove non c'era rischio di sparatorie o di pericoli; le trincee invece erano esposte al fronte nemico, quindi venivano scavate nella roccia ed erano molto protette e rese più resistenti da mattoni ed erano molto alte; servivano per avere scontri di artiglieria tra nemici e controllare gli avversari. Evelin ci ha spiegato che le trincee, essendo molto strette, erano a senso unico, quindi per tornare indietro bisognava fare un giro ben preciso in modo da non scontarsi e dove non si riusciva a passare in due non si superava mai la persona davanti. Quelle più larghe avevano una sorta di scalino che serviva per far passare gli altri soldati, nel caso ci fosse fango o neve per non sporcarsi e bagnarsi troppo, per sedersi e per vedere meglio il panorama. le trincee sono molto tortuose e hanno angoli molto precisi così che se scoppiasse una bomba in trincea le schegge non arrivassero troppo lontano. 3
3 Sesta tappa- osservatorio e mitragliatrice Dopo aver percorso un pezzo di camminamento, siamo arrivati nell'osservatorio con la mitragliatrice. Da quel punto si vedeva tutta la valle; durante la guerra c'era una struttura chiusa, l'osservatorio, mentre sotto c'era l'arrivo del camminamento dove c'era una mitragliatrice non molto forte rispetto al cannone che abbiamo visto nell'altro osservatorio. La struttura al piano superiore purtroppo dopo quasi un secolo è stata distrutta ma attaccata alla roccia dove c'era una delle pareti, si vedono ancora pezzi d'intonaco. Sotto all'osservatorio dove c'era la mitragliatrice, purtroppo non abbiamo avuto modo di andarci ma gli alpini per riuscire a vere comunque la parte sottostante hanno messo una grata. Settima tappa- bomba Percorrendo un piccolo pezzo di trincea siamo arrivati a quello che sembrava essere un cratere; sì era un cratere lasciato da una bomba italiana. Durante la guerra, quindi quasi un secolo fa, una bomba venne lanciata qui, e dopo così tanto tempo in cui è piovuto, è nevicato, la montagna si è modificata e tutti gli altri effetti atmosferici e non, è ancora possibile vedere un avvallamento del terreno. Può essere un esempio per fa capire che danni lasciava una bomba, al territorio, all'atmosfera, ai paesi e alle persone. Ottava tappa- osservatorio Dopo la bomba abbiamo visto un altro osservatorio, da cui era possibile vedere tutta la valle completa; era un osservatorio scavato nella roccia dove era posizionato un cannone molto potente dato che doveva poter arrivare in tutta la valle. Nona tappa- le tombe Durante tutto il percorso fatto durante la mattinata, abbiamo incontrato numerose steli di pietra sulla quale erano incisi nomi di persone morte durante o dopo la guerra. Perché dopo la guerra? Le bombe che erano state lanciate ma che non sono mai esplose, potevano essere ritrovate molti anni dopo da, per esempio, bambini che giocavano nei campi e inconsapevoli le stuzzicavano e gli scoppiavano addosso provocando molti feriti o addirittura morti. 4
4 Decima tappa- la parte più alta del Nagià-Grom Sulla parte più alta del monte si trovava l'osservatorio sommitale da cui si poteva vedere la valle a 360 e dove si trovava un cannone molto potente perché doveva riuscire a sparare anche molto lontano. L'osservatorio, anche stavolta, era una casetta di pietra che però è stata distrutta. Evelin ci ha spiegato anche che dopo la guerra le case che erano state distrutte erano tutte da ricostruire ma per poterlo fare serviva altro materiale come ferro, legno e cemento, che veniva ricavato dai resti della guerra; le persone che purtroppo avevano perso il lavoro vengono impiegate dallo stato nel vendere questi materiali per ricavare un po' di soldi e i mattoni già squadrati venivano ricavati dalle trincee. La vita in trincea La vita in trincea era molto dura: a volte non si mangiava nemmeno, altre si stava tutti bagnati per giorni, c'era molta puzza di sangue per i compagni morti durante gli assalti o semplicemente perché non erano abbastanza forti per reggere questo tipo di vita, puzza anche per gli escrementi che i soldati si ritrovavano a dover fare in trincea, perché ovviamente non c'erano i bagni, o per il cibo avariato. Bruno, Spartaco e gli altri alpini Dopo aver mangiato abbiamo incontrato gli alpini Bruno e Spartaco che sono signori molto anziani che hanno contribuito alla pulizia e alla ricostruzioni di alcune parti di trincee. Dai loro racconti si capisce che sono veramente molto affezionati alla loro terra, alle trincee e a tutta la storia della guerra perché probabilmente hanno anche loro perso dei famigliari che comunque hanno sicuramente combattuto; dicono che quando si fa parte di uno di questi gruppi in cui tutti sono amici nasce qualcosa dentro che non ti viene mai voglia di mollare tutto anche se sudi sette camice ogni giorno anziché starsene a casa. Spartaco e Bruno tutti i giorni vanno sul monte Nagià-Grom dove c'è la loro casetta degli alpini di cui si prendono cura e la puliscono come fosse casa loro; questi signori hanno un cuore grande e sono davvero belle persone, determinate e tanto altruiste. Le nostre impressioni Alla fine della mattinata, confrontandoci con la guida sono venute a galla alcune nostre impressioni. Alcuni si aspettavano le trincee più alte, altri più basse, altri fatte di sacchi pieni di terra, altri più corte, altri più lunghe, altri più strette e altri più larghe. 5
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