Presidenza del Consiglio dei Ministri

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1 Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI D ISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center Anno IV - Roma, 4-8 Novembre 2013 Contact Center Collaborazione Monica D Arcangelis, Alessandro Tudino

2 COMUNICATO STAMPA (inviato il 7 novembre ore 10.00) 8 NOVEMBRE 2013: PRESENTAZIONE RAPPORTO SULL ANTISEMITISMO DELL AGENZIA DELL UNIONE EUROPEA PER I DIRITTI FONDAMENTALI (FRA) Questa settimana, l Agenzia dell Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) pubblicherà un rapporto sull antisemitismo in Europa. Il rapporto presenta i risultati di un sondaggio che è stato condotto nelle comunità ebraiche di otto paesi europei, tra i quali anche l Italia. Questo sondaggio rivela le percezioni degli ebrei per quanto riguarda la discriminazione e crimini d odio contro di loro. L'Agenzia FRA presenterà le prime cifre comparabili al livello europeo su questo argomento. Le cifre mostrano che l'antisemitismo persiste ed è ancora molto diffuso in Europa. I risultati saranno presentati alla 75 vigilia della ricorrenza dei pogrom antiebraici. Mandiamo i risultati del rapporto in anticipo della loro pubblicazione, in piena fiducia che rispettate l embargo fino all 8 novembre alle ore CET. Risultati principali: Il 66% degli intervistati ritiene che l antisemitismo sia un problema grave nei paesi in cui vive, mentre il 76% ha dichiarato che la situazione si è aggravata negli ultimi cinque anni. Il 21% di tutti gli intervistati ha subito uno o più episodi di antisemitismo caratterizzati da insulti verbali, molestie o aggressioni fisiche nei 12 mesi Contact Center Unar Ad uso interno 1

3 precedenti l indagine. Il 2% degli intervistati è stato vittima di un aggressione fisica di natura antisemita nell anno precedente. Scarsa segnalazione: il 76% delle vittime di molestie di natura antisemita non ha denunciato l episodio più grave alla polizia o ad altra organizzazione. Registrazione insufficiente: la carenza dei meccanismi di raccolta dei dati in numerosi Stati membri dell UE fa sì che la registrazione delle aggressioni antisemite rimanga insufficiente. L antisemitismo è considerato la quarta questione più urgente in ambito sociale o politico nei paesi oggetto dell indagine. Tre quarti degli intervistati ritengono che l antisemitismo online costituisca un problema. In basso troverà il rapporto completo (sotto embargo) in versione PDF. La preghiamo di notare che il rapporto è sotto embargo fino all 8 novembre alle ore CET. Il rapporto è disponibile qui: Il comunicato stampa è disponibile qui: Entrambi i documenti sono protetti con una password: as2013 Una conferenza stampa si terrà l 8 novembre alle CET a Vienna. La conferenza stampa verrà anche trasmessa in tempo reale tramite live stream sul nostro sito internet. Domande possono essere inviate tramite Twitter. Se desidera partecipare a distanza con Twitter, La chiediamo gentilmente di mandare una richiesta di seguirci all indirizzo Contact Center Unar Ad uso interno 2

4 EBREI: ANTISEMITISMO IN CRESCITA NEGLI ULTIMI 5 ANNI PER 76% COMUNITA' IN UE RAPPORTO AGENZIA UE PRESENTATO ALLA VIGILIA DEL 75 ANNIVERSARIO POGROM (8 novembre 2013) Roma - Antisemitismo in crescita in Europa per il 76% degli appartenenti a comunita' ebraiche europee, intervistati in otto paesi dell'unione. E' uno dei dati emergenti contenuti in una ricerca, presentata oggi a Vienna, dell'agenzia per i diritti fondamentali (Fra) dell'unione europea, alla vigilia della 75 ricorrenza dei pogrom antiebraici nel Vecchio continente. Il 66% degli intervistati (5.847 ebrei al di sopra dei 16 anni) ritiene che l'antisemitismo sia un problema grave nei paesi in cui vive, mentre il 76% ha dichiarato che la situazione si e' aggravata negli ultimi cinque anni. Il 21% di tutti gli intervistati ha subito uno o piu' episodi di antisemitismo caratterizzati da insulti verbali, molestie o aggressioni fisiche nei 12 mesi precedenti l'indagine. Il 2% e' stato vittima di un'aggressione fisica di natura antisemita nell'anno precedente. L'antisemitismo e' considerato la quarta questione piu' urgente in ambito sociale o politico nei paesi oggetto dell'indagine. tra gli altri problemi emersi, la scarsa segnalazione degli episodi: il 76% delle vittime di molestie di natura antisemita non ha denunciato l'episodio piu' grave alla polizia o ad altra organizzazione; la registrazione insufficiente, cioe' la carenza dei meccanismi di raccolta dei dati in numerosi Stati membri dell'ue, che fa si' che la registrazione delle aggressioni antisemite rimanga insufficiente. Infine, tre quarti degli intervistati ritengono che l'antisemitismo online costituisca un problema, con un picco addirittura dell'87% in Italia. Il rapporto mostra anche una notevole differenza tra paesi europei. Se in Gran Bretagna solo il 9% degli intervistati ha sentito l'accusa "gli ebrei sono i responsabili dell'attuale crisi economica", la percentuale sal al 59% in Ungheria; mentre attribuire all'annoso conflitto Contact Center Unar Ad uso interno 3

5 israelopalestinese la causa della scarsa sicurezza percepita ha percentuali che variano dall'8% della Latvia al 28% della Germania, fino al 73% della Francia. In particolare per le comunita' ebraiche italiane, oltre al citato antisemitismo online, i problemi sentiti come gravi secondo il rapporto sono l'esistenza di graffiti antisemiti sui muri (61%), la percezione di un antisemitismo dei media (59%) il vandalismo verso edifici o istituzioni ebraiche (43%), quello nei cimiteri (41%), l'antisemitismo nella politica (36%), le espressioni di ostilita' verso gli ebrei in luoghi pubblici (30%). (fonte Adnkronos) PRESENTAZIONE DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2013 DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ - RAPPORTO UNAR (8 novembre 2013) La ministra per l Integrazione, Cécile Kyenge, e la Viceministro con delega alle Pari Opportunità, Maria Cecilia Guerra, il 13 novembre presenteranno la nuova edizione del Dossier Statistico Immigrazione Diritti e discriminazioni. Il Dossier evidenzia, con il supporto di dati statistici, come l immigrazione stia modificando il tessuto sociale e i modelli di sviluppo attuali, attraverso una lente che si concentra sulla dinamica dei diritti e dei doveri. Un particolare focus sarà dedicato al problema delle discriminazioni che ostacolano il processo di una piena integrazione delle persone di origine straniera nella società, sottolineando le tante luci ed ombre che ha ancora l immigrazione in Italia, ma anche le prospettive di miglioramento derivanti da una piena attuazione dei principi di pari opportunità e parità di trattamento. La ricerca è stata curata dall UNAR con il Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico. Nei 75 capitoli previsti, i redattori di IDOS e numerosi esperti e studiosi esterni sono stati chiamati a collaborare e a fornire il proprio ausilio per offrire un panorama completo e a più voci di tutti gli aspetti del fenomeno migratorio, dal contesto internazionale allo scenario nazionale, con focus specifici dedicati alle singole regioni. Contact Center Unar Ad uso interno 4

6 Il Dossier UNAR 2013 sarà distribuito gratuitamente nei numerosi eventi di sensibilizzazione che si susseguiranno, a partire dalla presentazione del 13 novembre, che avverrà in contemporanea a Roma e in tutti i capoluoghi regionali. La presentazione del Dossier a Roma avverrà alle ore presso il Teatro Orione, Via Tortona 7 (Re di Roma). NO A MAGREBINI IN DISCOTECA, A PROCESSO Buttafuori rinviato a giudizio per aver impedito l'accesso al locale a un gruppo di ragazzi (8 novembre 2013) Questa sera tunisini e marocchini non possono entrare. Una frase che, secondo la denuncia della parte offesa, venne detta da Omar Passarella, all epoca addetto alla sicurezza di una discoteca in provincia di Ferrara. Per quelle parole, riportate ieri in aula dall avvocato di parte civile, l imputato dovrà affrontare un processo per violenza privata. La notte del 6 giugno 2009 il buttafuori sorvegliava l ingresso del locale, davanti al quale sostava una lunga fila di persone in attesa di entrare per una notte di divertimento. Tra questi c era anche la presunta vittima, un giovane nordafricano, assieme ad alcuni amici, che non riuscirono però a entrare. Secondo quanto riportato nella denuncia Passarella, difeso dall avvocato Flavio Cattabriga, avrebbe bloccato l ingresso ai ragazzi del gruppo, sostenendo che non li avrebbe fatti entrare a causa della loro nazionalità. Ne nacque un piccolo diverbio, con il buttafuori che allontanò il giovane con qualche spintone. La situazione fortunatamente non degenerò in uno scontro fisico, ma il ragazzo sporse denuncia contro Passarella, sottolineando la discriminazione etnica di cui sarebbe stato vittima, per poi costituirsi come parte civile Contact Center Unar Ad uso interno 5

7 attraverso l avvocato Cinzia Rizzatello. L accusa che pende sull addetto alla sicurezza è di violenza privata, aggravata dal fatto che la presunta vittima fosse minorenne e, naturalmente, dalla discriminazione razziale. Al termine dell udienza preliminare il gip ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio della pm Ombretta Volta, e il caso verrà esaminato dal giudice dibattimentale. (fonte PIRELLONE, STAGE SOLO AI LOMBARDI: LA LEGA DICE NO AGLI ALTRI STUDENTI Via libera della commissione Cultura all'emendamento che limita ai residenti le borse di studio per i tirocini negli uffici della Regione: "Sono poche ed è giusto che vadano ai nostri giovani". E il Pd protesta: "Così perdiamo la nostra capacità attrattiva" (8 novembre 2013) Borse di studio per i tirocini al Pirellone solo per studenti residenti in Lombardia. Lo ha deciso la commissione regionale Cultura grazie a un blitz della Lega. Il partito del governatore Roberto Maroni ha presentato all ultimo momento un emendamento al progetto di legge dell Ufficio di presidenza che esclude chi non risiede in Lombardia dalla possibilità di usufruire delle 35 borse di studio finanziate con i risparmi derivanti dalla riduzione dei costi della politica in consiglio regionale. Una forzatura che ha mandato su tutte le furie l opposizione di centrosinistra. Che non solo ha votato contro alla modifica, ma alla fine per protesta si è astenuta nel voto finale sul provvedimento. Il testo iniziale dell articolo 1, comma 2, della legge prevedeva che «i tirocini e l attività di ricerca sono destinati a giovani laureati o laureandi residenti in Lombardia e/o provenienti da università lombarde». Con la modifica introdotta dalla Lega,(che ha eliminato la dicitura «e/o provenienti da università lombarde»), gli studenti non residenti nella regione non potranno beneficiare delle borse di studio né effettuare il tirocinio presso il consiglio regionale e le sue sedi istituzionali a Roma e Bruxelles. Una novità che lascia perplesso anche il presidente della commissione regionale Cultura, Luca Daniel Contact Center Unar Ad uso interno 6

8 Ferrazzi, ex assessore regionale quando militava in An, ora esponente di spicco della Lista Maroni: «Lo spirito del testo iniziale era chiaro. L effetto di questa modifica è inutile. Oltretutto in questo modo si crea l effetto paradossale di consentire l assegnazione di una borsa di studio anche a chi frequenta una università non lombarda solo perché ha la residenza qui». Il pd Fabio Pizzul va oltre e protesta: «La legge così riformulata depotenzia la capacità attrattiva della regione e non consente a tutti i giovani che, anche se provengono da fuori, vivono e studiano qui, di offrire un contributo alla crescita della Lombardia. Il paradosso è che se passa questa idea, potrebbe succedere che sul territorio lombardo lavoreranno e studieranno solo i residenti. Non dobbiamo avere paura degli apporti esterni, non ci dobbiamo difendere, ma dobbiamo accogliere e crescere grazie alle potenzialità di tutti». Il capogruppo della Lega in Regione, Massimiliano Romeo, si difende: «Le borse di studio sono poche ed è giusto che vadano agli studenti lombardi. Per noi è giusto che abbiano la priorità». Rispetto al passato, il progetto di legge licenziato dalla commissione Cultura prevede anche i cosiddetti tirocini curriculari che sono stati attivati dalle università lombarde con cui il consiglio regionale stipula convenzioni ad hoc. Ora la parola passerà all aula, che dovrà dare il via libera definitivo alla legge nella seduta del 19 novembre. (fonte Contact Center Unar Ad uso interno 7

9 SONO "STRANIERI", MA NATI A ROMA CITTADINANZA ONORARIA A 1500 BAMBINI Il 20 novembre l'iniziativa del municipio II con l'unicef e il sindaco. Gerace: "Questo è solo il primo passo per contrastare fenomeni di discriminazione e scarsa integrazione. Siamo tutti figli d'italia" (8 novembre 2013) Nati in Italia, ma non per questo italiani. Sulla scia dell'esperienza di Torino, anche a Roma bambini stranieri venuti alla luce nella capitale nell'ultimo anno e mezzo avranno la cittadinanza onoraria. Un sigillo civico importante che è un primo passo verso lo "ius soli", cioè il diritto, per chiunque nasca nel territorio italiano, di acquisire la cittadinanza. Il 20 novembre il presidente del municipio II, Giuseppe Gerace, insieme al sindaco Marino e a rappresentati istituzionali dell'unicef, con una cerimonia dall'alto valore simbolico nell'aula magna della Sapienza conferiranno, anche se solo simbolicamente, la cittadinanza agli ultimi nati. "Riteniamo doveroso dare dei segnali forti e concreti per stimolare un superamento dell'istituto dello "ius sanguinis" - spiega Gerace, che ieri ha approvato in giunta una delibera sul tema - I bambini nati in Italia, che parlano italiano e studiano la storia del nostro Paese, devono avere gli stessi diritti degli altri. Trasmetteremo formalmente la delibera al presidente della Repubblica". Sono centinaia i ragazzi di origine straniera, ma che per valori, esperienza, cultura sono italiani, ma non hanno lo status di cittadini. Già, perché la legge 91 regola la cittadinanza sulla base della discendenza di sangue, non tenendo conto dell'evoluzione sociale e demografica. Ogni Stato ha le sue regole: chi nasce negli Stati Uniti è cittadino americano, in Irlanda bastano tre anni di residenza, mentre in Germania è sufficiente che uno dei due genitori viva legalmente sul territorio da almeno 8 anni. "Questa sarà solo una delle tante iniziative del municipio per contrastare fenomeni di discriminazione e scarsa integrazione - continua il minsindaco dei Parioli - Siamo tutti Contact Center Unar Ad uso interno 8

10 figli d'italia. Ora confidiamo che questa iniziativa sia da stimolo per tante altre amministrazioni locali, affinché il tema diventi di vero interesse nazionale". L'evento è stato condiviso con l'unicef, che "ha dato il suo fondamentale supporto, e ci tengo a ringraziare l'assessore Alessandra Cattoi per il suo sostegno e l'attenzione all'argomento". Se a Torino il sindaco Fassino ha fatto da apripista, l'iniziativa a Roma non è nuova. Già l'ex presidente del parlamentino di Cinecittà, Sandro Medici, lanciò la "civil card", una sorta di carta di precittadinanza. Ora, però, il progetto è condiviso dal Campidoglio. (fonte NOTA DEL SERVIZIO ANTIDISCRIMINAZIONI DELL'ASGI SULLE PROPOSTE DI MODIFICA AL REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA DEL COMUNE DI PADOVA (8 novembre 2013) Riscontrati alcuni profili di illegittimità e che potrebbero portare a conseguenze discriminatorie. La lettera del servizio Antidiscriminazioni dell'asgi in merito alla deliberazione della Giunta comunale di Padova n. 2013/0458 dd. 01/10/ Il testo delle deliberazione della Giunta comunale di Padova n. 2013/0458 dd. 01/10/ Il servizio antidiscriminazioni dell ASGI ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio comunale di Padova in merito alla deliberazione della Giunta Comunale di Padova n. 2013/0458 del 01/10/2013 con la quale è stata approvata una proposta di modifica del Regolamento di Polizia Urbana (R.P.U.) da sottoporre al Consiglio Comunale di Padova per la definitiva approvazione. Il servizio antidiscriminazioni dell ASGI ha inteso muovere alcuni rilievi critici sul testo dell art. 9 comma 2 della nuova Proposta di Regolamento, che presenterebbe profili di illegittimità e possibili profili discriminatori. Contact Center Unar Ad uso interno 9

11 Al fine di contrastare il fenomeno dell abusivismo commerciale su aree pubbliche a Padova, viene proposta l introduzione nel nuovo Regolamento di Polizia urbana del Comune di Padova di un divieto di trasporto, senza giustificato motivo, di mercanzia in grandi sacchi di plastica, borsoni od altri analoghi contenitori, nonché lo stazionamento con detenzione dei citati contenitori, su tutto il territorio comunale (art. 9 c. 2), con la previsione di una sanzione amministrativa pecuniaria in caso di violazione pari a 100 euro, nonchè la sanzione accessoria della confisca amministrativa della mercanzia contenuta nei contenitori, previo sequestro cautelare ai sensi di quanto disposto dalla legge n. 689/81. L ASGI ritiene che tale norma non soddisfi i principi di legalità, determinatezza e tassatività richiesti ai fini dell applicazione di sanzioni amministrative, possibile solo in forza di disposizioni di legge che le autorizzi (in questo senso anche TAR Veneto, sentenza n /2011 per una fattispecie del tutto analoga). Non vi sono dubbi che l esercizio commerciale abusivo o vendita abusiva su area pubblica costituisce un illecito previsto dalla disciplina legislativa vigente e ad esso può essere certamente ricondotta l attività di stazionamento prolungato con l offerta di vendita di prodotti prevista dal comma 3 dell art. 9 della nuova proposta di regolamento. Tuttavia, l estensione del comportamento illecito, e delle conseguenti sanzioni accessorie, a condotte diverse, di per sé almeno in astratto non necessariamente riconducibili all esercizio del commercio abusivo - quale il mero trasporto di mercanzia con determinati contenitori, potrebbe dunque considerarsi alla stregua dell introduzione di un illecito amministrativo non supportato da un fondamento legislativo e dunque contrario ai principi generali dell ordinamento. Inoltre, l ASGI ritiene che vi sia un illegittima indeterminatezza della fattispecie sanzionatoria proposta, non essendo comprensibile come si potrebbe valutare a priori dovendosi peraltro escludere un diritto di perquisizione riferito ad una ipotetica violazione amministrativa- la consistenza del contenuto di contenitori normalmente chiusi ed il carattere ingiustificato del possesso e/o del trasporto del medesimo contenuto dei contenitori, quando non sia in atto una condotta di offerta al pubblico di prodotti, al punto da configurare un vero e proprio processo arbitrario alle (solo) presunte intenzioni. In aggiunta, il servizio antidiscriminazioni dell ASGI si sofferma su possibili profili e rischi discriminatori indiretti della previsione che si vorrebbe introdurre. Contact Center Unar Ad uso interno 10

12 In base alla normativa europea e nazionale, sussiste una discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, o una prassi apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata razza od origine etnica in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone, a meno che tale disposizione, criterio, prassi siano oggettivamente giustificati da una finalità legittima e i mezzi impiegati per i suo conseguimento siano appropriati e necessari (art. 2 c. b) direttiva europea 2000/43/CE sulla parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dell origine etnica, attuata in Italia con il d.lgs. n. 215/2003, in part. Art. 2 c. 1 lett. b)). E fatto notorio che la maggior parte delle persone che esercitano commercio ambulante, abusivo e non, a Padova così come in altri centri urbani, sono immigrati di colore. L ASGI ritiene, pertanto, che l introduzione di una norma nel regolamento di Polizia Urbana volta a vietare il trasporto di mercanzia in determinati contenitori quali borsoni e sacchi di plastica sarebbe suscettibile di indurre gli agenti di polizia municipale ad intensificare controlli ed accertamenti soprattutto nei confronti di persone con caratteristiche somatiche analoghe o simili a quelle che solitamente esercitano il commercio abusivo o vengono percepite come tali, anche in situazioni che nulla hanno avrebbero a che fare con dette illecite attività, come ad esempio traslochi, spostamenti per viaggi, o anche trasporto di mercanzia a mano finalizzata ad attività del tutto lecite. A tale riguardo si rileva che l utilizzo da parte della polizia, senza giustificazione obiettiva e ragionevole, di aspetti quali la razza, il colore, la lingua, la religione, la nazionalità o l origine nazionale o etnica, nelle attività di controllo, di sorveglianza e di investigazione costituisce una forma di discriminazione razziale, proibita dalle norme internazionali ed europee (Raccomandazione dell ECRI Commissione del Consiglio d Europa contro il razzismo e la discriminazione, n. 11).( [1]) Pertanto, anche alla luce della definizione di discriminazione indiretta sopraccennata, l ASGI ritiene che la proposta del nuovo testo dell art. 9 c. 2 del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Padova possa contenere profili di discriminazione indiretta per il particolare svantaggio che potrebbe derivare a persone sulla base delle loro caratteristiche etnico-razziali, e che appare sproporzionato rispetto alle finalità legittime della misura ovvero il contrasto al commercio abusivo e all offesa al decoro urbano, che possono essere infatti già sufficientemente perseguite con la repressione della vendita e dello stazionamento ai fini dell offerta effettiva abusiva di prodotti. (fonte Contact Center Unar Ad uso interno 11

13 OMOFOBIA: GAY CENTER, MAI REGISTRATE LE CHIAMATE DI SIMONE (8 novembre 2013) Roma,- "Alcuni organi di informazione stanno dando notizia di telefonate di Simone, il giovane ragazzo gay suicidatosi a Roma. Gay Center precisa che i contatti ricevuti alla Gay Help Line, la linea antiomofobia, sono anonimi e ci sono solo contenuti dei dati di sintesi". E' Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, a sottolineare cosi' che "pertanto non possiamo noi attribuire con certezza tali dati a Simone". "Dunque i testi delle telefonate registrate di cui si sta dando notizia in queste ore - prosegue - non sono state ricevute dalla nostra linea ne' registrate anche perche' la Gay Help Line non registra le chiamate, che - puntualizza - sono coperte da una rigorosa privacy. Evidentemente Simone era entrato in contatto anche con altri servizi di sostegno". (fonte AGI) COPPIE DI FATTO, ARRIVA IL REGISTRO ANCHE PER I GAY PRONTA LA DELIBERA DI PD, SEL, CD E 5 STELLE Unioni civili equiparate ai matrimoni per l'accesso ai servizi. Le cerimonie potranno svolgersi a Caracalla o nella Sala rossa del Campidoglio. Ma insorge il Forum delle associazioni familiari (8 novembre 2013) Roma come Milano e altre centoquaranta città italiane che, da Ivrea a Castrovillari, hanno già istituito il registro delle coppie di fatto. Tempo qualche mese, anche nella capitale ogni forma di convivenza sarà equiparata al matrimonio sotto il profilo dell'accesso ai servizi e ai benefici comunali, e gli omosessuali potranno giurarsi amore eterno nella suggestiva Sala Rossa affacciata su piazza del Campidoglio oppure nella chiesetta sconsacrata di Caracalla. Il sindaco Marino lo aveva promesso in Contact Center Unar Ad uso interno 12

14 campagna elettorale, i partiti del centrosinistra avevano fatto a gara, addirittura litigato, per la primogenitura dell'iniziativa: ieri una maggioranza finalmente riconciliata (Pd, Sel, Lista civica, Cd) con l'innesto dei grillini ha depositato la proposta di delibera consiliare per il riconoscimento delle unioni civili. Ovvero tutti quei rapporti di "reciproca assistenza morale e materiale tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso o di diverso sesso che non siano legate tra loro da vincoli giuridici e che abbiano chiesto l'iscrizione all'interno del registro" dedicato. Il documento approderà in commissione Statuto martedì e, al termine dell'istruttoria, potrà essere iscritto nell'ordine dei lavori dell'assemblea capitolina "speriamo entro fine novembre", auspica la vendoliana Imma Battaglia. Anche se, con la doppia sessione sul bilancio (2013 e 2014) alle porte, sarà difficile che venga votata prima dell'inizio dell'anno prossimo come invece vorrebbero i firmatari della delibera. Che prevede l'istituzione, "all'interno dell'anagrafe comunale, di un Registro delle unioni civili che sarà unico per tutti i municipi di Roma Capitale", al quale potranno iscriversi le coppie con almeno uno dei due conviventi residente in città. Coppie che potranno godere di tutte le "agevolazioni e i benefici" contemplati dal Campidoglio "per i soggetti coniugati", tant'è che l'amministrazione dovrà prevedere "pari condizioni di accesso ai servizi e alle attività" comunali "con particolare attenzione alle condizioni di disagio economico e sociale". E se le coppie sono tutte uguali, era naturale che venissero messi a disposizione "per lo svolgimento della "cerimonia di iscrizione" al registro delle unioni" i locali comunali "generalmente adibiti" ai matrimoni laici. Da celebrarsi "alla presenza di un ufficiale di stato civile o delegato del sindaco" che alla fine dovrà persino rilasciare uno specifico attestato. Ma il Forum delle Associazioni familiari del Lazio non ci sta: "Siamo assolutamente contrari e ci faremo sentire" avverte la presidente Emma Ciccarelli. "Non solo la delibera incide su una materia di competenza parlamentare, ma da questa iniziativa il matrimonio ne risulterebbe svilito". (fonte Contact Center Unar Ad uso interno 13

15 ACQUAPENDENTE: DISABILE DISCRIMINATO. IL SINDACO BAMBINI CHIARISCE L EQUIVOCO SOLO UN PROBLEMA BUROCRATICO (8 novembre 2013) La Leopardiana quiete dopo la tempesta. Oppure solo una momentanea tregua istituzionale. Non è dato sapere quali saranno gli strali di questa strana vicenda che si sta consumando negli androni del palazzo comunale di Acquapendente. Solo una certezza: c è un ragazzo che è stato ingiustamente destituito dagli uffici nei quali lavorava. Ma facciamo un passo indietro: un ragazzo disabile, in virtù di un servizio offerto dalla Asl provinciale volto al miglioramento della qualità della vita dei disabili, lavorava presso gli uffici comunali di Acquapendente per tre giorni alla settimana. D un tratto la routine viene interrotta bruscamente da una comunicazione ufficiale che lo esorta a presentarsi a lavoro solo il Sabato mattina. Non solo, quindi, gli vengono decurtati due giorni lavorativi ma il terzo giorno deve essere necessariamente il Sabato, quando il Comune è chiuso al pubblico. Tuttavia le giustificazioni dell amministrazione non latitano ad arrivare anche se quando giungono alle orecchie dei cittadini, risultano un tantino laconiche. Si parla di uffici occupati per altre mansioni che nel labirintico bizantinismo politichese puzza di manovra clientelare lontano un miglio. A questo punto scatta la querelle: i genitori del ragazzo minacciano di presentare un esposto alla magistratura per fare chiarezza ed ottenere giustizia mentre nel frattempo, il sindaco Bambini, rompe il silenzio con un messaggio su Facebook. Il ragazzo non è stato oggetto di nessuna ghettizzazione esordisce il primo cittadino - gli sono stati tolti i due pomeriggi semplicemente perché il comune, per una scelta Contact Center Unar Ad uso interno 14

16 organizzativa, dal primo Novembre è aperto dal lunedì al sabato compreso, soltanto la mattina. Questo quindi vale per tutti. Non è assolutamente vero continua Bambini - che il suo ufficio e' stato dato o verrà dato ad altri.c'è stata da subito la disponibilità e vi è ancora a trovare un'altro impiego nei pomeriggi oppure se vorrà -conclude il sindaco di Acquapendente - potrà venire in comune nello stesso ufficio la mattina. Risposta ruspante ed eccessivamente compassata che cerca di mettere una pezza alla polemica deflagrante. Bambini minimizza l accaduto additandolo come qui pro quo tra istituzioni e famiglia e apre ad un possibile trattato di pace, glissando su un particolare scomodo: la famiglia ha infatti parlato di numerosi tentativi, susseguitisi negli scorsi anni, volti ad estromettere il figlio dagli uffici comunali. Due versioni, due verità. Un classico. Adesso c è da capire perché anche in altre occasioni si è tentato di allontanarlo dal posto di lavoro. Ma soprattutto, perché la famiglia non è stata avvisata per tempo dell intransigente decisione. In tante incertezze avvolte dalla bruma autunnale che sta per arrivare, l unica certezza è l umore del ragazzo che sui social network scrive: Sto piangendo e sto male, aiutatemi. Come al solito, a perire nei gangli della politica sono sempre le persone per bene. Leonardo Geronzi (fonte Contact Center Unar Ad uso interno 15

17 INTEGRAZIONE: A ROMA DIALOGO TRA 20 ARTISTI Contact Center Unar Ad uso interno 16

18 Sabato 9 novembre alle ore 16, presso la Cripta della Basilica di Sant Antonio al Laterano, Via Merulana 124 Roma, avrà luogo la I edizione della mostra collettiva d arte contemporanea J o y I N m y h e A R T. L esposizione, realizzata dall Associazione Culturale Antoniana il Patriarchio, con il patrocinio del Ministro per l Integrazione On. Cécile KYENGE, dell UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale - Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri), del Comune di Roma e dell Accademia delle Belle Arti di Roma, vedrà protagonisti 20 artisti, tra pittori, scultori, incisori e fotografi, differenti per età e provenienza territoriale. La manifestazione sarà introdotta dal Presidente dell Associazione Dott. Gianfranco Cascioli e dal curatore Dott. Francesco Auciello e vedrà l intervento del Padre Guardiano della Basilica, P. Ambrogio Nguyên Van Si, del Sindaco di Roma On. Ignazio Marino, del Direttore dell Accademia delle Belle Arti di Roma, Prof. Gerardo Lo Russo e del Direttore del Centro Culturale della Tunisia, Dott. Faouzi M rabet. J o y I N m y h e A R T - afferma il curatore Dott. Francesco Auciello - si prefigge lo scopo di utilizzare l arte, da sempre strumento idoneo a stimolare le abilità fisiche e relazionali dell essere umano senza distinzione di nazionalità, sesso e colore, come canale di collegamento tra le diverse culture. In un ottica di intercultura, l esposizione collettiva mette in scena l arte come occasione speciale di dialogo e incontro tra le diversità, come elemento di diffusione di una cultura in grado di abbattere le barriere del pregiudizio e favorire il rispetto reciproco, con il desiderio di rafforzare il bisogno di imparare a comunicare con un linguaggio universale in cui le differenze diventano ricchezze. La mostra, ad ingresso gratuito, si protrarrà fino al 17 novembre 2013 e sarà aperta al pubblico dal lunedì al sabato dalle alle e la domenica dalle alle e dalle alle Contact Center Unar Ad uso interno 17

19 «CALDEROLI È DA PROCESSARE» NEL MIRINO L INSULTO ALLA KYENGE (7 novembre 2013) Il ministro Cécile Kyenge l aveva perdonato (con riserva), la Procura di Bergamo no. E così il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, si ritrova sul capo una richiesta di giudizio immediato per diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale. La storia è quella famosa dell «orango». A cui, durante un comizio a Treviglio il 12 luglio scorso, era stata accostata la titolare del dicastero dell Integrazione. «Quando vedo le sue immagini non posso non pensare alle sembianze di un orango», aveva esclamato il lumbard dal palco della «Festa de Treì», suscitando prima l ilarità dei presenti e poi (dal giorno successivo) un polverone mediatico di risonanza internazionale. Per la vicenda «orango» è entrata in campo la Procura di Bergamo. Nonostante Cécile Kyenge non abbia presentato querela, i magistrati bergamaschi hanno aperto comunque un fascicolo. Possibile l iniziativa, pur senza la denuncia della vittima? Sì, perché l aggravante della discriminazione razziale rende procedibile d ufficio la diffamazione. Per Calderoli i due pm hanno scelto di non passare dal filtro del gup, chiedendo il giudizio immediato. Un iter accorciato e consentito se, tra le altre cose, c è l evidenza della prova. Le registrazioni del comizio inchiodano l indagato alle sue responsabilità, è la convinzione della Procura. «Non ne so nulla»: cade dalle nuvole Calderoli. (fonte Contact Center Unar Ad uso interno 18

20 LEGHISTI CONTRO CHAIBI, CONSIGLIERE FIGLIO DI IMMIGRATI: "QUEL MAROCCHINO VA DISSOLTO" Sulla pagina facebook di una sezione del Carroccio attacco durissimo contro il membro del consiglio comunale di Treviso. E sotto commentano: Va sgozzato (7 novembre 2013) Roma - Said Chaibi è uno dei volti della nuova Treviso. La città che dopo un ventennio leghista ha detto addio a Giancarlo Gentilini ed è finita anche sul Guardian per la decisione di dare la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati, definita dal quotidiano britannico un gesto di speranza per gli immigrati. Chaibi ha 23 anni, è figlio di immigrati marocchini ed è stato eletto consigliere comunale nelle liste di Sel. Vogliamo tornare a far vivere la nostra città. Cacceremo via per sempre quella nebbia verde che per troppo tempo ci ha offuscato la vista disse a Stranieriinitalia.it dopo la sua elezione. Comprensibile che ai leghisti non veda molto a genio. E, soprattutto durante la campagna elettorale, Gentilini e i suoi non gli hanno risparmiato attacchi anche molto duri. A Ostiglia, comune del mantovano a oltre cento chilometri da Treviso, hanno però abbondantemente passato il segno, come dimostra un post pubblicato sulla loro pagina facebook della sezione locale del Carroccio. Come segnala il blogger Daniele Sensi, tutto nasce da un articolo segnalato online da un altro militante leghista, Davide Zanetta. Si intitola Treviso: Corano e prove di burqa alle bambine italiane ed è accompagnato dalla foto di chaibi, ma in realtà racconta, con molte distorsioni, di un corso di lingua e cultura araba attivato in una scuola elementare della città veneta. La sezione Lega Nord di Ostiglia condivide il link, e aggiunge un commento dedicato al consigliere: questa merda di marocchino va dissolto. Sotto, una decina di commenti, alcuni dei quali altrattanto terrificanti. Per Giacomo Consiglio va sgozzato come fanno loro giustamente con i cristiani a casa loro, e Mirko Fassa chiosa: un taglio netto alla gola. Roberto Maroni non può più fare finta di nulla di fronte alle offese rivolte a Said Chaibi, giovane consigliere di Treviso, cui va la nostra più totale solidarietà. I commenti lanciati sul web da parte dei militanti della Lega ci fanno rabbrividire e purtroppo dimostrano ciò che abbiamo sempre sostenuto, e cioè che la Lega Nord non può dirsi Contact Center Unar Ad uso interno 19

21 assolta dall accusa di fomentare l odio e il razzismo in Italia denuncia Khalid Chaouki, deputato e responsabile Nuovi Italiani per il PD. Il partito di Maroni prenda una posizione netta e inequivocabile di condanna aggiunge Chaouki - e ci risparmi queste odiose aggressioni verbali che rimandano ai periodi più bui della storia d Europa. L Italia di oggi è plurale, se ne facciano una ragione. (fonte CALCIO: "NEGRO DI M..STAI ZITTO", 4 DENUNCE E DASPO A LUCCA In gara dilettanti frasi razziste a fratelli italo-marocchini (7 novembre 2013) LUCCA- - ''Negro di m... stai zitto!'': per questo e altri insulti a sfondo razzista su un campo di calcio a due fratelli di origine marocchina con cittadinanza italiana, la polizia ha denunciato quattro persone e avviato la procedura di Daspo. Gli accertamenti della Digos sono scaturiti dalla lettura di quotidiani locali dove si riportava che, durante la partita di calcio dilettantistico Morianese-Gorfigliano Diavoli Neri, c'erano stati screzi tra appartenenti alle opposte compagini calcistiche. Un dirigente e tre calciatori del Gorfigliano sono stati denunciati per ingiuria e minacce con l'aggravante della discriminazione razziale. In particolare, ricostruisce la questura di Lucca, un dirigente del Gorfigliano, stando a quanto riferito dai media, avrebbe rivolto un insulto razzista verso un calciatore di colore della Morianese. Cosi' la Digos ha acquisito dalla Lega Dilettanti - Comitato Regionale Toscana (Figc), il rapporto di gara e le distinte con gli elenchi dei giocatori impegnati nella partita, valida per il campionato di Seconda categoria e disputatasi il 13 ottobre scorso a San Quirico di Moriano. Nel rapporto dell'arbitro in effetti si legge che un calciatore del Gorfigliano aveva rivolto una frase ingiuriosa a un giocatore avversario, culminata nell'espressione ''Negro di m... stai zitto!!!''. Poi la Digos ha notato che nell'elenco dei giocatori partecipanti alla gara, si riscontravano i nominativi di due giocatori di origine marocchina, fratelli. I due giovani, peraltro entrambi cittadini italiani, venivano quindi convocati dalla polizia per riferire la Contact Center Unar Ad uso interno 20

22 propria versione e dal racconto e' emerso che, durante la partita ed al termine della medesima, entrambi erano stati oggetto di insulti e minacce di stampo razzista tipo ''marocchini di m..., figli di p... tornatevene al vostro paese, e' per questo che uno poi diventa razzista... venite qui, dovreste sparire dall'italia''. Da qui le denunce e i Daspo. (fonte ANSA). Giudici: «Fu omicidio volontario, non errore» CILENO UCCISO AL PARCO LAMBRO: CONFERMATA LA CONDANNA A DIECI ANNI PER IL VIGILE Aumentate i risarcimenti per la moglie e i due figli del l uomo colpito alla schiena (7 novembre 2013) Anche per la seconda Corte d Assise d Appello l agente di polizia locale Alessandro Amigoni il 13 febbraio del 2012 non sparò per errore ma volontariamente al 28enne cileno Marcelo Valentino Gomez Cortez, durante un inseguimento al Parco Lambro di un auto in contromano dalla quale la vittima era sceso scappando insieme a un amico per paura di essere fermati ed espulsi. RISARCIMENTO - Ma i giudici di secondo grado non si sono limitati a confermare la condanna del vigile a 10 anni di carcere, stessa pena (già con la riduzione di un terzo legata alla scelta del rito abbreviato) inflittagli in primo grado dalla giudice Stefania Donadeo: hanno anche sensibilmente aumentato, come chiesto dal legale di parte civile Corrado Limentani, gli anticipi sul futuro risarcimento dei danni, portando le provvisionali immediatamente esecutive a euro a testa a favore dei due figli della vittima e a euro per la compagna del cileno che in prima grado nulla invece aveva avuto. Le statuizioni civili rischiano però di rimanere sulla carta perché il vigile ha comunicato alla famiglia della vittima di non avere i soldi per risarcirla. Il legale di parte civile della famiglia ha anche avviato una causa contro il Comune di Milano quale responsabile civile, e il Comune ha però a sua volta chiamato in giudizio l assicurazione. Contact Center Unar Ad uso interno 21

23 LA DINAMICA - Sul merito della vicenda, intanto, si andrà senz altro in Cassazione, alla quale farà ricorso la difesa con l avvocato Giampiero Biancolella, spesosi sin dall inizio nel processo per dimostrare invece che Amigoni durante l inseguimento in zona Parco Lambro avesse sparato non per colpire ma solo per intimidire, verso un terrapieno da una distanza di almeno quindici metri e non con l arma rivolta verso la vittima, anziché (come prospettato dal pm Roberto Pellicano e dalla pg Carmen Manfredda, e come accolto sinora da due sentenze) da meno di tre metri di distanza alla schiena del cileno. (fonte SERVIZIO CIVILE PER I FIGLI DEGLI STRANIERI A PADOVA, MOZIONE APPROVATA IN COMUNE (7 novembre 2013) Via libera lunedì in consiglio alla richiesta presentata dalla commissione per la rappresentanza dei cittadini stranieri a Padova. Previsto un progetto sperimentale per i nati o cresciuti in Italia privi di cittadinanza Servizio civile comunale aperto ai figli degli stranieri: Palazzo Moroni approva la mozione presentata dalla commissione per la rappresentanza delle cittadine e dei cittadini stranieri a Padova che ha chiesto l'impegno da parte del sindaco e della giunta ad avviare un progetto sperimentale che consenta l'accesso a quella che è considerata "un'importante esperienza di educazione alla cittadinanza" anche ai giovani di seconda generazione, cioè ai figli di immigrati nati in Italia o ricongiuntisi in tenera età alle famiglie d'origine, qui residenti, che vivono e studiano come tutti i giovani cittadini anche se privi di cittadinanza. Il via libera è arrivato lunedì in consiglio comunale con 21 voti favorevoli e 1 astenuto. LA MOZIONE. Soddisfazione da parte della presidente della commissione proponente, la 26enne albanese Egi Cenolli. Fra le altre cose la mozione fa riferimento alla sentenza del tribunale di Milano, sezione lavoro, che aveva aperto la partecipazione ai bandi di servizio civile nazionale agli stranieri non in possesso della cittadinanza italiana purché soggiornanti regolarmente in Italia, nell'assunto che "il dovere della patria si collega al dovere Contact Center Unar Ad uso interno 22

24 fondamentale di solidarietà sociale al quale, secondo l'articolo 2 della Costituzione, sono chiamati tutti coloro che vivono sul territorio nazionale". "Una volta venuto meno il nesso tra servizio civile e servizio militare, riservato solo ai cittadini italiani - si legge nella proposta presentata in consiglio - non si vede perché si debba limitare l'esercizio di un diritto-dovere quale il servizio civile a chi è legalmente residente nel territorio italiano pur non avendone la cittadinanza". (FONTE L'INCOGNITA «NON ESISTE L'AUTISTA DI BUS OMOFOBO». ECCO LA FOTO UTILIZZATA SU FACEBOOK (7 novembre 2013) Da Ravenna Holding non risultano dipendenti con il nome comparso sulla bacheca dell'arcigay. Il caso finito su tutti i giornali Non c'è nessun Lanfranco Rossati tra i dipendenti di Start Romagna, l'azienda di trasporto pubblico locale finita suo malgrado sulle pagine dei giornali per il caso dell'autista di autobus omofobo. La notizia era stata battuta nella serata di ieri dall'agenzia Dire, ripresa anche dal nostro sito internet e questa mattina era sui tre quotidiani locali. I fatti: su Facebook un certo Lanfranco Rossati lancia veri e propri attacchi nei confronti degli omosessuali (vedi articoli correlati) sulla bacheca dell'arcigay Frida Byron di Ravenna. Ne nasce un dibattito con quasi duecento commenti in cui Rossati, oltre a pubblicare insulti omofobi, dice chiaramente di fare l'autista di autobus, raccontando anche di una volta quando scherzò con un controllore su una barzellata sui gay. Discussione che non è sfuggita all'assessore alle Società partecipate, Valentina Morigi, che ha avvertito il sindaco, che a sua volta ha chiesto a Ravenna Holding, la società che gestisce le partecipete del Comune tra cui Start, di intervenire. Contact Center Unar Ad uso interno 23

25 Carlo Pezzi, presidente della Holding, in un primo momento ha preso tempo, mentre stamattina, dopo le verifiche del caso, ha reso noto che non esiste nessun Lanfranco Rossati tra gli autisti degli autobus della società. «Dalle prime verifiche svolte si legge anche nella sua nota tali generalità non corrisponderebbero neppure ad alcun dipendente di aziende private a qualunque titolo partecipi al servizio di trasporto pubblico nel bacino di Ravenna. Condivido in ogni caso l intenzione già comunicata dalla società di attivare tutte le azioni a tutela della propria immagine e la ferma contrarietà a qualsiasi espressione omofoba o discriminatoria». La foto utilizzata nel profilo Facebook di Lanfranco Rossati, cancellato nella notte. La persona ritratta potrebbe essere anche vittima, invitiamo quindi tutti coloro in grado di riconoscerla a contattarci allo oppure via mail a redazione@ravennaedintorni.it Nel frattempo nella notte è scomparso da Facebook il profilo incriminato ed è stato cancellato anche il post dalla bacheca dell'arcigay (salvata comunque dalla stessa associazione). Noi possiamo testimoniare che il profilo di Lanfranco Rossati era dettagliato, con informazioni sul suo lavoro (prima in Atm e poi Start) e foto. La sua foto del profilo è quella che abbiamo deciso di pubblicare in questo articolo, consapevoli che potrebbe essere una persona ignara di tutto, e quindi vittima di un reato. Per questo lanciamo un appello alla persona ritratta nella foto a contattarci, e chiediamo allo stesso modo di farlo ai nostri lettori che dovessero riconoscerla. Non si può però escludere il fatto che dietro a Lanfranco Rossati ci fosse un vero autista di autobus, che ha scelto di Contact Center Unar Ad uso interno 24

26 iscriversi al social network con un nome falso. E anche in questo caso, siamo naturalmente disponibili a ospitare qui la sua versione dei fatti. (fonte GAY SUICIDA, ACQUISITE LE TELEFONATE: "CAPISCO QUELLI CHE SI SONO TOLTI LA VITA" Prima di morire il giovane aveva chiamato dieci volte al centralino antiomofobia della Capitale, raccontando le vessazioni subite e spiegando di capire lo stato d'animo dei suicidi: "A volte viene anche a me voglia di farlo" "Sono stufo di prese in giro e vessazioni, va avanti così da quando andavo alle medie". "I colleghi mi indicano, fanno battutine". "I ragazzi che si sono suicidati perché dicevano che erano gay... io capisco come si sentivano, a volte viene anche a me la voglia di farlo". Sono le registrazioni delle telefonate che Simone, il 21enne che si è tolto la vita a Roma, aveva fatto al telefono antiomofobia. E che ora sono state acquisite dalla Procura. Negli ultimi due mesi di vita, racconta il Corriere della Sera, il giovane aveva chiamato una decina di volte il centralino, gestito dal Comune di Roma, dalla Provincia e dalla Regione Lazio con personale composto di volontari delle associazioni omosessuali. A volte dava il proprio nome, altre chiamava in forma anonima. Ma sempre raccontava del proprio malessere, delle vessazioni subite, degli sfottò: "A scuola mi prendevano in giro, mi trattavano male: erano più aggressivi. Ma adesso mi sento gli occhi addosso, avverto la discriminazione dei colleghi". E ancora: "Sono uno studente di scienze infermieristiche, faccio il tirocinante. Quando passo nei corridoi sento le voci alle mie spalle: si chiedono se sono frocio, gay". Due settimane dopo l'ultima telefonata, Simone non ce l'ha fatta più e ha deciso di togliersi la vita, gettandosi dal tetto di un palazzo di 11 piani sulla Casilina. Ora la Procura, che indaga contro ignoti per istigazione al suicidio, ha chiesto al call center di consegnare gli estratti delle telefonate. Gli investigatori vogliono capire anzitutto perché, per uccidersi, sia andato in quel palazzo a tre chilometri da casa sua. E poi scoprire se qualcuno in Contact Center Unar Ad uso interno 25

27 particolare ha spinto il giovane a togliersi la vita: per ora, sotto esame, ci sono le amicizie e i rapporti lavorativi del ragazzo. (fonte CORTE STRASBURGO: UNIONI CIVILI DEVONO ESSERE APERTE A TUTTI GRECIA CONDANNATA PER DISCRIMINAZIONE OMOSESSUALI (7 novembre 2013) STRASBURGO, - Quando uno Stato decide di inserire nel suo ordinamento una qualsiasi forma di unione civile non puo' escluderne le coppie dello stesso sesso. Lo ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato la Grecia per aver limitato, con una legge del 2008, le unioni civili alle coppie di sesso differente. Per Strasburgo, le cui sentenze fanno giurisprudenza, Atene non ha "presentato alcuna ragione convincente che possa giustificare l'esclusione delle coppie dello stesso sesso da una legge sulle unioni civili". La sentenza emessa oggi, ha detto una fonte della Corte all'ansa, "e' molto importante perche' stabilisce un altro parametro di non discriminazione nei confronti delle persone omosessuali che vale per tutti gli Stati membri del Consiglio d'europa". Nel condannare la Grecia i giudici di Strasburgo hanno stabilito che uno Stato membro non puo' addurre come ragione per escludere dalle unioni civili le coppie dello stesso sesso "la difesa del senso tradizionale della famiglia". Un concetto che la Corte ha definito "piuttosto astratto" e che "puo' essere difeso attraverso una grande varieta' di altre misure concrete". Allo stesso tempo i giudici hanno bocciato anche la tesi secondo cui questa legge serviva a proteggere i diritti dei bambini nati fuori dal matrimonio. I giudici notano innanzitutto che le unioni civili sono aperte anche a chi non ha figli e in secondo luogo che "la legge avrebbe potuto contenere delle parti espressamente dedicate ai figli nati fuori dal matrimonio estendendo allo stesso tempo anche alle coppie dello stesso sesso il diritto ad accedere alle unioni di fatto". (fonte ANSA) Contact Center Unar Ad uso interno 26

28 PRESUNTE AGGRESSIONI RAZZISTE A SAN BENEDETTO, OGGI A CONFRONTO ACCUSATORI MAROCCHINI E INDAGATI (6 novembre 2013) Avezzano. Dovranno comparire questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano, Maria Proia, gli indagati e gli accusatori marocchini dei fatti di criminalità a sfondo razzista che sarebbero avvenuti a settembre a San Benedetto. Si terrà, infatti, nel corso dell incidente probatorio, un confronto tra gli accusati Dionisio Toracchio, 24 anni, Mario Porreca (18), Cristian Iacobacci (19), Nello Del Gizzi (21), tutti residenti a San Benedetto dei Marsi, oltre al carabiniere di Pescina Alessandro Ferzoco (35), e i marocchini accusatori e presunti aggrediti. Ci saranno infatti Ahmed Bouhachim, investito e finito in ospedale con tibia e perone rotti, e il presunto investitore Fabio Sante Mostacci (22) che, secondo l accusa, era alla guida della sua Seat Ibiza. L Altro marocchino che sarebbe stato aggredito è Karim Salah (34), che secondo la difesa prima di subire la presunta aggressione perché con la sua famiglia chiedeva di evitare schiamazzi notturni sotto casa sua, sarebbe sceso in strada con un bastone spalleggiato da due connazionali. Nel corso dell udienza quindi si confronteranno accusati e accusatori, aggressori e vittime, e saranno ascoltati anche sei testimoni, tutti marocchini. Secondo l accusa, rappresentata dal procuratore della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, ci sarebbero, invece, dietro alla vicenda, motivazioni legate alla xenofobia, con finalità di odio razziale nei confronti dei magrebini aggrediti, assistiti dagli avvocati Luca e Pasquale Motta. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati, Franco Colucci, Antonio Caputi, Callisto Terra, Berardino Terra, Filippo Trinchini, Pasquale Milo, Carlo Bonzano, Quirino D Orazio, Mario Flammini. (fonte Contact Center Unar Ad uso interno 27

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