LE OPERAZIONI IN VALUTA ESTERA
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- Flaviano Palla
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1 Circolare N. 28 Area: TAX & LAW Periodico plurisettimanale 12 aprile 2011 LE OPERAZIONI IN VALUTA ESTERA Le attività e le passività in valuta esistenti al 31 dicembre devono essere valutate al tasso di cambio vigente alla data di chiusura dell esercizio. La differenza tra il valore iscritto alla data di effettuazione dell operazione e quello di fine esercizio va iscritta in bilancio quale utile o perdita su cambi. L'eventuale eccedenza degli utili su cambi non realizzati va accantonata in un apposita riserva, non distribuibile fino al realizzo. LA DISCIPLINA CIVILISTICA Le operazioni in valuta regolate entro l esercizio non pongono particolari problemi, esse vanno rilevate in contabilità al tasso di cambio della data di effettuazione dell operazione e, alla data di realizzo, l eventuale differenza su cambi (utile o perdita) va iscritta a CE alla voce C.17-bis) Utili e perdite su cambi. Esempio 1 In data viene emessa una fattura per $ (pari a al cambio esistente in tale data). Il il cliente provvede al pagamento della fattura (pari a in base al tasso di cambio del 31.5). La differenza di cambio tra il valore esistente al momento di emissione della fattura e all incasso della stessa fa insorgere un utile su cambi per 35 da iscrivere a CE. Banca c/c SP C.IV.I a Diversi SP C.II.1 Crediti v/clienti Utili su cambi realizzati CE C.17-bis) L utile di cambio realizzato nell esempio è definitivo e non richiede, pertanto, alcuna valutazione a fine esercizio. Se, invece, alla fine dell esercizio sono presenti in bilancio delle operazioni che non hanno ancora trovato la loro regolazione finanziaria, l art. 2426, c. 1, n. 8-bis, C.C., prevede una specifica modalità di valutazione di tali poste, in base alla loro natura e classificazione. Attività circolanti, crediti immobilizzati e passività Immobilizzazioni materiali e immateriali, titoli e partecipazioni immobilizzate Tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell esercizio. Tasso di cambio storico o, se inferiore, tasso alla data di chiusura dell esercizio (riduzione giudicata durevole). ATTIVITÀ CIRCOLANTI, CREDITI IMMOBILIZZATI E PASSIVITÀ Le poste in valuta estera iscritte nell attivo circolante, i crediti iscritti nelle immobilizzazioni e tutte le passività devono essere iscritte in bilancio al tasso di chiusura esistente a fine esercizio (31.12 o ultimo giorno dell esercizio per i contribuenti con esercizio non coincidente con l anno solare). L utile o la perdita scaturente dalla differenza tra il valore iscritto alla data di effettuazione dell operazione e quello annotato a fine esercizio è da considerarsi provvisorio poiché l utile o la RIPRODUZIONE VIETATA Pag. 1 di 5
2 perdita definitiva saranno realizzati solo alla regolazione finanziaria dell operazione (ad esempio, in caso di crediti, all incasso degli stessi). La valutazione al cambio del 31 dicembre interessa tutte le poste monetarie iscritte in bilancio a fine esercizio: attive e passive, a breve termine e a lungo termine (ad esempio, anche un mutuo contratto in valuta va adeguato al tasso di cambio alla data di chiusura dell'esercizio). Restano escluse le poste non monetarie quali, ad esempio, gli anticipi in valuta corrisposti o ricevuti a fronte di beni o servizi (da mantenere in bilancio al valore determinato in base al cambio storico). LA VALUTAZIONE DI FINE ESERCIZIO Alla chiusura dell esercizio si deve quindi procedere a: 1) convertire ciascuna voce al cambio a pronti esistente alla data di chiusura dell esercizio (si veda la GU n. 7/2011); 2) contabilizzare l utile o la perdita su cambi (dato dalla differenza tra il cambio originario e quello esistente alla data di chiusura dell esercizio). Il risultato netto, derivante dalla sommatoria delle singole conversioni, deve essere indicato alla voce C.17-bis) Utili e perdite su cambi. Si consiglia di tener distinti gli utili/perdite realizzati nell esercizio (si veda l esempio n. 1) da quelli non realizzati, accendendo, ad esempio, lo specifico conto C.17-bis).1 Utili e perdite su cambi non realizzati. Crediti v/clienti SP C.II.1 a Utili su cambi non realizzati CE C.17-bis).1 Perdite su cambi non realizzati CE C.17-bis).1 a Crediti v/clienti SP C.II.1 Per i crediti in valuta estera occorre considerare anche il principio di presumibile valore di realizzo ex art. 2426, C.C. E quindi necessario adeguare il credito al suo presunto valore di realizzo e, successivamente, convertirlo al cambio esistente a fine esercizio. Se le componenti derivanti dalla valutazione del credito e dal tasso di cambio risultano significative e individuabili, occorre tenerle distinte. In tal caso la componente valutativa va rilevata alla voce B.10.d) Svalutazioni dei crediti di CE (voce D.19.b) Svalutazioni di immobilizzazioni finanziarie per i crediti iscritti tra le immobilizzazioni) e la componente dovuta al tasso di cambio alla voce C.17-bis).1 di CE. TITOLI E PARTECIPAZIONI NON IMMOBILIZZATE Anche i titoli e le partecipazioni non immobilizzate espressi in valuta estera devono essere valutati al valore di realizzo e successivamente adeguati al tasso di chiusura. In particolare, tali poste di bilancio vanno valutate al minore tra il costo (storico) ed il valore di mercato. Il valore di mercato va determinato in valuta estera e poi convertito secondo il cambio corrente a fine esercizio. L importo così ottenuto va confrontato con il costo di acquisto: se emerge una perdita, la stessa deve essere rilevata senza distinzione tra effetto valutativo ed effetto di conversione; se emerge un utile, lo stesso non va rilevato (deve essere mantenuto il costo) CF RIPRODUZIONE VIETATA Pag. 2 di 5
3 ACCANTONAMENTO A RISERVA Il saldo dato dalla differenza tra utili e perdite non realizzate può essere positivo o negativo. In presenza di un risultato netto negativo, la perdita su cambi imputata a CE contribuisce al risultato economico dell esercizio. Differentemente, in caso di risultato netto positivo, posto che l utile su cambi non realizzati rappresenta un utile fittizio e, comunque provvisorio (almeno sino alla sua realizzazione), l art. 2426, c. 1, n. 8-bis), C.C., prevede che tale utile debba essere accantonato in un apposita riserva (da iscrivere nella voce A.VII Altre riserve del patrimonio netto) non distribuibile fino al momento in cui l utile sarà effettivamente realizzato. Non è infatti consentita la distribuzione ai soci di proventi non ancora effettivamente realizzati. Esempio 2 Utile di esercizio pari a Utile su cambi non realizzato 500. In sede di destinazione dell utile occorre rilevare la costituzione della riserva per utili non realizzati Utile di esercizio SP A.IX a Diversi SP A.IV Riserva legale SP A.VII Riserva per utili su cambi SP A.VII Riserva straordinaria Tale riserva può essere utilizzata per la copertura di perdite di esercizi precedenti già a partire dall esercizio della sua iscrizione in bilancio. Alla chiusura del bilancio possono quindi presentarsi le seguenti ipotesi: 1) utile di esercizio superiore o inferiore all importo dell utile su cambi; 2) perdita di esercizio. Nella prima ipotesi l utile presunto su cambi va accantonato nell apposita riserva indisponibile per l intera quota o per una quota pari all utile di esercizio (se di minor ammontare) dopo aver dedotto la quota della riserva legale (5% dell utile di bilancio) che è comunque prioritaria. In ogni caso è auspicabile l utilizzo a completamento di eventuali riserve disponibili esistenti. In caso di perdita di esercizio, invece, la riserva non va costituita dato che non sussistono utili da distribuire. ESERCIZI SUCCESSIVI Come specificato dal Principio contabile OIC n. 26, al termine di ciascun esercizio successivo è necessario rideterminare l'ammontare accantonato a riserva. In particolare se alla data del 31 dicembre, considerando tutte le poste monetarie non riscosse/pagate, emerge: un utile netto su cambi non realizzati: a) superiore all'importo della riserva già iscritta in bilancio, la stessa deve essere integrata per l'eccedenza. L'integrazione avviene in sede di destinazione dell'utile di esercizio: qualora lo stesso (al netto della riserva legale) non sia capiente, l'integrazione va effettuata fino a capienza; se l'esercizio chiude in perdita non si deve procedere ad integrare la riserva; b) inferiore all'importo della riserva iscritta in bilancio, l'eccedenza va riclassificata in una riserva liberamente distribuibile; una perdita netta su cambi non realizzati, l'intera riserva va riclassificata in una riserva liberamente distribuibile CF RIPRODUZIONE VIETATA Pag. 3 di 5
4 Esempio Al l'utile netto su cambi non realizzati risulta pari a e l'utile di esercizio a In tal caso l utile di esercizio dovrà essere destinato, per un ammontare pari a ( ), all'integrazione della riserva per utili su cambi. Utile di esercizio SP A.IX a Riserva per utili su cambi SP A.VII Esempio Al l'utile netto su cambi non realizzati risulta pari a e l'utile di esercizio a L eccedenza rispetto all'ammontare della riserva per utili su cambi pari a ( ), va riclassificata in una riserva liberamente distribuibile. Esempio Al risulta una perdita netta su cambi per e l'utile di esercizio pari a L intera riserva per utili su cambi, pari a 5.000, va riclassificata in una riserva liberamente distribuibile. Riserva per utili su cambi SP A.VII a Riserva facoltativa SP A.VII IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI, IMMATERIALI E FINANZIARIE VALUTATE AL COSTO Per le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie, l art. 2426, c. 1, n. 8-bis), C.C., prevede l obbligo di mantenere il cambio storico, ossia quello applicato alla data di effettuazione dell operazione. L adeguamento al tasso di cambio di fine esercizio è previsto solo se si manifestano contemporaneamente le seguenti ipotesi: 1) dalla conversione emerge una perdita su cambi; 2) la perdita viene considerata durevole (ad esempio, in presenza di un attività espressa in una valuta oggetto o in via di svalutazione rispetto all euro). LA DISCIPLINA FISCALE In base all art. 110, c. 3, TUIR, la valutazione di fine esercizio delle poste in valuta estera, siano esse attività e passività o immobilizzazioni, non assume alcuna rilevanza ai fini fiscali. Infatti, ai fini fiscali, i componenti positivi e negativi su cambi assumono rilevanza solo nel momento in cui sono effettivamente realizzati. Resta ferma la rilevanza fiscale delle differenze di cambio realizzate entro l esercizio e delle poste monetarie oggetto di valutazione a fine esercizio quando coperte da specifici contratti di copertura (se questi sono a loro volta valutati in modo coerente secondo il cambio di chiusura dell esercizio). La riconciliazione tra i valori civilistici e fiscali va effettuata compilando il quadro RV della dichiarazione dei redditi nel periodo d imposta in cui si è rilevato il disallineamento e nei successivi, con le eventuali variazioni, fino al realizzo delle poste monetarie (variazioni in diminuzione per gli utili su cambi e in aumento per le perdite su cambi). L asimmetria tra disciplina civilistica e normativa fiscale determina anche l onere di rilevare la correlata fiscalità differita, ossia le: imposte anticipate per le perdite su cambi non dedotte; CF RIPRODUZIONE VIETATA Pag. 4 di 5
5 Esempio 6 imposte differite per gli utili su cambi non imponibili. Nel bilancio al la società Barca Srl presenta un utile su cambi pari a Poiché l utile netto su cambi non realizzati non rileva fiscalmente, nel mod. UNICO 2011 va effettuata una variazione in diminuzione pari a Nel bilancio vanno altresì rilevate le relative imposte differite IRES (1.000 x 27,5% = 275). Imposte differite CE 22) a Fondo imposte differite SP B LE INFORMAZIONI IN NOTA INTEGRATIVA In conclusione, si rammenta che nella Nota integrativa devono essere indicati: a) i criteri utilizzati per la conversione dei valori espressi in valuta estera (e le eventuali motivazioni che hanno condotto a modificare tali criteri rispetto agli esercizi precedenti); b) gli eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi successivamente alla chiusura dell esercizio (ossia, le eventuali variazioni nei tassi di cambio verificatesi fino alla data di predisposizione del bilancio); c) le informazioni relative alla riserva da utili netti su cambi (negli appositi prospetti riferiti alle voci del Patrimonio netto); d) la suddivisione degli utili e perdite su cambi iscritti alla voce C.17-bis), evidenziando la componente non realizzata in quanto derivante dalle valutazioni effettuate alla chiusura dell'esercizio CF RIPRODUZIONE VIETATA Pag. 5 di 5
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