Metodi storici di diritto privato Prof. Raffaele Volante Università di Padova a.a. 2019/2020
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1 Metodi storici di diritto privato Prof. Raffaele Volante Università di Padova a.a. 2019/2020 Unità A. Lezione 5. Il modello di rappresentazione istituzionale dei conflitti. 1. Per modello di rappresentazione istituzionale dei conflitti si intende la modalità di individuazione del soggetto che deve comporre la controversia attraverso il giudizio in ciascuna organizzazione sociale. Individuare il giudice significa anche identificarne le funzioni rispetto ad altre istituzioni presenti in quella stessa organizzazione. 2. Il nostro diritto positivo presuppone un modello di organizzazione della società che chiamiamo Stato, in cui tutte le funzioni, compresa quella di giudicare, si concentrano in un unico potere, detto Sovranità (art. 1 Cost.). Il giudice viene individuato da leggi (Costituzione; legge sull ordinamento giudiziario; norme sulla giurisdizione contenute nei codici di procedura, etc.) che sono espressione di quella stessa sovranità, al pari delle altre, che di tutto si occupano, tranne che del giudizio (organizzazione dell esercito, della pubblica amministrazione, del Coronavirus, etc.). Altre leggi affidano funzioni diverse a istituzioni diverse dal giudice, come, ad esempio, la pubblica amministrazione.
2 E indifferente a questa definizione di Stato ogni giudizio sulla sua forma (Monarchia, Repubblica, etc.) e sul suo grado di democrazia. Anche le peggiori dittature sono Stati, poiché in essi si realizza la stessa concentrazione di potere delle democrazie più garantiste. 3. Alternative allo Stato sono altri modelli di organizzazione della società, ad esempio: a) l organizzazione comunitaria, in cui il riferimento del potere di giudicare non è un territorio, ma un gruppo, più o meno esteso, di persone unite fra loro da vincoli etnici e familiari; b) l organizzazione feudale, in cui uno stesso territorio è il riferimento di una pluralità di poteri di giudicare, di diversa estensione e di diverso contenuto. Ciascuna di queste forme di organizzazione individua il giudice in soggetti diversi e delega al giudizio oggetti diversi. Per fare un primo esempio, vedremo come la società feudale affidi al giudice oggetti, come il controllo del territorio o l imposizione fiscale, che lo Stato moderno tiene separati per principio dal giudizio e affida a una diversa istituzione, la pubblica amministrazione. 4. Nessuna di queste forme di organizzazione si identifica, di per sé, con un epoca storica definita. Possiamo dire, ad esempio, che la società comunitaria è presente in Europa nell antichità classica e in parte del medioevo, ma non possiamo dire che essa si sia estinta perché propria di società arcaiche. La distruzione di uno Stato non sempre porta alla costruzione di un altro Stato. L esempio è la Libia, dove, dopo la caduta di Gheddafi, il territorio è, nei fatti, organizzato su base comunitaria.
3 5. Anche il fatto che una certa materia sia affidata al pubblico amministratore e non al giudice non identifica un epoca storica definita: nella nostra epoca, abbiamo la piena compresenza di diversi modelli, anche in società eguali quanto a economia, scienza e tecnologia. 6. Le forme istituzionali di composizione dei conflitti che interessano questo corso sono: 1. l organizzazione comunitaria; 2. la Società feudale; 3. lo Stato giurisdizionale; 4. lo Stato assoluto. Non sono, queste, tutte quelle possibili, ma solo quelle che, come vedremo, hanno una diretta influenza sulla costruzione del diritto positivo attuale. 7. In questi termini la successione temporale tra queste forme di organizzazione descrive l evoluzione storica del contesto geo-politico che sarà preso in considerazione in questo corso: l Europa occidentale. La fine dell Impero romano porta a un ritorno dell organizzazione comunitaria, che coincide con quanto la Storia generale definisce come epoca delle Invasioni barbariche. La società feudale è la forma organizzativa egemone nel periodo successivo, che va almeno dall VIII secolo d.c. in poi. Essa si presenta in forme diversissime nei vari contesti culturali, ma tutte sono caratterizzate dallo stesso principio: la pluralità di poteri sul territorio e sui diversi ceti in cui la popolazione è divisa.
4 Lo Stato giurisdizionale rappresenta il primo momento di concentrazione del potere e quindi la prima forma di Stato. Essa si ritrova in forme storiche diverse e in contesti diversi a partire dalla fine del Essa è caratterizzata dalla concentrazione in un unico soggetto di taluni poteri prima attribuiti ad altri e nell esercizio negoziale degli stessi, attraverso cioè una continua contrattazione fra il centro del potere (il Principe) e altri soggetti, portatori di altre funzioni non ancora accentrate. Lo Stato assoluto è la massima concentrazione possibile di potere. Essa si presenta in numerose forme giuridiche, dalla Monarchia amministrativa (inaugurata nella Francia del 1600) agli Stati costituzionali successivi alla Rivoluzione francese del Le differenze tra queste forme sono rilevanti, ma si presentano su piani diversi da quello che descrive il modello di organizzazione in quanto tale. 8. Questa periodizzazione non coincide con quella usata dalla storia generale, che procede da una base culturale e distingue queste epoche: 1. Storia antica (3500 a.c. 476 d.c.): dall invenzione nota della scrittura alla caduta dell Impero romano d Occidente); 1. Storia medievale ( ): dalla caduta dell Impero d Occidente alla Scoperta dell America; 2. Storia moderna ( ): dalla scoperta dell America alla Rivoluzione francese; 3. Storia contemporanea: dalla R.F. a oggi.
5 Nessuna di queste epoche può essere definita sulla presenza di una e una sola organizzazione sociale: tutte si presentano, in forme e modi diverse, in tutte le epoche. Quando la Storia generale deve introdurre il tema dell organizzazione sociale, del resto, deve introdurre nella sua partizione delle ulteriori partizioni. Ad esempio, una corrente ormai maggioritaria di storici dell antichità distingue un periodo quello tra la morte dell Imperatore Commodo (192 d.c.) e la morte di Giustiniano (565 d.c.)- intermedio tra antichità e medioevo, denominandolo tardoantico. E un modo per rappresentare il fatto che, tra il terzo e il VI secolo (ma, per taluni studiosi, il tardoantico finisce con il VII secolo) le medesime strutture culturali danno vita a diverse strutture politiche. Per il giurista, queste partizioni restano solo sullo sfondo.
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