PROVINCIA DI TERAMO. Regione Abruzzo Assessorato alle Politiche Sociali

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1 Regione Abruzzo Assessorato alle Politiche Sociali Piano Regionale di Azione per i diritti dell Infanzia e dell Adolescenza PROVINCIA DI TERAMO Azienda Unità Sanitaria Locale di Teramo Ministero dell Istruzione Centro Servizi Amministrativi di Teramo Ministero della Giustizia Servizio Sociale Minorenni di L Aquila Piano provinciale di azione per i diritti dei bambini e dei ragazzi

2 2 DATI GENERALI Amministrazione Provinciale: Teramo Ambiti sociali firmatari e comuni aderenti al Piano d azione Ambito sociale n. 1: 1 GIULIANOVA 2 BELLANTE 3 MOSCIANO S. ANGELO TORDINO Ambito sociale n. 2: 1 ALBA ADRIATICA 2 ANCARANO 3 COLONNELLA 4 CONTROGUERRA 5 CORROPOLI 6 MARTINSICURO 7 NERETO 8 S. EGIDIO ALLA VIBRATA 9 S. OMERO 10 TORANO NUOVO 11 TORTORETO VIBRATA Ambito sociale n. 3: 1 ARSITA 2 BASCIANO 3 BISENTI 4 CANZANO 5 CASTELLALTO 6 CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO 7 CASTILENTI 8 CELLINO ATTANASIO 9 CERMIGNANO 10 MONTEFINO 11 PENNA S. ANDREA FINO - VOMANO Ambito sociale n. 4: 1 CAMPLI 2 CIVITELLA DEL TRONTO 3 CORTINO 4 ROCCA S. MARIA 5 TORRICELLA SICURA 6 VALLE CASTELLANA LAGA

3 3 Ambito sociale n. 5: 1 TERAMO TERAMO Ambito sociale n. 6: 1 CASTEL CASTAGNA 2 CASTELLI 3 COLLEDARA 4 CROGNALETO 5 FANO ADRIANO 6 ISOLA DEL GRAN SASSO 7 MONTORIO AL VOMANO 8 PIETRACAMELA 9 TOSSICIA GRAN SASSO Ambito sociale n. 7: COSTA SUD 1 1 SILVI 2 ATRI 3 PINETO Ambito sociale n. 8: COSTA SUD 2 1 ROSETO DEGLI ABRUZZI 2 MORRO D ORO 3 NOTARESCO Responsabile Procedimento provinciale Dott. Cozzi Daniela Coordinatore Responsabile Piano Ass. soc. Di Baldassarre Cristina

4 4 INDICE DEL PIANO Pag. 1. ANALISI DELLA CONDIZIONE MINORILE IN PROVINCIA 1.1. Bambini e i ragazzi nella provincia. Analisi della condizione minorile Le risorse provinciali per l infanzia e l adolescenza: la rete dei servizi ed interventi pubblici e privati POLITICHE PROVINCIALI PER I DIRITTI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI 2.1. Definizione degli impegni e degli obiettivi provinciali per i diritti dei bambini 2.2. Strategia generale per l attuazione del piano provinciale d azione Rispondenza del Piano alla Convenzione dell ONU, al Piano globale d azione e al Piano regionale Le collaborazioni e l integrazione operativa a livello provinciale. Modalità, tempi, attività Istituzioni scolastiche Azienda Unità Sanitaria Locale Servizio sociale per i minorenni Associazionismo e volontariato Altre collaborazioni 2.5. Le modalità per la partecipazione dei bambini e delle famiglie 2.6. La valutazione del piano provinciale e la gestione dei controlli 2.7. Durata del piano ATTIVITA E STRUMENTI DI COORDINAMENTO 3.1. Le azioni dei programmi locali. Il piano congiunto dei programmi locali Il coordinamento provinciale delle azioni e dei programmi 3.3. La promozione e la diffusione territoriale dei diritti e del piano 3.4. La formazione strategica IL QUADRO DELLE RISORSE 23

5 5 1. ANALISI DELLA CONDIZIONE MINORILE IN PROVINCIA 1.1. I bambini e i ragazzi nella provincia. Analisi della condizione minorile. La Provincia di Teramo, con residenti, rappresenta circa un quarto della popolazione abruzzese (22,8% secondo i dati Istat al ); nell anno 2003 si è registrato un incremento della popolazione pari all 1,5, superiore all indice dell 1% registrato a livello regionale; tale incremento è dovuto in gran parte alla regolarizzazione degli stranieri in Italia a seguito dell avviato processo di sanatoria. Il saldo naturale è risultato infatti negativo, sebbene il tasso di natalità della Provincia di Teramo sia risultato pari all 8,9%, superiore al tasso regionale ma inferiore a quello nazionale. Il tasso migratorio dall estero pari al 7,4% è superiore al tasso regionale; risulta alto anche il tasso migratorio totale pari al 16,3%. Circa il 18% della popolazione risiede nel capoluogo di provincia, il 36% risiede sulle cittadine della costa, il 22% risiede nelle zone interne collinari e il restante 24 % risiede nei territori delle tre comunità montane. Le diverse zone della Provincia presentano alcune differenze di rilievo dal punto di vista demografico. L ambito territoriale più popolato è quello della Vibrata (quasi abitanti), seguito da quello di Teramo (circa ) e da Costa sud 1 ( abitanti); i meno popolosi sono gli ambiti montani: Fino-Vomano ( abitanti), Gran Sasso ( abitanti) e Laga (18.369), quest ultimo caratterizzato da un territorio molto vasto con un densità abitativa molto bassa. La maggiore presenza di anziani si osserva nelle zone montane, in particolar modo nell ambito Laga (11,21% contro l 8,42% di Fino- Vomano), mentre negli altri ambiti il valore si attesta intorno all 8% (il 6,84% nell ambito Costa sud 1). In base al censimento 2001 la Provincia di Teramo conta una popolazione minorile di residenti, pari al 23,7% della popolazione totale, di cui nella fascia prima infanzia, nella fascia d età 6 10 anni, nella fascia d età anni e nella fascia d età La densità della popolazione minorile oscilla tra il 16 e il 18% nel capoluogo, nelle zone costiere e nei paesi più grandi dell entroterra, mentre scende notevolmente nei paesi montani dove si registrano percentuali dell 11%. Il numero medio di componenti per famiglia a livello provinciale è pari al 2,80; il dato è superiore sia a quello regionale che a quello nazionale. Il 10% dei minori compresi nella fascia 0 2 anni usufruisce di asili nido e servizi similari. Dai dati forniti dal C.S.A. di Teramo e da fonti Ministeriali relativi all anno scolastico 2003/2004, 6.992, il 90% dei minori compresi nella fascia d età 3 5 anni, risulta essere inserito nelle scuole materne; 144 sono i disabili certificati di cui 6 con handicap grave (la percentuale di quasi il 2% risulta essere di rilievo, se si pensa che la maggior parte delle segnalazioni alle équipe multidisciplinari arriva da parte della scuola, dopo un congruo periodo di osservazione); sono stati gli iscritti alla scuola primaria, di cui 567 portatori di handicap(4%) di questi 15 con handicap grave; sono stati gli iscritti alla scuola secondaria di 1 grado; sono stati gli iscritti alla scuola secondaria di 2 grado di cui 269 disabili. Si evidenzia un insuccesso scolastico in particolare nelle prime due classi di scuola media, negli istituti dove maggiore è la presenza di ragazzi immigrati; anche la presenza di portatori di handicap incide molto sul fenomeno: questi ultimi infatti vengono spesso trattenuti nell ambito della scuola

6 6 dell obbligo anche per procrastinarne l ingresso negli istituti secondari. Nel 2002, secondo i dati forniti dall Ussm, 223 sono state in Provincia di Teramo le segnalazioni di minori coinvolti in attività criminose; sebbene il dato sia il più basso a livello regionale, un aumento di denunce è stato registrato nelle zone interne e nel capoluogo, collegato in particolar modo all uso di stupefacenti. L aumento del fenomeno, secondo quanto rilevato dagli operatori del servizio sociale minori, è dovuto, per quanto attiene le zone costiere, all incremento del flusso migratorio, in particolare da zone del sud Italia, e al vissuto dei ragazzi coinvolti, spesso appartenenti a famiglie in cui gli adulti hanno precedenti penali. Sono segnalati in aumento anche fenomeni di bullismo e di reati contro il patrimonio commessi in gruppo da adolescenti non necessariamente appartenenti a famiglie con disagi manifesti. La presa in carico dei minori da parte dell Ussm ha coperto solo parte dei minori segnalati; essa, nell anno 2002, si è verificata solo per 94 minori di cui 7 femmine (5 italiane e 2 Rom) e 87 maschi (48 italiani, 17 stranieri e 22 Rom). Anche nella Provincia di Teramo, come a livello nazionale, crescono l instabilità coniugale e la tendenza alla formazione di unioni di fatto. La famiglia necessita sempre più di essere sostenuta in un percorso di consolidamento dei legami, in particolar modo nei primi anni di formazione e con la nascita dei figli, quando maggiori sono la vulnerabilità e il senso di impotenza nei confronti delle crescenti responsabilità. La rilevazione dei dati sul fenomeno migratorio, condotto dalla Provincia di Teramo attraverso gli uffici anagrafe dei comuni, ha permesso di evidenziare l aumento degli iscritti extracomunitari rispetto all anno 2002: al , nell ambito Vibrata viene registrata una percentuale di residenti extracomunitari pari al 6,23% con la presenza di n. 363 minori di cui ben 78 cinesi; nell ambito della Comunità Montana della Laga viene registrata una percentuale pari al 4% di residenti extracomunitari con una presenza di 140 minori dei quali 32 cinesi. Appare evidente come il fenomeno migratorio vada interessando sempre più le aree interne del territorio, spostandosi dalla costa, fino a qualche anno fa interessata in maniera quasi esclusiva. La maggiore reperibilità degli alloggi, la possibilità di trovare lavori legati ancora alla pastorizia e all agricoltura ha facilitato questa sorta di avanzamento verso le zone interne, soprattutto da parte di cittadini macedoni e rumeni. L etnia più presente sul territorio provinciale è ancora quella albanese, ma il trend di crescita più sostanziale si nota in riferimento al numero di cittadini provenienti dalla Cina Le risorse provinciali per l infanzia e l adolescenza: la rete dei servizi ed interventi pubblici e privati. L individuazione delle risorse presenti sul territorio provinciale destinate all infanzia ed all adolescenza costituisce un atto propedeutico di fondamentale importanza per la progettazione di interventi coordinati ed efficaci da parte degli enti locali. Da qualche tempo e precisamente dall attuazione del primo piano territoriale provinciale di cui alla legge 285/97 e del primo piano sociale regionale, la rete dei servizi pubblici e privati ha dovuto confrontarsi con una nuova ottica di progettazione degli interventi, improntata alla collaborazione ed al coordinamento tra diversi soggetti. Ne è derivata una integrazione di

7 7 risorse che presenta, indubbiamente, ancora molte criticità, ma che ha permesso, comunque, di evidenziare i principali problemi e le disfunzioni di un sistema che dovrà condurre, inevitabilmente, alla realizzazione del disegno dell offerta di servizi socioassistenziali secondo il dettato della legge 328/2000. La mappa delle risorse esistenti può essere delineata con riferimento a diversi documenti, tra i quali i dati raccolti annualmente dall Osservatorio provinciale sociale, diretta emanazione di quello regionale, dai piani di zona, dai passati piani provinciali di cui alla legge 285/97. Con riferimento agli otto ambiti territoriali sociali in cui risulta suddiviso il territorio provinciale i soggetti preposti all offerta di risorse destinate all infanzia ed all adolescenza si possono così suddividere: enti locali territoriali istituzioni scolastiche istituzioni socio-sanitarie associazioni di volontariato e privato sociale altri soggetti Per quanto riguarda i servizi offerti dagli enti locali, essi risultano finanziati con varie tipologie di risorse, tra le quali quelle afferenti la legge 285/97, quelle relative al piano di zona, quelle relative alla legge 76/2000 in materia di servizi per la prima infanzia, quelle derivanti dai cosiddetti interventi consolidati dei comuni, quelle relative al D.Lgs. 286/98 in materia di politiche migratorie e quelli finanziati con altre specifiche leggi di settore. L assistenza domiciliare educativa per minori in condizioni di disagio viene fornita in 6 ambiti su 8 e risulta finanziata in alcuni casi con le risorse relative alla legge 285/97 ed in altri casi attraverso il piano di zona con un utenza media pari a circa 22 unità. Gli asili-nido, ovvero i servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni) sono presenti su tutto il territorio provinciale, ad eccezione di alcune zone montane, con un utenza piuttosto elevata, in particolare nell ambito Teramo. L alto numero di strutture presenti sul territorio è dovuto soprattutto alla possibilità offerta dai finanziamenti di cui alla legge 76/2000 e la qualità dei servizi offerti, testimoniata anche dalle lunghe liste d attesa di utenti, viene rafforzata annualmente attraverso la formazione che la Provincia assicura ai coordinatori ed agli educatori degli asili-nido, sempre con fondi afferente alla legge 76. Accanto agli asili-nido, alcuni ambiti ed in particolare le tre comunità montane, sprovviste di asili- nido hanno attivato servizi alternativi, come il babysitteraggio, mentre altri, come l ambito n. 1 Tordino, l ambito n. 5 Teramo e l ambito n.8 Costa Sud 2 hanno promosso interventi integrativi, come micronido e centri gioco. Anche in questi casi l alto numero di bambini piccoli che usufruiscono dei servizi sono un chiaro segnale che la scelta di dedicare spazio e disponibilità finanziaria a tali interventi risponde in maniera adeguata alle esigenze della collettività in termini di bisogno di cura dei più piccoli i cui genitori devono assentarsi per lavoro anche per molte ore al giorno. I centri di aggregazione e socializzazione, che si indirizzano ad un utenza variabile in termini di fasce d età, sono presenti negli 8 ambiti sociali territoriali e possono contare su un utenza davvero consistente. Risultano finanziati con fondi relativi alla legge 285/97. La portata degli interventi realizzati in tali centri ha particolare valenza sociale, contribuendo all attuazione di forme di socializzazione e di aggregazione anche con specifico riferimento a ragazzi in condizioni di disagio fisico e psicologico ed a bambini e ragazzi immigrati, la cui integrazione sociale risulta di difficile perseguimento durante il percorso scolastico. E inoltre presente, soprattutto nelle zone che presentano una carenza di strutture di asili-

8 8 nido e di scuole dell infanzia, un servizio di ludoteche destinato a diversi target di età ed in alcuni casi previsto anche in forma itinerante al fine di raggiungere i minori residenti in frazioni più distanti dai comuni. Le colonie estive, servizio cosiddetto consolidato e finanziato con fondi afferenti i bilanci comunali sono realizzate da tutti i comuni, con un utenza molto elevata, pari a circa 600 ragazzi per ambito sociale. GLI sportelli Informagiovani si rivolgono ad un utenza formata in prevalenza da adolescenti e sono presenti in 4 ambiti su 8, e cioè negli ambiti Tordino, Teramo, Gran Sasso e Costa Sud 2. Trattandosi di un servizio di carattere informativo risulta di difficile quantificazione l utenza, comunque elevata. Il ricovero di minori in istituto, in case-famiglia ed in centri di accoglienza è diffuso sull intero territorio provinciale. La presenza di strutture di casa- famiglia nelle quali l ospitalità e la cura dei minori vengono attuate secondo criteri che rendano meno traumatico possibile il passaggio dalla famiglia d origine, seppure disagiata, alla protezione, spesso coattiva, dei servizi sociali degli enti preposti è purtroppo ancora limitata. I servizi di affido e di adozione nazionale ed internazionale sono previsti in 4 ambiti su 8 e stanno ricevendo ultimamente grande impulso come strumento di risoluzione delle difficoltà dei minori, trovando anche grande disponibilità delle famiglie della provincia di Teramo coinvolte anche in specifici ed impegnativi percorsi di formazione. I minori disabili ricevono da parte dell intero territorio provinciale e dunque da tutti gli enti locali a ciò preposti i servizi più opportuni a rendere meno difficoltoso il loro percorso di piena integrazione nella società civile. Vengono assicurati sull intero territorio provinciale i servizi di trasporto ed assistenza all integrazione scolastica a favore dei minori disabili psichici e fisici di cui alla legge 104/92; vengono inoltre forniti servizi di assistenza domiciliare extrascolastica e psicosociale, oltre che possibilità di accogliere questi utenti all interno di centri diurni variamente dislocati nel territorio provinciale. Ai disabili sensoriali vengono assicurati interventi di assistenza scolastica ed extrascolastica da parte della Provincia a valere sui fondi di cui alla legge 32/97 e mediante risorse di pari importo a carico del bilancio provinciale. I minori ciechi pluriminorati vengono assistiti dalla Provincia con interventi di assistenza domiciliare ed attraverso progetti di riabilitazione ed inserimento sociale a valere sui fondi di cui alla legge 284/97. IL sostegno alle famiglie viene realizzato attraverso interventi e servizi vari, tra i quali forme di sostegno economico, interventi di natura socio-psico-educativa per famiglie, sostegno alla genitorialità, mediazione familiare e mediazione familiare interculturale, sportelli informafamiglie, progetti di reinserimento lavorativo di genitori di minori in condizioni di disagio. Accanto agli interventi assicurati dagli enti locali territoriali, ulteriori ed importanti servizi ai minori vengono assicurati dalle strutture sanitarie, ed in particolare dai consultori familiari, e dagli assistenti sociali del servizio di medicina scolastica, oltre che naturalmente dai pediatri di base e dai presidi ospedalieri. Le istituzioni scolastiche collaborano sempre più fattivamente anche con gli enti locali all individuazione e risoluzione dei problemi relativi al mondo dell infanzia e dell adolescenza. Le scuole dell infanzia, le scuole elementari e le medie inferiori, capillarmente diffuse sul territorio assicurano facilità di accesso a tutti gli alunni e rappresentano, forse, uno dei protagonisti di maggior rilievo della rete dei servizi per minori per il privilegiato rapporto di

9 9 prolungato contatto che hanno con essi. Molti altri interventi e servizi a favore dei minori vengono forniti dal cosiddetto privato sociale. Sono presenti ed operano attivamente, sul territorio, associazioni di volontariato, sportive e di azionariato religioso che, attraverso attività e percorsi di tipo aggregativo, riescono a coinvolgere un gran numero di ragazzi in forme di socializzazione di alto valore educativo e civile e che costituiscono un imprescindibile risorsa del territorio con cui avviare un proficuo e valido percorso di collaborazione e di integrazione. La qualità dei servizi ai minori viene costantemente accresciuta attraverso iniziative di formazione professionale che la Provincia realizza annualmente attraverso varie forme di finanziamento.

10 10 2. POLITICHE PROVINCIALI PER I DIRITTI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI 2.1. Definizione degli impegni e degli obiettivi provinciali per i diritti dei bambini Il presente piano territoriale di azione si pone come obiettivo strategico lo sviluppo e la crescita del minore in un contesto di tutela e di promozione del benessere intesa come coinvolgimento della dimensione individuale, familiare, comunitaria e sociale. Il minore, nello spirito della legge 285/97, viene posto al centro delle politiche per l infanzia in quanto titolare di diritti, come soggetto da accompagnare nella crescita, a cui offrire il più ampio numero di opportunità. Gli interventi riguarderanno i servizi rivolti ai minori in difficoltà come l assistenza educativa domiciliare, l erogazione di un minimo vitale, la promozione dell istituto dell affido, il recupero del gap scolastico per una prevenzione della dispersione scolastica, promozione della socialità dei disabili e servizi di facilitazione dell integrazione dei minori immigrati, attraverso la fruizione di quelle attività che riguardano l universo minori del territorio nella vita quotidiana: ludoteche, centri di incontro e ascolto per adolescenti, laboratori, attività volte a facilitare la partecipazione dei ragazzi alla vita sociale. Tali interventi si legano strettamente con interventi a sostegno delle funzioni genitoriali e quindi con i servizi di mediazione familiare, gli sportelli di ascolto genitori figli, i servizi alla prima infanzia che coinvolgono direttamente gli adulti di riferimento. Le modalità di approccio suggerite dalla legge 285/97 rispetto ai temi dell infanzia e dell adolescenza identificano un processo innovativo che punta sulla partecipazione ed il coinvolgimento dei soggetti che, per differenti responsabilità istituzionale e per diverse vocazioni, incidono sul percorso esistenziale dei minori. Uno degli obiettivi che questo Ente intende perseguire, insito nella propria funzione di coordinamento, è rafforzare la collaborazione tra soggetti pubblici e privati impegnati, a livello istituzionale e non, ad accompagnare e facilitare il processo di crescita del minore per superare la frammentarietà degli interventi e la scarsa informazione. Indicatori di valutazione: la presenza di una pluralità di operatori e di attori istituzionali e non all interno delle attività e dei servizi a significare un attitudine verso pratiche partecipatorie; n. di protocolli operativi stipulati tra i diversi attori a livello locale. Il sistema di rete collaborativa, permetterà il raggiungimento del secondo obiettivo condiviso dagli EAS proponenti i progetti:che le azioni del piano territoriale raggiungano concretamente i bambini e le bambine, gli adolescenti in qualsiasi città, paese e frazione del territorio provinciale, e che attraverso una puntuale ed efficace comunicazione sia assicurata l accessibilità ai servizi a tutti i minori residenti e domiciliati nell ambito di riferimento. Indicatori di valutazione:numero di carta dei servizi predisposta dagli EAS; numero di minori raggiunti dalla comunicazione e numero di minori utenti dei servizi rispetto al target universale locale; numero di minori immigrati e di minori portatori di handicap beneficiari di interventi a carattere universalistico. Un terzo obiettivo è rappresentato dalla diffusione del lavoro per progetti educativi individualizzati, inteso come buona pratica per il raggiungimento di esiti specifici legati a specifici bisogni.

11 11 Indicatori di valutazione: numero di progetti educativi individualizzati rispetto al numero di minori presi in carico nei diversi servizi; numero di collaborazioni interdisciplinari intraprese per il trattamento delle prese in carico e per la realizzazione dei progetti educativi individualizzati. La Provincia di Teramo, come puntualizzato nelle linee-guida provinciali, promuoverà presso gli ambiti un più puntuale monitoraggio dei programmi locali con l obiettivo di perseguire l efficienza e l efficacia degli interventi e il giusto impiego delle risorse finanziarie, attraverso una lettura costante delle fasi di lavoro nell intento di facilitare le opportune modifiche in corso d opera anche in relazione alla destinazione delle risorse economiche. Indicatori di valutazione: numero di progetti rimodulati in corso d opera rispetto alle attività e alle strategie di intervento e quantificazione delle economie a conclusione di ogni annualità progettuale. Ulteriore obiettivo è quello dello scambio di buone prassi attraverso un maggiore correlazione fra i progetti di ambito locale e una puntuale attività formativa degli operatori dei progetti. La Provincia di Teramo, in accordo con il Servizio Servizi Sociali della Regione Abruzzo, organizzerà percorsi formativi per gli operatori impiegati nei servizi, anche sulla base delle esigenze percepite da questi ultimi, al fine di potenziare la qualificazione del personale. Indicatori di valutazione: numero di operatori che concludono i percorsi formativi; numero di riunioni tra operatori di ambiti diversi per confronti e scambio di esperienze; nascita gruppi di coordinamento a livello provinciale per tipologia di intervento Strategia generale per l attuazione del piano provinciale d azione Le possibilità di sviluppo personale offerte ad ogni bambino sono alla base delle successive sue relazioni di adulto; partendo, quindi, dal presupposto che le condizioni dell infanzia siano indice della qualità delle relazioni e della vita sociale nella sua globalità, appare evidente che l intreccio progettuale e operativo delle politiche cosiddette sociali con le altre politiche di settore, promosso dalla legge 285/97 e ampiamente riconfermato dalla Legge quadro di riforma dell assistenza, debba essere il punto nodale di ogni intervento che voglia incidere sulla comunità locale. Per promuovere la qualità della vita di bambini e ragazzi occorre sviluppare la logica delle azioni comuni, favorendo la condivisione degli obiettivi di fondo e la capacità di collaborare. Obiettivo del presente Piano Territoriale è facilitare la crescita della cultura della

12 12 progettazione e gestione integrata degli interventi negli amministratori, negli operatori del pubblico e del privato sociale e nei volontari, al fine di qualificare le politiche per l infanzia e l adolescenza nel senso della territorializzazione, del raccordo e dell integrazione tra istituzioni, servizi e interventi diversi, dell ascolto e della centralità dei minori, soggetti di diritti. Fondamentale sarà l azione del Gruppo di Coordinamento Provincia/Enti Locali che sarà istituito a seguito della sottoscrizione dell Accordo di programma. Composto da rappresentanti della Provincia, degli Enti Locali e degli altri firmatari dell Accordo, nonché da un rappresentante del C.S.V., ha un ruolo consultivo e operativo, di facilitazione della messa in rete degli interventi promossi dagli enti locali, di razionalizzazione delle risorse e di promozione di collaborazioni. Il gruppo promuoverà l informazione e la diffusione del Piano Territoriale e dei Programmi locali, faciliterà il coordinamento degli interventi e lo scambio di esperienze. Avrà il compito di analizzare lo stato di attuazione del Piano e degli interventi e di promuovere azioni per il superamento di ostacoli e ritardi. Saranno promossi inoltre tavoli di lavoro aperti a ogni altra risorsa del territorio. La Provincia di Teramo promuoverà l istituzione di un tavolo di lavoro a livello di assessorati locali alle politiche sociali, con l obiettivo di veicolare una nuova cultura di programmazione. Detto tavolo di lavoro rappresenterà il mezzo di comunicazione tra le diverse politiche di settore a livello locale, con il compito di favorire la logica di integrazione di ogni intervento di welfare: sanitario, dell istruzione, delle politiche attive di formazione, e di quelle di avviamento al lavoro Rispondenza del Piano provinciale d azione alla Convenzione dell ONU, al Piano globale d azione e al Piano Regionale e Provinciale <max caratteri > Il Piano Territoriale di azione della Provincia di Teramo si pone come obiettivo strategico lo sviluppo e la crescita del minore in un contesto di tutela e di promozione del benessere intesa come coinvolgimento della dimensione individuale, familiare, comunitaria e sociale. In particolare, i progetti in cui si articola il Piano Territoriale sono coerenti con i principi fissati dalla Convenzione dell ONU, dal Piano globale d azione per i bambini approvato dall Unicef per il decennio 2002/20012, dal Piano nazionale per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2002 /2004 e dal Piano Regionale, oltre che, naturalmente dalla legge 285/97. Primo fra tutti i criteri utilizzati nella progettazione è stato quello di sviluppare politiche per l infanzia orientate sui diritti prima ancora che sui bisogni. Dalla lettura dei progetti, pur con alcune specificità riferibili alle singole situazioni e bisogni territoriali, si evince come le direttrici della programmazione si sono delineate con riferimento agli scenari in cui il minore cresce ed acquisisce piena consapevolezza del suo essere soggetto della società civile ed, in particolare, la famiglia, la scuola, le attività extrascolastiche, la prevenzione di forme di devianza. Obiettivo dell intero Piano è quello di offrire al minore le opportunità migliori di crescita, ponendolo al riparo da rischi sociali, ambientali e culturali secondo il percorso a lui più confacente. E per questo che l offerta dei servizi appare molto variegata, e destinata ai diversi target di età, nell obiettivo di garantire a tutti i minori, spesso indipendentemente

13 13 dalle condizioni di vita specifiche, la possibilità di fruire dei servizi. La famiglia è posta, com è naturale, al centro delle politiche per l infanzia: prima cellula della società, le relazioni al suo interno rappresentano la prima variabile da cui dipendono i comportamenti dei futuri adulti. Tale ambizioso obiettivo ed i progetti che ad esso sono destinati hanno quale criterio ispiratore quello di mettere i bambini al primo posto, in linea con quanto fissato dal Piano Globale, sia attraverso interventi diretti alla generalità dei bambini, sia attraverso servizi specifici che hanno come destinatari i minori in condizioni di disagio, ai quali vanno assicurati servizi adeguati agli specifici bisogni, tramite interventi di assistenza domiciliare, di sostegno alle condizioni economiche del nucleo familiare, di mediazione familiare ed interculturale per far sì che nessun bambino rimanga indietro e che tutti i minori possano essere ascoltati e che possano partecipare alle decisioni riguardanti il loro futuro. Aver posto la famiglia al centro di alcuni progetti consente anche di assicurare un raccordo tra obiettivi diversi, quali la prevenzione di forme di violenza e di abuso sui minori, il continuo monitoraggio su eventuali forme di disagio psicologico e sociale sempre più frequenti nella vita odierna, la prevenzione di situazioni di gravità e conseguente riduzione di ricoveri in istituto, sostenendo tutte le misure volte a garantire la crescita del bambino nella famiglia. Il mondo della scuola è un imprescindibile variabile strategica della progettazione svolta dagli ambiti sociali territoriali. Dopo la famiglia, esso rappresenta uno scenario di fondamentale importanza in cui il minore vive e cresce, dal quale trae educazione e conoscenze e sul quale riversa segnali di eventuali disagi che vive. Gli insegnanti sono interlocutori privilegiati di chi progetta per i minori; sono le istituzioni scolastiche che, al di fuori della famiglia garantiscono ai bambini educazione, coscienza civile e sociale, rispetto per l ambiente. E sempre maggiore, nei progetti che costituiscono il Piano Provinciale, l integrazione tra Enti locali e scuola : entrambe le istituzioni hanno preso coscienza che il loro positivo interagire garantisce di poter mettere a fuoco e realizzare obiettivi comuni sui minori. I servizi ricreativi ed educativi per il tempo libero caratterizzano molti dei progetti inseriti nel Piano provinciale. La progettazione di ludoteche, centri aggregativi ed educativi, attività di animazione, centri gioco, garantiscono la partecipazione dei minori a livello propositivo, decisionale e gestionale, ed occasioni di riflessione e di confronto su temi rilevanti per la convivenza civile. Attraverso questi progetti, di cui alcuni già sperimentati in passato, i bambini vengono ascoltati, aiutati a comprendere le condizioni di disagio proprie ed altrui, stimolati ad elaborare i propri turbamenti ed i propri desideri, esercitare il proprio diritto al gioco individuale e di gruppo spesso non esercitatile in altri contesti. L esperienza dei laboratori teatrali ed artistici che consentono un espressione del corpo e della personalità, ed in cui i bambini sono i protagonisti attivi e propositivi, costituisce un mezzo privilegiato per sviluppare la creatività, l autostima e le capacità comunicative.

14 Le collaborazioni e l integrazione operativa a livello provinciale. Modalità, tempi, attività Istituzioni scolastiche L applicazione della legge 285/97 nei precedenti trienni ha fatto registrare una sempre più estesa e consolidata collaborazione tra l Ente Locale e le istituzioni scolastiche del territorio. Scarso è stato, invece, il coinvolgimento a livello di amministrazione centrale. Nell ambito della propria autonomia amministrativa, i dirigenti scolastici hanno partecipato con risorse strutturali, mettendo a disposizione locali per le attività, e con risorse umane favorendo la collaborazione di insegnanti e di operatori scolastici. E da rilevare, in particolar, modo la collaborazione offerta dagli insegnanti, senza alcuna retribuzione aggiuntiva, nei servizi di aggregazione e del tempo libero che sono integrati al tempo scolastico e che hanno consentito di prolungare lo spazio educativo pomeridiano ed estivo. Per il prossimo triennio si prevede di aumentare il numero di collaborazioni con le istituzioni scolastiche, e di coinvolgere maggiormente anche l amministrazione a livello di C.S.A. per favorire interventi volti a prevenire, in particolare, la dispersione scolastica. Essenziale sarà anche il coinvolgimento delle agenzie formative per facilitare l assolvimento dell obbligo scolastico in un ottica di completamento del percorso educativo. E prevista la stipula di un protocollo operativo a livello di ambito. L istituzione Scolastica parteciperà con propri rappresentanti al Gruppo di coordinamento Provincia /Enti Locali e con un rappresentante delegato dal C.S.A. per la Provincia di Teramo al Collegio di Vigilanza previsto dall Accordo di Programma. Il C.S.A. per la Provincia di Teramo sottoscrive l Accordo di Programma contenente il presente Piano Territoriale Azienda Unità Sanitaria Locale La collaborazione con la Azienda ASL, nelle precedenti esperienze, è stata caratterizzata da interventi professionali, in particolare di assistenti sociali e psicologi, dovuti alla sensibilità dei singoli operatori e alle già avviate collaborazioni informali con i servizi sociali degli EE.LL.. Fondamentale, per l avvio delle collaborazioni, è stata la stima personale ed i buoni rapporti esistenti tra gli operatori sociali. L avvio della formalizzazione degli interventi integrati a livello socio-sanitario, avvenuto con il vigente Piano di Zona dei Servizi Sociali, dovrà consentire una formalizzazione a livello locale degli interventi integrati che riguardano il presente Piano Territoriale. Auspicabile è anche un coinvolgimento di pediatri e/o medici di base per assicurare una crescita armonica del minore e la diffusione di una cultura del benessere del bambino, intesa anche come capacità di cura e prevenzione di patologie. L Azienda A.S.L. parteciperà con propri rappresentanti al Gruppo di Coordinamento Provincia /Enti Locali e con un rappresentante delegato dal Direttore Generale al Collegio di Vigilanza dell Accordo di Programma. Sottoscrive l Accordo di Programma contenente il presente Piano Territoriale.

15 Servizio sociale per i minorenni Non è stato possibile rilevare negli anni passati una proficua collaborazione con il servizio sociale per i minorenni, anche a causa della dislocazione territoriale del servizio stesso, fisicamente ubicato a L Aquila. Il Centro di Giustizia Minorile per il Lazio e l Abruzzo, attraverso l U.S.S.M., che da circa due anni ha istituito un ufficio con sede a Teramo, segnalerà agli EE.LL. i minori sottoposti a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria e favorirà il loro recupero curando l inserimento nei servizi ed attività locali più idonei, intervenendo attivamente nei relativi progetti educativi individualizzati. Parteciperà al Gruppo di coordinamento Provincia/Enti locali e con un proprio rappresentante delegato dalla Direzione Generale al Collegio di Vigilanza dell Accordo di Programma. Sottoscrive l Accordo di Programma contenente il presente Piano Territoriale Associazionismo e volontariato Anche se mai formalizzata, importante è stata la collaborazione nei servizi attivati delle associazioni di volontariato. Alcuni servizi sono stati gestiti, su incarico dell Ente Locale, da associazioni di volontariato. La Provincia di Teramo conta un vario numero di associazioni che insistono su diverse tematiche: sanità, educazione, ambiente, cultura ecc. Esse rappresentano, insieme alle cooperative sociali, risorsa e patrimonio di conoscenza del territorio. Al di là dei servizi che saranno gestiti dalle Organizzazioni del terzo settore, si auspica un aumento delle collaborazioni EE.LL./Associazioni proprio per la eterogeneità dei temi approfonditi da queste ultime che sono espressione di vivacità sociale e di volontà di partecipazione dal basso. Importante è l apporto che le associazioni di volontariato possono dare nei diversi servizi: si pensi ai centri di aggregazione e ai percorsi educativi sui temi ambientali e sociali, all associazionismo etnico per favorire il percorso di integrazione delle famiglie e dei minori immigrati. Nonostante la capacità progettuale di tali organizzazioni, ancora scarso è il contributo richiesto dagli Enti Locali nella fase di programmazione e di progettazione degli interventi. Questo Ente prevede pertanto la presenza di un rappresentante del C. S. V. per la Provincia di Teramo all interno del Gruppo di Coordinamento Provincia/Enti Locali proprio per facilitare azioni congiunte fra gli attori pubblici e privati e favorire la condivisione degli obiettivi di fondo con lo scopo di utilizzare in modo più efficiente le risorse decrescenti a disposizione.

16 Altre collaborazioni Nei diversi Programmi Locali sono previste collaborazioni con Parrocchie, Questure, Tribunali per i Minorenni e altri Organismi che nel tempo potranno facilitare il raggiungimento dell obiettivo principale: offrire al minore una crescita armonica e tutelata nelle diverse fasi della vita. Questo Ente, su impulso dei rappresentanti degli EAS, favorirà all interno del Gruppo di Coordinamento Provincia/Enti Locali incontri idonei a facilitare l avvio di nuovi processi di collaborazione.

17 Le modalità per la partecipazione dei bambini e dei ragazzi Nel primo triennio sicuramente scarsi sono stati i percorsi attivati di partecipazione dei bambini e delle famiglie alle fasi di programmazione e gestione degli interventi; nel secondo triennio è stato utilizzato lo strumento dell assemblea pubblica in diversi territori provinciali, ed è stata rilevata anche in maniera più diffusa la partecipazione dell utenza ai momenti valutativi dei servizi. Grazie alle attività formative rivolte agli operatori dei servizi è stato avviato a livello provinciale il monitoraggio della soddisfazione degli utenti. Nei Programmi Locali del presente Piano sono puntualizzate le diverse strategie che saranno adottate per favorire la partecipazione dei bambini e dei ragazzi, quali: questionari e focus group da somministrare e condurre all interno dei servizi e delle scuole, forum di ascolto, consigli comunali dei ragazzi, laboratori di progettazione partecipata, forum giovanili, azioni annuali di customer care rispetto alle attività realizzate. La Provincia di Teramo favorirà la partecipazione dei bambini e dei ragazzi attraverso momenti di comunicazione ed informazione che favoriscano l accessibilità/fruibilità delle opportunità presenti sul territorio, somministrazione di questionari a campioni esaustivi sui bisogni emergenti. Favorirà inoltre l organizzazione a livello locale e provinciale di momenti di incontro e riflessione a tema, per la trattazione di argomenti che spazieranno dalla tutela della salute alla promozione dei diritti di uguaglianza e al consolidamento del concetto di diversità quale ricchezza individuale e patrimonio da condividere La valutazione del Piano provinciale e la gestione dei controlli Questo Ente, in collaborazione con la Regione Abruzzo e gli altri Enti interessati (punto D.3 lett. f) del Piano Regionale d azione per i diritti dell infanzia e dell adolescenza), adotterà un percorso di monitoraggio dell attuazione del Piano Territoriale e di valutazione dei risultati. Il processo di valutazione non può prescindere dalla valutazione dei programmi locali e degli interventi che lo articolano;il percorso di valutazione, infatti, deve accompagnare e sostenere i progetti durante tutto il loro ciclo vitale, dalla fase di ideazione (valutazione ex ante), a quella di attuazione (valutazione in itinere) a quella finale, e di eventuale riprogettazione (valutazione ex post o di risultato). La valutazione, intesa come processo che aumenta la possibilità di costruire significati e di modificare gli interventi, implica un lavoro di monitoraggio in itinere. Sarà assicurata l attività di monitoraggio dei programmi locali, attraverso l utilizzo di strumenti di osservazione (griglie, schede) e attraverso la promozione di riunioni periodiche tra i soggetti coinvolti nella realizzazione dei diversi interventi ( responsabile programma locale, operatori di progetto, minori, famiglie). Il monitoraggio, con cadenza almeno semestrale, sullo stato di avanzamento dei progetti e, quindi, del Piano, permetterà una verifica dell impiego delle risorse.

18 18 La valutazione rappresenta lo spazio prefissato finalizzato a poter riconoscere nelle azioni non solo i risultati ottenuti ma anche il processo avviato, per cui sarà curata la raccolta documentale presso gli Enti locali gestori delle attività di valutazione ed autovalutazione degli interventi inseriti nel Piano. All interno del Gruppo di Coordinamento Provincia /Enti Locali saranno definite le modalità per assicurare il coinvolgimento dei minori e delle famiglie ai momenti di valutazione. Sulla base degli obiettivi del Piano Territoriale, indicati alla sezione 2.1 del presente documento, sarà definito il piano delle attività di valutazione; i tempi e gli strumenti per misurare i relativi indicatori saranno condivisi in seno al richiamato Gruppo di Coordinamento. Sarà istituito un Collegio di Vigilanza sull esecuzione dell Accordo di Programma di approvazione del Piano Territoriale al fine di verificarne la corretta applicazione, il rispetto degli impegni presi dagli Enti sottoscrittori e la congruenza tra tempi, risorse e risultati Durata del Piano provinciale d azione Data inizio 01 /01 /2005 Data fine 31 /12 /2007

19 19 3. ATTIVITA E STRUMENTI DI COORDINAMENTO 3.1. Le azioni dei programmi locali. Il piano congiunto dei programmi locali. Dall analisi degli obiettivi da perseguire nel triennio , oltre a tematiche generali come il contrasto alla povertà ed il sostegno a persone in difficoltà, emerge chiaramente l obiettivo strategico di perseguire l affermazione del minore, come soggetto titolare di diritti e destinatario di tutele. Il bambino, ai sensi della ratio della l. 285/97, viene considerato al centro di tutta una serie di attività da realizzare sul territorio: la metodologia è quella del coinvolgimento attivo dei minori, in un ottica di scambio di esperienze e messa in rete dei servizi. Come già rilevato in precedenza, il Piano Territoriale della Provincia di Teramo si esplica su alcuni assi portanti, che poi sono i contesti di vita del minore stesso. Il fanciullo deve essere protetto da potenziali situazioni a rischio, ma anche stimolato a sviluppare la consapevolezza di sé e degli altri negli ambiti della sua vita quotidiana: famiglia, scuola, rete amicale. Partendo dalla macroarea famiglia, è riposta da parte degli attori sociali un attenzione particolare per tale contesto, significativo perché in esso il minore cresce e si forma, e proprio per questo il supporto alle famiglie deve essere il primo step per l affermazione più completa del bambino. Le azioni verso il nucleo-famiglia partono dal semplice sostegno economico, fino a comprendere prestazioni d aiuto domiciliare, attività di orientamento alla genitorialità, e servizi informativi ai genitori sulle nuove dipendenze. Si prevedono interventi di sostegno anche per la famiglie disagiate con minori da 0 3 anni, allo scopo di prevenire situazioni di abbandono minorile e affido. E inoltre incentivato il rapporto genitori-figli, mediante una consulenza familiare di primo livello per il rafforzamento delle capacità genitoriali, per l acquisizione da parte dei genitori di facoltà di ascolto attivo e di capacità di sviluppare percorsi di auto-aiuto. L obiettivo è quello di aumentare la capacità critica degli stessi verso i problemi educativi e renderli più gestibili. Gli interventi poi contemplano l utilizzo delle strumento della mediazione familiare per le coppie in crisi, in un ottica di sostegno sociale alle famiglie del comprensorio in situazioni di conflittualità intrafamiliare, allo scopo di sostenere il percorso di crescita armonica dei minori in tali contesti. Particolare attenzione è posta verso le situazioni critiche all interno del nucleo familiare con presenza di stati di abuso, maltrattamenti e trascuratezza dei bambini; l azione è rivolta a favorire sia l emersione stessa delle situazioni di violenza, sia il recupero socio-affettivo dei minori abusati e delle famiglie maltrattanti. Infine, in particolare da parte dell ambito Teramo, si rileva l impegno verso le famiglie di immigrati con minori, affinché dalle stesse vengano acquisiti i diritti di cittadinanza sociale. Il secondo scenario attivo individuato dal piano è quello della scuola. Gli insegnanti e gli educatori devono sostenere soprattutto i soggetti vulnerabili, al fine di migliorare il successo scolastico e di contrastare eventuali fenomeni di dispersione scolastica. Sono inoltre previste delle azioni specifiche di counseling e di supporto per determinate

20 20 situazioni a rischio. L ambito Costa Sud 2 in particolare ha previsto determinate attività al fine di stimolare la nascita del senso civico dei bambini, agevolando la loro partecipazione alla vita cittadina. Al tempo stesso, è proprio nel tempo libero che si deve fornire ai minori modelli di comportamento e di crescita, allontanando il rischio di devianza. A tal fine i progetti indicano la creazione ed il potenziamento di alcune attività extrascolastiche, come centri di aggregazione giovanile e di ascolto, e ludoteche. Attraverso l attivazione di laboratori teatrali, artistici, etc., viene affermato il diritto dei minori alla socializzazione, si aumentano le opportunità di gioco, di incontro e soprattutto di confronto. Tali azioni mirano all accrescimento della creatività del bambino, e delle sue capacità espressive e comunicative. Se da un lato quindi si agisce sul miglioramento dei rapporti affettivi e sociali del minore, anche straniero (Ambito Val Vibrata), che gioca ed impara tra coetanei, con il conseguente sviluppo del suo livello di autostima e autonomia sociale, dall altro si va ad incidere fortemente in termini di prevenzione secondaria delle forme di disagio giovanile, emarginazione, devianza. Infine gli interventi sono indirizzati alla protezione da particolari stati di rischio: le azioni previste vanno dalla prevenzione primaria contro l uso di sostanze psicoattive, anche all interno dei gruppi giovanili, alla profilassi verso comportamenti sessuali a rischio, o verso fenomeni di devianza minorile Il coordinamento provinciale delle azioni e dei programmi. Il coordinamento delle azioni e dei programmi, affidato dalla Regione Abruzzo alle Province, comporta lo svolgimento di una azione di raccordo delle singolarità, di una funzione di conduzione di un percorso di lavoro e di organizzazione di modalità che lo favoriscono. Tale ruolo di coordinamento, esplicitato dalla Regione Abruzzo, è compito naturale ed istituzionale delle Province anche ai sensi dell art. 7 della legge 328/2000 e costituisce un aspetto fondamentale di tutta la programmazione dei servizi sociali a livello territoriale. La Provincia, anche in base ai dati acquisiti per il tramite dell Osservatorio Provinciale, eserciterà il proprio ruolo di coordinamento sull attuazione dei programmi locali degli otto ambiti avendo cura, soprattutto, che gli interventi e le iniziative possano essere realizzate

21 21 nel pieno rispetto dei principi posti alla base della progettazione. Un ruolo importante è assegnato al Gruppo di Coordinamento Provincia/Enti Locali, che ha il compito di accompagnare l attuazione del presente Piano Territoriale, individuando anche eventuali azioni correttive tali da garantire la piena efficacia degli interventi. In particolare il richiamato Gruppo di Coordinamento avrà il compito di analizzare lo stato di attuazione degli interventi e agire per rimuovere ritardi nella realizzazione; assicurare la messa in rete di tutte le risorse provinciali con le diverse azioni programmate a livello territoriale; promuovere la diffusione e la conoscenza del Piano Territoriale e delle attività in esso contenute sia a livello di istituzioni che di comunità locale; favorire lo scambio di esperienze e di buone pratiche; facilitare il rispetto degli impegni sottoscritti da parte dell Ente di appartenenza; segnalare al Collegio di Vigilanza dell Accordo eventuali inadempienze da parte dei sottoscrittori La promozione e la diffusione territoriale dei diritti e del piano La diffusione di una maggiore cultura e sensibilità verso i diritti dell infanzia e dell adolescenza richiede un grande impegno dal punto di vista dell informazione e della comunicazione. La Pubblica Amministrazione deve trovare modi efficaci per proiettarsi all esterno e consentire una bassa soglia di accesso all informazione. Tale concetto trova un suo fondamento giuridico nel concetto di trasparenza degli atti amministrativi inteso sia come diritto dei cittadini di accedervi sia come diritto all informazione nel senso di libertà e diritto a essere informati. Favorire la circolazione di tutte le conoscenze necessarie permetterà ai cittadini stessi l utilizzo delle opportunità offerte dai sistemi, in quanto destinatari delle prestazioni e dei servizi che vengono realizzati. La conoscenza consente al cittadino/fruitore di compiere con più consapevolezza le scelte necessarie alla soddisfazione delle sue esigenze. L obiettivo immediato è quello di far conoscere al cittadino ciò che esiste, ossia l offerta e le opportunità realizzate con il presente Piano Territoriale. Una prima comunicazione circa il Piano Territoriale e i suoi contenuti verrà condotta a mezzo di una Conferenza stampa aperta subito dopo la sottoscrizione del relativo Accordo di Programma. Ogni EAS organizzerà momenti di presentazione del programma locale e specifiche attività per raggiungere i destinatari dei diversi interventi; saranno inoltre prodotte carte dei servizi. La Provincia di Teramo dedicherà un apposito spazio nella sezione attività sociali del proprio portale telematico agli interventi del Piano territoriale, suddivisi per territori, e fornirà indicazioni utili all accesso. Nell ambito dell attività del Centro Provinciale di documentazione e analisi sociale, espressione dell Osservatorio Sociale Regionale, sarà curata la raccolta e diffusione documentale inerente gli interventi e le attività del Piano. Nell ambito delle attività del gruppo di Coordinamento Provincia/Enti locali, saranno studiate manifestazioni e momenti

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