Nuove norme per la prevenzione dell influenza aviaria. - Lo sviluppo del commercio equo e solidale

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1 Coordinato da Claudio Lucchetta agenzia adiconsum anno XVII - n ottobre 2005 Stampato in proprio in ottobre 2005 In questo numero: Nuove norme per la prevenzione dell influenza aviaria Lo sviluppo del commercio equo e solidale In primo piano - A proposito di influenza aviaria - Obbligatoria l indicazione dell origine per le carni avicole - Influenza aviaria: in Italia situazione sotto controllo Argomenti - Lo sviluppo del commercio equo e solidale Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma

2 IN PRIMO PIANO A proposito di influenza aviaria Ormai da mesi al centro dell attenzione dei media, l influenza aviaria è ormai un incubo anche per i consumatori italiani, come dimostra il brusco calo recentemente registrato nei consumi di carni avicole. Ma qual è la reale dimensione del problema? L influenza aviaria (dal latino avis, uccello) è un infezione di tipo virale che può interessare sia gli uccelli selvatici che quelli domestici, quali polli e tacchini, causandone la morte. Il virus che ne è responsabile appartiene al tipo A (i virus influenzali sono classificati in tre tipi: A, B e C), e può infettare anche altri animali e l uomo. I virus influenzali del tipo A I virus influenzali di tipo A sono a loro volta suddivisi in sottotipi (attualmente 15). Mentre tutti i sottotipi possono circolare fra gli uccelli, solo cinque di essi (H1, H2, H3, N1 ed N2) circolano o hanno circolato anche nell uomo. Il virus influenzale di tipo A può causare infezioni gravi in diverse specie animali, inclusi uccelli, maiali, cavalli, delfini e balene. Tuttavia, poiché tutti i sottotipi conosciuti di virus influenzale A si sono diffusi fra uccelli selvatici, questi animali vengono considerati l ospite naturale dei virus di questo tipo. Il virus dell influenza aviaria La maggior parte dei virus influenzali aviari non provoca sintomi o provoca sintomi attenuati negli uccelli selvatici; tuttavia, il tipo di sintomatologia varia sia in relazione al ceppo virale che alla specie di volatile. Alcuni uccelli acquatici fungono da serbatoi del virus, ospitandolo nell intestino anche senza mostrare una sintomatologia evidente. Il virus viene eliminato con la saliva, con le secrezioni respiratorie e con le feci; il contatto di uccelli suscettibili con questi materiali, o con acqua contaminata, determina la trasmissione dell infezione. L infezione da alcuni virus A (per esempio, alcuni ceppi H5 ed H7) può causare epidemie estese ed elevata mortalità tra alcune specie di uccelli, sia selvatici che domestici. L infezione nell uomo I virus dell influenza aviaria di solito non infettano direttamente gli uomini, né si trasmettono da persona a persona, tuttavia, sono state riportate segnalazioni di infezioni umane. L uomo può infettarsi con il virus dell influenza aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti, vivi o morti, o loro escrezioni (feci, urine, saliva e secrezioni respiratorie), mentre non c è alcuna evidenza scientifica di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo accurata cottura (70 C). In caso di contagio, dopo un periodo di incubazione di circa sette giorni, la sintomatologia può variare da un quadro simil-influenzale a forme più serie, caratterizzate da infezioni oculari e quadri polmonari particolarmente gravi che possono mettere a rischio la vita. Test noi consumatori 2

3 Attualmente sebbene non si possa escludere l eventualità di una mutazione che conferisca al virus la capacità di diffondersi da persona a persona non ci troviamo nell immediato rischio di una pandemia. L influenza aviaria è infati un infezione sostenuta da virus che generalmente colpiscono volatili e che, soltanto in particolari condizioni di contatto, può trasmettersi da uccelli infetti all uomo, ma non da uomo a uomo. Quali precauzioni Al momento attuale non sono disponibili vaccini, per uso umano, contro il ceppo H5N1. Tuttavia i virus influenzali sono uccisi da temperature intorno ai 70 C; un adeguata cottura è dunque sufficiente a garantire la completa sanificazione delle carni e delle uova. Ovviamente, è molto importante anche l osservanza e l intensificazione delle pratiche igieniche nella manipolazione e nella preparazione di questo tipo di alimenti, con particolare riguardo al frequente lavaggio delle mani, degli utensili da cucina e dei piani di lavoro. La vaccinazione antinfluenzale, pur non conferendo una protezione specifica verso il ceppo virale A(H5N1) dell influenza aviaria, può essere utile in quanto consente di rafforzare comunque le difese del sistema immunitario. Inoltre contribuisce a contenere il rischio di una coinfezione (infezione sostenuta da due o più ceppi di virus influenzale nello stesso individuo), che favorirebbe fenomeni di ricombinazione genetica i quali potrebbero portare allo sviluppo di nuovi ceppi virtualmente dotati di potenziale epidemico o pandemico. A chi dovesse recarsi nelle aree geografiche interessate dall epidemia si raccomanda di evitare contatti con animali nonché la frequenza di mercati e fiere dove vi sia commercio/esposizione di animali. Cosa fanno la istituzioni italiane ed europee Al fine di impedire l introduzione della malattia in territorio europeo, la Commissione Europea ha disposto il blocco di importazioni di carne di pollame, di prodotti derivati oltre al divieto di importazione di uccelli ornamentali e da voliera, da tutti i paesi considerati a rischio. Nel nostro Paese, il Ministero della Salute ha disposto il potenziamento dei controlli da parte dei propri uffici periferici di sanità e ha emanato un Ordinanza Ministeriale che introduce misure di quarantena e controllo dei volatili oltre all etichettatura obbligatoria delle carni fresche per la tracciabilità della loro provenienza. Inoltre il Decreto legge 1 ottobre 2005, n. 202 Misure urgenti per la prevenzione dell influenza aviaria, dispone l approvvigionamento di scorte di farmaci antivirali, il potenziamento delle strutture e degli organici del Ministero della Salute, attraverso l istituzione di un Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie degli animali e di un Dipartimento per la sanità veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti. In particolare è previsto il potenziamento del comparto della Sanità veterinaria con l assunzione, attraverso concorso, di 60 medici veterinari con contratto a tempo determinato e di 50 operatori esperti in prevenzione e assistenza. Verrà poi aumentato di 96 unità l organico dei carabinieri dei Nas, per i controlli alle frontiere sulle carni importate e l eventuale ingresso di animali clandestini. Dal 13 settembre il Ministero della Salute ha attivato anche un servizio di informazione sull influenza aviaria rivolto direttamente ai cittadini. Si tratta di un Call center, che risponde al numero di pubblica utilità 1500, fornendo informazioni alla popolazione ed agli operatori in caso di emergenze sanitarie. Il compito di rispondere agli utenti è affidato a medici ed operatori specializzati per fornire risposte accurate e scientifiche. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle Il Ministero dell Economia ha autorizzato la spesa per acquistare i farmaci antivirali per coprire il 10% della popolazione, proponendo alle Test noi consumatori 3

4 Regioni di fare altrettanto, in linea con quanto dichiarato dall Oms e dall Unione Europea. Farmaci antivirali contro l influenza aviaria Sono disponibili farmaci antivirali utili nel trattamento dell influenza aviaria. Essi appartengono a due diverse classi: inibitori della M2 (amantadina e rimantadina, attivi nei confronti dei virus influenzali di tipo A) e inibitori della neuraminidasi (oseltamivir e zanamivir, attivi nei confronti sia dei virus di tipo A che di tipo B). Per essere efficaci, in caso di infezione, devono essere assunti entro le 48 ore dall inizio della sintomatologia e servono a ridurre la durata della malattia. Tutti questi farmaci vanno sempre assunti previa consultazione di un medico. L etichettatura delle carni avicole L etichettatura dei prodotti alimentari è disciplinata dal D.Lgs. n. 109 del 27 gennaio 1992, e successive modifiche, che individua nel Ministero delle Attività Produttive l autorità competente in materia. Ulteriori diciture specifiche in materia di commercializzazione delle carni di pollame sono previste dal decreto n. 465 del 10 settembre 1999, del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. L Ordinanza 26 agosto 2005 del Ministro della Salute, modificata ed aggiornata dalla successiva O.M. 10 ottobre 2005, fissa norme specifiche ai fini della prevenzione della diffusione delle malattie infettive e diffusive del pollame che vanno ad incidere sull etichettatura delle carni di pollame (vedi anche articolo seguente, Obbligatoria l indicazione dell origine per le carni avicole ). Infatti è previsto che sulle carcasse dei volatili da cortile, venga apposta l indicazione dell origine. Se il prodotto è di origine italiana, l etichettatura riporterà la sigla IT (o per esteso ITALIA ) seguita dal numero di registrazione, presso la A.S.L., dell allevamento di provenienza degli animali; per i volatili di origine diversa vige l obbligo di indicare in etichetta il nome del Paese di provenienza per intero. Se il prodotto in vendita è solo una parte dell animale (ad es. petto di pollo, coscio di tacchino, ecc.), deve essere indicata anche la data o il lotto di sezionamento. L obbligo di menzione dell origine vale anche per le preparazioni (ad es. cordon bleu, cotolette ecc.) ed i prodotti a base di carne (ad es. arrosti di tacchino). Il bollo sanitario La bollatura sanitaria delle carni, comprese quelle avicole, rientra nelle specifiche competenze sanitarie e rappresenta la garanzia della sicurezza alimentare delle stesse. Infatti, il bollo sanitario viene apposto alle carni dopo che i controlli effettuati dal veterinario ufficiale ne abbiano accertato l idoneità al consumo umano. Il bollo sanitario può essere apposto direttamente sul prodotto, sulla confezione, sull imballaggio, oppure può essere stampato su un etichetta apposta a sua volta sul prodotto, sulla confezione o sull imballaggio, oppure può consistere in una targhetta o un sigillo in materiale resistente. Esso è composto da un ovale che nella parte superiore riporta la sigla di identificazione del paese di provenienza del prodotto, ad esempio IT (Italia), DK (Danimarca), D (Germania) ecc.; al centro il numero di riconoscimento veterinario dello stabilimento, con l indicazione della tipologia (ad esempio M sta per macello, S sta per laboratorio di sezionamento ecc.), nella parte inferiore la sigla relativa produzione avvenuta nella Comunità Europea (CEE, EWG ecc.) Accanto a questo tipo di marcatura, che contraddistingue i prodotti commerciabili in tutto il territorio dell UE, esiste poi quella riservata agli stabilimenti più piccoli, che immettono i loro prodotti soltanto nel mercato nazionale. In tal caso il bollo è composto da un codice le cui due cifre iniziali identificano la Regione (o Provincia autonoma) di provenienza; segue una Test noi consumatori 4

5 barra e quindi le cifre che identificano l impianto, precedute da una V; dopo una seconda barra, segue dall indicazione della tipologia d impianto (es. M, S, ecc.). Le aziende che vendono piccole quantità di pollame al consumatore finale o ad un dettagliante ubicato nei pressi per la vendita diretta, non sottostanno all obbligo di bollatura delle carni. In questi casi si applicano le disposizioni regionali, e le autorizzazioni sono rilasciate sulla base della norma che disciplina i requisiti igienico-sanitari per la vendita al dettaglio di sostanze alimentari. I controlli I volatili da cortile (la normativa sanitaria indica così i polli, i tacchini, le faraone, le anatre e le oche) destinati alla macellazione devono subire una visita sanitaria ante mortem da parte di un veterinario ufficiale. L ispezione prima della macellazione nell azienda d origine dei volatili comprende l esame dei registri dell allevatore, e, se del caso, esami complementari, oltre a prelievi di campioni d acqua e di mangimi. Comunque, almeno una volta ogni ciclo produttivo di polli da carne un veterinario ufficiale deve sottoporre a controllo l allevamento. I volatili da cortile sono sottoposti dopo la macellazione ad ispezione da parte di un veterinario ufficiale, il quale, a sondaggio o comunque in caso di fondato sospetto, può procedere al prelievi di campioni, ad esempio per la ricerca di residui di sostanze ad azione farmacologica. Anche negli stabilimenti che lavorano ulteriormente le carni di pollame il veterinario ufficiale deve garantire la sorveglianza ed il controllo sulla lavorazione delle carni stesse, nonché deve assicurare il controllo dell igiene generale dello stabilimento ed il controllo del registro di entrata e di uscita delle carni. Le carni che il veterinario ufficiale ritiene possano rappresentare un rischio per la salute umana, o anche per salute degli altri animali (problemi di sanità animale), sono sequestrate. (Fonte: IN PRIMO PIANO Obbligatoria l indicazione dell origine per le carni avicole Nel quadro della prevenzione dell influenza aviaria, dal 17 ottobre è in vigore nel nostro Paese un Ordinanza del Ministro della Salute che impone la menzione di informazioni di tracciabilità nell etichettatura del pollame. C on la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dal 17 ottobre è divenuta obbligatoria nel nostro Paese l apposizione di un etichetta recante informazioni di tracciabilità sulle carni avicole. Nella nuova etichetta è indicata tutta la filiera, dall allevamento di provenienza allo stabilimento di macellazione, allo scopo di permettere al consumatore scelte consapevoli circa la provenienza delle carni. Test noi consumatori 5

6 Cosa cambia per il consumatore Prima dell Ordinanza ministeriale in questione, un Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali autorizzava un sistema di etichettatura volontario attraverso il quale il produttore poteva fornire informazioni facoltative in merito a caratteristiche commerciali e di filiera delle carni di pollame quali il sistema di allevamento, il tipo di alimentazione degli animali ecc.. Ora invece le carni di tutte le specie avicole (pollo, tacchino, faraona, anatra, oca, quaglia, fagiano e altre carni di selvaggina da penna cacciata ed allevata) devono essere obbligatoriamente accompagnate da un etichetta che contenga informazioni di natura sanitaria. L obbligo vale sia per le carni fresche, sia per quelle congelate e surgelate, sia per i prodotti a base di pollame. Le informazioni di tracciabilità previste, oltre a fornire maggiori elementi di valutazione al consumatore, consentono alle autorità sanitarie la possibilità di intervenire con tempestività in caso di necessità o di emergenza. Le carni avicole prodotte nel nostro Paese saranno contrassegnate dalla sigla IT oppure dalla menzione ITALIA scritta per esteso. Tempi e modalità della nuova etichettatura Come già detto, l obbligo di etichettatura è entrato in vigore lo scorso 17 ottobre con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della relativa Ordinanza ministeriale ( Modifiche ed integrazioni all Ordinanza del 26 agosto 2005 concernente misure di polizia veterinaria in materia di malattie infettive e diffusive dei volatili da cortile ), e vi rimarrà fino al 31 dicembre L etichetta deve essere apposta direttamente sulla carcassa, oppure sul materiale di confezionamento o di imballaggio. Nel caso di vendita al dettaglio di prodotto sfuso le informazioni previste devono essere fornite mediante cartello esposto in maniera visibile nei luoghi di presentazione e vendita dei prodotti al consumatore. Provvisoriamente, e fino al 31 gennaio 2006, sarà comunque possibile in ogni caso fornire le informazioni obbligatorie mediante cartello. Le sanzioni Gli obblighi previsti dall Ordinanza riguardano il produttore nazionale o nel caso di carni provenienti da Paesi della Unione Europea o da Paesi terzi abilitati all esportazione verso la Ue il primo destinatario nazionale. Le informazioni devono poi essere trasmesse lungo tutta la filiera, fino ad arrivare al consumatore finale attraverso l etichettatura. La violazione delle prescrizioni di etichettatura obbligatoria salvo che il fatto costituisca reato e quanto previsto dal decreto legislativo n. 109/ 1992 comporta la sospensione del provvedimento che consente lo svolgimento dell attività, da un minimo di sette giorni a un massimo di ventuno giorni. A chi rivolgersi in caso di irregolarità Nel caso in cui il consumatore sospetti un irregolarità nel rispetto degli obblighi di etichettatura delle carni avicole può segnalare il fatto ai servizi veterinari della propria AUSL o ai NAS. (Fonte: Ministero della salute - Direzione generale della sanità veterinaria e degli alimenti) Nota: per il testo integrale delle ordinanze ministeriali 26 agosto e 10 ottobre 2005, per quello del decreto legge n. 202 del 1 ottobre 2005 e per qualsiasi ulteriore approfondimento si rimanda al sito del Ministero della Salute ( Test noi consumatori 6

7 IN PRIMO PIANO Influenza aviaria: in Italia situazione sotto controllo Il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, interfaccia italiana con l Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, valuta sicura e sotto controllo la situazione relativa all influenza aviaria nel nostro Paese. L attenzione posta sulle carni avicole non è dovuta alla preoccupazione di trasmissioni del virus dell influenza aviaria all uomo attraverso il consumo alimentare delle stesse, in quanto tali vie di trasmissione non sono mai state dimostrate. Il decreto legge n. 202/2005 e le ordinanze ministeriali del 26 agosto e del 10 ottobre muovono piuttosto dall esigenza di preservare la salute degli animali vivi: il potenziamento delle strutture e degli organici del Ministero della Salute e le disposizioni mirate a garantire la tracciabilità delle carni puntano soprattutto alla prevenzione delle malattie infettive e diffusive che possono diffondersi tra i volatili anche attraverso i loro prodotti. Il parere del CNSA Secondo il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, interfaccia italiana con l Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, in Italia la situazione è sicura e sotto controllo. Le autorità nazionali e regionali monitorano costantemente la filiera, e, in collaborazione con le aziende, hanno intrapreso una serie di iniziative per prevenire l eventuale insorgenza di casi di influenza aviaria. Controlli ed analisi sono stati intensificati lungo tutto il processo produttivo, per tutelare al meglio la salute degli animali, degli operatori del settore e dei consumatori. Il CNSA ricorda anche che tre anni fa, nel settembre 2002, l Italia è stato il primo Paese al mondo a dotarsi delle linee guida per la prevenzione dell influenza aviaria, predisposte dal Ministero della Salute, che prevedono una serie di requisiti strutturali, gestionali e di biosicurezza. Massima attenzione, dunque, ma nessun allarmismo ingiustificato. Anche perché la situazione dell Italia non è affatto paragonabile a quella Il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare Il CNSA è istituito presso il Ministero della Salute a seguito dell intesa del 17 giugno 2004 tra il Ministro della Salute, il Ministro delle politiche agricole e forestali, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano. Svolge i seguenti compiti: 1. garantisce i rapporti con l Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare 2. promuove e coordina la definizione di metodi uniformi di valutazione del rischio alimentare 3. propone i metodi per la pianificazione dei programmi di monitoraggio e di sorveglianza: - per la vigilanza e controllo della sicurezza dei prodotti agro-alimentari - per la verifica per la corretta applicazione della normativa relativa alla sicurezza alimentare ed alle biotecnologie 4. monitora le attività di sorveglianza nel settore della sicurezza alimentare, valuta e comunica i risultati. Il Comitato esamina le problematiche che gli vengono proposte dal Presidente e dai Vice Presidenti in relazione alle attività dell EFSA e a quelle dei corrispondenti organismi degli Stati dell Unione Europea. Test noi consumatori 7

8 delle nazioni colpite dall influenza aviaria. In questi Paesi, specie quelli asiatici, la diffusione del virus H5N1 è stata favorita dalle pessime condizioni igieniche degli allevamenti, dove si poteva assistere a forme di convivenza tra esseri umani ed animali, che sono assolutamente inimmaginabili nelle zone di produzione italiane. Nessun pericolo dal consumo di carni avicole In un comunicato del 27 settembre u.s., il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare ha ribadito che il virus H5N1 non si trasmette con il consumo di pollame, ma entrando in contatto con animali, da cortile o selvatici, infetti. Inoltre prosegue il CNSA il nostro Paese è autosufficiente dal punto di vista produttivo (nel 2004 la produzione di carne è stata di 1 milione e 134 mila tonnellate, mentre i consumi sono stati di 1 milione e 68 mila tonnellate) e non importa dai paesi colpiti dal virus, quali l Estremo Oriente o la Russia. In ogni caso sono stati intensificati i controlli alle frontiere al fine di prevenire l ingresso illegale di prodotti provenienti da aree a rischio. ARGOMENTI Lo sviluppo del commercio equo e solidale Il 16 ottobre di ogni anno la Fao, l Organizzazione delle Nazioni Unite per l alimentazione e l agricoltura, celebra la Giornata mondiale dell alimentazione. Il tema di quest anno è stato Agricoltura e dialogo fra culture, ed è partendo da questo spunto che vogliamo pubblicare una nostra riflessione sul ruolo del commercio equo e solidale. L e origini di questa forma alternativa di commercio risalgono agli anni 60. E in Olanda che alcuni organismi già presenti nei paesi del sud del mondo e attivi nella creazione di progetti di sviluppo al servizio dei più poveri, hanno l idea di favorire la costituzione di cooperative di contadini e artigiani. L obiettivo è raccogliere i prodotti da loro realizzati e avviarli all esportazione. In questo paese nasce anche la prima cooperativa di importazione di questi prodotti del commercio alternativo, poi diramatasi in una rete di punti vendita, battezzati botteghe del mondo. L esempio olandese ha portato nel giro di poco tempo alla diffusione in tutta Europa di organizzazioni che si occupano del commercio equo e solidale. Il nostro paese è particolarmente attivo su questo fronte, tanto che in Italia si contano ormai più di 250 botteghe del mondo. Ma cosa si intende esattamente per commercio equo e solidale e in cosa si distingue dalle pratiche di commercio tradizionale? Questa è la definizione di Commercio Equo e Solidale che troviamo nella Carta italiana dei criteri del Commercio Equo e Solidale, un documento ufficiale approvato nel 1999 dalle organizzazioni italiane di Commercio Equo e Solidale: esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l educazione, l informazione e l azione politica. Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i Test noi consumatori 8

9 soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori. In primo luogo si propone dunque di sostenere i piccoli produttori del sud del mondo, garantendo un giusto prezzo ai contadini, prefinanziando la fornitura (cioè pagando in anticipo sulla consegna) e assicurando continuità nelle relazioni commerciali. In questo modo si consente ai produttori di svincolarsi da intermediari e speculatori locali, sfuggendo al controllo delle imprese straniere e ottenendo sbocchi diretti sul nostro mercato. Fulcro di questa iniziativa è la volontà di salvaguardare i diritti umani, tramite la promozione della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale e della sicurezza economica. L avvio di questa forma di scambio alternativo non significa dunque soltanto garantire il rispetto di un principio sacrosanto, quale è quello del giusto compenso al lavoro, ma vuol dire anche offrire condizioni di vita più umane, combattendo peraltro il dilagare dell usura: spesso infatti il prestito di denaro ad interessi altissimi resta l ultima spiaggia quando il ricavato del raccolto venduto ad operatori senza scrupoli non garantisce i mezzi primari di sussistenza e non permette di pagare i debiti. Questo approccio alternativo al commercio ci dice anche che l attenzione che il consumatore presta nel compiere i propri acquisti non può fermarsi esclusivamente alla verifica del prezzo e della qualità del prodotto, ma deve andare oltre, fino a domandarsi come viene realizzato quel bene in termini di ore di lavoro impiegato, di rispetto dei diritti e della dignità umana, di equità della retribuzione riconosciuta, di impatto ambientale provocato Uno studio recente condotto dall Università Bocconi, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, sembra dare per interiorizzato e applicato questo meccanismo di scelta consapevole. Questo studio ha evidenziato infatti per il commercio equo e solidale tassi di crescita del 100% l anno. Se in questo rapidissimo processo di crescita un ruolo determinate è senz altro svolto dall ampia commercializzazione di questi prodotti da parte di alcune grandi catene della distribuzione, non va tuttavia trascurato il ruolo del consumatore che si sta rivelando sempre più attento, consapevole e critico al momento di compiere le proprie scelte di consumo. Altri dati che emergono da questo studio stupiscono infatti per la loro positiva consistenza: il 50,5% degli italiani, nell ultimo anno, ha acquistato prodotti, solo dopo aver verificato che fossero stati prodotti nel rispetto dei diritti dei lavoratori, senza impiego di lavoro minorile e senza danno per l ambiente. Il 40,5% ha evitato di acquistare prodotti provenienti da aziende non etiche Ben l 85%dei consumatori italiani sarebbe disposto a pagare il 10% in più per un prodotto fatto rispettando la società e l ambiente. Insomma, pur leggendo questi dati con le opportuna cautele (non dimentichiamo che è sempre dietro l angolo la tentazione di predicare bene e razzolare male ) si tratta certamente di risultati incoraggianti. Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell economia e del mondo, attenta agli interessi di tutti questo è un po lo spirito dell iniziativa. Non comporta la soluzione di tutti i problemi, forse è solo una goccia nel mare, ma lo sviluppo di una coscienza critica da parte dei consumatori, unita alla nascente consapevolezza di una responsabilità sociale (non più solo economica) delle imprese, rappresentano concreti segnali di un cambiamento possibile e, quantomeno, iniziato. Resta tuttavia indubbio che l aumento generalizzato dei prezzi non favorisca sempre lo spostamento degli acquisti verso prodotti più costosi: Test noi consumatori 9

10 le leggi di mercato e la logica stessa ci guidano ovviamente in questa direzione. Per arginare tale tendenza certamente comprensibile, ma spesso miope verso le conseguenze dei nostri acquisti è quanto mai necessario avviare campagne informative e di sensibilizzazione sui prodotti del commercio equo e solidale, in quanto prodotti che offrono un valore aggiunto in termini di sostenibilità ed equità sociale. Anche Adiconsum, come associazione di consumatori, ritiene di avere dei doveri in questo senso, perché considera importante non solo tutelare il portafogli del consumatore, ma anche la sua capacità di operare una scelta critica e consapevole. Con questa convinzione da alcuni anni si è impegnata sui temi connessi alla responsabilità sociale delle imprese. Dal 1999 ad oggi tre progetti, cofinanziati dalla Commissione Europea, hanno avuto ad oggetto, rispettivamente: il consumo socialmente responsabile, la finanza etica e la reportistica sociale. Il primo dei tre si è soffermato proprio sulle pratiche di acquisto e consumo socialmente responsabili, avendo come obiettivo prioritario proprio la diffusione di una consapevolezza sui concetti di consumo sostenibile, responsabile e solidale, per arrivare a suggerire possibili percorsi di maturazione delle nostre scelte, capaci di renderle finalmente etiche. Il progetto ha condotto alla pubblicazione di un rapporto di ricerca, di carattere più tecnico (che ha spaziato anche sul tema della certificazione etica SA8000) e di una guida per i consumatori ampiamente divulgativa. Dopo oltre due decenni di consumerismo sempre più informato e attento ai diritti, alla tutela della salute e della sicurezza delle persone, alla difesa dei suoi legittimi interessi economici, Adiconsum ha quindi ritenuto opportuno iniziare a parlare anche di doveri. Maria Giovanna Baldon Ufficio studi e progetti Adiconsum Direttore: Paolo Landi Direttore responsabile: Francesco Guzzardi Comitato di redazione: Angelo Motta, Fabio Picciolini Amministrazione: Adiconsum, via Lancisi 25, Roma Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma ADESIONI E ABBONAMENTI Adesione individuale: 31,00 ( 15,00 per gli iscritti Cisl) Abbonamento al settimanale Adiconsum News + mensili Adifinanza, a cura del settore credito e risparmio, Consumi & diritti, a cura del Centro giuridico Adiconsum e Attorno al piatto, a cura del settore sicurezza degli alimenti e nutrizione: 25,00 ( 15,00 per gli iscritti Cisl) Abbonamento al bimestrale La guida del consumatore : 25,00 ( 12,00 per gli iscritti Cisl) Adesione + Abbonamento a La guida del consumatore : 43,00 ( 27,00 per gli iscritti Cisl) I versamenti possono essere effettuati su c.c.p intestato ad Adiconsum Test noi consumatori 10

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