Informazione sui rischi di incidente rilevante ai cittadini Stabilimento Cogne Acciai Speciali CORPO VALDOSTANO DEI VIGILI DEL FUOCO
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- Marino Monti
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1 Informazione sui rischi di incidente rilevante ai cittadini Stabilimento Cogne Acciai Speciali
2 Premessa
3 CHE COS È IL RISCHIO INDUSTRIALE? La presenza sul territorio di stabilimenti industriali espone la popolazione e l ambiente ad un rischio determinato dalle attività produttive che si svolgono all interno di essi con l utilizzo o il deposito di sostanze pericolose. Queste sostanze, nel caso di incidente, contribuiscono a provocare incendi, esplosioni, emissioni di nubi tossiche o sversamenti di sostanze pericolose per l ambiente.
4 EFFETTI SULLA SALUTE... IN CASO DI INCENDIO Effetti dovuti al calore e ai fumi della combustione (ustioni, danni alle vie respiratorie, intossicazione). IN CASO DI ESPLOSIONE Effetti dovuti alle onde d urto provocate da un esplosione o dal lancio a distanza di materiale (traumatismi). IN CASO DI NUBE TOSSICA Effetti dovuti ad intossicazione acuta procurati da inalazione, ingestione o contatto con la sostanza (malessere,lacrimazione, nausea, difficoltà respiratorie, perdita di conoscenza e, a seconda della gravità dell esposizione, anche effetti letali).
5 EFFETTI SULL AMBIENTE... Contaminazione del suolo, dell acqua, dell atmosfera e degli alimenti da parte delle sostanze rilasciate sul terreno nelle acque superficiali e/o nell atmosfera.
6 COME SI RIDUCONO GLI EFFETTI DI UN INCIDENTE INDUSTRIALE? Il Decreto Legislativo n. 334/99 prevede la predisposizione di un Piano di Emergenza Interno ed uno Esterno allo stabilimento per garantire una risposta tempestiva ed efficace volta a fronteggiare l evento e a salvaguardare la salute pubblica e l ambiente.
7 COME SI RIDUCONO GLI EFFETTI DI UN INCIDENTE INDUSTRIALE? Piano di Emergenza Interna PEI È redatto dal gestore e organizza gli interventi necessari per fronteggiare l incidente con le proprie squadre e con la collaborazione dei Vigili del Fuoco. Piano di Emergenza Esterna - PEE È redatto dall Autorità pubblica competente e organizza la risposta di protezione civile per ridurre gli effetti dell evento sulla salute pubblica e sull ambiente.
8 COME SI RIDUCONO GLI EFFETTI DI UN INCIDENTE INDUSTRIALE? NUCLEO Nucleare Il Comando regionale dei Vigili del fuoco di Aosta dispone di personale formato e dotato di attrezzature specifiche in grado di intervenire nelle aree contaminate. Batteriologico Chimico Radiologico
9 LA MAPPATURA DEL TERRITORIO Il Piano di Emergenza Esterna (PEE) in funzione del tipo di incidente prevede una suddivisione del territorio in zone differenziate, in base all intensità del danno che la popolazione potrebbe subire nel caso di un evento incidentale. ZONA I ZONA II ZONA III
10 LA MAPPATURA DEL TERRITORIO 1. ZONA DI MASSIMA ESPOSIZIONE (DI SICURO IMPATTO) Rappresenta la zona nelle immediate vicinanze dello stabilimento ed è generalmente esposta in caso di incidente ad effetti sanitari gravi e irreversibili. 2. ZONA DI DANNO Rappresenta una zona dove le conseguenze in caso di incidente potrebbero essere ancora gravi, in particolare per alcune categorie di persone (bambini, anziani, malati, donne in gravidanza, ecc.). 3. ZONA DI ATTENZIONE Rappresenta la zona più esterna all incidente e potrebbe essere interessata da effetti generalmente non gravi.
11 Stabilimento Cogne Acciai Speciali descrizione
12 Ubicazione stabilimento CENTRO AOSTA 350 m Comune di Aosta - Estensione m 2 circa dipendenti
13 Produzione dello stabilimento ACCIAIO INOX Vergella Barre lavorate a caldo e a freddo Tondo per cemento armato Semilavorati: lingotti blumi, billette e tondi per tubi ACCIAI PER VALVOLE ACCIAI DA UTENSILI PRODOTTI SPECIALI POLVERI Barre lavorate a caldo e a freddo Tondi e piatti Mandrini, assili, rulli e cilindri Polveri atomizzate da riporto antiusura
14 Attività svolta nello stabilimento Produzione di acciai speciali inossidabili; A partire da rottami ferrosi; Fusione in forno elettrico; FORNO ELETTRICO AD ARCO UHP
15 Attività svolta nello stabilimento Produzione di acciai speciali inossidabili; Colata continua; Riscaldo; COLATA CONTINUA 3/4 - LINEE LAMINATOIO VERGELLA TAGLIO RISCALDO
16 Attività svolta nello stabilimento Produzione di acciai speciali inossidabili; Lavorazioni; Decapaggio; FORNI RICOTTURA ATM. CONTROLLATA VERGELLA DECAPAGGIO VERGELLA RICOTTA DECAPATA FORNO ROTANTE RADDRIZZATURA ROTOLO/BARRA FORNO CONTINUO TEMPRA RINVENIMENTO VERGELLA SBOZZATORE Ø 650 BARRE LAMINATE LAMINATOIO BARRE TRATTAMENTO TERMICO IN ATMOSFERA CONTROLLATA PELATURA BARRE PELATE
17 PRINCIPALI DEPOSITI DI SOSTANZE PERICOLOSE CORPO VALDOSTANO GAS TECNICI DEI VIGILI DEL FUOCO DEPOSITI ACIDO FLUORIDRICO
18 GAS TECNICI (OSSIGENO E IDROGENO) OSSIGENO IDROGENO TORRE DI FRAZIONAMENTO PRODUZIONE OSSIGENO
19 DEPOSITI ACIDO FLUORIDRICO E IMPIANTO DECAPAGGIO IMPIANTO DECAPAGGIO CORPO VALDOSTANO DEI VIGILI DEPOSITI DEL FUOCO ACIDO FLUORIDRICO
20 QUANTITATIVI DELLE SOSTANZE COMPLESSIVAMENTE PRESENTI NELL INTERNO DELLO STABILIMENTO Sostanza Quantità (t) Acido Fluoridrico <40% soluzione 54,00 Acido Fluoridrico <7% soluzione 276,00 Ossigeno 96,90 Idrogeno 0,07 Metano (RETE) 2,00
21 Attività svolta nello stabilimento Stoccaggi Per consentire le lavorazioni sono presenti i seguenti depositi di sostanze pericolose: Serbatoi di Ossigeno gassoso 3 serbatoi da 140 m 3 Serbatoio di Ossigeno Liquido 1 serbatoio da 35 m 3 Serbatoi di Acido Fluoridrico 2 serbatoi per tot 54 t
22 Attività svolta nello stabilimento Altri stoccaggi bombole di idrogeno, necessarie per il funzionamento dell unità di purificazione dell argon grezzo, sono contenute presso un bunker in cemento armato; Bombole idrogeno tot 800 m 3 Reti di distribuzione: Metano e Ossigeno
23 CARATTERISTICHE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE ACIDO FLUORIDRICO: TOSSICO OSSIGENO: COMBURENTE METANO: INFIAMMABILE
24 PROPAGAZIONE DELLA COMBUSTIONE Il propagarsi di un incendio richiede la presenza contemporanea di tre requisiti fondamentali: COMBUSTIBILE (innesco) COMBURENTE CALORE
25 Perché un combustibile a contatto con l aria non brucia spontaneamente? L'energia di attivazione curva a) è la barriera che si deve superare per poter liberare l'energia di reazione. Normalmente in atmosfera abbiamo il 21% di ossigeno Se aumenta O 2 passiamo alla curva b)
26 Determinazione del rischio La prima fase: determinare la probabilità che un incidente avvenga; La seconda fase: determinare i danni causati dall incidente. Posso avere diversi tipi di incidenti chiamati scenari incidentali.
27 Il concetto di incremento di rischio accettabile una volta determinata la probabilità che i vari scenari incidentali avvengano, definisco come credibili solo quei scenari che hanno una probabilità di accadimento maggiore di quelli a cui siamo esposti quotidianamente (ad es. incidente in casa, in auto, malattie ).
28 Scenari di riferimento per l attuazione del Piano RILASCIO OSSIGENO LIQUIDO DA MANICHETTA DI SCARICO AUTOCISTERNA Successiva evaporazione e dispersione di una nuvola fredda di vapori di ossigeno Gli effetti prevedibili sono: All esterno dello stabilimento: maggior probabilità d innesco di incendi. Il tempo in cui si raggiungono tali effetti al di fuori dello stabilimento è meno di 1 minuto. Il tempo necessario per tornare alle condizioni normali alla distanza di 348 m ad un altezza di 1,7 m è pari a 10 minuti.
29 Scenari di riferimento per l attuazione del Piano RILASCIO DI METANO IN CORRISPONDENZA DELLA CABINA DI DECOMPRESSIONE Formazione di nube di vapori infiammabili e successiva formazione di getto incendiato in caso di innesco. Gli effetti prevedibili sono: - irraggiamento termico, ustioni per le persone esposte nelle immediate vicinanze del rilascio. Il tempo in cui si raggiungono effetti al di fuori dello stabilimento è di meno di 3 minuti. La durata totale dell evento fino all intervento da parte del personale SNAM o COGNE è stimata in 30 minuti.
30 Scenari di riferimento per l attuazione del Piano RILASCIO DELLA SOLUZIONE DI ACIDO FLUORIDRICO < 40% DA TUBAZIONE ALL INTERNO DEL REPARTO DI DECAPAGGIO Formazione di nube di vapori tossici di acido fluoridrico Gli effetti prevedibili sono: All esterno dello stabilimento: un senso di disagio da parte delle persone esposte in quanto siamo nella Zona di attenzione. La durata totale dell evento è stimata in circa 30 minuti. Il tempo in cui si raggiungono effetti al di fuori dello stabilimento è di meno di 3 minuti.
31 Aree di danno RILASCIO OSSIGENO LIQUIDO DA MANICHETTA DI SCARICO AUTOCISTERNA I Zona II Zona III Zona immediate vicinanze del rilascio 60 m 160 m
32 Aree di danno RILASCIO DI METANO IN CORRISPONDENZA DELLA CABINA DI DECOMPRESSIONE I Zona II Zona III Zona 14 m 26 m 100 m
33 Aree di danno RILASCIO DELLA SOLUZIONE DI ACIDO FLUORIDRICO < 40% DA TUBAZIONE ALL INTERNO DEL REPARTO DI DECAPAGGIO I Zona II Zona III Zona immediate vicinanze del rilascio 35 m 210 m
34 Natura dei rischi di incidenti rilevanti Gli eventi incidentali credibili non interessano gli edifici residenziali ma solo le infrastrutture (strade e ferrovia) e solo per lo scenario ossigeno alcune attività lavorative.
35 Scenario Ossigeno ZONA I ZONA II ZONA III
36 Scenario Acido fluoridrico ZONA I ZONA II ZONA III
37 Scenario Metano ZONA II ZONA III ZONA I
38 Misure di sicurezza e prevenzione adottate Il Gestore dello stabilimento ha l obbligo di costruire e gestire gli impianti secondo criteri di sicurezza dettati dalle norme di prevenzione incendi e dalle norme tecniche, inoltre il personale deve essere formato ed addestrato alla conduzione degli impianti in condizioni normali e di emergenza.
39 Comportamento da seguire in caso di emergenza Non si configurano scenari incidentali tali da coinvolgere la popolazione esterna residente in maniera significativa; Tuttavia in caso di incidente la popolazione esterna dovrà seguire le direttive emanate dalle Autorità competenti (Comune, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Ospedali, Polizia Stradale, ecc.).
40 Comportamento da seguire in caso di emergenza RIMANERE O PORTARSI IN AMBIENTE CHIUSO NON ANDARE A PRENDERE I BAMBINI A SCUOLA * Immagini tratte da pubblicazione «La Gestione del Rischio industriale del Comune di Ferrara ed 2007»
41 Comportamento da seguire in caso di emergenza NON AVVICINARSI ALLO STABILIMENTO NON SOSTARE A CURIOSARE SULLE SEDI STRADALI PROSSIME ALLO STABILIMENTO NON EFFETTUARE CHIAMATE TELEFONICHE ALLO STABILIMENTO * Immagini tratte da pubblicazione «La Gestione del Rischio industriale del Comune di Ferrara ed 2007»
42 Comportamento da seguire in caso di emergenza CHIUDERE LE FINESTRE SPEGNERE GLI IMPIANTI DI VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO * Immagini tratte da pubblicazione «La Gestione del Rischio industriale del Comune di Ferrara ed 2007»
43 Comportamento da seguire in caso di emergenza SPEGNERE TUTTI I FUOCHI, NON FUMARE, NON USARE GLI ASCENSORI, NON USARE IL TELEFONO PER NON SOVRACCARICARE LE LINEE; * Immagini tratte da pubblicazione «La Gestione del Rischio industriale del Comune di Ferrara ed 2007»
44 Comportamento da seguire in caso di emergenza Ascoltare la radio o la stazione televisiva locale per gli eventuali messaggi delle Autorità competenti; se si avverte la presenza di odori o senso di irritazione alla gola e agli occhi, proteggersi con un panno bagnato la bocca e il naso. * Immagini tratte da pubblicazione «La Gestione del Rischio industriale del Comune di Ferrara ed 2007»
45 SCENARIO OSSIGENO VIABILITA
46 SCENARIO FLUORIDRICO E METANO VIABILITA
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48 GRAZIE PER L ATTENZIONE!
T.d.P. Fabozzi Marco ASS 4 "Medio Friuli"
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