Giustizia Civile. Lavori in Corso per l Autoriforma.
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1 vori in Corso per l Autoriforma. Gli Osservatori sulla, prove tecniche di Democrazia Amministrativa 1 Luca Minniti * *Giudice del Tribunale di Firenze Questo intervento è stato inviato prima dell assemblea nazionale degli Osservatori sulla giustizia civile che si è svolta a Firenze il giugno 2006 Cresce ogni giorno, più chiara e diffusa, la consapevolezza che il mondo giustizia civile sia finalmente attraversato da un profondo fermento, da un forte desiderio di riscatto, da nuove energie professionali e culturali provenienti da esperienze culturali diverse ma, obiettivamente, convergenti. Non si spiegherebbe altrimenti il proliferare di nuovi Osservatori sulla giustizia civile 2, la promozione ed adozione 3, ancora di recente, di nuovi protocolli con regole integrative di condotta, concordate tra magistrati, avvocati, funzionari di cancelleria e, talvolta, ufficiali giudiziari 4. La geografia degli Osservatori e la lettura dei protocolli di udienza descrivono non solo la dimensione, in progressiva crescita, del fenomeno, ma ben rappresentano la portata generale del fenomeno che, pur radicato nelle realtà locali dalle quali trae la sua ragion d essere, non incontra più limiti né nella dimensione, grande o piccola, dei Tribunali, né nella collocazione territoriale del singolo ufficio giudiziario, né nel livello di efficienza raggiunto (o di inefficienza toccato) dal singolo ufficio. A questo dato, obiettivamente verificabile 5 dagli scettici, si accompagna la diffusa percezione, nei commentatori più attenti, di qualcosa di culturalmente più profondo e innovativo. Si scorge un tratto che accomuna i partecipanti, senza distinzione di categorie di appartenenza, nella pur originale varietà di apporti. Si tratta di un segno culturale che intercetta e canalizza energie propositive non senza rivelare capacità di contrasto o di condizionamento dei fenomeni negativi 6. Sempre più appare evidente a molti che il connotato comune e la preziosa peculiarità di questa diffusiva esperienza non consista tanto nell opposizione al degrado dell amministrazione giustizia o nell avversione verso la irrazionalità tecnica del recente legislatore, che pure costituiscono una spinta all azione, quanto invece nella capacità di proposta unita alla sforzo di costruire, assieme alla proposta stessa, lo strumento sua realizzazione. E per queste ragioni che alla declinazione di prassi virtuose 7 si giunge attraverso la redazione partecipata e l adozione concordata dei protocolli e non, semplicemente, attraverso la unilaterale prescrizione del dirigente dell ufficio, quand anche frutto di una consultazione dei magistrati dell ufficio. E ancora, è per lo stesso motivo, credo, che è apparso subito evidente e si è tradotto in proposte di pro- 60
2 tocollo il nesso tra la gestione del singolo processo, la gestione dell udienza e l organizzazione del ruolo cosicché, alla costruzione di strumenti di gestione delle agende del giudice, sezione o del tribunale, che dovranno essere la proiezione e lo sviluppo dei medesimi principi ispiratori dei protocolli, si intende pervenire attraverso l analisi qualitativa dei flussi, dunque dinamica del carico di lavoro e delle valutazione delle risorse disponibili. Ma insieme ai valori, alle finalità, alle proposte concrete ed agli strumenti per realizzarli una tale impostazione individua, sollecitandone la partecipazione senza mediazioni delle associazioni di categoria, i soggetti protagonisti dell autoriforma e ne modifica il sistema di relazioni. Nell assistere ai lavori degli Osservatori risulta di immediata evidenza proprio questo rilevante 61
3 effetto del loro modo di agire: la comprensione del problema è tanto più completa e capace di individuare la soluzione quanto più riesce a raccogliere e contemporaneamente ad assumere la percezione che del problema stesso hanno i diversi protagonisti del fenomeno osservato. La proposta o la soluzione adottata appaiono perciò l effetto trasparente del puro e semplice confronto, reso informato da punti di vista differenti da quello proprio del protagonista principale del fenomeno, producendo l effetto condivisione del problema e soluzione attraverso, se si vuole, la messa a disposizione del proprio ruolo e propria funzione, in vista dello scopo condiviso. Ciò all evidenza consente anche di prescindere dal diretto interesse che nella singola questione possano avere il magistrato, l avvocato, il funzionario di cancelleria o l ufficiale giudiziario. In definitiva si realizza, concretamente, un modus procedendi empatico in luogo di quello che vede la soluzione nel prodotto di una trattativa contrattuale, tra rappresentanti di interessi che si assume, aprioristicamente, contrapposti. Per tali ragioni, ritengo, che si possa sin d ora affermare che nella nebbia dell attuale condizione si vada delineando, all interno dell amministrazione giustizia, il disegno, il paradigma, forse una ipotesi-modello di organizzazione, certamente qualcosa di più di un episodio promettente di partecipazione democratica alla vita amministrativa dello Stato, secondo il dettato dell art.97 Costituzione 8. A ben vedere infatti l amministrazione giustizia da questo punto di vista presenta caratteristi- 62
4 vori in Corso per l Autoriforma. Gli Osservatori sulla Giustizia Civile, prove tecniche di Democrazia Amministrativa La che peculiari e di grande portata innovatrice in un disegno di espansione democrazia. Essa si avvale di un corpo di funzionari dello Stato che esprimono un potere diffuso sul territorio a servizio delle persone che hanno bisogno di giustizia, che interagiscono con il corpo sociale non solo attraverso una struttura amministrativa propria, ma anche e necessariamente, attraverso l attività di un cospicuo numero di agenti professionali. Anche da ciò tra origine la funzione essenziale dell avvocatura nell attuazione dei diritti e nell amministrazione ad essa preposta. L emergere di tale consapevolezza, unitamente alla diffusione generalizzata degli Osservatori sulla giustizia produce, ed ha già prodotto in molte sedi giudiziarie, una diversa qualità del dibattito sui destini giustizia civile. La novità costituita dalla diffusione degli Osservatori, a mio avviso, oltre a migliorare il sistema di autogoverno operando sulla formazione di magistrati ed avvocati potrà trovare pieno sviluppo, su tre diversi piani del confronto. In primo luogo penso al confronto più direttamente tecnico cui sono chiamati magistrati, avvocati, funzionari ed il mondo ricerca universitaria 9. Su questo terreno ancora poco apprezzate, a mio avviso, sono le potenzialità di studi scientifici che abbiano ad oggetto non tanto le norme processuali ed i modelli astratti, ma le loro proiezioni concrete 10. In secondo luogo ma, si badi bene, non in un secondo tempo, questo processo di maturazione dovrà consentirà il confronto con le aggregazioni sociali, le organizzazione di categoria, il mondo dell informazione globale, tenuto lontano e spesso disinformato in materia di giustizia 11. In terzo luogo l evoluzione in corso potrebbe ed a mio avviso dovrebbe, sin d ora, cambiare i termini del confronto tra avvocati e magistrati, così consentendo di costruire, forte interlocuzione con la società e su basi di reciproca fiducia, una piattaforma comune in grado di orientare l agenda politica del prossimo legislatore e del futuro governo 12. E infatti ovvio che la creazione di questo spazio operativo, comune e ben radicato nella realtà quotidiana, non potrà non contribuire ad elevare la qualità, le informazioni e le esperienze su cui si fonda il confronto, anche politico, tra i soggetti direttamente rappresentativi dell associazionismo giudiziario. Per questo conservo ancora la speranza che, anche grazie all esperienza degli Osservatori, si 63
5 Lavori in Corso per l Autoriforma. Gli Osservatori sulla Giustizia Civile, prove tecniche di Democrazia Amministrativa possa contribuire ad ancorare il prossimo legislatore giustizia civile ad un principio di razionalità costituzionalmente orientato. Due momenti di verifica praticabilità di questo percorso sono rappresentati, nel prossimo futuro, dal congresso nazionale dell e dal Congresso nazionale forense ai quali, tra gli altri, spetta dare risposte concrete ai problemi ed alle speranze suscitati dagli Osservatori. Sono due occasioni da non perdere che cadono a cavallo di una importante scadenza elettorale. In proposito un certo ottimismo mi è suggerito dalla recente presentazione del protocollo delle udienze civili di Verona, sottoposto nel corso di una manifestazione partecipata da centinaia di avvocati e dalla gran parte dei giudici, di molti funzionari ed ufficiali giudiziari, alla firma dei presidenti del Tribunale e del Consiglio dell Ordine degli Avvocati. L iniziativa ha avuto il sostegno delle associazioni dell avvocatura locale e sezione distrettuale dell ANM. Mentre sto scrivendo è in corso di preparazione l iniziativa di presentazione del protocollo di Milano: il primo che tratta anche del giudizio davanti alla corte d appello. Entrambi sono protocolli attenti all effettività funzione giurisdizionale, al dialogo tra i soggetti coinvolti e pongono attenzione alla persona coinvolta nel processo prima ancora che essa si renda attiva protagonista con la costituzione in giudizio 13. E proprio questa attenzione alla persona, considerata in sé, oltre la veste processuale che indossa, deve costituire il principale fattore di accrescimento qualità del nostro quotidiano e faticoso agire di operatori di giustizia. 64
6 Nota 1 Sul numero di gennaio 2006 di questa rivista, nel quale sono pubblicati i protocolli adottati da Firenze, Roma, Reggio Calabria e Salerno, Luciana Breggia ha tracciato la storia ed il percorso culturale degli Osservatori sulla giustizia civile. In questo numero anche i protocolli di Verona, Messina e Milano. Nota 2 A Bologna, Bari, Milano, Salerno, Reggio Calabria, Roma, Rovereto, Firenze, Genova, Verona, Napoli, Udine, Trieste, Cagliari, mentre sono in corso i lavori per la costruzione di analoghe esperienze con la forte partecipazione di avvocati anche a Torino e Messina. Nota 3 Protocollo del tribunale di Verona, del tribunale di Messina e del tribunale e corte d appello di Milano in questo numero. Nota 4 Nel protocollo di Verona reso pubblico con la firma del Presidente del Tribunale e del Presidente del Consiglio dell Ordine degli Avvocati il 19 dicembre 2005 e pubblicato in questo numero. Nota 5 Anche in termini di qualità e quantità partecipazione alle diverse iniziative locali. Nota 6 Ad esempio con il documento e le iniziative sulla legge 80/2005, convergenti con quelle di altri soggetti dell associazionismo giudiziario. Nota 8 Si pensi al contributo che negli anni 70 dettero gli istituti di partecipazione alla vita interna scuola, o all esperienza dei Tribunali del malato nella sanità pubblica. Nota 9 Si pensi al confronto sulle prassi di rito societario svolto, con parte rilevante dottrina, nel convegno di Milano del 28 ottobre 2005 per iniziativa di Democratica e Movimento per la giustizia. Nota 10 In questa direzione va invece il progetto di ricerca (Prin) ad opera di un gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Giorgio Costantino e quali responsabili delle unità locali il prof Stefano Zan e Miccolis avente ad oggetto, tra l altro, lo studio delle prassi processuali. Nota 11 Si pensi alle associazioni del mondo del lavoro e delle imprese, alle rappresentanze di altre categorie, ai professionisti diversi dagli avvocati, alle associazioni del terzo settore, alle associazioni che lavorano nel mondo degli stranieri immigrati ecc.. Nota 12 Una proposta sul processo civile di cognizione, attenta ai valori sottesi agli artt. 3, 24 e 111 Costituzione, costituirà oggetto di un prossimo Obiettivo di Questione Giustizia e verrà presentata nei prossimi mesi in un seminario promosso da Democratica e Movimento per la giustizia. Nota 7 Vissute ed adottate come proposta deontologica e culturale. Nota 13 La regola n. 1, sezione seconda, parte prima, del protocollo dell Osservatorio di Verona spiega, in modo semplice e diretto, al destinatario domanda i rischi cui egli va incontro se trascura la lite. Altrettanto fa l art. 6 del protocollo di Milano. 65
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