5. Indicazioni Tecniche per le attività di ripopolamento. 5.1 Tecniche di ripopolamento fagiano. Considerazioni generali

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1 5. Indicazioni Tecniche per le attività di ripopolamento 5.1 Tecniche di ripopolamento fagiano Considerazioni generali Gli interventi diretti sulle popolazioni di fagiano sono rappresentati da attività di ripopolamento, da effettuarsi : sulle popolazioni cacciate dove le densità sono fortemente al di sotto della capacità portante del territorio, oppure come supporto alla produzione naturale, per incrementare le possibilità di prelievo nelle aree a bassa idoneità ambientale. nelle zone di ripopolamento e cattura o nelle oasi di protezione con l obiettivo di ricostituire popolazioni naturali autosufficienti nelle zone di rifugio ed ambientamento per potenziare le popolazioni presenti e originare un buon effetto d irragiamento verso le zone circostanti. Lo sforzo di ripopolamento deve essere commisurato alla capacità portante del territorio, in quanto se dovesse eccedere i fagiani si disperderebbero o morirebbero, oppure se le quantità non sono sufficienti verrebbero meno le aspettative di prelievo o di ricostituzione delle popolazioni. I fagiani di allevamento rilasciati in natura, senza strutture di ambientamento, ne sopravvive (nelle prime 5 settimane) il 45% nel caso di animali di allevamento, mentre nel caso di soggetti selvatici (di cattura) il tasso di sopravvivenza è dell 80%. 128

2 Da questo si desume l importanza di aver a disposizione delle popolazioni selvatiche sulle quali effettuare delle cattura di soggetti da immettere in zone a caccia programmata vocate alla specie. In mancanza di soggetti di cattura è necessario ricorrere a soggetti di allevamento, che anche se di qualità hanno notevoli problemi di adattamento e di sopravvivenza nell ambiente naturale. I fagiani di allevamento sono nettamente più grandi e più pesanti di quelli selvatici e, nell involo, l'angolo di partenza è più basso e l'arco del volo più corto rispetto ai selvatici, e questo è uno dei principali motivi per il quale i fagiani di allevamento non riescono a sfuggire efficacemente alla predazione. Un altro serio problema, che limita la sopravvivenza dopo l immissione, è il processo di domesticazione a carico dei riproduttori, ovvero una selezione nei confronti di caratteristiche fisiologiche, morfologiche e comportamentali profondamente diverse da quelle proprie dei selvatici. Anche l alimentazione, nella fase di allevamento, svolge un ruolo cruciale per la fase di successivo ambientamento in natura. Normalmente in allevamento i mangimi impiegati sono bilanciati da un punto di vista nutritivo, possiedono un elevata digeribilità ed un alta concentrazione nutritiva che permette un adeguata nutrizione impiegando un minor volume di cibo. Una razione alimentare così concepita è funzionale alla produzione di carne, ma è del tutto inadeguata per gli animali da impiegarsi nei ripopolamenti, in quanto provoca una riduzione della lunghezza dell intestino tenue e cieco, con la conseguenza che le funzioni di digestione ed assorbimento risultano alterate. E necessario, quindi, che nell allevamento di fagiani da ripopolamento, si debbano impiegare mangimi con tenore di fibra più alto (12%) di quello contenuto nei normali mangimi commerciali (6%), in questo modo si migliora notevolmente la sopravvivenza in natura degli animali di allevamento. Un altro fatto estremamente importante è quello, che a parità di consumo proteico, la somministrazione alle femmine di un quantità di fibra nell alimento pari al 18% (simile a quella ingerita in condizioni naturali) migliora la resa della produzioni di uova e determina un aumento significativo delle uova e dei pulcini. Il peso del pulcino alla schiusa è uno dei principali fattori che ne determina la sopravvivenza in natura. Nei maschi un aumento di peso e di carico alare influisce fortemente sulla loro vulnerabilità alla predazione, quindi un cambiamento del regime alimentare, in una fase preparatoria all immissione, che permette una diminuzione del peso favorirebbe la sopravvivenza in quanto diminuirebbe il rischio di predazione. Se tale cambiamento del regime alimentare contemplasse anche un aumento di fibra nella razione alimentare si avrebbero benefici anche al sistema digerente (preadattamento all alimentazione naturale). Anche le condizioni di allevamento influiscono notevolmente sul comportamento antipredatorio dei soggetti, infatti soggetti allevati da madri naturali sviluppano strategie antipredatorie più efficaci rispetto a quelli nati in incubatrice. La tecnica migliore sarebbe quella di 129

3 sostituire, periodicamente, i riproduttori con soggetti di cattura, al fine di mantenere una buona attitudine alla cova, una buona resistenza alle malattie, una maggiore vitalità e sopravvivenza dei pulcini. Capannine di foraggiamento Per aumentare le possibilità di sopravvivenza dei riproduttori liberati si devono posizionare,, nelle aree maggiormente vocate delle capannine di foraggiamento, dotate di mangiatoie ed eventualmente di dispensatori d acqua. Il foraggiamento e la fornitura di acqua deve avvenire per un periodo minimo di 10 gg (con un controllo bi-giornaliero), e comunque fino a quando le condizioni climatiche non garantiranno la presenza di una quantità sufficiente di alimento naturale disponibile. Il tipo di mangime da somministrare deve avere delle caratteristiche simili a quello impiegato durante l allevamento, per aggiungere un ulteriore stress dato dal cambiamento repentino di alimentazione. Il mangime già sperimentato, che ha dato buoni risultati è così formulato: 40% mais laminato 50% frumento tenero 10% fioccato di soja In particolar modo è stato utile l impiego del fioccato di soja che, anche in condizioni di forte umidità, mantiene la struttura e quindi risulta più facilmente utilizzabile dai fagiani. Immissione dirette nel periodo invernale/primaverile Contestualmente alla liberazioni di fagiani adulti deve essere effettuato un adeguato foraggiamento attraverso le capannine di foraggiamento. Le capannine vengono rifornite di mangime e, se necessario, di acqua per un periodo variabile, da pochi giorni ad alcune settimane, fino a quando si ritiene che gli animali siano autosufficienti per la ricerca ed il reperimento di cibo in ambiente naturale. Immissione diretta nel periodo estivo e tardo estivo/autunnale Durante il periodo estivo si deve ricorrere a soggetti adulti, in particolare a fagiane ovaiole a fine carriera, già pre-ambientati in allevamento dopo la fine del periodo di riproduzione, in spazi adeguatamente preparati allo scopo. Il pre-ambientamento in allevamento consiste nel immettere i soggetti in voliere dotate un ampia zona non coperta e di un area coperta, tale suddivisione in due zone consente ai soggetti di migliorare la copertura corporea, rendendola più consona ed efficiente per sopportare le condizioni atmosferiche in ambiente naturale (in particolare le precipitazioni atmosferiche e gli sbalzi di temperatura. Tale periodo di pre-ambientamento deve proseguire per 3-4 settimane. Contestualmente anche il tipo di alimentazione deve essere variato, ovvero utilizzando mangime aventi caratteristiche simile alla dieta che il volatile adotta in ambiente naturale. Nel periodo tardo estivo e autunnale si deve ricorrere a soggetti adulti o giovani aventi 9-12 settimane da liberare preferibilmente nelle zone a maggior vocazione faunistica per la specie, nella tavola zone di ripopolamento sono indicate, in senso generale, le aree 130

4 maggiormente idonee a tale tipo di immissione diretta o con voliere di ambientamento se nel periodo estivo. Voliere di pre ambientamento Le voliere di ambientamento per soggetti adulti o per fagianotti devono avere le seguenti caratteristiche: Superficie voliera da 1,5 a 2,5 capi/mq a seconda del tempo di permanenza dei fagianotti o degli adulti nella voliera Superficie pari ad 1/3 coperta, anche ricorrendo alla realizzazione di tettoie interne realizzate con balle di paglia aventi una dimensione di 2x2 m Mangiatoie di foraggiamento Abbeveratoi Copertura della voliera con rete elastica avente la maglia di 2,5 cm Rete perimetrale a maglia fine avente un altezza di 1 m Posizionamento a terra, esternamente alla voliera, di una fascia di rete di 50 cm a maglia fine, per impedire lo scavo da parte di cani e di volpi. Recinti a cielo aperto per fagianotti (periodo estivo) (da attuarsi prioritariamente nelle zone di ripopolamento e cattura e nelle zone di rifugio ed ambientamento) Date le caratteristiche del territorio oggetto della presente pianificazione (ambiente agrario con colture intensive) si deve ricorre necessariamente alla realizzazione di piccoli recinti, con superficie minima di mq. Tali recinti devono avere le seguenti caratteristiche: Superficie del recinto pari a 16,6 mq/capo (indicazioni del Game Conservancy Trust) Voliere interne per il pre-ambientamento realizzate come al punto precedente Presenza di colture faunistiche di cerali a paglia, prato polifita sfalciato e erba medica Equipaggiamento arboreo/arbustivo posizionato nella parte centrale del recinto Equipaggiamento arbustivo distribuito omogeneamente nell area recintata Aree con sabbia e ghiaia per lo spolvero Alimentatori a tramoggia e abbeveratoi coperti da tettoia o capannina Rete a maglia romboidale di altezza max di 2,5 m Rete antigatto a maglia fine che sporge verso l esterno per almeno 50 cm Rete a maglia fine, di altezza di 100 cm, posizionata a livello del terreno per evitare l ingresso di donnole e ratti Posizionamento a terra, esternamente al recinto, di una fascia di rete di 50 cm, per impedire lo scavo da parte di cani e di volpi. Nel caso non ci sia una vegetazione adeguata è necessario posizionare all interno del recinto delle pile faunistiche, realizzate con cataste di frasche (posizionate a tenda indiana ) nelle quali i fagianotti possono rifugiarsi e nascondersi. 131

5 I fagianotti aventi un età non inferiore ai 90 gg, devono essere immessi nelle volierette entro il mese di luglio fagianotti, previo accertamento sanitario. Dopo una permanenza nelle volierette di circa 7-10 giorni i fagiani devono essere rilasciati a piccoli gruppi di individui nel recinto a cielo aperto da dove si irradiano spontaneamente. Il rilasci deve essere effettuato a piccoli gruppi, lasciando sempre all interno della voliera, con funzione di richiamo, alcuni soggetti, fino alla fine della completa liberazione. Se si utilizzassero fagianotti di età minore ai 90 gg (es. di sei settimane), per impedire che escano dal recinto anzitempo, è possibile ricorrere al taglio delle tre penne remigranti primarie esterne di una sola ala, solo su soggetti ancora provvisti di piumaggio giovanile, tenendo conto che le penne tagliate saranno sostituite solo durante la muta post-giovanile (11-15 settimana). 132

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7 Monitoraggio dell attività di ripopolamento Metodi di monitoraggio Censimento al canto primaverile Questo censimento deve essere effettuato mediante l individuazione di punti di ascolto lungo i transetti successivamente indicati, posizionandosi su di essi ogni 300 m. La densità media sarà calcolata tramite le densità rilevate in ogni cerchio di 300 metri di raggio e la consistenza della popolazione maschile sarà calcolata per estrapolazione. La consistenza complessiva della popolazione di fagiani, femmine incluse, potrà essere definita calcolando il rapporto sessi in primavera (n femmine/n maschi) da osservazioni effettuate nelle aree aperte di alimentazione nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Il censimento primaverile dovrebbe essere fatto non prima del 15 marzo per censire l'effettiva popolazione di riproduttori, e non oltre la fine di questo mese per non arrecare disturbo agli animali, quando l'attività riproduttiva comincia ad essere marcata. Rilevamento delle nidiate/adulti lungo i transetti Tale censimento deve essere effettuato lungo i transetti a piedi o ove possibile con un automezzo, con l ausilio di binocoli, osservando in particolare i luoghi di alimentazione. Di ogni nidiata deve essere rilevato il numero di giovani, determinata la loro età o in giorni o per classi (0-30, 30-60, 60-90, >90 gg.) dallo stato del piumaggio e mappata la località di avvistamento. Il censimento delle nidiate richiede più giorni consecutivi con almeno 5 passaggi nelle stesse aree per ottenere un conteggio completo. Il censimento va effettuato nelle prime ore del mattino fino alle ore 9 e nel pomeriggio, dalle 18 fino all imbrunire. Il censimento estivo delle nidiate può essere fatto tra agosto e i primi di settembre. E' bene che il periodo dedicato al censimento estivo sia ristretto, per quanto lo permettano l'estensione della zona e il numero di operatori sui quali è possibile fare affidamento, perché le nidiate di fagiano vanno contate prima che i giovani diventino indipendenti e comincino a disperdersi ( gg.). Se ciò avvenisse, durante le operazioni di censimento potrebbero risultare doppi conteggi e i dati sulle dimensioni delle nidiate risulterebbero falsati. D'altronde, programmando troppo presto il censimento si conterebbero degli individui troppo giovani e quindi soggetti a mortalità giovanile. 134

8 5.2 Tecniche di ripopolamento per la lepre Problemi del ripopolamento Le operazioni di ripopolamento della specie sono quasi sempre di bassissima efficacia; nella migliore delle ipotesi sopravvive e giunge a riproduzione solo il 20% degli individui immessi in un area, soprattutto se le lepri inserite provengono da allevamenti non curati o sono d importazione, poiché mal si adattano al nuovo ambiente e cadono immediatamente nelle insidie dell ambiente naturale, non riuscendo a sfuggire in modo adeguato alla pressione venatoria e predatoria. In generale, i tipi di lepri utilizzate si possono suddividere in: Lepri di Importazione Sono individui catturati nell'est dell'europa o in Sud America e rilasciati normalmente in dicembre-gennaio. Il tasso di mortalità, a cui esse vanno incontro dopo il rilascio, è però altissimo, ed il successo del ripopolamento non supera mai una media del 30% di individui sopravvissuti sul totale di quelli immessi. Le cause dell'alta mortalità sono da addebitare all'enorme stress che gli animali devono subire durante la cattura e al lungo viaggio che i leprotti devono affrontare in cassette non idonee ad un animale selvatico. Inoltre, le lepri non autoctone possono portare nuove malattie nell'areale in cui vengono inserite, diffondendone la patologia agli animali già presenti. Lepri di Cattura Locale Sono esemplari catturati in zone di ripopolamento e cattura di aree vicine a quella prevista come nuovo sito di immissione. Le lepri vengono rilasciate il giorno stesso della cattura nella nuova area, di solito nel periodo invernale (dicembre-gennaio). 135

9 La sopravvivenza degli individui, mediante questa modalità di immissione, è più alta di quella con animali importati, con una media del 40-50%, anche se i problemi sanitari dovuti alla propagazione di malattie infettive possono essere comunque presenti. Lepri di Allevamento Sono individui prelevati da allevamenti, di norma non troppo distanti dal luogo scelto per il ripopolamento. Possono essere utilizzati individui giovani o adulti, anche se la preferenza ricade ovviamente verso la prima ipotesi, ritenendo idonee al preadattamento lepri di circa 90 giorni di vita. La questione sugli innumerevoli problemi che nascono, a causa del mal preadattamento dei giovani leprotti, sono già stati affrontati in questo capitolo, e la resa del ripopolamento con individui non idonei alla vita in natura può mostrare risultati molto scarsi, e cioè circa del 10-20%. Immissione di lepri di cattura L unica forma di ripopolamento che non ha mostrato particolari controindicazioni tecniche, e che quindi rimane una delle poche consigliabili per aumentare la produttività delle popolazioni locali, consiste nell introduzione di animali provenienti da zone di ripopolamento e cattura localizzate in aree vicine al luogo di destinazione. Se le nuove zone di ripopolamento hanno caratteristiche strutturali simili a quelle d origine, e se il nuovo territorio non si trova a distanze considerevoli dal luogo d origine, l adattamento degli individui immessi mostra un tempo molto minore rispetto a quello osservato per l introduzione di animali allevati. Per garantire tali caratteristiche, occorre intervenire, se necessario, sul territorio di destinazione attraverso miglioramenti ambientali idonei all adattabilità della specie. La capacità portante delle aree può essere innalzata mediante interventi che incrementino la diversità ambientale, per rendere disponibili in maniera continuativa le risorse alimentari e per aumentare la disponibilità dei siti di rifugio e riproduzione. Nelle aree intensamente coltivate, gli interventi più efficaci sono quelli che garantiscono il ripristino di elementi di diversificazione dell ambiente agricolo e la riduzione dei blocchi monocolturali. Le soluzioni più adeguate sono frequenti alternanze delle coltivazioni, con appezzamenti più piccoli e colture di tipo diverso nello stesso territorio, e la creazione ed il mantenimento delle aree cespugliate per il riposo diurno. La creazione di fasce di vegetazione erbacea spontanea intercalata alle zone coltivate, può essere utile per fini alimentari. Tali fasce devono essere però sfalciate per il rinnovo della vegetazione, e tali sfalci devono essere effettuati a fine estate, per evitare il danneggiamento delle cucciolate e per garantire alimento verde durante l'inverno. Una gestione corretta del territorio prevede anche atteggiamenti importanti da parte degli agricoltori, quali la conservazione delle testate dei campi e l astensione da interventi meccanici e chimici pericolosi per la specie. Questi accorgimenti garantiscono nuovi siti di riproduzione e di rifugio, così come le cosiddette isole di riproduzione, rifugio e alimentazione, costituite da fasce di colture a perdere, o create mediante l inserimento di fasce arbustate. E opportuno, infatti, mantenere le consistenze delle popolazioni leggermente al di sotto della capacità portante dell habitat, regolando anche i prelievi annuali, per garantire una ripresa demografica e produttiva soprattutto nelle aree più povere di abbondanza della specie. 136

10 Modalità d immissione La liberazione delle lepri deve avvenire nel corso della stessa giornata di cattura e comunque prima di due ore dal tramonto, evitando l immissione di esemplari isolati, preferendo interventi con gruppi di 2-3 coppie ed almeno 10 esemplari ogni 100 Ha. Di fondamentale importanza è la scelta dei siti di rilascio, che devono essere dotati di effettiva idoneità per la specie, distanti da centri abitati o da vie di comunicazione. 137

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