Corso di istituzioni di diritto romano A.A parte VI. Prof. Aurelio Arnese
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1 Corso di istituzioni di diritto romano A.A parte VI Prof. Aurelio Arnese
2 Successioni Art Divieto di patti successori. Fatto salvo quanto disposto dagli articoli 768-bis e seguenti, è nulla ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione. È del pari nullo ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta, o rinunzia ai medesimi. Dig (Ulp.33 ad Sab.) ambulatoria est voluntas defuncti usque ad vitae supremum exitum XII Tab. 6.1 Cum nexum faciet mancipiumque, uti lingua nuncupassit ita ius est; Testamento Gai Sed illa quidem duo genera testamentorum in desuetudinem abierunt; hoc uero solum, quod per aes et libram fit, in usu retentum est. sane nunc aliter ordinatur, quam olim solebat; namque olim familiae emptor, id est, qui a testatore familiam accipiebat mancipio, heredis locum optinebat, et ob id ei mandabat testator, quid cui que post mortem suam dari uellet; nunc uero alius heres testamento instituitur, a quo etiam legata relinquuntur, alius dicis gratia propter ueteris iuris imitationem familiae emptor adhibetur Ea que res ita agitur: qui facit testamentum, adhibitis, sicut in ceteris mancipationibus, V testibus ciuibus Romanis puberibus et libripende, postquam tabulas testamenti scripserit, mancipat alicui dicis gratia familiam suam; in qua re his uerbis familiae emptor utitur: FAMILIAM PECVNIAM QVE TVAM ENDP MANDATELA TVA CVSTODELA QVE MEA ESSE AIO, EA QVE, QVO TV IVRE TESTAMENTVM FACERE POSSIS SECVNDVM LEGEM PVPLICAM, HOC AERE, et ut quidam adiciunt, AENEA QVE LIBRA, ESTO MIHI EMPTA; deinde aere percutit libram id que aes dat testatori uelut pretii loco; deinde testator tabulas testamenti manu tenens ita dicit: HAEC ITA VT IN HIS TABVLIS CERIS QVE SCRIPTA SVNT, ITA DO ITA LEGO ITA TESTOR, ITAQVE VOS, QVIRITES, TESTIMONIVM MIHI PERHIBETOTE; et hoc dicitur nuncupatio: nuncupare est enim palam nominare, et sane quae testator specialiter in tabulis testamenti scripserit, ea uidetur generali sermone nominare atque confirmare.
3 Testamento sine tutoris auctoritate Gai e ex auctoritate diui Hadriani senatus consultum factum est, quo permissum est --- feminis etiam sine coemptione testamentum facere, si modo non minores essent annorum XII; scilicet ut quae tutela liberatae non essent, tutore auctore testari deberent Videntur ergo melioris condicionis esse feminae quam masculi; nam masculus minor annorum XIIII testamentum facere non potest, etiamsi tutore auctore testamentum facere uelit, femina uero potest; facta enim XII annorum testamenti faciundi ius nanciscitur. LEGATI (leggi limitative) XII Tab Uti legassit super pecunia tutalave suae rei, ita ius esto. Gai Sed olim quidem licebat totum patrimonium legatis atque libertatibus erogare nec quicquam heredi relinquere praeterquam inane nomen heredis; id que lex XII tabularum permittere uidebatur, qua cauetur, ut quod quisque de re sua testatus esset, id ratum haberetur, his uerbis: VTI LEGASSIT SVAE REI, ITA IVS ESTO. qua de causa, qui scripti heredes erant, ab hereditate se abstinebant, et idcirco plerique intestati moriebantur Itaque lata est lex Furia, qua exceptis personis quibusdam ceteris plus mille assibus legatorum nomine mortis ue causa capere permissum non est. sed [et] haec lex non perfecit, quod uoluit: qui enim uerbi gratia quinque milium aeris patrimonium habebat, poterat quinque hominibus singulis millenos asses legando totum patrimonium erogare Ideo postea lata est lex Voconia, qua cautum est, ne cui plus legatorum nomine mortis ue causa capere liceret, quam heredes caperent. ex qua lege plane quidem aliquid utique heredes habere uidebantur; sed tamen fere uitium simile nascebatur. nam in multas legatariorum personas distributo patrimonio poterat testator adeo heredi minimum relinquere, ut non expediret heredi huius lucri gra tia totius hereditatis onera sustinere Lata est itaque lex Falcidia, qua cautum est, ne plus ei legare liceat quam dodrantem: itaque necesse est, ut heres quartam partem hereditatis habeat: et hoc nunc iure utimur.
4 Ab intestato XII Tavole: Sui et necessari; agnati; gentili Pretore: liberi; legitimi; cognati; vir et uxor Regime giustinianeo Novv. 118 (543) e 127 (548). Divisione in 4 classi. 1^ figli (maschi e femmine,, in potestà o emancipati, legittimi, legittimati o adottivi. Venivano chiamati i discendenti di grado ulteriore se mancava il discendente che li precedeva (c.d. successio in locum : rappresentazione); 2^ ascendenti, paterni e materni, fratelli e sorelle germani e i loro figli in rappresentazione. In caso di concorso dei soli ascendenti si applicava il criterio della prossimità di grado; nell ipotesi di parità di grado la divisione avveniva per capi se appartenenti alla stessa linea, se di linea diversa (maschile e femminile) ognuna di esse conseguiva la metà e al suo interno si divideva per capita. In caso di concorso di soli fratelli e sorelle, si divideva per capi salvo divisione per stirpi ove partecipassero i figli dei fratelli e sorelle per rappresentazione. In caso di concorso degli ascendenti con i fratelli e sorelle germani la divisione avveniva per capi e se con gli ascendenti venissero figli di fratelli e sorelle premorti a questi andava solo la quota che sarebbe spettata al genitore premorto). 3^ fratelli e sorelle unilaterali con divisione per capi e rappresentazione in favore dei figli (ma non di ulteriori discendenti) e conseguente divisione per stirpi. 4^ tutti gli altri cognati, i quali succedevano per capi secondo il criterio della prossimità della parentela e senza limitazioni di grado (anche oltre il sesto). Al coniuge superstite continuava ad applicarsi la bonorum possessio unde vir et uxor. Al liberto, in assenza dei figli ( o di ulteriori discendenti, fratelli e sorelle, padre e madre del liberto, quanto meno nel caso di una eredità che superava i 100 assi) succedeva il patrono.
5 Querela inofficiosi testamenti Gai 2.123: exheredatio e praeteritio D (Gai. sing. ad legem Glitiam) Non est enim consentiendum parentibus, qui iniuriam adversus liberos suos testamento inducunt: quod plerumque faciunt, maligne circa sanguinem suum inferentes iudicium, novercalibus delenimentis instigationibusve corrupti. Giustiniano Nov. 18 (536) la portio debita fu elevata, in favore dei soli figli, da un quarto a un terzo della quota che sarebbe spettata ab intestato o alla metà se quest ultima fosse stata inferiore a un quarto del patrimonio ereditario per la presenza di più di quattro figli. Nov. 115 (542) la quota legittima spettava ad ascendenti e discendenti e doveva essere oggetto di heredis institutio; la mancata istituzione costituiva di per sé lesione dei diritti degli eredi necessari, sicché essi sarebbero stati ammessi all esercizio della querela anche se la portio debita fosse stata lasciata loro in altro modo. Nell ipotesi di una istituzione per una quota inferiore alla legittima, ascendenti e discendenti sarebbero stati esclusi dalla querela e avrebbero potuto esigere solo l integrazione della quota loro spettante tramite actio ad implendam legitimam
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