PIANO OPERATIVO DI EMERGENZA PER LA CRISI IDRPOTABILE

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1 PIANO OPERATIVO DI EMERGENZA PER LA CRISI IDRPOTABILE (art.20 Legge regionale 28 dicembre 2011, n. 69 Istituzione dell autorità idrica toscana e delle autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani )

2 Sommario Premessa Introduzione La struttura del Piano Inquadramento Normativo Crisi idrica: definizioni Classificazione delle criticità Monitoraggio meteo-idrologico Analisi dei sistemi acquedottistici Sistemi acquedottistici con probabile situazione di crisi idropotabile Monitoraggio I tempi del monitoraggio Dichiarazione dello stato di emergenza

3 Premessa Il Piano operativo di emergenza per la crisi idropotabile è predisposto in attuazione della L.R. 28 dicembre 2011, n. 69, art.20. Il presente documento fornisce indicazioni operative per descrivere l evolversi dell approvvigionamento idropotabile attraverso un aggiornamento periodico dei dati da parte dei Gestori, ciò al fine di monitorare e prevenire l emergenza idropotabile e costituire un valido supporto per le scelte operative quando questa si manifesta. Il documento sarà sottoposto a successive integrazioni che saranno essenzialmente sviluppate, da un lato verso una conoscenza più capillare delle infrastrutture in essere, accompagnata dal parallelo sviluppo dei sistemi di controllo da parte dei gestori, dall altro attraverso la predisposizione di un sistema di monitoraggio meteo-climatico correlato alle grandezze caratteristiche dell approvvigionamento ed in grado di verificare lo stato della risorsa. A tal fine AIT sta sviluppando un modello, con la collaborazione del Consorzio Lamma e del CNR, per valutare la risposta degli acquiferi agli andamenti pluviometrici. 2

4 1 Introduzione Ai fini di quanto indicato dal sopra richiamato art.20 della L.R.69/2011, il piano si prefigge l obiettivo di individuare le modalità di monitoraggio dello stato delle risorse idropotabili e di individuare le misure e gli interventi da attuare in caso di rischio di emergenza idropotabile dovuta a siccità, fino alla dichiarazione dello stato di emergenza idropotabile. In ragione del comma 3 dell art.20 della norma, il Piano operativo sarà attivato da AIT a seguito dell'insorgere di situazioni di criticità idropotabile. Il Piano in oggetto si colloca in un contesto di pianificazione in itinere e provvede ad uniformare, per quanto possibile ed opportuno, le misure già individuate nel territorio regionale e descritte nei Piani di emergenza vigenti presso i gestori del SII. I Piani vigenti sono stati definiti ed approvati in ottemperanza con la Deliberazione CRT 25 gennaio 2005, n. 8. Il settore idrico presenta un quadro legislativo complesso, conseguente ad una forte stratificazione normativa. Nel capitolo 3 vengono illustrate le principali norme inerenti il servizio idrico integrato che saranno considerate per la stesura del Piano operativo, incentrandosi essenzialmente sulla normativa regionale e collegandosi, per quanto necessario, al Piano di Ambito Regionale, sottoposto a VAS, approvato nel marzo La struttura del Piano Ai sensi dell art.20 della legge regionale 69/2011 il Piano operativo deve contenere: a) una relazione dettagliata di analisi del rischio di crisi idrica e dei suoi effetti, redatta secondo i criteri di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 marzo 1996 (Disposizioni in mate ria di risorse idriche); b) l individuazione e la delimitazione delle aree geografiche e dei corpi idrici interessati ; c) le fonti di approvvigionamento idrico alternative utilizzabili, in relazione alla dotazione infrastrutturale disponibile, motivando la scelta; d) gli interventi, le opere ed i lavori, puntualmente localizzati, da porre in essere, entro i tempi massimi di esecuzione prefissati, motivando le scelte; e) gli interventi, le opere ed i lavori di carattere temporaneo corredati dei relativi progetti di rimessa in pristino; f) le misure e le azioni idonee a fronteggiare situazioni di emergenza idrica idropotabile, tenuto conto anche della dotazione infrastrutturale disponibile. Per le difformità di contenuto del presente Piano rispetto alle indicazioni dell articolo 20 della LR69/2011 si rimanda alle considerazioni riportate in premessa. AIT si riserva di provvedere con aggiornamenti successivi alla sua integrazione. Si sottolinea come la localizzazione e la quantificazione delle criticità non risulta immutabile, sebbene ci siano sistemi acquedottistici comunemente più vulnerabili di altri, e come anche gli interventi atti a mitigare le possibili deficienze siano passibili di aggiornamenti e revisioni. Da tali considerazioni discende 3

5 che il Piano in oggetto si prefigge essenzialmente lo scopo di determinare il quadro complessivo di procedure e modalità da utilizzarsi per definire nel corso di ogni anno l effettivo piano operativo (annuale) che potrà essere eventualmente attivato al manifestarsi di situazioni di criticità idropotabile. 3 Inquadramento Normativo La gestione e la tutela delle acque è disciplinata a livello nazionale dalla Parte III Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall inquinamento e di gestione delle risorse idriche del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., che attua un recepimento compiuto della Direttiva Quadro 2000/60/CE. Il D.Lgs. 152/2006 individua nell'acqua una risorsa da tutelare e ne impone un utilizzo improntato a criteri di solidarietà nell'ottica di soddisfare le esigenze della generazione presente, garantendo nel contempo la conservazione del patrimonio idrico a beneficio delle generazioni future. Ne deriva che la disciplina degli usi delle acque persegue finalità di razionalizzazione, di eliminazione degli sprechi ed è tesa a favorire il rinnovo delle risorse, onde non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la piscicoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici. Si menziona per completezza anche una norma di indirizzo, emanata in attuazione della Legge Galli (L. 36/1994), ossia il DPCM 4/3/1996 il quale fornisce all allegato 6 indirizzi inerenti i piani di emergenza per la crisi idropotabile e che sarà successivamente richiamato. A livello regionale i principali atti normativi che hanno influenza nella redazione del Piano in oggetto sono riportati nella seguente tabella. Tabella 1 Normativa regionale Legge Regionale DCRT n.8/2005 Oggetto Integrazione della convezione tipo tra Autorità di Ambito Territoriale Ottimale e gestori del servizio idrico integrato per la regolamentazione delle situazioni d emergenza idrica. L.R.29/2007 Norme per l emergenza idrica per l anno 2007 L.R.69/2011 L.R.24/2012 DPGR 46/R/2008 DPGR 142/2012 Art.20 Piano Operativo dell emergenza idrica Norme per la gestione delle crisi idriche e idropotabili Regolamento di attuazione alla L.R. 20/2006 (modificato con DPGR 76/R/2012 e con DPGR 59/R/2013) Approvazione Piano straordinario di emergenza per la gestione della crisi idrica e idropotabile (PREI) ai sensi dell art.3 della L.R.24/2012 Nell ultimo decennio la Regione Toscana si è occupata del tema in oggetto a partire dalla estesa situazione di emergenza verificatasi nell estate 2003 in occasione della quale è stato dichiarato lo stato di emergenza con ordinanza del presidente regionale. In seguito a tale evento la regione Toscana è intervenuta disponendo l integrazione delle convenzioni di affidamento attraverso la Deliberazione CRT n.8/2005. L integrazione consisteva nell inserimento di un articolo recante Piano di Prevenzione dell emergenza 4

6 idrica con il quale erano indicate precise scadenze per la redazione di tale Piano da parte dei gestori nonché i contenuti dello stesso da redigersi in conformità con l allegato 6 del D.P.C.M I gestori toscani hanno quindi provveduto alla redazione dei Piani poi approvati dalle rispettive Autorità di Ambito. Nei successivi anni si sono verificate ulteriori due situazioni di criticità idropotabile causata dalla scarsità di precipitazioni (anni 2007 e 2012) ed anche in tali casi si è giunti alla dichiarazione dello stato di emergenza. Proprio con riferimento all evento siccitoso del 2012 la Regione ha emanato una disposizione normativa (L.R.24/2012) quale strumento ordinario le cui disposizioni si attivano a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza regionale e che disciplina le azioni volte a contrastare le situazioni di crisi nel rispetto della tutela del patrimonio idrico esistente. In particolare nella legge sono disciplinate le modalità operative e l attuazione degli interventi finalizzati al superamento delle situazioni di emergenza idrica ed idropotabile che, per la loro caratteristica di fenomeni non improvvisi, possono essere gestite in maniera diversa dalle altre calamità. Lo strumento primario è individuato nel piano straordinario di emergenza, approvato dal Presidente della Giunta Regionale, che contiene interventi e misure atti a garantire l omogeneità delle azioni intraprese e contestualmente a verificarne la sostenibilità in ordine ad una corretta gestione della risorsa che si concretizza anche attraverso il risparmio idrico ed un equo riparto tra i diversi usi ed utilizzatori. Relativamente all emergenza idrica 2012 la Regione Toscana con DPGR n. 87 del 4 Aprile 2012 aveva dichiarato per tutto il territorio ragionale, lo stato di emergenza regionale per condizioni di siccità ai sensi dell'art. 11 comma 2 lett. a) L.R. 67/2003, impegnando le strutture regionali a predisporre un piano regionale per l emergenza idrica, che individuasse: la mappa delle situazioni di crisi in essere e di quelle attese ; il programma degli interventi per il recupero delle perdite in rete; le ulteriori misure e interventi distinti in immediatamente attivabili, di breve e di medio periodo, da individuare tenuto conto dei diversi usi della risorsa idrica e in ragione degli scenari evolutivi possibili per le attuali fonti di approvvigionamento; i costi, i tempi e le procedure di attuazione dei diversi interventi; i soggetti responsabili e quelli coinvolti. In attuazione del sopra citato decreto n. 87/2012 è stato predisposto da parte delle strutture regionali competenti, in raccordo con l Autorità Idrica e i soggetti Gestori, il Piano straordinario di emergenza per la gestione della crisi idrica ed idropotabile, approvato con DPGR 142/2012. Nel frattempo, con la costituzione dell AIT, la Regione ha demandato a tale nuovo soggetto il lavoro di uniformazione dei piani di emergenza esistenti attraverso la determinazione di un unico piano operativo di emergenza per la crisi idropotabile, contenente le misure e gli interventi da attuare in caso di dichiarazione dello stato di emergenza (LR 69/2011, art.20). Alla data attuale il lavoro prende quindi avvio avendo a disposizione: i Piani di prevenzione dell emergenza idrica dei gestori toscani redatti a seguito della DCRT n.8/2008; i piani operativi redatti in occasione della crisi idrica del 2012 confluiti nel piano di emergenza regionale approvato dal presidente della Giunta con DPGR 142/2012; il Piano di ambito (LR 69/2011, art.19) in via di approvazione. 5

7 A latere di questo percorso operativo è opportuno menzionare il Piano ambientale ed energetico regionale (PAER), istituito con L.R. 14/2007, nel quale la regione Toscana ha inteso indicare obiettivi specifici e tipologie di intervento nell ambito della tutela quali-quantitativa delle risorse idriche. A tal proposito il PAER è stato approvato dal Consiglio Regione Toscana l 11 Febbraio 2015 con deliberazione n. 10 e l Allegato 1 alla scheda D.2 Programma straordinario degli interventi strategici Risorsa Idrica individua gli interventi strategici e quelli necessari alla sostenibilità del sistema di gestione delle risorse idriche in Toscana. AIT ha selezionato è individuato in via definitiva 12 interventi, individuati nel capitolo 8 del Piano di Ambito Regionale approvato, che si richiamano interamente come interventi efficaci e risolutivi per situazioni di emergenza idrica anche estreme. Si tratta di interventi a LUNGO TERMINE, ad oggi non finanziati se non in minima parte, con i quali potrà essere completato il modello di interconnessione delle reti e ottimizzato il sistema degli approvvigionamenti quali quantitativi. Per la descrizione di tali soluzioni si rimanda al Piano di Ambito di AIT. Il contenuto di questo Piano Operativo dell emergenza idrica offre invece indicazioni per gestire nel BREVE PERIODO le possibili situazioni di crisi idropotabile. 4 Crisi idrica: definizioni Una situazione di deficienza idrica si verifica in un sistema di approvvigionamento idrico quando il livello standard della domanda di una o più utenze non viene raggiunto. Il presente Piano è incentrato sulla crisi idrica derivante da fenomeni di siccità; la siccità è definita come una situazione occasionale e ricorrente di forte riduzione delle disponibilità idriche rispetto ai valori normali per un periodo di tempo significativo e su un ampia regione. Essa differisce dalla aridità, la quale è ristretta ad aree geografiche con condizione climatica permanente, caratterizzata da scarse precipitazioni per un dato periodo dell anno o nell intero anno. Una definizione della siccità si basa solitamente sulla deviazione dalla media di lungo periodo, ad es. calcolata sugli ultimi 30 anni di dati del campo di precipitazione (secondo la raccomandazione dell Organizzazione Meteorologica Mondiale). Superando questo modo concettuale di definire la siccità, ai fini delle possibili ripercussioni nei confronti della gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee, va considerato lo scenario in cui il fenomeno si presenta. La situazione di allarme verrà generata dalla concomitanza di fenomeni siccitosi che si manifestino nel periodo autunnale di ricarica delle falde idriche, seguite da un estate calda e priva di pioggia. Tutti questi dati sono registrati e controllati dalle strutture di monitoraggio quali ad esempio quelle del Consorzio Lamma per quanto riguarda l andamento climatico e meteorologico e del Servizio Idrologico Regionale. Alla crisi per insufficienza della risorsa di cui stiamo trattando, spesso si aggiungono altre cause di crisi (eccesso di domanda per alte temperature o per aumento di presenze turistiche). Di norma tale situazione è più frequente negli abitati di collina e montagna dipendenti da risorse locali o comunque isolati rispetto ai sistemi interconnessi. 6

8 Normalmente l eccesso di domanda si presenta non appena le temperature aumentano, con conseguente aumento anche degli usi impropri e soprattutto irrigui, nonché con l aumento del turismo sia di massa, come quello costiero, che nei piccoli abitati collinari dove si arriva anche a decuplicare la popolazione da servire rispetto a quella residente. L uso improprio dell acqua è forse il più serio di tutti ed il più difficile da eliminare per mancanza di controllo continuo e diffuso sul territorio. Gli acquedotti dimensionati solo per l uso civile dell acqua, sono usati per assolvere ad altre innumerevoli funzioni, tra le quali primariamente l irrigazione di orti e piccoli appezzamenti di terreno. D estate poi si aggiungono: riempimento di piscine, lavaggio di auto, cortili e piazzali, innaffiamento di prati e di campi sportivi comunali. 5 Classificazione delle criticità Ai sensi del D.P.C.M al punto dell Allegato 6, il valore di soglia e il valore di crisi, individuati dalla Regione Toscana con delibera n.8 del , sono rispettivamente di 100 l/ab/giorno e 70 l/ab/giorno. Ciononostante, considerata la vetustà di tali normative e in particolare visti i dati riportati nel Piano d Ambito al Capitolo 5, in cui è stato evidenziato che in circa il 75 % dei 284 Comuni toscani è utilizzata, in situazione normale, una dotazione per le utenze domestiche tra i 100 ed i 150 l/ab/gg e che circa il 18% ha dotazioni inferiori a 100 l/ab/gg., si è ritenuto corretto utilizzare quale dotazione pro-capite giornaliera lorda, quella derivata dal volume fatturato annuo suddiviso per 365 gg e per la popolazione residente eventualmente maggiorata dal coefficiente cp di punta per tenere conto del fabbisogno di punta in funzione del periodo e dell area interessata. A partire da tale valore (definito come valore di soglia), determinato per ogni sistema acquedottistico, è stata individuata una sequenza di fasi critiche che si aggravano al ridursi della quantità erogabile (Tabella 2): Tabella 2 Criticità di fornitura: classificazione CRITICITÀ DI FORNITURA Assenza di criticità: Criticità LIEVE: Criticità MEDIA: Criticità GRAVE: 1 : FORNITURA GARANTITA Erogaz. >= valore soglia Erogaz. > 80% del valore di soglia (erogazione inferiore alle 24h giorno in proporzione) Erogaz. > 50% del valore di soglia (erogazione inferiore alle 24h giorno in proporzione) Erogaz. < = 50% meno del valore di soglia (erogazione inferiore alle 12h giorno) Alla luce di quanto sopra si ritiene che le classi di criticità individuate offrano un apprezzabile livello di sicurezza per l utenza, che può comprendere gli incrementi di fabbisogno generati da un consumo maggiore correlato alla stagione estiva. 1 Per l OMS, al di sotto di 50 litri pro capite/giorno, siamo in presenza di sofferenza per mancanza di acqua. 7

9 Questi elementi saranno nel seguito del documento utilizzati per approntare una procedura di intervento suddivisa in base alla classe di criticità. È evidente che la classe di criticità per ciascun sistema acquedottistico viene assegnata non solo quando i limiti sopra indicati vengono raggiunti per tutte le utenze allacciate, ma anche quando, come spesso accade, solo una parte del sistema è gravato da crisi di erogazione (es. parti più elevate di acquedotti collinari, palazzi alti, ecc.). 6 Monitoraggio meteo-idrologico Un contributo fondamentale durante le fasi di Previsione e di Gestione dell Emergenza è fornito dai dati provenienti dalle reti di monitoraggio, sia che queste appartengano direttamente ai Gestori (monitoraggio interno) sia che siano gestite da enti o soggetti esterni (monitoraggio esterno). Di seguito verranno elencati i vari sistemi di monitoraggio utilizzati per i fenomeni di siccità: monitoraggio interno: Misure di livello di falda nelle zone interessate dai pozzi, misure di portata delle sorgenti, misure di livello all interno di serbatoi, vasche di accumulo, invasi naturali ed artificiali etc. monitoraggio esterno: Un quadro piuttosto preciso della situazione in atto e degli scenari che potrebbero verificarsi a breve e lungo termine è ottenibile dalla consultazione dei dati relativi a precipitazioni meteoriche ed alle temperature pubblicati dal Centro Funzionale della Regione Toscana. Un grosso apporto nel prevedere gli eventi siccitosi è inoltre costituito dal servizio denominato info-idro-pluviometrico accessibile via web a soggetti delle aziende acqua abilitati. Partendo dai dati idro-pluviometrici appartenenti al Centro Funzionale Regionale (valori pluviometrici cumulati su intervalli di tempo di base [15', 30' o 1 ora], misure di livello idrometrico istantanee) vengono fornite, mediante specifiche aggregazioni ed elaborazioni, le mappe (ed i corrispettivi valori) delle distribuzioni cumulate delle piogge riferite all ultimo giorno, all ultima settimana, all ultimo mese, e le mappe (ed i corrispettivi valori) relative allo stato delle portate dei corsi d acqua nell ultimo giorno. Il confronto tra i suddetti dati e le serie storiche relative a periodi storicamente critici (es. anno 2003) permettono di avere un quadro piuttosto chiaro, soprattutto se integrato con i dati freatimetrici in possesso dell azienda, della situazione attuale e degli scenari possibili. Il Consorzio Lamma con le sue previsioni meteorologiche potrà dare una indicazione sulle precipitazioni e le temperature future nel breve medio periodo consentendo di prevedere l andamento climatico e conseguentemente il possibile regime delle precipitazioni. Come indicato in Premessa, nel futuro sviluppo di questo piano, con l ausilio dei gestori e dei soggetti preposti al monitoraggio esterno di cui sopra, sarà data priorità alla definizione di una metodologia di analisi che possa correlare gli andamenti meteo-pluviometrici con le grandezze in grado di prevedere/valutare lo stato quantitativo della risorsa (Lamma e CNR). 7 Analisi dei sistemi acquedottistici Vengono inseriti nel Piano gli schemi acquedottistici disponibili presso i gestori toscani i quali costituiscono la base per una riconfigurazione omogenea che consenta di evidenziare le situazioni a maggior rischio di crisi idrica sulla base di bilanci idrici condotti a livello di sistema. 8

10 Le situazioni di maggior rischio sono identificate tenendo conto di fattori correlati al monitoraggio della risorsa e dell andamento climatico, come specificato al precedente paragrafo. In particolare saranno identificati e monitorati i sistemi per i quali è stata registrata nel periodo almeno una situazione di crisi idropotabile di qualsiasi livello di criticità dovuta a crisi idrica per insufficienza della risorsa primaria per siccità In allegato (Allegato n. 1) sono riportati gli schemi acquedottistici esistenti nel territorio toscano in gestione alle società Gaia spa e Geal spa (CT 1), Acque spa (CT 2), Publiacqua spa (CT 3), Nuove Acque spa (CT 4), ASA spa (CT5) e Acquedotto del Fiora (CT6). Per il prossimo futuro è prevista da parte di AIT la definizione di uno schema tipo cui i gestori si dovranno uniformare nelle tempistiche che saranno indicate. 8 Sistemi acquedottistici con probabile situazione di crisi idropotabile Come indicato al precedente paragrafo, si identificano quali sistemi acquedottistici con probabile situazione di crisi idropotabile i sistemi per i quali è identificabile una criticità stagionale collegata agli indici climatologici, ovvero quei sistemi per i quali è stata registrata nel periodo almeno 1 situazione di crisi idropotabile per siccità di qualsiasi livello di criticità. Per ognuno di tali sistemi acquedottistici dovrà essere compilata una scheda contenente le seguenti informazioni (vedi schema in Allegato n.2): 1. Fonte di approvvigionamento; 2. Località ove si verifica la criticità; 3. Popolazione coinvolta dalla crisi; 4. Dotazione standard in situazione normale (vol fatt. tot/ pop residente); 5. Popolazione fluttuante = pres. Turistiche annue x 2 /presenza media annua in gg (se non disponibile coeff. punta cp= pop res+pop flutt/pop res); 6. Livello di criticità di fornitura atteso/effettivo (ex Tabella 2); 7. Interventi risolutivi (Strategici PAER); 8. Interventi gestionali; 9. Individuazione di fonti alternative già in essere utilizzabili anche se di qualità inferiore alla normativa; 10. Interventi attivabili nel breve periodo che mitigano il rischio di crisi idropotabile con relativa stima del costo; 11. Individuazione corpi idrici per i quali è necessaria un azione di limitazione degli usi diversi dal potabile e di sospensione di ulteriori concessioni. 9

11 La compilazione delle suddette schede andrà a costituire l adempimento ai punti (da b) ad f)) di cui al comma 3 dell art.20 della legge 69/2011 (vedi capitolo 2). 9 Monitoraggio Come osservato nei paragrafi precedenti l emergenza idrica deve essere gestita attraverso un approccio globale che vede coinvolti tutti i soggetti competenti in maniera tale da consentire un preannuncio di condizioni di crisi idrica e quindi una adeguata risposta in termini di misure correttive e di tampone. Per il monitoraggio del livello di emergenza è stata strutturata una matrice che consente di pesare sia il livello di criticità di fornitura definito al paragrafo 5 per i sistemi acquedottistici critici che la rilevanza della popolazione complessivamente interessata, al fine di quantificare il livello di emergenza su scala regionale e le relative procedure/azioni associate da intraprendere. Tabella 3 Livelli di emergenza ABITANTI/CRITICITA' LIEVE MEDIA GRAVE <= > In ciascuna fase di monitoraggio e per ciascun sistema acquedottistico sarà indicata la previsione della criticità in linea con quanto indicato in Tabella 2 e sulla base della popolazione del sistema acquedottistico in esame. Sarà quindi individuato il livello di emergenza regionale come somma di singole situazioni per livello di criticità e abitanti complessivi associati. Tabella 4 LIVELLO DI EMERGENZA CASI 1-3 (<6) CASI 6-12 (<18) CASI (fino a 54) Azioni da attivare per classi di emergenza AZIONI Il gestore fa fronte alla situazione di crisi con procedure ordinarie di gestione dell'emergenza in autonomia chiedendo eventuali ordinanze di restrizione all'uso nei comuni interessati dalla crisi e informando la popolazione del livello di disaggio e del servizio sostitutivo eventualmente predisposto. Attua inoltre le misure gestionali e operative per ridurre il disagio o prevenirne un peggioramento. Si ritiene residuale la richiesta di stato di emergenza attivabile solo se effettivamente utile ; Il gestore attua al massimo le misure gestionali in modo da contenere perdite e consumi, coordinandosi con AIT e comuni. AIT chiederà a RT e Altri enti (ADB) e alla ASL misure straordinarie e tavoli tecnici. AIT chiederà agli altri Gestori se possibile di cooperare con i gestori più in crisi. AIT in taluni casi peculiari si riserva di richiedere lo stato di emergenza. AIT chiederà alla RT l'attivazione dello stato di emergenza oltre ad attivare tutto quanto già previsto ai punti precedenti Per crisi idrica orientativamente si intende una situazione attesa (in fase previsionale) o reale in fase operativa superiore a 15gg consecutivi. Oltre 30gg in fase di emergenza effettiva si raddoppiano i valori tabellari. 2 Tale valore rappresenta la quota di popolazione cui può essere garantita la normale fornitura attraverso servizi sostitutivi (autobotti, ecc.). 10

12 Laddove si raggiunga un livello di criticità GRAVE e sia quindi richiesto lo stato di emergenza regionale ai sensi della L.R. 24/2012 e questa sia quindi dichiarata, pur ritenendosi valide e utili le indicazione del presente Piano, le valutazioni su ulteriori misure e azioni da intraprendere dovranno essere individuate ai sensi della L.R. 24/2012 stessa. 10 I tempi del monitoraggio Periodo Novembre-Marzo Entro Novembre di ogni anno AIT, con la collaborazione dei soggetti preposti (Servizio idrogeologico regionale e Consorzio Lamma) stima il livello di emergenza prevedibile sulla base della piovosità e degli indici di siccità. Da tali soggetti, nonché dal confronto con i Gestori, è anche ottenuta la portata dei corpi idrici superficiali e le volumetrie accumulate nei bacini (Bilancino, Montedoglio, ecc). Laddove esiste la strumentazione sono rilevati anche i livelli dei corpi idrici sotterranei sottoposti a misurazione da parte dei gestori. I gestori entro tale data determinano le informazioni elencate al paragrafo 8 per ciascuno dei sistemi per i quali è prevedibile una sofferenza idropotabile causata da siccità. Entro Gennaio di ogni anno i Gestori effettuano il primo monitoraggio dei sistemi acquedottistici sopra indicati, indicando il livello di criticità prevedibile secondo la codifica riportata in Tabella 2 e attiva le eventuali misure gestionali in analogia a quanto indicato in Tabella 4. Il primo report di monitoraggio è trasmesso ad AIT entro il 31 gennaio con indicazione delle misure attivate. Generalmente si ritiene che in questa fase temporale AIT, seppur rilevando dal monitoraggio una situazione attesa di grave emergenza, non attivi la richiesta di emergenza idropotabile, ma informi gli enti della situazione prevista per l attivazione di misure restrittive e di gestione degli usi. Entro Marzo i Gestori aggiornano il monitoraggio dei livelli di criticità attivi o prevedibili ed eventualmente intensificano le misure gestionali. Il secondo report di monitoraggio è trasmesso ad AIT entro il 31 marzo con indicazione delle misure attivate e dello stato di attuazione degli interventi previsti nella scheda di cui al paragrafo 8. AIT, con la collaborazione dei soggetti preposti, aggiorna gli indici di piovosità attesi e le previsioni meteorologiche a breve termine, nonché analizza i livelli dei corpi idrici sotterranei e lo stato dei corpi idrici superficiali, quindi verifica la necessità di comunicare a Comuni, enti diversi e RT l esigenza di attivare richiesta di ordinanza o di controllo per restrizioni degli usi, richieste di deroghe ASL fino alla richiesta di emergenza crisi idropotabile laddove siano prevedibili livelli di emergenza >18. Gli aggiornamenti del monitoraggio saranno intensificati in frequenza, fino ad un livello mensile, se in presenza di livelli di emergenza attesi superiori a 6. Periodo Giugno - Settembre Successivamente le procedure saranno impostate in modo da monitorare lo stato di attuazione degli interventi e delle misure operative e sanno monitorate le uniche situazione in stato critico o che si annunciano critiche nel corso della stagione estiva, con frequenze in linea con le necessità. Salvo diverse indicazioni saranno fissate le date del 30 giugno e del 30 settembre come termini per gli ulteriori aggiornamenti del monitoraggio. Come detto, laddove in presenza di uno stato di emergenza dichiarato, si attiveranno le procedure previste dalla LR 24/2014 ed in particolare sarà la Cabina di regia definita all art.7 che provvederà alla formazione del Piano straordinario di emergenza per la gestione della crisi idrica ed idropotabile di cui all articolo 3 e curerà il monitoraggio dell andamento dello stato di crisi idrica e idropotabile. 11

13 In sintesi, i percorsi che si attiveranno in parallelo a partire dal mese di novembre di ogni anno sono: l aggiornamento della previsione idrometeorologica della situazione attesa (indicativamente novembre-marzo) o reale (indicativamente giugno-settembre); l attuazione di misure preventive tampone (indicativamente novembre-marzo) o operative di contenimento (indicativamente giugno-settembre). Per quanto attiene il monitoraggio idrologico e meteoclimatico e delle risorse gli elementi che dovranno essere analizzati sono: MONITORAGGIO (Elementi di valutazione) PIOVOSITA'/INDICI DI SICCITA' LIVELLO CISS LIVELLO CORSI D'ACQUA LIVELLO LAGHI INVASI LIVELLO DI FORNITURA PREV. METEOROLOGICHE E CLIMATOLOGICHE Per quanto riguarda invece le azioni/misure da attivare al fine di limitare il disagio da crisi idropotabile dovranno essere eseguite le seguenti, suddivise tra strutturali e gestionali nonché tra interne (Gestore) ed esterne (altri enti) : MISURE DI PREVENZIONE IN PREVISIONE DI EMERGENZA E OPERATIVE DURANTE L'EMERGENZA GESTORE: interconnessioni e attivazione nuove fonti anche di minor qualità rapidamente realizzabili (da30 a 180gg massimo). Interventi di installazione sistemi di STRUTTURALI controllo della pressione e monitoraggio del MNF, dei livelli dei serbatoi e delle fonti in genere GESTORE: campagne di individuazione perdite con riparazioni in manutenzione ordinaria o straordinaria e sostituzioni condotte. Gestione delle pressioni, attivazione GESTIONALI del servizio autobotte in ricarica al serbatoio o al pubblico. Informazione a cittadini ed enti AIT (E GESTORE per fasi gialle): campagne di sensibilizzazione al risparmio idrico; richiesta di ordinanza o di controllo e restrizioni degli usi, richieste di gestione dei rilasci ATTI ESTERNI e restrizione altre concessioni; richieste di deroghe ASL. Richiesta emergenza crisi idropotabile 12

14 In conclusione il percorso tipo può schematizzarsi come segue 3 : MONITORAGGIO e POSSIBILI AZIONI da intraprendere 30-nov 31-gen 31-mar 30-giu 30-set Stima previsione idrometeorologica della situazione ATTESA (Lamma) + stato risorse Verifica stato sistemi ACQ Aggiornamento previsione idrometeorologica della situazione ATTESA (Lamma) + stato risorse Aggiornamento previsione idrometeorologica della situazione REALE Verifica stato sistemi ACQ eventuali MISURE Attivazione Misure Attivazione/intensific azione MISURE Info ENTI per eventuale attivazione di misure restrittive e di gestione degli usi Residuale possibilità richiesta STATO EMERGENZA IDRICA laddove siano prevedibili livelli di emergenza elevati Info ENTI e RT per eventuale richiesta di ordinanza o di controllo per restrizioni degli usi, richieste di deroghe ASL Possibile richiesta STATO EMERGENZA IDRICA laddove siano prevedibili livelli di emergenza >18 Verifica stato sistemi ACQ Intensificazione MISURE Verifica stato avanzamento interventi e misure Possibile richiesta STATO EMERGENZA IDRICA Laddove in presenza di uno stato di emergenza dichiarato, si attivano le procedure previste dalla LR 24/2014 ed in particolare la Cabina di regia che provvede alla formazione del Piano straordinario di emergenza Aggiornamento previsione idrometeorologica della situazione REALE Verifica stato sistemi ACQ Verifica stato avanzamento interventi e misure 11 Dichiarazione dello stato di emergenza Laddove AIT proceda nella richiesta dello stato di emergenza alla Regione Toscana, come previsto all art.20, comma 3 della L.R.69/2011, e nel contempo sia quindi attivato il Piano operativo attraverso la messa in atto da parte dei gestori sia delle misure gestionali sia degli interventi rapidamente eseguibili, si intenderà il PdI automaticamente aggiornato in accordo coi gestori, individuando le risorse necessarie alla copertura di tali interventi negli investimenti legati alle manutenzioni straordinarie e ai potenziamenti. Nel caso emergessero difficoltà di natura economica sarà richiesta la convocazione di un assemblea AIT nelle modalità indicate nella stessa LR 69/ Si tratta di indicazioni che devono essere valutate peculiarmente per ogni caso ed AIT si riserva di richiedere ai Gestori ulteriori elementi di dettaglio o anche di operare con tempistiche diverse in ragione degli eventi che si manifesteranno. 13

1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:

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