BILANCIO. NB il materiale non recepisce le novità di cui al recente intervento. normativo ex d.lgs. 139/2015

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1 BILANCIO NB il materiale non recepisce le novità di cui al recente intervento normativo ex d.lgs. 139/2015

2 Disciplina del bilancio d esercizio Ø Codice Civile (D.Lgs. 127/1991 e successive modifiche in particolare D. Lgs. 6/2003) Integrati ed interpretati dai principi contabili nazionali (norme tecniche), emessi dall OIC (Organismo Italiano di Contabilità) Ø Principi Contabili Internazionali (IFRS, IAS) IFRS: International Financial Reporting Standards IAS (precedente denominazione): International Accounting Standards Sono emessi dallo IASB (International Accounting Standard Board), già IASC (International Accounting Standard Committee) Sono stati introdotti in Italia dal Regolamento CE 1606/2002 con una estensione successiva dello loro applicazione dovuta al D. Lgs. 38/

3 D. Lgs. 38/2005 Società quotate Banche Enti finanziari vigilati Società con strumenti finanziari diffusi Assicurazioni quotate e non quotate [*] BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO INDIVIDUALE BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO INDIVIDUALE IFRS OBBLIGATORI IFRS ESCLUSI NEL 2005, OBBLIGATORI NEL 2006 IFRS OBBLIGATORI IFRS FACOLTATIVI NEL 2005, OBBLIGATORI NEL

4 D. Lgs. 38/2005 Società controllate da: ü quotate ü banche ü Enti finanziari vigilati ü Società con strumenti finanziari diffusi Altre società che redigono il consolidato Altre società non consolidate da società che redigono il consolidato (escluse quelle minori) BILANCIO INDIVIDUALE BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO INDIVIDUALE IFRS FACOLTATIVI [***] IFRS FACOLTATIVI [**] 4

5 D. Lgs. 38/2005 Società minori (art bis c.c.) BILANCIO INDIVIDUALE ESCLUSE APPLICAZIONE IFRS [*] gli IFRS sono obbligatori dal 2005 solo per la redazione del bilancio individuale delle imprese di assicurazione quotate che non redigono il bilancio consolidato [**] la facoltà di applicazione degli IFRS (se esercitata) deve riguardare sia il bilancio individuale, sia il bilancio consolidato [***] la facoltà di applicazione degli IFRS potrà essere esercitata a partire dall esercizio individuato con Decreto emesso, di concerto, dal Ministro dell Economia e delle Finanze e dal Ministro della Giustizia (non emanato allo stato) 5

6 Principi di redazione del bilancio IFRS Principi contabili nazionali ASSUNTI Competenza Continuità CARATTERISTICHE QUALITATIVE Comprensibilità Significatività Attendibilità Comparabilità ü rappresentazione fedele ü prevalenza sostanza su forma ü prudenza ü neutralità ü completezza 6

7 Bilancio Codice Civile - PCN Art c.c. documenti che formano il bilancio Ø Stato Patrimoniale Ø Conto Economico Ø Nota integrativa Corredato dai seguenti documenti: Ø Relazione sulla gestione (art c.c.) Ø Relazione degli organi di controllo (art ter c.c. art c.c.) 7

8 Bilancio IFRS IAS nr. 1 Ø Stato Patrimoniale Ø Conto Economico Ø Note di commento Ø Rendiconto finanziario Ø Prospetto variazioni del patrimonio netto Corredato dai seguenti documenti: Ø Relazione degli organi di controllo (art ter c.c. art c.c.) 8

9 Conto economico (schema) PCN C.C. CE configurazione ex art c.c. (1/2) 9

10 Conto economico (schema) PCN C.C. CE configurazione ex art c.c. (2/2) 10

11 Stato Patrimoniale (schema) PCN C.C. ATTIVITA configurazione ex art c.c. (1/2) 11

12 Stato Patrimoniale (schema) PCN C.C. PASSIVITA configurazione ex art c.c. (2/2) 12

13 Conto economico IFRS I principi contabili internazionali non prevedono un ordine o uno schema con il quale debbano essere esposte le voci di stato patrimoniale e di conto economico. Lo IAS 1 stabilisce, per entrambi i citati documenti, un contenuto minimo; per il conto economico tale contenuto è il seguente: 1) ricavi 2) oneri finanziari 3) quota dei profitti e delle perdite delle società collegate e joint venture valutate con il metodo del patrimonio netto 4) utili e perdite ante imposte di operazioni destinate alla cessazione 5) oneri fiscali 6) utile o perdita 7) interessi di minoranza 8) utile netto o perdita di periodo attribuibile agli azionisti della capogruppo 13

14 Conto economico IFRS La prassi, pur non essendo vincolata, come segnalato in precedenza, ad indicazioni specifiche, accoglie il contenuto del conto economico in schemi analoghi a quello che di seguito si riporta, dove la colonna note indica la sezione delle note di commento dedicata alla voce di riferimento. 14

15 Stato Patrimoniale IFRS Anche per lo stato patrimoniale, i principi contabili internazionali prevedono un contenuto minimo, che di seguito si riporta: a) Immobili, impianti e macchinari b) Investimenti in immobili c) Attività immateriali d) Attività finanziarie (esclusi valori in (e), (h) ed (i)) e) Partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto f) Attività biologiche g) Rimanenze h) Crediti commerciali ed altri crediti; i) Disponibilità liquide e mezzi equivalenti l) Debiti commerciali ed altri m) Fondi n) Passività finanziarie o) Attività e passività fiscali correnti p) Attività e passività fiscali differite q) Interessi di minoranza presenti nel patrimonio netto r) Capitale emesso e riserve attribuibili ai possessori di capitale proprio della controllante 15

16 Stato Patrimoniale IFRS Lo schema di conto economico cui la prassi fa ricorso è il seguente (1/2): 16

17 Stato Patrimoniale IFRS Lo schema di conto economico cui la prassi fa ricorso è il seguente (2/2): 17

18 Rendiconto finanziario GESTIONE OPERATIVA (1/3) 18

19 Rendiconto finanziario GESTIONE INVESTIMENTO (2/3) 19

20 Rendiconto finanziario GESTIONE FINANZIARIA (3/3) 20

21 Criteri di valutazione IMPOSTAZIONE NAZIONALE (C.C. Principi contabili) Il criterio del costo è alla base, pur con recenti innovazioni, della disciplina del bilancio d esercizio e informa i criteri di valutazione contemplati dalla vigente normativa. IMPOSTAZIONE INTERNAZIONALE (IFRS) Il criterio del fair value è alla base delle indicazioni valutative date dalla prassi contabile internazionale. Il fair value (valore equo) è spesso interpretato come valore corrente o di mercato ed è qualificato come «il corrispettivo al quale un attività può essere scambiata, o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili, in una transazione tra terzi indipendenti». 21

22 Criteri di valutazione DEROGHE Il Codice Civile prevede che laddove (casi eccezionali) la pedissequa applicazione della normativa non consenta di fornire una rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione aziendale, si debba derogare alla norma stessa (art. 2423, comma IV, c.c.). La deroga deve essere spiegata e motivata dagli amministratori in nota integrativa. Analoga previsione è contemplata anche dai principi contabili internazionali, i quali stabiliscono che ci si debba discostare dalle indicazioni dagli stessi fornite per tutelare l attendibilità del bilancio. Il cambiamento va motivato e spiegato nelle note di commento. Va anche evidenziato che gli IFRS distinguono il: Ø Cambiamento di politica contabile: è il cambiamento di un criterio di valutazione; Ø Cambiamento di stima contabile: cambiamento delle modalità di applicazione di un criterio. 22

23 Immobilizzazioni materiali Gli standard contabili di riferimento sono: Principio contabile nazionale (PCN) nr. 16 IAS n. 16 IAS n

24 Immobilizzazioni materiali PCN 16 Definizione: sono beni di uso durevole, la cui utilità, per l azienda è legata ad un intervallo temporale medio-lungo. Si individuano le seguenti categorie: terreni e fabbricati; impianti e macchinari; attrezzature industriali e commerciali; altri beni; immobilizzazioni in corso e acconti. 24

25 Immobilizzazioni materiali PCN 16 Iscrizione inziale: al costo di acquisto o di produzione Valutazione successiva: ammortamento sistematico ed eventuale svalutazione per perdite durevoli di valore. La rivalutazione è consentita solo in presenza di leggi speciali che lo consentano (c.d. rivalutazione monetaria). La rivalutazione non costituisce componente del conto economico ma va iscritta in apposita riserva di patrimonio netto nell esercizio in cui viene effettuata (voce A.III riserve di rivalutazione). 25

26 Immobilizzazioni materiali PCN 16 NB: Per il PCN n. 16 i terreni non si ammortizzano, in quanto la loro utilità non si esaurisce nel tempo. I fabbricati civili, rappresentanti una forma di investimento, possono non essere ammortizzati. 26

27 Immobilizzazioni materiali PCN 16 Perdita durevole di valore: La perdita deve essere duratura e può derivare, ad esempio, da danneggiamenti del bene, da obsolescenza, da cambiamenti teconologici. La svalutazione dell immobilizzazione con la quale si recepisce la perdita durevole rappresenta un costo dell esercizio da iscrivere al nr. 10, lettera c), dei costi della produzione (Schema conto economico art c.c.). 27

28 Immobilizzazioni materiali PCN 16 Perdita durevole di valore: La norma stabilisce che quando vengono meno, in tutto o in parte, le cause che hanno determinato la svalutazione, questa non può essere mantenuta, il valore al costo deve essere ripristinato 28

29 Immobilizzazioni materiali IAS 16 Iscrizione inziale: iscrizione al costo che include: il prezzo di acquisto del bene; eventuali costi accessori direttamente attribuibili all acquisizione del bene; la stima iniziale dei costi di smantellamento e di rimozione del bene e bonifica del sito sul quale lo stesso insiste. 29

30 Immobilizzazioni materiali IAS 16 Valutazione successiva - gli IAS consentono le seguenti alternative: METODO DEL COSTO: il bene viene valutato al costo, al netto degli ammortamenti e delle perdite di valore. METODO RIDETERMINAZIONE DEL VALORE: il bene viene iscritto ad un valore rideterminato, pari al suo fair value alla data di rideterminazione, al netto degli ammortamenti accumulati e delle successive perdite di valore. E consentita, pertanto, la rivalutazione dei beni. 30

31 Immobilizzazioni materiali IAS 16 FAIR VALUE I principi contabili internazionali, con riferimento alle immobilizzazioni materiali, forniscono la seguente definizione di fair value: Terreni ed edifici E rappresentato, solitamente, dal valore di mercato, stimato, in genere, mediante perizia rilasciata da esperto. Impianti e macchinari E rappresentato dal valore di mercato di tali beni stimato mediante perizia. In assenza di mercato attivo, la stima del fair value si basa sui flussi di reddito legati a tali beni o sul costo di sostituzione degli stessi. 31

32 Immobilizzazioni materiali IAS 16 La rivalutazione delle immobilizzazioni materiali effettuata a seguito dell applicazione del metodo della rideterminazione del valore, deve essere imputata direttamente a patrimonio netto, sotto la voce riserva da rivalutazione, tuttavia, tale rivalutazione deve essere rilevata a conto economico nella misura in cui, la stessa, annulla una svalutazione dello stesso bene iscritta, in precedenza, a conto economico. 32

33 Immobilizzazioni materiali IAS 16 PERDITE DI VALORE: Lo IAS 16, rimanda per la determinazione delle eventuali perdite di valore allo IAS 36 (Riduzione durevole di valore delle attività), in base al quale: l azienda, deve valutare, ad ogni data di riferimento di bilancio, se esiste una indicazione che l attività possa aver subito una perdita durevole di valore [ricorso ad indicazioni interne ed esterne]; se esiste una indicazione che un attività può aver subito una riduzione durevole di valore questo può voler dire che la vita utile residua, il criterio di ammortamento, o il valore residuo dell attività debbono essere riconsiderati. Occorre, quindi, ai fini di tale verifica determinare il valore recuperabile del bene. 33

34 Immobilizzazioni materiali IAS 16 CONCETTO DI VALORE RECUPERABILE: E il maggiore tra il fair value [1] di un attività meno i costi di vendita (o di una unità generatrice di flussi finanziari) e il proprio valore d uso [2]. Non è sempre necessario determinare entrambi i valori (fair value valore d uso).se uno dei due valori risulta, infatti, superiore al valore contabile, l attività non ha subito riduzioni durevoli di valore. 34

35 Immobilizzazioni materiali IAS 16 UNITA GENERATRICE DI FLUSSI FINANZIARI: L unità generatrice di flussi finanziari è il più piccolo gruppo identificabile di attività patrimoniali che genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi generati da altre attività o gruppi di attività. Le unità generatrici di flussi finanziari non devono essere create atificialmente, mettendo insieme beni qualsiasi, ma devono corrispondere sempre ad una business unit che il controllo di gestione interno dell impresa è in grado di monitorare nel suo funzionamento e, soprattutto, nei flussi finanziari che essa genera. 35

36 Immobilizzazioni materiali IAS 16 CRITERI PER IL CALCOLO DEL FAIR VALUE [1] La migliore evidenza è data dal prezzo pattuito in un accordo di vendita vincolante in una operazione tra parti indipendenti, rettificato dei costi direttamente attribuibili alla dismissione del bene (es. costi per mediazioni). Se, per quel determinato bene, non vi è accordo vincolante di vendita, ma esso è commercializzato in un mercato attivo, il valore ricercato è pari al prezzo corrente di mercato, al netto dei costi di dismissione 36

37 Immobilizzazioni materiali IAS 16 CRITERI PER IL CALCOLO DEL VALORE D USO [2] E il valore attuale dei flussi di finanziari futuri che la singola attività (o unità generatrice di flussi finanziari) è in grado di generare durante la sua prevista vita utile, più il valore attuale netto del flusso finanziario netto derivante dalla dismissione del cespite alla fine della vita utile. Occorre, quindi, determinare alla stima dei flussi finanziari futuri in entrata ed in uscita che derivano dal cespite e dalla sua dismissione finale 37

38 Immobilizzazioni materiali IAS 16 INDIVUAZIONE DELLA PERDITA DI VALORE Si assume come valore recuperabile il maggiore tra il fair value del bene e il valore d uso del bene. Si confronta il valore contabile del bene con il relativo valore recuperabile, come sopra individuato: VALORE RECUPERABILE maggiore VALORE CONTABILE VALORE RECUPERABILE inferiore VALORE CONTABILE Non c è stata perdita di valore; non occorre svalutare il bene C è stata perdita di valore, pari alla differenza tra i due valori; occorre svalutare il bene 38

39 Immobilizzazioni materiali IAS 16 ESEMPIO: determinazione del valore d uso di un impianto L impresa ALFA utilizza un macchinario per realizzare il prodotto X, che ha, al 31 dicembre 2007, valore contabile pari a Le fasi per la determinazione del valore d uso del macchinario sono: stima dei flussi finanziari legati all utilizzo del macchinario ed alla sua eventuale dismissione; identificazione di un tasso di sconto per l attualizzazione dei flussi finanziari futuri. FLUSSI DI CASSA NETTI - Si ipotizza che il valore residuo del macchinario sia pari a zero. TASSO DI ATTUALIZZAZIONE Tasso stimato nella misura del 7,50% 39

40 Immobilizzazioni materiali IAS 16 ESEMPIO: determinazione del valore d uso di un impianto ATTUALIZZAZIONE FLUSSI DI CASSA NETTI al VAN=[7.300*(1,075) -1 ] + [7.000*(1,075) -2 ] + [6.900*(1,075) -3 ]+ [6.800*(1,075) -4 ] = Si ipotizza che il valore di mercato del bene sia inferiore al valore d uso; si utilizza, quindi, quest ultimo per il confronto con il valore contabile. INDIVIDUAZIONE DELLA PERDITA DI VALORE Svalutazione (costo conto economico) e corrispondente riduzione del valore del bene. 40

41 Immobilizzazioni materiali IAS 40 Lo IAS 40 disciplina il trattamento contabile degli investimenti immobiliari, posseduti dalle imprese per essere locati a terzi o per finalità di accrescimento del capitale impiegato (valorizzazione dell investimento). Iscrizione inziale: al costo. Valutazioni successive; l impresa può scegliere tra: la contabilizzazione al fair value [1]; la contabilizzazione al costo [2]. 41

42 Immobilizzazioni materiali IAS 40 MODELLO DEL FAIR VALUE [1] Il fair value dell investimento immobiliare è il prezzo al quale la proprietà può essere scambiata tra parti consapevoli e disponibili in una libera transazione e deve riflettere le condizioni di mercato alla data di riferimento del bilancio e, dunque, deve essere calcolato/rivisto periodicamente. I componenti positivi o negativi di reddito derivanti dalla eventuale variazione del fair value del bene devono essere iscritti a conto economico ed il valore contabile del bene non deve essere ammortizzato 42

43 Immobilizzazioni materiali IAS 40 MODELLO COSTO [2] Nel caso di scelta del metodo del costo, gli investimenti immobiliari devono essere valutati al costo ammortizzato, rettificato per riflettere eventuali perdite durevoli di valore. L impresa che opta per la valutazione al costo ha comunque l onere di indicare nelle note al bilancio il fair value degli immobili. 43

44 Leasing Gli standard contabili di riferimento sono: Principio contabile nazionale nr. 12 OIC 1 IAS n

45 Leasing Leasing finanziario Contratto con il quale il locatore (che è generalmente una società finanziaria specializzata, ovvero una società industriale che utilizza la formula del leasing per finanziare la propria clientela) concede in locazione al conduttore un bene strumentale per un periodo predeterminato, al termine del quale il conduttore ha la facoltà di acquistare la proprietà del bene a fronte di un corrispettivo stabilito nel contratto stesso e generalmente molto inferiore al valore corrente del bene. Trasferimento di fatto di tutti proprietà del bene al conduttore. i rischi e benefici derivanti dalla Il contratto è, nella sostanza, un finanziamento che permette al conduttore di pagare in modo dilazionato i beni oggetto di leasing, dei quali entra immediatamente in possesso. 45

46 Leasing - le tipologie Leasing finanziario (cont.) Lo IAS n. 17 Accounting for lease definisce esempi di situazioni che implicano la classificazione di un leasing come finanziario: Proprietà: il contratto prevede il trasferimento della proprietà al conduttore al termine del periodo di locazione; Riscatto: il conduttore ha il diritto di acquistare il bene ad un prezzo che si prevede sufficientemente basso, rispetto al valore corrente alla data in cui il diritto può essere esercitato. Alla data di stipulazione del contratto di leasing, è ragionevolmente certo che l'opzione di acquisto sarà esercitata; Durata: la durata del contratto copre la maggior parte della vita utile del bene indipendentemente dal passaggio di proprietà al termine del periodo di locazione; Valore del bene: alla data in cui sorgono le principali obbligazioni contrattuali del contratto di leasing, il valore attuale dei pagamenti previsti è maggiore o sostanzialmente uguale al valore corrente del bene, al netto dei contributi pubblici e dei crediti d'imposta a cui il locatore ha diritto. 46

47 Leasing - le tipologie Leasing operativo E un qualsiasi contratto di leasing differente dal leasing finanziario (pertanto i rischi e i benefici legati alla proprietà non sono trasferiti dal locatore al locatario). Trattasi, in sostanza, di una normale locazione. 47

48 Leasing finanziario : prassi italiana Il Codice Civile Il Codice civile non tratta mai l'argomento del leasing finanziario. Solo nella relazione al D.Lgs. n. 127/1991 nel commento al testo modificato dell'art bis del Codice civile si rinviene un accenno alla problematica del leasing, che, per mancanza di un'apposita delega, non è stata affrontata in tale sede. Il comma 22 dell art cc (introdotto dalla riforma del diritto societario D. Lgs. 6/2003) prevede l obbligo di inserire in Nota integrativa in caso di leasing finanziario: un prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute; l ammortamento finanziario attribuibile al contratto e riferibile all esercizio; l ammontare al quale i beni in locazione sarebbero stati iscritti se fossero stati considerati immobilizzazioni. 48

49 Leasing finanziario : prassi italiana Principi contabili nazionali (PNDC n.17 e n.22) Il Documento n. 17 Il bilancio consolidato prescrive che nel bilancio consolidato venga adottato il metodo finanziario stabilito dal Principio contabile internazionale n. 17 e ammette, in via subordinata e transitoria, in attesa che la materia venga disciplinata dal legislatore, che il leasing finanziario venga rilevato in consolidato come leasing operativo, a condizione però che nella nota integrativa siano illustrati e quantificati tutti gli effetti che si sarebbero prodotti sulle diverse voci del bilancio qualora si fosse adottato il metodo finanziario. Il Documento n. 22 Conti d ordine Nel caso di stipulazione di un contratto di leasing finanziario, qualora l'impresa utilizzatrice adotti il cosiddetto criterio patrimoniale di rilevazione, si dovrà indicare, nei conti d'ordine l'importo dei canoni ancora da pagare oltre a quello costituito dal prezzo di riscatto del bene. L OIC riprende la distinzione tra leasing finanziario e operativo (Appendice A del PCN nr. 12), mentre l appendice di aggiornamento all OIC tratta le operazioni di lease-back. 49

50 Leasing finanziario : prassi italiana Documento OIC 1 Il documento emesso in data 25 ottobre 2004 individua e suggerisce su come ottenere ed elaborare le informazioni da fornire nella nota integrativa secondo il dettato del codice civile. In aggiunta il documento individua altre informazioni da inserire in nota integrativa ancorché non siano richieste espressamente dal codice civile. In particolare: Il valore del bene locato Il debito implicito verso il locatore L onere finanziario di competenza dell esercizio Le quote di ammortamento di competenza dell esercizio L effetto fiscale L effetto sul risultato d esercizio e l effetto complessivo sul patrimonio netto 50

51 Leasing finanziario : prassi italiana Il leasing finanziario viene trattato come un leasing operativo, applicando il cosiddetto metodo patrimoniale, salve le informazioni da fornire in nota integrative. Metodo Patrimoniale attività Stato Patrimoniale passività RISCONTI ATTIVI per la quota di maxicanone da riscontare CONTI D ORDINE Valore dei canoni futuri da pagare + valore di riscatto costi Conto Economico ricavi COSTO PER GODIMENTO DI BENI DI TERZI Canoni NB alla data del riscatto viene iscritto tra le immobilizzazioni il valore di riscatto del bene. 51

52 Leasing finanziario : prassi internazionale Principi contabili internazionali (IAS 17) Il principio contabile internazionale nr 17, raccomanda per: il leasing operativo la contabilizzazione prevista per i contratti di affitto (canone periodico imputato al conto economico applicazione del metodo patrimoniale visto in precedenza); per il leasing finanziario una rilevazione contabile che rispecchi la sostanza del contratto piuttosto che la sua forma (applicazione del metodo finanziario). 52

53 Leasing finanziario : prassi internazionale Principi contabili internazionali (IAS 17): contabilizzazione del leasing finanziario Nello stato patrimoniale del conduttore (locatario), il leasing finanziario deve figurare come un'attività ed una passività di ammontare (alla data in cui sorgono le principali obbligazioni contrattuali) uguale al minore tra: il valore corrente del bene locato, al netto di contributi pubblici e crediti d'imposta, oppure il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti in base al contratto. Nel calcolo del valore attuale dei pagamenti minimi dovuti il tasso di attualizzazione è il tasso di interesse implicito (1) del leasing, se può essere determinato; in caso contrario si deve utilizzare il tasso d'interesse marginale (2) per il locatario. Nel conto economico del conduttore figureranno: l'ammortamento del bene immobilizzato e gli interessi passivi corrisposti sul debito ancora scoperto verso il locatore. I pagamenti dei canoni dovranno essere ripartiti fra interessi passivi e rimborso del debito (ovvero riduzione delle passività residue). 53

54 Leasing finanziario : prassi internazionale Principi contabili internazionali (IAS 17): contabilizzazione del leasing finanziario (1) tasso di interesse implicito: è il tasso di sconto che all inizio del leasing fa si che il valore attuale complessivo dei pagamenti dovuti sia uguale al valore corrente del bene locato. (2) tasso di interesse marginale: è il tasso di interesse che il locatario dovrebbe pagare per un leasing analogo o, se questo non è determinabile, il tasso che dovrebbe pagare per ottenere i fondi per acquisire il bene. 54

55 Leasing finanziario : prassi internazionale Principi contabili internazionali (IAS 17): contabilizzazione del leasing finanziario attività Stato Patrimoniale passività CESPITE valore attuale dei canoni futuri o (se minore) valore di mercato del bene costi Conto Economico ricavi ONERI FINANZIARI DEBITO FINANZIARIO valore attuale dei canoni futuri o (se minore) valore di mercato del bene Canoni Nota: il valore del bene ed il valore del debito dopo l inizio del leasing è improbabile che abbiano lo stesso valore AMMORTAMENTO periodo: il più breve tra durata leasing e vita utile 55

56 Sale and lease Back Il contratto e disciplinato sempre dallo IAS 17 E un operazione atipica di finanziamento che prevede la vendita di un cespite ad un terzo finanziatore e la contemporanea sottoscrizione di un contratto di leasing avente ad oggetto lo stesso bene, che rimane pertanto nel possesso dell originario proprietario. Il 4 comma dell art bis stabilisce che le plusvalenze originate in capo al venditore/locatario del bene sono ripartite in funzione della durata del contratto di leasing. L operazione è costituita da: 1) cessione di un bene ad una società finanziaria (in genere Società di leasing) 2) riaquisto in leasing (finanziario o operativo) del medesimo bene. L eventuale plusvalenza (differenza tra prezzo di vendita e valore netto contabile del bene) viene rilevata in base al principio della competenza, ovvero rilevazione di un Risconto Passivo per la durata del contratto. Anche per il Lease Back si applicano gli obblighi informativi previsti dall art c.c. n

57 Sale and lease Back Leasing finanziario Plusvalenza differita e ammortizzata lungo la durata contratto Cessione del bene Riacquisto È possibile che emerga una differenza positiva tra il corrispettivo di vendita del bene ed il valore iscritto nell attivo. Leasing operativo Utile o peridita sono rilevati Immediatamente a CE 57

58 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. La Parking S.r.l. è una società che opera nel settore delle infrastrutture per la sosta con il compito di realizzare parcheggi sul territorio nazionale. Attualmente sono operativi 5 parcheggi (2 Milano, 1 Torino, 1 Roma, 1 Napoli) e tutti di proprietà. Nel 2005 la società ha acquisito in leasing due nuovi parcheggi in Roma. In sede di redazione del bilancio 2005 (redatto in base ai principi contabili nazionali) gli Amministratori devono simulare la contabilizzazione dei contratti di leasing secondo il metodo finanziario al fine di fornire in Nota Integrativa l informativa richiesta dall art comma 1 n

59 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. parcheggio "I Cigni" costo concedente Durata 120 mesi periodicità rata semestrale numero rate 20 importo rata Maxicanone prezzo riscatto corrispettivo locazione Decorrenza 01/07/

60 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. parcheggio Romanina" costo concedente Durata 60 mesi periodicità rata semestrale numero rate 10 importo rata Maxicanone prezzo riscatto corrispettivo locazione Decorrenza 01/03/

61 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. Contabilizzazione del contratto di leasing secondo il metodo finanziario: 1. Identificazione del leasing finanziario Proprietà Riscatto Durata Valore del bene 2. Calcolo del tasso di rendimento implicito È il tasso cha alla data di inizio del leasing rende uguali il valore attuale della somma dei pagamenti minimi e del valore residuo non garantito e il valore corrente dell attività locata 61

62 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. Il calcolo del tasso di rendimento implicito è effettuato per determinare correttamente i valori da contabilizzare. Tale tasso ci permette di suddividere le rate pagate tra quota capitale e quota interessi e determinare il debito residuo da iscrivere in contabilità. Parcheggio "I Cigni" costo concedente maxic anone rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n riscatto Parcheggio "Romanina" costo concedente maxic anone rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n rata n Tasso (IRR) 6,39% Tasso (IRR) 4,21% 62

63 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. Determinato il tasso di rendimento implicito si procede con la costruzione del Piano di ammortamento finanziario: si determina la quota interessi moltiplicando il debito residuo del periodo precedente per il tasso calcolato, la quota capitale è ottenuta come differenza tra l importo della rata pagata e la quota interessi calcolata, il debito residuo si determina come differenza tra il debito residuo del periodo precedente e la quota capitale calcolata. 63

64 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. Piano Ammortamento finanziario parcheggio "I Cigni" n. rata data pagamento importo pagato q. interessi q. capitale debito residuo 01/05/ /05/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ /07/ /01/ Piano Ammortamento finanziario parcheggio "Romanina" n. rata data pagamento importo pagato q. interessi q. capitale debito residuo 01/02/ /03/ /03/ /09/ /03/ /03/ /09/ /03/ /03/ /09/ /03/ /09/ /03/ /09/ /03/ /09/ /03/ /09/

65 Leasing Il caso concreto: Parking S.r.l. Contestualmente deve essere calcolato il piano di ammortamento civilistico del bene in leasing secondo una aliquota ritenuta rappresentativa della residua vita utile. La società applica una aliquota pari al 3%. Il parcheggio Romanina è gestito dalla società in base ad una concessione comunale di durata pari a 20 anni. Calcolo quota ammortamento al 31/12/2005 descrizione costo storico aliquota q.ta amm.to Parcheggio "I Cigni" % Parcheggio "Romanina" %

66 Leasing Documento OIC 1 Schema documento OIC 1 Effetti sul Patrimonio Netto Attività: Importo a) Contratti in corso: Beni in leasing finanziario alla fine dell'esercizio precedente 0 Ammortamenti dei beni in leasing alla fine dell'esercizio precedente 0 Beni in leasing finanziario al netto degli ammortamenti alla fine dell'esercizio precedente 0 + Beni acquisiti in leasing finanziario nel corso dell'esercizio Beni in leasing finanziario riscattati nel corso dell'esercizio 0 - Quote di ammortamento di competenza dell'esercizio ( ) +/- Rettifiche/riprese di valore su beni in leasing finanziario 0 Beni in leasing finanziario al termine dell esercizio, Ammortamenti dei beni in leasing al termine dell'esercizio ( ) Beni in leasing finanziario al netto degli ammortamenti al termine dell'eserc izio b) Beni riscattati Maggior valore complessivo dei beni riscattati, determinato secondo la metodologia finanziaria, rispetto al loro valore netto contabile alla fine dell'esercizio 0 c) Passività Debiti impliciti per operazioni di leasing finanziario alla fine dell'esercizio precedente 0 + Debiti impliciti sorti nell'esercizio di cui scadenti nell'esercizio successivo di cui scadenti oltre l'esercizio ed entro 5 anni di cui scadenti oltre 5 anni - Rimborso delle quote capitale e riscatti nel corso dell esercizio ( ) Debiti impliciti per operazioni di leasing finanziario al termine dell'esercizio di cui scadenti nell'esercizio successivo di cui scadenti oltre l'esercizio ed entro 5 anni di cui scadenti oltre 5 anni d) Effetto complessivo lordo alla fine dell esercizio (a+b-c) B) EFFETTO SUL CONTO ECONOMICO Storno di canoni su operazioni di leasing finanziario Rilevazione degli oneri finanziari su operazioni di leasing finanziario ( ) Rilevazione di: - quote di ammortamento: su contratti in essere ( ) su beni riscattati - rettifiche/riprese di valore su Beni in leasing finanziario Effetto sul risultato prima delle imposte Rilevazione dell effetto fiscale Effetto sul risultato d'esercizio delle rilevazioni delle operazioni di leasing

67 Immobilizzazioni immateriali Gli standard contabili di riferimento sono: Principio Contabile nazionale nr. 24 OIC nr. 1 IAS nr. 38 IAS nr. 40 IAS nr. 23 IFRS nr. 3 67

68 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Sono caratterizzate dalla mancanza di tangibilità e sono rappresentate da costi che non esauriscono la loro utilità nell esercizio in cui vengono sostenuti. Trattasi, in prevalenza, di costi capitalizzati, in relazione ai quali è necessario accertare l esistenza del requisito dell utilità prospettica degli stessi. Si individuano le seguenti categorie: costi di impianto e di ampliamento; costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità; diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere d ingegno; concessini, licenze, marchi e diritti simili; avviamento; immobilizzazioni in corso e acconti; altre. 68

69 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Iscrizione iniziale: al costo di acquisto o di realizzazione (art c.c.). nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. nel costo di realizzazione si computano tutti i costi direttamente imputabili alla formazione dell immobilizzazione. 69

70 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Valutazioni successive: il costo delle immobilizzazioni, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato. l immobilizzazione che, alla data di chiusura dell esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore al valore determinato come sopra, deve essere iscritta a tale minor valore; questo non può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata. 70

71 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Perdita durevole di valore: anche per gli assets intangibili, la prassi nazionale prevede che la residua possibilità di utilizzazione dell attività sia sottoposta a riesame. Nel caso in cui si verifichi una riduzione durevole nelle condizioni di utilizzo futuro si deve procedere a svalutazione. dal lato contabile la svalutazione è un costo dell esercizio (CE, nr. 10, lett.c, costi della produzione) che ha come contropartita la riduzione del valore del bene in questione. 71

72 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Ripristino di valore: quando vengono meno, in tutto o in parte, le cause che hanno determinato la svalutazione, questa non può essere mantenuta: il valore originario deve essere ripristinato, al netto di eventuali ammortamenti non calcolati a seguito della svalutazione; la rivalutazione, in questo caso, esprime un componente positivo di reddito da iscrivere nel CE dell azienda. 72

73 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Rivalutazioni (fuori dall ipotesi precedente): la rivalutazione può essere eseguita solo se questa avviene in applicazione di leggi speciali; non sono ammesse, quindi, rivalutazioni di assets intangibili al di fuori di tale ipotesi; la rivalutazione, in questo caso, non costituisce componente del conto economico, ma deve essere accreditata alle riserve di patrimonio netto nell esercizio in cui viene effettuata (voce A.III Riserve di rivalutazione). 73

74 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Disposizioni specifiche (art c.c.): costi di impianto-ampliamento, costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità: possono essere iscritti nell attivo con il consenso, ove esistente, del Collegio sindacale e devono essere ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. Fino a quando l ammortamento non è completato possono essere distribuiti dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l ammontare dei costi non ammortizzati. 74

75 Immobilizzazioni immateriali prassi nazionale Disposizioni specifiche (art c.c.) segue: l avviamento, può essere iscritto nell attivo con il consenso, ove esistente, del Collegio sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto e deve essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni. E tuttavia consentito ammortizzare l avviamento, sistematicamente, in un periodo limitato di durata superiore, purchè esso non superi la durata dell utilizzazione di tale attivo e ne sia data adeguata motivazione in nota integrativa (massimo 20 anni secondo indicazioni del PCN nr. 24). 75

76 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Sono indicate le seguenti condizioni per classificare tali beni come attività immateriali: autonoma identificabilità; controllo dell attività: l impresa può usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto e può limitarne l accesso a terzi; esistenza di benefici economici futuri: possono consistere in ricavi derivanti dalla vendita di beni e servizi, in risparmi di costi o altri benefici; il costo dell attività può essere determinato attendibilmente. 76

77 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Iscrizione iniziale: al costo. Valutazioni successive; l impresa può scegliere tra: Modello del costo il bene viene valutato al costo, al netto degli ammortamenti e delle perdite di valore. Modello del fair value (rideterminazione del valore) il bene viene iscritto ad un valore rideterminato, pari al suo fair value alla data di rideterminazione, al netto degli ammortamenti accumulati e delle successive perdite di valore. E consentita, pertanto, la rivalutazione dei beni. 77

78 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale In ordine all ammortamento, l impresa deve valutare se: l attività immateriale ha una vita utile definita e, dunque, è applicabile l ammortamento; l attività immateriale ha una vita utile indefinita e, dunque, non è ammortizzabile. 78

79 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale VITA UTILE DEFINITA: l ammortamento deve iniziare quando l attività è disponibile per l uso; la quota di ammortamento va rilevata a conto economico in ogni esercizio; ad ogni chiusura dell esercizio si deve, comunque, procedere ad una verifica della vita utile attesa. In caso di sua variazione, rispetto alle precedenti stime, va modificato il periodo di ammortamento. 79

80 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale VITA UTILE INDEFINITA: l attività (es. avviamento) non deve essere ammortizzata; l impresa deve comunque verificare se l attività ha subito una riduzione durevole di valore confrontando il suo valore recuperabile con quello contabile. La verifica (impairment test) deve essere effettuata: annualmente; quando vi sia un indicazione che l attività immateriale possa avere subito una riduzione durevole di valore. 80

81 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Specifiche tipologie di imm. immateriali COSTI DI IMPIANTO sono i costi preoperativi di una nuova attività, sostenuti da un impresa di nuova costituzione. di norma, tali costi debbono essere imputati al conto economico dell esercizio nel quale sono sostenuti. 81

82 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Specifiche tipologie di imm. immateriali COSTI DI RICERCA E SVILUPPO FASE DELLA RICERCA: non deve essere rilevata nessuna attività immateriale derivante dalla ricerca. I costi sostenuti per la ricerca debbono essere, quindi, rilevati a conto economico nel momento in cui sono sostenuti. FASE DELLO SVILUPPO: un attività immateriale derivante dallo sviluppo deve essere rilevata se l impresa dimostra, la fattibilità tecnica di completare l attività immateriale, in modo da essere disponibile per l uso o per la vendita, nonchè la disponibilità di risorse tecniche e finanziarie per completare la stessa; in quale modo l attività può generare benefici economici futuri per l azienda; la sua capacità di valutare attendibilmente il costo attribuibile all attività immateriale. 82

83 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Specifiche tipologie di imm. immateriali COSTI DI PUBBLICITA Per i principi contabili internazionali, i costi di pubblicità sia ordinaria che di lancio di nuova iniziativa debbono essere addebitati al conto economico dell esercizio nel quale sono sostenuti 83

84 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Es. trattamento contabile di un brevetto Si acquista un brevetto per

85 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Es. trattamento contabile di un brevetto METODO DEL COSTO In seguito alla rilevazione iniziale, la società può continuare a mantenere iscritto il bene al costo, computando a CE il costo per ammortamento. Se, quindi, si ipotizza un diritto di sfruttamento per 10 anni, l ammortamento sarà pari a 300/anno. 85

86 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Es. trattamento contabile di un brevetto METODO DEL COSTO (segue) Se nel corso del tempo, per esempio, nel terzo esercizio data in cui il valore contabile del bene è pari a ci si rende conto che il bene ha subito una perdita durevole di valore, ad esempio pari a 1.000, il valore di tale bene deve essere corrispondentemente ridotto: Dopo la svalutazione di cui sopra, il bene risulterà iscritto ad un valore di 1.400; anche le quote di ammortamento dovranno essere, quindi, riviste sulla base di tale nuova indicazione (1.400/8). 86

87 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Es. trattamento contabile di un brevetto METODO DEL FAIR VALUE In seguito alla rilevazione iniziale, il brevetto deve essere iscritto al fair value. Tornando all esempio precedente, se avessimo, per esempio, che il brevetto iscritto a 3.000, nel secondo esercizio, viene valutato a 2.000, rispetto ad un valore contabile di (considerato l ammortamento di periodo di 300), dovremo: rilevare la diminuzione di valore pari a 400 e rilevare l ammortamento del bene pari a 300: Costi, contabilizzazione a CE NB le successive quote di ammortamento saranno pari a 250 (2.000/8) 87

88 Immobilizzazioni immateriali prassi internazionale Es. trattamento contabile di un brevetto METODO DEL FAIR VALUE (segue) Nel terzo esercizio, però, il brevetto viene valutato 3.100, a fronte di un valore contabile, alla medesima data, di 1.750, considerato l ammortamento di periodo di 250. In questo caso, l aumento di valore (complessivi 1.350) verrà fatto transitare sino al limite di 400 a conto economico, come provento d esercizio, mentre per la parte eccedente (950) verrà iscritto in un apposita riserva di rivalutazione, che verrà liberata al momento dell eventuale realizzo: Ricavo, CE Voce di patrimonio netto, SP 88

89 Titoli e partecipazioni Gli standard contabili di riferimento sono: Principio Contabile nazionale nr. 20 Principio Contabile nazionale nr. 21 IAS nr. 25 IAS nr. 27 IAS nr. 28 IAS nr

90 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Definizione e rilevazione in bilancio Distinguiamo fra: a) partecipazioni, ovvero investimenti nel capitale di altre imprese. La partecipazione al capitale di una Società per azioni è rappresentata da titoli azionari. b) altri titoli, ovvero titoli del debito pubblico emessi da Stati sovrani ed obbligazioni emesse da enti pubblici o da società c) azioni proprie, ovvero investimenti che una Società per azioni effettua nei titoli azionari da essa stessa emessi. I titoli e le partecipazioni possono essere esposti in bilancio o fra le immobilizzazioni (finanziarie), se ritenuti investimenti a carattere duraturo, ovvero nell attivo circolante nel caso siano considerati liberamente negoziabili. 90

91 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Classificazione Nel caso in cui titoli e partecipazioni siano da ricomprendere fra le immobilizzazioni finanziarie (voce B III di Stato Patrimoniale), avremo le seguenti classi di valori: 1) partecipazioni in: a) imprese controllate, b) imprese collegate, c) imprese controllanti, d) altre imprese 2) altri titoli 3) azioni proprie Sono immobilizzazioni finanziarie: i titoli e le partecipazioni destinati, per decisione degli amministratori della società, ad investimento durevole. per presunzione di legge, le partecipazioni in imprese in cui la misura dei voti esercitabili in assemblea non sia inferiore ad un quinto, ovvero ad un decimo se la società ha azioni quotate in borsa. (art cc.) 91

92 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Classificazione (cont.) Le partecipazioni ed i titoli che sono detenuti per essere liberamente negoziati devono essere invece classificati fra le Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni (voce CIII dello Stato Patrimoniale). La classificazione prevede le medesime classi di valori viste per le immobilizzazioni finanziarie: 1) partecipazioni in imprese controllate; 2) partecipazioni in imprese collegate; 3) partecipazioni in imprese controllanti; 4) altre partecipazioni; 5) azioni proprie; 6) altri titoli. 92

93 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Classificazione (cont.) I dividendi da partecipazione, gli interessi e cedole maturate nell esercizio, debbono essere imputati a conto economico, fra i Proventi e oneri finanziari (voce C del conto economico). La svalutazione o l eventuale rivalutazione di titoli e partecipazioni è da iscriversi nel conto economico fra le Rettifiche di valore di attività finanziarie (voce D del conto economico). 93

94 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Valutazione I criteri civilistici di valutazione sono diversi in relazione ad attività finanziarie immobilizzate ed attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni. Le prime devono essere iscritte al costo di acquisto e rettificate in diminuzione in presenza di perdite durevoli di valore, ripristinando, in tutto o in parte, il costo qualora successivamente vengano meno i motivi della rettifica. Inoltre le immobilizzazioni in imprese controllate e collegate (cfr. art del C.C.) possono essere valutate, in alternativa al criterio del costo, secondo il metodo del patrimonio netto (PN). Il PC. N.20 ritiene più corretto l adozione del metodo del PN nella valutazione di partecipazioni in società controllate e collegate, in quanto detenute con l intenzione di esercitare un influenza sulla gestione. Tale metodo garantisce un sincronismo tra valore della partecipazione e valore del PN della partecipata. Se la capogruppo decide di valutare la partecipazione con il criterio del costo è necessario effettuare un confronto con il PN della partecipata e fornire in NI le motivazioni sull eventuale eccedenza del costo. La motivazione non può essere generica e/o arbitraria (valore corrente delle attrezzature, avviamento basato su ragionevoli aspettative di sovrareddito, etc.) 94

95 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Valutazione Titoli, partecipazioni ed azioni proprie che non costituiscono immobilizzazioni devono invece essere valutati al minore fra costo e valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato. Anche in questo caso le svalutazioni devono essere annullate se successivamente sono venuti meno i motivi che le avevano causate. Il costo di acquisto di azioni o quote iscritto nell Attivo Circolante è costituito dal prezzo pagato, gli oneri accessori sono quelli direttamente imputabili all operazione (costi di intermediazione, bolli, etc.) 95

96 Titoli e partecipazioni prassi nazionale Valutazione (cont.) - Il criterio del costo Per gli investimenti immobilizzati il criterio base di valutazione dei titoli immobilizzati è quindi il costo di acquisto (specifico), comprensivo degli oneri accessori. Gli oneri accessori sono rappresentati, di solito, da costi di intermediazione bancaria e finanziaria, ovvero commissioni e spese, imposte di bollo e spese per consulenze specifiche, in quanto di imputazione diretta e di ammontare significativo. I titoli di debito, quotati o non quotati, in quanto immobilizzati vanno valutati titolo per titolo, ossia attribuendo a ciascun titolo il costo specificamente sostenuto. Il costo, come sopra precisato, costituisce il limite massimo di valutazione. Per gli investimenti non immobilizzati, in luogo del criterio del costo specifico, possono essere adottati altri criteri di valutazione quali: media ponderata, Lifo e Fifo. La scelta del criterio deve essere coerente per tutte le partecipazioni e quindi non è possibile applicare per certe attività finanziarie il criterio LIFO e per altre altre il CMP. 96

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