Presentazione dello schema di piano

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1 materiali lapidei di pregio Presentazione dello schema di piano Lineamenti generali di settore (volume 1 ) Nel primo volume sono state esposte le tematiche generali che riguardano il territorio siciliano. Essendo tali tematiche inserite in un quadro generale, non trova giustificazione una trattazione separata per i due Schemi di Piano, quello dei materiali di cava e quello dei materiali lapidei di pregio. Il volume è suddiviso in tre capitoli che riguardano i seguenti aspetti: 1. Patrimonio conoscitivo esistente 2. Inquadramento territoriale della Sicilia 2.1 Inquadramento geologico strutturale 2.2 Caratteristiche idrogeologiche della Sicilia 2.3 Aspetti geomorfologici 2.4 Lineamenti della flora e della vegetazione siciliana 3 La caratterizzazione litologica del territorio siciliano e criteri per la redazione della cartografia in scala 1: Per la redazione degli Schemi di Piano e delle relative cartografie, nel considerare il patrimonio conoscitivo attuale (capitolo 1), è stato fatto riferimento a tutta una serie di dati già esistenti che sono stati presi nella maggior parte dei casi come elementi di base da elaborare. Sono state appositamente redatte, invece, quali elementi specifici ed originali per gli Schemi di Piano, tutte le relazioni relative alla descrizione del territorio regionale e la cartografia tematica in scala 1: Durante la fase di raccolta e catalogazione dei dati esistenti si è curato particolarmente l acquisizione delle principali conoscenze sulle caratteristiche geologiche e sugli aspetti idrogeologici, morfologici e vegetazionali del territorio, nonché la distribuzione delle cave attive e dismesse delle quali si riferisce comunque nel volume 2. Sono stati acquisite pertanto informazioni in relazione ai seguenti elementi: caratteristiche geologiche del territorio

2 caratteristiche idrogeologiche, morfologiche e vegetazionali distribuzione areale delle cave attive e dismesse (cfr. vol. 2) L inquadramento del territorio regionale, trattato nel capitolo 2, ha lo scopo di compendiare tutte le motivazioni che hanno determinato l assetto territoriale esistente attraverso una dettagliata descrizione geologico-strutturale, la distribuzione delle diverse litologie, le loro caratteristiche, nonché tutti gli aspetti idrogeologici, geomorfologici e vegetazionali che sono utili a caratterizzare secondo una visione di insieme il territorio siciliano. L assetto territoriale non può essere, in prima istanza, visto in maniera diversa per i materiali lapidei di pregio e di cava per cui, nella trattazione generale che viene fatta non possono e, quindi, non sono disgiunti i due aspetti in quanto ne risentirebbe la visione integrata delle problematiche territoriali. In tutti quei casi in cui, invece, esiste un minimo presupposto tecnico o di qualunque altra natura, i materiali di pregio e quelli di cava vengono trattati e valutati in maniera separata. Le motivazioni idrogeologiche e geomorfologiche, che possono essere colte attraverso un attenta lettura ed una conoscenza della geologia siciliana, per una maggiore chiarezza espositiva si è ritenuto opportuno trattarle separatamente fornendo per ognuno dei due temi i relativi agganci con l uso del territorio ed in particolare con le tematiche estrattive. Se morfologia ed idrogeologia sono una conseguenza delle condizioni geologico-strutturali, gli aspetti vegetazionali ed agronomici vengono quasi direttamente a dipendere da tutte queste caratteristiche e con l attività estrattiva praticata nel territorio hanno, sia in fase di coltivazione che in fase di recupero ambientale, uno stretto legame. In questo volume sono presi in esame, su scala regionale e con riferimento a specifici territori, sia gli aspetti quantitativi e qualitativi della flora che quelli distributivi con le principali caratteristiche della vegetazione. Infine, le caratteristiche litologico-composizionali dei materiali litoidi affioranti in Sicilia, sono considerati, nel capitolo 3 di questo volume, come uno strumento di base per un efficiente programmazione finalizzata al corretto utilizzo delle risorse dei materiali di pregio e non. La rappresentazione di tale conoscenza è stata fatta tenendo a base il grande patrimonio di conoscenze da un punto di vista petrografico delle rocce presenti in tutto il territorio siciliano. Ritornando alla cartografia allegata al volume, si evidenzia che sono stati presi in considerazione i rilevamenti geologici esistenti, dai più antichi ai più recenti,; attraverso un analisi critica sono state definite le classi litologiche da rappresentare accoppiando terreni di diversa età o separando terreni coevi in base a criteri petrografici e/o di utilizzazione attuale o possibile. Su questo particolare punto è opportuno fare un riferimento al Capitolato speciale d appalto Fase 1 Studio di cognizione preliminare in cui, a pag. 5 primo capoverso, si chiede di fornire una dettagliata relazione geologico strutturale del territorio regionale con particolare riguardo alle caratterizzazioni delle litologie in funzione del loro grado di fruibilità. Sempre nella stessa pagina, nell ultimo capoverso, si dice che La relazione deve essere preceduta, nel corso degli studi, da sotto-relazioni parziali e deve essere corredata da una cartografia dei materiali litoidi (carta geolitologica) a scala 1: per un totale di 28 fogli a copertura dell intero territorio regionale su base I.G.M. con riporto a colori dei raggruppamenti litoidi recante anche l ubicazione delle cave attive e delle cave dismesse. E chiaro, dalla lettura dei due passi del capitolato, che l obiettivo primario che si vuole raggiungere è quello di ottenere in scala 1: una rappresentazione tematica litologica che sia funzionale alla fruibilità dei materiali. Nel testo si dice inoltre di corredare la relazione con una cartografia dei materiali litoidi (cioè carta litologica) che è in contrasto con quanto espresso tra parentesi con la dizione carta geolitologica.

3 Dal momento che esisteva una possibilità di equivoco nella lettura del capitolato, su questo punto il RTI ha discusso molto e le decisioni che sono state prese, purtroppo in assenza di un responsabile del procedimento con il quale confrontare eventuali interpretazioni, sono state il frutto di una serie di considerazioni tecnico scientifiche che vedevano nel suo insieme gli schemi di piano, tenendo conto anche del contenuto degli ulteriori prodotti (cartografie e relazioni) che sarebbero stati forniti nella stessa fase 1 o nelle fasi successive. Le decisioni finali sono state adottate sulla base delle considerazioni espresse sull argomento dai ricercatori coinvolti nella tematica e con la piena condivisione dei responsabili scientifici e dei consulenti scientifici nelle persone di: Prof. Geol. Rosario Alaimo, Ordinario di Geochimica Prof. Ing. Vincenzo Cotecchia, professore emerito del Politecnico di Bari, Ordinario di Geotecnica Prof. Geol. Giuseppe Giunta Ordinario di Geologia Strutturale Prof. Geol. Paolo Ferla, Ordinario di Petrografia. Sinteticamente si ritiene di dover esprimere quali sono stati gli obiettivi principali che sono stati perseguiti e le motivazioni delle scelte effettuate. Gli obiettivi principali sono stati i seguenti: Fornire un prodotto il più aderente possibile allo scopo che era la definizione degli schemi di piano Il prodotto cartografico finale doveva avere un alta leggibilità ai fini della fruibilità dei materiali litoidi così come viene chiaramente chiesto dal capitolato. Per raggiungere questi obiettivi contemporaneamente, ad esempio, è stato deciso di fornire in un allegato a parte la ubicazione delle cave attive e di quelle dismesse. Ciò rende più leggibili le carte tematiche e nello stesso tempo permette una migliore ubicazione delle cave. Rappresentare, inoltre, sulla carta tematica dei materiali litoidi, anche una parte delle simbologia geologica, oltre a rendere meno immediato e comprensibile il documento, avrebbe avuto poco significato: infatti quello che veniva espressamente richiesto erano i raggruppamenti litoidi per cui, per fare un banale esempio, dovevano essere rappresentati con un unico colore i calcari del Giurassico e del Cretacico e poi sovrapporre su questi terreni faglie e sovrascorrimenti che non potevano essere messi facilmente in relazione con le rispettive età dei terreni. Di contro per soddisfare le esigenze di tipo più squisitamente geologico, oltre a fornire un dettagliato elenco della cartografia geologica pubblicata nelle regione Sicilia, si approfondiscono questi aspetti con carte adeguate, a scala diversa, nelle 68 aree definite di primo interesse e nelle cartografie dei bacini più importanti dei materiali di pregio. Per rispondere, inoltre, nella maniera più adeguata a quanto previsto nel capitolato e realizzare nel contempo gli obiettivi da raggiungere con gli schemi di piani, un corposo capitolo è stato dedicato alla caratterizzazione litologica del territorio siciliano dove si è scesi in un dettaglio che ha portato ad una classificazione di tipo petrografico che individua 12 gruppi litologici e ben 32 classi nelle quali si fa riferimento anche alle formazioni e alle relative età. Il risultato di questo tipo di approccio metodologico è stata una carta litologica assolutamente inedita per la regione siciliana che, considerando la rappresentazione tematica e le relazioni di supporto allegate, mantiene il maggior numero possibile di informazioni geologiche, l appartenenza dei diversi tipi litologici alle rispettive formazioni e/o alle aree di affioramento in modo da non

4 perdere i riferimenti stratigrafici o geografici che permettono, attraverso le carte geologiche stesse, di risalire con una certa facilità anche alle altre informazioni che possono aversi con una rappresentazione geologica in senso stretto. Sinteticamente si ritiene di dover esprimere quali sono stati gli obiettivi principali che sono stati perseguiti e le motivazioni delle scelte effettuate. Gli obiettivi principali sono stati i seguenti: Fornire un prodotto il più aderente possibile allo scopo che era la definizione degli schemi di piano Il prodotto cartografico finale doveva avere un alta leggibilità ai fini della fruibilità dei materiali litoidi così come viene chiaramente chiesto dal capitolato. Per quanto si riferisce agli aspetti tettonici e a quant altro è generalmente rappresentato nelle carte geologiche, si allega, come già detto, una particolareggiata bibliografia delle carte consultate alla quale si può fare riferimento per una rapida acquisizione di tutte le ulteriori informazioni geologiche esistenti nella letteratura siciliana pubblicata. Con questo tipo d impostazione e di considerazioni il RTI ha ritenuto di avere sufficientemente risposto a quanto prescritto nel capitolato, superando anche l apparente contraddizione esistente con le dizioni cartografia dei materiali litoidi - carta geolitologica. L attività estrattiva (volume 2 ) Nello sviluppo di questo volume, si è partiti dall acquisizione dei dati sulle cave, la loro ubicazione e successiva caratterizzazione; tale fase di lavoro ha rappresentato un momento molto importante nella redazione degli schemi di piano. Il processo di pianificazione dell attività estrattiva evidentemente non può prescindere dalle fasi di acquisizione dei dati di interesse sulle singole cave e della loro successiva aggregazione, costituendo detta fase, peraltro, il presupposto per la caratterizzazione del comparto e per tutte le successive attività inerenti alla stessa pianificazione. Operativamente, sono state individuate in primo luogo, le possibili fonti informative e, una volta acquisiti i dati di interesse, gli stessi sono stati strutturati e inseriti in una banca dati realizzata allo scopo. Al fine di ubicare le cave attive e dismesse presenti sul territorio regionale siciliano, la prima parte di attività è stata svolta presso l Ispettorato del Corpo Regionale delle Miniere, istituzionalmente preposto all autorizzazione ed alla sorveglianza delle cave stesse; in questo Ufficio sono stati raccolti solo dati di carattere generale (di tipo amministrativo ed inerenti alla tipologia del materiale estratto). I tre Distretti Minerari esistenti nella regione Sicilia (Palermo, Caltanissetta e Catania) dispongono invece della documentazione completa relativa ad ogni cava attiva, dismessa o in fase di

5 autorizzazione. Altra attività di ricerca, con carattere di riscontro, è stata svolta presso l Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia, dove viene presentata la documentazione per ottenere il nulla osta per gli impianti di lavorazione. Durante la fase conoscitiva si è tentato di ricostruire, in apposite schede tecniche riassuntive, i diversi aspetti legati alla gestione delle cave; i dati raccolti sono stati utilizzati per successive elaborazioni grafiche e tabellari e per la redazione delle cartografie riportanti l ubicazione delle cave attive e dismesse. L ubicazione di tutte le cave attive e di circa il 60% delle cave dismesse, sono state acquisite alla scala 1: presso gli uffici dell Ispettorato del CO.RE.MI. Il restante 40% circa dei dati che si riferiscono alle ubicazioni delle cave dismesse, è stato acquisito direttamente presso i distretti minerari. Successivamente è stato necessario un ulteriore lavoro di verifica e l acquisizione presso il CO.RE.MI. di dati inerenti alle tipologie di coltivazione. Al fine di effettuare una valutazione dei dati raccolti presso i distretti minerari, è stata condotta parallelamente un attività di acquisizione di dati diretta sul territorio; quest ultimo lavoro è stato molto oneroso, anche in termini di tempo, in quanto si è dovuto contattare direttamente le singole aziende. Tutti i dati raccolti sono stati verificati, ordinati e catalogati in schede tipo informatizzate, inerenti sia le cave attive che quelle dismesse, mentre l ubicazione delle singole cave è stata riportata nel sistema informativo territoriale, appositamente costruito ad uso del RTI, di cui ci si è avvalsi costantemente durante la conduzione di tutte le attività. Prima della stesura definitiva degli elaborati finali di Piano, si è ritenuto opportuno richiedere all Ispettorato del Corpo Regionale delle Miniere, in data 04/12/2000, l elenco aggiornato delle cave attive e dismesse. I nuovi elenchi hanno messo in evidenza che un consistente numero di cave attive nel frattempo erano cessate o per scadenza dell autorizzazione o per cessazione dell attività. Nel frattempo nuove cave avevano ottenuto l autorizzazione all attività estrattive. La presenza sul territorio di 54 nuove cave autorizzate, ha comportato la successiva acquisizione delle rispettive ubicazioni presso l Ispettorato del Corpo Regionale delle Miniere e la richiesta, ai Distretti Minerari interessati, della consultazione dei relativi piani di coltivazione necessari per la compilazione delle schede di cui sopra si è fatta menzione. Mentre è stato possibile reperire l ubicazione di tutte le predette nuove cave, non è invece stato possibile acquisire presso il Distretto Minerario di Palermo i dati tecnici utili alla compilazione delle schede tecniche. All elenco aggiornato delle cave attive è stato aggiunto, in coda, l elenco delle cave che, dopo l entrata in vigore della L. R. n 19 del 01/03/1995, operano in regime di sanatoria in conformità a

6 quanto disposto dalla L. R. n 127 del 09/12/1980, avendo richiesto al distretto minerario opportuna regolamentazione. Le cave che hanno seguito tale procedura di autorizzazione ex L. R. 19/95 e che si è ritenuto opportuno considerare nell elaborazione degli Schemi di Piano, corrispondono alla quasi totalità delle cave di calcarenite di pregio ed alcune cave di calcare lucidabile, presenti nella provincia di Trapani. L elenco di queste cave, con allegati gli stralci relativi alla loro ubicazione, è stato acquisito presso il Distretto di Palermo. Tutte le cave, di materiali di pregio e non, sono state ubicate in differenti ed apposite cartografie IGM in scala 1: distinguendo quelle attive da quelle dismesse ed indicando la tipologia di materiale estratto. Per quanto anticipato, ogni informazione ritenuta utile al fine della caratterizzazione dell attività estrattiva, è confluita nelle schede della banca dati e nel sistema informativo territoriale precedentemente citato. Il sistema informativo compilato, formato dall insieme cartografico e dalla banca dati, può costituire il catasto aggiornato delle cave presenti su tutto il territorio e garantisce una gestione ottimale in tempo reale delle attività estrattive. Le cave attive sul territorio regionale, secondo l elenco fornito dal CO.RE.MI., aggiornato al , sono in numero di 530. Negli allegati A I al volume 2 sono riportati gli elenchi delle cave attive siciliane suddivisi per provincia. Per ogni cava sono indicati i dati amministrativi, il tipo di materiale estratto e la distinzione tra materiale di cava e di pregio sulla base della L.R. 127/80 e successive integrazioni. I dati raccolti rappresentano la base per gli studi successivi e sono serviti per condurre una serie di elaborazioni finalizzate a caratterizzare il sistema produttivo siciliano. Le prime elaborazioni hanno tenuto conto delle caratteristiche generali dell attività estrattiva siciliana ed hanno trattato, specificamente: - la distribuzione delle attività estrattive sul territorio distinte tra materiali di cava e materiali di pregio; - la ripartizione delle cave attive suddivise per categoria di materiale estratto; - il numero di cave, per ogni categoria di materiale, in funzione della superficie autorizzata delle stesse; - la distribuzione del personale impiegato nelle aziende per ogni provincia relativamente a tutte le categorie di materiale estratto suddivise in materiali di cava e materiali di pregio; - la distribuzione degli addetti impiegati in azienda suddivisi per provincia. Ulteriori elaborazioni sono state invece condotte con riferimento ai singoli settori produttivi. In tali

7 elaborazioni sono stati esaminati: - la distribuzione delle cave; - le principali procedure di lavorazione e di trasformazione della materia prima estratta e i suoi principali settori di impiego; - i volumi totali medi annui autorizzati per ogni singola provincia. Dagli elenchi CO.RE.MI., alla data , le cave dismesse sul territorio regionale sono state valutate pari a 691. Negli allegati L-T del volume 2, sono riportati gli elenchi delle cave dismesse siciliane suddivise per provincia. In questi elenchi vengono inoltre forniti i dati amministrativi, il tipo di materiale che veniva estratto e la suddivisione tra materiale di pregio e di cava. Sulla base di tali dati, forniti dal CO.RE.MI, sono state effettuate opportune elaborazioni riguardanti la distribuzione delle attività estrattive del passato sul territorio, distinte tra materiali di cava e materiali di pregio, e il confronto tra queste e quelle delle cave attive. Vincoli territoriali (volume 3 ) L'individuazione dei vincoli gravanti sul territorio regionale siciliano ha rappresentato un momento fondamentale nella pianificazione dell'attività estrattiva, anche in considerazione del particolare e sempre più crescente interesse pubblico sulle problematiche ambientali. Per tale studio si è partiti dalla raccolta e catalogazione dei vincoli esistenti sul territorio, vincoli certamente non tutti assoluti, ma imposti al fine della tutela dei relativi aspetti. Successivamente si è passati alla loro disamina, per ricavarne il quadro delle limitazione imposte alla trasformazione del territorio. I vincoli presi in considerazione sono stati quelli imposti a tutela di aspetti le cui sfere vengono ad interferire con le attività estrattive, laddove queste ultime tendono alla modifica non solo del loro equilibrio interno, ma dell'equilibrio di tutto il sistema. Si è pertanto eseguita un'individuazione, in tale logica, di tutti i vincoli sul territorio, sia di quelli imposti da leggi, che di quelli da individuare come tali in quanto appartenenti a sfere che si intersecano con quelle dell'attività estrattiva.

8 Nel Vol.3, dedicato appunto allo studio dei vincoli, sono stati presentati quelli operanti ope-legis; i vincoli ritenuti, invece, vincoli di fatto, sono stati presi in esame nell ambito della caratterizzazione delle aree estrattive e sono risultati condizionanti per le scelte di fondo relative alla pianificazione delle stesse. Numerosi sono i vincoli imposti da leggi specifiche di livello statale e regionale; i principali, appositamente indagati, sono stati riportati nell elenco che segue: VINCOLI PAESAGGISTICI E TERRITORIALI IMPOSTI DALLE LEGGI VIGENTI: - vincolo archeologico ex lege N 1089 del 01/06/39; - vincolo ex lege N 1497 del 29/06/39; - vincolo ex lege N 3267 del 30/12/23 e forestale; - vincolo generale di cui all'art. 1 della L.S. 08/08/85 N 431; - L.R. 30 Aprile 1991, n.15 - vincolo connesso agli usi civici; - vincoli connessi alle aree protette o comunque alle aree naturalistiche rilevanti. Allo scopo di acquisire i vincoli imposti ai sensi delle suddette leggi sono stati individuati gli enti, competenti per territorio, che potessero fornire informazioni in merito, nonché le specifiche indagini già effettuate da altre Amministrazioni. Tale ricerca ha consentito di acquisire l'elenco degli immobili e delle aree vincolate, compresa la relativa cartografia, ed ha permesso l'ubicazione delle aree soggette a vincolo o per le quali vi è una proposta per l'imposizione di un vincolo, o comunque di una limitazione all uso del territorio. Le ubicazioni sono state effettuate su cartografia IGM, in opportuna scala. La continua evoluzione dell assetto vincolistico del territorio regionale ha reso necessario, al fine di ottenere una visibilità completa del problema, il continuo aggiornamento della banca dati; la raccolta infatti è stata spinta fino alla data del Dicembre 2000 presso i vari uffici competenti. In particolare, si fa riferimento alle aree assoggettate al vincolo imposto dalla L del 29/06/1939, posto a tutela delle Bellezze Naturali, per le quali si è proceduto alla raccolta, presso il competente Assessorato ai Beni Culturali ed Ambientali, dei Decreti che ne modificano l estensione e ne determinano le nuove perimetrazioni. I dati acquisiti sono stati trasferiti nella relativa cartografia. Differente invece è stato l approccio seguito per l aggiornamento dell elenco dei siti e delle aree

9 vincolate ai sensi della Legge n del 1/06/1939 che tutela le Cose di interesse artistico e storico. Per questo specifico settore l aggiornamento è stato eseguito presso lo stesso Assesorato ai Beni Culturali e presso le varie Soprintendenze Provinciali; sono stati raccolti, nonostante le reticenze e le lungaggini degli Uffici competenti, forse giustificabili in virtù della delicatezza della materia in oggetto e di un certo sovraccarico di lavoro, tutti i decreti Assessoriali e Ministeriali che individuano le aree ed i siti di interesse. In un apposito elenco è stata fornita la precisa indicazione degli estremi del decreto che individua il sito, la descrizione, l ubicazione generica dello stesso e le sue caratteristiche. Si è inoltre provveduto, presso la biblioteca regionale di Palermo, all acquisizione aggiornata dei decreti istitutivi riserve e parchi regionali. Passo successivo e determinante dello studio eseguito, è stato quello di analizzare i singoli vincoli per definire le eventuali limitazioni che gli stessi determinano per l attività estrattiva. Si è così pervenuti, come ampiamente descritto nel Vol.3, alla definizione sia dei vincoli ritenuti compatibili che di quelli invece incompatibili, con l attività estrattiva. Talvolta, l incompatibilità di un vincolo non è stata ritenuta assoluta considerando, infatti, l esistenza dello stesso solo limitante l attività di cava, resa comunque possibile pur con le dovute cautele che la presenza dello stesso vincolo impone. Allo scopo di delimitare aree di particolare vocazione e destinazione urbanistica, scaturite da studi comunali o sovracomunali, si è cercato, altresì, di esaminare quanto previsto negli strumenti urbanistici locali. Altro approfondito studio sui vincoli si è espletato, quindi, esaminando i vincoli e le limitazioni all uso del territorio imposti dagli strumenti urbanistici. Il piano di lavoro per tale specifico aspetto, ha previsto un indagine per individuare, per i comuni che presentano aree di interesse estrattivo, i piani urbanistici vigenti, la data ed il decreto di approvazione degli stessi, gli eventuali parchi regionali e riserve naturali ricadenti nei territori comunali interessati, nonché i relativi provvedimenti di approvazione. E quindi stata condotta una verifica dello stato delle procedure di revisione dei piani adottati o in via di adozione. Ogni singolo piano è stato preso in esame nella sua globalità, individuando gli elaborati (tavole, relazioni, ecc.) indispensabili per l acquisizione dei dati utili al raggiungimento dell obiettivo del lavoro. Sono stati, poi, visionati, analizzati ed eventualmente richiesti in fotocopia per gli approfondimenti, laddove necessario, i regolamenti edilizi e gli stralci delle norme tecniche di attuazione dei singoli piani, tranne i casi in cui vi fosse una dichiarata irreperibilità del materiale da parte degli uffici

10 competenti. Le principali difficoltà incontrate, in tale fase di lavoro, sono state connesse alla vastità del materiale da raccogliere ai fini dello studio e degli approfondimenti necessari. Aspetti socio-economici (volume 4 ) L elaborazione degli Schemi di Piano dei Materiali Lapidei di Pregio è risultata strettamente collegata all analisi socio - economica sull attività estrattiva della Regione Sicilia e sull applicazione che tali materiali hanno nel mercato locale e in quello dell esportazione. Particolare interesse è stato rivolto alla richiesta di mercato che risulta diversa in funzione del tipo di materiale che viene estratto; il materiale lapideo di pregio oltre a trovare applicazione nell edilizia locale, è legato al mercato nazionale e internazionale. Tra i materiali di pregio ve ne sono alcuni, in particolare le lave da frantumazione e la maggior parte delle calcareniti, che solo da un punto di vista giuridico vengono considerate di pregio, dato che di fatto hanno lo stesso impiego dei corrispondenti materiali di cava. In questa veste, le due categorie sopra menzionate sono strettamente legati al mercato provinciale e solo eccezionalmente il loro raggio di utenza supera alcune decine di chilometri. I dati raccolti e le fonti a cui si è attinto vertono su due rami paralleli: la produzione in cava e la richiesta del mercato. I dati statistici minerari complessivi sono stati raccolti presso gli uffici del CO.RE.MI. dei distretti di Palermo, Caltanissetta e Catania. Oggetto di studio è stato il decennio 1990/1999, relativamente alla produzione annua dei giacimenti sfruttati, suddivisi per classe di materia prima estratta. Le fonti per effettuare una ricerca sul mercato dei materiali lapidei sono state individuate nel settore delle opere civili e industriali, nonché in quello dell edilizia pubblica e privata locale, per quanto riguarda i materiali impiegati come lapidei di cava, e nel mercato dell esportazione per quel che concerne tutti gli altri materiali lapidei di pregio. A tal fine sono stati raccolti presso l ufficio ISTAT di Palermo, per l ultimo decennio disponibile: i dati regionali e provinciali relativi alle opere pubbliche i dati provinciali e comunali relativi all edilizia privata. Per poter prevedere lo sviluppo dei settori di utilizzo nel prossimo futuro, a parte gli specifici studi di settore, si sono acquisiti i piani triennali delle opere pubbliche di tutte le province e di un campione significativo di Comuni, nel triennio 2000/2002. Le informazioni presenti nei Piani Triennali e nei computi metrici da noi consultati per settori costruttivi, sono serviti per tarare sia le percentuali di incidenza che i coefficienti tecnici di assorbimento che collegano la produzione delle materie prime con il settore delle costruzioni. Per completare il quadro conoscitivo del settore delle opere pubbliche è stato contattato l ente delle Ferrovie dello Stato S.p.a., del Genio Civile Opere Marittime e dell ANAS, ma non tutti hanno

11 esaurientemente risposto. I materiali lapidei di pregio estratti in Sicilia per uso ornamentale saranno considerati separatamente. La loro richiesta non è costante negli anni, ma risulta condizionata da variabili di livello differente. Infatti non sempre un materiale lapideo di pregio s impone sul mercato per i suoi requisiti fisico meccanici, quanto per la sua caratteristica cromatica e per la sua originalità rispetto al mercato comune. Le informazioni riguardanti il mercato sono state tratte da alcune pubblicazioni, nelle quali sono raccolti i dati elaborati periodicamente dalla Camera del Commercio, e dall ufficio ISTAT. In particolare sono state poi acquisite le informazioni rinvenuti dai rapporti ICE sul commercio estero dell Italia, diviso per Regioni e Province, per paesi di provenienza e di destinazione, per prezzi, quantità e saldi Appendici statistiche con dati 85/99. E anche stato acquisito lo Speciale Rapporto Commercio dell Italia nei paesi del Mercosur e della SAARC (fonte ICE). Nello svolgimento dello studio socio - economico gli strumenti solitamente utilizzati nella metodologia di analisi derivano principalmente dai contributi di studi paralleli svolti nel settore dell economia industriale, in cui gli operatori sono anche supportati da analisi statistiche ed econometriche. La struttura metodologica dell analisi si basa sul contributo fondamentale degli economisti industriali della scuola di Harvard ai quali è riconducibile il modello struttura-comportamento-risultati. Al fine di descrivere il settore di studio si è ritenuto necessario inquadrare, preliminarmente, l economia siciliana nel suo complesso e nei confronti dell ambito nazionale, attraverso l analisi del prodotto interno lordo, dei consumi, dell occupazione e della numerosità imprenditoriale per settori e comparti di produzione individuando le differenze di sviluppo tra i diversi settori dell economia regionale. A tal fine sono stati presi a riferimento gli ultimi dati ufficiali disponibili e derivanti dal Censimento ISTAT 91 e dal Censimento Intermedio dell Industria e dei Servizi ISTAT 96, da rilevamenti ISTAT del 1999, di fonte Unioncamere, Istituto Tagliacarne, Regione Sicilia e Ministero Industria Commercio ed Artigianato. In tal modo è stato possibile individuare, rispetto all ultimo decennio, le tendenze di sviluppo economico nel suo complesso. I dati nazionali disponibili sono stati analizzati per ricavarne estrapolazioni utili a descrivere la regione Sicilia. Ai fini della prima parte, cioè l impostazione generale del presente studio, appare opportuno non operare una distinzione netta tra materiali di cava e materiali di pregio, essendo notevoli, con riguardo agli aspetti economici, le interferenze tra le due tipologie di materiali. Inoltre i dati di produzione sono stati trattati, in un primo momento, per singolo materiale ed in un secondo momento accorpati in classi omogenee di materiali, al fine di poterli mettere più agevolmente in relazione con l andamento del settore delle costruzioni, considerato lo sbocco più significativo degli stessi. Le classi considerate sono le seguenti: CLASSI DI MATERIALI DI PREGIO 1. P Cm + Lt + Q + Ab (calcare lucidabile + lava da taglio + quarzarenite + alabastro) 2. P Lf (lava per frantumazione)

12 3. P Cl (calcarenite) 4.P (pomice) CLASSI DI MATERIALI DI CAVA 1. C C + D + Sc + Ss + Sga (calcare + calcare domitico e dolomia + sabbia calcarea + sabbia silicea + sabbia e ghiaia alluvionali ) 2. C Ar + Q + R + Tv + Mr + Cl (arenaria + quarzarenite + rosticci di zolfo + tufo vulcanico + marna + calcarenite + metamorfiti) 3. C G (gesso) 4. C CL (calcarenite) 5. C A (argilla) 6. C Ccm (cave di calcare, sabbia, marna, calcareniti, argilla, ecc impiegate nella produzione di cementi) SI È RAVVISATA TUTTAVIA L OPPORTUNITÀ DI ESCLUDERE DALLO STUDIO ALCUNE DELLE CLASSI DI MATERIALI PERCHÈ NON SONO STRETTAMENTE CORREDABILI O NON FACILMENTE QUANTIFICABILI CON I SETTORI DI IMPIEGO CONSIDERATI (POMICI, ARENARIE, GLI INERTI DELLA CLASSE 2C, MARNE E LE CALCARENITI). PER QUESTE MATERIE PRIME SI RIMANDA AD UNO SPECIFICO STUDIO DI SETTORE. IN QUESTA PRIMA PARTE DELLO STUDIO SONO STATI ELABORATI I GRAFICI E LE TABELLE RELATIVE ALLA SERIE STORICA SUI DATI RELATIVI ALLA PRODUZIONE. QUESTE ELABORAZIONI SONO STATE RAGGRUPPATE PER PROVINCIA, ALTRESÌ PER COMUNE E PER SINGOLA CLASSE DI MATERIALE. Il passo successivo dello studio socio economico comprende l elaborazioni sui dati Istat riguardanti gli andamenti dell edilizia pubblica e privata espressi, rispettivamente, in migliaia di lire ed in volume. Le elaborazioni delle serie storiche sono costituite da tabelle e grafici divisi per provinzia e per settore di costruzione nel decennio di riferimento. Dai grafici si evidenzia che pur diminuendo i valori ed i volumi delle opere effettuate nel decennio, siano aumentate le imprese di settore operanti sul territorio. La giustificazione di tale contraddittorietà di risultati di analisi può essere riportata ad una probabile diminuzione della dimensione delle stesse imprese ed alla loro proliferazione in aziende di minori dimensioni. La finalità del lavoro, per quanto riguarda i materiali di pregio coinvolti nel settore delle costruzioni locali, è stata quella di porre a confronto la serie storica dei valori di produzione tratti dalla banca dati del CO.RE.MI. con l analoga serie derivata dai dati ISTAT, riferiti ai settori di ù ò

13 utilizzazione più significativi e relativi allo stesso intervallo temporale (anni ). Ciò al fine di trarre le necessarie ed opportune considerazioni conclusive in merito all attendibilità delle serie storiche considerate e delle relative estrapolazioni al futuro. Per i confronti delle due serie storiche sono stati considerati i dati ISTAT relativi ai principali settori di utilizzazione ed in particolare quelli relativi alle Opere pubbliche, ai Trasporti e Comunicazioni ed all Edilizia privata. Sono stati esclusi i settori di utilizzazione che prevedono impieghi non rilevanti e difficilmente quantificabili di materiali di cava. In particolare non è stato considerato, tra le categorie di analisi, il comparto relativo alle reti tecnologiche. Sono state inoltre escluse le opere più complesse che possono essere considerate facenti parti delle opere staordinarie e per queste non si può prevedere un quantitativo medio di inerti nel futuro. Sono stati esclusi dalla trattazione anche i dati ISTAT che si riferiscono alle Ferrovie ed altre linee di trasporto, data la difficoltà di ricavare dal relativo importo dei lavori l incidenza relativa al solo impiego dei materiali di cava. Si è preferito al riguardo assumere, secondo indicazioni ufficiali fornite dalle Ferrovie dello Stato, un consumo medio annuo costante di inerti. I dati ISTAT riferiti ai settori di utilizzazione Opere Pubbliche e Trasporti e comunicazioni sono espressi in valore, mentre quelli relativi all Edilizia privata in metri cubi di edificato. Si è trattato di convertire, quindi, attraverso l impiego di coefficienti tecnici di assorbimento (per i dati ISTAT espressi in volume) e di percentuali di incidenza (per quelli espressi in valore), i dati riferiti ai settori di utilizzazione. La determinazione dei coefficienti ha richiesto una articolata indagine condotta utilizzando strumenti diversi, in particolare l analisi di programmi operativi di cantiere e di computi metrici estimativi. I valori così ricavati sono stati posti a confronto con quelli disponibili in letteratura tecnica. Impiegando i predetti coefficienti e i prezzi unitari per metro cubo degli inerti ( ) sono stati ricavati distintamente i quantitativi di inerti che avrebbero trovato impiego nell Edilizia privata, in quella pubblica e nelle Opere stradali per provincia. I valori in tal modo ricavati sono stati posti a confronto con i corrispondenti dati sulla produzione di materie prime acquisiti presso il CO.RE.MI. Il confronto tra le due serie di dati che in linea di principio avrebbero dovuto coincidere evidenziano sostanziali differenze: i valori delle produzioni secondo i dati CO.RE.MI. sono nella generalità dei casi superiori ai corrispondenti valori stimati indirettamente con i dati ISTAT. Tale scostamento era atteso e prevedibile inquanto alcuni settori di utilizzazione sono stati esclusi dagli accorpamenti dei dati ISTAT, sia perché utilizzano modeste quantità di materie prime, sia perché erano state classificate come opere straordinarie. Le differenze tra le due serie di dati risultano tuttavia superiori alle aspettative, tali da essere

14 verosimilmente addebitabili anche ad altri fattori, quali la sottostima dei dati inerenti i settori di utilizzazione, in ragione dell incidenza dell abusivismo edilizio, della risposta incompleta e disomogenea delle Amministrazioni locali, non escludono errori di compilazione nelle serie dei dati CO.RE.MI. Data la varietà di materiali di pregio facenti parte di tale settore estrattivo, una parte dello studio si propone di sviluppare un approfondimento dell analisi socioeconomica al fine di preparare le basi per le considerazioni finali. Innanzitutto si è proceduto a descrivere la conformazione dell ultimo decennio del settore estrattivo dei materiali di pregio della regione e di ciascuna provincia, sia in termini di imprese esistenti, derivate da dati Istat degli ultimi censimenti, che in termini di cave attive, classi di materiale estratto, quantità e valori prodotti ed, infine, occupazione registrata. In secondo luogo si è cercato di fotografare sia la situazione evolutiva provinciale del mercato interno, che di quello estero. Viene esclusa dallo studio l estrazione della pomice (classe 4.P) in quanto la produzione è limitata a tre cave ubicate a Lipari poiché l utilizzo di questo materiale è prettamente industriale e quindi indipendente dai fabbisogni del mercato interno di riferimento. Per questo materiale di pregio si rimanda, dunque, ad altri specifici studi. Lo studio socio-economico si conclude con l individuazione del trend relativo al settore della produzione (dati CO.RE.MI.) e del consumo (settore delle costruzioni ISTAT e settore dell esportazione) che si costruiscono sull osservazione delle serie storiche ricavate. Uno studio a parte viene fatto per la classe 1.P (materiali per uso ornamentale); per la quale si è considerato come mercato di utilizzo solo il mercato dell esportazione; visto che risulta poco agevole definire la aliquota di materiale che rimane all interno della regione. Tra i dati sulle esportazioni, divisi per attività economica, il nostro interesse ha riguardato due categorie dei rilevamenti ISTAT ( ): Prodotti delle miniere e delle cave Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi. La prima si riferisce alle esportazioni di prodotti grezzi, la seconda, invece, si riferisce ai volumi delle esportazioni di materiali lavorati. Per ognuna delle 6 Province interessate da tale classe sono stati analizzati le serie storiche e sono stati costruiti i relativi trend sulla produzione. Si è cercato, nel contempo, di mettere in paragone il trend della produzione con i trend dei dati ISTAT relativi alle esportazioni a livello provinciale. In ultima analisi, si è proceduto ad analizzare a livello regionale la produzione per il periodo 1990-

15 1999, ad individuarne il trend e a confrontarne l andamento con quello relativo alle esportazioni regionali riferite allo stesso periodo di tempo. Per tutti quei materiali di pregio che trovano impiego all interno del settore delle costruzioni regionali, lo studio socio-economico è proposto con l individuazione del trend relativo al settore della produzione (dati CO.RE.MI.) e del consumo (settore delle costruzioni - ISTAT) che si costruiscono sull osservazione delle serie storiche ricavate. Nello svolgimento di questa parte del lavoro si osserva la divergenza tra l'intervallo della serie relativa all'estrazione dei materiali ( ) e l'intervallo della serie relativa alle costruzioni ( ). Occorre precisare che i dati ISTAT sull industria delle costruzioni sono aggiornati al 1997, mentre i dati CO.RE.MI. sulle produzioni sono aggiornati fino al 1999; inoltre non è stato possibile reperire i dati CO.RE.MI: precedenti al Pertanto non si è riusciti a costruire le due serie storiche di dati in modo tale che coprissero in maniera omogenea l intero decennio Nel nostro studio, quindi, il trend può stimare con una certa attendibilità, i valori di annualità già trascorse e con minore attendibilità le annualità future. Per tale motivo si è limitata l'indicazione del trend al solo triennio di previsione , ritenendo ogni ulteriore indicazione, priva di alcun fondamento. L'osservazione di tutte le serie storiche ha mostrato il tipico andamento ciclico dei fenomeni socio economici, contraddistinti da fasi di sviluppo, in congiuntura economica favorevole, seguita da inversioni di tendenza e fasi di stagnazione o recessione, in congiuntura economica sfavorevole. Nel settore degli impieghi, la ricerca di tendenza di fondo non è immune dagli errori causati dall'elevata variabilità dell ammontare delle costruzioni edili nel settore pubblico, che come è ben noto sono pesantemente influenzate da un insieme di circostanze non facilmente prevedibili: l abusivismo. Quindi calcolare un trend in diminuzione non significherà necessariamente che la spesa dovrà diminuire, piuttosto dovrà essere valutato come indice di una tendenza nel periodo osservato e non una fedele previsione per il futuro. A questo punto lo studio è stato rivolto solo a livello di analisi della tendenza dei settori di produzione e di consumo, tenendo conto che il modello generato ha subito molte esemplificazioni e accorpamenti, e non risulta idoneo alla previsione puntuale degli ammontari futuri. L'individuazione delle tendenze di fondo fino al 2004, assunte dai vari fenomeni osservati, si dovranno, poi, combinare con le considerazioni riguardanti la congiuntura prevedibile fino al 2004, e con le tendenze relative alla componente ciclica del fenomeno. Inoltre, è importante evidenziare che l'economia siciliana è in trend espansivo da ormai cinque anni, così come si legge su "Rapporti - Mezzoggiorno" de "Il Sole24ore" di Lunedì 25 Giugno 2001.La congiuntura favorevole degli ultimi anni sarebbe, quindi, in grado di "alzare" le tendenze di fondo

16 delle serie dei dati osservati, specie di quelli con trend al ribasso. Caratterizzazione dei materiali (volume 5 ) Tale volume è dedicato ai materiali di pregio per la cui caratterizzazione chimica, mineralogica e tecnica sono stati prelevati più di 200 campioni cercando di rispettare la distribuzione territoriale, la rappresentatività nell ambito della tipologia ed il significato di questi materiali nell uso storico per l edilizia monumentale. Naturalmente nei campionamenti sono state privilegiate quelle aree nelle quali i materiali hanno una commercializzazione reale, senza però trascurare altre zone in cui i materiali potrebbero avere una potenzialità in senso giacimentologico o, anche, come prodotto di nicchia per usi specifici quali ad esempio gli interventi di restauro. I materiali di pregio studiati si riferiscono a: Calcareniti Calcari lucidabili Argille Basalti dell Etna Quarzareniti per uso ornamentale Pomici Si tratta di sei classi di materiali quasi tutte confinate in aree geografiche ben definite, più o meno vaste (basalti, argille, quarzareniti e pomici), mentre altre come le calcareniti di pregio e i calcari lucidabili sono distribuite, anche se dentro bacini definibili, su tutta l area regionale ed appartengono anche a terreni con età geologica diversa e hanno anche realtà estrattive molto differenziate. I campioni sono stati caratterizzati sia dal punto di vista mineralogico petrografico e geochimico sia dal punto di vista tecnico. La metodologie analitiche utilizzate per la caratterizzazione mineralogica e petrografica sono la diffrattometria ai raggi X e l osservazione al microscopio polarizzatore su sezione sottile. L analisi chimica è stata ottenuta secondo procedure differenziate in relazione alla natura specifica della roccia in esame. Le caratteristiche tecniche eseguite sono sempre riferite alla tipologia di materiale per cui si va da quelle più generiche (peso dell unità di volume,, coefficiente di imbibizione, resistenza meccanica alla compressione) a quelle specifiche ed utili alla caratterizzazione dell argilla per valutarne à

17 l idoneità in relazione ai diversi settori produttivi, delle calcareniti (prove di assorbimento d acqua per capillarità), della pomice ecc. E opportuno ricordare che tutte le analisi eseguite tendono a definire nei suoi molteplici aspetti i prodotti coltivati o da coltivare e non si occupano di caratterizzare il prodotto semilavorato o il prodotto finito. I materiali calcarenitici esaminati sono quelli cavati dagli affioramenti pleistocenici presenti nell Isola di Favignana e lungo la costa occidentale della Sicilia nell area compresa tra Marsala, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Inoltre, sono stati considerati i depositi pliocenici dell area di Caltanissetta, (Calcareniti di Capodarso), e le calcareniti delle formazioni mioceniche dell altopiano Ibleo. In quest ultimo caso la campionatura ha interessato le varietà litologiche di maggior connotazione storico artistica come la Pietra di Noto, il Calcare di Modica e Ragusa, e la Pietra di Siracusa. In base dei risultati ottenuti dalle analisi e prove di laboratorio effettuate sui campioni si possono trarre alcune considerazioni a carettere generale. Le calcareniti pleistoceniche, molto simili nell aspetto macroscopico come anche nella composizione mineralogica e nelle caratteristiche tecniche, sono materiali idonei all uso come pietra da conci per l edilizia. Si tratta infatti di materiali leggeri in quanto caratterizzati da una elevata porosità (>30%) con discreta resistenza meccanica e buone caratteristiche di coibentazione termica ed acustica. Le varietà caratterizzate da una resistenza meccanica relativamente più scarsa possono essere impiegate nelle murature se rivestite da intonaco. Le calcareniti mioceniche, apparentemente simili nell aspetto macroscopico, sono in realtà rocce dalle proprietà fisico - meccaniche molto diversificate; si hanno infatti litotipi molto compatti e di elevata resistenza meccanica o, al contrario, rocce porose e scarsamente cementate. Le varietà più tenere e di facile lavorazione sono adatte come pietra da conci o per le opere di intaglio, essendo peraltro caratterizzate da una grana fine ed uniforme, mentre quelle più dure e compatte, attualmente destinate alla frantumazione per inerti, possono essere anche usate per zoccolature, lastricati, gradini ecc. Dal punto di vista composizionale si tratta di rocce idonee come materia prima per la produzione della calce e del cemento. Lo studio dei calcari lucidabili è stato effettuato su una selezione di 118 campioni. I criteri che hanno condotto alla scelta dei campioni sono essenzialmente due: 1. considerare le varietà litologiche maggiormente rappresentate nel mercato; 2. raccogliere campioni rappresentativi della variabilità composizionale e strutturale riscontrabile nell ambito di ciascuna tipologia merceologica. Inoltre, la campionatura ha preso in esame alcune varietà di marmi colorati che, seppur poco coltivati o non più estratti, sono tuttora reperibili nel mercato e, in ogni caso, hanno rappresentato fino ad alcuni decenni fa una importante componente della produzione marmifera siciliana. Sulla base di questi presupposti, sono stati presi in esame i principali giacimenti marmiferi della provincie di Trapani, di Palermo, di Messina e di Ragusa. Il bacino marmifero della Provincia di Trapani interessa i Comuni di Valderice, Custonaci, San Vito lo Capo, Castellammare del Golfo e Alcamo. Le varietà di marmi esaminati nell ambito di questo bacino sono le seguenti: Perlato di Sicilia

18 Perlatino Avorio venato Nerello Royal Brown Giallo Antico Spuma di mare Fior di pesco Rosso S. Vito Rosso Inici Travertino di Alcamo. Relativamente alla provincia di Palermo, sono state considerate due tipologie di marmo: Grigio di Billiemi Granitello di Monte Kumeta. Per quanto riguarda la provincia di Messina i marmi presi in esame sono quelli estratti nel Bacino di S.Marco D Alunzio: la varietà rossa, nota in commercio come Rosso Venato o Rosso Fiorito la varietà grigia. Infine, per quanto concerne la provincia di Ragusa, il litotipo esaminato è stato il Calcare di Comiso. Il numero di campioni esaminati per ciascuna varietà di marmo è stato scelto tenendo conto della naturale variabilità geolitilogica, ma anche in funzione della percentuale di cave in esercizio e del volume di roccia coltivata. Relativamente alle varietà Perlato di Sicilia e Perlatino, che sono le varietà maggiormente interessate dalla attività estrattiva, le analisi chimiche rivelano una composizione, che espressa in termini di carbonati, equivale ad un contenuto di CaCO3 del 98 99% e di MgCO3 tra 0,5 e 1%. Le impurità legate alla presenza di minerali argillosi e ossidi di ferro sono da considerare del tutto

19 irrilevanti. Per quanto riguarda le proprietà tecniche non emergono variazioni di rilievo tra le rocce provenienti da località di estrazione differenti. La modesta variabilità che si riscontra tra i campioni è legata a diversità strutturali della roccia (abbondanza relativa tra bioclasti e matrice, dimensioni, forma e distribuzione granulometrica dei bioclasti, presenza e abbondanza di stiloliti, loro orientazione ecc.), ed è dello stesso ordine di grandezza per tutte le località di estrazione esaminate. La resistenza meccanica a compressione è con rare eccezioni superiore ai 1300 Kg/cm 2. Nella varietà Perlatino si registrano valori di resistenza a compressione mediamente più elevati a causa della minore e più omogenea granulometria dei bioclasti. Relativamente alle altre varietà di marmi, i dati ricavati delle analisi e prove di laboratorio evidenziano caratteristiche tecniche abbastanza comuni per questa tipologia di materiale con valori di resistenza meccanica non inferiori ai 1000 Kg/cm2. I valori minori si hanno per la pietra di Comiso. Relativamente alle argille, le indagini condotte sui campioni raccolti nelle tre aree di interesse (Sciacca, Caltagirone, e S.Stefano di Camastra) hanno avuto come obiettivo oltre che la caratterizzazione composizionale, la definizione delle proprietà tecniche e comportamentali, in funzione di un loro possibile utilizzo nell ambito dell industria dei laterizi, delle piastrelle e delle ceramiche artistiche. Per le argille di Caltagirone le indagini effettuate hanno mostrato buone caratteristiche di lavorabilità e di comportamento in essiccato e in cotto, per cui essa, utilizzata nel settore dei laterizi come componente argillosa principale dell impasto, dovrebbe dar luogo a prodotti di buona qualità. Questa argilla presenta anche buoni parametri per quanto concerne l eventuale uso come componente di impasti per piastrelle porose, sia in cottura tradizionale che rapida, eccezion fatta per la bassa resistenza meccanica. I due campioni prelevati a Sciacca, relativi alla porzione pliocenica della formazione argillosa, sono costituiti da una argilla grassa caratterizzata dalla predominanza di smectite nella frazione inferiore a 2 micron. La prove tecnologiche dimostrano che queste argille non si prestano per la manifattura di laterizi e terrecotte, ne tanto meno ad possibile uso nell artigianato ceramico, se non in qualità di argille correttive plastiche da aggiungere, in percentuali non eccessivamente elevate, ad impasti magri. Infine per quanto attiene alle argille di S.Stefano di Camastra, i campioni esaminati mostrano una notevole eterogeneità sia mineralogica che tessiturale che chiaramente si ripercuote anche nel loro comportamento tecnologico. Infatti, a campioni con caratteristiche assolutamente non idonee per il settore ceramico, si contrappongono i campioni con buone caratteristiche di lavorabilità e di comportamento in cotto utilizzabili come componente argillosa principale dell impasto per laterizi,

20 maioliche artistiche e per piastrelle porose anche se, in quest ultimo caso, la presenza nel campione di cuore nero, particolarmente evidente alla massima temperatura di cottura (1140 C), ne rende possibile l utilizzo solo con cicli termici lenti (cottura tradizionale). La naturale eterogeneità della materia prima impone, in ogni caso, la formulazione di un impasto ceramico miscelando argille di diversa qualità in modo da rispondere alle esigenze a livello di ciclo produttivo e di caratteristiche di prodotto. Per quanto concerne i basalti etnei, la campionatura ha riguardato prevalentemente le lave delle eruzioni storiche, in quanto tali prodotti sono assolutamente prevalenti tra quelli per i quali esiste un interesse all estrazione. Le cave, attualmente in esercizio, lavorano il basalto estratto prevalentemente come pietra da taglio e/o da frantumazione e solo in alcuni casi come pietra ornamentale tipo scultura ecc. Il materiale lavico utilizzato è quello perfettamente compatto, delle porzioni più interne delle originarie colate, caratterizzato da una tenacità e durezza da renderlo adatto anche a lavorazione come pietra lucidabile di pregio. Nell ambito di ciascuna cava sono stati raccolti da 2 a 4 campioni lungo sezioni trasversali alla colata, al fine di mettere in evidenza l eventuale presenza di variabilità composizionali e tessiturali all interno della colata stessa. I campioni sono stati comunque prelevati sempre in corrispondenza delle porzioni compatte e massive del corpo lavico, tralasciando le parti più superficiali dove la roccia presenta una struttura scoriacea o comunque una maggiore fratturazione. Sotto il profilo mineralogico, petrografico e geochimico, i materiali lavici interessati da attività estrattiva si possono ritenere omogenei. Per quanto riguarda le proprietà tecniche, non emergono significative differenze tra le varie colate, anche se nell ambito del singolo evento effusivo si rileva una ampia variabilità che è da porre in relazione alla presenza nella roccia di lesioni e fratture latenti, legate alla contrazione per raffreddamento del magma originario. I valori di resistenza ricadono in prevalenzanell intervallo: Kg/cm 2. Relativamente alle pomici di Lipari, sono stati esaminati due campioni prelevati nell area di cava, alle pendici orientali del Monte Pilato. I dati relativi alla composizione chimica e alle proprietà fisiche ricavate nei due campioni in esame, concordano con quelli riportati nella letteratura, confermando le possibilità di utilizazione di questi materiali per la produzione di calcestruzzi leggeri o come abrasivo tenero per molteplici usi quali cosmesi, detersivi ecc. Aspetti tecnico-minerari ed ambientali (volume 6 ) Il volume di cui si tratta è strutturato in quattro capitoli nell ambito dei quali vengono trattate, con riferimento agli specifici litotipi di interesse, i seguenti temi: 1. Tecnologie estrattive e relative incidenze

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