Indice. 1 Introduzione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Indice. 1 Introduzione ----------------------------------------------------------------------------------------------- 3"

Transcript

1 INSEGNAMENTO DI POLITICA ECONOMICA LEZIONE XII LA POLITICA DI COESIONE PROF. GAVINO NUZZO

2 Indice 1 Introduzione Le politiche settoriali La politica sociale Il coordinamento delle politiche occupazionali di 16

3 1 Introduzione Per quanto pervasa da un forte senso di identità culturale e storica, l'europa è costituita da un gruppo di paesi ben differenziati dal punto di vista economico. I redditi di cui possono godere i cittadini comunitari divergono ampiamente tra un paese e l'altro, pertanto, per poter affrontare un percorso di crescita e sviluppo unitario è risultato fondamentale attuare una politica di coesione economica e sociale. Per questo motivo a partire dal 19751a Comunità ha inaugurato la politica di coesione economica e sociale, espressione con la quale si fa riferimento all'insieme delle misure che, riducendo il divario tra livelli di sviluppo delle varie regioni europee, promuovono una evoluzione armoniosa della Comunità. La logica di tali misure risiede sia in considerazioni di carattere economico sia in motivi di opportunità politica e può ricondursi a tre esigenze che rappresentano degli interessi primari della Comunità: - tutelare la competitività delle imprese che operano in aree geografiche disagiate. Il mercato unico determina un allargamento dell'ambito di operatività delle imprese, ma anche un ampliamento della concorrenza. Il diverso grado di sviluppo delle economie di alcuni Stati membri o di determinate aree di questi, fa sì che le imprese che operano in tali regioni siano meno competitive delle altre e, qualora si applicassero le regole della libera concorrenza senza alcun correttivo, risentirebbero degli effetti negativi del mercato unico, senza beneficiare di quelli positivi; - garantire un livello di benessere omogeneo per tutti i cittadini. È interesse della Comunità intervenire affinché i vantaggi promossi dalle sue politiche si distribuiscano uniformemente su tutto il territorio comunitario e la struttura della nuova Unione sia quanto più compatta possibile, al fine, altresì, di scongiurare fenomeni di grave impatto sociale, quali la disoccupazione e le migrazioni di massa verso aree geograficamente meno depresse; - salvaguardare l'uniforme efficacia delle altre politiche comunitarie. Il fatto che vi siano in Europa regioni meno sviluppate di altre dipende, generalmente, da ragioni storiche, economiche, ambientali, ovvero da endemiche carenze strutturali ed organizzative. La Comunità ha interesse a correggere tali fattori di squilibrio, poiché essi rischierebbero di 3 di 16

4 limitare il processo di integrazione dei singoli Stati membri, mortificando, in tal modo, gli effetti delle politiche comunitarie. L'attuale disciplina della politica di coesione economica e sociale è contenuta nel regolamento 1083/2006 dell' l1 luglio 2006 che traccia le linee guida da seguire nel periodo In tale lasso di tempo, la Comunità si prefigge uno sviluppo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali, un aumento dei livelli di occupazione ed una maggiore cooperazione tra le differenti realtà locali presenti sul suo territorio. Tutto ciò si traduce in tre obiettivi: 1) obiettivo Convergenza, volto ad accelerare la coesione degli Stati membri e l'adeguamento delle regioni in ritardo di sviluppo. In particolare, tale obiettivo si prefigge la crescita delle aree interessate e l'incremento dell'occupazione tramite l'aumento degli investimenti, l'efficienza amministrativa, l'innovazione, l'adattamento ai cambiamenti economici e sociali e la tutela ed il miglioramento della qualità dell'ambiente. L'obiettivo convergenza riguarda le regioni il cui prodotto interno lordo pro capite è inferiore al 75% della media comunitaria. È finanziato dal FESR, dal FSE e dal fondo di coesione. L'ingresso dell'unione di paesi dell'est, aventi un PIL pro capite nettamente inferiore, ha determinato un abbassamento della media comunitaria; di conseguenza, alcuni Stati membri che, secondo i canoni precedenti all'allargamento, avrebbero avuto diritto ai benefici della politica di coesione, ne sono esclusi. A1 fine di ovviare a tale inconveniente, l'unione ha disposto, in favore dei paesi che risentono di tale effetto statistico, un considerevole aiuto transitorio, che consenta loro di completare il processo di convergenza. Tale aiuto, erogato a titolo dell'obiettivo Competitività, ha carattere decrescente e sarà erogato fino a12013; 2) obiettivo Competitività regionale e occupazione. Finanziato dal FESR e dal FSE, tale obiettivo mira a rafforzare la competitività delle regioni che non rientrano nell'obiettivo Convergenza. In particolare, per il raggiungimento della Competitività regionale e dell'occupazione sono state predisposte delle misure volte a garantire l'incremento ed il miglioramento della qualità degli investimenti, l'innovazione, l'imprenditorialità, l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese allo sviluppo dei mercati, anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all'apertura degli scambi; 3) obiettivo Cooperazione territoriale europea. È finanziato dal FESR e riguarda tutte le regioni comprendenti frontiere terrestri o marittime, nonché zone di cooperazione 4 di 16

5 transnazionale. Il senso di questo obiettivo, infatti, è rafforzare la cooperazione transnazionale e interregionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie. Come si è accennato in precedenza, il perseguimento degli obiettivi di politica economica e sociale avviene soprattutto (ma non solo) attraverso gli strumenti finanziari di cui dispongono le istituzioni comunitarie. Tali risorse sono i fondi strutturali e gli altri strumenti finanziari (Fondo di coesione, finanziamenti della Banca europea per gli investimenti - BEI) e Fondo europeo per gli investimenti - FEI). I fondi strutturali, in particolare, sono gli strumenti finanziari volti a promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni a sviluppo ritardato, riconvertire le aree a declino industriale, lottare contro la disoccupazione strutturale, facilitare l'inserimento professionale dei giovani e accelerare la riforma del sistema agrario. Gli attuali fondi strutturali sono: - il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). È il principale strumento di attuazione della politica regionale comunitaria. Istituito con regolamento del Consiglio n. 724 del 18 marzo 1975, il FESR si propone di sostenere lo sviluppo armonioso e la coesione economica delle diverse regioni comunitarie attraverso la correzione dei principali squilibri e l'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo. Provvede al finanziamento: a) di investimenti produttivi che permettono di creare o salvaguardare posti di lavoro durevoli, in primo luogo attraverso aiuti diretti agli investimenti, principalmente nelle piccole e medie imprese; b) di investimenti nel settore delle infrastrutture; c) dello sviluppo del potenziale delle regioni attraverso misure di sostegno delle iniziative locali e, in particolar modo, delle attività delle piccole e medie imprese; d) di investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico; - il Fondo sociale europeo (FSE). È stato creato nel 1958 per risolvere i problemi di occupazione suscitati dalla stessa integrazione europea. Esso partecipa al finanziamento di corsi di formazione professionale e di aiuti ai disoccupati. Tali sovvenzioni devono far parte di piani elaborati dalle regioni a sviluppo ritardato, colpite dalla riconversione industriale o agricola, oppure integrarsi con le azioni nazionali a favore dell'inserimento professionale dei giovani al di sotto dei 25 anni o dei disoccupati da lungo tempo. 5 di 16

6 Secondo quanto stabilito dal regolamento n. 1081/2006 del 5 luglio 2006, i principali ambiti della sua attività sono: a) l'istruzione e la formazione professionale; b) migliorare l'accesso all'occupazione ed alla partecipazione al mercato del lavoro; c) accrescere l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese; d) combattere la discriminazione ed agevolare l'accesso dei disabili al mercato del lavoro; e) promuovere partenariati per la riforma nel campo dell'occupazione. Gli altri strumenti finanziari (non rientranti nella categoria dei fondi strutturali) sono: i1 Fondo di coesione, previsto dall'articolo 161 TCE è stato istituito con il regolamento n. 1164/94. La sua attuale disciplina è contenuta nel regolamento n. 1084/2006 dell' 11 luglio I suoi finanziamenti sono principalmente volti al sostegno di progetti nei settori dell'ambiente e delle reti di trasporto transeuropee, ma solo negli Stati membri il cui PIL è inferiore al 90% della media europea; pertanto, potranno beneficiarne tutti i paesi di nuova adesione, più la Grecia, il Portogallo e la Spagna, quest'ultima, però, ammessa solo in via transitoria; i finanziamenti della BEI. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI), «facendo appello al mercato dei capitali ed alle proprie risorse», concede finanziamenti a lungo termine per la realizzazione di progetti concreti di cui sia garantita l'attuabilità sotto il profilo economico, tecnico, finanziario e della tutela ambientale; il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI). È lo strumento comunitario che opera a supporto delle piccole e medie imprese. Il suo azionista di maggioranza è la Banca Europea per gli Investimenti, con la quale costituisce il cosiddetto "Gruppo BEI". Il Fondo, istituito nel 1994, opera essenzialmente attraverso la concessione di capitale di rischio e la prestazione di garanzie; Non sono più inclusi più tra i fondi strutturali gli strumenti volti a promuovere lo sviluppo rurale o dei territori dipendenti dal settore della pesca. Tali attività, infatti, rientrano nelle competenze dei nuovi fondi ad hoc istituiti in sostituzione del FEOGA e dello SFOP (che nel periodo di programmazione erano inclusi nella famiglia dei fondi strutturali). 6 di 16

7 In sostituzione del FEOGA è ora operativo il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), destinato al sostegno delle iniziative volte allo sviluppo rurale, mentre lo SFOP è stato sostituito dal Fondo europeo per la pesca (FEP). 7 di 16

8 2 Le politiche settoriali Per molti anni la politica comunitaria settoriale più famosa, studiata, discussa e spesso criticata è stata quella agricola, definita PAC (Politica agricola comune), messa a punto per tutelare i redditi del comparto agricolo e con evidenti finalità redistributive. La politica consiste, prevalentemente, nella fissazioni di prezzi minimi per i prodotti agricoli, la cui individuazione può comportare l'introduzione di dazi sui prodotti agricoli extracomunitari. Inoltre, allo scopo & evitare sovrapproduzioni in un settore protetto ed esclusivamente per alcuni prodotti, viene concessa, ai diversi paesi membri, la produzione di una certa quota, da distribuire tra gli operatori. Gli episodi più clamorosi, collegati alla determinazione di quote, hanno riguardato le quote latte, particolarmente avversate dagli allevatori italiani che si sono resi ripetutamente protagonisti, alla fine degli anni Novanta, di manifestazioni di protesta molto suggestive (con distribuzione gratuita del loro prodotto e cortei capeggiati da mucche). La tutela degli agricoltori europei è stata criticata per le conseguenze ipotizzabili sulle economie dei PVS, tradizionalmente produttori agricoli, mentre all'interno dei singoli paesi sono state mosse critiche per i criteri di spartizione delle quote, entro cui taluni produttori si sentono «stretti». In effetti la PAC è uno degli ultimi strascichi di un orientamento protezionista ormai obsoleto. In esso vige tuttora il principio di preferenza comunitaria che consente un sistema di prelievi variabili sulle importazioni ed un sistema di restituzioni alle esportazioni. In pratica mentre il primo impedisce che i prodotti stranieri entrino nell'unione con un prezzo inferiore a quello interno; il secondo restituisce agli esportatori quanto hanno eventualmente perduto vendendo all'estero ad un prezzo inferiore al minimo europeo. Altre politiche settoriali, in voga negli anni Settanta e Ottanta, sono andate via via regredendo. In particolare il settore siderurgico, anch'esso organizzato per quote, ha registrato una costante perdita di interesse da parte della Comunità in barba al suo antico nucleo propulsore della CECA. Gli sforzi comunitari si sono indirizzati, invece, verso il settore della R&S (ricerca e sviluppo tecnologico). La ricerca ha assunto una maggiore rilevanza, nell'ambito delle politiche comunitarie, parallelamente alla maturata consapevolezza della sua incidenza sul mercato. Insieme all'istruzione e all'innovazione, infatti, compone il cosiddetto triangolo della 8 di 16

9 conoscenza, l'insieme delle discipline che si propongono l'interazione tra mondo accademico e mondo imprenditoriale, in vista della realizzazione di una economia dinamica. La politica commerciale si è sempre più orientata in senso liberista eliminando le barriere non tariffarie e fissando una imposta esterna pari attualmente a circa i14% per i manufatti industriali, con una maggiore incidenza sui prodotti definiti sensibili (tessile, abbigliamento, piccoli elettrodomestici da consumo). Tutte le politiche settoriali vanno raccordate con la politica ambientale, secondo il principio dell'integrazione della politica ambientale. In virtù di questo principio ogni politica settoriale deve contenere una valutazione di impatto ambientale (VIA) e l'attenzione per l'ambiente viene richiesto anche ai paesi in via di sviluppo che godono degli aiuti europei. Nel 1990 è stata creata un'agenzia per l'ambiente che ha lanciato il principio secondo cui chi inquina paga, determinando anche gli standard europei di accettabilità di acqua, aria e prodotti, nonché prescrizioni per l'uso di materie prime e impianti e limiti alla emissione degli inquinanti. La Comunità ha intrapreso una serie di iniziative encomiabili a difesa dell'ambiente, tra cui rientrano: - la distribuzione di sussidi per l'introduzione di tecnologie pulite e per la riduzione degli inquinanti; - l'imposizione fiscale per gli inquinatori, applicata con diverso successo nei paesi dell'unione, dopo il fallimento dell'introduzione della carbon tax, proposta dalla Commissione; - il riconoscimento del marchio Ecolabel che informa il consumatore sulla compatibilità ambientale del prodotto; - l'introduzione dell'ecoaudit o audit ambientale che attesta la compatibilità ambientale dell'organizzazione e della gestione dei processi produttivi. 9 di 16

10 3 La politica sociale L'articolo 136 TCE individua nella Comunità e negli ordinamenti statali i soggetti che sono chiamati a realizzare gli obiettivi enunciati; l'art. 137 TCE precisa che, nel condurre la politica sociale, la Comunità sostiene e completa l'azione degli Stati membri. Tale formula sintetizza l'equilibrio tra la normativa nazionale e quella sopranazionale che ha consentito di superare la tradizionale dicotomia che rendeva ardua la disciplina comunitaria di tale settore. In applicazione del principio di sussidiarietà, pertanto, l'intervento della Comunità ha carattere complementare rispetto alla politica degli Stati membri e mira a realizzare una base di diritti sociali fondamentali che sia riconosciuta nell'ambito dell'intero territorio comunitario. Entrando in dettaglio, l'articolo 137 TCE individua gli specifici settori di intervento comunitario: a) miglioramento, in particolare, dell'ambiente di lavoro, per proteggere la sicurezza e la salute dei lavoratori; b) condizioni di lavoro; c) sicurezza sociale e protezione sociale dei lavoratori; d) protezione dei lavoratori in caso di risoluzione del contratto di lavoro, e) informazione e consultazione dei lavoratori, f) rappresentanza e difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro, compresa la cogestione, fatto salvo quanto previsto dal paragrafo 5 che esclude qualsiasi tipo di intervento in materia di retribuzioni, diritto di associazione, diritto di sciopero e diritto di serrata; g) condizioni di impiego dei cittadini dei paesi terzi che soggiornano legalmente nel territorio della Comunità; h) integrazione delle persone escluse dal mercato del lavoro, fatto salvo l'articolo 150, i) parità tra uomini e donne per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro ed il trattamento sul lavoro; j) lotta contro l'esclusione sociale; k) modernizzazione dei regimi di protezione sociale, fatto salvo quanto già previsto dalla lettera c) in materia di sicurezza sociale e protezione sociale dei lavoratori. In tali settori il Consiglio dell'unione può: 10 di 16

11 - adottare misure destinate ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri attraverso iniziative volte a migliorare la conoscenza, a sviluppare gli scambi di informazione e di migliori prassi, a promuovere approcci innovativi e a valutare le esperienze fatte, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri; - prevedere, mediante direttive, le prescrizioni minime applicabili progressivamente: Tale facoltà è esclusa per l'azione nel settore della lotta contro l'esclusione sociale e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale. Un documento particolarmente importante in questo settore è la nuova Agenda sociale per il periodo (adottata i19 febbraio 2005) che si propone la realizzazione di azioni mirate al perseguimento di due obiettivi strategici: l'obiettivo solidarietà, che si concretizza in azioni in favore dell'occupazione, e l'obiettivo prosperità, consistente in interventi in materia di lotta alla povertà e alla promozione delle pari opportunità. In particolare, le azioni a sostegno dell'occupazione (obiettivo solidarietà) si prefiggono: a) il miglioramento delle condizioni lavorative, gli incentivi e la formazione continua. In vista di tali scopi, l'agenda pone l'accento sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro, sui modelli flessibili che possono garantire un bilanciamento tra la vita professionale e quella privata, sulla formazione continua nonché sulle coperture sociali adeguate e sul buon dialogo tra i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro; essa fa, inoltre, riferimento ai lavori di qualità, intendendo le attività sostenibili e caratterizzate da investimenti nelle risorse umane; b) la rimozione delle barriere che impediscono ai lavoratori di cambiare sistema pensionistico quando si trasferiscono in altri Stati, mantenendo inalterati i diritti acquisiti; c) la modernizzazione del diritto del lavoro, necessaria, in virtù dei nuovi cambiamenti intervenuti nell'economia. Lo scopo è, altresì, quello di incoraggiare una nuova dinamica delle relazioni industriali, attraverso il rafforzamento del principio della responsabilità sociale delle imprese, la modifica della direttiva sui comitati aziendali e le ristrutturazioni aziendali. Sul tema della lotta alla povertà e delle pari opportunità (obiettivo prosperità) la Commissione promuove l'iniziativa sui dispositivi di reddito minimo garantito e l'integrazione degli esclusi al mercato del lavoro. 11 di 16

12 4 Il coordinamento delle politiche occupazionali Per quanto riguarda il coordinamento delle politiche occupazionali è da ricordare che i sostenitori del mercato unico includevano la crescita dell'occupazione tra i vantaggi che quest'ultimo avrebbe apportato; era, infatti, opinione diffusa che una maggiore apertura dei mercati nazionali ed una sempre più marcata liberalizzazione economica, stimolando la concorrenza, avrebbero inevitabilmente conc,tto ad un più elevato tasso di crescita e, quindi, ad un maggiore livello occupazionale. Tale convincimento si è rivelato solo parzialn_ mte esatto. Se, infatti, dalla creazione del mercato interno sono derivati notevoli benefici economici, si deve, al contrario, constatare che dal punto di vista occupazionale non vi sono stati sostanziali miglioramenti, tanto che l'elevato tasso di disoccupazione costituisce il principale problema economico e sociale in quasi tutti i paesi europei. Ciò ha fatto sorgere la necessità di approntare una disciplina comunitaria che regolasse compiutamente questo settore. A tale scopo, il Trattato di Amsterdam ha aggiunto un nuovo titolo, specificamente dedicato all'occupazione, ed ha modificato gli artt. 2 e 3 TCE. In particolare, ai sensi dell'art. 2 TCE, tra i compiti della Comunità rientra anche quello di «promuovere... un elevato livello di occupazione». Nel successivo articolo 3, lettera i, si precisa che l'azione della Comunità comporta «la promozione del coordinamento tra le politiche degli Stati membri in materia di occupazione al fine di accrescerne l'efficacia con lo sviluppo di una strategia coordinata per l'occupazione». Già da queste affermazioni di principio è, però, evidente il limite dell'azione comunitaria; secondo le disposizioni del titolo VIII, infatti, questa deve sostanzialmente limitarsi a promuovere il coordinamento delle politiche intraprese da singoli Stati membri, i quali restano comunque i soli titolari dell'avvio di politiche occupazionali; ciò, del resto, è esplicitamente affermato nell'articolo 127 TCE (sono... rispettate le competenze degli Stati membri). Alla Comunità, pertanto, spetta unicamente il compito di promuovere la cooperazione e di intraprendere politiche di sostegno e di integrazione alle azioni degli Stati membri. L'attività di coordinamento passa attraverso le seguenti fasi: - un primo esame della situazione occupazionale è svolto dal Consiglio europeo, che adotta le relative conclusioni; 12 di 16

13 - su questa base il Consiglio dell'unione elabora, annualmente, gli orientamenti generali sull'occupazione, di cui devono tener conto gli Stati membri nell'elaborazione delle rispettive politiche in materia. Tali indicazioni sono adottate con votazione a maggioranza qualificata, previa consultazione del Parlamento, del Comitato economico e sociale, del Comitato delle Regioni e del Comitato per l'occupazione; - gli Stati membri presentano annualmente al Consiglio un rapporto, il Piano d'azione nazionale (PAN), nel quale illustrano le concrete iniziative intraprese per dare attuazione agli orientamenti decisi dal Consiglio. Tali Piani sono esaminati dalla Commissione che, oltre a ricavare proposte per migliorare la strategia europea in materia di occupazione, evidenziato alcune politiche nazionali che sono risultate particolarmente efficaci, suggerendole come esempi di "buona pratica", anche ad altri Stati; - il Consiglio dell'unione, se lo considera opportuno, può rivolgere raccomandazioni, deliberando a maggioranza qualificata. Inoltre, il Consiglio dell'unione può adottare misure volte a sviluppare gli scambi d'informazione e delle migliori prassi, a fornire analisi comparative e indicazioni, nonché a promuovere approcci innovativi e a valutare le esperienze realizzate, in particolare mediante il ricorso a progetti pilota; si tratta delle cosiddette azioni di sostegno e di integrazione previste dall'art. 129 TCE. La politica europea dell'occupazione si fonda su una serie di orientamenti, progressivamente affermatisi in seno ai Consigli che si sono succeduti nel corso degli anni e successivamente confluiti in un progetto organico di sviluppo economico e ai incentivo alla crescita occupazionale: la cosiddetta strategia di Lisbona, approvata r.el corso del Consiglio tenutosi nel marzo del Tale espressione indica il piano d'azione adottato nella capitale portoghese cl, _ si pone l'obiettivo di trasformare l'unione europea, entro i12010, in «un'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale» (così si esprimeva la Presidenza nelle sue conclusioni). In vista di tale scopo, è stata definita una strategia globale che si basa su una serie di interventi strutturali nei settori dell'occupazione, dell'innovazione, delle riforme economiche e della coesione sociale. 13 di 16

14 di: In materia di politica occupazionale, la strategia di Lisbona, si prefiggeva, in particolare - realizzare un tasso di crescita economica pari al 3%; - raggiungere un tasso di occupazione del 70%; - acquisire un tasso di partecipazione della forza femminile al lavoro pari a160%. Invero, questi erano soltanto alcuni degli scopi previsti. Gli obiettivi strategici contenuti nel piano di sviluppo erano, infatti, circa 40 e spaziavano dal settore sociale a quello economico. Ciò che caratterizzava la strategia di Lisbona era il suo approccio globale, fondato sul presupposto che lo sviluppo economico potesse (e dovesse) avere delle ricadute positive sia in termini di miglioramento delle condizioni sociali e dell'occupabilità, sia in termini di maggiore concorrenzialità delle imprese europee sul mercato mondiale, il tutto all'insegna di un rigoroso rispetto del principio dello sviluppo sostenibile e, quindi, con una particolare \ attenzione alle problematiche ambientali. 1 Nei primi 5 anni di implementazione la strategia di Lisbona non ha prodotto i risultati sperati, sia per la generale fase di stagnazione economica internazionale, sia per ché gli obiettivi fissati erano probabilmente troppo ambiziosi. In considerazione del sostanziale ritardo nel raggiungere le finalità indicate, pertanto, nel corso del Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005, si è deciso di rivedere e rilanciare il piano, concentrando l'attività su progetti concretamente più realizzabili. Nella sua nuova versione la strategia di Lisbona prevede uno specifico programma d'azione fondato su tre obiettivi principali che, a loro volta, si concretizzano in dieci campi di intervento: - obiettivo n. l: rendere l'europa più capace di attrarre investimenti e lavoro. Per la sua realizzazione occorre: 1. ampliare e rafforzare il mercato interno; 2. migliorare la normativa comunitaria e nazionale; 3. garantire mercati aperti e competitivi all'interno e all'esterno dell'unione europea; 4. ampliare e migliorare le infrastrutture europee; - obiettivo n. 2: porre la conoscenza e l'innovazione al servizio della crescita. Nello specifico ciò comporta: 5. aumentare e migliorare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo; 14 di 16

15 6. promuovere l'innovazione, l'adozione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione e l'uso sostenibile delle risorse; 7. contribuire alla creazione di una solida base industriale europea; - obiettivo n. 3: creare nuovi e migliori posti di lavoro. Per raggiungere tale scopo è necessario: 8. attrarre un maggior numero di persone nel mondo del lavoro e modernizzare i sistemi di protezione sociale; 9. accrescere la capacità di adeguamento dei lavoratori e delle imprese e la flessibilità dei mercati del lavoro; 10. aumentare gli investimenti in capitale umano migliorando l'istruzione e le qualifiche. Per una efficace e corretta attuazione della strategia di Lisbona è necessario un coinvolgimento dei diversi livelli di governo, dagli enti locali fino alle istituzioni comunitarie; in effetti, molte delle azioni da intraprendere, rientrano in settori nei quali la Comunità non dispone di nessun potere decisionale, ma può svolgere solo un'attività di impulso e orientamento. Per questo motivo la strategia di Lisbona prevede un complesso meccanismo di attuazione, accompagnato da un altrettanto particolareggiato piano di monitoraggio. I passaggi istituzionali possono essere così riassunti: - il Consiglio europeo adotta una relazione strategica e degli orientamenti integrati (vale a dire la sommatoria degli orientamenti in materia di politica economica e in tema di occupazione, già previsti dal trattato); - sulla base di tali atti, ogni Stato membro deve realizzare un Programma nazionale di riforma triennale per la crescita e l'occupazione, con la nomina di un eventuale "coordinatore nazionale Lisbona". Il programma nazionale è rafforzato dalla definizione di impegni e obiettivi e dal coinvolgimento di governo, regioni, partner sociali e società civile; - anche la Comunità si impegna ad adottare un Programma comunitario di Lisbona, che ingloba l'insieme delle azioni da intraprendere al servizio della crescita e dell'oc~ - cupazione, tenendo conto della necessità di attuare una necessaria convergenza del le diverse politiche; - ogni anno, infine, gli Stati membri sono tenuti a trasmettere alla Commissione una relazione sullo stato di attuazione della strategia di Lisbona. La Commissione provvede successivamente all'elaborazione di un documento unico nel quale traccia un bilancio sullo stato di attuazione della strategia. 15 di 16

16 Questa disciplina sarà valida fino a12008, quando si provvederà ad un riesame dell'andamento della strategia e si provvederà, eventualmente, ad apportare i necessari correttivi. 16 di 16

Europa 2020, salute e sociale

Europa 2020, salute e sociale Europa 2020, salute e sociale Breve introduzione L Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda: Crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione.

Dettagli

92/241/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 31 marzo 1992, sulla custodia dei bambini

92/241/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 31 marzo 1992, sulla custodia dei bambini 92/241/CEE: Raccomandazione del Consiglio, del 31 marzo 1992, sulla custodia dei bambini Gazzetta ufficiale n. L 123 del 08/05/1992 pag. 0016-0018 RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO del 31 marzo 1992 sulla

Dettagli

LA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE DELL UNIONE EUROPEA

LA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE DELL UNIONE EUROPEA LA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE DELL UNIONE EUROPEA Quale obiettivo si prefigge l Unione europea nel rafforzare la sua coesione economica, sociale e territoriale? L Unione europea sviluppa

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt)

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) SCHEDA 8 La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) Verona, Italia, 5-9 luglio 2000 LA SFIDA DI VERONA Investire in salute significa promuoverne

Dettagli

Europa per i cittadini 2007-2013

Europa per i cittadini 2007-2013 Europa per i cittadini 2007-2013 Il Programma ha come scopo primario la promozione della cittadinanza europea attiva, ovvero il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle organizzazioni della società

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATIVO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A ottobre 2011, la Commissione europea ha adottato alcune proposte legislative per la politica di coesione 2014-2020 La presente scheda

Dettagli

Incontro del Tavolo nazionale Isfol- Associazioni datoriali Pro.P. Isfol, 20 giugno 2013

Incontro del Tavolo nazionale Isfol- Associazioni datoriali Pro.P. Isfol, 20 giugno 2013 Incontro del Tavolo nazionale Isfol- Associazioni datoriali Pro.P. Isfol, 20 giugno 2013 1 L interesse europeo Negli ultimi anni, l interesse della Commissione europea per l inclusione sociale è cresciuto

Dettagli

Programma Hercule II

Programma Hercule II Programma Hercule II L esperienza italiana nella lotta contro le frodi U.E. a supporto della prevenzione e del contrasto svolti dalle competenti Autorità bulgare per la protezione degli interessi finanziari

Dettagli

e delle imprese di servizi 2014/2015 Laurea magistrale in Servizio sociale e politiche sociali Fondi e finanziamenti Tipologie di Fondi Fondi pubblici: derivano dall attuazione di obiettivi politici locali

Dettagli

Proposta di regolamento generale

Proposta di regolamento generale Analisi delle priorità e degli obiettivi della in relazione alla proposta di regolamento generale dei Fondi del QSC Fondi del Quadro Strategico Comune (QSC) Obiettivi Una crescita intelligente: sviluppare

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 Il 26 marzo 2010 il Consiglio Europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l occupazione

Dettagli

Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche

Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche Antonella Buja Coordinatrice Progetto Europa - Europe Direct - Comune di Modena Le diverse tipologie

Dettagli

(Atti non legislativi) REGOLAMENTI

(Atti non legislativi) REGOLAMENTI 14.3.2014 Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 74/1 II (Atti non legislativi) REGOLAMENTI REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 240/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 gennaio 2014 recante un codice europeo di condotta

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione Divisione II Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 A cura della

Dettagli

Corso Tecnico di redazione di progetti Europei

Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Politiche, programmi, bandi Dovrebbe essere innanzitutto chiaro che le risorse finanziarie messe a disposizione dal bilancio europeo attraverso i bandi servono

Dettagli

LA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2007-2013

LA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2007-2013 LA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2007-2013 1. La riforma della politica di coesione La riforma dei Fondi Strutturali della Politica di Coesione della Unione Europea per il settennio 2007 2013, disegnata

Dettagli

PROGETTO DI 18.05.2006 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE. relativa alla revisione delle modalità di fissazione dei tassi di riferimento

PROGETTO DI 18.05.2006 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE. relativa alla revisione delle modalità di fissazione dei tassi di riferimento IT PROGETTO DI 18.05.2006 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE relativa alla revisione delle modalità di fissazione dei tassi di riferimento 1. TASSI DI RIFERIMTO E TASSI DI ATTUALIZZAZIONE Nell ambito del

Dettagli

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE

Dettagli

EaSI Employment and Social Innovation. Assi PROGRESS e EURES

EaSI Employment and Social Innovation. Assi PROGRESS e EURES Provincia di Pistoia EaSI Employment and Social Innovation Assi PROGRESS e EURES Potenzialità per il lavoro e l integrazione sociale su scala europea Carla Gassani Servizio Politiche attive del Lavoro,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione 2 Premessa In.Sar. Spa, nell assolvere alle sue finalità istituzionali volte a supportare l Amministrazione

Dettagli

Obiettivo: potenziare lo sviluppo rurale e incentivare nuove attività e fonti di occupazione

Obiettivo: potenziare lo sviluppo rurale e incentivare nuove attività e fonti di occupazione L approccio Leader Acronimo dal francese Liaison Entre Actions de Développement de l E conomie Rurale (Collegamento fra azioni di sviluppo dell economia rurale) Strategia di sviluppo locale che sostiene

Dettagli

MONITORAGGIO INTERVENTI COMUNITARI PROGRAMMAZIONE 2007/2013 OBIETTIVO COMPETITIVITA

MONITORAGGIO INTERVENTI COMUNITARI PROGRAMMAZIONE 2007/2013 OBIETTIVO COMPETITIVITA MONITORAGGIO INTERVENTI COMUNITARI PROGRAMMAZIONE 2007/2013 OBIETTIVO COMPETITIVITA Attuazione finanziaria, situazione al 31 dicembre 2013 Sistema Nazionale di Monitoraggio del Quadro Strategico Nazionale

Dettagli

Colmare il divario di retribuzione tra donne e uomini. http://ec.europa.eu/equalpay

Colmare il divario di retribuzione tra donne e uomini. http://ec.europa.eu/equalpay Colmare il divario di retribuzione tra donne e uomini Sommario Cos è il divario di retribuzione tra donne e uomini? Perché persiste il divario di retribuzione tra donne e uomini? Quali azioni ha intrapreso

Dettagli

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo.

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo. MASTER si propone come facilitatore nella costruzione e pianificazione di strategie di medio e lungo termine necessarie ad interagire con gli scenari economici e sociali ad elevato dinamismo. Vuole rappresentare

Dettagli

LA NOSTRA PARTECIPAZIONE

LA NOSTRA PARTECIPAZIONE ha interpretato e sostenuto negli anni lo sviluppo della mutualità, l affermazione dei principi solidaristici e la responsabilità sociale dell Impresa Cooperativa che ottiene benefici tramite la costituzione

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

LE NOVITÀ DELLA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2007-2013

LE NOVITÀ DELLA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2007-2013 LE NOVITÀ DELLA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2007-2013 Pierandrea Zotti Roma, 28 novembre 2008 Indice LE NOVITÀ DELLA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2007-2013 1. Le politiche di sviluppo economico dell Unione Europea:

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato 5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRALISATION AND COORDINATION: THE TWIN CHALLENGES OF LABOUR

Dettagli

Memorandum of Understanding (MoU) tra il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi e l associazione Città alpina dell anno

Memorandum of Understanding (MoU) tra il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi e l associazione Città alpina dell anno Memorandum of Understanding (MoU) tra il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi e l associazione Città alpina dell anno I. Relazione Il contesto comune Le città alpine sono di fondamentale

Dettagli

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Legge accesso disabili agli strumenti informatici Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata

Dettagli

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti L AINI ( ) è un Associazione di artigiani e di piccole e medie imprese appartenenti ai diversi settori merceologici i cui proprietari sono appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia (CNI),

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Il contratto di Rete

Il contratto di Rete 18 settembre 2014 Numero 2 Il contratto di Rete Speciale Contratto di Rete Con l art. 3, comma 4 ter, D.L. 5/2009, convertito con modificazioni in L. 33/2009, e successive modifiche e integrazioni, è stato

Dettagli

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 Verso un utilizzo più strategico imparando dall esperienza maturata Roberto D Auria Mario Guido Gruppo di lavoro Competitività Roma, 28 ottobre 2013 L esperienza

Dettagli

Corso di formazione Finanziamenti per lo sviluppo della produzione nel settore pesca

Corso di formazione Finanziamenti per lo sviluppo della produzione nel settore pesca 2FISH: Inclusione delle professioni di servizio alla Pesca nel sistema dell Istruzione e Formazione Grant Contract 517846-LLP-1-2011-1-DK- LEONARDO-LMP Corso di formazione Finanziamenti per lo sviluppo

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

SEZIONE 1 Introduzione

SEZIONE 1 Introduzione REGIONE ABRUZZO GIUNTA REGIONALE QUADRO SINTETICO DEGLI ORIENTAMENTI IN MATERIA DI AIUTI DI STATO A FINALITÀ REGIONALE 2014 2020 Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,

Dettagli

Nelle regioni meno sviluppate che si iscrivono nell obiettivo di convergenza, il Fondo Sociale Europeo sostiene:

Nelle regioni meno sviluppate che si iscrivono nell obiettivo di convergenza, il Fondo Sociale Europeo sostiene: FONDO SOCIALE EUROPEO IN ROMANIA Il Fondo Sociale Europeo (FSE) è lo strumento principale tramite il quale l Unione Europea finanzia gli obiettivi strategici delle politiche di occupazione. Da 50 anni,

Dettagli

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ed il dato territorlale

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ed il dato territorlale Scuola di Dottorato Il Codice dell Amministrazione Digitale: le origini Alberto Leoni Università IUAV di Venezia a.leoni1@stud.iuav.it 1. I Fondamenti Normativi: Scaletta di Intervento La Direttiva Europea

Dettagli

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 Convenzione 187 CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 La Conferenza generale dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, Convocata a Ginevra dal Consiglio

Dettagli

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità Il Reference Point italiano sulla qualità dei Sistemi di Istruzione e Formazione professionale A cura di Ismene Tramontano Ricercatrice Isfol

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

Politiche pubbliche ed europee

Politiche pubbliche ed europee Universtà degli Studi di Ferrara Corso di Storia economica Prof. Laura Ramaciotti Politiche pubbliche ed europee Ugo Rizzo Sommario La politica industriale dell Unione Europea Le politiche industriali

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

La nuova Politica Agricola Comune (PAC)

La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Argomenti trattati La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Il percorso per giungere alla nuova PAC I principali elementi della discussione in atto Lo Sviluppo Rurale nella nuova PAC Spunti di riflessione

Dettagli

La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia

La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia Roberto Pretolani Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale Università degli Studi di Milano La politica

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 \ OBIETTIVI TEMATICI (art.9 Reg.Generale) Interventi attivabili nel periodo 2014-2020 Grado

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

di Massimo Gabelli, Roberta De Pirro - Studio legale e tributario Morri Cornelli e Associati

di Massimo Gabelli, Roberta De Pirro - Studio legale e tributario Morri Cornelli e Associati 15 Febbraio 2013, ore 12:22 La circolare n. 5 di Assonime Consorzi per l internazionalizzazione: le regole per IVA e imposte dirette Il D.L. n. 83/2012 ha istituito la figura dei consorzi per l internazionalizzazione,

Dettagli

Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera

Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera Base giuridica Oggetto (obiettivo generale) Con decisione C/2008/7336 il 27 novembre 2008 la Commissione Europea ha approvato

Dettagli

Linee guida sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro nella legislazione europea

Linee guida sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro nella legislazione europea Linee guida sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro nella legislazione europea Giovanni Bartoli Nell Unione europea la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro rappresentano argomenti tra i più

Dettagli

I rapporti economici internazionali. Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione

I rapporti economici internazionali. Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione I rapporti economici internazionali Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione Il commercio internazionale E costituito da tutti gli scambi di beni e servizi tra gli

Dettagli

Nota della Uilca sul Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri l 1/4/2008 in attuazione della Legge delega 123/2007

Nota della Uilca sul Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri l 1/4/2008 in attuazione della Legge delega 123/2007 DIPARTIMENTO SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO 00187 ROMA VIA LOMBARDIA 30 TEL. 06.420.35.91 FAX 06.484.704 e-mail: dssl@uilca.it pagina web: www.uilca.it UILCA UIL CREDITO, ESATTORIE E ASSICURAZIONI

Dettagli

ACCORDO DI COOPERAZIONE

ACCORDO DI COOPERAZIONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA ACCORDO DI COOPERAZIONE tra COMITATO UNICO DI GARANZIA e CONSIGLIERA DI PARITÀ REGIONALE ACCORDO DI COOPERAZIONE tra Il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità,

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 Le Politiche Pensionistiche Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 In generale la pensione è una prestazione pecuniaria vitalizia

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014

LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 08 AGOSTO 2014 RICONOSCIMENTO E COSTITUZIONE DEI DISTRETTI RURALI, DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ E DEI DISTRETTI DI FILIERA IL CONSIGLIO REGIONALE Ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

III.2 Condizioni finanziarie e contrattuali specifiche relative al finanziamento di progetti

III.2 Condizioni finanziarie e contrattuali specifiche relative al finanziamento di progetti RETTIFICA della guida al programma "Europa per i cittadini" CAPITOLO I INTRODUZIONE I.4 Temi prioritari del Programma "Europa per i cittadini" I temi permanenti (pagina 6-8) sono sostituiti da: Priorità

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARTENARIATO PUBBLICO / PRIVATO A FAVORE DELLA MOBILITA EUROPEA GEOGRAFICA E PROFESSIONALE DEI LAVORATORI NELL AMBITO DEL PROGRAMMA COMUNITARIO EURES (EUROPEAN

Dettagli

A) Produttori primari (agricoltori)

A) Produttori primari (agricoltori) Parte III.12.J SCHEDA DI INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI SUGLI AIUTI PER LA PRODUZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI DI QUALITÀ Il presente modulo deve essere utilizzato per la notifica di aiuti

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

REGOLAMENTO DEL FONDO PARTECIPATIVO

REGOLAMENTO DEL FONDO PARTECIPATIVO REGOLAMENTO DEL FONDO PARTECIPATIVO Articolo 1 (Ambito di applicazione) 1. Il presente regolamento (di seguito anche il Regolamento ) disciplina gli interventi partecipativi di Promocoop Trentina S.p.A.

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

CONCLUSIONI CONFERENZA LIBERARE IL POTENZIALE DELL ECONOMIA SOCIALE PER LA CRESCITA EUROPEA: LA STRATEGIA DI ROMA.

CONCLUSIONI CONFERENZA LIBERARE IL POTENZIALE DELL ECONOMIA SOCIALE PER LA CRESCITA EUROPEA: LA STRATEGIA DI ROMA. CONCLUSIONI CONFERENZA LIBERARE IL POTENZIALE DELL ECONOMIA SOCIALE PER LA CRESCITA EUROPEA: LA STRATEGIA DI ROMA 18 Novembre, 2014 In occasione della Presidenza di turno del Consiglio dell Unione Europea,

Dettagli

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA per la non discriminazione e le pari opportunità attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla mobilità e all accessibilità PREMESSO TRA Comune di Terni Provincia di Terni l

Dettagli

CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità è stata adottata il 13 dicembre 2006 durante la sessantunesima sessione

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

(Presidenza det Consiglio dei Ministri 'Ministero detta Satute (Dipartimento detta Funzione (Pu66tica (Dipartimento detta Qualità

(Presidenza det Consiglio dei Ministri 'Ministero detta Satute (Dipartimento detta Funzione (Pu66tica (Dipartimento detta Qualità l (Presidenza det Consiglio dei Ministri 'Ministero detta Satute (Dipartimento detta Funzione (Pu66tica (Dipartimento detta Qualità UFFICIO PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Dettagli

DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE. del 15.12.2015

DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE. del 15.12.2015 COMMISSIONE EUROPEA Bruxelles, 15.12.2015 C(2015) 9347 final DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE del 15.12.2015 che approva determinati elementi del programma di cooperazione "Interreg V-A Grecia-Italia

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO PARERE 2 OTTOBRE 2014 478/2014/I/EFR PARERE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E AL MINISTRO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE SULLO SCHEMA DI DECRETO RECANTE CRITERI PER LA RIMODULAZIONE

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE. Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico

PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE. Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE Avviso pubblico per le imprese nei settori Agroalimentare, ICT e Nautico PROGRAMMA ICO INTERVENTI COORDINATI PER L OCCUPAZIONE AVVISO PUBBLICO PER

Dettagli

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ----------------

VADEMECUM. Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- VADEMECUM Le Organizzazioni di Produttori Biologici ---------------- L attuale normativa sulle Organizzazioni di Produttori (O.P.) è disciplinata su base europea, per quanto riguarda il settore ortofrutta,

Dettagli

DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE. del 12.10.2015

DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE. del 12.10.2015 COMMISSIONE EUROPEA Bruxelles, 12.10.2015 C(2015) 7046 final DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE del 12.10.2015 che approva determinati elementi del programma di cooperazione "Interreg V-A Italia-

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI MEDEA

CARTA DEI SERVIZI MEDEA CARTA DEI SERVIZI MEDEA Indice 1. Introduzione 2. MEDEA e la Carta dei Servizi: chi siamo, obiettivi e finalità 3. I principi fondamentali 4. Standard qualitativi 5. I servizi erogati 6. Validità della

Dettagli

INCENTIVI NAZIONALI LEGGE 46/82 RETE ITALIANA PER LA DIFFUSIONE DELL INNOVAZIONE E IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO ALLE IMPRESE

INCENTIVI NAZIONALI LEGGE 46/82 RETE ITALIANA PER LA DIFFUSIONE DELL INNOVAZIONE E IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO ALLE IMPRESE RETE ITALIANA PER LA DIFFUSIONE DELL INNOVAZIONE E IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO ALLE IMPRESE INCENTIVI NAZIONALI LEGGE 46/82 Direzione Trasferimento di Conoscenza e Innovazione Dipartimento Centri e Reti

Dettagli

Progetti di azione positiva

Progetti di azione positiva Programma obiettivo 2012 del Comitato Nazionale di Parità per l incremento e la qualificazione dell occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la

Dettagli

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 40 del 30 ottobre 2012 1 REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

Dettagli

Quale futuro per i servizi di consulenza a supporto delle aziende agricole

Quale futuro per i servizi di consulenza a supporto delle aziende agricole Quale futuro per i servizi di consulenza a supporto delle aziende agricole Consiglio dell'ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali Alberto Giuliani Coordinatore dipartimento Sviluppo Rurale

Dettagli

VADEMECUM UFFICIO PACE

VADEMECUM UFFICIO PACE VADEMECUM UFFICIO PACE In questi ultimi anni, in molti comuni italiani, si è andata diffondendo la pratica dell istituzione di un ufficio pace. Ma che cosa sono questi uffici? E di cosa si occupano? Attraverso

Dettagli

Gestione del rischio

Gestione del rischio FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE POLITICHE EUROPEE SVILUPPO TERRITORIALE MERCATI Gestione del rischio Roberto D Auria Workshop su La nuova Pac - Un analisi dell accordo del 26

Dettagli

Direttiva del Consiglio delle Comunità europee

Direttiva del Consiglio delle Comunità europee Direttiva del Consiglio delle Comunità europee del 24 luglio 1986 RELATIVA ALL'ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO DELLA PARITÀ DI TRATTAMENTO TRA GLI UOMINI E LE DONNE NEL SETTORE DEI REGIMI PROFESSIONALI DI SICUREZZA

Dettagli

PRODUZIONE E CRESCITA

PRODUZIONE E CRESCITA Università degli studi di MACERATA ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2012/2013 PRODUZIONE E CRESCITA Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@unimc.it Web: http://docenti.unimc.it/docenti/fabio-clementi

Dettagli

Valutare gli esiti di una consultazione online

Valutare gli esiti di una consultazione online Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA Valutare gli esiti di una consultazione online Autore: Antonella Fancello, Laura Manconi Creatore: Formez PA, Progetto Performance

Dettagli

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali

Dettagli

LE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Ipotesi e proposte nel contesto del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020

LE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Ipotesi e proposte nel contesto del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020 LE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Ipotesi e proposte nel contesto del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014/2020 Floriana Clemente Direzione Ambiente Robassomero, 11 dicembre 2013 Le risorse:

Dettagli