L abuso sessuale. Giampiero Bagnati Sezione Polizia Giudiziaria Carabinieri, Grosseto. 18 La rete degli interventi contro la violenza N.

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1 18 La rete degli interventi contro la violenza N. 199/200 L abuso sessuale Giampiero Bagnati Sezione Polizia Giudiziaria Carabinieri, Grosseto Abstract L argomento legato alla violenza sessuale rappresenta una problematica non solo di emergente attualità ma di estrema complessità, poiché richiede un approccio quanto mai multidisciplinare (storico, criminologico, sociologico, sanitario, giuridico e investigativo). Il fenomeno si presenta difficile e carico di molteplici conseguenze, tanto per chi la violenza la subisce, quanto per chi su di essa è chiamato ad intervenire. Proprio sulla scorta di queste osservazioni è stato sviluppato, a Grosseto, un modello sperimentale: la Task Force interistituzionale antiviolenza e l innovativa procedura del Codice Rosa. I cosiddetti reati sessuali sono contemplati nel libro secondo del codice penale, facenti parte dei delitti contro la libertà individuale. Le singole condotte di riferimento sono sancite dagli artt. 600 e segg. (riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù; prostituzione minorile; pornografia minorile; detenzione di materiale pornografico; iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile) e dagli artt. 609 bis e segg. (violenza sessuale; atti sessuali con minorenni; corruzione di minorenni; violenza sessuale di gruppo). Nella provincia di Grosseto stiamo registrando, negli ultimi anni, un escalation di notizie di reato attinenti la sfera sessuale, giungendo in media a violenze sessuali all anno (equivale a dire una a settimana). Le tecniche investigative che si adottano in seguito a tali eventi delittuosi sono molteplici e, ovviamente, si diversificano a secondo del crimine perpetrato. Le più ricorrenti e necessarie ai fini dell identificazione dell autore/autori sono: - sopralluogo sulla scena del crimine; - assunzione di informazioni dalla vittima e dai testimoni; - intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche; - servizi di osservazione, controllo e pedinamenti; - perquisizioni e sequestri; - investigazioni tecnico-scientifiche; - interrogatorio dell indagato. In questa sede appare opportuno approfondire, in particolare, le sole investigazioni tecnico-scientifiche e le modalità esecutive del repertamento biologico. Le fonti di prova e l attività tecnico-scientifica di polizia giudiziaria Nella considerazione che la prova ha sempre costituito momento essenziale di ogni processo e che essa rappresenta un elemento di unione tra il soggetto e il fatto-reato, non si può non rilevare che l attività investigativa impegnata quasi totalmente alla sua ricerca, viene svolta, in genere, in un teatro operativo posto al di fuori di ogni normale comportamento. Molto spesso, infatti, le indagini prendono l avvio da elementi apparentemente insignificanti, privi in modo assoluto di ogni consistenza ed efficacia, ma che, tuttavia, giungono ad assumere, alla luce di un rigoroso esame tecnico, una connotazione probatoria idonea a far desumere, in modo realistico dall integrazione delle ipotesi e delle congetture scientifiche con i dati già conosciuti,

2 N. 199/200 La rete degli interventi contro la violenza 19 l esatto svolgimento di un fatto, così giungendo anche a collegare ad esso gli estremi nominativi del responsabile. In tale contesto, è opportuno richiamare l attenzione sulla particolare valenza probatoria che assumono le indagini tecnico-scientifiche nell attuale Codice di procedura penale. Nel rito accusatorio, la prova di colpevolezza o di innocenza viene formata soprattutto in fase dibattimentale attraverso il confronto tra accusa e difesa. è facile comprendere, dunque, come in un simile contesto le Scienze forensi possano risultare determinanti: l accusa e la difesa, infatti, possono disporre di metodiche analitiche sempre più sofisticate in grado di avvalorare gli indizi di colpevolezza o l innocenza di un sospettato. Si pensi alla biologia molecolare e alle tecniche di estrazione e tipizzazione del DNA nucleare e mitocondriale: se si sono individuate le tracce del reato sulla scena del crimine e queste sono state repertate correttamente, i laboratori scientifici saranno in grado di effettuare comparazioni che permetteranno di giungere all individuazione del soggetto con una scarsissima probabilità di falsa identificazione. Oggi, nella lotta quotidiana contro il crimine, la Polizia Giudiziaria non può non tenere conto delle possibilità offerte dall indagine tecnico-scientifica. Non si deve dimenticare, inoltre, che l importanza degli accertamenti tecnico-scientifici risiede anche nel fatto che queste sono le uniche indagini destinate ad entrare nel fascicolo dibattimentale. Le indagini preliminari sono quasi sempre caratterizzate da una intensa attività tecnico-scientifica che interessa tutte le branche della moderna criminalistica, con lo scopo di acquisire prove concrete di colpevolezza o di innocenza su cui incentrare e sviluppare il successivo dibattimento. Dalle modalità di esecuzione del sopralluogo e del repertamento sulla scena del crimine dipende in gran parte l esito delle indagini: questo dà maggiore credito all affermazione un po cruda ma che rende l idea della Polizia Scientifica inglese che recita «se in un laboratorio di analisi entra immondizia, non può che uscire immondizia». Tra l attività degli investigatori e quella dei tecnici si colloca proprio il sopralluogo e il repertamento sulla scena del crimine (art. 55 e comma del c.p.p.), attività in cui gli uni e gli altri si confrontano agendo al fine di individuare, da un lato, elementi utili a comprendere la dinamica del fatto reato, dall altro materiale da sottoporre agli accertamenti di laboratorio. In tale contesto, tra investigatori e tecnici si allaccia un rapporto che permetterà quello scambio continuo di no- tizie dal quale non è più possibile prescindere se si vogliono proseguire le indagini in modo proficuo. Sentendo particolarmente forte il compito di diffondere la cultura dell indagine tecnico-scientifica, l Arma dei Carabinieri ha istituito il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, che opera su tutto il territorio nazionale attraverso il RIS di Parma, di Roma, di Messina e di Cagliari. La nuova linea ordinativa della branca tecnico-scientifica dei Carabinieri prevede, inoltre, l istituzione, a livello interprovinciale, di ventinove Sezioni investigazioni scientifiche (S.I.S.) che, inquadrate nei Reparti operativi e specializzate nell esecuzione delle attività di «sopralluogo e repertamento», rilievi tecnici e negli esami di laboratorio di primo livello su sostanze stupefacenti ed esplosivi, permetterà una maggiore aderenza della struttura tecnicoscientifica al territorio nazionale. In Toscana operano due sole SIS : una a Firenze ed una proprio a Grosseto, con competenza territoriale oltre che nella nostra provincia, anche in quelle di Siena e Livorno. Attività dell ufficiale di PG Accertamenti sulla vittima L ufficiale di Polizia Giudiziaria che interroga un ferito in ospedale deve provvedere anche a raccogliere tutti quegli indizi fisici che possono essere utili alle indagini come i vestiti della vittima e, nel caso in cui l aggressore sia stato afferrato o colpito, il materiale presente eventualmente sotto le unghie della vittima stessa. Le eventuali abrasioni subìte, data la rapidità con cui cambiano aspetto, siano fotografate il prima possibile. In caso di decesso, il corpo della vittima viene esaminato in obitorio dal patologo che effettua l autopsia alla presenza dell Ufficiale di PG che conosce tutti i dettagli del crimine e della scena del delitto. Durante l autopsia l ufficiale di PG deve annotare: - causa della morte; - natura e profondità delle ferite; - altri elementi importanti rilevati dal medico; - l ora stimata del decesso. Prima di spogliare la vittima, si esaminino nuovamente i vestiti e le mani perché in genere, in obitorio, vengono trovate molte tracce fisiche non rilevate all inizio sulla scena del crimine. Nel togliere i vestiti alla vittima si eviti di tagliarli e nel caso in cui ciò non sia possibile, si eviti di intaccare le aree recanti sangue o macchie e, in modo particolare, i fori d entrata dei proiettili o delle lame. Gli indumenti, inoltre, non devono essere scossi. Se un indumento è bagnato o macchiato di sangue si

3 20 La rete degli interventi contro la violenza N. 199/200 deve stenderlo su una superficie e lasciarlo asciugare in una stanza a temperatura ambiente. Gli indumenti umidi non devono essere posti in buste di plastica per evitare l insorgere di alterazioni biologiche. Una volta spogliato, il corpo della vittima deve essere esaminato nuovamente. Siano registrati e fotografati in primo piano -con apposito riferimento metrico- tutti i segni particolari e le ferite riscontrate. Se il caso lo richiede, si prelevino dal corpo capelli e peli pubici avendo l accortezza di porli in un pezzo di carta pulita, avvolgendoli con cura e sigillandoli in un involucro pulito su cui devono essere indicate tutte le informazioni necessarie. In caso di stupro, il patologo deve prelevare un campione degli umori vaginali della vittima per gli esami di laboratorio. Modalità esecutive del repertamento biologico Per una più facile e veloce lettura, si riporta la seguente tabella riassuntiva sulle modalità esecutive del repertamento biologico, alla quale tutti gli operatori sanitari e di Polizia giudiziaria potranno fare riferimento: Sangue a. Oggetti asportabili macchiati di sangue. b. Oggetti inamovibili e luoghi macchiati di sangue: b1. Pozza di sangue semi solida o liquida. Prendere l oggetto e farlo asciugare completamente e naturalmente all aria in luogo asciutto prima di impacchettarlo. Non accelerare il processo di essiccazione con strumenti meccanici o elettrici. Spedirlo al laboratorio il prima possibile. Assorbire il sangue con materiale bianco e pulito: carta, cotone o altro materiale assorbente. Unitamente al repertamento sopra descritto, se la quantità ematica è particolarmente abbondante e fluida, aspirare parte della stessa con una siringa. b2. Sangue secco. Grattare con un coltello pulito le croste di sangue. Se l ammasso ematico risulta particolarmente abbondante, differenziare il prelievo in superficie dal prelievo in profondità. c. Prelievo di sangue dall indagato e/o vittima. Prelevare 4 ml di sangue e racchiuderlo in una provetta contenente EDTA (anticoagulante già pronto in provetta disponibile presso qualsiasi ospedale o farmacia). Per il sangue cadaverico l anticoagulante non è necessario. Posizionare ogni singolo reperto in un contenitore separato, preferibilmente una busta di carta o una scatola di cartone; evitare le bustine di plastica poiché impedendo la fuoriuscita dell aria trattengono l umidità. Essiccare le macchie e congelare la siringa. Nell inviare i reperti congelati ai laboratori si deve cercare di impedire o ritardare per quanto possibile, lo scongelamento. Riporre in una busta di carta il materiale asportato. Congelare le provette. Tamponi vaginali. Lasciarli essiccare abbondantemente. Riporli in una busta di carta o in una provetta sterile.

4 N. 199/200 La rete degli interventi contro la violenza 21 Saliva a. Mozziconi di sigarette e/o sigari. b. Francobolli e buste da lettera. Infilare la punta di uno stuzzicadenti all interno del filtro, maneggiando il mozzicone sempre dall estremità combusta e mai da quella ove presumibilmente il fumatore ha appoggiato la bocca. Conficcare l altra punta dello stuzzicadenti in un pezzo di polistirolo in modo da tenere sospesa a mezz aria la cicca di sigaretta. N.B. In tale modo si impedisce il danneggiamento delle pareti del mozzicone che contengono le cellule di sfaldamento della mucosa orale del fumatore. Controllare che tutto sia ben essiccato. Riporre il polistirolo in una scatola di cartone, in modo da immobilizzarlo. Disporre le cicche in modo da non farle urtare né con le pareti della scatola, né tra loro. Riporre in una busta di carta. c. Tamponi orali. Essiccare. Riporre in buste di plastica o provette sterili. d. Gomma da masticare. Essiccare. Riporre in busta di carta manipolandola il meno possibile. e. Prelievo di saliva Realizzare uno o più prelievi e racchiudere Congelare. dall indagato e/o vittima. gli oral-swab in provette di plastica sterili. Resti cadaverici a. Organi o tessuti in putrefazione. Riporre gli organi in contenitori di plastica con tappo a vite in modo da limitare la fuoriuscita di odori sgradevoli. b. Ossa. Nel repertamento da cadaveri sono largamente da privilegiare in quanto offrono ampie garanzie di successo analitico. Le ossa migliori sono quelle spugnose e grandi; ne sono sufficienti frammenti. c. Capelli di cadavere. Prelevarne in quantità, possibilmente senza altri resti cadaverici attaccati. d. Sangue cadaverico. Qualora il cadavere non sia in avanzato stato di putrefazione, se possibile, far prelevare dal medico legale un campione di sangue. Congelare. Riporre in scatole di cartone. Riporre in buste di carta. Congelare.

5 22 La rete degli interventi contro la violenza N. 199/200 Formazioni pilifere a. Singole. L operatore indossando guanti in lattice le deve prelevare delicatamente con la punta delle pinzette. Il capello deve essere preso al centro dello stelo e mai alle estremità: una delle quali, infatti, potrebbe contenere la radice pilifera che è molto friabile e facilmente deperibile. Si disponga il capello su un foglio di carta pulita e lo si ancori con un pezzo di nastro adesivo in modo, però, da non danneggiarne le estremità. b. A gruppi. A volte, le formazioni pilifere possono essere ritrovate a gruppi o mazzetti (capelli strappati durante la colluttazione e ritrovati tra le dita della vittima). In questo caso non è necessario separare singolarmente ciascuna fibra, poiché l origine dovrebbe essere comune. Si ripongano le formazioni in una scatoletta di cartone o in una busta di carta in pool, specificando in modo accurato le modalità di ritrovamento e di asportazione. c. Formazioni pilifere su indumenti, copricapi, calze di nylon ecc. Non toccarle in alcun modo; riporre l indumento in scatole di cartone e spedire il tutto ai laboratori, facendo attenzione a ridurre al minimo i possibili urti. I capelli, fissati alla carta, devono essere riposti in un contenitore tale da impedire l eventuale danneggiamento delle radici durante il trasporto. I capelli devono essere repertati singolarmente e confezionati e catalogati separatamente per impedire la possibile confusione. Conservarle all asciutto (in un cassetto, ad esempio) manipolandole il meno possibile. Spedire quanto prima. Prima del confezionamento, accertare che gli indumenti siano perfettamente asciutti. Sudore e urina Prelevare gli indumenti verosimilmente impregnati di sudore o urina. Se umidi, farli asciugare; una volta asciutti riporli in scatole di cartone. Nel caso in cui si nutrano dubbi sulla natura delle macchie (urina, sudore o sperma) lasciare ai laboratori il compito di effettuare la diagnosi generica. Altro Molti altri oggetti possono essere analizzati come reperti biologici. - Frammenti di unghie o denti. - Residui di pelurie su rasoi. - Brandelli di pelle bruciacchiata. - Nastri adesivi utilizzati per immobilizzare. - Fazzoletti sporchi di muco ecc. Comunque, ogni substrato in grado di ospitare delle cellule può essere sottoposto ad analisi biologiche. In caso di dubbio, si possono sempre contattare telefonicamente i responsabili dei laboratori.

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