LUCE E GAS RISPARMIO ENERGETICO PER LE PMI. ottimizzare I consumi migliorare l efficienza e risparmiare in bolletta

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1 LUCE E GAS RISPARMIO ENERGETICO PER LE PMI ottimizzare I consumi migliorare l efficienza e risparmiare in bolletta

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3 Come le PMI italiane possono ottimizzare i propri consumi energetici, migliorare l efficienza e risparmiare in bolletta? Dallo scenario nazionale dei consumi alle norme per la gestione ambientale ed energetica, dall analisi dei consumi interni ad alcune azioni concrete da adottare per ottimizzare l utilizzo di energia elettrica all interno delle aziende. SOMMARIO 1. INTRODUZIONE 2. Scenario energetico in Italia ed Obiettivi Europei 3. Gestione ambientale ed energetica 4. Analisi dei consumi energetici 5. Azioni per l, efficienza energetica

4 INTRODUZIONE Monitorare ed ottimizzare l uso dell energia elettrica all interno di un impresa e gestire i costi energetici risulta un fattore essenziale per la competitività di lungo periodo, oltre che per garantire l uso responsabile delle risorse e quindi la sostenibilità dei processi aziendali a qualunque livello. L efficienza energetica riduce infatti l impatto di un azienda sull ambiente, evitando emissioni eccessive e superflue di CO2: la normativa europea si è mossa molto in questo campo negli ultimi anni, trasformando progressivamente l emissione di CO2 in un costo per l azienda¹. Gli interventi orientati al risparmio energetico permettono di migliorare la redditività e la capacità di remunerazione degli investimenti necessari: ottimizzare l uso dell energia e ridurre i costi energetici può far conseguire all azienda sostanziali benefici economici. Investire nell efficienza energetica deve essere visto, da parte dell azienda, non come una spesa fissa non modificabile, ma come una voce di costo su cui è possibile intervenire per ottimizzarne la redditività. Per far fronte alle relative azioni necessarie affinché si sciolgano i nodi che impediscono alle PMI di crescere e conseguentemente di contribuire efficacemente alla riduzione dell impatto ambientale e dei costi che questo comporta, con questa guida vogliamo indicare alcune buone pratiche per ridurre i consumi energetici delle PMI ed ottimizzare l efficienza energetica di gestione ordinaria e straordinaria di un impresa. INTERVENTO MIGLIORAMENTO DELL'EE CONTO ECONOMICO PRE INTERVENTO DOPO RISPARMIO ENERGETICO DEL 10% IMPATTO ECONOMICO FATTURATO mln COSTI ENERGETICI mln 4 3,6 RIDUZIONE 10% MARGINE LORDO mln 5,2 5,6 INCREMENTO 8% UTILE NETTO mln % ,4 9,6.0 INCREMENTO 20% *Fonte Federchimica Il Manuale CARE+ per l Efficienza Energetica nelle PMI Chimiche

5 SCENARIO ENERGETICO IN ITALIA ed OBIETTIVI EUROPEI I dati sulla domanda di elettricità nel 2014 in Italia, secondo i dati diffusi da Terna S.p.A., si sono attestati a 309 mld di kwh, in calo del 2,1 % rispetto al Per il secondo anno consecutivo, la domanda di elettricità in Italia ha registrato il segno negativo, congiuntura certamente dovuta al proseguire della crisi economica che ha costretto numerose PMI al ridimensionamento della loro attività. Secondo le prime stime, nel 2014 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per 85,9 % dalla produzione nazionale: 52,9 % termoelettrica 18,8 % idroelettrica 14,2 % geotermica, eolica, fotovoltaica 14,1 % energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (267,6 miliardi di kwh) è in diminuzione del 4,0 % rispetto al Come tendenza generale, è cresciuta la produzione di energia da fonti rinnovabili, mentre è diminuita quella da fonti fossili tradizionali: in aumento le fonti di produzione fotovoltaica (+9,8 %), idroelettrica (+7,4 %), geotermica (+4,2 %) ed eolica (+1,0 %); in calo invece la fonte termoelettrica (-9,7 %). Per l Italia, in questa congiuntura di crisi economica europea, è dunque fondamentale tornare a crescere in maniera sostenibile. Per crescere è necessario migliorare la competitività delle imprese e del nostro sistema economico: il settore energetico in questo avrà un ruolo sempre più importante, sia come fattore abilitante (avere energia a costi competitivi, con limitato impatto ambientale e con elevata qualità del servizio) sia come fattore di crescita in sé (ricerca, sviluppo e produzione)

6 SCENARI ISPRA: CONSUMI FINALI DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA (MIliardi di kwh - TWh) *Fonte Terna S.p.A. PREVISIONI DELLA DOMANDA ELETTRICA IN ITALIA E DEL FABBISOGNO DI POTENZA NECESSARIO ANNI All effi cienza energetica è associato l obiettivo europeo di risparmio del 20 % al 2020, rispetto ai consumi tendenziali; la Direttiva EED³ stabilisce gli obiettivi e i singoli stati membri che non sono vincolanti ma indicativi, con la Commissione che avrà il (diffi cile) compito di garantire il risultato complessivo. Obiettivi europei sull, efficienza energetica CONSUMI DI ENERGIA PRIMARIA, MTOE PROIEZIONI DAL 2007 PROIEZIONI DAL 2009 OBIETTIVO 20% EE 1842 Mtoe 1678 Mtoe GAP 1474 Mtoe BUSIENSS AS USUAL 2007 SITUAZIONE 2009 OBIETTIVO -20% *Fonte: ENEA La nuova Direttiva sull Effi cienza Energetica: sviluppi, contenuti e conseguenze

7 GESTIONE AMBIENTALE ED ENERGETICA I sistemi di gestione ambientale ed energetica conformi alle norme ISO ed ISO sono un ottima soluzione per pianificare, monitorare e migliorare le prestazioni ambientali di un azienda. L applicazione delle norme ISO ed ISO 50001, trattandosi di strumenti volontari, porta alla sensibilizzazione verso l impegno ambientale molto più che le ispezioni classiche o i controlli di conformità. Oltre alle norme ISO ed ISO 50001, esiste il Regolamento Comunitario di Ecogestione e Audit EMAS, che consente di registrare le strutture che desiderino implementare un sistema di gestione ambientale ed energetico conforme alle norme ISO ed ISO 50001, integrandolo con un analisi ambientale iniziale di tutte le attività e redigendo una Dichiarazione Ambientale finale che instaura un dialogo più aperto con il pubblico. ISO 14001, ISO ed EMAS hanno lo scopo di monitorare l impatto ambientale ed energetico in maniera costante, evitando sanzioni e riducendo i costi di produzione e consumo. Per quanto riguarda le PMI è presente il regolamento EMAS Easy che agevola l attuazione dell EMAS all interno di queste strutture: grazie a questo regolamento, i tempi per le pratiche amministrative dell EMAS verranno ridotti e una programmata promozione di questi Sistemi da parte della commissione e degli Stati membri farà il resto. Dal 2009 è disponibile inoltre un nuovo strumento mirato agli aspetti energetici, il Sistema Gestione Energia (GSE) introdotto dalla norma europea EN poi confluita nella EN 50001: anche in questo caso è prevista l attuazione di politiche interne di raggiungimento di obiettivi prefissati, individuati sulla base di appositi audit e conseguiti attraverso l adozione di procedure e misure monitorate in modo continuativo. Da notare che la realizzazione degli strumenti citati può portare a benefici di immagine, all apertura di nuovi mercati sensibili ai temi ambientali e all accesso a fondi e finanziamenti altrimenti preclusi.

8 ANALISI DEI CONSUMI ENERGETICI Si dice che il miglior dottore sia il paziente, che sa ascoltare il proprio corpo, monitorare il proprio stato di salute e sfuggire alle malattie con un attenta prevenzione. Un buon capitano d impresa è colui che decide, per il bene della propria azienda, di far monitorare i consumi energetici, individuare le falle del sistema, intervenire in tempo per ripararle ed evitare che in futuro si ripetano le stesse carenze o gli stessi difetti, migliorando l efficienza generale. Una buona analisi dei consumi energetici dell impresa consente di intervenire laddove è riscontrata una minore efficienza e di ottimizzare i processi in modo tale da creare un circolo virtuoso sia ambientale che economico: meno emissioni di CO2, meno consumi di energia elettrica, più margine di profitto. L ambito di riferimento di un audit energetico può essere riferito ad un intero edifico, ad un singolo apparecchio o ad un singolo processo produttivo. Un audit efficace deve essere finalizzato ad una valutazione delle performance energetiche dell impresa ed all elaborazione delle misure (linee guida) da adottare per ottenere significativi risparmi energetici. L esecuzione di un audit interno all azienda si articola in quattro fasi: Preparazione dell audit Raccolta delle informazioni Analisi e valutazione Reporting Queste quattro fasi devono essere finalizzate al conseguimento di una valutazione delle performance energetiche ed alla definizione delle raccomandazioni sulle misure da adottare per ottenere significativi risparmi energetici. A questo grande lavoro di raccolta di informazioni ed analisi dovrebbe seguire l elaborazione e definizione di un Piano di Azione per l Efficienza Energetica. GT CO BASELINE EMISSION 57Gt La tabella indica come, da qui al 2050, l efficienza energetica contribuirà per quasi il 50 % alla riduzione di emissioni di gas serra. BLUE MAP EMISSION 14 Gt CCS 19% RENEWABLES 17% NUCLEAR 6% POWER GENERATION EFFICIENCY AND FUEL SWITCHING 5% END-USE FUEL SWITCHING 15% END-USE FUEL AND ELECTRICITY EFFICIENCY 38%

9 AZIONI PER L, EFFICIENZA ENERGETICA Quali sono le metodologie che consentono alle aziende di migliorare la propria efficienza energetica? Quali vantaggi economici si possono ottenere utilizzando le best practices in campo energetico, l innovazione tecnologica e la formazione continua? 1. Creare un piano di gestione dell, energia L'elemento comune che caratterizza i programmi di successo della gestione dell'energia è rappresentato dall'impegno del management e del personale che gestisce l'impianto, il consumo di energia nonché il suo costo in un processo continuo e strutturato. Ciò è possibile solamente se esiste un programma di gestione dell'energia totalmente integrato nelle attività quotidiane dell azienda. Le attività di preparazione iniziano con una raccolta di informazioni che diano una buona comprensione della situazione sull utilizzo dell'energia attraverso una prima indagine iniziale. l, indagine deve comprendere i seguenti punti: l attuale livello di gestione dell energia dell azienda; l attuale livello di misura e registrazione dei dati; l attuale livello di comprensione e di controllo delle fatture dell energia; i processi e le attrezzature maggiormente energivori; gli effetti della legislazione e della tassazione connessi all energia; i dati attuali relativamente al consumo di energia e, possibilmente, la storia degli ultimi tre anni; i dati della produzione attuali e relativi agli ultimi tre anni. Sulla base delle informazioni raccolte durante l indagine preliminare è possibile farsi una prima idea di quanto si potrebbe risparmiare sull energia e sui costi. E anche possibile stabilire il punto di partenza per cominciare a formalizzare un piano di gestione dell energia per la propria azienda purché si sia in grado di conoscere, per l 80 % dell energia consumata, dove, come e quanto questa sia stata utilizzata.

10 2. Efficienza DEGLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE Illuminazione ad alto rendimento = MAGGIORE EFFICENZA INTRINSECA Regolazione dei flussi luminosi = MINORI CONSUMI ESEMPIO LOGISTICO... MAGAZZINO CON LAMPADINE FLUORESCENTI SOLUZIONE: Sostituzione corpi illuminanti: DA 20 W/m 2 A 2.18 W/m 2 RISPARMIO: Energetico annuo: 365 MWh 2 Economico annuo: -75% Tempo ritorno: 3 anni 3. Fissare gli obiettivi di risparmio energetico Gli obiettivi devono essere fissati sistematicamente. I punti di partenza devono essere le performance e le informazioni sull impiego di energia e i costi, raccolti nella fase precedente. Gli obiettivi devono essere misurabili, ambiziosi ma raggiungibili. Gli obiettivi devono essere realistici per non fare perdere credibilità al programma. Per definire obiettivi raggiungibili è necessario stimare l entità del risparmio energetico che si vuole ottenere e... intraprendere le azioni seguenti: : stimare il potenziale di miglioramento dell efficienza energetica in differenti aree dell azienda; determinare quali miglioramenti siano possibili con gli impianti attuali; convocare riunioni con i diversi dipartimenti e le persone dei vari reparti per conoscere quale contributo possano fornire alla realizzazione di risparmi energetici; verificare se il sistema formativo è adatto a fornire le informazioni necessarie e le analisi richieste.

11 4. Sviluppare un piano d, azione Una volta definiti gli obiettivi, il passo successivo è quello di dare inizio ad azioni concrete per raggiungere tali obiettivi. Ogni obiettivo dovrebbe essere supportato da una lista di azioni programmate per raggiungerlo. Le azioni dovrebbero essere inserite in un piano: ciò permetterà di monitorare e valutare le attività in un momento successivo e di aggiornare il piano stesso in corso d opera. Una persona preposta all interno dell azienda (solitamente l Energy Manager) dovrebbe coordinare la programmazione delle attività ed organizzare gli incontri e le discussioni necessari per decidere quali azioni siano da intraprendere. Le informazioni contenute in questa prassi possono essere utilizzate per verificare i miglioramenti delle operazioni in essere. il piano d, azione può contenere le seguenti informazioni: gli obiettivi generali da raggiungere sul consumo di energia; l attuale consumo energetico della società; i valori di riferimento degli indicatori di prestazione; una lista di tutte le azioni programmate e delle attività che sono state decise per soddisfare il piano d azione, con l indicazione dei ruoli e delle responsabilità per la sua realizzazione; una breve descrizione di ogni azione di miglioramento, con i relativi budget e tempi per l implementazione; le azioni che sono state programmate per migliorare l acquisto dell energia; le azioni che sono in programma per la formazione del personale; gli studi e le ricerche programmati riguardanti ulteriori misure tecniche e tecnologiche nelle varie sezioni dell impianto.

12 AZIONI: ESEMPI E SUGGERIMENTI BUONE ABITUDINI stabilire i requisiti minimi di riscaldamento per le singole aree degli edifici e impostare i termostati di sala correttamente per il controllo del clima (riscaldamento, raffreddamento, umidificazione); impostare le unità di condizionamento su parametri corretti di operatività: è escluso, ad esempio, il funzionamento contemporaneo di riscaldamento e condizionamento; spegnere gli elementi di riscaldamento non necessari; prendere in considerazione l incremento di utilizzo della luce diurna, laddove possibile; spegnere le luci quando non sono necessarie; utilizzare gli interruttori a rilevamento di presenza per l accensione e lo spegnimento delle luci; limitare l illuminazione esterna alle ore di buio e tenere al minimo nelle aree non frequentate. evitare gli spifferi d aria fredda; isolare le apparecchiature che generano calore; controllare se sono in uso dei riscaldatori a resistenza elettrica e, nel caso, rivederne la necessità. Cercare di risolvere il problema del comfort evitando l utilizzo di questi tipi di riscaldatori che sprecano energia. Se essi sono inevitabili, prevedete l utilizzo di un timer per spegnerli automaticamente quando non sono necessari. BUONE ABITUDINI IN UFFICIO attivare la modalità di risparmio energetico nei computer; spegnere i computer e i monitor durante le ore notturne; evitare di posizionare le fotocopiatrici nelle aree in cui funziona l aria condizionata; spegnere le fotocopiatrici durante le ore notturne; spegnere i led delle apparecchiature elettriche; spegnere le luci negli ambienti non utilizzati; utilizzare colori chiari per le pareti interne.

13 evitare gli spifferi d aria fredda; isolare le apparecchiature che generano calore; controllare se sono in uso dei riscaldatori a resistenza elettrica e, nel caso, rivederne la necessità. Cercare di risolvere il problema del comfort evitando l utilizzo di questi tipi di riscaldatori che sprecano energia. Se essi sono inevitabili, prevedete l utilizzo di un timer per spegnerli automaticamente quando non sono necessari. DOVE INVESTIRE ispezionare ed effettuare periodicamente, almeno annualmente, la manutenzione degli SCAMBIATORI (si trovano nella parte interna della caldaia e servono a riscaldare l acqua); eseguire regolare manutenzione sulle apparecchiature. Ad esempio pulire ventilatori e condutture dell aria e sostituire i filtri periodicamente; pulire ed effettuare una buona manutenzione dei condensatori delle unità di condizionamento e degli EVAPORATORI (si trovano nel condizionatore hanno lo scopo di vaporizzare il liquido, assorbendo calore dall esterno); installare sui radiatori, laddove possibile, le VALVOLE TERMOSTATICHE (aiutano a regolare la temperatura interna evitando sprechi e dispersioni); analizzare le possibilità di conservazione dell energia durante il periodo estivo attraverso l isolamento termico e la protezione dalla luce naturale proveniente dall esterno con l installazione di tende o pannelli; riparare le finestre rotte; sostituire le lampadine al tungsteno con lampadine compatte fluorescenti più efficienti; utilizzare l illuminazione fluorescente ad alta frequenza, ove possibile; migliorare l isolamento degli edifici grazie a cappotti termici; sostituire gli infissi, adottando doppi o tripli vetri; inserire dispositivi di regolazione, DAMPER (è un dispositivo che regola il flusso dell aria), a chiusura automatica sulle prese dell aria e lo scarico dei ventilatori di estrazione in modo tale da bloccare le correnti di ritorno nell edificio quando le apparecchiature sono spente

14 NOTE 1. CARBON FOOTPRINT: la carbon footprint (letteralmente, impronta di carbonio ) rappresenta.l emissione di gas clima-alteranti (CO2, CH4, N2O, HFCs, PFCs e SF6)[1] attribuibile ad un prodotto, un organizzazione o un individuo. Viene così misurato l impatto che tali emissioni hanno sui cambiamenti climatici di origine antropica. L unità di misura della carbon footprint la tonnellata di anidride carbonica equivalente (tco2e). L anidride carbonica equivalente (CO2e) permette un confronto dei differenti tipi di gas ad effetto sera in rapporto ad una unitˆ di CO2. La CO2e viene calcolata moltiplicando le emissioni di ciascun dei gas ad effetto serra per il suo potenziale di riscaldamento (GWP). 2. GHG: 2) GHG: gas ad effetto serra (GHG). Vengono considerati gas ad effetto serra il biossido di carbonio (CO2), il vapore acqueo (H2O), l ossido nitroso (N2O), il metano (CH4) e l ozono (O3). Il protocollo di Kyoto include anche l esafluoruro di zolfo (SF6), gli idrofluoro-carburi (HFC), e i per-fluoro-carburi (PFC). 3. DIRETTIVA EED: direttiva Europea sull Efficienza Energetica. 4. ISO 14001: lo standard ISO (tradotto in italiano nella UNI EN ISO 14001:2004) uno standard certificabile che possibile ottenere da un organismo di certificazione accreditato che operi entro determinate regole, attestazioni di conformità ai requisiti in essa contenuti. Certificarsi secondo la ISO non obbligatorio, ma frutto della scelta volontaria dell azienda che decide di stabilire/attuare/mantenere attivo/migliorare un proprio sistema di gestione ambientale. La certificazione ISO non attesta una particolare prestazione ambientale, né tanto meno dimostra un impatto particolarmente basso, ma piuttosto dimostra che l azienda/organizzazione certificata ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività, e ne ricerchi sistematicamente il miglioramento in modo coerente, efficace e soprattutto sostenibile. La norma ISO non una certificazione di prodotto. Per giugno 2015 è prevista la pubblicazione della nuova edizione della norma la quale porrà un attenzione particolare sui processi volti a integrare pienamente gli aspetti ambientali e di business, attuali e futuri, nella pianificazione strategica ambientale. 5. ISO 50001: la norma ISO 50001, valida a livello mondiale, ha preso il posto della precedente norma EN 16001: 2009, valida esclusivamente in ambito europeo. La norma fornisce alle imprese un quadro di riferimento per l integrazione delle prestazioni energetiche nella gestione quotidiana delle loro attività, punta a promuovere le migliori pratiche di gestione dell energia per migliorarne la gestione nel contesto dei progetti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

15 ...l energiaperbene scoprila suenegan.it

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