L industria elettrica italiana e le attività regolatorie

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1 L industria elettrica italiana e le attività regolatorie Audizione annuale Autorità per l Energia Elettrica e il Gas 1. Il quadro di riferimento settembre 2013 Il settore elettrico continua da attraversare una fase particolarmente delicata. Permangono e semmai si sono acuite le criticità già segnalate in occasione delle audizioni degli ultimi anni. Il quadro è quello di una perdurante recessione economica che, in base alle più recenti previsioni, vedrà una timida inversione di tendenza non prima della fine di quest anno. Tale situazione si riflette anche nella congiuntura del settore elettrico, che vede da ormai un graduale e costante ridimensionamento della domanda: le previsioni indicano che a fine 2013 essa si sarà ulteriormente ridotta rispetto ai livelli del La riforma varata alla fine degli anni 90, la cosiddetta riforma Bersani, aveva creato un contesto competitivo ed una spinta importante ad investimenti di rinnovamento. L Italia è così apparsa come uno dei mercati più aperti e competitivi, dotandosi gradualmente di un parco di generazione particolarmente efficiente, che ha permesso di ridurre in misura drastica le emissioni in atmosfera. Circa 30 miliardi di investimenti sono stati realizzati fra il 2000 ed il 2010 nel solo settore termoelettrico per spinta autonoma delle imprese, a cui si sono aggiunti circa 70 miliardi di ulteriori investimenti nel settore delle rinnovabili, di cui quasi 50 nel solo settore fotovoltaico. La situazione attuale del mercato italiano è così la seguente: su 300 miliardi circa di kwh consumati nel 2012, meno delle metà in valore è sottoposta a meccanismi competitivi con una

2 drastica riduzione delle regole di mercato. E' dunque legittimo domandarsi come possa funzionare un settore industriale che vede all origine costi e remunerazioni completamente diversi fra diverse tecnologie, rischi d impresa totalmente asimmetrici e conseguenze per i consumatori profondamente divergenti. Siamo così arrivati al paradosso di avere realizzato un apparato di generazione dell energia elettrica sovradimensionato, sottoutilizzato -, in parte non redditizio ma, situazione unica, con costi crescenti per i consumatori. Nel 2012, il fattore di carico medio degli impianti a ciclo combinato non cogenerativi è sceso sotto le 2000 ore (equivalenti a piena potenza), pari a circa il 22%, mettendo in pericolo l equilibrio economico-finanziario delle società che li detengono. I cicli combinati cogenerativi, che godono di priorità di dispacciamento e di un migliore rendimento energetico totale, funzionano a livello più soddisfacente, mediamente 4700 h nel 2012 (54%), anche se sensibilmente inferiore al passato. La situazione non può che peggiorare ulteriormente a breve termine, stante l ulteriore contrazione della domanda nel 2013 e l entrata in servizio di nuova capacità rinnovabile. A medio termine non sono ipotizzabili tassi di crescita dell economia italiana tali da determinare una forte ripresa dei consumi elettici, di conseguenza l attuale situazione di eccesso di capacità dovrebbe protrarsi almeno fino al In questo quadro si colloca l azione dell Autorità per l Energia elettrica ed il gas alla quale dobbiamo riconoscere apprezzamento per l equilibrio e l attenzione riservata alle problematiche del settore elettrico. 2. Il mercato all ingrosso In occasione delle ultime due audizioni avevamo evidenziato le difficoltà che stava vivendo il settore, con particolare riferimento agli impianti convenzionali, a

3 causa della continua contrazione della domanda e dello sviluppo delle fonti rinnovabili, in particolare quella fotovoltaica. Non c è niente di nuovo rispetto a quanto segnalato negli anni scorsi, se non rimarcare come la situazione sia ulteriormente peggiorata. Infatti, la forte penetrazione di impianti incentivati in larga parte non programmabili - ha ulteriormente ridotto il mercato contendibile e ha contribuito alla riduzione dei prezzi all ingrosso con conseguente contrazione della redditività degli impianti tradizionali programmabili. Occorre ripensare il modello del mercato, in modo tale da tenere conto del disequilibrio che si è venuto a creare tra coloro che operano in condizioni di piena competizione e i settori sussidiati, stabilendo, se necessario, nuove regole al fine di prevenire l inquinamento dei segnali di prezzo. La sovrapposizione fra l obbiettivo della creazione di un mercato dell energia elettrica e interventi pianificatori consistenti, porta alla crisi dell uno e dell altro sistema. Prendiamo atto che esistono due settori che fanno a pieno titolo entrambi parte del sistema elettrico italiano e che non si può certamente tornare indietro. Come affermato dal Presidente Bortoni sono entrambi figli legittimi e importanti, ma di genitori diversi. Occorre però riflettere su come far coesistere due sistemi in cui la formazione dei prezzi avviene con criteri completamente diversi e divergenti. La profonda trasformazione intervenuta nel mercato all ingrosso dell energia impone la necessità di introdurre strumenti in grado di remunerare adeguatamente il servizio di back-up assicurato dagli impianti programmabili e la sempre maggiore richiesta di servizi di flessibilità, garantendone il mantenimento in esercizio. Valutiamo positivamente la recente approvazione da parte dell Autorità della disciplina del Capacity Market, strumento che dovrebbe essere in grado di fornire i corretti segnali di lungo periodo al mercato e auspichiamo che il Ministro dello sviluppo economico proceda velocemente all approvazione finale

4 in modo da consentire lo svolgimento delle prime aste entro i primi mesi del 2014 per l assegnazione di contratti con consegna nel Ciò delineerebbe quel quadro di certezza e stabilità di lungo periodo di cui gli operatori oggi necessitano. Nelle more dell approvazione chiediamo, per motivi di trasparenza che l AEEG dia mandato a Terna di pubblicare integralmente la documentazione positivamente verificata. Abbiamo apprezzato, inoltre, le definizione, dopo lunga attesa, delle regole per la remunerazione della regolazione primaria. Tuttavia, il sistema previsto a regime da Terna appare, alla luce delle prime verifiche operate in ambito associativo, operativamente molto complesso e problematico in termini di costi e tempi di implementazione. Riteniamo pertanto che la remunerazione (o quantomeno la depenalizzazione degli sbilanciamenti derivanti dalla prestazione del servizio) possa e debba essere comunque riconosciuta da subito. A questo proposito si ribadisce quanto sostenuto nella recente consultazione di Terna. I sistemi di regolazione installati presso gli impianti attualmente abilitati alla fornitura del servizio consentono già di misurare i dati relativi al contributo di regolazione primaria di ciascuna UP. In particolare, i produttori già dispongono di un meccanismo di calcolo del contributo teorico di primaria (frequency bias) effettuato a bordo dei propri attuatori automatici del carico installati su tutti gli impianti termoelettrici ed i principali impianti idroelettrici. La remunerazione del contributo di primaria potrebbe, pertanto, essere basarsi sul suddetto contributo teorico, ferma restando l attività di controllo da parte di Terna della coerenza del suddetto contributo teorico in funzione dei parametri di statismo, insensibilità e banda morta di ciascun regolatore, oltre che di una misura della frequenza di rete. Inoltre si segnala che, al di là delle attività di verifica e controllo di Terna, la regolazione proposta incentiva di per sé i

5 produttori aderenti al nuovo regime di remunerazione a fornire correttamente il servizio. Rimangono, tuttavia, ancora aperte le questioni relative ai seguenti servizi per i quali si auspica da tempo un adeguata remunerazione, quali: regolazione di tensione e potenza reattiva; regolazione di potenza attiva in condizioni critiche o di emergenza. Attualmente tali servizi, infatti, non sono remunerati e - pur non essendo in alcuni casi espressamente descritti e previsti dal Codice di Rete - vengono comunque richiesti da Terna e forniti dagli utenti nell esercizio del sistema elettrico. Condividiamo quanto affermato dal Presidente Bortoni nella sua relazione di luglio circa la richiesta alle fonti convenzionali di essere in grado di offrire servizi di flessibilità sul mercato europeo. Al riguardo è stato recentemente completato lo studio a tal scopo commissionato da Assoelettrica finalizzato a valutare la fattibilità di un simile programma, che ha evidenziato opportunità e rischi e derivanti da tale opzione. 3. Il mercato al dettaglio Anche quest anno il mercato retail ha mostrato un trend di crescita positivo allineato a quello dei principali paesi europei. Una prova del successo della liberalizzazione è rappresentato dai dati di switching (dal 2007 ad oggi circa un cliente domestico su quattro è passato al mercato libero). L indagine dell Autorità sulle condizioni di vendita ai clienti recentemente conclusa ha evidenziato l esistenza per il 2011 di un differenziale prezzi tra mercato libero e maggior tutela e ha sollevato perplessità sulla consapevolezza

6 dei clienti. Riteniamo che sarebbe stata opportuna una migliore contestualizzazione dei risultati dell indagine, mettendo in adeguata evidenza i limiti derivanti dal limitato campione statistico preso a riferimento e dall anno considerato, il 2011, rispetto al quale le condizioni del mercato sono certamente evolute. Ciò al fine di evitare critiche immotivate che possono inficiare l intero processo di liberalizzazione e il buon funzionamento del mercato. Abbiamo più volte segnalato la difficoltà di comparazione di strutture di prezzo diverse per natura: i prezzi offerti nel mercato libero non seguono le logiche di fissazione e aggiornamento periodico delle tariffe di tutela. Inoltre il mero confronto tra prezzi dell energia non è sufficiente a quantificare i benefici del mercato libero rispetto alla tutela. I clienti che decidono di lasciare il mercato tutelato possono ottenere opportunità di risparmio e benefici che prescindono dal prezzo unitario (fidelity card, tessere sconto per l acquisto di altri beni e servizi, offerta di prodotti per l efficienza energetica, ecc). Il prezzo non è quindi l unico fattore che i clienti considerano per la scelta del proprio fornitore: oltre ai benefici economici i clienti inseguono anche vantaggi e servizi personalizzati. In ogni caso, anche in termini di prezzo dell energia elettrica, attualmente diverse offerte commerciali consentono già risparmi economici apprezzabili rispetto al mercato tutelato, come è possibile constatare attraverso il Trova Offerte del sito web dell AEEG. Per promuovere ancora di più l apertura del mercato occorrerebbe aprire una riflessione sul ruolo della maggior tutela, con particolare riferimento ai clienti non domestici. Allo stesso tempo è importante migliorare gli attuali strumenti informativi a disposizione del cliente, a volte non perfettamente rispondenti alle reali esigenze di chiarezza e trasparenza. I documenti di fatturazione, infatti, continuano ad essere complessi e poco chiari, limitando così la possibilità di scelta dei clienti che dovrebbero avere un quadro più semplice dei propri consumi e dei costi dell energia, proprio come avviene nei mercati più maturi.

7 Esprimiamo pertanto apprezzamento per il processo di revisione della bolletta recentemente avviato, necessario a renderla più comprensibile e coerente con le condizioni contrattuali scelte dal cliente. Auspichiamo inoltre che un analogo processo di revisione venga avviato anche per le schede di confrontabilità delle offerte. Per favorire l apertura del mercato è inoltre necessario poi completare la definizione degli standard informativi tra venditori e distributori con riferimento ai principali processi commerciali. In particolare ciò dovrebbe avvenire a partire dallo switching, consentendo così anche di allinearne le tempistiche a quanto richiesto dall Unione Europea. Ciò a prescindere dal SII la cui realizzazione, se sviluppata con modelli invasivi che stravolgono le logiche di colloquio bilaterale sui cui gli operatori hanno finora investito, rischia di bloccare e non agevolare il funzionamento del mercato. In altre parole, il SII dovrebbe fungere più da standardizzatore e certificatore dei flussi di comunicazione scambiati fra gli operatori, che interporsi tra questi ultimi allungando la catena delle comunicazioni. Un ultimo accenno al fenomeno della morosità, che sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti, anche a causa dell attuale contingenza economica sfavorevole. A questo proposito auspichiamo che il decreto sui pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni possa migliorare la situazione, senza creare però ostacoli burocratici. In ogni caso, nel frattempo, è necessario un intervento regolatorio che consenta agli operatori di selezionare i clienti sulla base della loro affidabilità creditizia, riavviando quanto prima il processo di creazione di una banca dati dei clienti inadempienti (BICSE). Infine, è quanto mai opportuno pervenire alla definizione dei criteri per l individuazione dei clienti non disalimentabili.

8 4. Le fonti rinnovabili Come già sottolineato negli ultimi anni l aspetto più rilevante che ha caratterizzato il settore elettrico è stato, oltre al calo della domanda, lo straordinario sviluppo delle fonti rinnovabili. Tale sviluppo ha evidenziato due ordini di problematiche. La prima è quella legata alla sostenibilità economica in relazione agli oneri da trasferire in bolletta, tema sul quale l AEEG è stata sempre attenta e talvolta, purtroppo, inascoltata. Sotto questo aspetto i due decreti del luglio 2012 hanno definito i limiti economici del sostegno alle fonti rinnovabili in termini di incentivazione diretta. Tuttavia particolare attenzione deve essere rivolta all onere generato dalle incentivazioni indirette quale, ad esempio, quella derivante dalla disciplina dello scambio sul posto, sulla quale sarebbe auspicabile, per non ridurre ulteriormente la base contributiva su cui gravano gli oneri di sistema, non ci siano cedimenti in direzione estensiva. La seconda problematica è legata all integrazione delle rinnovabili all interno del sistema elettrico. Da questo punto di vista condividiamo l azione dell Autorità finalizzata all obiettivo di responsabilizzare gli utenti del dispacciamento di impianti alimentati da fonti non programmabili, attraverso un equa allocazione dei costi connessi alla mancata/errata programmazione (delibera 281/12). Al riguardo auspichiamo una rapida ridefinizione quadro regolatorio in grado di superare e risolvere il contenzioso in atto. Riteniamo, infine, che sia opportuno e necessario valutare le modifiche all attuale configurazione dei mercati atte a favorire una progressiva integrazione delle fonti intermittenti, anche tenendo conto degli orientamenti della regolazione europea.

9 5. L efficienza energetica Nell attuale contesto dell andamento dei consumi, per motivazioni congiunturali e, in prospettiva, per effetto delle politiche di miglioramento dell efficienza energetica che comunque dovrebbero comportare una stabilizzazione o una limitata crescita degli stessi, il vettore elettrico è fondamentale per il rilancio del settore. Occorre quindi compiere ogni sforzo per promuovere la massima diffusione delle tecnologie elettriche efficienti. La transizione verso il vettore elettrico comporterebbe un dividendo multiplo: quello ambientale, di efficienza energetica e quello tariffario, grazie all aumento della base imponibile su cui ripartire gli oneri di sistema oltre a dare respiro, grazie all incremento dei consumi, al settore della generazione elettrica. Per favorire la diffusione di applicazioni di tecnologie elettriche efficienti, quali pompe di calore per climatizzazione, auto e trasporti elettrici, riteniamo sia necessario adeguare il quadro regolatorio. Su questo tema Assoelettrica insieme a Confindustria Ceced e Coaer/Anima ha già sollecitato un rapido intervento dell AEEG con riferimento ai potenziali obiettivi derivanti dallo sviluppo e dalla diffusione in Italia delle pompe di calore. La tecnologia delle pompe di calore fornisce un contributo essenziale allo sviluppo delle energie rinnovabili e al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica, tuttavia non riesce ad affermarsi come dovrebbe a causa di tariffe elettriche che la penalizzano rispetto ad altre tecnologie come quelle che utilizzano il gas naturale. Infatti, l attuale sistema tariffario elettrico a scaglioni di consumo con prezzi crescenti rende i costi variabili delle pompe di calore più elevati di quelli delle tecnologie che utilizzano il gas. Condividiamo pienamente l intenzione dell Autorità, delineata nella delibera 204/2013/R/EEL, di rivedere l intero sistema tariffario dei clienti domestici, indipendentemente dalla finalità dell utilizzo dell energia elettrica che auspichiamo possa avvenire quanto prima, tuttavia, in considerazione dei tempi

10 di realizzazione di tale riforma, risulta evidente la necessità di una misura transitoria che possa entrare in vigore già nel 2014, che preveda una tariffa specifica per le pompe di calore, tale da rendere conveniente il loro utilizzo per il riscaldamento domestico, come delineato dalla delibera citata. Ciò consentirebbe peraltro di dare attuazione all articolo 16, comma 4, del decreto 28 dicembre Tale nuova tariffa, da riservare ai clienti che dichiarino di avere istallato una pompa di calore idonea al riscaldamento e da applicare agli interi consumi del cliente, potrebbe essere basata sugli oneri di trasporto della componente tariffaria D1 che riflettono l effettivo costo del servizio. Si eviterebbe così il paradosso di penalizzare i clienti virtuosi, maggiormente sensibili alla sostenibilità energetica ed ambientale. Evidenziamo che in tale maniera non si prevederebbe l introduzione di alcun sussidio ma la semplice eliminazione di sovra costi. Inoltre la misura proposta potrebbe rappresentare una fase sperimentale, grazie al relativo monitoraggio, in vista dell auspicata modifica generalizzata delle tariffe elettriche che dovrebbe portare all applicazione della tariffa D1 a tutti i clienti domestici, superando l attuale struttura tariffaria progressiva. D altra parte le attuali condizioni di overcapacity e l implementazione del bonus elettrico fanno venir meno le motivazioni storiche a giustificazione della struttura tariffaria progressiva tuttora in vigore. Peraltro, l entità delle componenti tariffate unitamente all incidenza dell effetto della loro progressività sono tali da rendere più difficilmente percepibile la concorrenzialità delle offerte commerciali sul mercato libero.

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