Documento di lavoro. A cura di Valentina Zingari, La Rete potrà contribuire all attuazione della Convenzione nei seguenti ambiti:

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1 PATRIMONI CULTURALI IMMATERIALI TRA COMUNITÀ LOCALI, TERRITORI E MUSEI Verso una Rete italiana per la salvaguardia del Patrimonio Culturale immateriale Ipotesi di creazione di un Coordinamento nazionale. Proposta di SIMBDEA (Società Italiana per la Museografia ed i Beni DemoEtnoAntropologici) all Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco del MIBAC Documento di lavoro A cura di Valentina Zingari, 2011 SIMBDEA si propone di contribuire, in collaborazione con l Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco del MIBAC e per quanto di competenza, con le Regioni, all attuazione della Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale nelle seguenti modalità: Creazione di una Rete italiana per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale, in collaborazione con altre ONG accreditate Unesco, e secondo un articolazione regionale. La rete potrebbe basarsi su accordi regionali tra partner, tramite un sistema aperto di Conferenze regionali, e l istituzione di una Conferenza permanente nazionale, con il patrocinio del MIBAC. La Rete potrà contribuire all attuazione della Convenzione nei seguenti ambiti: Individuazione e Monitoraggio del patrimonio culturale immateriale, a scala regionale e/o provinciale. Tali inventari regionali sono da pensare come inventari partecipati, costruiti in dialogo con le comunità, complementari a quello nazionale che fa capo al sistema ICCD. Il Monitoraggio comprenderà azioni di sensibilizzazione e formazione alla Convenzione, e contributi allo sviluppo di Piani di Salvaguardia. Supporto al competente Ufficio Patrimonio Mondiale UNESCO del MIBAC, per il trattamento delle domande di candidatura e la redazione dei rapporti periodici. Un azione di supporto che farà riferimento alla Rete, garantendo regione per regione una conoscenza dal terreno, nel dialogo con le comunità. Progettazione e sperimentazione di sistemi webbased di analisi e archiviazione dei diversi patrimoni documentari, concepiti in una prospettiva di condivisione secondo standard internazionali complementari a quelli nazionali di documentazione catalografica (ICCD). Lancio di un cantierepilota di candidatura multinazionale. Le ONG e le politiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale La Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003, ratificata dall'italia nel 2007, precisa il ruolo degli Stati contraenti nell'«individuazione e definizione dei vari elementi del patrimonio culturale immateriale presente sul suo territorio, con la partecipazione di comunità, gruppi e 1

2 organizzazioni non governative rilevanti» (Art. 11b). «Ciascuno Stato contraente farà ogni sforzo per garantire la più ampia partecipazione di comunità, gruppi e, ove appropriato, individui che creano, mantengono e trasmettono tale patrimonio culturale, al fine di coinvolgerli attivamente nella sua gestione» (Art. 15 della Convenzione del 2003). Nelle Direttive Operative della Convenzione UNESCO appare evidente il ruolo di identificazione, studio e mediazione che le ONG possono assumere ponendo in dialogo le comunità detentrici di patrimoni, la comunità scientifica e gli organismi politicodiplomatici locali, nazionali e internazionali. La vocazione e le competenze in ambito di Beni Demoetnoantropologici (DEA) maturate dall associazione SIMBDEA (associazione accreditata Unesco dal 2010), rete nazionale di musei etnografici, ne fanno un interlocutore di rilievo in questo settore, in dialogo permanente con le comunità detentrici dei patrimoni culturali immateriali. In effetti, come espressione delle culture locali e dei territori di appartenenza, i musei etnografici raccolgono i linguaggi e i patrimoni vivi delle comunità all origine della loro creazione, configurandosi spesso come presidi del patrimonio culturale immateriale. Nota: si riportano nella tabella seguente gli estratti delle Direttive Operative per l'attuazione della Convenzione UNESCO Capitolo III. Partecipazione all attuazione della Convenzione III.1 Partecipazione di comunità, gruppi ed eventualmente singoli individui, nonché di esperti, centri di competenza e istituti di ricerca 79. Ricordando l articolo 11 della Convenzione e nello spirito dell'articolo 15 della Convenzione stessa, il Comitato invita gli Stati Parte a istituire forme funzionali e complementari di cooperazione fra comunità, gruppi ed eventualmente singoli individui che creino, preservino e trasmettano il patrimonio culturale immateriale, nonché fra esperti, centri di competenza ed istituti di ricerca. III.2.1 Partecipazione di organizzazioni non governative a livello nazionale 90. Conformemente all'articolo 11 (b) della Convenzione, gli Stati Parte coinvolgono le pertinenti organizzazioni non governative nell'attuazione della Convenzione, fra l'altro allo scopo di individuare e definire elementi del patrimonio culturale immateriale e con riguardo ad ogni altra idonea misura di salvaguardia, collaborando e coordinandosi con altri soggetti partecipanti all'attuazione della Convenzione. La Creazione di una Rete italiana per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, promossa da SIMBDEA. Pilotata da professionisti della cultura con una solida formazione universitaria e con esperienze di lavoro territoriale legato alla fitta rete di musei etnografici diffusi sul territorio nazionale, SIMBDEA è un polo di competenze avanzate, disponibile a diffondere la conoscenza e favorire i processi di attuazione della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale nel nostro paese. La creazione di una Rete italiana per la salvaguardia del patrimonio immateriale è senz altro una risposta pertinente alla grande 2

3 diversità culturale del nostro paese ed alla ricchezza della sua vita associativa e patrimoniale. D altra parte, questa potrà essere luogo di emergenza di analogie che avvicinano tra loro comunità diverse, favorendo il costituirsi di reti tematiche. Alcune rilevanti convergenze sono riscontrabili sia nell impegno di salvaguardia di tratti culturali condivisi (reti tematiche), che nel desiderio condiviso di espressione identitaria (identità locali). La diversità delle ONG italiane è riflesso della ricchezza dei saperi ed esperienze locali. La Rete si propone come garanzia di radicamento territoriale e comunitario delle politiche di identificazione e conoscenza del patrimonio intangibile. La Rete potrà offrirsi come spazio di dialogo non solo di comunità territoriali ma anche di ambiti tematici e disciplinari diversi. Come possiamo leggere nell articolo 86 (Direttive Operative, 2010), Gli Stati Parte sono invitati a costituire congiuntamente, a livello subregionale e regionale, reti di comunità, di esperti, di centri di competenza e di istituti di ricerca per la messa a punto di approcci congiunti, con particolare riguardo agli elementi del patrimonio culturale immateriale che hanno in comune, nonché approcci interdisciplinari. Scienza della diversità culturale, l antropologia potrà offrire i propri strumenti per la costruzione di terreni di dialogo e reciproco riconoscimento. Verso un sistema di inventari partecipativi del patrimonio culturale immateriale Sulla base dell art. 12 della Convenzione, in cui si parla di uno o più inventari del patrimonio culturale presente sul territorio, e tenendo conto del cambiamento di paradigma patrimoniale che vede in primo piano la necessità di coinvolgimento delle comunità detentrici di patrimoni intangibili, la Rete, attraverso le metodologie etnografiche della ricerca sul campo ed appoggiandosi alle ONG accreditate, potrà favorire, in una prospettiva di dialogo con le comunità, il lavoro di identificazione e studio alla base del processo di salvaguardia patrimoniale. Il lavoro di inventariazione potrà essere in tal modo arricchito delle sue implicazioni di coinvolgimento comunitario e sviluppo progettuale, se come leggiamo Gli inventari fanno parte integrante della Salvaguardia del patrimonio Culturale immateriale, perché possono sensibilizzare a quest ultimo e all importanza che esso riveste per le identità individuali e collettive. Il processo che accompagna la costituzione di inventari del patrimonio culturale immateriale e che rende questi stessi inventari accessibili al pubblico può ugualmente incoraggiare la creatività e l autostima presso comunità ed individui che sono fonte di espressione e di pratiche di questo patrimonio. Gli inventari possono ugualmente fornire una base per la formulazione di piani di salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale in questione. (Kit Unesco sul patrimonio culturale immateriale, fascicolo Identificare e fare l inventario del Patrimonio Culturale Immateriale, p. 4) Nelle Direttive Operative si parla di un organismo consultivo o un meccanismo di coordinamento che faciliti la partecipazione, un compito che la Rete potrebbe assolvere in supporto al MIBAC, Gli Stati Parte sono invitati a costituire un organismo consultivo o un meccanismo di coordinamento che faciliti la partecipazione di comunità, gruppi ed eventualmente di singoli individui, nonché di esperti, centri di competenza ed istituti di ricerca, con particolare riguardo a quanto segue:(a) identificazione e definizione dei diversi elementi del patrimonio culturale immateriale presenti nei rispettivi territori;(b) redazione di inventari; (art. 80, Direttive Operative, 2010) Anche il lavoro di aggiornamento periodico (RAPPORTI PERIODICI), previsto dalla Convenzione potrà essere supportato dalla Rete. Gli Stati Parte sono invitati a costituire ed aggiornare periodicamente, secondo modalità consone alla rispettiva situazione, un elenco di esperti, centri di competenza, istituti di ricerca e centri regionali attivi nei settori coperti dalla Convenzione 3

4 ed in grado di effettuare gli studi di cui all'articolo 13 (c) della Convenzione. (art.83, Direttive Operative, 2010) Questa azione di monitoraggio e inventario partecipato delle risorse culturali potrà appoggiarsi alla rete viva dei musei etnografici e delle ONG, antenne e custodi delle culture territoriali. L emergenza di elementi significativi del patrimonio culturale immateriale sarà favorita dal monitoraggio territoriale permanente. Una politica di accesso alla documentazione e agli archivi audiovisivi di interesse patrimoniale, in riferimento alla Convenzione del 2003 Al monitoraggio e inventario partecipato, che comporterà azioni di studio, approfondimenti conoscitivi e produzione di complessi documentari, deve essere associata la creazione e di banche dati (centri risorse), almeno in parte consultabili online, che diffondano la documentazione prodotta dalle ricerche territoriali. Queste banche dati potrebbero essere collegate tra loro attraverso standard comuni di trattamento documentario. Come evocato al punto 87 delle Direttive Operative (2010), gli standard internazionali di trattamento documentario sono strumenti di futuro, considerando le zone di frontiera, l'importanza di studi comparativi su fonti di comune interesse, la globalizzazione degli scambi e della domanda di patrimonio culturale. La costruzione di un progetto sperimentale di sistemi webbased di analisi documentaria e archiviazione dei diversi patrimoni documentari, concepito in una prospettiva di condivisione nazionale e internazionale, potrà essere promossa dalla Rete, attraverso un dialogo con i poli di eccellenza a livello europeo e internazionale. In effetti, come indicato negli articoli 85 e 87 delle Direttive Operative (2010), ad una politica nazionale di accesso alla documentazione prodotta, Gli Stati Parte si impegnano a facilitare l'accesso di comunità, gruppi e di singoli individui ai risultati delle ricerche svolte nel loro ambito, nonché a promuovere il rispetto di prassi concernenti l'accesso ad aspetti specifici del patrimonio culturale immateriale conformemente all'articolo 13 (c) della Convenzione (art.85) deve accompagnarsi una politica di condivisione di risorse documentarie a livello internazionale Gli Stati Parte che siano in possesso di documentazione relativa ad un elemento del patrimonio culturale immateriale presente nel territorio di un altro Stato Parte sono invitati a condividere tale documentazione con detto Stato Parte, il quale la metterà a disposizione delle comunità, dei gruppi ed eventualmente dei singoli individui, nonché degli esperti, dei centri di competenza, e degli istituti di ricerca. (art. 87). La Rete potrà offrire supporto e competenze per sviluppare gli aspetti relativi all accesso delle risorse documentarie territoriali e alla condivisione con le comunità, in una prospettiva transfrontaliera, affiancando alle politiche di standard catalografici previsti dall ICCD in accordo con le Regioni italiane una dimensione internazionale di condivisione di risorse digitali. 4

5 Le azioni di sensibilizzazione, formazione e lo sviluppo dei piani di Salvaguardia Un importanza particolare rivestono le azioni di sensibilizzazione e formazione alla Convenzione, attraverso la presentazione di buone pratiche e azioni di salvaguardia, come indicato nel capitolo IV delle Direttive Operative, Gli Stati Parte adottano misure necessarie per sensibilizzare le comunità, i gruppi ed eventualmente i singoli individui sull'importanza ed il valore del proprio patrimonio culturale immateriale nonché della Convenzione, in modo che i titolari di tale patrimonio possano beneficiare appieno di tale strumento legale. (art.81) Appoggiandosi ai musei etnografici e al tessuto associativo delle ONG accreditate, la Rete italiana per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale potrà farsi carico, in collaborazione con il Mibac, di azioni di formazione e sensibilizzazione, promuovendo una miglior conoscenza della Convenzione, diffondendo esempi di buone pratiche di salvaguardia, favorendo lo sviluppo di piani di salvaguardia, indicando laddove necessario la possibilità di iscrizione di un elemento nella lista dei Beni che necessitano di Salvaguardia urgente, o l iscrizione di elementi nel Registro delle buone pratiche. Un cantiere pilota di candidatura multinazionale L apertura di un cantiere pilota di candidatura multinazionale dedicato alle arti dell improvvisazione poetica, sviluppando il processo di dialogo interculturale già avviato con il progetto Transfrontaliero Francia_Italia marittimo IN.CON.T.R.O 1, potrà favorire la conoscenza della Convenzione nel nostro paese. Le basi di un progetto di candidatura sulle arti dell improvvisazione poetica come patrimonio dell umanità, sono state costruite tra il 2010 ed il 2011 nel dialogo con alcune comunità di detentori di questo patrimonio orale (tra Toscana, Lazio, Sardegna, Corsica, Catalogna, Baleari, Tunisia, Marocco, Brasile), attraverso vari incontri e un festival internazionale (Etnù, Nuoro, Giugno 2011). Favorendo un approccio transfrontaliero al patrimonio culturale immateriale, e incoraggiando il dialogo interculturale, la Rete si propone di contribuire all'attuazione della Convenzione. La Rete italiana per la Salvaguardia del Patrimonio Immateriale potrà diventare, in supporto all Ufficio Unesco per il Patrimonio mondiale del Mibac, uno strumento per rinforzare la 1 5

6 partecipazione della Società civile alla cura del patrimonio culturale immateriale e per diffondere la coscienza patrimoniale a livello territoriale, nazionale ed internazionale. Le tappe del processo di costruzione della Rete Le prime tappe della Costituzione della rete possono essere così indicate: Identificazione dei partner interessati e delle ONG accreditate a livello regionale/nazionale Identificazione/analisi di esempi internazionali di centri/reti per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale Raccolta adesioni, dichiarazioni di interesse e di intenti Istituzione di una Conferenza nazionale delle ONG accreditate, con il patrocinio del Mibac e delle Regioni interessate Definizione di prime azioni ed orientamenti tematici Istituzione di relazioni formali con l Unesco_ICH 6

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