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1 COMIITATO DII DIISTRETTO Diistretto Industriialle Piianezza-Piinerollo ABSTRACT

2 COMITATO DI DISTRETTO Il Comitato del Distretto Industriale di Pianezza-Pinerolo insediato formalmente il 16 novembre 2001 è formato dai rappresentati dei seguenti Enti: Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia Provincia di Torino Comune di Pianezza Comune di Pinerolo Comune di Avigliana Comune di Airasca Comune di Lusernetta Unione industriale della Provincia di Torino API Torino CNA ATP C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L. SEDE DEL COMITATO Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia Via Trattenero, Bussoleno (TO) Tel Fax: cmbvsevc@tin.it ASSISTEN ZA TECNICA S & T s.c. a r.l. Agenz ia di s vil uppo Via Matteo Pescatore, Torino Tel.: + (39) Fax: + (39) Sito internet:

3 DISTRETTO INDUSTRIALE PIANEZZA-PIN EROLO Il Programma di sviluppo Abstract del documento redatto il 30 luglio 2002 Il testo integrale del Programma di Sviluppo è consultabile al Sito internet:

4 Un distretto della meccanica Il Distretto Industriale Pianezza Pinerolo, definito come distretto della meccanica, è il più ampio del Piemonte: comprende infatti 90 Comuni, 88 dei quali in Provincia di Torino e 2 in Provincia di Cuneo. Coinvolge una popolazione complessiva di abitanti. L area di questo distretto si colloca in un territorio in cui sono già attivi tre Patti Territoriali: il Patto Territoriale del Pinerolese, della Zona Ovest, delle Valli di Susa. Il Distretto industriale, insieme ai Patti Territoriali, costituisce lo strumento privilegiato di politica attiva dello sviluppo locale attraverso il quale la cooperazione tra gli attori economico-sociali e le imprese che operano sul territorio conduce alla definizione di un quadro di sviluppo integrato, che mira ad innescare un processo di rilancio dell economia dell area. Il territorio del Distretto è il risultato dell aggregazione di due sistemi locali del lavoro: quello di Pianezza e quello di Pinerolo. La scelta di unire i due sistemi locali in un unico Distretto industriale è stata dettata dalla uguale specificità produttiva (meccanica) dei due sistemi e dall esigenza di avviare politiche di sviluppo a sostegno delle imprese del settore al fine di incrementarne la competitività. In realtà nel vasto insieme delle attività meccaniche è possibile distinguere tre categorie principali: θ θ θ La meccanica generica: comprende imprese che appartengono sia all indotto auto che ad altri settori (produzione di apparecchi elettrodomestici, aerospazio, beni strumentali, ecc). I beni strumentali: comprendono soprattutto i produttori di macchine utensili e di macchine di misura, ma anche tutte le attività ad esse collegate, come l impiantistica industriale e la progettazione di sistemi integrati e catene di produzione. Veicolistica: include le imprese meccaniche, meccatroniche e di lavorazione della plastica e della gomma, specializzate nella produzione di componenti per veicoli.

5 Il tessuto produttivo è costituito da importanti realtà aziendali altamente competitive, attente ai processi di innovazione e dotate di un buon tasso di commercializzazione dei loro beni - anche sul mercato internazionale - che convive con un elevato numero di piccole e medie imprese sub fornitrici, molte delle quali artigiane. In particolare dai dati messi a disposizione dall Unione industriale, dall API Torino e dalla CNA ATP emerge come ad una presenza capillare diffusa in entrambi i sistemi locali del lavoro di piccole e medie imprese si affianca la presenza significativa di imprese di maggiori dimensioni e di aggregati occupazionali significativi che troviamo, in particolare, nei Comuni di Airasca, Almese, Avigliana, Bruzolo, Caselette, Rosta, Sant Ambrogio, Volvera. Elementi interessanti sul settore manifatturiero del territorio del Distretto Industriale Pianezza-Pinerolo emergono anche dai dati forniti dalla Camera di Commercio della Provincia di Torino e di Cuneo. Nell area torinese risulta che: Il maggior numero di imprese è concentrato nel settore della produzione e fabbricazione del metallo (1257), seguito dalla fabbricazione di macchine e apparecchi elettrici (466) e dalle aziende alimentari e del tabacco (461); il minor numero di imprese è concentrato nel settore relativo alla preparazione e concia del cuoio, industria, questa, che presenta anche il minor numero di addetti. Il maggior numero di imprese presenti nel territorio del Distretto industriale è di piccola dimensione (3902 aziende con addetti) e sono concentrate nel settore della produzione e fabbricazione dei metalli (1230 unità locali con 5445 addetti) in particolare nel Comune di Alpignano (119 imprese con 548 addetti), Avigliana (94 aziende con 285 addetti) e Pianezza (86 imprese e 632 addetti). Il Comune di Pinerolo è quello che presenta il maggior numero di imprese nel settore manifatturiero. Allo stesso modo nei Comuni di Barge e Bagnolo Piemonte emerge che: Le imprese presenti in questa area sono di piccola dimensione. Il maggior numero di unità locali è presente nel settore della fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (114 unità locali), nella produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo (42 unità locali) e nelle industrie alimentari e delle bevande (29 unità locali). Il maggior numero di imprese è concentrato nel Comune di Barge.

6 La Legge della Regione Piemonte n. 24/1997 Interventi per lo sviluppo dei sistemi di imprese nei distretti industriali del Piemonte Definizione di Distretto Industriale La Regione individua il distretto quale ambito di sviluppo economico - occupazionale e quale sede di promozione e di coordinamento delle iniziative locali di politica industriale attraverso il confronto fra le parti istituzionali, economiche e sociali operanti nell'area, al fine di approfondire la conoscenza delle problematiche del sistema produttivo, perseguire l'uso più efficace degli strumenti di politica industriale esistenti, ricercare e attivare nuove linee di intervento. Beneficiari dei finanziamenti La Regione sostiene e finanzia progetti innovativi di politica industriale concernenti più imprese proposti e realizzati, nelle aree classificate come distretto, da consorzi, società consortili, piccole e medie imprese fra loro associate, società consortili a capitale misto pubblico e privato, enti e società a prevalente partecipazione pubblica aventi finalità statutarie riferibili allo sviluppo dei sistemi locali di imprese. Finalità dei progetti a) Creare le condizioni che consentano la valorizzazione delle risorse e delle conoscenze umane, tecniche e produttive esistenti o potenzialmente reperibili all'interno del distretto o attraibili nello stesso; b) Favorire lo sviluppo e il consolidamento del tessuto imprenditoriale minore e promuovere il rilancio dell'occupazione qualificata in attività innovative di ricerca, produzione,servizi; c) Favorire la trasformazione e lo sviluppo del territorio arricchendone la dotazione di strutture di servizio al sistema produttivo. Il Comitato di Distretto Sede territoriale di confronto fra le parti interessate sui temi di politica industriale locale, è istituito dalla Giunta Regionale nell ambito di ogni distretto, o di aggregazioni di distretti omogenei su iniziativa delle parti istituzionali locali e/o delle parti sociali. Entro tre mesi dalla costituzione il Comitato di Distretto presenta alla Giunta Regionale il Programma di sviluppo. Il Programma di sviluppo È un documento programmatico di orientamento e di indirizzo con il quale sono evidenziati gli obiettivi e le strategie di politica industriale locale che si ritiene di perseguire nell ambito del distretto.

7 Il Comitato del Distretto Pianezza-Pinerolo Il Comitato del Distretto Industriale Pianezza-Pinerolo (istituito con DGR n. 57/5968 del 7 maggio 2002) rappresenta la guida strategica del distretto industriale, la sede locale di confronto sui temi di politica industriale locale. Coordinando e integrando le proprie attività con quelle intraprese dai Tavoli di concertazione del Patto Territoriale del Pinerolese, della Zona Ovest e delle Valli di Susa, il Comitato intende rafforzare l uso del metodo concertativo per garantire lo sviluppo locale durevole del territorio. Il Comitato del Distretto Industriale, che ha sede presso la Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia è costituito, oltre che dal suddetto Ente, dai Comuni di Pianezza, Pinerolo, Avigliana, Airasca, Lusernetta, dalla Provincia di Torino, dall Unione industriale della Provincia di Torino, dall A.P.I. Torino e da C.N.A. ATP, C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L. Presiede il Comitato di Distretto il Prof. Antonio Ferrentino, Presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia. Alle riunioni del Comitato di Distretto partecipano in qualità di invitati permanenti la Camera di Commercio di Torino e la Finpiemonte S.p.A.

8 Le Priorità di sviluppo del Comitato di Distretto 1. Costituirsi come sede locale di confronto fra le parti interessate sui temi di politica industriale locale. Si intende in tal modo assegnare al Comitato di Distretto il compito di essere interlocutore permanente delle imprese locali del settore meccanico e di tutte le altre imprese che con queste possono interagire in modo da incrementare il tasso di competitività sul mercato locale, nazionale e internazionale. 2. Promuovere il miglior utilizzo, a livello locale, degli strumenti di politica industriale presenti nella legislazione regionale, nazionale e comunitaria, attraverso la predisposizione di programmi di sviluppo di cui all art. 1 della L.R. 24/97. Svolgere un azione in tal senso significa, da una lato, adottare la capacità di individuare quali siano tutte le opportunità agevolative e definire gli strumenti di comunicazione più efficaci per raggiungere le imprese; dall altro, ascoltare le imprese, ovvero migliorare la capacità di individuare specifiche necessità al fine di coniugarle con strumenti di intervento pubblico e privato che consentano alle imprese medesime di incrementare le proprie capacità di crescita. 3. Evidenziare alle imprese del territorio l opportunità di nuovi strumenti di intervento. Questa attività potrà essere condotta attraverso la realizzazione di azioni specifiche e di costruzione di un sistema di relazioni forti che consentano di mettere a punto nuovi strumenti di intervento evitando i pericoli di burocratizzazione e soprattutto tentazioni di duplicazione delle strutture e dei servizi già esistenti sul territorio alle quali esso può comunque rivolgersi. 4. Costruire proposte ed esprimere pareri alla Giunta Regionale in materia di politica industriale di interesse locale. La Legge Regionale 24/97 offre l opportunità di essere attori del quadro normativo di riferimento, a condizione di saper essere propositivi in materia di politica industriale. Si tratta senza dubbio di una sfida di grande interesse che presuppone la capacità di adottare la strategia di governance come elemento fondante delle nuove politiche di sviluppo locale. Il Comitato di Distretto scegliendo questa strada può diventare interlocutore autorevole del legislatore regionale e soprattutto

9 industriale. Si tratta senza dubbio di una sfida di grande interesse che presuppone la capacità di adottare la strategia di governance come elemento fondante delle nuove politiche di sviluppo locale. Il Comitato di Distretto scegliendo questa strada può diventare interlocutore autorevole del legislatore regionale e soprattutto introdurre elementi di innovazione significativi ed utili allo sviluppo economico e sociale del proprio territorio. 5. Esprimere parere sui progetti di cui si richiede il finanziamento ai sensi della L.R. 24/97. Si tratta di uno dei compiti istituzionali di maggior rilievo tra quelli attribuiti dalla legge ai Comitati di Distretto. Attraverso lo svolgimento di questo compito è possibile non solo orientare l assegnazione di agevolazioni, ma soprattutto indicare quali fra i progetti presentati a finanziamento siano più coerenti con gli obiettivi generali della Legge 24/97 e con gli obiettivi di sviluppo che il Comitato di Distretto intende promuovere. Tale attività presuppone un intervento di comunicazione rivolto alle imprese ma anche ai centri servizi, a strutture che possono agire nell interesse dell economia del territorio al fine di far conoscere ex ante quali siano le priorità di sviluppo individuate dal Comitato di Distretto, ovvero quelle che, se richiamate, offriranno la possibilità di un sostegno concreto da parte del Comitato di Distretto. 6. Applicare i principi individuati dal Libro Verde sulla responsabilità sociale delle imprese adottato dalla Commissione Europea. Costruire una cultura di distretto significa rivolgersi alle imprese intese nella loro globalità di unità produttive e unità di lavoro dove la sfida per la competitività non significhi mortificare o trascurare la componente umana dell impresa. In tal senso il Libro Verde sulla responsabilità sociale delle imprese costituirà un documento di cui si intende diffondere la conoscenza anche al fine di avviare esperienze pilota di adozione di principi in esso contenuti, che possano portare nel medio periodo a promuovere un marchio di qualità improntato proprio sulla responsabilità sociale di distretto. La definizione del modello sarà messa a disposizione di altre realtà che intendano sviluppare esperienze analoghe a partire dalla convinzione che sia possibile creare una comunità di distretti che facciano propri questi obiettivi.

10 7. Coordinare e integrare le proprie attività di politica industriale con quelle intraprese dai Tavoli di Concertazione dei Patti Territoriali del Pinerolese, della Zona Ovest, delle Valli di Susa, utilizzando la concertazione come strumento di cooperazione e dialogo tra attori sociali e istituzionali presenti sul territorio per garantire lo sviluppo durevole. La peculiarità positiva del Comitato di Distretto è quella di aver avviato la propria formalizzazione e la propria attività a partire da una sollecitazione in tal senso formulata nel Tavolo di Concertazione del Patto Territoriale delle Valli di Susa dalle Organizzazioni Sindacali e di averne condiviso la scelta con il Tavolo di Concertazione del Patto Territoriale del Pinerolese. In tal modo è stato possibile costruire fin dal suo nascere una relazione fra il Comitato di Distretto e questi Tavoli che hanno guidato nel corso degli ultimi anni la concertazione per lo sviluppo del territorio del Distretto Industriale Pianezza-Pinerolo. Mantenere e rafforzare questi legami significa moltiplicare l efficacia dell azione del Comitato di Distretto e poter contare su una rete ampia di rapporti, relazioni, accordi, investimenti in grado di dimostrare come la strategia dello sviluppo locale durevole sia in sé un fattore di competitività e visibilità del territorio e dei suoi attori economici, sociali ed istituzionali. 8. Coordinare ed integrare i propri obiettivi con quelli individuati nei Protocolli di Intesa e negli altri Protocolli sottoscritti nel Patto Territoriale del Pinerolese, nel Patto Territoriale della Zona Ovest e nel Patto Territoriale delle Valli di Susa. Il legame operativo con la strategia di sviluppo locale dei Patti territoriali operativi nel territorio del Comitato di Distretto Pianezza Pinerolo non si limiterà al confronto sulle azioni promosse da questi e dal Comitato di Distretto, ma metterà in valore gli accordi già definiti, ovvero i Protocolli di sostenibilità ambientale, i Protocolli per la formazione e l inclusione sociale e il Protocollo sul credito. Questa azione di trasferimento al Comitato di Distretto consentirà al medesimo di definire strategie complementari ed eventualmente migliorative, qualora se ne configuri l opportunità. Le azioni di trasferimento ed integrazione contribuiranno a rafforzare l efficacia dell azione del Comitato di Distretto e a dargli visibilità in una vasta platea di attori economici, sociali ed istituzionali, nonché a rafforzare i legami con l Agenzia di Sviluppo Torino Ovest e con la Provincia di Torino, ovvero con i soggetti responsabili dei Patti Territoriali coinvolti.

11 Sviluppo Torino Ovest e con la Provincia di Torino, ovvero con i soggetti responsabili dei Patti Territoriali coinvolti. 9. Promuovere iniziative esterne e stabilire rapporti di partenariato che diano visibilità al Distretto e ai suoi operatori. L attività di comunicazione e di promozione di iniziative che diano visibilità esterna al Distretto, alle sue imprese, al Comitato di Distretto e agevolino la costruzione di nuovi rapporti di partenariato, costituisce un obiettivo prioritario del Comitato di Distretto poiché si ritiene che questo possa realizzare quella comunità di distretto di cui al momento non si percepisce l esistenza. Se è importante rafforzare i legami interni, si ritiene altrettanto significativo realizzare azioni di visibilità e legami esterni coniugando, così, il locale ed il globale. La comunicazione interna ed esterna, dunque, come attività di rilievo strategico da realizzare sia nei confronti delle imprese del Distretto, per migliorare la circolazione delle informazioni, sia per costruire/rafforzare le strategie reticolari degli attori socio-economici dell area in un ottica di cooperazione, competitività e accrescimento della visibilità esterna. 10. Incoraggiare la partecipazione e il coinvolgimento degli enti locali ad iniziative che migliorino il contesto territoriale del Distretto Industriale. La cooperazione delle autorità pubbliche allo sviluppo economico-sociale di un territorio rappresenta oggi una condizione essenziale della costruzione di aree di competitività territoriale. È loro compito infatti definire le politiche di sviluppo delle infrastrutture materiali ed immateriali, la presenza e la diffusione dei servizi, la promozione di specifiche iniziative mirate a rafforzare il contesto economico locale: funzionamento dello Sportello Unico per le attività produttive, politiche di marketing territoriale, sportelli per la creazione di impresa, per l internazionalizzazione, per le politiche formative, sociali e di pari opportunità. L integrazione fra pubblico e privato è condizione ineludibile per lo sviluppo locale durevole e per la crescita del tasso di competitività in un ottica di equilibrio sociale: il Comitato di Distretto può costituire, in questo disegno, un attore di straordinaria importanza poiché al suo interno entrambe le parti sono rappresentate in modo equilibrato e coerente.

12 11. Promuovere specifiche azioni di informazione e incoraggiamento all utilizzo della Legge 24/97 e di altre occasioni di agevolazioni volte al rafforzamento del tessuto industriale locale. Le azioni di informazione, per essere più efficaci, devono essere organizzate in modo tale da raggiungere l insieme delle imprese. Perché ciò avvenga è importante rafforzare i canali tradizionali, aggiungendo ad essi l attività che può essere svolta in accordo con gli Sportelli Unici, con i giornali ed altri mezzi di informazione locali ed altri canali che via via verranno definiti. Il Comitato di Distretto si doterà di un sito internet che sarà il luogo deputato all informazione e alla visibilità di tutte le iniziative a favore delle imprese del territorio. 12. Incoraggiare la diffusione dei principi di sostenibilità dello sviluppo economico locale. Il Comitato di Distretto si impegna ad adottare il Protocollo di Agenda 21 promosso dalla Provincia di Torino e condiviso nelle sue finalità dai Patti Territoriali in esso operanti che promuove la sostenibilità ambientale, sociale e di genere proponendo così il tema della sostenibilità in una chiave di lettura innovativa e coerente con gli indirizzi dell Unione Europea. Obiettivo specifico sarà quello di promuovere azioni che portino alla certificazione ambientale di imprese ed aree che ospitano le imprese al fine di migliorare il contesto produttivo del Distretto Industriale.

13 Le proposte operative del Comitato di Distretto Il Comitato di Distretto ha individuato nel Programma di Sviluppo alcuni obiettivi da perseguire: 1. Promuovere la conoscenza della legge regionale 24/97 tra le imprese e gli Enti locali del Distretto industriale Pianezza-Pinerolo. 2. Costruire un sistema di rete che incoraggi lo spirito di cooperazione tra piccole e medie imprese, che rafforzi l interscambio tra imprese, istituzioni e università e tra il Distretto industriale Pianezza-Pinerolo e gli altri distretti industriali italiani ed europei. 3. Promuovere e sostenere l internazionalizzazione attraverso la costruzione di reti transnazionali, mantenendo gli elementi di specificità della produzione locale del Distretto industriale come condizione per sostenere e qualificare la presenza nella dimensione transnazionale. 4. Promuovere il potenziamento dell infrastrutturazione del territorio come presupposto per aumentare l attrazione di investimenti sulle direttrici più dinamiche, puntando a mitigare lo sviluppo di infrastrutture laddove la presenza sia già significativa e a rafforzare l infrastrutturazione di quelle parti del Distretto che risultino ancora insufficienti. 5. Favorire la ricerca, l innovazione e il trasferimento tecnologico promuovendo attività di ricerca e sperimentazione al fine di favorire l innovazione di prodotto e di processo delle imprese. 6. Attivare un legame con la new-economy favorendo iniziative di promozione dei prodotti delle imprese locali con la commercializzazione dei prodotti online.

14 7. Rafforzare la formazione fornendo a imprese, lavoratori, cittadini del Distretto strumenti di adeguamento del proprio know-how per incrementare la competitività del sistema territorio. 8. Incoraggiare iniziative a favore della sostenibilità sviluppando l efficienza ambientale dei sistemi produttivi, dei servizi energetico-ambientali e dei consumi attraverso l applicazione degli obiettivi del Piano di Azione di Agenda 21 della Provincia di Torino. 9. Rafforzare l efficacia della comunicazione interna ed esterna realizzando un azione di marketing territoriale rivolta a fortificare l immagine del Distretto industriale attraverso la creazione di un sito internet, di eventi, etc. 10. Rafforzare il legame fra crescita, competitività e occupazione, adottando i principi della Strategia europea per l occupazione e del Libro Verde sulla responsabilità sociale delle imprese. 11. Costituire il Comitato di distretto in Agenzia di sviluppo perché possa diventare da un lato, strumento di marketing interno (per migliorare la qualità/quantità dei servizi erogati alle attività produttive locali) e dall altro, strumento di marketing esterno finalizzato all attrazione di investimenti esterni sull area.

15 Progetto e realizzazione grafica S & T Distretto Industriale Pianezza-Pinerolo

16 Territorio del Distretto Industriale Pianezza-Pinerolo Distretto Industriale Pianezza-Pinerolo

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