DRAFT RESEARCH PROPOSAL. Davide Longhitano. Università degli Studi di Catania Dipartimento di Scienze Economico Agrarie ed Estimative (DISEAE)
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1 DRAFT RESEARCH PROPOSAL AGROENERGIE E SVILUPPO RURALE: IL RUOLO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE (TITOLO PROVVISORIO) Davide Longhitano Università degli Studi di Catania Dipartimento di Scienze Economico Agrarie ed Estimative (DISEAE) Dottorato di Ricerca in Economia Agroalimentare (XXII Ciclo) Settembre 2008
2 1. Formulazione del problema L impennata globale dei prezzi agricoli che si è verificata di recente ha acceso un animato dibattito nella comunità scientifica in relazione alle indagini sulle possibili cause del fenomeno. Secondo la FAO, ad esempio, negli ultimi anni i prezzi dei cereali, in particolare per il grano ed il riso, sono triplicati, il che ha contribuito ad aumentare i rischi per la sicurezza alimentare dei paesi poveri, si stima, infatti, che ad oggi più di 862 milioni di persone nel mondo soffrano la fame (FAO, 2008; Malagoli, 2008). Per quanto riguarda le cause di questa inflazione, sembra che sia un comune accordo sulla natura delle forze che lo hanno generato, ravvisabili fondamentalmente in cause strutturali, congiunturali ed esterne (De Filippis e Salvatici, 2008). In particolare le prime riguardano i fattori che governano nel lungo periodo la domanda e l offerta dei beni; le cause congiunturali sono dovute alle condizioni climatiche avverse che negli ultimi anni hanno determinato forti riduzioni nelle rese dei raccolti, ed alle manovre speculative sulle commodities; ed infine le cause esterne sono collegate a tutta quella serie di variabili macroeconomiche non direttamente correlate al funzionamento dei mercati agricoli quali ad esempio il clima di recessione che attualmente interessa lo scenario globale (Cipolletta, 2008), le manovre finanziarie effettuate negli ultimi anni dalla Federal Riserve che ha consentito la riduzione dei tassi di interesse ed in parte la svalutazione del dollaro, ed ancora l aumento sproporzionato dei prezzi del petrolio che ha reso competitivi alcuni prodotti agricoli a destinazione energetica, contribuendo all aumento dei loro prezzi (Zezza, 2008). Resta comunque da sottolineare il fatto che l aumento improvviso dei prezzi che si è verificato tra il non è l unico, in quanto gia a partire dagli anni 60 del secolo scorso ci sono stati altri periodi interessati da simili fenomeni (FAO, 2008). Ad ogni modo se esiste un accordo generale nel circoscrivere la natura delle cause dell incremento dei prezzi dei prodotti agricoli a quanto appena sintetizzato, sul peso relativo di ognuna di queste ci sono diverse divergenze. Diventa allora necessario approfondire meglio quali tra le cause ipotizzate siano state più determinanti nel definire lo scenario attuale ed in particolare quali possano essere gli effetti sulla redistribuzione a carico dei paesi meno sviluppati in conseguenza all aumento dei prezzi agricoli ed alla riduzione delle esportazioni cerealicole da parte degli Stati Uniti e dell Unione Europea che si sta verificando in contemporanea con la riduzione degli stock di riserva
3 La presente proposta di lavoro ha come finalità principale quella di circoscrivere l indagine sull effettivo ruolo delle produzioni agroenergetiche giocato in relazione all aumento dei prezzi agricoli, focalizzando l attenzione verso i rischi e le opportunità rappresentate dalle stesse agroenergie nei mercati agricoli internazionali. In particolare, facendo riferimento ai rischi ed alle opportunità si vuole analizzare il fenomeno sotto l aspetto dei vantaggi comparati che alcuni paesi possiedono rispetto ad altri in rapporto alla produzione di biocarburanti in un ottica di scambio internazionale. Questo al fine di mettere in risalto le implicazioni politiche legate al fatto che oggi, nonostante alcuni paesi soddisfino una quota sempre più significativa della domanda globale di biocarburanti e di materia prima per la loro produzione, restano frenati nel loro sviluppo dai quadri tariffari imposti in termini di commercio internazionale. 2. Background e rilevanza del caso di studio L interesse da parte dei governi centrali dei paesi economicamente più sviluppati verso la promozione e l utilizzo di prodotti agroenergetici ultimamente è notevolmente cresciuto al fine di ridurre le emissioni di gas serra, nonché diversificare e migliorare l offerta energetica mediante la definizione di politiche di sostegno per il settore. A questo interesse del pubblico si somma quello del privato il che lascia facilmente prevedere un rapido sviluppo del mercato delle biomasse per usi energetici, anche alla luce delle opportunità per i produttori offerte dalla diversificazione dell uso delle risorse e dall apertura di nuovi potenziali mercati (Randazzo e Sassi, 2007). Su questa base, ad esempio l Ue, ha varato diverse disposizioni, quali la Direttiva CE 30/2003, Promozione dell uso di biocarburanti ed altri carburanti rinnovabili nei trasporti, finalizzata principalmente all attuazione degli impegni del Protocollo di Kyoto, od ancora il Piano d azione della biomassa del 2005 (CE, 2005) e la Strategia dell Ue per i biocarburanti del 2006 (CE, 2006) mentre negli Stati Uniti ad esempio è stato varato il il Multi-year Program Plan dal Dipartimento per l Energia. Quasi contemporaneamente alle disposizioni normative intraprese da diversi paesi sviluppati, al fine di sollecitare lo sviluppo del settore agroenergetico, l incremento dei prezzi del petrolio ha favorito il determinarsi delle condizioni ottimali rendendo conveniente la produzione interna di biocarburanti rispetto alle stesse importazioni di petrolio. L aumento dei prezzi del greggio, infatti, esercita un influenza diretta sui mercati agricoli, in relazione all aumento dei costi di produzione e di riflesso alla contrazione dell offerta ed all aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. In questo modo si definiscono le condizioni per lo - 2 -
4 sviluppo di prodotti energetici sostituti come l etanolo il che incide direttamente sull aumento della domanda della materia prima (Zezza, 2008). È comunque da sottolineare il fatto che in paesi come l Ue l effetto dell aumento dei prezzi del petrolio sui costi di produzione agricoli è più forte di quello sulla domanda di materia prima agricola per la produzione di biocarburanti in virtù della loro ancora scarsa diffusione rispetto ai combustibili tradizionalmente utilizzati per i trasporti (OECD, 2005). Alle dinamiche rappresentate è seguito l incremento della superficie destinata alle colture agroenergetiche, il che in Europa ha significato anche la possibilità di poter mettere a coltura le quote interessate dal set aside, fenomeno che nel biennio ha oltrepassato i 2 milioni di ha assestandosi intorno a 2,84, comportando la riduzione del contributo unitario previsto per le colture energetiche in relazione al superamento della soglia massima (Cavallini, 2007) Tutto ciò, quindi, caratterizza il dibattito relativo ai rischi della competizione sulla differente allocazione della terra per le colture alimentari od energetiche e sull impatto che quest ultime possono avere sui prezzi e sul commercio internazionale delle commodities, anche se comunque questi rischi assumono entità diverse in funzione dei paesi considerati. Secondo l OECD, ad esempio, per soddisfare il 10% della domanda di carburanti mediante i biocombustibili sarebbe necessaria una quota di seminativi adibita alla produzione di materia prima pari al 30% circa per Canada e gli Stati Uniti, mentre per il Brasile basterebbe il 3%, visto e considerato che attualmente il 22% del consumo totale di energia è soddisfatto dai biocombustibili (OECD, 2005), mentre in Europa, al fine di soddisfare le esigenze sulla miscelazione imposti dalla Direttiva CE 30/2003, alcuni studi relativi all Ue-25 hanno stimato la domanda di terra da allocare per le colture energetiche intorno 14% dei seminativi totali (Frondel e Peters, 2005). Relativamente ai prezzi, invece, alcuni studi condotti negli Stati Uniti dimostrano che l incremento della domanda sulla materia prima da destinare alla produzione di biocombustibili, come il mais e la soia, comporta un progressivo declino delle esportazioni con un rialzo dei prezzi interni (Tokgoz et al., 2007). Pertanto, sulla base dei rischi ipotizzati dalla diffusione delle agroenergie in termini di aumento dei prezzi a di competizione nell allocazione della terra, si possono giustificare le posizioni abbastanza forti assunte da parte di alcune istituzioni, si pensi ad esempio alla recente proposta dell ONU di una moratoria di cinque anni sulle colture bioenergetiche al fine di incrementare le conoscenze scientifiche relative alla tecnologia di produzione dell intero comparto in modo da ridurre il pesante impatto che sembrano avere (Ricci, 2007), ed all attivazione di un unità di crisi per fronteggiare l emergenza rappresentata dall incremento dei prezzi agricoli e le produzioni energetiche. Od ancora le dimissioni del sociologo svizzero Jean Ziegler da inviato - 3 -
5 speciale dell ONU, il quale nello scorso aprile ha definito crimini contro l umanità gli incentivi pubblici ai biocarburanti e la speculazione finanziaria 1. Su questa base la ricerca da tempo si è orientata verso i prodotti agroenergetici definiti di seconda generazione relativi a prodotti più compatibili con l'ambiente come alberi a crescita rapida e altre specie non utilizzabili ai fini agroalimentari, da cui è possibile estrarre biocarburanti, come ad esempio etanolo evitando così la competizione nella destinazione d uso (Von Sivers e Sacchi, 1996); od ancora verso le possibilità rappresentate dagli OGM. Ma quali sono le effettive minacce dovute alla diffusione delle colture energetiche? La risposta a questo interrogativo non è immediata e non è nemmeno facile, in relazione al fatto che se da un lato è innegabile che l aumento della domanda in agroenergie determina indirettamente l aumento dei prezzi agricoli a cui corrisponde un aumento dei rischi sulla sicurezza alimentare dei PVS (Schmidhuber, 2007), dall altro, in particolare per i biocarburanti, si caratterizzano delle buone opportunità per le economie dei PVS in termini di vantaggi comparati con benefici diretti sia a livello macroeconomico, sia microeconomico. Quest ultimo aspetto è soprattutto verificato in relazione al fatto che la produttività di molte piante destinate alle produzioni di energia è più elevata in ambienti tropicali dove, tra l altro, si caratterizzano vantaggi comparati dovuti ai costi di produzione relativamente più bassi rispetto ad altre zone, da qui il fatto che il Brasile rappresenta il maggiore produttore di bioetanolo al mondo. Attualmente i PVS ed i Paesi emergenti soddisfano quote significative della domanda globale di biocarburanti, soprattutto per l Ue (Zezza, 2008) ed in futuro non è escluso che paesi come l Indonesia la Malesia e le Filippine, che oggi producono biodiesel principalmente per il consumo interno, potrebbero diventare forti esportatori (CE, 2005). Quanto detto giustifica ad esempio il rapido incremento degli impianti di palma da olio in Indonesia per far fronte alla crescente domanda di biodiesel in Ue (Dufey, 2007), anche se ciò comporta notevoli rischi in termini di impatto ecologico, visto il progressivo disboscamento attuato per aumentare la superficie da destinare a coltura. Questo, infatti potrebbe fortemente ridurre i vantaggi collegati alla diminuzione di gas serra mediante l uso delle colture energetiche, proprio per l incremento delle superfici messe a colture (Fargione et al.; Babcock, 2008) Ma i rischi più temuti per l introduzione delle filiere bioenergetiche, riguardano la sicurezza alimentare la quale, secondo la FAO si assicura soltanto quando tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico a cibo sufficientemente sicuro e nutriente in grado di soddisfare le loro preferenze alimentari ed i fabbisogni nutrizionali per una vita attiva e salutare ( Questo delinea un carattere multidimensionale al concetto di sicurezza 1 Fonte on line consultata nel mese di maggio 2008 al link :
6 alimentare relativo alla disponibilità, all utilizzo ed alla stabilità dell accesso al cibo (Randazzo e Sassi, 2007). Su questa base le produzioni agroenergetiche su larga scala possono avere un impatto diretto sulla disponibilità di cibo in relazione alla competizione diretta con le produzioni agroalimentari; sull accesso per l aumento dei prezzi agricoli; sulla stabilità in relazione alla continuità temporale dell accesso. Il pericolo è rappresentato dal fatto che le colture no food vengano coltivate nelle zone più fertili, destinando a queste produzioni buona parte dei fattori produttivi disponibili, quali acqua, fertilizzanti e pesticidi, e relegando a terreni marginali e poco fertili le colture di sussistenza alimentare. Inoltre non è da sottovalutare la competizione verso le produzioni foraggere, soprattutto in virtù dell aumentata domanda di produzioni animali. A questo è da aggiungere la forte rigidità della domanda di biocarburanti al prezzo del petrolio per gli orientamenti legislativi di diverse nazioni ad economia avanzata il che aumenta la possibilità di forti aumenti dei prezzi alimentari soprattutto a scapito del sottogruppo dei LDCs (Least Developed Countries) e dei i LIFDCs (Low Income Food Deficit Countries), con forti problemi di denutrizione e malnutrizione, pregiudicando la stabilità dell accesso al cibo di questi paesi (Zezza, 2008). Sulla base di quanto esposto si evince la forte rilevanza del problema della diffusione delle agroenergie a livello mondiale, soprattutto in relazione alla sicurezza alimentare di certi paesi ad economie meno sviluppate. Su questa base si vuole intraprendere lo studio in questione al fine di individuare gli elementi salienti dei vantaggi comparati che alcuni paesi possiedono per le produzioni energetiche e confrontare questi con gli attuali assetti normativi sul commercio internazionale in modo da mettere in risalto le implicazioni politiche legate all incremento delle produzioni agroenergetiche ed all impatto che queste produzioni possono avere su quelle agroalimentari. 3. Obbiettivi dello studio Più volte si è fatto riferimento al fatto che alcuni paesi ad economia meno avanzata detengono importanti vantaggi comparati nella produzione di biocarburanti a livello mondiale, si pensi ad esempio al Brasile che rappresenta il paese maggiore produttore al mondo di bioetanolo. Per verificare quanto detto è anzitutto necessario analizzare i costi di produzione degli stessi biocarburanti, i quali dipendono essenzialmente dai costi della materia prima, che sono i più variabili ed incidono direttamente sulla competizione per l allocazione della terra in relazione ad altre colture (Zezza, 2008); dalle rese di bioenergia e dai costi di trasformazione
7 I vantaggi comparati tra i diversi paesi dipendono principalmente dai costi dell energia per l estrazione dei biocarburanti (es. distillazione e fermentazione), dai prezzi dei sottoprodotti; e dal quadro tariffario per il commercio internazionale mentre per quanto riguarda i costi di trasformazione questi sono abbastanza standardizzati. Nella definizioni dei flussi commerciali, altro aspetto fondamentale è definito dall asimmetria dovuta alla localizzazione della domanda nei paesi ad economia avanzata e l offerta di prodotti bioenergetici in quelli in via di sviluppo e ad economia emergente, come ad esempio per l etanolo e l olio di palma. Concentrando ad esempio, l analisi sulla produzione di bioetanolo da parte degli USA e del Brasile, diversi studi dimostrano che l eventuale rimozione del sistema tariffario in atto negli Stati Uniti potrebbe comportare la caduta dei prezzi interni con un incremento dei prezzi mondiali del bioetanolo, il che ha come effetto la riduzione delle quantità prodotta ed un aumento della quota importata dal Brasile 2. Contemporaneamente in questo paese si determina l incremento di produzione per fronteggiare la maggiore richiesta internazionale di etanolo parallelamente all incremento di terra da allocare (Elobeid; Togkoz, 2006). In un analogo caso di aumento dei prezzi mondiali dello zucchero, invece, aumenteranno le produzioni di zucchero ma diminuirà la quota destinata alla produzione di bioetanolo il che comporta una riduzione dell offerta globale ed un parallelo aumento dei prezzi mondiali di etanolo (Elobeid; Togkoz, 2006). Si evince, da quanto spiegato, la diretta correlazione tra il prezzo dello zucchero e quello del bioetanolo. Il costo del bioetanolo è nettamente maggiore del prezzo della benzina al netto delle tasse, tranne nel caso del mais in USA e della canna da zucchero in Brasile. Nel caso del Brasile, infatti, le politiche relative all obbligo elevato di miscelazione con le benzine, la disponibilità durante tutto l anno di materia prima, ed i bassi consumi energetici interni, contribuiscono a caratterizzare gli enormi vantaggi comparati che ne fanno il principale paese produttore di bioetanolo (OECD, 2005). Per contro, il sostegno al prezzo dello zucchero in Ue ed in USA, determina uno svantaggio competitivo dell etanolo sullo zucchero stesso. Da quanto detto si intuisce il ruolo fondamentale giocato dalle politiche che regolano gli scambi internazionali dei prodotti agroenergetici ed il peso che queste rappresentano nello studio degli scenari possibili. In particolare il commercio internazionale dei prodotti industriali è governato direttamente dal WTO mediante l Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio (GATT), 2 La riduzione nella produzione interna di bioetanolo da parte degli USA potrebbe anche verificarsi in conseguenza all aumento del prezzo del mais per il decremento dei margini di profitto degli impianti di trasformazione
8 mentre per quanto riguarda i prodotti agricoli, il commercio è regolamentato dall Accordo sull Agricoltura. Poiché le bioenergie determinano un accavallarsi dei due settori, ciò contribuisce a creare ancora confusione nella redazione di regolamenti specifici, compromettendo gli eventuali progressi sulla liberalizzazione degli scambi (Zezza, 2008). L assenza di una specifica classificazione sui prodotti bioenergetici comporta, infatti, una difficile definizione di flussi commerciali e non consente l abbassamento di tariffe specifiche, determinando tutta una serie di condizioni che diminuiscono la trasparenza del mercato stesso. Risulta, allora, fondamentale la definizione di un solido sistema di classificazione dei prodotti bioenergetici al fine da comportare un abbassamento effettivo delle barriere tariffarie in modo da rendere possibile la definizione di flussi commerciali in funzione degli effettivi vantaggi comparati tra i diversi paesi. È bene, inoltre, che nel calcolo delle barriere tariffarie al fine della loro riduzione vengano computate anche le esternalità ambientali e sociali (Zezza, 2008). Gli obiettivi dello studio proposto, sono dunque finalizzati ad affrontare gli aspetti relativi i flussi commerciali delle agroenergie, esistenti e realizzabili in relazione da un lato agli effettivi vantaggi comparati dei paesi produttori e dall altro tenendo presente le attuali barriere tariffarie allo scopo di ipotizzare più scenari di studio in relazione alle riforme possibili sulle politiche interessate, il tutto al fine di consentire una sorta di mappatura dei paesi oggetto di indagine in termini di vantaggi comparati per le produzioni di biocarburanti dovuti principalmente alla risorsa terra destinabile alle colture agroenergetiche. Da questa mappatura di base sarà poi possibile applicare un modello studiato ad hoc per stabilire l impatto di specifiche politiche sugli scambi commerciali relative alle produzioni in questione, in modo da suggerire al decisore una pianificazione ottimale orientata a ridurre le eventuali distorsioni che rischiano di compromettere la capacità di auto sostentamento alimentare dei paesi più poveri ed interpretando l effettivo ruolo delle bioenergie sullo sviluppo rurale
9 4. Bibliografia citata Babcock B.A. (2008): Breaking the link between food and biofuels. Center for agricultural and rural development. Iowa State University. 08-BP Cavallini C. (2007): Colture energetiche, l Ue ha ridotto l aiuto. Agricoltura, 11 Cipolletta I. (2008) Recessione in America? Solo una sana correzione Il Sole 24h Febbraio 200 Commissione Europea (CE) (2005): Piano di azione per la biomassa, COM(3005) 628, Bruxelles. Commissione Europea (CE) (2006): Strategia dell UE per i biocarburanti, COM(2006) 34, Bruxelles. De Filippis F., Salvatici L. (2008): La bolla agricola: reazioni eccessive o interessate? Agriregionieuropa ( Anno 4 n. 13 Dufey A. (2007): International trade in biofuels: good for development? And good for environment? International Institute for Environment and Development (IIED), London Elobeid A., Togkoz S. (2006): Removal of Us ethanol domestic and trade distorsions: impact on US and Braszilian ethanol markets. Center for agricultural and rural development. Iowa State University. 06-WP FAO (2008): Soaring Food Prices: facts, perspectives, impact and action required, speech/08/228, European Policy Centre, 06/05/08 ( Fargione J., Hill J., Tillman D., Polasky S., Hawthorne. (2008): Land clearing and the biofuel carbon debt. Science 319 (5867): Frondel M., Peters J., (2005): Biodiesel, a new Oildorado?, Rwi Discussion paper n 26, Essen Krugman P.R., Obstfeld M. (2007): Economia internazionale Vol.1 Pearson Addison Wesley Malagoli C. (2008): Prezzi del cibo e fame nel mondo. Aggiornamenti Sociali n 7 OECD (2005), Agricultural market impacts of the future growth in the production of biofuels, OECD, DOC AGR/CA/APM(2005)24/Final, Parigi Randazzo M., Sassi M. (2007), Le biomasse: una prospettiva internazionale, Agriregionieuropa ( n. 9, pp Ricci M. (2007) Biocarburanti, l allarme dell Onu la Repubblica 28/10/08 Schmidhuber J. (2007): Biofuels, an emergine threat to Europe s food security? Impact of an increased biomass use on agricultural markets, prices and food security. A longer term perspective. Notre Europe Policy paper, n 27 Tokgoz S., Elobeid A., (2006): An analysis of thr link between ethanol, energy, and rural development, Iowa State Univerity
10 Tokgoz S., Elobeid A., Fabiosa J., Hayes D.J., Babcock B., Tun-Hsiang A., Yu E., Dong F., Hart C.E., Beghin J.C. (2007): Long term and global tradeoffs between bioenergy, feed and food. Center for agricultural and rural development, Iowa State University, select paper American Agricoltural Economics Association Annual meeting, Portland, Or July 20 agoust Von Sivers M., Zacchi G. (1996): Ethanol from lignocellulosics: a review of the economy Bioresource Tecnology Zezza A. (a cura di) (2008), Bioenergie: quali opportunità per l agricoltura Italiana (Collana INEA) - Edizioni scientifiche Italiane Davide Longhitano Dottorando di ricerca (2 Anno) dlonghi@unict.it - 9 -
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