PREMESSA realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi e di un inceneritore : Allegato a

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1 A. PREMESSA Il presente documento raccoglie le indagini e le valutazioni in merito alla realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi e di un inceneritore quale progetto proposto dalla Regione Lazio, da realizzarsi nel Comune di Fiumicino, più precisamente nelle località Pizzo del Prete e Le Macchiozze, con annessa una discarica temporanea in località Osteriaccia di Palidoro. Nel progetto presentato alla stampa dal Presidente della Regione Lazio l On. Renata Polverini il 28 giugno scorso, questo impianto dovrebbe progressivamente accogliere i rifiuti prodotti dall intera area metropolitana di Roma, ora sversati nella discarica di Malagrotta destinata alla chiusura e il cui esercizio è stato prorogato sino al L area proposta ricade in un ambito territoriale compreso tra diversi comuni della provincia di Roma: oltre che al limite nord del Comune di Fiumicino la stessa è delimitata tra i comuni di Cerveteri e Ladispoli a ovest, Bracciano e Anguillara Sabazia a nord, a est con il Comune di Roma, mentre a sud il Mar Tirreno 1. L obiettivo di questo Studio è di illustrare le caratteristiche salienti dell area presa in considerazione dalla Regione Lazio e di fornire gli elementi necessari per una corretta valutazione della compatibilità dell intervento richiesto con i valori paesaggistici e ambientali del contesto, anche alla luce delle tre interrogazioni parlamentari presentate in merito al Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 1 Si veda nella cartella degli Allegati la cartina estratta dall Atlante dei Beni Tipizzati del Piano Territoriale Paesistico Regionale Generale, e denominata: Allegato a. 1

2 rispettivamente, come primi firmatari, dall On. Madia (PD) il , e dagli On. Baccini (PDL) il 20.07, e Tidei (PD) il Il presente documento evidenzia le valutazioni degli elementi di compatibilità riguardo all ambiente e alle opere previste, in modo tale che ne sia accertata la totale incompatibilità paesaggistica. B. STATO DEI LUOGHI L area indicata dal Piano Regionale dei Rifiuti come idonea in via preferenziale ad ospitare un nuovo sito di smaltimento rifiuti è individuata nella Carta Tecnica Regionale (CTR) con gli antichi toponimi Pizzo del Prete e Le Macchiozze e si trova nel Comune di Fiumicino (Roma), località Palidoro, in Via di Castel Campanile, mentre quella destinata ad accogliere la discarica temporanea, sempre in località Palidoro, è nota con il toponimo Osteriaccia. L area ha un andamento debolmente collinare, costeggiata da Via Castel Campanile a est e Via del Casalone a ovest e si colloca all interno di un territorio ad alta vocazione agricola, nel cuore della campagna romana. Il territorio di Palidoro è infatti una delle zone di massima produzione delle derrate alimentari consumate dai romani: latte 3, carne, ortaggi, verdura e frutta. Il disastro ambientale che si produrrebbe con la localizzazione di un inceneritore e di una discarica di servizio a Pizzo del Prete Le Macchiozze (con discarica temporanea all Osteriaccia) avrebbe riflessi drammatici sulla salute dell intera 2 Si vedano nella cartella degli Allegati i testi delle Interrogazioni parlamentari Madia (4/12715), Baccini (4/12761) e Tidei (4/12973), estratti dal sito della Camera dei Deputati ( 3 A mero titolo di esempio, si riproduce una pagina estratta dal sito della società Fattoria Latte Sano ( che mostra l alta concentrazione nella zona di aziende agricole 2

3 popolazione della provincia di Roma, non solo di quella locale. Se il Comune di Roma dovesse ottenere dal Ministero dell Ambiente la deroga richiesta dal suo Dirigente della Gestione Rifiuti, Tancredi 4, all obbligo, previsto dalla Legge Europea, di raggiungere entro il 2012 il livello del 65% di raccolta differenziata (attualmente a Roma non si raggiunge nemmeno il 25% ed il Comune di Roma vorrebbe raggiungere il 50% nel 2018!), nel nuovo inceneritore verrebbe bruciata ogni sorta di rifiuto indifferenziato, con produzione di fumi tossici e diossina. Quest ultima entrerebbe dapprima nel ciclo nutritivo degli animali per poi trasferirsi agli uomini ed avrà così effetti disastrosi sul territorio. Soprattutto su un territorio ad alta vocazione agricola quale quello descritto. Inoltre l inceneritore si verrebbe a collocare a meno di dieci chilometri di distanza da due siti di notevole importanza: la sede dell Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù di Palidoro e la necropoli etrusca della Banditaccia di Cerveteri, sito tutelato sin dal 2004 dall UNESCO quale patrimonio mondiale dell umanità 5. I ricercatori dell Università francese di Rennes individuano proprio nel raggio di dieci chilometri l area ove la ricaduta delle polveri sottili e della diossina prodotta da un inceneritore ha gli effetti più devastanti sulla salute della popolazione 6. I terreni nell area indicata di Pizzo del Prete Le Macchiozze afferiscono a diverse proprietà, tra le quali emerge quella del sig. Claudio Lauteri, proprietario produttrici di latte ad alta qualità. Si veda nella cartella degli Allegati il file Aziende della filiera. 4 La notizia della richiesta di deroga è stata comunicata dal Dott. Tancredi in occasione della sua audizione presso la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Lazio, lo scorso Si veda nella cartellina degli allegati la cartina estratta da Google Earth e denominata: Distanze da Pizzo del Prete. 6 Studio dell Università di Rennes del luglio 2010 pubblicato sulla rivista medica Occupation and Environmental Medicine (2010 Jul.67 (7); pp ). 3

4 dell Azienda Agrituristica Casale del Castellaccio, localizzata per l appunto in Via Castel Campanile al civico 581. L azienda biologica agricola zootecnica si estende per circa 200 ettari nella campagna romana 7 e vanta riconoscimenti a livello europeo per la sua produzione di agricoltura biologica. Il titolare ha recentemente presentato un progetto per l ampliamento dell azienda con un nuovo impianto zootecnico localizzato nella stessa zona, lavori per i quali sono stati finanziati fondi dall Unione Europea, all interno del Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale 8. Il sito è sottoposto a vincoli di ordine ambientale e archeologico, evidenziati dallo stesso studio elaborato dalla Regione Lazio per l individuazione dei siti atti a ospitare nuove discariche. Nel dossier dedicato al sito di Pizzo del Prete Le Macchiozze (Sito S3), tra i fattori escludenti sono indicati, oltre alla presenza di rischi idrogeologici, la compatibilità con la presenza di siti di interesse archeologico, e con aree di elevato pregio agricolo e di aree boscate 9. I vincoli della Legge 42/04 presenti sul territorio sono inoltre confermati dal Certificato di Destinazione Urbanistica rilasciato dal competente Comune di Fiumicino in data 27 luglio 2011 al sig. Lauteri, proprietario dell Azienda Agricola del Casale del Castellaccio Si veda documentazione fotografica, foto nn Negli ampi spazi a pascolo sono allevati i bovini di razza Carolaise (vedi Documentazione Fotografica, Foto 9), e Limousine (D.F., Foto 10), gli ovini di razza Merinizzata (D.F., foto 11), oltre al famoso Asino Amantino (D.F., Foto 12) e tanti altri animali da cortile (D.F., Foto 13). All interno dell Azienda si trova la Bottega delle Carni Bio, facente parte della Fondazione Campagna amica e della Coldiretti, per la vendita diretta dei prodotti di agricoltura biologica (D.F., foto 14). L azienda, inoltre, organizza tramite il Circolo Ippico Jumping Horse (D.F., Foto ), passeggiate a cavallo e corsi di salto ad ostacoli, dressage, pony club ed horseball con istruttori federali. 9 Si veda nella cartella degli Allegati il file: Regione Lazio Individuazione Aree Nuove Discariche, parte 2 ed in particolare la documentazione sul sito S3, pp Si veda nella cartella degli Allegati il file: Certificato di Destinazione Urbanistica. 4

5 Per quel che concerne in particolare l importanza del sito di Pizzo del Prete dal punto di vista archeologico, essa è ben nota alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell Etruria Meridionale che, in risposta a una recente nota inoltrata dallo stesso sig. Lauteri, evidenzia come i siti archeologici dell area siano importanti e ben noti attraverso dati d archivio, una corposa bibliografia scientifica e ben evidenti sul terreno. Non solo, ma cospicui e tangibili appaiono gli indizi di presenze archeologiche celate nel sottosuolo, al momento non sottoposte a vincolo, anche queste note attraverso bibliografia scientifica e in parte evidenziate nel corso di scavi condotti anni fa da quest ufficio 11. Altrimenti, per quanto concerne l altro sito individuato nell area di Palidoro per ospitare una discarica temporanea, il sito dell Osteriaccia (Sito S2), esso si configura come interamente compreso su aree di elevato pregio agricolo e distante solo due chilometri dall Ospedale Bambino Gesù di Palidoro, nonché nelle immediate vicinanze delle abitazioni del Borgo di Palidoro e del nuovo complesso residenziale Vittorio, in località Granaretto 12. Tutta l area è ricca di falde acquifere che alimentano i pozzi e i canali dei terreni di Maccarese e Torrimpietra. 11 Si veda nella cartella degli Allegati il file: risposta Soprintendenza Beni Archeologici. Per quanto riguarda la letteratura scientifica sul sito, si vedano inoltre le scansioni delle pp del Progetto Ager Caeretanus. Il litorale di Alsium di Flavio Enei, 2011, raccolte nella sottocartella denominata: Stralcio libro Enei. 12 Si veda nella cartella degli Allegati il file: Regione Lazio Individuazione Aree Nuove Discariche, parte 1" ed in particolare la documentazione sul sito S2, pp

6 C. ANALISI STORICA Il piccolo borgo di Castel Campanile è situato su una strada secondaria che, partendo da Palidoro, unisce la via Aurelia alla Via Claudia Braccianese, una strada romana parallela della via Cassia Francigena per l appunto Via Castel Campanile. Dell'abitato non rimangono purtroppo che poche rovine, al punto che adesso la località è indicata come "Castellaccio". Il Tommasetti ne dà una descrizione, dicendo che "questo castello doveva essere fortissimo e grande, poiché occupava tutta l'estensione del banco [di trachite], come è dimostrato dagli avanzi delle torri e del muro di cinta. L'ingresso del castello doveva essere nel lato di sud est, quasi all'estremità della spianata nel luogo per il quale appunto, ora si arriva a esso; è costruito parallelamente al castello e sui due lati sorgono due forti muraglie di quasi otto metri di altezza, in grandi parallelepipedi di trachite" 13. Nel XV secolo il castello perse di importanza, forse a causa "della sua posizione su una strada divenuta secondaria che ne diminuiva l'importanza strategica" 14. All'interno di Castel Campanile, i Templari possedevano la chiesa di San Lorenzo, come dimostrato dalle testimonianze raccolte durante il processo contro i Templari nello Stato della Chiesa: uno dei testimoni, il frate servente Gerardo da Piacenza, citando frà Alberto di Castell'Arquato, precettore di Castellaraldo, 13 G.Tomassetti, "Campagna romana, antica, medievale, moderna", a cura del Banco di Roma, Tiferno Grafica, Roma 1975, vol.ii, p A.C.Cenciarini M.Giaccaglia, "Rocche e castelli del Lazio", Newton Compton Editori, Roma 1982, p.131 6

7 disse che questi aveva soggiornato nella chiesa di San Lorenzo di Castel Campanile appartenente all'ordine del Tempio 15. Non risulta che in questa chiesa furono affisse le citazioni del processo. Il Tommasetti fornisce altre informazioni circa questa chiesa, specificando che "all'estremità settentrionale del castello [ ] sul lato di sud est, doveva sorgere la chiesa nel recinto del castello, ma naturalmente fuori della rocca, come in tutti i castelli feudali della campagna romana. Della chiesa non rimane nulla tranne la parte di un muro in parallelepipedi irregolari [..]" 16. Dalla chiesa di San Lorenzo dipendeva probabilmente anche la tenuta agricola omonima, situata nei pressi di Castel Campanile, al confine con il territorio di Ceri. Come dice il Silvestrelli, "questo fondo non apparisce negli atti processuali. Ma per analogia cogli altri qui menzionati della casa di Santa Maria dell'aventino deve ritenersi che anch'esso pervenne all'ordine [di San Giovanni] dai Templari" 17. La tenuta aveva un estensione di 70 rubbia seminabili (circa 129 ettari) e, nell'inventario giovannita del 1339, si dice che il fondo confinava per tre lati con i possedimenti di tale Giovanni Stefani e per il quarto con il territorio di Ceri 18. L abitato di Castel Campanile sembra sorgere sull antica Artena, sicuramente su 15 Gilmour Bryson, cit., p.193: "[Gerardus de Placentia] dixit tamen et deposuit quod audivi dici a frate Alberto de Castro Alquatro de comitatu Placentie dicti ordinis qui morabatur in ecclesia Sancti Laurentii de Castro Campanilis dicti ordinis, quod...". 16 Tomassetti, cit., vol.ii, p.651 e foto n Ibidem, p.516, nota 5 18 "Liber Prioratus...", citato in Silvestrelli, cit., p.535. altri testi consultati o G.Bordonove, "La vita quotidiana dei Templari nel XIII secolo", BUR Rizzoli, Milano o F.Bramato, "Storia dell'ordine 7

8 di un pagus (villaggio) etrusco, di cui rimangono evidenti testimonianze: la Tagliata (una strada scolpita nel tufo) di circa 200 metri e alta 8 19, materiale ceramico affiorante, e una necropoli etrusca a camera situata a nord, scavata negli anni 40 di cui il vasellame attico a figure nere e rosse è ora conservato in diversi musei del mondo. Il sito medioevale sorgeva su un pianoro di circa 800 metri fortificato da dirupi naturali in tufo 20, era diviso in tre zone: nella zona più a sud, la più difendibile, vi erano la rocca con la chiesa e il cimitero, appartenuta a vari proprietari tra cui i più documentati figura la famiglia nobile dei Normanni, che nel 1200 possedeva tutti i territori circostanti: Castel Di Guido, Maccarese, Palidoro, Torre in Pietra e Castiglione, Tragliata, Luterno (Torre Pascolaro). Al centro del pianoro, difeso da due fossati (probabilmente etruschi), vi era il villaggio composto d abitazioni in muratura, in grotta, stalle, magazzini e silos. Nella zona più a nord era la chiesa principale del paese con cimitero annesso difesa da un fossato e da due torri, una delle quali ancora oggi perfettamente conservata 21. Tutto l abitato era circondato da murature in blocchi di tufo. Di la dal Fosso del Castellaccio, su una parete di tufo è stato rinvenuto un colombario rupestre, composto di due stanze con diverse nicchie nidi per l allevamento dei piccioni, preziosi fonti di cibo, guano concime e unico mezzo di comunicazione aereo nel medioevo 22. dei Templari in Italia Le fondazioni", Atanòr, Roma Si veda Documentazione Fotografica foto n Si veda Documentazione Fotografica foto n Si veda Documentazione Fotografica foto n. 21 e 21a 22 Si veda Documentazione Fotografica foto n. 20 8

9 D. INQUADRAMENTO URBANISTICO d.1 Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) d.1.1 Tavola A Sistemi e Ambiti del Paesaggio 23. I sistemi e ambiti di Paesaggio Tavole A contengono l'individuazione territoriale degli ambiti di paesaggio, le fasce di rispetto dei beni paesaggistici, le aree e punti di visuale, gli ambiti di recupero e valorizzazione del paesaggio. I Sistemi ed ambiti di paesaggio hanno natura prescrittiva 24. Il PTPR nella Tavola A distingue i paesaggi in tre distinti sottosistemi: il PAESAGGIO NATURALE (boschi e corsi d'acqua), il PAESAGGIO AGRARIO ed il PAESAGGIO INSEDIATIVO; L area in esame, data la sua particolare estensione, ricade in diversi di essi: nel sistema paesaggio naturale ricade nel: PAESAGGIO NATURALE PAESAGGIO NATURALE DI CONTINUITA 23 Si veda nella cartella degli Allegati: Allegato 1 24 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 3 comma 2 lett. c) 9

10 Mentre nel sistema agrario ricade nel: PAESAGGIO AGRARIO DI RILEVANTE VALORE PAESAGGIO AGRARIO DI VALORE Le Norme Tecniche di Attuazione del PTPR stabiliscono per il paesaggio agrario di rilevante valore l assoluta impossibilità di edificazione di nuovi servizi pubblici generali tanto meno la realizzazione di nuove discariche 25. Per un maggiore sviluppo dell uso agrario del territorio è consentita solo la realizzazione d impianti fotovoltaici 26. Nella parte di territorio compresa nel paesaggio agrario di valore la realizzazione, di nuove discariche è prevista solo come recupero di attività di cava dismesse, previo l'accertamento in sede di autorizzazione paesaggistica della compatibilità con i valori riconosciuti del contesto agrario 27. Per le zone ricadenti nel paesaggio naturale, le Norme Tecniche d Attuazione stabiliscono l assoluta impossibilità della realizzazione di nuove discariche. Non è altresì consentita la realizzazione di termovalorizzatori né impianti fotovoltaici 28. Per l'area ricadente nel paesaggio naturale di continuità vale la stessa normativa 25 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.24 Tav B) punto Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.24 Tav B) punto Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.25 Tav B) punto Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.21 Tav B) punto

11 delle aree del paesaggio naturale 29. d.1.2 Tavola B Beni Paesaggistici 30 Le Tavole B contengono la descrizione dei beni paesaggistici di cui all'art. 134 comma 1 lettere a), b) e c) del Codice 31, e definiscono le parti del territorio in cui le norme del PTPR hanno natura prescrittiva 32. L area è inoltre identificata nella Tavola B23 e per tale Tavola ci è d obbligo fare una premessa: nell ambito di verifiche svolte dal Ministero per i Beni Culturali Sovrintendenza per i Beni Archeologici Etruria Meridionale 33 in seguito alla pubblicazione del PTPR adottato con DGR 556 del 25 luglio 2007 e ss.mm., lo stesso ha rilevato un errore nella graficizzazione negli elaborati del PTPR delle zone d interesse archeologico per il territorio del Comune di Fiumicino nel proprio ambito di competenza. Il MBC SBA EM ha poi prodotto un elaborato grafico a integrazione delle tavole ufficiali denominato appunto B Conseguenza di ciò è la necessaria interpolazione tra le NTA della Tavola B e quelle della B Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.23 Tav B) punto Si veda nella cartella degli Allegati: Allegato 2 31 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 Legge 6 luglio 2002, n. 137 Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e modificato dal Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63 "Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio" 32 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.3 comma 2 lettera d) 33 D ora in avanti MBC SBA EM 34 Si veda nella cartella degli Allegati: Allegato 3 11

12 Similmente alla normativa della Tavola A, anche per la Tavola B è stata usata una divisione in sottosistemi: Individuazione degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico Ricognizione delle aree tutelate per legge. Individuazione degli immobili e delle aree tipizzati dal Piano Paesaggistico. Nella perimetrazione oggetto del presente studio sono presenti alcune zone incluse in due di questi tre sottosistemi: Afferenti al sistema della Ricognizione delle aree tutelate per legge sono: PROTEZIONE DEI CORSI DELLE ACQUE PUBBLICHE AREE BOSCATE AREE D INTERESSE ARCHEOLOGICO GIA INDIVIDUATE mentre al Sistema della Individuazione degli immobili e delle aree tipizzati dal Piano Paesaggistico appartiene l'identificazione delle: 12

13 AREE AGRICOLE IDENTITARIE DELLA CAMPAGNA ROMANA E DELLE BONIFICHE AGRARIE Le Norme Tecniche di Attuazione del PTPR stabiliscono che sono sottoposti a Vincolo Paesaggistico (VP) tutti i fiumi, torrenti ed i corsi d'acqua e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna (fascia di rispetto). In tutto il territorio regionale è fatto comunque assoluto divieto di procedere all'intubamento dei corsi d'acqua sottoposti a tale vincolo 35. Come per i fiumi e i torrenti, anche i territori coperti da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento sono soggetti a medesimo Vincolo Paesaggistico 36. Nei territori boscati è possibile solo il mantenimento dei complessi ricettivi campeggistici 37 (e agrituristici) esistenti e funzionanti con regolare autorizzazione di esercizio. Per la trattazione delle norme per le aree d interesse archeologico già individuate si rimanda più avanti. Le Norme Tecniche di Attuazione del PTPR al Capo IV (modalità di tutela degli immobili e le aree tipizzati ed individuati dal PTPR) descrivono le modalità di tutela degli immobili e le aree tipizzati ed individuati dal PTPR. In particolare le norme disciplinano le possibili trasformazioni urbanistiche e architettoniche in un ambito agricolo del Lazio, dove è predominante la testimonianza e la permanenza di diversi periodi storici, in particolare la 35 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.35 comma 5 36 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.38 comma 1 37 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art.38 comma 10 13

14 Campagna Romana 38 e le Bonifiche agrarie del XX secolo 39. Le aree agricole della Campagna Romana riguardano frammenti del più vasto Agro Romano di cui oggi permangono zone residue ai margini dell area metropolitana di Roma e costituiscono i luoghi dell identificazione del paesaggio storico monumentale rappresentato dai vedutisti sin dal XVII secolo. Sono quelle porzioni di territorio in cui alla presenza di grandi complessi archeologici e monumentali si uniscono quei valori naturalistici in un ambiente agricolo le cui permanenze sono stabilite da tempo 40. Le aree agricole delle Bonifiche Agrarie del XX secolo rappresentano invece una più vasta e recente trasformazione del paesaggio avvenuta nelle maremme tirreniche e nelle aree pianeggianti del Lazio anche in adiacenza dei principali fiumi di rilevanza nazionale, come un insieme di interventi ai fini rurali, di opere idrauliche, canalizzazione delle acque, interventi vegetazioni e la creazione di borghi agricoli con servizi e poderi 41. Inseriti nell'atlante dei Beni Tipizzati 42 sono descritti come ambiti della Campagna Romana siti come la Valle del Fiume Arrone ed il Fosso di Santa Maria di Galeria nei comuni di Fiumicino, Roma e Anguillara Sabazia. Mentre la Valle del Rio Palidoro e il Fosso delle Cascate nei comuni di Fiumicino, Cerveteri, Bracciano e Anguillara sono invece due località in prossimità del sito oggetto del presente studio 43. Situata tra il complesso vulcanico dei Monti 38 Atlante dei Beni Tipizzati, allegato al PTPR, pag Atlante dei Beni Tipizzati, allegato al PTPR, pag Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 42 comma 2 41 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 42 comma 3 42 Atlante dei Beni Tipizzati allegato alle NTA del PTPR e si vedano nella cartella degli Allegati gli allegati: Allegati a, b, c, d, e, f, g. 43 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 42 comma 4 lettera e) e si veda la cartella degli allegati: 14

15 Sabatini e la Maremma del Litorale Romano, si estende tra il lago di Bracciano e la fascia costiera presso Fiumicino. La Valle del Rio Palidoro presenta alcune analogie con la contigua Valle dell Arrone sia per il suo andamento ortogonale rispetto alla costa marittima sia per essere parte di quel reticolo di corsi d acqua che è una risorsa importante di Roma e del suo territorio. Il Rio Palidoro nasce dai Monti Sabatini e sfocia nel Mare Tirreno presso Passoscuro. L ambiente eco sistemico riguardante le aree pre collinari situate tra il Lago di Bracciano ed il mare Tirreno, costituisce un insieme paesaggistico e naturale di grande importanza, poiché con la loro sequenza orografica da zone pre costiere ad aree di colline vulcaniche, inframmezzate anche da aree umide, è l unico ed ultimo esempio di conservazione del tipico paesaggio di Maremma meridionale laziale. Si passa dalla campagna bonificata e infrastrutturata in modo ordinato, alle forre, ai campi di semina che caratterizzano l orizzonte del sistema di piccola altura, custodendo anche luoghi di storia antica, castelli, casali e presenze archeologiche 44. Per i beni fin qui citati, le Norme Tecniche di Attuazione del PTPR stabiliscono la stessa disciplina di tutela e di uso dei paesaggi cui si è detto prima 45. Allegato Si veda il punto C Analisi storica p. 7 15

16 L analisi delle aree d interesse archeologico già individuate 46 merita un discorso e un approfondimento diverso. Nelle Norme Tecniche d Attuazione sono classificate tali tutte quelle zone d interesse archeologico in cui siano presenti resti archeologici o paleontologici (anche non emergenti) che comunque costituiscano parte integrante del territorio e lo connotino come meritevole di tutela per la propria attitudine alla conservazione del contesto di giacenza del patrimonio archeologico 47. Si definiscono ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO tutte quelle aree, ambiti, beni puntuali e lineari e relative fasce di rispetto, individuati nei precedenti PTP, come adeguati dai PTPR e come successivamente rettificati dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici dell'etruria Meridionale e anche le aree individuate con provvedimento dell Amministrazione competente anche successivamente all approvazione del PTRP. In particolare nella normativa del PTPR si definiscono ambiti di rispetto archeologico quelle zone perimetrate che racchiudono porzioni di territorio in cui la presenza di beni d interesse archeologico è integrata da un concorso di altre qualità di tipo morfologico e vegetazione, che fanno di questi luoghi delle unità di paesaggio assolutamente eccezionali, per i quali la normativa regionale impone una rigorosa tutela del loro valore non solo come somma di singoli beni, ma soprattutto come quadro d insieme Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 42 comma 5 46 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 41 art Si vedano nella cartella degli allegati l Allegato 2, ovvero la Tavola B del PTPR, e l Allegato 3, ovvero la Tavola B Si veda nella cartella degli allegati, l'allegato A Aree di interesse archeologico. 50 Norme Tecniche di Attuazione del PTPR art. 41 comma 6 lettera c) 16

17 I beni culturali e quelli paesaggistici presenti sul territorio nazionale formano nel loro complesso il patrimonio culturale dell intera nazione 51. A titolo di mero chiarimento, sono BENI CULTURALI le cose mobili e immobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate per legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà 52. Sono compresi in tale categoria le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le civiltà primitive 53. Sono invece BENI PAESAGGISTICI gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio 54. Per la gestione e l utilizzo di tali aree, le Regioni redigono i Piani Paesaggistici (il PTPRG nel nostro caso) cioè piani urbanistico territoriali con specifica considerazione per i valori paesaggistici. 51 DLgs 22 gennaio 2004, n.42 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, art. 2 comma DLgs 22 gennaio 2004, n.42 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, art. 2 comma DLgs 22 gennaio 2004, n.42 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, art. 10 co. 4 lett.a 54 DLgs 22 gennaio 2004, n.42 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, art. 2 comma 3. 17

18 d.2 Piano Territoriale provinciale Generale (PTPG) d.2.1 Requisiti del Piano La redazione di tale piano è finalizzata ad assicurare al territorio dell area metropolitana una prospettiva programmatica a tempi medio lunghi di sviluppo sostenibile e competitivo che ne rafforzi l identità culturale ed i ruoli strategici e costituisca il riferimento aggiornato per i molteplici compiti amministrativi, di promozione e d intervento affidati alla Provincia dalle Regioni 55. La pianificazione territoriale provinciale si esplica mediante il PTPG ai sensi degli art. da 18 a 26 della Legge Regionale n.38 del 1999 ed ha funzioni di Piano Territoriale di Coordinamento ai sensi dell art. 15 della Legge 142 del 1990 recepito dall art. 20 del D.Lgs 267 del I contenuti tematici del Piano sono organizzati, in riferimento agli obiettivi richiamati, in diverse componenti tra le quali spicca il Sistema Ambientale 57 con elaborati riguardanti la: Difesa e sicurezza del territorio e delle acque. Ecologia del paesaggio e rete ecologica provinciale. Ambiti e i regimi di tutela ambientale, vigenti e segnalati. La tutela paesistica, beni vincolati ai sensi del D.Lgs 42/04 (ex L.1497/39 e L.431/85) La costruzione storica del territorio e del paesaggio i beni e percorsi storici Distretto culturale Territorio agricolo produttivo e paesaggi rurali. 55 Relazione Tecnica allegata al PTPG, Punto Relazione Tecnica allegata al PTPG, Punto Relazione Tecnica allagata al PTPG, Punto

19 L articolo n.21 delle Norme Tecniche di Attuazione di tale Piano, stabilisce le direttive per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Stabilisce che è della Provincia la competenza della localizzazione di nuovi impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti e, in base alla L.R. n. 27/98, anche l adozione dei piani provinciali per l organizzazione dei servizi di smaltimento e di recupero dei rifiuti. Nella tabella A3/n.1 allegata alle Norme, sono stabilite le localizzazioni orientative degli impianti di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani esistenti distinti in: Discariche per Rifiuti Solidi Urbani Rifiuti speciali Rifiuti Pericolosi Inerti Discariche Dismesse Impianti di Termovalorizzazione Spetta alla Provincia la promozione di uno specifico Piano di Settore per la localizzazione degli impianti, sulla base dell individuazione delle zone idonee e non idonee, e secondo la seguente direttiva in base alla quale nella localizzazione di nuove discariche ed impianti sono in generale da escludere: le fasce di tutela dei Piani di Bacino le aree naturali protette, istituite o proposte per l istituzione dal PTPG le zone di classe 3 e 4 di propensione al dissesto le aree di elevata vulnerabilità degli acquiferi e le aree di tutela delle sorgenti le zone di tutela paesistica Norme Tecniche di Attuazione del PTP art. 21 comma 2 19

20 d.2.2 ELABORATI GRAFICI Degli elaborati grafici che formano tale piano, quelli che hanno interessato l elaborazione di tale studio sono stati 59 : Elaborati strutturali Tavola TP 2.1 Rete ecologica provinciale REP 60 Tavola TP 2.1 Rete ecologica provinciale REP in dettaglio. Elaborati integrativi tematici d Sistema ambientale difesa e sicurezza del territorio e delle acque Tavola RT sad 3 3 Propensione al dissesto per classe di litotecnica e pericolosità sismica 61 In questa Tavola sono individuate le zone del territorio provinciale con una propensione maggiore che in altre al dissesto idrogeologico calcolato mediante l utilizzo di un Indice di Franosità (IF). Le NTA di questo Piano individua 5 classi di 59 Norme Tecniche di Attuazione del PTP al punto Si veda nella cartella degli allegati l Allegato 4 61 Si veda nella cartella degli allegati l Allegato 5 20

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