PROVINCIA DI GENOVA AREA 10 Politiche Formative e Istruzione Servizio Formazione Professionale Ufficio Programmazione

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1 PROVINCIA DI GENOVA AREA 10 Politiche Formative e Istruzione Servizio Formazione Professionale Ufficio Programmazione Documento sulle attività formative, per allievi disabili, previste dalla Legge Regionale 19/94 art. 12 tit. 3: Attività Mista e Attività Specializzata.

2 Il quadro normativo e l evoluzione nel tempo: un po di storia La frequenza delle attività formative da parte di giovani disabili accompagna in Liguria, e quindi nella nostra Provincia, tutta la storia della formazione professionale di base, di cui è parte integrante. L evoluzione della normativa specifica relativa alla disabilità, inoltre, sia a livello nazionale che regionale, si intreccia a quella, rapidissima negli ultimi anni, riguardante il sistema educativo di istruzione e formazione del nostro paese, nonché i meccanismi di governo del mercato del lavoro e di attuazione di politiche attive per favorire l occupazione. La normativa europea, infine, con le sue indicazioni strategiche, di obiettivi, vincoli e opportunità per l utilizzo dei finanziamenti, ha costituito in questi anni l ulteriore fattore di cui tener conto nella programmazione annuale delle attività. Possiamo sinteticamente ricordare le principali tappe di questa evoluzione, per quanto riguarda il tema formazione professionale e disabilità. Tra il 1978 e il 1992: si costruiscono i tre contenitori progettuali classici della formazione professionale per disabili nella nostra Regione (Attività Mista, Specializzata e Inserimento) Per quanto riguarda la Provincia di Genova, sono oggi gli elementi costitutivi di un offerta formativa stabile. Rispetto all origine, grazie a una forte progettualità degli operatori degli Enti gestori delle attività, molto professionalizzati nel settore specifico, i tre contenitori si sono articolati e diversificati in progetti specifici, rispondenti ai bisogni di target di utenza sempre più mirati : in parallelo alla normativa sull integrazione scolastica (L. 360/76 e L. 517/77) nasce la pratica dell integrazione post-obbligo scolastico nei corsi di formazione professionale di base, istituiti ai sensi della L. 845/78. Questa modalità di frequenza della formazione, tuttora attiva, è conosciuta con il nome di Inserimento in formazione di base o ordinaria : Regione Liguria promuove il Progetto Speciale, sperimentazione finanziata dal F.S.E, che istituisce i primi corsi di formazione riservati a ragazzi disabili,fondati sulla metodologia dell alternanza aula-lavoro. Le Attività Specializzate Professionalizzanti, oggi a regime, nascono da questa sperimentazione. 1992: Regione Liguria promuove il progetto Attività Mista, rivolto a ragazzi con disabilità più grave, co-finanziato da Formazione professionale e Servizi sociali e con obiettivi pre-formativi. Anche questa attività, fino ad oggi consolidata, in Provincia di Genova si articola in progetti mirati a target diversi. 1992/2006: forte evoluzione della normativa specifica. All interno di essa, in relazione alle attività formative e all inserimento lavorativo dei disabili, troviamo: la Legge 104/92 legge quadro per l assistenza, l integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate : ribadisce il ruolo fondamentale della formazione professionale nel percorso di vita della persona disabile. la Legge regionale 19/94 norme per la prevenzione, la riabilitazione e l integrazione sociale dei portatori di handicap, in ottemperanza alla L. 104: specifica, all art.12 titolo 3, che, nella nostra Regione, la formazione per disabili si articola nelle tre possibilità : ordinaria, specializzata, mista, e ribadisce il diritto della persona disabile ad aver accesso, secondo le sue caratteristiche e i suoi bisogni, attestati dai servizi sanitari competenti, al tipo di percorso più idoneo a valorizzarne le capacità. La legge n.381/1991 disciplina delle cooperative sociali : norma la cooperazione sociale e ne rafforza il ruolo in relazione all inserimento lavorativo delle fasce deboli, quindi anche delle persone disabili. La legge n. 68/99 Norme per il diritto al lavoro dei disabili : introduce la logica del collocamento mirato della persona disabile nel posto di lavoro e aumenta le opportunità di inserimento lavorativo, 2

3 La legge regionale n. 15/2003 norme per la promozione dell inserimento al lavoro del disabile La legge 30/2003 Legge delega in materia di occupazione e mercato del lavoro, e successivamente il D. lgs n.276/2003: l art.14, modifica e amplia, rispetto alla L.68/99 il ruolo della cooperazione sociale nell inserimento lavorativo delle persone disabili. Le recenti fondamentali leggi regionali n. 12/06 - Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari e n. 15/06 Norme ed interventi in materia di diritto all istruzione e alla formazione. La riforma del sistema educativo di istruzione e formazione: iniziata nel 1999 è tuttora in evoluzione; in relazione, in particolare, all art.68 della Legge 144/99, che istituiva il cosiddetto obbligo di frequenza di attività formative fino al diciottesimo anno di età, oggi ribadito come diritto dovere all interno della Legge 53/2003, la nostra programmazione si è orientata, seguendo le indicazioni regionali, nel seguente modo: si è richiesto agli Enti di formazione, soprattutto relativamente all Attività Specializzata e Mista, un adeguamento dei programmi didattici, in direzione di un potenziamento dei moduli, peraltro già presenti in misura consistente, dedicati alla crescita personale e culturale dell allievo. Le attività di Inserimento si sono invece adeguate alle modifiche adottate per i corsi ordinari. Si è scelto di non limitare in maniera rigida la possibilità di accesso ai corsi ai ragazzi in età compresa tra i 14 e i 18 anni, mantenendo invece il vecchio limite massimo dei 25 anni, come requisito formale per l accesso alle attività; tale considerazione è discesa dal fatto che la Legge 104/92 (art.14) consente per il ragazzo disabile la permanenza a scuola per il completamento dell obbligo scolastico, anche sino al compimento del diciottesimo anno di età; spesso infatti per il ragazzo disabile psichico, età mentale ed età anagrafica non coincidono, e il tempo è una variabile fondamentale della possibilità di successo del suo percorso. Alcuni dei ragazzi che accedono alla Specializzata provengono da un percorso già effettuato nella Mista, e quindi facilmente hanno più di 14 anni. Per garantire qualità al lavoro, era quindi fondamentale rispettare diversi parametri di omogeneità nella costituzione dei gruppi-classe, non solo quello dell età: la tipologia di handicap, gli obiettivi del percorso da realizzare, e infine anche la non eccessiva disomogeneità della fascia di età, erano i parametri da rendere compatibili anche con la scelta dello specifico Centro di formazione fatta dalla famiglia del ragazzo, con il supporto degli operatori del Servizio sanitario, in funzione della collocazione territoriale del Centro, ma non solo. In seguito si è portata a regime una nuova tipologia di percorso, denominata Percorsi integrati tra Scuola superiore e Formazione professionale per allievi disabili. Il progetto Percorsi integrati, nato nell anno 1999/2000 (sancito attraverso un Accordo operativo firmato allora dalla Provincia di Genova Assessorato alle politiche attive del lavoro e dal MPI Provveditorato agli studi di Genova) e inizialmente finalizzato alla transizione nell attuazione della Legge 9/99, ora abolita, si è successivamente consolidato come una vera e propria tipologia di percorso, realizzata ai sensi dell art. 7 del regolamento per l attuazione dell art.68 della L.144/99. (D.P.R. 257/00) 3

4 I percorsi di Attività Mista e Specializzata per allievi disabili, previsti dalla L.R. 19/94 art. 12: principi generali L intervento formativo, qualunque sia la tipologia scelta, è affiancato da un costante lavoro di rete, fatto con la famiglia dell allievo, in collaborazione con gli operatori ASL o degli Enti convenzionati che lo seguono: il ragazzo, da chi fa formazione, è considerato al centro di un sistema di relazioni che va accolto nella sua interezza e complessità, se si vogliono favorire la maturazione e il cambiamento. L intervento formativo per la persona disabile deve essere una parte di un più complessivo percorso di vita disegnato dalla persona stessa e dalla sua famiglia, con il contributo degli operatori dei servizi sanitari di base e di quelli specifici per l inserimento lavorativo In Provincia di Genova sono attivi Servizi pubblici (Centro Studi della ASL3; S.I.L della ASL 4) e in alcuni casi convenzionati (es. Cepim) in grado di garantire la presa in carico degli allievi successiva alla formazione professionale per l inserimento lavorativo, attraverso strumenti diversificati di mediazione con le aziende, nella logica del collocamento mirato previsto dalla L.68/99. Il lavoro di rete con questi servizi permette di valorizzare i risultati ottenuti in Formazione professionale, consolidandoli nel tempo Le peculiarità dei percorsi in oggetto si può cosi riassumere: - Polisettorialità dell intervento - Individualizzazione dei percorsi - Il lavoro attraverso il gruppo Il gruppo come risorsa per l allievo in formazione L identità comune nel percorso Il rafforzamento attraverso il confronto delle esperienze individuali - L alternanza aula-lavoro: Garantisce la compresenza di lavoro sul gruppo e individualizzazione del percorso Stage come apprendimento di contenuti e di capacità di assunzione del ruolo lavorativo Gradualità e pluralità delle esperienze in azienda Scelta delle aziende per la loro capacità di esercitare un ruolo formativo/educativo La presenza dell azienda nell architettura del sistema tende a valorizzare il mondo del lavoro come momento di apprendimento partendo dall esperienza concreta nonché come risposta a particolari esigenze di professionalità del territorio In particolare lo stage è un attività, svolta durante il percorso formativo presso Imprese, Enti pubblici o Studi professionali, volta ad integrare e verificare con attività pratiche le conoscenze acquisite in aula o in laboratorio. Il tirocinio pratico aziendale (stage) è finalizzato all apprendimento dell allievo e non a scopi di produzione aziendale per cui, durante lo svolgimento dello stesso, non può essere instaurato alcun rapporto di lavoro tra i singoli allievi e le aziende ospitanti. Alla luce delle recenti modifiche normative, in particolare il comma 622 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (Legge Finanziaria 2007) che prevede l innalzamento dell età per l accesso al lavoro dai 15 ai 16 anni, si raccomanda per i ragazzi di 15 anni stage di SOLO CARATTERE ORIENTATIVO, riservando Lo stage di tipo formativo professionalizzante SOLO A PARTIRE DAI 16 ANNI - Attenzione alle competenze trasversali: Competenze non connesse a una determinata tipicità professionale, ma che si muovono trasversalmente in e per l individuo, attraverso modalità di funzionamento cognitivo, affettivo e relazionale, allo scopo di trasformare un sapere tecnico in una prestazione lavorativa efficace 4

5 Consapevolezza del limite Formazione all assunzione del ruolo lavorativo; In generale è la società della conoscenza dove viene meno il paradigma classico della separazione tra tempo dedicato allo studio e tempo di lavoro. Il lavoro si afferma come opzione educativa, che consente di ottenere risultati formativi analoghi a quelli del metodo classico. Invece che andare dalla concezione al prodotto (metodo classico) si può procedere dal prodotto, risalire la sequenza operativa ed arrivare alla concezione che sta alla base, coniugando conoscenze ed unità di informazioni da un lato e principi e regole dall altro. Agire e poi riflettere sull azione eseguita (dalla pratica alla teoria e non viceversa). Il professionalismo non è considerato un principio educativo minore destinato ad essere associato a percorsi scolastici culturalmente impoveriti; l azienda, inoltre, non viene vista come esclusivamente sede di stage, spesso situati a fine percorso e funzionali a far sperimentare all allievo quanto appreso, ma come sede di apprendimento ed acquisizione di conoscenze, abilità e competenze progettate e monitorate. La vera integrazione é quella tra scuola-formazione-lavoro. Per sviluppare le loro potenzialità ed acquistare sicurezza, gli allievi si sperimentano in contesti operativi, stimoli, indicazioni e comportamenti diversi da quelli consolidati. Come vi si accede: pre-iscrizione al Centro di formazione scelto, a cura della Scuola Secondaria di primo grado o in forma diretta. il servizio territoriale Asl presenta la scheda percorso formativo alla Provincia di Genova, nei tempi e nei modi indicati da una lettera inviata annualmente a tutti i servizi. La scheda contiene: la descrizione dell allievo, l ipotesi di percorso formativo e di vita fatta dal Servizio insieme alla famiglia, l indicazione del Centro di formazione cui l allievo si iscriverà. Il ragazzo e la sua famiglia confermano, attraverso l ISCRIZIONE al Centro di formazione, la segnalazione fatta dal Servizio territoriale. (tempi indicativi: giugno-luglio) Il lavoro di rete riguarda le fasi di Programmazione delle attività": gli operatori dei Servizi Territoriali pubblici (ASL 3 e 4) e convenzionati (CEPIM, AFA REUL, Istituto Chiossone, ANFFAS, CARES), segnalano i bisogni al Servizio Formazione Professionale della Provincia, presentando annualmente le schede percorso formativo. Il Gruppo Tecnico handicap (istituito da una convenzione attiva tra ASL 3 e Provincia di Genova), composto da due funzionari provinciali, due neuropsichiatre e una pedagogista della ASL, fa una lettura delle schede e programma le attività. Per il monitoraggio delle attività si realizzano momenti specifici e strutturati di monitoraggio dei percorsi che coinvolgono la rete dei Servizi, gli Enti, l Amministrazione provinciale. Il lavoro di rete coinvolge anche le Scuole di Istruzione secondaria di primo grado, gli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado, le Imprese del territorio in cui si realizzano gli stage e l alternanza. I percorsi di Attività Mista e Specializzata per allievi disabili, previsti dalla L. R. n. 19/94 art. 12: l attività specializzata E un attività formativa rivolta a giovani portatori di handicap psicofisici, in età di esercizio del Diritto/Dovere all Istruzione/Formazione. Sono richiesti un buon livello di autonomia personale, livelli di maturità generale, capacità di socializzazione e apprendimento. Gli elementi metodologici e di contenuto che caratterizzano questa tipologia formativa sono: Un lavoro di accoglienza e orientamento della persona realizzato soprattutto nel primo anno di attività, ma mantenuto anche nei successivi, come costante intervento sulla motivazione e la consapevolezza del percorso 5

6 L utilizzo graduale dei contesti lavorativi come luoghi di apprendimento dal vero e dal concreto di competenze professionali e relazionali trasferibili (metodologia dell alternanza aula-lavoro) Un forte intervento formativo/educativo generale nelle aree dell autonomia e della socializzazione, finalizzato alla crescita generale della persona e a integrare, la parte di apprendimenti realizzata in situazione lavorativa La massima individualizzazione dei percorsi, con definizione di obiettivi, tempi, e programmi adeguati alle caratteristiche di ognuno, e con la possibilità di uscita dal percorso per accedere a un altro al termine di ogni annualità. Una forte flessibilità organizzativa dell intervento, capace di adeguare orari e attività in funzione delle necessità degli allievi, singoli e per piccoli gruppi. La polisettorialità: l obiettivo è formare al lavoro e non a un lavoro specifico. Si presta molta attenzione a trasmettere competenze trasversali. La finalità generale dell intervento è quella della formazione complessiva del ragazzo disabile e del suo avvicinamento progressivo all esercizio di un ruolo lavorativo, favorendo la crescita generale della persona, dei suoi livelli di autonomia personale e sociale, di maturità affettiva e relazionale e fornendo alcune capacità operative spendibili nel mondo del lavoro. Alla luce dell evoluzione della normativa, come riferito in premessa, il primo anno (i primi due anni nel caso che il percorso si svolga in integrazione con l Istruzione per allievi di 14 e 15 anni) deve prevedere una forte attenzione all orientamento attivo, che, associato ad una notevole attenzione alla formazione culturale dell allievo, gli consenta l opportunità di passare ai percorsi dell Istruzione (MPI) e/o ai Percorsi Sperimentali Istruzione Formazione Professionale (d.lgs. 226/05, art. 28) ed avviare quindi il suo iter verso la qualifica professionale triennale. In questo contesto L ATTIVITA SPECIALIZZATA INTEGRATA tra Istituti scolastici ed Agenzie Formative costituisce una risorsa che pone al centro l allievo come ricettore primario delle caratteristiche di eccellenza di due sistemi complementari. Il progetto integrato potrà prevedere da un minimo di 320 ore a un massimo di 560 ore di ore di frequenza della Formazione professionale, con calibratura individuale che terrà conto delle caratteristiche del singolo allievo e delle opportunità di apprendimento offerte dai diversi curricula. La titolarità dei progetti è dell Istruzione. Scuole e Agenzie Formative dovranno concordare modalità di valutazione del percorso che porti al riconoscimento delle competenze acquisite dagli allievi e le loro possibilità di passaggio fra percorsi diversi (rif. Schema pag. 5) Il percorso di attività specializzata prevede inoltre, sia in forma integrata tra Istituti scolastici e Agenzie formative che nei soli percorsi della formazione, i seguenti elementi obbligatori: Formazione di gruppi omogenei (per età, tipologia di handicap, bisogni educativi e formativi) attraverso un lavoro propedeutico che precede l inizio del corso attività di accoglienza dell allievo e della sua famiglia ricostruzione della storia pregressa dell allievo con il Servizio segnalante e con la famiglia attività rivolte alla formazione del gruppo classe attività di orientamento, in accompagnamento a tutto il percorso, finalizzate a sviluppare, attraverso l'autovalutazione, le capacità di lettura delle proprie risorse e limiti attività finalizzate alla crescita culturale e personale dell individuo acquisizione di abilità strumentali a carattere trasversale (capacità relazionali ecc.) costruzione di un progetto individualizzato all interno di un progetto di vita centralità della metodologia dell alternanza aula-lavoro Articolazione didattica del percorso formativo che comprenda: - Analisi delle competenze individuali - Stesura progetto individuale - Moduli finalizzati alla crescita e alla maturazione dell allievo, al potenziamento dell autonomia sociale - Organizzazione di stage in alternanza aula-lavoro 6

7 - Modulo di alfabetizzazione informatica - Modulo, traversale all intero progetto, di rielaborazione dei singoli percorsi individuali - Moduli sicurezza sui luoghi di lavoro e disciplina del rapporto di lavoro - Finalizzazione dell intervento, a termine del percorso e secondo il progetto individuale, all inserimento lavorativo attraverso i diversi servizi presenti sul territorio. I percorsi di Attività Mista e Specializzata per allievi disabili, previsti dalla L. R. n. 19/94 art. 12: l attività mista E un attività formativa rivolta a giovani disabili psicofisici medio-gravi, di solito con disabilità psichica medio-grave, in età di esercizio del Diritto/Dovere all Istruzione e alla Formazione. Gli allievi possono essere ancora sprovvisti dei requisiti di maturità e autonomia necessari all accesso alle attività di formazione professionale, ma possedere le potenzialità per acquisirli nell arco di un triennio (essere dotati di capacità residue e di potenzialità che rendono comunque utilizzabile un percorso di crescita, essendo prematura nei loro confronti una scelta più definitiva sul versante dell assistenza). Gli elementi metodologici e di contenuto che caratterizzano questa tipologia formativa sono: il lavoro sulle autonomie personali e sociali, le competenze relazionali e, in generale, tutto ciò che è attinente all area della socializzazione il lavoro capillare con la famiglia del ragazzo, per aiutarla ad elaborare la necessità di autonomia del figlio e ad accettarne la crescita l attenzione costante allo sviluppo delle capacità della persona e del suo livello di maturità generale un primo orientamento al lavoro (per i ragazzi che possono) attraverso laboratori e stage di gruppo in situazioni protette (associazioni, ecc.) il lavoro per rendere adeguati ai vari contesti i comportamenti dei ragazzi l individualizzazione massima degli interventi la massima flessibilità organizzativa. Di conseguenze si possono indicare come principali Aree di intervento: autonomia personale e sociale; relazione e capacità di socializzazione; recupero di capacità di base; sviluppo capacità operative; orientamento Gli obiettivi del corso vengono ridefiniti sulla base delle capacità degli allievi; sono in generale riconducibili a due macro-finalità: - offrire un percorso evolutivo utile all accesso all attività specializzata (ai sensi della L.R. 19/94) o ad altri percorsi formativi. - offrire un percorso più generale di crescita dell autonomia e delle capacità di socializzazione della persona. Alla luce dell evoluzione della normativa, come riferito in premessa, il primo anno (i primi due anni nel caso che il percorso si svolga in integrazione con l Istruzione per allievi di 14 e 15 anni) deve prevedere una forte attenzione all orientamento attivo, che, associato ad una notevole attenzione alla formazione culturale dell allievo, gli consenta l opportunità di passare, di norma, all Attività Specializzata Integrata (L.R. 19/94) e di conseguenza aprirsi alle prospettive dei percorsi dell Istruzione (MPI) e/o dei Percorsi Sperimentali Istruzione Formazione Professionale (d.lgs. 226/05, art. 28). In questo contesto l ATTIVITA MISTA INTEGRATA tra Istituti scolastici ed Agenzie Formative costituisce una risorsa che pone al centro l allievo come ricettore primario delle caratteristiche di eccellenza di due sistemi complementari. 7

8 Il progetto integrato potrà prevedere da un minimo di 400 ore a un massimo di 640 ore di frequenza della Formazione professionale, con calibratura individuale che terrà conto delle caratteristiche del singolo allievo e delle opportunità di apprendimento offerte dai diversi curricula. La titolarità dei progetti è dell Istruzione. Scuole e Agenzie Formative dovranno concordare modalità di valutazione del percorso che porti al riconoscimento delle competenze acquisite dagli allievi e le loro possibilità di passaggio fra percorsi diversi (rif. Schema pag. 5) Il percorso di attività mista prevede inoltre, sia in forma integrata tra Istituti scolastici e Agenzie formative che nei soli percorsi della formazione, i seguenti elementi obbligatori: Formazione di gruppi omogenei (per età, tipologia di handicap, bisogni educativi e formativi) attraverso un lavoro propedeutico che precede l inizio del corso attività di accoglienza dell allievo e della sua famiglia ricostruzione della storia pregressa dell allievo con il Servizio segnalante e con la famiglia attività rivolte alla formazione del gruppo classe attività di orientamento, in accompagnamento a tutto il percorso, finalizzate a sviluppare, attraverso l'autovalutazione, le capacità di lettura delle proprie risorse e limiti attività finalizzate alla crescita culturale e personale dell individuo acquisizione di abilità strumentali a carattere trasversale (capacità relazionali ecc.) costruzione di un progetto individualizzato all interno di un progetto di vita Articolazione didattica del percorso formativo che comprenda: - Analisi delle competenze individuali - Stesura progetto individuale - Moduli finalizzati alla crescita e alla maturazione dell allievo, al potenziamento dell autonomia personale - Moduli di conoscenza delle risorse del territorio - Modulo di alfabetizzazione informatica - Modulo, traversale all intero progetto, di rielaborazione del i singoli percorsi individuali 8

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