Studi di caso per i docenti del laboratorio 1. Studio di caso
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- Nicoletta Valle
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1 Studi di caso per i docenti del laboratorio 1 Prof. Giovanni Morello Consegne per il gruppo di lavoro 1) Riflettere insieme, come se si fosse un Consiglio di classe, sulle strategie didattico-educative che si ritiene possano essere più utili per l alunno in questione 2) Stendere un report sul percorso di riflessione effettuato, indicando e argomentando le scelte didattico-educative fatte 3) Definire le linee di un PDP Studio di caso Svantaggio socioculturale e familiare Marco è un bambino di 8 anni, e si trova al terzo anno della scuola primaria, all interno di una classe composta da 25 alunni provenienti da un contesto culturale e socioeconomico sostanzialmente adeguato. In termini di qualità del profitto scolastico, la classe presenta una normale distribuzione statistica degli alunni, secondo quattro fasce di livello: 1) prima fascia (voti 9-10): 4 alunni 2) seconda fascia (voti 7-8): 8 alunni 3) terza fascia (voto 6): 8 4) quarta fascia (dal 5 in giù): 5. Marco fa parte di questa fascia di livello, con una media di voti per le varie materie che va dal 3 al 5. Nella classe è presente una bambina con disabilità, con insegnamento individualizzato e supporto di una docente specializzata. Marco vive in un ambiente familiare socio-culturalmente ed economicamente inadeguato. I genitori effettuano lavori saltuari, che non consentono una accettabile qualità della vita alla famiglia. Essi non sentono del resto di investire risorse per la scuola, vivendo sostanzialmente come un obbligo l impegno della 1
2 frequenza scolastica del figlio: non gli comprano i testi e il materiale scolastico fondamentale, non dedicano tempo ed attenzione al suo percorso scolastico, non si fanno mai vedere a scuola, giustificano raramente le sua assenze ed è anzi la scuola che deve spesso andarli a cercare per avere informazioni in merito. Marco ha in classe un comportamento evitante sul piano dell impegno e della partecipazione alle attività scolastiche. Non disturba particolarmente, anche per la sostanziale docilità del suo carattere, ma è assolutamente passivo. Anche se si nota, ogni tanto, qualche sprazzo di interesse per alcuni argomenti toccati a scuola. Dopo di che riprecipita nella sua condizione di sostanziale apatia. Quando lo si invita a svolgere una consegna e lui si accorge (a torto o a ragione) di non saperla affrontare, smette subito di provare. A quel punto, non si riesce più a convincerlo a tentare. Fenomeno che si verifica soprattutto se in passato ha già fallito in quel genere di prove. E invece molto bravo nelle attività sportive (è bravo a giocare a calcio ed è inserito in una squadra a livello agonistico) ed è più sveglio della media dei suoi compagni nelle situazioni pratiche della vita (fa spesso vita di strada con i suoi amici del quartiere, senza però mai delinquere). Ha inoltre discrete capacità di socializzazione, si rende simpatico un po a tutti e si fa voler bene dai compagni e dagli insegnanti. Gli piace tutto sommato disegnare (è una delle poche attività scolastiche in cui è concentrato), ma non possiede i materiali per farlo. Chiede ogni tanto di andare con la maestra che segue un suo compagno con disabilità e, in quel contesto di lavoro, qualcosa fa, ma non sempre. Si assenta spesso, ma anche quando è in classe è come se fosse altrove, dando quasi sempre l idea al docente che sia con la testa altrove. I suoi voti sono bassi in tutte le discipline, eccetto che in Educazione fisica. La condotta è sostanzialmente buona, molto meno il comportamento generale. Sulla base di questa situazione, i docenti ritengono che per Marco possa risultare molto utile la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato. Il quesito attorno al quale dovrebbe costruirsi il PDP è il seguente: Come intervenire, mettendo in campo quali strategie a livello di classe e/o di scuola, sul piano didattico-educativo per aiutarlo a sviluppare un approccio più positivo nei confronti del proprio percorso formativo? 2
3 Svantaggio etno-linguistico Nella terza classe della scuola primaria, facente parte dell I.C., sono arrivati quest anno tre bambini extracomunitari, due cinesi e un rumeno. I tre bambini, a parte qualche frase imparata negli ultimi tempi, non parlano l Italiano. Sul piano comportamentale non si denotano problemi particolari, ma si nota una certa difficoltà nei bambini italiani ad accogliere i nuovi arrivati nel proprio gruppo. I tre sono sostanzialmente esclusi dai giochi degli altri e molto spesso i due cinesi giocano fra di loro, mentre il bambino rumeno tende a stare da solo, se non viene coinvolto da qualcun altro (in genere, gli insegnanti). I genitori hanno accettato sostanzialmente di buon grado l ingresso dei nuovi bambini, ma alcuni si sono preoccupati che la loro presenza potesse obbligare gli insegnanti a cambiare il percorso curricolare per la classe e che questo potesse tradursi nel rallentamento del ritmo di apprendimento dei loro figli. In effetti, insegnanti e scuola si ritrovano a dover re-impostare il percorso formativo, cercando di conciliare l inclusione degli alunni più svantaggiati e il diritto ad un percorso scolastico non penalizzante per gli alunni a più alto rendimento. 3
4 Disgrafia e disortografia Giovanni è un bambino di 10 anni che frequenta la quinta classe della scuola primaria. Giovanni è stato visto da una psicopedagogista che ha rilevato un impaccio motorio alle mani e una lentezza generale di risposta agli stimoli; le capacità cognitive sono risultate nella norma. Comunque non è stata effettuata in quell occasione alcuna valutazione in merito ai disturbi specifici d'apprendimento. Il bambino presenta un'anomalia nell'impugnare la penna, posizionandola tra il dito indice e il dito medio; la grafia è pessima, tende a scrivere le parole attaccate: scrive lamamma, pur sapendo che la parola mamma è un nome e che la parola la è un 'articolo; spesso attacca tre o quattro parole e, quando gli viene fatto notare l'errore, stacca le parole con delle lineette. Ha difficoltà di orientamento nello spazio, non segue il rigo e non rispetta i margini. A volte cerca di inserire una parola molto lunga in un spazio estremamente ristretto. Inoltre, quando scrive torna indietro e ripassa sopra le lettere precedentemente scritte, creando scarabocchi: si è notato che tale atteggiamento aumenta quando il 4
5 bambino è in uno stato di disagio. Se gli si chiede cosa sta facendo, risponde "l'aggiusto era venuta male". Nell'espressione orale è capace di descrivere bene gli avvenimenti, mentre ha qualche difficoltà nel descrivere luoghi. Usa un linguaggio verbale molto corretto, chiaro e ben articolato. Possiede un vocabolario molto ampio, che usa con grazia ed eleganza. Legge molto bene e spiega accuratamente quanto letto. Durante il percorso di recupero scolastico, si riscontrano delle difficoltà nella numerazione: da 1 a 100 numera senza alcun problema, riuscendo a comprendere il concetto di prima e dopo; oltre il 100, soprattutto quando il numero contiene dei 9 e, quindi, deve passare alla decina successiva o al centinaio seguente o ancora al migliaio, il bambino fornisce risposte a caso, senza neanche rendersi conto del prima e del dopo, dicendo ad esempio che dopo 1999 viene Spiegandogli come numerare e facendolo esercitare, sembra che qualcosa acquisisca, ma si rileva che tale acquisizione è solo momentanea: infatti a distanza di qualche giorno riprende a numerare in maniera sbagliata. Un'altra difficoltà di Giovanni riguarda la memorizzazione dei nomi dei mesi dell'anno: anche suggerendogli il primo mese dell'anno, gennaio, non è in grado di ricordare gli altri nomi e la corretta sequenza. (Quadro per lo studio di caso elaborato da: Ing. Rosaria Militello) 5
6 Dislessia profonda Carla è una bambina di 7 anni, frequenta la seconda primaria di una scuola della città e, a causa di un contesto familiare svantaggiato, è inserita in regime di semiconvitto, dove viene accolta per il pranzo e dove trascorre il pomeriggio in compagnia di un educatore e spesso di un tirocinante proveniente dalla Facoltà Scienze della Formazione, che aiutano lei ed altri bambini nell espletamento dei compiti e in varie attività ludico-ricreative. Il contesto socio-culturale di provenienza è svantaggiato, caratterizzato da una famiglia allargata con insufficienti mezzi economici. La bambina è esposta a litigi e atti violenti all interno della famiglia dove si rileva peraltro l assenza di cure, di regole e di igiene. E una bambina apparentemente serena, desiderosa di apprendere, manifesta costantemente il bisogno di cure e attenzioni da parte degli insegnanti. L equipe neuropsichiatrica della ASL ha escluso handicap, confermando un intelligenza nella norma. Sintomi: La bambina non riesce a leggere stringhe di lettere che non formano parole (PRENO) e con le parole commette vari tipi di errori. Gli errori comuni e i sintomi più frequenti, oltre all'incapacità di leggere a voce alta le non-parole, sono: o a) errori di tipo semantico: quando vengono presentate parole singole, la bambina legge non la parola scritta ma una di significato correlato a questa; ad esempio, viene presentata la parola TIGRE e dice la parola LEONE; o b) errori visivi: ad esempio LETTO al posto METTO, cioè quando la parola letta ha molte lettere in comune con quella che è realmente scritta; o c) sostituzione di parole funzione: ad es., QUANDO viene letto QUANTO; o d) errori morfologici: sono gli errori che si commettono quando, leggendo, viene modificato il prefisso o il suffisso della parola (es.: ANDAVO viene letto ANDATO); o f) effetto concretezza: le parole molto concrete (facilmente immaginabili) sono lette meglio delle parole astratte; o g) i nomi vengono letti meglio degli aggettivi: che sono letti meglio dei verbi, i quali presentano meno errori delle parole funzione; o h) afasia: disturbi del linguaggio orale; o i) disgrafia: difficoltà di scrittura; o l) deficit di memoria a breve termine verbale 6
7 Discalculia Aldo ha 9 anni e frequenta la classe quarta della scuola primaria. Il bambino ha sempre manifestato delle difficoltà in Matematica: lo si era notato a scuola e se ne erano accorti anche i genitori. Le difficoltà riguardavano soprattutto le operazioni aritmetiche e il calcolo mentale, persino la capacità di ricordare alcune tabelline. Da una più accurata analisi delle abilità matematiche dell alunno, emergono deficit consistenti, a fronte di capacità cognitive certamente nella norma e di un impegno costante nello studio da parte del bambino. Aspetti emersi: a) Il bambino procede molto lentamente e compie ugualmente molti errori quando deve scrivere dei numeri sotto dettatura e quando deve eseguire dei calcoli, indipendentemente dal fatto che i calcoli siano effettuati mentalmente o per iscritto. b) Non ha automatizzato alcuni semplici processi numerici (operazioni, tabelline ). c) Presenta difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale, che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri: il numero 9 viene scambiato col 6, il 51 col 15; alcuni numeri sono scritti al contrario. Non riesce ad attribuire un significato preciso alla posizione delle cifre all interno dell intero numero, per cui per lui non c è differenza tra 238 e 823. d) E capace di numerazione progressiva, dal numero più piccolo al più grande, ma non altrettanto abile nella numerazione regressiva. e) Non ha ancora imparato ad allacciarsi le scarpe, perché non mette correttamente in sequenza i movimenti delle due mani. 7
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