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1 A.R.T..A. Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura Organizzazione Comune del Mercato Vitivinicolo Reg. 1493/99 Disposizioni Tecniche per i controlli a campione Piano Ristrutturazione e di Riconversione dei Vigneti Aggiornato gennaio 2008

2 INDICE PREMESSA 1 OGGETTO DEL CONTROLLO 2 VERIFICA IN SEDE PRECEDENTE AL SOPRALLUOGO 2.1 Attività di verifica in sede 2.2 Documentazione sottoposta a controllo 3 VERIFICA IN LOCO 3.1. Attività di verifica in loco 3.2 Materiale di supporto 3.3 Modalità compilazione verbale 3.4 Casi particolari 4 VERIFICA IN SEDE SUCCESSIVA AL SOPRALLUOGO APPENDICE: NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE SUL SISTEMA DI MISURAZIONE DELLE SUPERFICI VITATE ALLEGATI Lista di controllo fascicolo e Rendiconto Verbale di sopralluogo e Verifica vigneto Verbale di controllo in loco

3 Premesse Nelle seguenti disposizioni si riportano le modalità per lo svolgimento dei controlli a campione (5%) sulle aziende che hanno presentato domanda di contributo all interno del Reg. (CE) 1493/1999 relativamente al Piano di ristrutturazione e riconversione vigneti. Rispetto alla modulistica utilizzata nel procedimento in oggetto, si precisa che per le aziende che hanno presentato la domanda fino alla campagna 2006/2007 sarà utilizzata la modulistica indicata nelle presenti disposizioni. A partire dalla campagna 2007/2008, con la presentazione della domanda di contributo tramite la DUA, pur rimanendo valide le modalità per lo svolgimento dei controlli e l oggetto delle verifiche aziendali, sarà utilizzata una modulistica di controllo diversificata adeguata alla DUA. 1 OGGETTO DEL CONTROLLO Il controllo viene svolto su aziende incluse in elenchi di liquidazione di anticipi e saldi inviati ad Artea dagli Enti territoriali competenti (Provincie e Comunità Montane) relativi ai collaudi del Piano di Ristrutturazione e riconversione vigneti. Le fasi operative del controllo delle aziende a campione prevedono le seguenti attività di verifica: 1. verifica in sede precedente al sopralluogo; 2. verifica in loco; 3. verifica in sede successiva al sopralluogo. 2 VERIFICA IN SEDE PRECEDENTE AL SOPRALLUOGO 2.1 Attività di verifica in sede L attività di verifica in sede comprende: a) verifica del fascicolo della domanda di contributo completo degli allegati, del verbale di collaudo e delle check-list redatte dall Ente territoriale competente; b) individuazione delle unità vitate oggetto di contributo mediante evidenziazione delle stesse sulle foto aeree incrociate con i dati catastali; c) misurazione tramite il sistema di coordinate GIS degli appezzamenti oggetto dell intervento; d) compilazione lista di controllo del fascicolo di domanda. 2.2 Documentazione sottoposta a controllo La documentazione da verificare si compone di un fascicolo di domanda, costituito dai seguenti sottofascicoli:

4 - domanda iniziale - richiesta di anticipo (eventuale) - richiesta di variante (eventuale) - richiesta di collaudo. Sottofascicolo domanda iniziale La documentazione relativa alla domanda iniziale si compone di: - Domanda di contributo sottoscritta dall azienda su modello stampata dal s.i. Artea [modulo id 179/205/207] Allegati alla domanda: - Relazione tecnica - Documentazione fotografica ante-intervento (eventuale) - Rappresentazione grafica su base catastale in scala 1:2000 relativa al vigneto da estirpare - Rappresentazione grafica su base catastale in scala 1:2000 relativa al vigneto da impiantare - Piano previsionale dei costi - Dichiarazione sostitutiva di atto notorio nei casi richiesti - Documenti relativi al titolo di possesso - Eventuali documenti attestanti titoli di priorità Documentazione istruttoria - Comunicazione ammissibilità dell ente - Graduatoria/Determina - Documentazione relativa al potenziale viticolo (attestazioni possesso dei diritti e autorizzazioni a impianto/ reimpianto/estirpazione) - Check list di registrazione, ricevibilità e ammissibilità redatta dal Centro di servizio sez.i - Check list di istruttoria - Potenziale vitivinicolo redatta dall Ente sez. II - Check list di istruttoria tecnico-amministrativa redatta dall Ente sez. III Sottofascicolo richiesta di anticipo - Richiesta di anticipo sottoscritta dall azienda in carta libera Allegati alla richiesta di anticipo: - Dichiarazione inizio lavori - Polizza fideiussoria (copia nel caso in cui l originale sia già stato trasmessa ad ART A) - Dichiarazione di impegno a completare i lavori entro i termini stabiliti Documentazione istruttoria - Domanda di richiesta anticipo stampata dal s.i. ART A [modulo id 850] (eventuale) - Modulo di verbale istruttoria garanzia fideiussoria [modulo id 191]

5 - Determina elenco di approvazione degli anticipi - Check list di registrazione, ricevibilità e ammissibilità redatta dall Ente (eventuale) - Check list di istruttoria e liquidazione anticipo sez. I Sottofascicolo richiesta di saldo - richiesta di saldo sottoscritta dall azienda in carta libera - domanda di contributo stampata dal s.i. di ART A [modulo id 196] Allegati: - Relazione tecnica degli interventi realizzati - Documentazione fotografica post-intervento - Computo metrico consuntivo - Certificazione vivaistica - Fatture quietanziate - Dichiarazione attestante i lavori in economia svolti Documentazione istruttoria - Verbale di sopralluogo redatto dall Ente - Verbale accertamento finale [modulo id 194] - Check list di registrazione, ricevibilità e ammissibilità redatta dall Ente - Check list Esito verbale di accertamento finale redatta dall Ente 3 VERIFICA IN LOCO 3.1. Attività di verifica in loco L attività di verifica in campo comprende: a) rilevazione/misurazione degli appezzamenti interessati: verifica del sesto d impianto e/o della percentuale di fallanza rilevata e dell area di intervento; b) rilevazione dei materiali e delle tecniche di impianto utilizzati; c) verifica dei materiali di sostegno utilizzati; d) verifica delle tecniche di impianto e delle pratiche agronomiche; e) eventuale verifica della disponibilità in azienda di macchinari ed attrezzature idonee alla corretta gestione delle ordinarie pratiche colturali del vigneto; f) verifica della corrispondenza fra intervento realizzato e intervento collaudato dall Ente competente per territorio in sede di accertamento finale; g) annullamento dei documenti giustificativi di spesa in originale; h) redazione del Verbale di sopralluogo. Per la misurazione degli appezzamenti in campo è prevista l utilizzazione dei seguenti strumenti: rotella metrica, rilevatore GPS.

6 Per quanto riguarda la rilevazione del sesto di impianto si prevede di effettuare almeno due misurazioni per appezzamento interessato utilizzando la rotella metrica. Per quanto riguarda la rilevazione dell area oggetto dell intervento tramite il rilevatore GPS si prevede di effettuare la misurazione del/degli appezzamento/i per il/i quale/i vi sia presenza di incongruità di superficie rispetto a uno dei seguenti elementi: dichiarazioni presentate allo schedario, dichiarazioni presenti in domanda, asseveramento del tecnico dell azienda, verbale di collaudo redatto dall Ente, foto aeree, dati catastali. Nel caso in cui non emergano le discordanze di cui sopra, il personale incaricato del controllo decide di volta in volta di effettuare o meno la misurazione dell area oggetto di intervento. La misurazione deve essere effettuata ai sensi della normativa nazionale e regionale relativa al sistema di misurazione delle superfici vitate che riportiamo in appendice. 3.2 Materiale di supporto Elenco del materiale tecnico necessario per lo svolgimento delle attività di controllo: - copia della domanda di contributo; - informazioni anagrafiche degli appezzamenti vitati da verificare: Codice ISTAT (Provincia, Comune, Sezione); Foglio di mappa; Numero particella; Subalterno (presente solo se dichiarato); Superficie Catastale (Ha); Superficie Oggetto da controllare (Ha). - foto aeree con incrocio reticolo catastale in scala compresa tra 1:1.000 e 1:4.000, stampate su carta formato A3 di tutti gli appezzamenti oggetto del controllo; - copia dei documenti giustificativi delle spese. Gli appezzamenti oggetto del controllo sono individuati sulle foto aeree tramite un pennarello indelebile. 3.3 Compilazione del verbale di sopralluogo VEDERE 796/2004 Le informazioni da riportare sul verbale devono essere scritte in modo chiaro e leggibile; non è consentito l uso di matite cancellabili. Nel caso di errori è necessario barrare il dato errato, lasciandolo visibile, riscrivendo a fianco quello corretto. Il verbale deve essere compilato in doppia copia, firmato, timbrato e sottoscritto sia dagli incaricati al controllo sia dal rappresentante dell azienda. Una copia del verbale deve essere consegnata al rappresentante dell azienda. La mancata sottoscrizione del verbale da parte del beneficiario o del suo incaricato comporta che non possono essere prese in considerazione eventuali motivazioni e/o

7 osservazioni formulate dallo stesso in sede di sopralluogo e presenti nella sezione I- Integrazioni all interno del Verbale. La firma che gli incaricati al controllo appongono in tale sezione del verbale va intesa come «presa visione» e non come accettazione delle dichiarazioni del beneficiario; allo stesso modo la firma del beneficiario o del suo rappresentante va intesa come «presa visione» di quanto fino a quel momento rilevato e non come accettazione di quanto riportato nel verbale stesso. 3.4 Casi particolari Il controllo è da ritenersi concluso comunque nei seguenti casi: a) non si presenta il beneficiario/delegato dell'azienda; b) si presenta il beneficiario/delegato senza dimostrare la propria identità; c) si presenta un rappresentante senza apposito conferimento d incarico; d) il beneficiario/delegato, non concordando con quanto accertato, non intende sottoscrivere il verbale; e) il beneficiario/delegato non rende disponibile per il controllo la documentazione aziendale. Nei casi di cui sopra verranno verbalizzati i motivi per i quali non è stato possibile eseguire il controllo oppure i motivi di disaccordo e di mancata sottoscrizione. Nel caso c) il richiedente potrà indicare a verbale le motivazioni della mancata sottoscrizione. 4 VERIFICA IN SEDE SUCCESSIVA AL SOPRALLUOGO Attività di verifica in sede successiva al sopralluogo: a) eventuale inserimento delle risultanze delle misurazioni effettuate in loco sul GIS; b) eventuale ricalcolo del contributo; c) redazione del verbale di controllo in loco; d) registrazione del controllo eseguito all interno del registro dei controlli; e) trasmissione del fascicolo completo dei verbali e delle risultanze del controllo in loco alla struttura di Autorizzazione. In presenza di richiesta di saldo, la struttura Autorizzazione provvede a predisporre il decreto di autorizzazione/non autorizzazione totale/parziale all erogazione del contributo; nel caso di richiesta di collaudo con erogazione dell anticipo la struttura Controlli oggettivi provvede a richiedere all UD Esecuzione pagamenti lo svincolo della polizza fideiussoria.

8 APPENDICE: NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE SUL SISTEMA DI MISURAZIONE DELLE SUPERFICI VITATE 1997 Con Deliberazione Giunta Regionale Toscana 9 giugno 1997, n. 645 ( Modalità e procedure tecnico-amministrative per la realizzazione di superfici vitate in Toscana ) è stata definita come superficie netta vitata l area interna ai ceppi e/o ai pali di sostegno più esterni del vigneto, aumentata sui lati e sulle testate dei filari di una misura pari al 50 % del sesto di impianto fino ad un massimo di tre metri. In caso di viti sparse il calcolo della superficie netta vitata viene effettuato assumendo una superficie di insidenza media per ceppo di metri quadrati Con Deliberazione Giunta Regionale 18 luglio 2000, n. 793 ( Modalità tecnico procedurali per la realizzazione di superfici vitate in Toscana ) viene abrogata la deliberazione Giunta Regionale n. 645/1997 e definita la superficie netta vitata come l area interna ai ceppi e/o ai pali di sostegno più esterni del vigneto, aumentata sui lati e sulle testate dei filari di una misura pari al 50 % del sesto di impianto fino ad un massimo di tre metri. Le fallanze presenti all interno della superficie vitata non comportano riduzioni ai fini della misurazione della superficie vitata medesima; qualora nell arco del periodo produttivo del vigneto si registri, in uno o più appezzamenti vitati all interno dell azienda, una riduzione della superficie produttiva superiore al 20%, è consentito effettuare nell ambito aziendale, anche su appezzamenti diversi, un idoneo reimpianto al fine di ripristinare le superfici e le condizioni produttive iniziali. In caso di viti sparse il calcolo della superficie netta vitata viene effettuato assumendo una superficie di insidenza media per ceppo di metri quadrati 5. Il Decreto ministeriale 26 luglio 2000 ( Termine e modalità per la dichiarazione delle superfici vitate ) stabilisce che per superficie vitata si intende quella all interno del sesto di impianto (da filare a filare e da vite a vite) aumentata, nelle fasce laterali e nelle testate, della superficie realmente esistente al servizio del vigneto e in particolare: superficie vitata ricadente su una intera particella catastale: in questo caso la superficie vitata da considerarsi è l intera superficie catastale della particella; superficie vitata ricadente solo su una parte della particella catastale: in questo caso la superficie vitata da considerarsi è quella all interno del sesto d impianto (da filare a filare e da vite a vite) aumentata, nelle fasce laterali e nelle testate, in misura del 50 per cento del sesto d impianto ovvero fino ad un massimo di metri 3 per le aree di servizio, ivi comprese le capezzagne, qualora effettivamente esistenti;

9 superficie vitata di filari singoli: in questo caso la superficie vitata da considerarsi, per quanto attiene le fasce laterali, sarà fino ad un massimo di metri 1,5 metri per lato e di 3 metri sulle testate per le aree di servizio, ivi comprese le capezzagne, qualora effettivamente esistenti La Circolare AGEA 5 marzo 2001 n. 11 ( Linee generali di attività e procedure per la compilazione assistita della dichiarazione delle superfici vitate ) prevede che una volta inserite tutte le informazioni nella dichiarazione delle superfici vitate (Quadro A, B e C), per ciascuna particella catastale si proceda ad una validazione tecnica delle consistenze aziendali. In particolare per quanto concerne il confronto sulla base dei dati dello schedario viticolo, la superficie riscontrata è soggetta ad una tolleranza del 5 %. Qualora la superficie vitata dichiarata sia maggiore del 5% rispetto a quella risultante allo schedario viticolo, se il produttore indica sotto la propria responsabilità la presenza di aree di servizio annesse al vigneto, è possibile ripetere la validazione aumentando la tolleranza di calcolo della superficie fino ad un valore massimo di 10,25 % La Deliberazione Giunta Regionale n. 120 dell 11 febbraio 2002 ( Modificazioni alla deliberazione Giunta regionale n. 793 del 18 luglio 2000 concernente modalità tecnico procedurali per la realizzazione di superfici vitate in Toscana ) modifica la sopra richiamata deliberazione GR n. 793/2000 nella parte concernente la definizione di superficie vitata al fine di adeguare tale nozione a quella contenuta nel decreto ministeriale 26 luglio 2000, anche per consentire l applicazione del piano regionale di ristrutturazione e riconversione dei vigneti facendo riferimento ad una unica definizione di superficie vitata, stabilendo inoltre che in caso di viti sparse la superficie vitata non può comunque superare una superficie di insidenza media per ceppo di metri quadrati Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 25 settembre 2003, n. 50/R ( Regolamento per la disciplina dell iscrizione delle superfici vitate agli albi dei vigneti per vini a denominazione di origine (DO) e agli elenchi delle vigne per vini ad indicazione geografica tipica (IGT) ) riprende il concetto di superficie vitata sancito dal decreto ministeriale 26 luglio In caso di viti sparse la superficie vitata non può comunque superare una superficie di insidenza media per ceppo di 5 metri quadrati. Con il termine unità vitata si intende una superficie continua coltivata a vite che ricede su una sola particella catastale e che è omogenea per le seguenti caratteristiche: tipo di possesso, destinazione produttiva (uva da vino, uva da tavola), tipo di coltura, forma di

10 allevamento, sesto di impianto, età dell impianto ed eventualmente vitigno se esattamente localizzato in modo da consentirne l individuazione grafica. Per vigneto o appezzamento vitato si intende una superficie continua coltivata a vite, costituita da una o più unità vitate contigue ed omogenee per le seguenti caratteristiche: tipo di possesso, destinazione produttiva (uva da vino, uva da tavola), tipo di coltura, forma di allevamento, sesto di impianto, età dell impianto. Sono da ritenersi contigue anche unità vitate tra le quali siano incluse superfici a servizio del vigneto di larghezza non superiore a tre metri. Agli albi DO o elenchi IGT sono iscritte le singole unità vitate anche parzialmente o l intero appezzamento vitato. Una unità vitata può essere associata ad un solo appezzamento vitato. La composizione ampelografica dei vigneti è riferita alla superficie vitata effettivamente investita da ciascun vitigno e non al numero dei ceppi La Deliberazione Giunta Regionale 13 settembre 2004 n. 881 ( Modificazioni ed integrazioni alla Deliberazione Giunta Regionale 18 luglio 2000, n. 793 Modalità tecnico procedurali per la realizzazione di superfici vitate in Toscana ) modifica ed integra la deliberazione GR n. 793/2000 ma la nozione di superficie vitata rimane invariata (quella stabilita dal decreto ministeriale 26 luglio 2000).

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