Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese

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1 Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese Rapporto 2012

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3 Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese Rapporto 2012

4 Il presente lavoro, nato dalla collaborazione tra Unioncamere Lombardia e il Consorzio Camerale per il credito e la finanza, è stato coordinato da Gianmarco Paglietti con il prezioso contributo di Renato Montalbetti. Hanno partecipato alla realizzazione della ricerca Valentina Morelli, Chiara Carzaniga e Roberto Calugi. Un particolare ringraziamento va alla società Simmetrix srl che ha curato il focus sulle esperienze estere. Si ringraziano le Camere di commercio, le Associazioni di categoria, le Federazioni dei confidi e i confidi per la collaborazione e la disponibilità nell offerta e nella verifica dei dati e nella condivisione dei risultati. 2

5 Indice PREMESSA L EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA Il Secondo Correttivo al D. Lgs. 141/ Il Decreto Sviluppo bis I contratti di rete GLI INTERVENTI CAMERALI A SOSTEGNO DEI CONFIDI I conferimenti ai fondi rischi dei confidi Le iniziative per l abbattimento dei tassi di interesse Le sezioni speciali per l internazionalizzazione del Fondo Centrale di garanzia L accordo FEI/Federfidi Lombarda IL SISTEMA DEI CONFIDI LOMBARDI Il modello Lombardia Le garanzie La patrimonializzazione I finanziamenti e i rapporti con le banche Dal network territoriale alle partnership tra confidi I servizi Federfidi Lombarda CONSIDERAZIONI FINALI E POSSIBILI SCENARI LE BEST PRACTICES IN ITALIA ESPERIENZE ESTERE A CONFRONTO: IL CASO TEDESCO La struttura del sistema di garanzia tedesco Il sistema delle bürgschaftbanken Il modello di business delle BG Il rapporto tra gli stakeholders Le misure anticrisi del sistema di garanzia tedesco Il confronto con il sistema dei confidi italiano Considerazioni finali sul sistema di garanzia tedesco ALLEGATO - I CONFIDI CENSITI

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7 Premessa Ad alcuni anni dall avvio del processo di riforma e di razionalizzazione del sistema delle garanzie, pare utile soffermarsi a tracciare un bilancio di quanto è stato realizzato finora per ammodernare il mercato, adeguandolo anche alle nuove regole europee e nazionali sugli intermediari finanziari, e quanto ancora rimane da fare per consolidarne le basi e garantirne la stabilità nel tempo. È già stato svolto un imponente lavoro di sfrondamento e di ripulitura che ha permesso di eliminare alcune zone grigie e molte strutture anacronistiche, è stata condotta una importante opera di apprendistato sia da parte dei controllori, sia da parte dei controllati, sulla gestione del nuovo status di intermediari finanziari vigilati cucito addosso alle strutture maggiori. E stata avviata anche una revisione delle tradizionali politiche di sostegno ai confidi condotte dagli enti pubblici e, in particolare, dalle Camere di commercio. Cosa rimane da fare? Le tensioni provocate dalla crisi, che sembrano lontane dall essere risolte, la ristrutturazione dell intero assetto creditizio e finanziario in un ottica di vigilanza europea, l insufficienza delle risorse pubbliche per far fronte alle notevoli esigenze di copertura provenienti dal sistema impongono di pensare a soluzioni nuove, anche radicali, che vadano oltre l efficiente gestione dell esistente, puntando a una sua consistente revisione che permetta di superare alcuni punti critici. Innanzitutto, è necessaria una ulteriore drastica riduzione del numero di player presenti sul mercato. Quasi una sessantina di intermediari vigilati e alcune centinaia di confidi non vigilati rappresentano una frammentazione e una moltiplicazione dei costi di gestione e di struttura che non sono oggettivamente sopportabili né dal sistema né dai suoi sostenitori pubblici. A fronte di un mercato italiano delle garanzie che rappresenta oltre il 40% del mercato europeo 1, abbiamo un numero di confidi che è quasi quindici volte maggiore rispetto a quello degli operatori attivi, ad esempio, in Francia. Nella sola Lombardia, sono presenti oltre una quarantina di confidi, un numero superiore a quelli che operano nell intera Spagna o nell intera Germania. Una simile frammentazione comporta inevitabili conseguenze in termini di efficienza e di redditività delle strutture, di sostenibilità economica e finanziaria, di efficacia dell intervento pubblico. Proprio l efficacia dell intervento pubblico rappresenta un secondo importante punto critico. E stato ribadito più volte che le risorse a disposizione sono nettamente ridotte rispetto al passato, a fronte di una domanda di sostegno crescente proveniente dal sistema. E evidente che una ripartizione delle risorse tra i diversi player presenti sul mercato o anche solo tra i confidi vigilati operanti in Lombardia comporterebbe una loro parcellizzazione del tutto inadeguata a far fronte alle notevoli esigenze di patrimonializzazione e di copertura delle perdite del sistema. Diventa allora necessario individuare le modalità e gli strumenti più idonei per garantire la massima efficacia possibile agli interventi del sistema pubblico e di quello camerale, in particolare. 1 Fonte: AECM, dati aggiornati al Cfr. Considerando n. 22 della Proposta di Regolamento del Consiglio che attribuisce alla BCE compiti 5

8 Sotto questo punto di vista, si pone un terzo punto critico: il coordinamento delle politiche camerali. Si è sottolineato in precedenza il problema dell entità del sostegno necessario per garantire il funzionamento del sistema, ma non va dimenticato il problema delle dimensioni stesse di questo sistema. Il processo di consolidamento in atto ha condotto alla nascita di alcuni operatori di dimensioni regionali, di alcuni confidi di dimensioni sovraregionali e di un discreto numero di strutture con un mercato interprovinciale. Sono ormai del tutto marginali, in termini di volumi, i confidi che operano esclusivamente entro i confini della propria provincia. Ci si trova, di fatto, di fronte a un mercato delle garanzie di dimensioni ormai regionali a cui si contrappone un sistema camerale operante su scala provinciale. Un sistema con regole, procedure, tempi diversi per la gestione di interventi, bandi, iniziative in cui sono coinvolti i confidi. Ciò comporta una evidente diseconomia sia per i confidi che, laddove operino su scala regionale, devono ottemperare a una dozzina di diversi modelli regolamentari, sia per le Camere di commercio. Diventa urgente, a questo punto, valutare l opportunità di un maggior coordinamento o, quanto meno, di una maggior armonizzazione degli strumenti e delle politiche, che permettano una maggior efficacia e un minor dispendio di risorse a livello di sistema. Si tratta, in sostanza, di garantire quella massa critica, in termini di risorse finanziarie, di competenze, di rete, che permetta di predisporre strumenti che abbiano un effettivo e benefico impatto sulle imprese, che sono non dimentichiamolo il vero obiettivo e i veri beneficiari delle politiche camerali. Le esperienze di Confiducia o dello Sblocca-crediti dimostrano come le azioni di sistema garantiscano un efficacia notevolmente maggiore rispetto ad interventi in ordine sparso. Ma le azioni di sistema possono rivelarsi determinanti, oltre che in un ottica di ottimizzazione delle risorse, anche per difendere il ruolo di strumenti di politica territoriale dei confidi stessi. Allo stato attuale, infatti, downgrade del debito sovrano italiano e sue conseguenze sulla ponderazione delle garanzie rilasciate dagli intermediari vigilati, performance non eccezionali in termini di qualità dei portafogli, problemi e tempi crescenti per la gestione e la liquidazione delle posizioni in sofferenza hanno messo a dura prova il tradizionale rapporto di collaborazione tra banche e confidi. La possibilità per le banche di bypassare il sistema delle garanzie mutualistiche e di rivolgersi direttamente agli operatori pubblici che dispongono della garanzia di ultima istanza dello Stato, sovrapponendosi ai costi crescenti e ai benefici decrescenti che l intermediazione dei confidi comporta per le imprese, rischia di porre fuori gioco i consorzi fidi. Solo una azione concordata, che veda il sistema camerale come centro di proposta e di coordinamento e che coinvolga tutti i soggetti, comprese le banche, che operano sul mercato del credito, può garantire una visione unitaria e un input politico capaci di convogliare le risorse e di coordinare le energie verso obiettivi comuni, evitando che ognuno degli operatori si limiti a perseguire strategie finalizzate alla propria crescita (o alla propria sopravvivenza), perdendo di vista l interesse generale a sostenere lo sviluppo e il rilancio dei territori. 6

9 1 L evoluzione della normativa 7

10 Nel corso dell ultimo anno è proseguito il processo di integrazione e riforma della normativa sugli intermediari finanziari sia a livello europeo, sia a livello nazionale. A livello europeo, sta per concludersi l iter normativo che porterà alla costituzione di un sistema unico di vigilanza bancaria, che prevede un accentramento della supervisione sulle banche presso la Banca Centrale europea, basato su un doppio livello: diretto, verso le grandi banche sistemiche, e indiretto, ossia attraverso le autorità di vigilanza nazionali, verso tutte le altre banche. Nella proposta di regolamento europeo sui nuovi compiti attribuiti alla BCE, la cui approvazione definitiva spetta al Parlamento europeo, si specifica che gli intermediari finanziari non bancari continueranno ad essere vigilati dalle autorità nazionali 2. La vigilanza sui confidi iscritti all Albo, quindi, sarà di competenza della Banca d Italia. A livello nazionale, sono state introdotte innovazioni normative che riguardano sia i confidi vigilati sia i confidi non vigilati. Due sono le principali novità introdotte: - la definizione delle caratteristiche e delle modalità operative dell Organismo di vigilanza per i confidi non vigilati da Banca d Italia; - la possibilità per i confidi vigilati di computare a patrimonio o a capitale sociale i fondi erogati da soggetti pubblici. 1.1 Il Secondo Correttivo al D. Lgs. 141/2010 Il Secondo Correttivo al Decreto legislativo 141/2010 3, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 14 settembre, prevede alcune novità relative ai cosiddetti confidi non vigilati. Il testo definisce, infatti, le linee guida e i principi base riguardo a costituzione, funzionamento, compiti e poteri dell Organismo di vigilanza sui confidi e chiarisce i termini per l adozione delle disposizioni attuative da parte delle autorità competenti (Ministero dell Economia e delle Finanze e Banca d Italia). In primis il testo stabilisce che i confidi vigilati da Banca d Italia sono tenuti ad iscriversi esclusivamente all Albo degli intermediari finanziari e, dunque, sono esclusi dall obbligo di iscrizione nell Elenco tenuto dall Organismo. L Organismo avrà personalità giuridica di diritto privato, non avrà forma associativa, a differenza di quanto previsto dalla precedente versione normativa, ma disporrà di autonomia organizzativa, statutaria e finanziaria. Compito principale dell Organismo sarà la gestione dell Elenco dei confidi non vigilati e tutte le attività ad essa connesse. Il Secondo correttivo amplia e rafforza i poteri sia dell Organismo stesso sia del Ministero dell Economia e delle Finanze (MEF): nello specifico, l Organismo può, su istanza della 2 Cfr. Considerando n. 22 della Proposta di Regolamento del Consiglio che attribuisce alla BCE compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi, Commissione europea, COM (2012) 511 final. 3 Decreto legislativo 19 settembre 2012, n. 169, recante Ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, recante attuazione della direttiva 2008/48/CE, relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del Titolo V del testo unico bancario in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, pubblicato in G.U. 2 ottobre 2012,n

11 Banca d Italia, imporre agli iscritti il divieto di intraprendere nuove operazioni o disporre la riduzione delle attività per violazioni di disposizioni legislative o amministrative che ne regolano l operatività. Al contempo, il MEF, sempre su proposta della Banca d Italia, può sciogliere gli organi di gestione e di controllo dell Organismo qualora risultino gravi irregolarità nell amministrazione o gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie dello stesso. Alla Banca d Italia sono riservati i seguenti poteri: - in caso di scioglimento degli organi di gestione e controllo dell Organismo, provvede agli adempimenti necessari alla ricostituzione degli stessi; - dispone la rimozione di uno o più componenti degli organi di gestione e controllo in caso di grave inosservanza dei doveri ad essi assegnati o dei provvedimenti specifici e di altre istruzioni impartite dalla Banca d Italia. E prevista una riduzione dell aliquota massima di contribuzione degli iscritti, calcolata non più in ragione dell 1% dei crediti garantiti ma dello 0,5% delle garanzie concesse. L iter di costituzione dell Organismo prevede i seguenti passaggi: - nomina dei primi componenti con decreto del MEF, su proposta della Banca d Italia; - approvazione dello Statuto e definizione dell aliquota contributiva a carico degli iscritti, raccolta dei fondi e iscrizione dei confidi da parte dell Organismo entro il 30 settembre 2013; - nomina da parte del MEF di un suo rappresentante nell organo di controllo. Il termine entro cui la Banca d Italia e il MEF devono procedere all adozione delle disposizioni attuative è il 31 marzo In relazione alle scadenze di iscrizione all Albo e all Elenco, fa fede quanto disposto dal Primo Correttivo 4 e dal d. lgs 141/2010: i confidi vigilati avranno l obbligo di iscriversi all Albo unico degli intermediari finanziari entro il 30 giugno ,mentre i confidi non vigilati dovranno presentare istanza di iscrizione all Elenco al massimo entro il 30 giugno Inoltre, per quanto concerne la possibilità di operare secondo la disciplina previgente la riforma, gli intermediari vigilati e i confidi iscritti al vecchio elenco generale o al vecchio elenco speciale possono continuare ad operare rispettivamente fino al 31 marzo 2014 e al 30 settembre 2014, al decorrere dai quali cessano la loro attività, nel caso in cui non abbiano richiesto di essere iscritti ai nuovi elenchi 7. 4 Decreto legislativo 14 dicembre 2010, n. 218 recante Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, recante attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo IV del testo unico bancario (decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385) in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi" pubblicato in G.U. 18 dicembre 2010, n Cfr. art. 7 comma 1 del Primo Correttivo al D. lgs. 141/ Cfr. art. 20 comma 5 lettera e) del D. lgs. 141/ Cfr. art. 7 comma 2 del Primo Correttivo al D. lgs. 141/

12 1.2 Il Decreto Sviluppo bis Il Decreto Sviluppo bis 8, convertito in legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha introdotto misure volte a rafforzare il patrimonio dei confidi vigilati. Le disposizioni relative ai confidi sono contenute nell art. 36 del decreto, che prevede per i confidi vigilati la possibilità di imputare a fondo consortile, capitale sociale, ad apposita riserva o accantonare per la copertura dei rischi i fondi rischi e gli altri fondi o riserve patrimoniali o finanziamenti per la concessione delle garanzie costituiti da contributi dello Stato, delle Regioni o di altri enti pubblici. Si tratta, dunque, di contributi e agevolazioni, erogati sotto diverse forme da soggetti pubblici, su cui gravano precisi vincoli di destinazione, che ne permettono l utilizzo esclusivamente a copertura delle perdite relative a determinati portafogli di attività. In base alle disposizioni vigenti di Banca d Italia 9, la mancanza del requisito della piena disponibilità dei fondi pubblici per qualsiasi perdita aziendale, non permette che gli stessi siano computati a patrimonio di vigilanza. In virtù della norma qui commentata, i contributi pubblici possono essere inclusi nel patrimonio o capitale sociale, facendo cadere tali vincoli ope legis. Si specifica che i destinatari della norma sono i confidi vigilati e i confidi che, pur non essendo iscritti all attuale elenco speciale, abbiano effettuato operazioni di rafforzamento patrimoniale in seguito a processi di fusione già realizzati a partire dal 1 gennaio 2007 oppure che verranno realizzati entro il 31 dicembre del Tra le iniziative volte a rafforzare il patrimonio dei confidi, non va dimenticata l importante novità introdotta a dicembre 2011 dal cosiddetto decreto Salva Italia 10, che ha permesso ad enti pubblici e privati e alle imprese non finanziarie di grandi dimensioni di partecipare al capitale sociale dei confidi vigilati e delle banche di garanzia I contratti di rete Nel corso dell ultimo biennio, nel sistema dei confidi si è cominciato a diffondere un nuovo strumento: il contratto di rete. Valorizzando l opportunità introdotta dalla legge 133/2008, integrata dal Decreto Sviluppo bis 12, che autorizza e favorisce la sottoscrizione di accordi di collaborazione rafforzata tra le imprese, anche i confidi hanno avviato la sperimentazione di questo nuovo modello di collaborazione basato su due principi fondamentali: complementarietà e autonomia. Complementarietà, poiché il contratto è 8 Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 recante Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese, pubblicato in G.U. 18 dicembre 2012, n Cfr. Circolare n. 216 del 5 agosto 1996, 9 aggiornamento del 28 febbraio 2008, Banca d Italia. 10 Decreto legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, pubblicata in G.U. 27 dicembre 2011, n Le condizioni da soddisfare ai fini della partecipazione al capitale sociale dei confidi vigilati sono: i) le piccole e medie imprese socie devono disporre almeno della metà più uno dei voti esercitabili nell Assemblea; ii) la nomina dei componenti degli organi che esercitino funzioni di gestione e di supervisione strategica deve essere riservata all Assemblea. 12 Cfr. art. 36 del Decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito in legge 17 dicembre 2012, n

13 finalizzato a condividere le competenze specifiche, i punti di forza organizzativi e commerciali, il presidio territoriale dei diversi confidi promotori. Autonomia, poiché consente di mantenere la propria struttura di governance evitando i costi, non solo finanziari, che talvolta le fusioni tra soggetti portatori di esperienze dissimili possono comportare. Ciò non toglie, naturalmente, che questi accordi possano essere invece pensati come una fase propedeutica in vista di una possibile aggregazione nel medio-lungo periodo, finalizzata ad armonizzare le diverse strutture e procedure e a testare l integrabilità delle diverse realtà di cui i confidi sono portatori. Ad oggi, a livello nazionale, le reti di confidi esistenti sono cinque: - Rete Fidi Sicilia (Confidi di Agrigento, Caltanissetta e Trapani) - Rete tra confidi di Fermo e Macerata - Rete Fidi Nord Est (Apiveneto Fidi e Artigianfidi Vicenza) - Rete tra Cofiter, Finterziario Rimini, Creditcom Forlì-Cesena, Confidi per le imprese Cesena, Garcom Piacenza e Garcom Parma - CooperFidiNet (Cooperfidi Italia, Cooperfidi Trento e Fidicoop Sardegna). Numerose sono le opportunità e i vantaggi derivanti da un accordo di rete: in primis, la condivisione delle competenze, che permette una maggiore specializzazione nel settore di riferimento; la condivisione delle risorse a disposizione, che consente un migliore e più efficace utilizzo delle stesse; il possibile frazionamento del rischio, attraverso accordi di riassicurazione con carattere di reciprocità; una maggiore presenza sul territorio mediante le singole reti territoriali; l accesso a nuovi mercati; la possibilità di collaborare per offrire nuovi e maggiori servizi alle imprese, sia in termini di prodotti finanziari sia in termini di assistenza e consulenza; un maggiore livello reputazionale nei confronti dei principali attori finanziari ed istituzionali, sia locali sia nazionali. Il contratto di rete costituisce soltanto una delle possibili soluzioni di networking che i confidi possono adottare. Ne è un esempio l iniziativa avanzata da due confidi lombardi, Artigianfidi Lombardia e Confapi Lombarda Fidi, che hanno stipulato un accordo denominato Affidamento pool confidi. Si tratta di un prodotto che permette ai confidi di intervenire in co-garanzia sul medesimo affidamento, coprendo un rischio complessivo pari all 80%. Le linee di credito possono essere utilizzate solo per anticipi di crediti e contratti nei confronti di clienti individuati e ben definiti, affinché i confidi possano valutare non soltanto l impresa ma anche le relative controparti. L obiettivo è quello di consentire alle imprese di accedere a nuovi affidamenti commerciali, nonché ampliare quelli già concessi autonomamente da una o più delle banche affidanti. 11

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15 2 Gli interventi camerali a sostegno dei confidi 13

16 L accentuarsi degli effetti della crisi, sia in termini di accesso al credito per le imprese, sia in termini di aumento delle difficoltà che le aziende devono affrontare per restare sul mercato, a fronte di una domanda interna che non decolla e di una competizione sui mercati esteri sempre più dura, ha richiesto un impegno sempre maggiore da parte delle Camere di commercio. Un impegno che si concretizza innanzitutto nel supporto diretto al tessuto imprenditoriale ma che si manifesta anche nel sostegno al sistema dei confidi, che nel corso degli ultimi anni ha giocato il duplice ruolo di strumento delle politiche di sviluppo camerali e di beneficiario degli interventi delle Camere di commercio stesse. Il sovrapporsi di problemi esogeni, la crisi del credito, la crescita delle sofferenze,e di problemi endogeni, l adeguamento alla nuova normativa, i processi di aggregazione, la trasformazione in intermediari vigilati, ha sottoposto i confidi a notevoli pressioni sotto il profilo finanziario, rendendo necessario un impegno crescente da parte del sistema camerale. Alcuni dati possono contribuire a far comprendere l entità di questo impegno. Nel solo 2011, a livello nazionale, 61 Camere di commercio sono intervenute con misure di sostegno diretto o indiretto a favore dei confidi, erogando complessivamente quasi 60 milioni di euro 13. Il 44% di queste risorse, pari a oltre 26 milioni di euro, è stato destinato a conferimenti diretti, oltre il 37%, pari a circa 22 milioni, a interventi in conto interessi con l intermediazione dei confidi, il 19% circa, pari ai restanti 11 milioni di euro, ad altri interventi di supporto, quali il sostegno per progetti di aggregazione e di riposizionamento strategico dei confidi. Ripartizione percentuale delle risorse camerali a favore dei confidi in Italia Fondi rischi 44,1% Conto interessi 37,2% Altri contributi 18,7% Il sistema camerale lombardo ha stanziato, nel 2011, oltre 9,8 milioni di euro a sostegno dei confidi, un impegno che si è accentuato nel 2012, sfiorando gli 11 milioni di euro. Considerando gli ultimi 6 anni ed escludendo le azioni di sistema, come Confiducia, le Camere di commercio lombarde hanno stanziato complessivamente quasi 73 milioni di euro per interventi di supporto diretto o indiretto a favore dei confidi. 13 Fonte: Unioncamere Nazionale. 14

17 2.1 I conferimenti ai fondi rischi dei confidi I conferimenti destinati al patrimonio o ai fondi rischi sono uno degli strumenti con cui le Camere di commercio tradizionalmente supportano il sistema dei confidi. In genere si tratta di contributi diretti assegnati tramite bandi aperti a tutti gli operatori, senza distinzioni tra confidi vigilati e non vigilati. Nel corso degli ultimi sei anni l impegno del sistema camerale lombardo ha raggiunto una quota rilevante: oltre 31 milioni di euro. Nell ultimo biennio, in particolare, i conferimenti hanno superato i 7 milioni di euro, di cui quasi 5 milioni nel solo Ammontare dei conferimenti stanziati per la contribuzione ai fondi rischi dei confidi Totale % Bergamo ,8% Brescia ,8% Como ,9% Cremona ,0% Lecco ,7% Lodi 0 0,0% Mantova ,1% Milano ,1% Monza 0 0,0% Pavia 0 0,0% Sondrio 0 0,0% Varese ,6% Totale ,0% Nel 2012 i conferimenti mobilitati a livello regionale sono imputabili a 6 Camere di commercio. La maggior parte delle risorse (quasi il 59%) è stata stanziata dalle Camere di commercio di Bergamo e Varese. Considerando l intero periodo, le Camere di commercio di Bergamo, Brescia, Milano e Varese hanno stanziato oltre l 87% dell intero plafond camerale destinato ai fondi rischi dei confidi. Ammontare complessivo dei fondi stanziati dalle Camere di commercio, nel periodo , per la patrimonializzazione o il consolidamento dei fondi rischi dei confidi (valori in euro) Milano Varese Brescia Bergamo Mantova Cremona Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio I confidi che hanno beneficiato della misura sono sia strutture con una sede legale nel territorio regionale, sia confidi che operano in Lombardia ma la cui sede legale è situata al 15

18 di fuori del territorio lombardo. Nello specifico, dall analisi è emerso che oltre il 61% dei fondi è stato assegnato a confidi con sede legale in Lombardia 14 mentre il rimanente è stato assegnato a confidi con sede legale al di fuori della regione. Tali dati rispecchiano l evoluzione che sta interessando il sistema dei confidi che, a seguito di processi di fusione, aggregazione ed espansione, nella maggior parte dei casi non presentano più una dimensione locale ma si sono articolati garantendo un operatività intersettoriale su un ambito territoriale ormai di dimensioni regionali. Guardando ai valori dei fondi stanziati dal sistema camerale lombardo negli ultimi anni, si osserva un andamento altalenante. A fronte di un valore medio di circa 5,2 milioni di euro, i conferimenti sono oscillati tra i quasi 11 milioni di euro del 2009, anno in cui si sono sentiti maggiormente gli effetti della crisi, e i 2,3 milioni del 2011, anno in cui peraltro si è chiusa l esperienza di Confiducia, al cui plafond le Camere di commercio lombarde avevano conferito oltre 30 milioni di euro. Ammontare complessivo dei fondi stanziati dal sistema camerale lombardo, nel periodo , per la patrimonializzazione o il consolidamento dei fondi rischi dei confidi (valori in euro) Può essere interessante, per concludere, esaminare come si sono ripartite le risorse che le Camere di commercio hanno stanziato a integrazione dei fondi e dei patrimoni dei confidi nel corso dell ultimo biennio. La classifica è stata stilata tenendo conto dei dieci confidi che hanno ottenuto, nell intero territorio regionale, i maggiori conferimenti complessivi nel periodo Le percentuali sono state ricavate considerando non l intero ammontare di risorse effettivamente conferite dalle Camere di commercio, di cui hanno beneficiato anche strutture che non hanno partecipato alla rilevazione, ma i volumi conferiti ai soli confidi considerati in questa ricerca. Si tratta comunque della quasi totalità delle risorse stanziate. 14 Più precisamente, il 40,5% a confidi con sede legale nella provincia di riferimento della Camera di commercio, il 20,8% a confidi con sede legale in altre province della Lombardia. 16

19 I dieci maggiori beneficiari dei conferimenti pubblici ai confidi biennio Confidi 1 20,5% 26,0% 16,8% Confidi 2 16,2% 14,0% 17,8% Confidi 3 12,9% 4,3% 18,6% Confidi 4 6,5% 3,7% 8,4% Confidi 5 5,8% 7,2% 5,0% Confidi 6 5,6% 0,0% 9,3% Confidi 7 4,1% 6,1% 2,8% Confidi 8 3,8% 4,7% 3,1% Confidi 9 3,0% 7,5% 0,0% Confidi 10 2,8% 5,0% 1,4% Totale 81,2% 78,5% 83,2% I dieci maggiori beneficiari delle risorse stanziate dalle Camere di commercio sono stati destinatari, nel corso dell ultimo biennio, di oltre l 81% delle risorse disponibili. Quasi la metà sono state assegnate ai primi tre beneficiari. 2.2 Le iniziative per l abbattimento dei tassi di interesse Un altro importante strumento, con cui le Camere di commercio sostengono il sistema produttivo lombardo, è costituito dagli interventi per l abbattimento dei tassi di interesse sui finanziamenti concessi alle imprese. Tale misura è finalizzata a mitigare il costo del credito rendendolo più accessibile alle imprese. Nel corso del 2012, per questa linea di intervento sono stati stanziati oltre 6 milioni di euro, una cifra sostanzialmente in linea con i conferimenti degli anni precedenti. Ammontare dei fondi stanziati per l abbattimenti dei tassi di interesse per le imprese Totale % Bergamo ,8% Brescia ,2% Como ,7% Cremona ,5% Lecco ,3% Lodi ,0% Mantova ,9% Milano ,7% Monza ,3% Pavia ,5% Sondrio , ,3% Varese ,7% Totale ,0% 17

20 A differenza di quanto rilevato in merito ai conferimenti diretti, in questo caso il ruolo dei confidi con sede legale in Lombardia è senz altro maggiore. Infatti, dalla rilevazione emerge che circa l 87% delle risorse è stato stanziato a favore di imprese assistite da confidi con sede legale sul territorio della regione 15 a fronte di un 13% a favore di aziende assistite da confidi esterni. Guardando agli stanziamenti effettuati dalle Camere di commercio lombarde nel periodo , si può notare che, salvo l eccezione del 2009, i contributi si sono attestati in un range che va dai 5,6 ai circa 7,5 milioni di euro, evidenziando una sostanziale stabilità nel corso dell intero periodo considerato. Ammontare complessivo dei fondi stanziati dal sistema camerale lombardo, nel quinquennio 2007/2012, per l abbattimento dei tassi di interesse versati dalle imprese (valori in euro) Nel corso del periodo, Brescia, Milano e Varese hanno stanziato, complessivamente, quasi i tre quarti delle risorse destinate all abbattimento dei tassi di interesse. Va, comunque, sottolineato che, nel corso del periodo, tutte le Camere di commercio hanno attivato questa linea di intervento, a testimonianza dell impegno profuso dal sistema per contribuire a mitigare, almeno parzialmente, gli effetti del credit crunch. Un problema la cui gravità rischia di essere ulteriormente amplificata dalla seppur timida ripresa della domanda di credito proveniente dal tessuto imprenditoriale che si è registrata negli ultimi mesi del 2012, finalizzata, nella maggior parte dei casi, non a finanziare investimenti ma a garantire la liquidità necessaria per continuare l attività di breve periodo. Ammontare totale dei fondi stanziati da ciascuna Camera di commercio, nel quinquennio2007/2012, per l abbattimento dei tassi di interesse (valori in euro) Brescia Milano Varese Monza Mantova Como Lecco Bergamo Sondrio Cremona Lodi Pavia 15 Più precisamente, il 65,4% con sede legale nella provincia e il 21,7% con sede legale in altre province della Lombardia. 18

21 2.3 Le sezioni speciali per l internazionalizzazione del Fondo Centrale di garanzia Al fine di facilitare l accesso al credito delle imprese, in particolare di quelle di piccole dimensioni, la maggior parte delle Camere di commercio lombarde ha aderito ad un iniziativa, promossa dal Consorzio Camerale per il credito e la finanza e realizzata in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell Economia e delle Finanze, per la costituzione di sezioni speciali del Fondo Centrale di garanzia finalizzate a supportare la competitività internazionale delle PMI. Il sistema camerale lombardo ha avuto un ruolo importante nella realizzazione di questo progetto, mettendo a disposizione un contributo superiore, complessivamente, ai 10 milioni di euro, corrispondente a circa i due terzi dell intera dotazione iniziale delle sezioni speciali. Ammontare totale dei contributi erogati dal sistema camerale lombardo per la costituzione delle sezioni speciali per l internazionalizzazione (valori in euro) Milano Brescia Bergamo Varese Monza - Brianza Lecco Pavia Cremona Mantova Como Il progetto prevede l attivazione di sezioni speciali del Fondo Centrale per l erogazione di co- e contro-garanzie sui finanziamenti concessi a copertura di spese destinate a interventi per l internazionalizzazione, nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. In particolare, sono ammessi interventi, realizzati con l intermediazione del sistema dei confidi, per operazioni la cui durata è compresa tra i 18 e i 60 mesi. Grazie alla partecipazione finanziaria delle Camere di commercio, le imprese potranno godere della quota massima di garanzia prevista dal Fondo e, soprattutto, saranno loro assicurate modalità semplificate di accesso al Fondo stesso. Inoltre, l accordo prevede una compartecipazione paritaria al rischio da parte del Fondo con proprie risorse, il che si traduce di fatto in un raddoppio della dotazione finanziaria delle sezioni stesse. 19

22 2.4 L accordo FEI/Federfidi Lombarda Una seconda importante iniziativa promossa dal sistema camerale lombardo è rappresentata dall accordo siglato tra Federfidi Lombarda, confidi regionale di secondo livello, e il Fondo Europeo per gli Investimenti. Esso prevede la costituzione di un Fondo di garanzia gestito da Federfidi Lombarda che controgarantirà i confidi che abbiano rilasciano una garanzia per finanziamenti destinati a esigenze di liquidità o alla realizzazione di nuovi investimenti. Le Camere di commercio lombarde, insieme a Unioncamere Lombardia, hanno sostenuto il progetto stanziando 5 milioni di euro, risorse che sono pari a un terzo delle risorse complessive del fondo di garanzia. Tutte le Camere lombarde, anche se in misura diversa, hanno partecipato all iniziativa, apportando risorse per un valore prossimo ai 3 milioni di euro, a cui si aggiungono oltre 2 milioni di euro stanziati da Unioncamere Lombardia. Ammontare totale dei contributi erogati dal sistema camerale lombardo per la costituzione del Fondo FEI Cip 2 (valori in euro) Unioncamere Lombardia Milano Brescia Bergamo Sondrio Lodi Lecco Pavia Cremona Mantova Como Monza - Brianza Varese

23 3 Il sistema dei confidi lombardi 21

24 3.1 Il modello Lombardia Il mercato delle garanzie ha subito, nel corso degli ultimi anni, una radicale trasformazione, che ha condotto alla nascita di un sistema caratterizzato da: - notevole concentrazione del mercato, che ha di fatto dimezzato il numero di confidi localizzati sul territorio regionale; - creazione e sviluppo di un forte nucleo di confidi vigilati, nati dall aggregazione di strutture locali; - entrata e consolidamento sul mercato regionale di grandi players provenienti da altre regioni, anche attraverso politiche di aggregazione e incorporazione interregionale; - integrazione, su scala regionale, del mercato delle garanzie e superamento dei tradizionali confini associativi e/o settoriali; - ampia riorganizzazione interna delle strutture, con definizione di nuove funzioni e inserimento o riqualificazione di risorse professionali. Sotto diversi aspetti, la Lombardia ha rappresentato una sorta di laboratorio per l intero sistema delle garanzie, sia per la centralità e il peso del mercato nel contesto nazionale, sia per il modello di sviluppo seguito nella definizione dei rapporti tra istituzioni pubbliche e confidi, sia per il ruolo giocato proprio dal sistema pubblico e, in particolare, dalle Camere di commercio nel supporto e nell accompagnamento del processo di razionalizzazione del mercato. Sono 13 i confidi vigilati censiti nella ricerca: - Artfidi Lombardia - Artigianfidi Lombardia - Confapi Lombarda Fidi - Confidi Lombardia - Confidi Province Lombarde - Cooperfidi Italia - Creditagri - Eurofidi - Ifidi - Italia Comfidi - Sinvest - Sviluppo Artigiano - Unionfidi. Nel febbraio 2013 ha ottenuto l autorizzazione per operare in qualità di confidi vigilato anche Fidialtaitalia che, ai fini di questa rilevazione, però, sarà trattato ancora come confidi non vigilato. Naturalmente, a questo gruppo,va aggiunta Federfidi Lombarda, confidi vigilato di secondo grado, di cui si parlerà successivamente. Va, infine, citata l esperienza di Asconfidi Lombardia, confidi-rete costituito da 13 confidi di primo grado e che è in attesa di ricevere l autorizzazione ad operare come intermediario vigilato. Dei 13 confidi vigilati citati, sette hanno sede in Lombardia, quattro hanno sede fuori regione ma sono presenti sul territorio in virtù dei processi di aggregazione che hanno coinvolto confidi locali e due sono operatori localizzati in Piemonte. 22

25 3.2 Le garanzie I confidi che hanno partecipato alla rilevazione detenevano a fine 2011 uno stock di garanzie superiore ai 3,6 miliardi di euro. Considerando solo lo stock di garanzie erogate sul territorio della regione, si osserva che undici confidi detengono un portafoglio garanzie superiore ai 75 milioni di euro e tre, in particolare, superano i 300 milioni. Ripartizione dei confidi per classi di garanzie (stock di garanzie erogate in Lombardia al 31 dicembre Classi in milioni di euro) Fino a 15 Da 15,1 a 25 Da 25,1 a 50 Da 50,1 a 75 Da 75,1 a 150 Da 150,1 a 300 Oltre 300 Può essere interessante evidenziare il trend dello stock complessivo di garanzie a partire dal 2009, anno in cui si registrò uno dei picchi peggiori della crisi e in cui il sistema camerale intervenne in misura massiccia a sostegno del sistema dei confidi. I dati qui riportati sono inevitabilmente parziali, poiché sono relativi ai soli 20 confidi che hanno regolarmente fornito i dati nel corso del periodo e che sono stati in grado di formulare una stima sulla consistenza dello stock a fine giugno Non sono, tuttavia, privi di rilevanza statistica, poiché questi 20 confidi detengono l 84% dello stock di garanzie dell intero campione considerato quest anno. Non è stato possibile estendere la stima al dicembre 2012, poiché i dati raccolti non erano sufficienti per realizzare una elaborazione significativa del trend. Naturalmente, si è tenuto conto, per quanto possibile, dei processi di aggregazione intervenuti nel corso dei quattro anni qui considerati. Come si può osservare nel grafico, il periodo è stato caratterizzato da un trend negativo che si è tradotto in una riduzione dello stock di garanzie dell 8,5% nel periodo Periodo peraltro caratterizzato da una prima significativa flessione del 2,7% nel 2010, a cui è succeduta una fase di stabilizzazione nel 2011 e una seconda, maggiore, riduzione dello stock nel primo semestre del 2012, nell ordine del 7,2% rispetto alla fine dell anno precedente. Il trend degli stock di garanzie in essere nel periodo 31 dicembre giugno 2012 (valori in milioni di euro) 3.109, , , ,

26 Il monitoraggio del grado di concentrazione del mercato evidenzia un leggero aumento della quota complessiva detenuta dai confidi over 75 16, prossima all 81% dell intero stock, con una crescita di circa l 1% rispetto all anno scorso ma con una riduzione del peso dei tre confidi maggiori, scesi dal 51,2% al 49,7%, in parte legata all effetto statistico della ricomposizione del campione nelle classi minori, in parte dovuta a un effettivo calo dello stock detenuto da due degli operatori. Ripartizione dei confidi e dei volumi di garanzie per classi di garanzie (classi in milioni di euro) 49,7% Confidi Volumi 18,8% 9,4% 1,5% 1,3% 25,0% 9,2% 12,5% 7,4% 18,8% 19,7% 6,3% 11,2% 9,4% Fino a 15 Da 15,1 a 25 Da 25,1 a 50 Da 50,1 a 75 Da 75,1 a 150 Da 150,1 a 300 Oltre 300 Considerando, invece, il dato complessivo di tutti gli intermediari vigilati, possiamo osservare che la loro quota di mercato si attesta poco al di sopra dell 83% del totale. Ripartizione dello stock di garanzie tra confidi 106 e 107 Confidi "106" 16,7% Confidi "107" 83,3% Volendo stilare una classifica dei 10 confidi che detengono i maggiori stock di garanzie in regione, si osserva che, mentre è rimasta pressoché stabile la quota di mercato in carico al primo della classifica, si sono ridotte le quote dei primi tre inseguitori, con un conseguente ampliamento della forbice che li separa dalla prima posizione. 16 Il numero dei confidi con oltre 75 milioni di garanzie in essere non coincide con quello dei confidi vigilati, poiché alcuni di essi, con operatività interregionale, non raggiungono tale soglia sul mercato regionale. 24

27 Quote di mercato in Lombardia dei primi 10 confidi (valori % sullo stock regionale di garanzie) Confidi 1 30,4% Confidi 2 Confidi 3 8,7% 10,6% Confidi 4 Confidi 5 Confidi 6 Confidi 7 Confidi 8 Confidi 9 Confidi 10 5,9% 5,3% 4,1% 3,8% 3,3% 3,0% 3,0% Se, d altra parte, si vogliono confrontare le effettive forze in campo, considerando l intero portafogli di garanzie erogate dai confidi operanti in Lombardia (comprensivo, quindi, anche di quelle concesse al di fuori della regione), si possono osservare due fenomeni. Da un lato, si ripete anche in questo caso il leggero ridimensionamento del primo della classe che, peraltro, aumenta la distanza che lo separa dal secondo classificato. Dall altro, i confidi lombardi maggiori presentano dimensioni relativamente ridotte (e decrescenti) se confrontate coi player esterni presenti in Lombardia: il primo confidi lombardo, ad esempio, collocato al secondo posto nella classifica regionale, nella classifica integrata scende al quinto posto. Una discesa tanto più significativa se si considera che in questa seconda classifica si tiene conto del mercato complessivo del solo gruppo di confidi censiti nella ricerca e non dell intero sistema nazionale delle garanzie. Quote di mercato complessivo dei primi 10 confidi (valori % sullo stock complessivo di garanzie del campione) Confidi 1 41,7% Confidi 8 18,8% Confidi 7 Confidi 6 Confidi 2 Confidi 3 Confidi 4 Confidi 14 Confidi 5 Confidi 24 6,1% 5,3% 4,4% 4,3% 2,7% 2,4% 2,2% 1,3% 25

28 Si può concludere e completare questa analisi con il tradizionale confronto tra gli stock di garanzie e il bacino di clientela dei confidi, che evidenzia come sono ripartiti gli stock di garanzie erogate in Lombardia. Due evidenze sono significative: da un lato, mentre un gruppo formato dal 43% delle aziende dispone del 58% dello stock di garanzie (area verde), un analoga percentuale di imprese (41,7%) può fare, invece, affidamento sul 19,4% dello stesso stock (area gialla). Dall altro lato, dato forse meno evidente ma non meno interessante, un gruppo formato dall 1,7% delle aziende ha ricevuto garanzie pari al 7,9% dell intero stock (area arancio). Tradotto in numeri: mentre per le aziende dell area gialla il rapporto percentuale imprese/garanzie è di 1 a 0,47, per quelle dell area verde è di 1 a 1,35 mentre per quelle dell area arancio è di 1 a 4,65. Numeri forse utili per fare una riflessione non solo sulla segmentazione del bacino associativo ma anche sulla concentrazione del rischio. Ripartizione dello stock di garanzie e dei soci per classi di soci e per classi di garanzie Stock di garanzie Classi garanzie Classi soci Fino a 25 Da 25,1 a 75 Oltre 75 Campione Fino a soci 1,7% 0,0% 0,0% 1,7% Da a soci 1,1% 6,9% 7,9% 15,8% Da a soci 0,0% 5,5% 14,8% 20,2% Oltre soci 0,0% 4,3% 58,0% 62,2% Campione 2,8% 16,6% 80,6% 100,0% Aziende associate Classi garanzie Classi soci Fino a 25 Da 25,1 a 75 Oltre 75 Campione Fino a soci 1,3% 0,0% 0,0% 1,3% Da a soci 2,7% 7,4% 1,7% 11,8% Da a soci 0,0% 12,8% 13,1% 25,9% Oltre soci 0,0% 17,4% 43,5% 61,0% Campione 4,0% 37,7% 58,3% 100,0% 26

29 3.3 La patrimonializzazione La patrimonializzazione dei confidi, non solo in Lombardia, rappresenta uno dei temi di riflessione centrali per i decisori pubblici. Da un lato, costi di gestione e crescita delle sofferenze, dall altro vincoli di vigilanza e scarso sviluppo delle voci di ricavo alternative all erogazione delle garanzie hanno reso difficoltosa l operatività di non pochi confidi, mettendone in evidenza, in particolare, proprio la fragilità patrimoniale. Dall altro lato, è sempre più evidente la centralità della contribuzione pubblica, che in molti casi è elemento essenziale per garantire la sopravvivenza delle strutture. Tutto ciò in un contesto in cui le risorse pubbliche si riducono mentre il fabbisogno di supporto finanziario dei confidi aumenta: una situazione che rende spesso inutile il ricorso alle antiche pratiche dei conferimenti a pioggia, che erano senza dubbio efficaci e sufficienti in passato, quando il livello di insolvenze era minimo e i costi e i vincoli di gestione erano nettamente ridotti, ma che ora rischiano di rivelarsi inefficienti e inefficaci. Per far fronte alle tensioni manifestatesi, 13 confidi, di cui 10 vigilati, nel corso dell ultimo biennio hanno proceduto a effettuare operazioni di consolidamento patrimoniale, attraverso conversioni di depositi cauzionali o il ricorso ad altri strumenti finanziari. In parallelo, come si è visto nel capitolo precedente, nel corso del biennio le Camere di commercio hanno erogato poco più di 7 milioni di euro a integrazione dei fondi rischi e del patrimonio dei confidi operanti in Lombardia. Ciò ha contribuito, insieme ai fondi stanziati anche da altri enti pubblici operanti dentro e fuori i confini regionali, a sostenere la patrimonializzazione complessiva dei confidi censiti, che è risultata pari a circa 453 milioni di euro. Anche in questo caso, può essere interessante evidenziare il trend degli ultimi 4 anni. Come si può osservare, la patrimonializzazione dei 20 confidi del nostro campione ristretto ha subito una prima significativa riduzione (prossima al 4%) nel 2010, conseguenza (anche) dei primi notevoli effetti della crisi sulla qualità del loro portafoglio rischi. Nel 2011, nonostante l intervento pubblico e nonostante le operazioni di ricapitalizzazione condotte dai confidi, il patrimonio netto ha subito un ulteriore flessione dell 1,5% mentre, a giugno 2012, si è registrato un assestamento con una crescita dello 0,7% rispetto alla fine del Il trend del patrimonio netto nel periodo 31 dicembre giugno 2012 (valori in milioni di euro) 392,7 378,3 372,5 375,

30 Se, però, consideriamo solo i confidi lombardi, escludendo quindi i player che pur presenti sul mercato hanno la propria sede oltre confine, si nota un trend più marcatamente negativo. In questo caso, la flessione è stata del 5,3% nel 2010, di un ulteriore 5,5% nel 2011 e ha subito una sia pur minima flessione anche nel primo semestre 2012, pari allo 0,1%. Ciò si è tradotto in una riduzione della patrimonializzazione, tra dicembre 2009 e giugno 2012, del 10,6%. Nel complesso, a fine 2011, quasi due terzi dei 29 confidi che hanno fornito il dato disponevano, ciascuno, di un patrimonio netto inferiore ai 10 milioni di euro. Dal lato opposto, due strutture superavano (ampiamente) i 30 milioni di euro, collocandosi al di sopra degli 80 milioni di euro. Ripartizione dei confidi per classi di patrimonio netto al 31 dicembre 2011 (classi in milioni di euro) Fino a 5 Da 5 a 10 Da 10 a 20 Da 20 a 30 Oltre 30 Può essere interessante effettuare un esercizio statistico confrontando i dati forniti dai confidi su patrimonio netto e stock (complessivo) residuo di garanzie al termine del 2011, per delineare una sorta di indice di patrimonializzazione delle strutture. Si tratta, naturalmente, di un dato indicativo e non esaustivo e che non tiene conto di tutte le grandezze previste, ad esempio, dalla normativa per individuare il patrimonio di vigilanza. Al tempo stesso, però, questo esercizio può fornire una indicazione di massima sul livello di impiego delle risorse e di stress patrimoniale a cui devono fare fronte gli operatori della regione. Fissando per tutti i confidi, come limite prudenziale, un rapporto del 6% e una fascia di allerta patrimoniale compresa tra il 6% e l 8%, osserviamo che 9 confidi si collocano nella fascia rossa, di stress patrimoniale, 3 nella fascia gialla, di allerta patrimoniale, e 17 superano, anche ampiamente, la soglia dell 8%. Ovviamente, la numerazione dei confidi di questo grafico non coincide con quella utilizzata in precedenza per verificare il grado di concentrazione del mercato. 28

31 Rapporto percentuale tra patrimonio netto e stock residuo di garanzie Confidi 1 Confidi 2 Confidi 3 Confidi 4 Confidi 5 Confidi 6 Confidi 7 Confidi 8 Confidi 9 Confidi 10 Confidi 11 Confidi 12 Confidi 13 Confidi 14 Confidi 15 Confidi 16 Confidi 17 Confidi 18 Confidi 19 Confidi 20 Confidi 21 Confidi 22 Confidi 23 Confidi 24 Confidi 25 Confidi 26 Confidi 27 Confidi 28 Confidi 29 25,2% 22,5% 20,4% 19,5% 18,2% 17,7% 17,6% 15,4% 12,0% 11,8% 11,7% 11,2% 10,4% 10,2% 8,7% 7,7% 7,4% 6,3% 5,7% 5,5% 5,2% 5,0% 4,7% 4,4% 4,1% 3,5% 3,0% 32,4% 51,2% Pur tenendo conto che sulle grandezze incidono numerosi fattori, non ultime le diverse procedure contabili utilizzate, e a prescindere dal grado di significatività statistica del dato, il risultato evidenzia che anche in Lombardia si manifesta quella contrapposizione già emersa in altre aree del paese tra i confidi che utilizzano al limite le proprie disponibilità patrimoniali per rilasciare garanzie (e non necessariamente si tratta solo di confidi vigilati) e quelli che, invece, dispongono di margini più o meno ampi di crescita di efficienza e/o di operatività. Vi è da chiedersi, naturalmente, quanta parte abbiano nella definizione di un così notevole rapporto patrimonio/garanzie strategie improntate alla prudente gestione e quanta, invece, sia imputabile al ridotto grado di penetrazione nel tessuto produttivo o a inefficienze gestionali. 29

32 3.4 I finanziamenti e i rapporti con le banche Il flusso di finanziamenti, alla fine del 2011, era pari a circa 2,7 miliardi di euro. Un dato che testimonia un progressivo rallentamento della dinamica del mercato, già evidenziata nella rilevazione dello scorso anno, e che riflette la progressiva contrazione nell erogazione del credito. Una contrazione dovuta, in parte, a politiche più restrittive da parte delle banche e, in parte, alla riduzione della domanda di capitali da parte delle stesse imprese. Solo nel corso degli ultimi mesi del 2012, infatti, la domanda di credito sembra essere tornata a crescere, pur in un ottica soprattutto di breve periodo, legata alla gestione del circolante o alla ricostituzione delle scorte, mentre risulta purtroppo secondaria quella legata agli investimenti produttivi di medio-lungo periodo. Il trend dei flussi annuali di finanziamenti garantiti dal campione ristretto evidenzia, forse meglio di qualunque altra elaborazione, il perdurare e l acuirsi della crisi e gli effetti che essa ha avuto e tuttora ha sulla capacità di accesso al credito da parte del sistema produttivo. Si registra, infatti, una riduzione di un miliardo di euro nel triennio e una ulteriore possibile riduzione di circa il 13-14% nel I flussi annuali di finanziamenti garantiti nel periodo 31 dicembre giugno 2012* 3.487, , , , * Il valore annuale del 2012 rappresenta una stima calcolata sul flusso di finanziamenti semestrale al giugno Ovviamente, anche nell analisi dei flussi di finanziamenti garantiti appare evidente il ruolo preponderante giocato dai confidi vigilati. Ripartizione dei finanziamenti garantiti nel 2011 tra confidi 106 e 107 Confidi "106" 17,3% Confidi "107" 82,7% 30

33 Il moltiplicatore applicato varia tra 8 e 30, concentrandosi intorno a un valore compreso tra 15 e 20 anche tra i confidi non vigilati che, generalmente, utilizzano come base il fondo monetario. Sulla base delle informazioni raccolte, seppur incomplete, risulta che in media, i confidi hanno applicato, nel corso del 2011, commissioni che ammontano a circa il 2% del finanziamento nel breve termine e al 3,2% per finanziamenti a medio-lungo termine. Per la grande maggioranza dei confidi, la commissione è calcolata in funzione della durata prevista del finanziamento o del suo valore originario. Sono 11 (di cui 9 confidi vigilati) i confidi che tengono, invece, conto della valutazione di rischiosità dell impresa. Criteri per il calcolo della commissione di garanzia (risposte multiple) Durata Valore finanz Forma tecnica Rischiosità Valore garanzia Una tantum Valore residuo Altro Tredici confidi calcolano la commissione con un approccio che possiamo definire di mercato, in funzione della copertura dei costi di struttura e delle perdite attese. Nel resto dei casi essa è, invece, finalizzata alla copertura dei costi di struttura, mentre alle perdite si fa fronte o con conferimenti pubblici o con altre fonti proprie. Parametri su cui si basa il calcolo della commissione Costi di struttura e perdite attese Costi di struttura. Perdite coperte da altre fonti Costi di struttura. Perdite coperte dal pubblico Quota simbolica Altro In media, i confidi coprono, con le proprie garanzie, circa il 50% dei finanziamenti concessi dalle banche, senza particolari differenziazioni tra confidi vigilati e non vigilati. Il tasso di interesse convenzionato si basa nella quasi totalità dei casi sull euribor a tre mesi, con uno spread che si colloca, in media, intorno al 4,9% nel breve periodo e al 4,7% sul medio/lungo, ma che oscilla tra un minimo dello 0,85% e un massimo che raggiunge la doppia cifra sia nel breve sia nel medio/lungo periodo. 31

34 Sulla base dei dati forniti si è inoltre cercato di stimare il tasso di sofferenza registrato in Lombardia alla fine del 2011, anche se non tutti i confidi sono stati in grado di fornire informazioni puntuali e attendibili. Tenuto conto di tale premessa, al dicembre 2011, il tasso di sofferenze lorde del sistema (ovvero il rapporto tra sofferenze lorde e stock di garanzie in essere) risultava pari a circa il 4,8%, con un range compreso tra il 4,3% dei confidi vigilati e il 7,8% dei confidi non vigilati, con punte intorno al 20%. In modo analogo, si è giunti a formulare una stima del tasso di sofferenze al giugno 2012 che, sulla base dei dati disponibili, era pari al 5,4%. Le posizioni anomale, sempre a giugno 2012, erano prossime al 9%, oscillando tra circa l 8% dei confidi vigilati e l 11% dei non vigilati, con punte ampiamente superiori al 20%. Solo 7 confidi, tra cui 4 vigilati, affermano di essere abitualmente coinvolti in tavoli tecnici con le banche per discutere e definire le modalità di trattamento e di ristrutturazione delle posizioni debitorie critiche. Il tema del coinvolgimento e della collaborazione con le banche per la gestione e la risoluzione del contenzioso è particolarmente delicato: in un contesto particolarmente difficile come l attuale, l integrazione dei dati e la tempestività nello scambio di informazioni sul deterioramento delle posizioni appaiono fondamentali per garantire una gestione efficace dei portafogli e, in particolare, delle situazioni critiche. Va purtroppo rilevato, al contrario, che non solo è raro un coinvolgimento dei confidi nella gestione delle posizioni critiche ma che spesso viene a mancare anche lo scambio di informazioni, con una inevitabile, pericolosa, sottostima dell effettivo livello di deterioramento della qualità dei portafogli e con le conseguenze che ciò comporta sulla futura operatività dei confidi, e in particolare di quelli vigilati. Su 25 confidi che hanno risposto alla domanda, sono 15 quelli che affermano di prestare garanzie personali, mentre gli altri scelgono soluzioni miste con un ricorso più o meno ampio alle garanzie reali. In caso di escussione, 27 confidi (tra cui 10 vigilati) utilizzano abitualmente la procedura sussidiaria, mentre 12 intervengono con garanzie a prima richiesta. In sei casi l escussione immediata riguarda un congruo anticipo dell importo dovuto, mentre in 4 casi si fa ricorso a conti pegno. Ripartizione dei confidi per modalità di escussione delle garanzie Confidi 107 Confidi Prima richiesta integrale Prima richiesta parziale Accantonamento Sussidiaria Sono 28 i confidi (tra cui 11 confidi vigilati) che, nell ultimo biennio, hanno ridiscusso i termini delle convenzioni con le banche. La revisione è legata, oltre che a motivi di adattamento al nuovo quadro normativo, anche agli effetti della crisi, che hanno indotto le banche a rivedere le proprie strategie di patrimonializzazione e (quindi) di erogazione dei crediti. In gran parte dei casi la rinegoziazione verte su un aumento dello spread applicato sui tassi di interesse o sulla richiesta di una maggior assunzione di responsabilità (e di 32

35 rischio) da parte del confidi, ad esempio con il ricorso all escussione a prima richiesta o con l aumento della quota di garanzia. Il perdurare e l accentuarsi della crisi hanno comportato non soltanto una ridiscussione delle condizioni delle convenzioni operative ma anche una ridefinizione dei rapporti stessi tra banche e confidi. Da un lato, oltre la metà delle strutture ha evidenziato un irrigidimento delle condizioni applicate ai finanziamenti e nel trattamento degli incagli, mentre 12 confidi lamentano un aumento dei rifiuti delle domande di finanziamento. Dall altro lato, però, poco meno della metà dei confidi dichiara un aumento delle richieste di intervento e una crescita dell importanza attribuita alle garanzie. I cambiamenti intervenuti nei rapporti con le banche (risposte multiple) Irrigidimento condizioni Crescita richieste intervento Crescita importanza garanzia Irrigidimento su incagli Aumento dinieghi Crescita importanza istruttoria Minor importanza garanzia Altro Generalmente, i confidi vigilati registrano una preferenza, da parte delle banche, per le garanzie personali, anche ai fini della loro valorizzazione per la determinazione dell assorbimento di capitale. Viceversa, i confidi 106 affermano di non aver colto una marcata discriminazione a favore dei confidi vigilati: anzi, secondo la loro esperienza, le banche continuano a preferire comunque le garanzie offerte dai confidi locali, che sono più radicati sul territorio e che, quindi, conoscono meglio le aziende da affidare. La valutazione delle garanzie da parte delle banche secondo le percezioni dei confidi (valori assoluti) 11 Confidi 107 Confidi Preferenza per garanzie personali Preferenze per garanzie confidi 107 Preferenze per confidi 106 Preferenza per confidi locali Nessuna differenza 33

36 3.5 Dal network territoriale alle partnership tra confidi Sulla base dei dati forniti, i confidi censiti associano in Lombardia, al dicembre 2011, circa aziende. Quasi i due terzi fanno capo ai confidi 107. Un quarto dei confidi associa oltre imprese aggregando, complessivamente, il 61% delle aziende assistite. Viceversa, i confidi con meno di soci, pur rappresentando il 50% del campione, raggruppano poco più del 13% delle imprese. Ripartizione dei confidi e delle aziende associate per classi di soci 61,0% 15,6% 1,3% 34,4% 11,8% 25,0% 25,9% 25,0% Confidi Soci Confidi Soci Confidi Soci Confidi Soci Fino a Da a Da a Oltre Sul territorio della regione sono operative 115 sedi, dove lavorano oltre 400 addetti tra dipendenti e collaboratori esterni, a cui se ne aggiungono altre 70 oltre confine. Il potenziamento delle reti commerciali risponde, naturalmente, all esigenza prioritaria di ampliare il mercato e al contempo di garantire un adeguato presidio territoriale. Da questo punto di vista, è interessante chiedersi quali siano i soggetti che favoriscono il primo contatto con le imprese. E significativo che tra i soggetti più attivi nell attività di marketing vadano annoverate le banche, probabilmente in un ottica di condivisione (non sempre ex ante) del rischio e di tutela dei propri livelli di patrimonializzazione, a prescindere dallo status riconosciuto dalla normativa ai diversi confidi. Più controverso da interpretare il dato relativo al contatto spontaneo da parte delle imprese: è probabile che, a fianco di una iniziativa propria di una parte degli imprenditori, nella maggior parte dei casi la scelta di rivolgersi a un confidi sia legata a una azione di sensibilizzazione proveniente dalle banche stesse o dalle associazioni di categoria. Interessante, infine, risulta il dato sul ruolo giocato dai consulenti privati che, ormai, per oltre un terzo dei confidi hanno assunto un ruolo determinante nell attuazione delle strategie di marketing. Ripartizione dei confidi in base ai canali di primo contatto con le imprese (risposte multiple) 84,4% 75,0% 68,8% 53,1% 34,4% Banca Impresa Confidi Associazione Consulenti privati 34

37 La diversificazione del rischio e l ampliamento del target di riferimento possono comportare, in realtà, un notevole aumento della rischiosità del portafoglio, laddove le politiche di crescita conducano i confidi a intervenire in segmenti o territori poco conosciuti o distanti dalle caratteristiche del proprio tradizionale bacino associativo. Allo stesso tempo, le politiche di crescita esterna, tramite operazioni di fusione o incorporazione, possono comportare problemi non indifferenti di governance, soprattutto quando i confidi da aggregare provengano da esperienze (non solo associative) molto diverse e difficili da integrare, senza dimenticare i notevoli costi legati al riposizionamento strategico e alla ristrutturazione dell organizzazione aziendale. Una risposta a questi problemi può provenire dagli accordi di partnership o dai veri e propri contratti di rete. Il valore aggiunto principale che può derivare da questa soluzione è intuitivo: mantenimento dell autonomia, condivisione di competenze e di strumenti, integrazione delle reti territoriali e diversificazione del rischio. Nel primo capitolo si è dato conto delle prime cinque esperienze di reti realizzate nelle diverse realtà italiane, così come si è parlato dell esperimento avviato da Artigianfidi Lombardia e da Confapi Lombarda Fidi. Più in generale, solo un terzo dei confidi si dichiara estraneo a qualsiasi progetto di partnership: 6 stanno lavorando a veri e propri accordi di rete, 3 hanno in cantiere progetti per la predisposizione di offerte comuni da proporre sul mercato, 2 stanno lavorando all integrazione di reciproci servizi e altri 10 stanno predisponendo iniziative di collaborazione di diversa natura. Ripartizione dei confidi per tipologia di partnership Reti Offerte comuni Servizi comuni Altro No 35

38 3.6 I servizi E evidente, come emerge anche dai dati appena esaminati, che i confidi sono consapevoli che il processo di riorganizzazione del sistema è lontano dall essere concluso. La costituzione di reti e il consolidamento delle partnership possono essere senza dubbio un passaggio, per alcuni obbligato, per uscire dalle attuali difficoltà o per valorizzare al meglio le potenzialità di crescita delle strutture. D altra parte, l aspetto organizzativo e distributivo, per quanto importante, rappresenta solo uno dei fronti su cui è necessario lavorare per consolidare le basi del sistema e rafforzare i percorsi di collaborazione e di aggregazione in corso. Un secondo importante ambito di intervento è quello dei servizi. Nonostante le opportunità previste dal legislatore, la maggior parte dei confidi ha continuato a puntare quasi esclusivamente sull offerta di garanzie e sui servizi ad esse connessi. Quasi tutti i confidi censiti, ad esempio, riclassificano il bilancio delle imprese e procedono ad elaborare un analisi di competitività o sull andamento aziendale degli ultimi esercizi. Venti confidi, di cui 12 vigilati, assegnano anche un rating alle imprese. Solo una parte offre assistenza per l accesso a bandi e/o consulenza finanziaria, ad esempio, per la realizzazione di check up aziendali o per la definizione di piani di sviluppo o, soprattutto in questa fase, per la prevenzione di situazioni di crisi. Diciotto confidi, di cui quasi i due terzi sono 107, gestiscono fondi antiusura. A fine 2011 sono state effettuate circa 300 operazioni per un ammontare complessivo di oltre 12 milioni di euro. Nel primo semestre del 2012, invece, 8 confidi, per la quasi totalità vigilati, hanno realizzato 115 operazioni per un ammontare di 7,5 milioni di euro. Quattordici strutture hanno dichiarato di gestire altri fondi pubblici mentre 4 confidi, di cui 3 vigilati, concedono garanzie a favore delle imprese nei confronti dell Amministrazione pubblica. Un ultimo dato riguarda l operatività con il Fondo Centrale di garanzia. Sono 15 i confidi che operano con il Fondo, e 9 sono accreditati a certificare il merito creditizio delle imprese. Otto confidi, per contro, non hanno alcun rapporto di collaborazione né hanno intenzione di avviarne nel breve periodo. Ripartizione dei confidi in base all utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia 8 Confidi 107 Confidi Si, ed è accreditato Si, ma non è ancora accreditato No, ma ha intenzione di farlo No 36

39 3.7 Federfidi Lombarda Federfidi Lombarda è un confidi regionale di secondo grado, intersettoriale, iscritto dal 2011 all elenco speciale degli intermediari finanziari vigilati. Dopo la fusione per incorporazione con Artigiancredit Lombardia e la ristrutturazione della compagine societaria con l uscita di Finlombarda, Federfidi Lombarda (di seguito Federfidi) ha avviato un processo di rinnovamento gestionale e organizzativo, che costituisce un modello peculiare di riposizionamento strategico per i confidi di secondo grado. Federfidi rappresenta, infatti, uno strumento di raccordo delle politiche regionali del credito e il veicolo per la raccolta e la valorizzazione delle risorse finanziarie che gli enti pubblici del territorio, Regione e Unioncamere Lombardia in primis, destinano a favore del sistema delle garanzie. La mission di Federfidi è volta prevalentemente ad interventi di contro-garanzia, finalizzati a ridurre il rischio assunto dai confidi di primo grado; in via residuale il consorzio presta anche garanzie e co-garanzie alle imprese consorziate o socie dei confidi soci. Alla fine del 2011 ammontavano a circa 270 milioni di euro le garanzie e controgaranzie prestate dal confidi, che sono salite a oltre 350 milioni nel I confidi operanti in Lombardia possono fare richiesta di copertura del loro portafoglio presentando a Federfidi la documentazione necessaria ad approfondire aspetti sia qualitativi sia quantitativi con particolare attenzione agli strumenti utilizzati per l analisi del rischio di credito e l analisi andamentale dei default. Nello specifico, per l istruttoria, Federfidi utilizza un modello integrato che analizza dati di bilancio, strumenti adottati per determinare il grado di rischio delle aziende da finanziare, rischiosità del portafoglio di garanzie in essere, governance e presidi al rischio. Un importante novità consiste nell inclusione, tra le informazioni che periodicamente i confidi di primo livello dovranno inviare a Federfidi, di una relazione che attesti la capacità di traslare il beneficio dato da Federfidi alle PMI socie del confidi. Sulla base di tali analisi, Federfidi stipula una convenzione con ciascun confidi di primo livello nella quale vengono definiti il volume massimo di garanzie erogabili (plafond), il prezzo che i confidi dovranno pagare sui volumi di garanzie concesse (pricing) e la perdita massima accettabile sulle garanzie erogate (CAP). Il ruolo di Federfidi è notevolmente cresciuto con l acuirsi della crisi, sia per l impatto che questa ha avuto in termini di contrazione del credito per le imprese, sia per i riflessi che ne sono scaturiti sull attività dei confidi di primo livello. Fondamentale è stato, in particolare, il ruolo di catalizzatore di risorse pubbliche, anche europee, che hanno permesso di creare una massa critica sufficiente a garantire efficacia e tempestività agli interventi a favore delle imprese. Si può citare, ad esempio, il recente rinnovo dell accordo con il FEI, a cui il sistema camerale lombardo ha contribuito con un conferimento di 5 milioni di euro. Il precedente accordo, valido nel triennio , era rivolto alle imprese che avessero fatto richiesta di finanziamenti a scopo di investimenti. Nonostante la difficile situazione economica, 37

40 Federfidi è riuscita a distribuire tutti i fondi messi a disposizione dal Fondo europeo di cui hanno beneficiato oltre imprese (la maggior parte delle quali con meno di 10 dipendenti), attivando finanziamenti per un 1 miliardo di euro e con un tasso di insolvenza sull intero portafoglio inferiore al 2%. Nel mese di luglio 2012, Federfidi e FEI hanno quindi sottoscritto il nuovo accordo, valido fino al 2014, che rientra nell ambito del Programma per la competitività e l innovazione (CIP Competitivness and Innovation Framework Programme) 19. La finalità, perseguita attraverso l attivazione di un fondo con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro, è quella di facilitare l accesso al credito delle micro e delle PMI lombarde e di contribuire a stimolare il rilancio dell occupazione. Con l intento di rendere il credito più accessibile, sia per le imprese che a causa delle crisi necessitano di liquidità, sia per quelle che invece intendono crescere e realizzare nuovi investimenti, non sono presenti particolari vincoli in relazione alla tipologia di spese ammissibili. I finanziamenti non potranno però avere un importo superiore a euro e la durata dovrà essere compresa tra i 36 e i 120 mesi. Sono previsti degli interventi ad hoc per le start up 21 e per i finanziamenti di importo ridotto: nello specifico, i finanziamenti al di sotto dei euro hanno durata minima pari a 18 mesi; le start up che richiedono finanziamenti fino a euro potranno, invece, beneficiare sempre della garanzia massima (80%). 19 Il programma coinvolge 19 Paesi con cui il FEI ha siglato 54 accordi che, grazie a una dotazione complessiva di 419 milioni di euro, permetteranno di rilasciare oltre 6,8 miliardi di euro di garanzie al sistema di micro e piccole, medie imprese presenti in Europa. 21 Per start up si intendono le imprese iscritte da meno di 24 mesi al Registro Imprese. 38

41 4 Considerazioni finali e possibili scenari 39

42 Dopo aver letto ed analizzato con attenzione la mole di dati e riflessioni presenti in questo rapporto, sono diversi gli spunti che rimangono immediatamente impressi. Vediamone i principali per provare ad identificare, partendo dall osservazione oggettiva degli stessi, i possibili scenari per il prossimi mesi: a) Esiste un oggettivo quadro di riduzione delle risorse pubbliche. Questo è certamente vero per il sistema della Camere di commercio, toccate sia in entrata, dal momento che i proventi dipendono principalmente dal diritto camerale, ovvero dal fatturato delle imprese del territorio, e quindi risentono direttamente e negativamente degli effetti della crisi, sia in uscita, dalle recenti disposizioni di spending review e da una serie di modifiche in campo fiscale. Va, tuttavia, segnalato che ancora più incisivo per il mercato dei confidi, sembra essere il taglio importante di risorse effettuato a livello di istituzioni regionali e provinciali che, alla luce dei forti tagli di bilancio, hanno rivisto pesantemente le possibilità di intervenire a supporto dell imprenditoria. b) Si registra una contrazione del mercato di riferimento. La ricerca evidenzia una costante diminuzione degli stock di garanzie di circa l 8,5% nel periodo dicembre giugno Analogamente, nello stesso periodo di tempo, i finanziamenti sottostanti sono diminuiti di oltre 1,3 miliardi di euro. In questo quadro certamente influisce il momento particolare che il sistema bancario nazionale sta vivendo, con tensioni patrimoniali importanti ed una politica del credito più selettiva rispetto al passato. c) Aumentano i player di mercato vigilati. Nelle premesse di questa ricerca, guardando agli sviluppi futuri dell intero sistema, ci si chiede implicitamente se questo sia un mercato sostenibile. A fronte di un mercato italiano delle garanzie che rappresenta oltre il 40% del mercato europeo, abbiamo un numero di confidi che è quasi quindici volte maggiore rispetto a quello degli operatori attivi, ad esempio, in Francia. Nella sola Lombardia, sono presenti, complessivamente, oltre una quarantina di confidi, un numero superiore a quelli che operano nell intera Spagna o nell intera Germania. Oggi, in Lombardia, operano 15 confidi vigilati, di cui 14 di primo livello, a cui va aggiunto un ulteriore operatore che sta aspettando l accreditamento a breve e che porterà il totale a 16. A questi vanno aggiunti una trentina di confidi non vigilati: si tratta, oggettivamente, di un numero difficilmente sostenibile, anche in un mercato importante e dinamico come quello lombardo. In questo quadro aumenta la distanza fra i principali player, soprattutto il primo, e gli altri sempre più distaccati in termini di quote di mercato. E infine importante ricordare come sul mercato oggi siano attivi direttamente alcuni operatori, come il Fondo Centrale di Garanzia, prima residuali rispetto al contesto. d) Persistono livelli di insolvenza molto elevati a causa della profonda e strutturale crisi economica che ha investito con forza il nostro sistema finanziario ed imprenditoriale. Le prospettive per il 2013 non sembrano dare segnali di discontinuità. Continuare a registrare, seppure con differenze marcate, tassi di default superiori, in media, al 5%, con partite anomale intorno al 10%, per essere conservativi, non aiuta certamente il sistema ad essere non tanto autosostenibile, quanto sostenibile de facto nel medio periodo. A questo va aggiunto che persistono differenze ancora importanti nelle modalità di imputazione a bilancio dei vari confidi. Certamente l applicazione della disciplina di vigilanza a questo settore sconta una sua relativa gioventù, ma 40

43 l esperienza diretta di interrelazione con il mondo dei confidi fa trasparire modalità di imputazione delle partite anomale e degli accantonamenti talvolta differenti da confidi a confidi. L insieme di questi quattro fattori - meno risorse pubbliche, contrazione di mercato, maggiore concorrenza e peggiori condizioni generali - concorre a determinare tutta una serie di conseguenze importanti per la tenuta stessa del mercato delle garanzie. Questo quadro può reggere? La risposta non può che essere negativa, per lo meno in assenza di importanti iniezioni di contribuzione diretta pubblica, che allo stato attuale sembrano particolarmente difficili da identificare, in particolar modo in Lombardia. E a nostro avviso importante comprendere che il combinato minori risorse - numerosità dei player, unito a stringenti norme sull assegnazione diretta di denaro pubblico, ha spinto sempre di più la pubblica amministrazione a cercare delle modalità alternative alla contribuzione a fondi rischi. Leggendo i dati della ricerca, infatti, si può notare come in Italia, nel corso del 2011, le Camere di commercio abbiano assegnato a fondi rischi il 44,1% dei circa 60 milioni di euro destinati ad operazioni con i confidi. In Lombardia questa quota scende al 24% circa del totale delle risorse assegnate nello stesso anno. Vista la polverizzazione degli operatori di mercato, la pubblica amministrazione è oggettivamente in difficoltà nel mettere in piedi dei meccanismi che prevedano contribuzioni a fondo rischi realmente incisive e spinge verso una modalità più diretta di sostegno per le imprese, come l abbattimento tassi, o verso la creazione di alleanze con operatori centrali, come il FEI o il Fondo Centrale di garanzia in grado di garantire una più efficiente allocazione delle risorse. Parimenti, considerata la numerosità degli operatori e i risultati di bilancio, è proibitivo per i rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, decidere se e come entrare direttamente nelle compagini sociali degli intermediari. Questo quadro, unito agli effetti devastanti della crisi, sta comportando una seria spirale depressiva nel mercato: minori risorse pubbliche dirette, minore patrimonio, ricerca di maggiori entrate da fees di intermediazione, maggiore costo delle garanzie, perdita di quote di mercato e/o segmentazione verso il basso della qualità della clientela, maggiori rischi, crescita delle insolvenze e, di nuovo, perdita patrimoniale. Dall osservazione empirica e dall esperienza quotidiana di rapporto con il mondo dei confidi, questo sembra essere particolarmente vero per quegli operatori che presentano una maggiore concentrazione del rischio attraverso operazioni di media durata e di elevato importo. Per questo riteniamo che il 2013 si presenti come una vera e propria cartina tornasole del mercato, in cui tutti i soggetti coinvolti possano giocare nuovamente un ruolo attivo nel consolidamento e nello sviluppo di questo settore. E prioritario promuovere una concentrazione ulteriore del mercato delle garanzie in Lombardia. Sedici operatori sono oggettivamente troppi per ricercare delle valide economie di scala, che giustifichino i costi di vigilanza associati alla riforme introdotte negli ultimi anni. A nostro parere, riteniamo che la soglia dei 75 milioni di euro possa essere innalzata affinché si possa evitare la morte del sistema per lenta asfissia. 41

44 Gli shareholders dei confidi e i gestori delle risorse pubbliche, devono portare a compimento il percorso avviato di qualificazione del mercato, ricercando e promuovendo nuove alleanze e superando definitivamente residui schemi di specializzazione provinciale o settoriale. E ipotizzabile prevedere, in Lombardia, un solo o al massimo due confidi operativi da qui a 3/5 anni con quote di stock di garanzia intorno ai 2 miliardi di euro e con la partecipazione diretta nel capitale del sistema pubblico lombardo le Camere di commercio e/o l amministrazione regionale - che operino in collaborazione con validi strumenti nazionali, come il Fondo Centrale di garanzia, o comunitari, come il FEI? Un player di queste dimensioni avrebbe certamente una capacità negoziale con il sistema bancario molto diversa da quella attuale che, a nostro avviso, è ancora residuale, passiva e non particolarmente convincente in termini di migliori condizioni applicate realmente alle imprese. Le Camere di commercio sarebbero a nostro avviso le prime ad essere interessate allo sviluppo di un intermediario realmente incisivo nel mercato, in grado anche di sviluppare in toto tutte quelle potenzialità di servizi di assistenza finanziaria, di coaching amministrativo, di tutoring con il sistema bancario che le piccole e medie imprese ricercano e che i confidi, anche a causa delle ridotte dimensioni, spesso non riescono ancora pienamente a fornire. Se si concordano le linee progettuali di questo disegno, in grado di dare una prospettiva al mercato, allora nell immediato si rende necessario avviare alcune iniziative a sostegno della situazione contingente, come la trasformazione piena dei subordinati regionali, la messa a punto di un intervento importante a livello di sistema camerale, come un bando di contribuzione diretta ai confidi di primo livello, con premialità legate al raggiungimento di nuove alleanze, al mantenimento di standard qualitativi elevati ed al rigoroso controllo dei costi di funzionamento. In questo quadro va inserita anche una riflessione sul ruolo ed i compiti del Consorzio di 2 livello Federfidi. 42

45 5 Le best practices in Italia 43

46 Interventi adottati dalla Regione Calabria CONTENUTO BENEFICIARI FINALITA MODALITA DI ACCESSO EFFETTI FONTI DI RIFERIMENTO Con legge regionale 26 luglio 2012, n. 20, la Regione Calabria ha stabilito misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura. Nello specifico, ha concesso contributi per la formazione o l integrazione dei fondi rischi e del patrimonio di garanzia destinati alla prestazione alle imprese agricole socie di garanzie per l accesso al sistema creditizio e di finanziamento bancario. Per l anno 2012 i fondi stanziati dalla Regione ammontano a euro ; compatibilmente alla normativa e ai regolamenti in vigore, per l attuazione degli interventi possono essere utilizzate ulteriori risorse di provenienza comunitaria. Per gli anni successivi, la Regione potrà stanziare, inoltre, risorse aggiuntive. La legge stabilisce anche che il 30% dei finanziamenti sia destinato dai Confidi a beneficio delle aziende che operano con il sistema delle organizzazioni dei produttori, delle cooperative e dei consorzi agrari. Sono beneficiari della misura i confidi, anche di secondo grado, costituiti da imprese agricole di cui all articolo 2135 del codice civile con sede operativa nella Regione, che posseggano determinate caratteristiche: - società cooperative agricole o loro consorzi; - consorzi di cui all articolo 2612 e seguenti del codice civile; - svolgono attività di garanzia collettiva fidi come disciplinata dall art. 13 del DL 269/2003, convertito con modifiche dalla L. 326/2003 e dal DL 141/2010. I beneficiari devono, inoltre, possedere i seguenti requisiti: - essere regolati da uno statuto; - avere fini di mutualità tra gli aderenti; - concedere garanzie con valutazioni indipendenti dal numero delle quote sottoscritte o versate da ciascun socio; - avere un Consiglio di Amministrazione composto, almeno da due terzi, da imprenditori agricoli, anche se in forma singola od organizzata; - avere un patrimonio di garanzia o fondo rischi di importo non inferiore a quello previsto dalla normativa vigente. Concorrere allo sviluppo dei confidi operanti nel settore agricolo, anche attraverso il sostegno a processi di aggregazione e fusione. Con apposito regolamento sono determinate le modalità di intervento e la misura del finanziamento. Nello specifico, nel regolamento sono definite: l intensità massima dell aiuto; la durata dei finanziamenti garantibili dal confidi; i criteri ai quali i confidi devono attenersi nell individuazione dei beneficiari delle operazioni garantite; i termini e le modalità per la presentazione delle domande; l importo massimo della garanzia concedibile nel rispetto della normativa comunitaria. La ripartizione del finanziamento è stabilita proporzionalmente al valore del patrimonio di garanzia e dei fondi rischi risultanti dall ultimo bilancio approvato dai confidi e all importo globale delle operazioni di finanziamento garantito dai confidi effettivamente concesse ad imprese operanti in Calabria, in essere alla chiusura dell esercizio precedente la data di presentazione della domanda. Aggregazione e rafforzamento patrimoniale dei confidi agricoli operanti nella Regione con conseguente ampliamento dell operatività in termini di garanzie concesse e finanziamenti attivati. Sito della Regione Calabria ( 44

47 Interventi adottati dalla Regione Friuli Venezia Giulia CONTENUTO BENEFICIARI FINALITÀ EFFETTI FONTI DI RIFERIMENTO In attuazione della legge regionale 9 agosto 2012, n. 16, con Decreto del Presidente della Regione 14 novembre 2012, n. 0233, è stato adottato il Regolamento che prevede l erogazione di contributi al fine di favorire i processi di aggregazione territoriale e settoriale nonché di crescita dei confidi con sede operativa nella regione. Le misure agevolative prevedono la copertura integrale degli oneri sopportati dai confidi a titolo di aiuto de minimis secondo quanto stabilito dalle disposizioni comunitarie vigenti. 1. Sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa: a) studi di fattibilità ed analisi di percorsi di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale ed elaborazione di strategie finalizzate alla definizione di processi di aggregazione territoriale e settoriale tra i confidi; b) consulenze finalizzate alla realizzazione di sistemi per il controllo di gestione e modelli per l'analisi dei costi comuni tra i confidi; c) studi di mercato, benchmarking e sviluppo comune di reti distributive; d) consulenze inerenti la valutazione di ulteriori forme di integrazione tra i confidi, mediante fusione per incorporazione o tramite la creazione di gruppi che operano con forme di aggregazione anche nell ottica di garantire l allineamento agli obiettivi di Basilea 3; e) spese notarili e di registrazione sostenute dopo la presentazione della domanda per la costituzione di aggregazioni territoriali e settoriali di due o più confidi. I confidi, sia in forma singola, sia in forma aggregata, che: - siano iscritti in apposita sezione dell elenco previsto dall articolo 106 o iscritti nell elenco speciale previsto dall articolo 107 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia); - abbiano una sede operativa nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia da almeno 24 mesi dalla data di presentazione della domanda; - realizzino un progetto che deve interessare almeno due soggetti, con un volume di attività finanziaria complessiva non inferiore a euro (garanzie in essere/rischio assunto dai Confidi), in favore di imprese del territorio regionale, al 31 dicembre Favorire processi di aggregazione e fusione tra i confidi, anche nell ottica di garantire l allineamento agli obiettivi di Basilea 3. Razionalizzazione del sistema delle garanzie regionale, aggregazione e rafforzamento patrimoniale dei confidi operanti in regione e conseguente incremento delle garanzie erogabili. Legge Regionale 9 agosto 2012, n. 6 (Interventi di razionalizzazione e riordino di enti, aziende e agenzie della Regione) Decreto del Presidente della Regione 14 novembre 2012, n Sito internet Regione Friuli Venezia Giulia ( 45

48 Interventi adottati dalla Regione Liguria CONTENUTO FINALITÀ FONTI DI RIFERIMENTO Il 13 dicembre 2012 nasce il confidi vigilato Rete Fidi Liguria dalla fusione dei confidi settoriali Fidimpresa Liguria (industria), Mediocom Liguria (commercio), Cooperfidi Liguria (cooperazione) e con la partecipazione di Confart, che ha apportato garanzie proprie e garanzie a esso trasferite da Coarge. A livello operativo è stato individuato Fidimpresa, già confidi vigilato, quale confidi veicolo dell intero processo di fusione. La Regione Liguria, in stretta collaborazione con la finanziaria Felse, Unioncamere Liguria e le associazioni di categoria, ha sostenuto l operazione di fusione intersettoriale, svolgendo un ruolo di coordinatore da un punto di vista tecnicooperativo. Il nuovo confidi ha dato inizio alla sua operatività a partire dal 1 gennaio 2013 in qualità di confidi vigilato da Banca d Italia. Rete Fidi Liguria parte con una base di 260 milioni di euro di garanzie su circa 600 milioni di euro di finanziamenti bancari, a favore di oltre imprese. L operatività di Rete Fidi si concentra su finanziamenti di importo iniziale da un minimo di euro fino ad un massimo di oltre euro. Gli altri confidi minori continuano ad operare nell ambito del microcredito con garanzie su finanziamenti fino a euro. - Razionalizzazione del sistema dei confidi liguri - Sostegno alle imprese liguri nell accesso ai capitali necessari per la loro crescita attraverso migliori condizioni in termini di tassi e durata in quanto la garanzia rilasciata da Rete Fidi permette di ridurre il rischio della banca convenzionata, secondo quanto stabilito da Basilea 2. Sito internet Rete Fidi Liguria ( Sito internet Regione Liguria ( 46

49 Interventi adottati dalla Regione Puglia CONTENUTO Il 12 dicembre 2011, la Giunta Regionale, con delibera n. 2819, ha stanziato euro 9 milioni per la realizzazione di interventi anche nell ambito di operazioni di cartolarizzazione sintetica (cd. strutture segmentate o tranched) attraverso un Fondo di garanzia specifico denominato Fondo Tranched Cover, gestito da Puglia Sviluppo Spa, con contabilità separata. L intervento di Puglia Sviluppo Spa è attuato attraverso la costituzione in pegno di un cash collateral su un conto corrente aperto presso l originator, remunerato a un tasso almeno pari all Euribor3 mesi maggiorato dell 1%; la suddetta garanzia opera a copertura delle prime perdite (junior) registrate su un portafoglio di esposizioni creditizie erogate in favore di PMI per determinate finalità: realizzazione di investimenti di imprese innovative operanti prioritariamente nei settori ICT, energia e ambiente, biotecnologie e farmaceutica, elettronica e biomedicale, edilizia sostenibile e meccanica; finanziamenti a medio-lungo termine per attività di innovazione e per investimenti iniziali. Per le PMI operanti nel settore manifatturiero, i finanziamenti possono riguardare, al massimo per il 20%, spese per la formazione di scorte, materie prime e prodotti finiti. Tra i requisiti dell intervento, vi è anche la localizzazione degli investimenti nel territorio regionale, oltre al loro avvio successivamente alla presentazione dell istanza di partecipazione. BENEFICIARI FINALITA EFFETTI PUNTI DI FORZA CRITICITA FONTI DI RIFERIMENTO Operatori economici (banche italiane e comunitarie stabilite nel territorio italiano; intermediari finanziari 107, società finanziarie ammesse al mutuo riconoscimento), anche costituiti nella forma di raggruppamento temporaneo di imprese, ritenuti idonei a dare attuazione agli interventi di Puglia Sviluppo Spa e in possesso di alcuni requisiti (quali ad esempio la presenza di uno sportello operativo in Puglia, un patrimonio di vigilanza almeno pari a 300 milioni di euro, ecc). Riduzione delle particolari difficoltà che le PMI incontrano nell accedere al finanziamento o a causa del rischio maggiore percepito in associazione all investimento o a causa della mancanza di garanzie sufficienti. Creazione di migliori opportunità di lavoro sostenendo le PMI con la creazione di crescita e occupazione potenziale attraverso una maggiore disponibilità del finanziamento del debito. Maggiore cooperazione tra i diversi attori del credito che operano sul territorio. Ricadute positive in termini di efficiente allocazione delle risorse. Restrizione dell iniziativa ad alcune finalità con riferimento ai finanziamenti che compongono il portafoglio. Presenza di una durata di 3 anni dell idoneità ottenuta dal soggetto beneficiario. Sito internet Puglia Sviluppo ( 47

50 Interventi adottati dalla Regione Toscana CONTENUTO Nell ambito del POR , con decreto dirigenziale n del 29 dicembre 2011 è stato approvato il bando per la concessione di contributi ai confidi toscani sottoposti alla vigilanza della Banca d Italia. I contributi sono destinati ai fondi rischi dei confidi beneficiari e calcolati in base alle garanzie in essere al 31/12/2010, fino ad esaurimento delle risorse totali messe a disposizione, pari a euro. Il confidi è tenuto a presentare ogni 6 mesi dall attuazione dell intervento la rendicontazione del fondo, la quale deve contenere la dotazione del fondo, l ammontare delle spese di istruttoria che corrispondano all abbuono di garanzia per le imprese, gli interessi generati dal fondo, nonché le perdite escusse a carico del fondo. Il moltiplicatore tra le garanzie concesse e l importo dei prestiti garantiti è pari ad almeno 5. Tra gli obblighi a carico dei confidi, pena la revoca dei contributi, vi sono : - costituire il fondo di garanzia quale capitale separato e utilizzare una contabilità separata atta a distinguere le risorse relative al contributo, oltre a un conto corrente bancario specifico; - concedere le garanzie entro il a titolo gratuito; i prestiti garantiti devono essere concessi entro il ; - rispettare il moltiplicatore tra le garanzie concesse e i prestiti concessi ed erogati; - presentare, alla chiusura del POR Fesr , una nota tecnica dalla quale si evidenzi l incremento di operatività derivante dal contributo; - comunicare all impresa che le garanzie sono concesse a valere sul POR Fesr ; - rispettare le prescrizioni relative all audit, nonché fornire qualsiasi altra documentazione su richiesta della Regione Toscana o terzo autorizzato ai fini del monitoraggio, rendicontazione e audit dell intervento così come indicato nell Accordo di finanziamento; - restituire, in caso di scioglimento o cessazione del confidi, un importo pari all ammontare residuo del contributo al fondo rischi compresi gli interessi maturati alla fine di ogni anno. FINALITÀ Favorire il rafforzamento patrimoniale dei confidi vigilati. CRITICITA Restrizione dell intervento ai soli confidi 107. FONTI DI RIFERIMENTO Decreto dirigenziale n del 29 dicembre 2011 Sito internet Regione Toscana ( 48

51 Interventi adottati dalla Regione Veneto CONTENUTO BENEFICIARI FINALITA MODALITA DI ACCESSO Il 7 maggio 2012, la Giunta Regionale, con delibera n. 789, è intervenuta con riferimento alle modalità operative del Fondo regionale di garanzia costituito presso la finanziaria regionale Veneto Sviluppo Spa, allargando l operatività dello strumento alla parte riservata ad operazioni di garanzia su portafogli ( tranched cover ), proposte da Confidi in partnership con le Banche. E stato individuato uno schema di garanzia di portafoglio eleggibile che prevede l intervento della quota regionale a copertura delle prime perdite ( tranche junior ) unitamente ad una quota paritetica messa a disposizione dal singolo confidi, a copertura delle seconde perdite ( tranche mezzanine ). Il portafoglio di esposizioni creditizie sarà composto da nuovi affidamenti a breve termine concessi per esigenze di supporto al capitale circolante dell impresa. Per la copertura delle perdite registrate sulle tranches junior sono rese disponibili risorse a valere sul Fondo per un ammontare massimo complessivo di euro 10 milioni, pari al 27% dell attuale dotazione del Fondo Regionale di Garanzia. La copertura fornita dal Fondo per le perdite sulle tranches junior sarà al massimo pari all 80% della perdita registrata su ciascun finanziamento appartenente al singolo portafoglio di finanziamenti. L aiuto è concesso sulla base del regolamento De Minimis. I beneficiari sono individuati da Veneto Sviluppo, a seguito di avviso pubblico di manifestazioni di interesse, sulla base delle migliori proposte operative presentate. Possono presentare istanza di manifestazione di interesse i confidi costituiti anche in forma di raggruppamento temporaneo di imprese che rispettano determinati requisiti tra i quali ad esempio un numero minimo di imprese associate con sede operativa in Veneto o di convenzioni stipulate con il sistema bancario, ecc. Attivare strumenti innovativi di mitigazione del rischio di credito al fine di supportare le piccole e medie imprese venete duramente colpite, in termini di accessibilità al credito, dal perdurare della crisi economica. I confidi che hanno ottenuto l istanza ad operare con il Fondo anche con riferimento a portafogli di garanzie, dovranno presentare a Veneto Sviluppo la proposta di accordo di portafoglio comprensiva dell indicazione del portafoglio minimo da realizzare in relazione al Cash Collateral Junior e al corrispondente Cash Collateral Mezzanine, delle condizioni economiche da applicarsi ai finanziamenti in funzione delle classi di merito e dell accettazione di tutte le condizioni previste Ciascuna proposta di accordo di portafoglio presentata deve prevedere uno spessore richiesto sia per la Tranche junior sia per la Tranche mezzanina, comunque non inferiore a euro per ciascuna tranche e la somma della Tranche Junior e della Tranche mezzanina non deve essere superiore al 10% del valore del relativo portafoglio. Fermo restando il limite del 10%, spessori superiori a euro per ciascuna tranche potranno essere considerati solo per valori aggiuntivi multipli di e fino ad un massimo spessore pari a euro Le proposte di portafoglio sono valutate, tramite l assegnazione di un punteggio, sulla base di elementi tecnico-qualitativi ed economico-finanziari: - esperienza maturata dal soggetto proponente; - struttura operativa di Credit Risk Management; - numerosità e distribuzione per provincia degli sportelli operativi; - volumi affidamenti garantiti nell ultimo biennio; - risultati raggiunti in termini di contenimento delle sofferenze; - ammontare minimo del portafoglio e ammontare massimo del Cash Collateral Junior proposto; - livello delle commissioni di garanzia, costo di istruttoria, entità di eventuali 49

52 depositi cauzionali, costo di adesione al confidi; - condizioni economiche applicate ai finanziamenti per classi di merito creditizio; - condizioni applicate al conto corrente presso il quale verrà versato il Cash Collateral Junior. EFFETTI PUNTI DI FORZA CRITICITA FONTI DI RIFERIMENTO Maggiore cooperazione tra i diversi attori del credito che operano sul territorio. Questa tipologia di strumentazione di garanzia permette di massimizzare l effetto moltiplicatore delle risorse in termini di erogazione di nuovi affidamenti a favore delle PMI. Perdita di efficacia nel caso in cui il portafoglio non sia determinato entro i termini previsti. Sito internet Regione Veneto ( Sito internet Veneto Sviluppo ( 50

53 6 Esperienze estere a confronto: il caso tedesco 51

54 6.1 La struttura del sistema di garanzia tedesco La Germania presenta uno dei sistemi di garanzia mutualistica più sviluppato ed efficace d Europa. Le prime forme dei sistemi di garanzia, che avrebbero costituito il nucleo da cui poi si sarebbero formate le banche di garanzia tedesche, note con il nome di bürgschaftsbanken (da qui BG), nacquero agli inizi del Novecento. Tuttavia solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1949, su iniziativa di una pluralità di soggetti pubblici e privati tra cui la Camera degli artigiani (Handwerkskammern), la Camera del commercio e dell industria, le banche e altre istituzioni pubbliche nacquero ufficialmente le BG, ancora oggi riconosciute come l istituzione per eccellenza nel sistema di garanzia tedesco. Le BG tedesche erano originariamente organizzate su base settoriale e il loro obiettivo sociale era quello di favorire la ricostruzione e la ripresa economica tedesca nel dopoguerra. Nascita dei sistemi di garanzia in Europa Paese Data di avvio dell esperienza Austria 1954 Belgio 1929 Estonia 2000 Francia 1917 Germania 1949 Grecia 2004 Italia 1957 Lituania 1997 Polonia 1994 Portogallo 1994 Repubblica Ceca 1992 Romania 1993 Slovenia 1997 Spagna 1978 Turchia 1951 Ungheria 1991 Fonte: Costa e Costagli (2006) Fino alla fine degli anni Settanta, le BG sono stati dei soggetti fondamentali per la crescita economica tedesca, agendo con particolare attenzione a favore delle piccole e medie imprese 22. A partire dagli anni Ottanta, le BG hanno conosciuto un forte processo di consolidamento, in parte voluto e guidato dalla volontà pubblica di ridurre la competizione ed elevare il grado di efficacia dei modelli operativi, accrescendo il controllo pubblico all interno del meccanismo di garanzia. Questa dinamica strutturale ha portato alla riduzione del numero di soggetti, creando BG più solide e con un operatività più ampia, non più settoriale. Inoltre, dopo la riunificazione fra Germania Est e Germania 22 È noto infatti che, specialmente per le imprese di piccola dimensione oppure per quelle che si trovano negli stadi iniziali di operatività, l accesso al mercato del credito è di particolare difficoltà. Ciò in ragione dell inadeguatezza, o inesistenza, di sufficienti garanzie collaterali. 52

55 Ovest, le BG si sono estese anche ai nuovi Lӓnder. E stato così un processo particolarmente virtuoso dotando ogni singolo land di una BG (ad eccezione della Baviera dove vi sono 2 BG ciascuna con una diversa specializzazione settoriale). Secondo quanto riportato dall ultimo documento ufficiale AECM,ad oggi, in Germania esistono 17 BG. Accanto a tali istituzioni, vi sono anche 14 MittelständischeBeteiligungsgesellschaften (da qui MBG). Si tratta di soggetti aventi la medesima mission, ovvero supportare le piccole medie imprese nei loro processi di crescita, ma dotati di diversi strumenti tecnici. Le MBG agiscono, infatti, direttamente come finanziatori delle PMI offrendo servizi di equityfinancing. In particolare, le MBG sono specializzate in operazioni di private equity, venture capital e nell erogazione di finanziamenti partecipativi e mezzanini. Questi ultimi permettono di incrementare i livelli patrimoniali delle start-up senza tuttavia prevedere alcuna ingerenza delle MBG sulle scelte gestionali delle imprese beneficiarie (cosiddetta silent partnership ). Ad oggi, risultano attive 14 MBG che, assieme alle 17 BG, formano l associazione delle banche di garanzia tedesche: la Verband Deutscher Bürgschaftsbanken (VDB), l organizzazione maggiormente rappresentativa del sistema di garanzia tedesco. Oltre a queste due tipologie di operatori, esistono misure di garanzia ad hoc che prevedono la partecipazione di altri soggetti pubblici e privati. È il caso in cui un ministero dello Stato, oppure una Regione federata, o ancora un Comune collabori, anche con soggetti privati, per l istituzione di forme di co-garanzia e contro-garanzia su specifiche aree di intervento o progetti infrastrutturali. In questi termini, un ruolo fondamentale viene giocato dalle banche a partecipazione pubblica (Sparkassen e Landesbanken 23 ) che agiscono come banche di sviluppo economico delle piccole e medie imprese, in particolar modo, per l export e per progetti a rilevanza nazionale e internazionale. In questa modalità operativa, le più note sono la Kfw-Group e NRW-Banks nella Regione della Renania Settentrionale, la LfAFörderbankBayern in Baviera e lal-bank, Staatsbankfür Baden-Wuerttemberg per il Baden-Wuerttemberg. Nonostante gli schemi di garanzia e i soggetti siano molteplici, nel prosieguo della ricerca, si considera utile approfondire il modello di operatività delle BG poiché rappresentano il soggetto più simile, in termini di funzione e oggetto sociale, a quello dei confidi italiani. 6.2 Il sistema delle bürgschaftbanken Le BG tedesche sono società a responsabilità limitata (GmbH) a capitale privato, economicamente e giuridicamente indipendenti. Sono partecipate dalle Camere di commercio, banche e assicurazioni e altre associazioni imprenditoriali e di categoria. Le BG hanno sempre goduto di un costante apporto di risorse pubbliche poiché utilizzate dallo Stato centrale come strumento di politica economica. Non essendo a scopo di lucro, le BG non distribuiscono dividendi e gli eventuali utili conseguiti sono reinvestiti integralmente nell attività sociale. Le BG tedesche sono formalmente dei soggetti bancari, 23 Le Sparkassen nel 2011 risultavano essere partner delle BG, in termini di volume delle garanzie erogate, per circa il 43%, seguite dalle Volksbanken (assimilabili alle banche popolari) per il 31%. Banche private e altri per circa il restante 26% (VDB, 2011). 53

56 ma di fatto intermediari specializzati nell attività di erogazione delle garanzie e, di conseguenza, titolari di una licenza bancaria limitata alla medesima attività. È esclusa quindi l attività di erogazione per cassa. Ad esse si applica la normativa bancaria tedesca (Kreditwesengesetz) e sono quindi sottoposte a vigilanza regolamentare, prudenziale e ispettiva così come gli intermediari bancari. Operando prevalentemente a livello regionale, le BG tedesche non operano in concorrenza tra di loro. È opportuno sottolineare che questo assetto non è imposto da specifiche norme ma è conseguenza del meccanismo di controgaranzia utilizzato, che incentiva a operare esclusivamente all interno della propria regione. Infatti, mediante il meccanismo della controgaranzia, lo Stato federale (Bund) e le Autorità regionali (Länder) partecipano in quota parte alle perdite riportate dalle BG entro limiti di competenza territoriale ben determinati. Qualora il requisito territoriale sia rispettato, il costo sostenuto dalle BG per l intervento della controparte pubblica è nullo. Eventuali superamenti di soglie dimensionali prestabilite e dei limiti geografici regionali comporterebbero, invece, per le BG, la partecipazione diretta alle perdite subite. Di seguito vengono riportati alcuni dati sulla dimensione degli interventi delle BG e delle MBG negli ultimi anni. In particolare, si riporta l incidenza del volume delle garanzie in portafoglio dei sistemi di garanzia tedeschi rispetto a quelli europei. Stock e flussi di garanzie erogate - Confronto Germania / Europa (Valori in miliardi di euro) Germania Europa Volumi 5,91 5,06 5,59 5,40 5,30 Flussi 1,15 1,30 1,26 1,08 1,16 Volumi 78,78 71,10 70,36 57,42 55,42 Flussi 28,41 31,25 33,77 23,60 23,97 Volumi 7,50 7,12 7,94 9,41 9,56 Inc % Flussi 4,05 4,16 3,73 4,56 4,82 Fonte: elaborazione su dati AECM. Come è possibile notare, al 31/12/2011, la Germania incideva sul volume delle garanzie europee complessive per il 7,5%. Il trend dei volumi tedeschi è stato in crescita tra il 2007 e il 2009, subendo una frenata nel 2010 e una veloce ripresa nel Le erogazioni per anno sono rimaste stabili per tutto il quinquennio per un valore medio di circa 1,2 miliardi di euro. Nella figura di seguito è possibile apprezzare graficamente l andamento dei volumi nell ultimo quinquennio. Dal grafico, si nota che l incidenza media delle garanzie tedesche sul totale delle garanzie erogate in Europa si è ridotta negli anni. Nonostante i flussi delle BG tedesche siano rimasti sostanzialmente stabili, le misure anticrisi adottate a livello europeo hanno fatto lievitare il valore complessivo dei volumi erogati riducendo l incidenza della Germania sul totale del campione. 54

57 Volumi di garanzie in portafoglio Confronto Germania / Europa (miliardi di euro) 70,4 71,1 78,8 55,4 57,4 Germania Europa Inc % 7,5 7,1 7,9 9,4 9,6 5,3 5,4 5,6 5,1 5, Fonte: elaborazione su dati AECM. La dinamica dei flussi mette in evidenza una progressiva crescita della quota tedesca sui flussi complessivi annui di garanzie, passata dal 3,7% del 2009 al 4,8% del Flussi di garanzie erogate Confronto Germania / Europa 33,8 31,3 28,4 24,0 23,6 Germania Europa Inc % 4,0 4,2 3,7 4,6 4,8 1,2 1,1 1,3 1,3 1, Fonte: elaborazione su dati AECM. Di seguito si riporta invece la dimensione dei flussi erogati negli ultimi tre anni dalle BG nelle varie Regioni federate. 55

58 Anagrafica ed erogazioni delle bürgschaftsbank Nome Banca di Garanzia Regione Garanzie erogate (in milioni di euro) Bürgschaftsbank Baden Wurttemberg Bürgschaftsbank Bayern BGG BayerischeGarantiegesellschaft Bürgschaftsbankzu Berlin- Brandenburg Baden Wurttemberg 306,7 328,6 290,3 Baviera 82,0 118,1 98,8 Berlino 54,2 50,3 46,1 Bürgschaftsbank Brandenburg Brandeburgo 66,9 91,2 63,4 Bürgschaftsbank Bremen Brema 15,8 17,5 11,5 BürgschaftsGemeinschaft Hamburg Amburgo 88,5 84,2 83,5 Bürgschaftsbank Hessen Assia 58,5 63,1 53,8 Bürgschaftsbank Mecklenburg- Vorpommern Meclemburgo Pomerania Anteriore 28,1 34,3 38,0 Bürgschaftsbank Niedersachsen BassaSassonia 46,0 75,2 70,3 Bürgschaftsbank Nordrhein- Westfalen RenaniaSettentrionale - Vestfalia 112,5 137,1 113,6 BürgschaftsbankRheinlandPfalz Renania - Palatinato 86,0 17,5 27,5 Bürgschaftsbank Saarland Saarland 9,7 12,1 8,6 Bürgschaftsbank Sachsen Sassonia 96,0 60,1 63,5 Bürgschaftsbank Sachsen Anhalt Bürgschaftsbank Schleswig- Holstein Sassonia - Anhalt 64,2 66,9 64,6 Schleswig-Holstein 82,6 67,7 63,5 BürgschaftsbankThurigen Turingia 63,6 77,0 53,3 TOTALE 1.261, , ,2 Fonte: VerbandDeutscherBűrgschaftsbanken, Stabilitätfür den Mittelstand La BG più grande è quella della regione Baden Wurttemberg che, nonostante i volumi complessivi in decrescita tra il 2010 e il 2011, mantiene la sua quota di erogazione intorno ai trecento milioni di euro. L ammontare delle garanzie complessivamente erogate dal sistema delle BG è stato pari a 1,26 miliardi nel 2009, 1,30 nel 2010 e, nel 2011, si è ridotto a 1,15 miliardi di euro, probabilmente, a causa della forte riduzione al finanziamento del circolante. Di seguito si riporta invece la suddivisione settoriale delle garanzie erogate dalle BG nel 2010 e

59 Banche di garanzia - Suddivisione settoriale Settori Var% Var% Artigianato ,4 25,08 25,24-0,17 Commercio ,5 23,91 22,36 1,55 Industria ,7 13,46 13,90-0,45 Agricoltura ,6 0,96 0,65 0,31 Turismo ,2 7,31 7,10 0,20 Trasporti ,2 2,36 2,03 0,33 Servizi ,5 19,65 21,98-2,33 Professioni ,3 7,28 6,73 0,55 Totale ,8 100,00 100,00 Fonte: elaborazione su dati VDB. In Germania l artigianato, il commercio e i servizi sono i tre settori che beneficiano maggiormente del meccanismo delle garanzie. Questa evidenza conferma che la domanda di condivisione del rischio che viene dalle banche commerciali ha prevalentemente lo scopo di fornire credito alle piccole e medie imprese. L industria, infatti, avendo fabbisogni ben superiori a quelli identificati nei limiti di garanzia delle BG (1 milione di euro prima della crisi e 2 milioni di euro successivamente), ha un peso del 13,90% nel 2010 e del 13,46% nel Ripartizione percentuale dei volumi di garanzie per settore nel 2011 Professioni 7,3% Turismo 7,3% Trasporti 2,4% Agricoltura 1,0% Artigianato 25,1% Industria 13,5% Servizi 19,6% Commercio 23,9% Fonte: elaborazione su dati VDB. 57

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