LAVORATORI-STUDENTI: RISCHI E IDONEITÀ NELL ALTERNANZA SCUOLA- LAVORO, NEI TIROCINI E NEI CORSI DI LAUREA UNIVERSITARI
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1 LAVORATORI-STUDENTI: RISCHI E IDONEITÀ NELL ALTERNANZA SCUOLA- LAVORO, NEI TIROCINI E NEI CORSI DI LAUREA UNIVERSITARI VENERDI 11 MARZO 2016 SALA AUDITORIUM - EDIFICIO U12 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA VIA VIZZOLA, 5 - MILANO
2 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI Premesse normative e d indirizzo TITOLO IX Capo I - D.Lgs.81/08 documento Carta 2000
3 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI D. Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 Sul tema è intervenuta la Commissione Interpelli che si è espressa con il parere fornito nell Interpello n.1/2013 avente per oggetto Art. 12, D.Lgs. n. 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni risposta al quesito relativo alla visita medica preventiva nei confronti di studenti minorenni partecipanti a stage formativi.
4 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI Ai sensi dell'art. 2 del D.Lgs. n. 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni, i soggetti beneficiari delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento, nonché gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari e i partecipanti ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l'allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione sono equiparati ai lavoratori ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al D.Lgs. 81/2008.
5 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI L'equiparazione fatta dall'art. 2 del D.Lgs. n. 81/2008, ha valenza solo ed unicamente per le misure di salute e sicurezza previste dal D.Lgs. n. 81/2008, misure che devono pertanto essere attuate anche nei confronti di coloro che sono equiparati ai lavoratori. La legge 977/67 si applica invece ai minori di 18 anni che hanno un contratto o un rapporto di lavoro.
6 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI E già prevista una deroga per le attività didattiche: infatti l art 7 del D.Lgs. N.345/1999 nel sostituire l art. 6 della legge 17/10/1967 n 977, al comma 2 stabilisce che, in deroga al divieto di adibire gli adolescenti alle lavorazioni, ai processi e ai lavori indicati nell allegato 1, gli stessi adolescenti possono esservi impiegati, per motivi didattici o di formazione professionale e per il tempo necessario alla formazione stessa, purché siano svolti sotto la sorveglianza di formatori competenti anche in materia di prevenzione e protezione e nel rispetto di tutte le condizioni di sicurezza previste dalla vigente legislazione.
7 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI Carta 2000 L obiettivo della scuola è quello di promuovere e divulgare ai lavoratori di domani la cultura e le azioni di prevenzione indispensabili per partecipare con responsabilità al vivere sociale e civile.. (documento programmatico "Carta 2000" del Ministero del Lavoro).
8 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI La CM 86/2010 individua la sicurezza quale nucleo tematico incluso nell insegnamento di Cittadinanza e Costituzione previsto dalla L. 169/08 Il Decreto n. 45/2011 MIUR-ANSAS utilizza l espressione sicurezza umana definita quale etica della responsabilità individuale e sociale cioè il modo in cui i singoli e le comunità proteggono i propri interessi primari
9 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI Sicurezza è un concetto riferibile a tutti gli ambienti di vita e va intesa come diritto primario della persona tutelato dalla nostra Costituzione agli artt. 2, 4, 32, 35 e 41.
10 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI Carta 2000 La scuola è chiamata ad assolvere duplice compito: un adottare soluzioni tecniche, organizzative, procedurali e comportamentali atte alla riduzione dei rischi promuovere e divulgare la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro mediante progetti sperimentali in ambito scolastico
11 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI Progetto: Passaggio dall applicazione formale della norma a condizioni di sicurezza reale promuovendo la cultura della prevenzione attraverso un modello partecipativo di valutazione e gestione dei rischi che coinvolga anche gli allievi
12 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI La centralità del coinvolgimento degli allievi ha come giustificazione pedagogica la necessità della scuola di soddisfare a bisogni educativi primari: bisogno di realtà bisogno di responsabilità
13 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 9001:2015 La nuova ISO 9001 estende il risk assessment (processo di identificazione, analisi e ponderazione del rischio) a tutto ciò che impatta sulla continuità dei processi aziendali.
14 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 9001:2015 Con la sigla ISO 9000 si identifica una serie di normative e linee guida sviluppate dall'organizzazione internazionale per la normazione (ISO), le quali definiscono i requisiti per la realizzazione, in una organizzazione, di un sistema di gestione della qualità, al fine di condurre i processi aziendali, migliorare l'efficacia e l'efficienza nella realizzazione del prodotto e nell'erogazione del servizio, ottenere ed incrementare la soddisfazione del cliente.
15 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 31000:2009 Lo strumento con il quale affrontare la gestione del rischio è offerto dalla norma ISO del 2010 dal titolo Gestione del rischio, Principi e linee guida.
16 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 31000:2009 È estremamente generale, tanto da poter essere utilizzata da qualsiasi tipo di organizzazione, pubblica o privata Lo scopo è quello di mettere a disposizione di tutti i suoi lettori i principi e le linee guida generali sulla gestione del rischio È espressamente dichiarato che non è destinata ad essere utilizzata per la certificazione.
17 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 31000:2009 raccomanda che le organizzazioni gestiscano il rischio nella governance complessiva dell'organizzazione comprese le politiche, i valori e la cultura Raccomanda la comunicazione e la consultazione con i portatori d interesse poiché i loro giudizi sul rischio si basano sulle proprie percezioni
18 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI o Terminologia Gli aspetti terminologici sono di importanza fondamentale. Assume un rilievo forse ancora maggiore nel caso del termine rischio e della sua gestione, se si tiene conto che nel linguaggio ed immaginario comune il termine rischio è legato quasi esclusivamente al concetto di pericolo e di possibili danni. Spesso, inoltre, i termini pericolo e rischio sono utilizzati come sinonimi e non solo nella lingua italiana.
19 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI DEFINIZIONE DI PERICOLO Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni (art.2 D.Lgs. 81/08). Il Legislatore ha voluto sottolineare come la pericolosità sia caratteristica intrinseca al fattore stesso.
20 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI DEFINIZIONE DI RISCHIO probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione (art. 2 D.Lgs. 81/08).
21 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 31000:2009 rischio : effetto dell incertezza sugli obiettivi la valutazione del rischio diventa il processo ininterrotto di identificazione del rischio, analisi del rischio e ponderazione del rischio.
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23 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO CICLO DI DEMING (PDCA) Dalla progettazione (Plan) si passa all attuazione di quanto pianificato (fase Do) e successivamente al monitoraggio e riesame (fase Check) ed al miglioramento continuo (parte della fase Act).
24 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI ISO 31010:2009 METODICHE La norma ISO dal punto di vista delle tecniche di valutazione è assolutamente esaustiva. Si riporta di seguito l elenco delle metodologie (tecniche) considerate valide e riportate nella norma: 1. Brainstorming 2. Intervista strutturata o semi strutturata 3. Metodo Delphi 4. Metodo con le Checklist 5. Analisi preliminare dei rischi (PHA) 6. Hazard and operability study (HAZOP) 7. Hazard analysis and critical control points (HACCP) 8. Valutazione della tossicità 9. Tecnica strutturata What If 10. Analisi degli scenari 11. Analisi dell impatto di business 12. Analisi della radice delle cause 13. Failure mode and effects analysis (FMEA) 14. Analisi dell albero degli errori 15. ecc.
25 SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI LABORATORI SCOLASTICI o Il questionario sulla percezione del rischio: occasione per valorizzare la soggettività occasione per sviluppare il confronto all interno delle classi sui punti di vista espressi
26 CLP = Classification, Labelling and Packaging of substances and mixtures cosa è cambiato per sostanze e preparati pericolosi Vengono modificati i criteri per la classificazione delle sostanze e delle miscele pericolose. Si aggiungono nuove informazioni sull etichetta delle sostanze e miscele pericolose identificate come AVVERTENZE. Vengono modificate le frasi di rischio, d ora in poi denominate Indicazioni di pericolo (es. H351 sospettato di provocare il cancro sostituisce R40 Possibilità di effetti cancerogeni Prove insufficienti) e i consigli di prudenza (es. P262 sostituisce S24 e S25 e S27) Vengono modificati i pittogrammi (simboli di pericolo).
27 CLP, cosa cambia per sostanze e preparati pericolosi Indicazione di pericolo (Hazard Statement) : frase attribuita a una classe e categoria di pericolo che descrive la natura del pericolo di una sostanza o miscela pericolosa (le precedenti frasi di rischio R) H310 Letale per contatto con la pelle H317 Può provocare una reazione allergica cutanea H330 Letale se inalato H350 Può provocare il cancro (indicare la via di esposizione se nessun'altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo)
28 CLP, cosa cambia per sostanze e preparati pericolosi Avvertenza: indica all utilizzatore il valore di pericolosità della sostanza o miscela (in precedenza la miscela veniva indicata come preparato ); Esistono due gradi di avvertenze: Pericolo: avvertenza per le categorie di pericolo più gravi Attenzione: avvertenza per le categorie di pericolo meno gravi
29 CLP, cosa cambia per sostanze e preparati pericolosi Consigli di prudenza: una frase che descrive la misura o le misure raccomandate per ridurre al minimo o prevenire gli effetti nocivi dell esposizione a una sostanza o miscela pericolosa conseguente al suo impiego o smaltimento (le precedenti frasi S) P222 Evitare il contatto con l aria P243 Prendere precauzioni contro le scariche elettrostatiche P412 Non esporre a temperature superiori a 50 C
30 CLP, cosa cambia per sostanze e preparati pericolosi Ad ogni indicazione/consiglio corrisponde un codice alfanumerico univoco, costituito da una lettera seguita da 3 numeri. H (dall inglese Hazard, indicazioni di Pericolo) e P (dall inglese Precautionary, consigli di Prudenza) Il primo numero indica il tipo di pericolo o di consiglio Due numeri che corrispondono all ordine sequenziale del Pericolo o del Consiglio Sull etichetta vanno riportate tutte le indicazioni di Pericolo, a meno che non siano ridondanti, e non più di 6 consigli di prudenza.
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35 CLP, cosa cambia per sostanze e preparati pericolosi Composizione dell etichetta L etichetta è scritta nella lingua o nelle lingue ufficiali dello Stato membro o degli Stati membri in cui la sostanza o miscela è immessa sul mercato. I fornitori possono utilizzare nell etichetta più lingue di quelle prescritte dagli Stati membri, purché in tutte le lingue riportate vengano comunicate le medesime informazioni. L etichetta contiene informazioni che permettono di identificare la sostanza o la miscela (es.: nome commerciale) e tale denominazione dovrà essere la stessa che figura nella scheda di sicurezza.
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37 Check-list Costituiscono uno strumento per la valutazione delle situazioni di rischio e la gestione in sicurezza di un laboratorio di chimica. Si dovrà tener conto di altri fattori che riguardano l ambiente fisico. occasione per valorizzare il concetto di responsabilità
38 Check-list Articolo Valutazione dei rischi 1. Nella valutazione di cui all articolo 28, il datore di lavoro determina preliminarmente l eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro e valuta anche i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti dalla presenza di tali agenti, prendendo in considerazione in particolare: a) le loro proprietà pericolose; b) le informazioni sulla salute e sicurezza comunicate dal responsabile dell immissione sul mercato tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei Decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 14 marzo 2003, n. 65, e successive modifiche; c) il livello, il modo e la durata della esposizione; d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti tenuto conto della quantità delle sostanze e dei preparati che li contengono o li possono generare; e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; di cui un primo elenco è riportato negli allegati ALLEGATO XXXVIII e ALLEGATO XXXIX; f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare; g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.
39 Algoritmo Il modello proposto è una modalità di analisi che consente di effettuare la valutazione del rischio secondo quanto previsto dall articolo 223 comma 1 del D.Lgs.81/08 (Titolo IX Capo I Protezione da agenti chimici ): nel modello è infatti prevista l identificazione e il peso da assegnare ai parametri indicati dall articolo di legge e dai quali non è possibile prescindere. Il modello individua un percorso semplice, il più semplice possibile, per effettuare la valutazione del rischio senza dover accedere, almeno in questa fase, a valutazioni con misurazione dell agente chimico. il modello va inteso come un percorso di facilitazione atto a consentire, la classificazione al di sopra o al di sotto della soglia del rischio IRRILEVANTE PER LA SALUTE.
40 Algoritmo: MoVaRisCh 2017 Il Modello di Valutazione del Rischio Chimico MoVaRisCh" è stato approvato dai gruppi tecnici delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia in applicazione alle Linee Guida del Titolo IX Capo I Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 proposte dal Coordinamento Tecnico per la Sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome. Compreso nel file zip, Autocertificazione della valutazione dei rischi da agenti chimici pericolosi, predisposta dal Datore di lavoro, prevista dall' Art. 223, comma 1. del Decreto legislativo n 81/08 e successive modifiche ed integrazioni in conformità all' Art. 29, comma 5. D.Lgs. 81/08.
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42 Algoritmo: MoVaRisCh 2017 Il rischio R è il prodotto del pericolo P per l esposizione E. R = P x E Il pericolo P viene identificato con le indicazioni di pericolo H che sono utilizzate nella classificazione secondo i criteri del Regolamento CLP. Ad ogni Hazard Statement (indicazione di pericolo H) è stato assegnato un punteggio (score) tenendo conto del significato delle disposizioni relative alla classificazione e all etichettatura delle sostanze e delle miscele pericolose di cui all Allegato I del Regolamento CLP. Il pericolo P rappresenta quindi la potenziale pericolosità di una sostanza indipendentemente dai livelli a cui le persone sono esposte (pericolosità intrinseca). L esposizione E rappresenta il livello di esposizione dei soggetti nella specifica attività lavorativa. Il rischio R, determinato secondo questo modello, tiene conto dei parametri di cui all articolo 223 comma 1 del D.Lgs. 81/08.
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45 Misure di prevenzione Anche nella definizione delle misure di prevenzione da adottare nei laboratori chimici della scuola, definite le indicazioni generali valide universalmente, si dovrà coinvolgere gli allievi: nella ricerca di eventuali soluzioni specifiche. nella fase di ripristino, per esempio nell etichettatura di prodotti privi di etichetta nella definizione di un regolamento di laboratorio con stesura delle relative procedure.
46 Misure di prevenzione Prodotti chimici 1. Eliminare eventuali cancerogeni 2. Sostituire, ove compatibile con l attività didattica, i prodotti pericolosi con altri meno pericolosi 3. Eliminare i prodotti privi di etichetta o etichettarli correttamente Aspetti strutturali 4. Verificare la disponibilità di cappe di aspirazione con velocità dell aria sul banco pari a 0,3-0,5 m/s 5. Verificare la corretta colorazione di sicurezza sulle tubazioni di gas, acqua, ecc. 6.Verificare la disponibilità e l efficacia dell impianto di rilevazione delle fughe di gas
47 Misure di prevenzione Buona prassi/procedure di sicurezza 9. Effettuare le lavorazioni che sviluppano vapori e gas potenzialmente nocivi sotto cappa 10. Uso adeguato di indumenti da lavoro e DPI (camici, guanti, occhiali, ecc.) 11. Definizione procedure di lavoro integrate con sicurezza 12. Addestramento alle procedure 13. Utilizzo di reagenti tossici, corrosivi, esplosivi o facilmente infiammabili sotto la diretta sorveglianza dell insegnante 14. Definizione di un regolamento di laboratorio 15. Custodire i reattivi chimici in armadi accessibili solo agli insegnanti, controllando nello stoccaggio eventuali incompatibilità nella contiguità (es. acidi e basi forti) Dispositivi di emergenza 16. Verificare la disponibilità e la verifica aggiornata degli estintori 17. Verificare la disponibilità di fontanelle o bottiglia lavaocchi 18. Verificare la disponibilità e la verifica aggiornata delle Cassetta di Primo Soccorso 19. Verificare l aggiornamento degli addetti al Primo Soccorso
48 Misure di prevenzione Gestione dei rifiuti di laboratorio La gestione dei prodotti chimici dal loro acquisto fino allo smaltimento, è da definire nel dettaglio attraverso la stesura di procedure specifiche fra loro coordinate, finalizzate sia alla tutela ambientale che al contenimento del rischio espositivo.
49 Checking Con il coinvolgendo degli alunni: Deve essere garantita il monitoraggio delle prestazioni e il rispetto dei requisiti di legge. Deve essere assicurata l indagine in relazione agli eventi occorsi allo scopo di definire appropriate Azioni Correttive.
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51 Gestione del sistema sicurezza e cultura della prevenzione nella scuola Il manuale rivolto alle scuole di ogni ordine e grado ha lo scopo di affrontare le tematiche concernenti le disposizioni legislative in tema di sicurezza e salute nel mondo della scuola e rappresenta l espressione di un lavoro collettivo di operatori della scuola e delle istituzioni, con il contributo Inail. Questa seconda edizione approfondisce altresì le tematiche relative alla sicurezza con riferimento agli ambienti ed agli spazi nei quali si svolgono le attività scolastiche, esaminando gli aspetti relativi alle condizioni illuminotecniche, microclimatiche, l inquinamento, le attività di laboratorio, le condizioni igienico-sanitarie dei locali mensa, le iniziative intraprese per l abbattimento delle barriere architettoniche. Prodotto: Opuscolo Edizioni Inail - Giugno 2013
52 MAURIZIO CERMESONI ALMLII GRAZIE PER L ATTENZIONE
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
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