PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN
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1 PROGETTO DI RICERCA Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN MATERIA DI MEDIAZIONE. Ambito: Mediazione civile e commerciale delle controversie. Proponenti: Prof. Paola Lucarelli, Ordinario di Diritto Commerciale, Facoltà di Giurisprudenza di Firenze e Prof. Ilaria Pagni, Ordinario di Diritto Processuale Civile, Facoltà di Giurisprudenza di Firenze. Sommario: 1. Finalità dell attività di ricerca. L idea progettuale. 2. Contesto normativo: emersione di una nuova domanda.- 3. Il ruolo della Camera di Commercio. 4. Lo studio di una Governance. 5. L attuazione di protocolli di azione condivisa. 6. Stadi della ricerca. 7. Tempi e durata. 1. Finalità dell attività di ricerca. L idea progettuale. La ricerca sui modelli di governante istituzionale in materia di mediazione civile e commerciale è finalizzata alla creazione di una sinergia tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione dei conflitti. L idea nasce dal bisogno di fornire attraverso lo studio, la creazione di strumenti di programmazione e di gestione, nonché il monitoraggio della qualità e dell efficienza dei servizi, una risposta seria e adeguata alla necessità di sviluppare un modello operativo che solo può garantire l efficacia del procedimento di mediazione con i benefici che gli sono propri. Sinergia, collaborazione, delimitazione delle competenze sono concetti chiave risolutivi rispetto al difficile quanto necessario sviluppo della mediazione anche in termini di deflazionamento del carico processuale del nostro sistema giudiziario, come richiesto dal legislatore con il recente decreto 28/2010, nonché dal legislatore comunitario, da ultimo, con la Direttiva 52/2008 che deve trovare applicazione entro il maggio La ricerca punta alla individuazione di un paradigma comune, realizzando in primo luogo una forte integrazione fra i professionisti, gli enti, le istituzioni nonché i privati, tutti interessati dalle procedure di mediazione.
2 In questo contesto, l Ente Camera di Commercio e gli altri organismi di mediazione, in qualità di deputati a gestire il servizio di mediazione e conciliazione delle controversie, beneficeranno di un modello di governance delle relazioni con le istituzioni di vario genere coinvolte, nonché di un corrispondente modello organizzativo interno del servizio di conciliazione capace di rispondere in termini di rapidità, efficienza, qualità e professionalità alla domanda di mediazione destinata ad accrescersi. L attività di monitoraggio e di controllo consente infine una restituzione dell attività svolta in termini di qualità e professionalità e dei risultati ottenuti anche in termini di crescita ed implementazione del servizio. 2. Contesto normativo: emersione di una nuova domanda. Solo poche parole per agganciare il progetto alla disciplina vigente. Il Decreto Legislativo n. 28 del 4 marzo 2010 ( Attuazione dell articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali ) ha introdotto importanti novità in materia di mediazione e conciliazione delle controversie, destinate a produrre effetti importanti non solo nel panorama giudiziario, ma anche per gli organismi deputati a gestire il procedimento di mediazione. In particolare, il decreto in questione prevede accanto alla mediazione c.d. facoltativa (scelta liberamente dalle parti) e giudiziale (su invito del giudice), la mediazione obbligatoria (imposta dalla legge, quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale), in presenza di controversie nelle materie specificamente indicate dall art. 5. La disposizione contenuta nell art. 5 avrà piena efficacia decorsi dodici mesi dall entrata in vigore del decreto in questione. La normativa si inserisce nel contesto delle iniziative volte a dare attuazione all istituto della mediazione, come previsto dalla normativa comunitaria che già da qualche anno raccomanda agli Stati membri di prevedere nei propri ordinamenti strumenti di giustizia alternativa fino ad indicare le finalità di un azione statale (con la Direttiva 52/2008) tesa ad introdurre la mediazione quale percorso di risoluzione dei conflitti capace di restituire alle parti la gestione del conflitto che le divide nonché di contribuire a deflazionare il carico delle cause giudiziarie pendenti. Accanto alla normativa nazionale, vi è pertanto un sistema di norme ed indirizzi sovranazionali che stimolano da più parti l incremento e lo sviluppo di metodi di ADR, cui l Italia non può essere esente.
3 Il decreto offre lo spunto per mettere a fuoco la mediazione e lo spirito delle forme di risoluzione alternativa delle controversie nonché i diversi ambiti di applicazione ove essa presenta innegabili benefici. Alla domanda che rivolge il legislatore comunitario, deve trovare risposta a livello nazionale l impegno di coloro, e degli Enti in particolare che da anni militano nel settore, verso lo sviluppo prima di tutto di una cultura della mediazione e di un suo corretto impiego, nella consapevolezza che il successo della mediazione dipende in gran parte dalla qualità del servizio di mediazione stesso. 3. Lo studio di una Governance. L attività di ricerca si propone, alla luce del contesto richiamato, di individuare un modello operativo e gestionale delle relazioni fra l organismo di mediazione e i diversi attori del sistema, nonché standard procedurali del servizio di conciliazione al fine di rispondere con efficienza al compito che l organismo è chiamato a svolgere in quanto iscritto nel Registro del Ministero della Giustizia e per ciò deputato a gestire il procedimento di mediazione. Esaminare le aspettative, gestire la comunicazione, condividere la distinzione dei ruoli, individuare le competenze ed i mezzi, definire i modelli di azione, dialogare sui risultati, monitorare gli stessi, saranno tutti profili oggetto di uno studio approfondito che comporrà il modello di governance più appropriato al servizio di conciliazione. 4. L attuazione di protocolli di azione condivisa. La ricerca individua nella sottoscrizione di protocolli di intesa o altri atti programmatici lo strumento per la realizzazione di un azione condivisa tesa alla emersione dei bisogni diversi e tipici di ogni attore coinvolto (privati, enti, categorie, ordini professionali, assicurazioni, rappresentanti della stampa, tribunale e istituzioni giudiziarie, Camera di Commercio), nonché nella individuazione di un comune piano di intervento, soprattutto al fine di contrastare la dispersione di pratiche e competenze insita nella prossima entrata in vigore dell obbligatorietà della mediazione nelle materie previste dall art. 5 del decreto 28/2010. La concertazione, attraverso i modelli che verranno concepiti nel corso della ricerca, si presenta come lo strumento più idoneo ed innovativo per la realizzazione e lo sviluppo di modelli di azione condivisa, con ciò scongiurando il rischio di possibili contrasti con i rappresentanti degli ordini professionali nonché degli enti di categoria e delle istituzioni interessate, istituendo un linguaggio comune e note regole di azione che contribuiscono alla delimitazione di un comune modello di gestione del conflitto.
4 5. Stadi della ricerca L attività di ricerca si svilupperà in 5 diversi stadi, laddove il passaggio alla fase successiva prevede il completamento di quella precedente: ANALISI DEI BISOGNI DI RETE istituzione di un tavolo di concertazione tra i diversi soggetti interessati dall art. 5 del decreto 28/2010. STUDIO DEI CONTESTI studio dei diversi ambiti di operatività della mediazione civile e commerciale. INDIVIDUAZIONE DI MODELLI DI AZIONE CONDIVISA proposizione ed attuazione di strumenti di governante condivisa (protocolli di intesa, atti programmatici e concertati) INDIVIDUAZIONE DI UN MODELLO definizione di aspettative, ORGANIZZATIVO di poteri e mezzi per una efficiente gestione del servizio di conciliazione MONITORAGGIO E VERIFICA DEI RISULTATI DELLA RICERCA questionari agli utenti, creazione di un tavolo permanente di dialogo tra i sottoscrittori della intesa. 7. Tempi e durata. Durata dell attività di ricerca: 12 mesi. Ogni fase, come sopra descritta, ha una durata determinata, tenendo comunque conto del principio di propedeuticità che lega l attività di ricerca così sviluppata. Stadio n. 1 ( Analisi dei bisogni di rete ) : 2 mesi.
5 Stadio n. 2 ( Studio dei contesti ) : 1 mese. Stadio n. 3 ( Individuazione di modelli di azione condivisa ) : 2 mesi Stadio n. 4 ( Individuazione di un modello organizzativo di gestione del servizio di conciliazione ) : 3 mesi. Stadio n. 5 ( Monitoraggio e verifica dei risultati della ricerca ) : 4 mesi. Il Responsabile della ricerca Prof. Paola Lucarelli
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