REPORT DELLE ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO AMBIENTALE DELLA SEZIONE ARPA DI RAVENNA. ANNO 1997

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1 REPORT DELLE ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO AMBIENTALE DELLA SEZIONE ARPA DI RAVENNA. ANNO 1997 GLI OBIETTIVI Il Report delle attività di monitoraggio e controllo della sezione Arpa di Ravenna, sulla scorta di quanto realizzato su scala regionale, si propone di fornire un quadro conoscitivo dei sistemi ambientali del territorio provinciale basato sull analisi degli elementi dell ambiente naturale e di quello antropico che Arpa presidia attraverso le attività di monitoraggio e controllo. Tale obiettivo è finalizzato: - a fornire alcuni elementi di base per la redazione della Relazione sullo Stato dell Ambiente di Comuni, Province e Regione e per la predisposizione delle Agende 21 locali; - a supportare la pianificazione settoriale a vari livelli istituzionali; - a garantire l utilizzo di basi dati affidabili ad operatori pubblici e privati a supporto della progettazione di strutture sul territorio; - ad assicurare la definizione di un quadro della qualità ambientale a cui riferire i bilanci ambientali e le dichiarazioni Emas; ed è funzionale inoltre: - alla definizione delle criticità e delle tendenze delle componenti ambientali sulla base delle quali possono essere individuati i temi su cui Arpa deve programmare le attività dei prossimi anni; - al miglioramento e/o ottimizzazione delle attività di monitoraggio e controllo. Con riferimento al modello conoscitivo Pressione/Stato/Risposta, nel Report vengono definiti e rappresentati in maniera sintetica anche attraverso indicatori specifici, lo Stato di alcune matrici ambientali (es. aria, acque superficiali interne, acque sotterranee, acque di mare), alcune delle Pressioni antropiche che agiscono sui sistemi ambientali (es. emissioni atmosferiche, produzione di rifiuti, rumore ecc.) ed i risultati di un primo livello di Risposte rappresentato dalle reti di monitoraggio. Le analisi delle diverse componenti ambientali sono state sviluppate utilizzando gli indicatori che consentono di rappresentare in modo sintetico i diversi problemi indagati senza che vada perso il contenuto informativo dei dati. Gli indicatori utilizzati sono essenzialmente rappresentativi delle condizioni ambientali, indicano la qualità dell ambiente e la qualità/quantità delle risorse naturali; essi forniscono una visione d insieme dello stato dell ambiente e della sua evoluzione nel tempo. 1

2 LA STRUTTURA E I CONTENUTI Questa edizione del Report si articola in 13 capitoli principali, che corrispondono ad altrettanti temi o ambiti problematici sui quali Arpa conduce le proprie attività. Essi sono: inquinamento atmosferico monitoraggio di polline e spore aerodisperse acque superficiali interne acque sotterranee acque di mare suolo rifiuti ed aree contaminate rumore radioattività ambientale e radiazioni ionizzanti radiazioni non ionizzanti alimenti e bevande-tossicologia occupazionale Ogni capitolo è strutturato in modo omogeneo nei seguenti paragrafi: abstract - contiene un introduzione sintetica del tema, i contenuti sviluppati nel capitolo e le principali criticità emerse; indicatori utilizzati - in cui si elencano quelli effettivamente selezionati per la presente edizione del Report; descrizione delle reti di monitoraggio e/o dei dati utilizzati nel capitolo; elaborazione e rappresentazione dei dati le valutazioni si riferiscono dove possibile all andamento nel tempo del fenomeno e al suo rapporto con il contenuto normativo; conclusione sintetica riporta un giudizio conclusivo relativo sia alla qualità dell informazione disponibile che alla criticità o positività della situazione dal punto di vista ambientale. All interno dei capitoli sono stati inseriti box con il quadro normativo di riferimento e con la descrizione di alcuni progetti o ricerche di rilevante interesse per il tema trattato. 2

3 5. ACQUA DI MARE 5.1 BALNEAZIONE Nell'attuale capitolo si prendono in considerazione le caratteristiche dell'acqua di mare ai sensi della normativa per la qualità delle acque di balneazione. L ambiente marino in quanto ricettore ultimo di tutti gli acquiferi, superficiali e sotterranei, inquinati e non, è una risorsa fondamentale per la nostra regione sia da un punto di vista socio-economico che ambientale. Aver svolto, ormai da diversi anni, attività di monitoraggio e controllo, consente di stimare quali possano essere le criticità riscontrabili, legate a caratteristiche morfologiche ed a situazioni ambientali locali, e permette di elaborare strategie per ottenere un miglioramento, o al limite un mantenimento, della qualità delle acque di mare. Il quadro delle problematiche esistenti, focalizzate durante gli anni di monitoraggio, è riconducibile, nella maggior parte dei casi, alla presenza di quantità fuori norma di Ossigeno disciolto e solamente in casi sporadici a superamenti di parametri microbiologici. Le cause scatenanti sono legate alle caratteristiche morfologiche del mare Adriatico, in genere, e più in particolare al tratto di costa prospiciente il nostro litorale regionale. 5.2 INQUADRAMENTO NORMATIVO Il testo base per la normativa di riferimento sulla balneazione è il D.P.R. 08/06/1982, n 470, che trae origine dalla Direttiva della Comunità Europea 08/12/1975, n 76/170. Il Decreto ha subito diverse modificazioni, la più importante delle quali con il D.M.29/01/1992, nel quale si definiscono le procedure e le norme tecniche di attuazione. Nel tempo sono poi stati emessi una serie di decreti concernenti: a) la concessione di deroghe in merito al valore limite del parametro Ossigeno disciolto; b) la definizione delle procedure analitiche per la ricerca di Streptococchi fecali e di Enterovirus; c) variazioni nella compilazione dei verbali di campionamento: Legge 25/06/1985, n 322: deroga triennale al valore limite dell ossigeno disciolto (Conversione del DL 03/08/85 n 164); D Interm. del 12/08/1985: prova finale per la ricerca degli Streptococchi fecali; DM del 30/01/1986: precisazioni in merito alla compilazione dei verbali di campionamento, riguardo allo stato del mare/lago; DL 14/05/1988, n 155 (convertito con L. 271/88): deroga biennale di valore limite dell ossigeno disciolto e colorazione ed integrazione per quanto si riferisce alla ricerca di Enterovirus (previsti dalla Direttiva CEE). Per 3

4 l applicazione delle deroghe era necessario un provvedimento regionale subordinato all accertamento che il superamento era dipeso da fenomeni eutrofici. DL 05/02/90, n 12 (convertito con L. 71/90): proroga di un anno delle deroghe; DL 17/05/91, n 156 e DL 13/09/91, n 297: proroga per un successivo biennio; DM del 29/01/1992: ridefinizione delle procedure e delle norme tecniche di attuazione della normativa (riposizionamento dei punti di campionamento); Legge 12/06/1993, n 185, conversione e modifica del DL 13/04/1993, n 109: deroga triennale al valore limite dell ossigeno disciolto; il DL 26/06/96, n 148 proroga fino al 31/12/97. DL 25/05/1998, n 156: ulteriore deroga al valore limite dell ossigeno disciolto. 5.3 RETE DI MONITORAGGIO Lungo il litorale ravennate sono state individuate 27 stazioni della rete di monitoraggio regionale, che concorrono poi alla rete di rilevamento nazionale. La delibera della Giunta Regionale n 319 del 11/03/97 individua le zone marine idonee e non alla balneazione ai sensi dell art. 4, lettera B) del DPR 470/82 (Tab. 5.1 e Fig.5.1) per la stagione balneare cui fanno riferimento i dati del presente report. TAB. 5.1 PUNTI DI PRELIEVO DELLA RETE DI MONITORAGGIO N DELLA STAZIONE LOCALITÀ RIFERIMENTO STAZIONE COMUNE DI RAVENNA 15 Casalborsetti 100 m. nord Canale Destra Reno (porto canale) 16 Casalborsetti 100 m. sud Canale Destra Reno (porto canale) 17 Casalborsetti Camping Pineta (pontile) 18 Marina Romea 100 m. nord Fiume Lamone 19 Marina Romea 100 m. sud Fiume Lamone 20 Marina Romea Bagno Medusa 21 Porto Corsini Bagno Mara 22 Marina di Ravenna Bagno Park Hotel 4

5 23 Marina di Ravenna Riva Verde - Bagno corallo 24 Punta Marina Terme Bagno Paola 25 Punta Marina Terme Foce Canale Molino 26 Lido Adriano Bagno Lido Adriano 500 m. nord foce Fiumi Uniti 28 Lido di Dante 150 m. sud foce Fiumi Uniti 29 Lido di Dante 2 Km sud punto Bassona 50 m. nord Foce Torrente Bevano 31 Bassona 150 m. sud Foce Torrente Bevano 32 Lido di Classe 2 Km sud punto Lido di Classe 50 m. nord Foce Fiume Savio 34 Lido di Savio 50 m. sud Foce Fiume Savio Comune di Cervia 35 Milano Marittima Molo nord Foce Scolo Cupa 36 Milano Marittima Molo sud Foce Scolo Cupa 37 Milano Maritima 150 m. nord Canale Immissario Salina 38 Milano Marittima 100 m. nord Porto canale di Cervia 39 Cervia 100 m. sud scogliera Porto Marina di Cervia 40 Cervia Bagno Casadei 41 Pinarella Bagno Oasi La Delibera individua come zone vietate permanentemente alla balneazione (Tab. 5.2): i tratti di costa interessati da foci di corpi idrici superficiali da Nord a Sud delle stesse immissioni (F. Uniti, Bevano, Savio e S. Cupa), per motivi igienico - sanitari; i tratti di mare antistanti i porto-canali in quanto soggette al transito di imbarcazioni (Destra Reno, Lamone, Porto Corsini Marina di Ravenna, Porto Canale di Cervia). I canali dei porti presentano il divieto, non per motivi igienico sanitari, solamente all interno dei moli, in quanto questi facilitano la dispersione dell apporto antropico al largo; il tratto di mare interessato da servitù militare. 5

6 Fig. 5.1 Posizionamento dei punti di prelievo della rete di monitoraggio. La stagione balneare stabilita dal succitato DPR 470/82 va da aprile a settembre e in questo periodo sono effettuati controlli, con cadenza bimensile, di concerto con il Dipartimento di Prevenzione dell'ausl di Ravenna. I parametri monitorati sono 12, comprendenti indicatori di inquinamento fecale (Coliformi totali, Coliformi fecali e Streptococchi fecali) e industriale (ph, Fenoli, Tensioattivi e Oli minerali), mentre Ossigeno disciolto, Colorazione e Trasparenza possono essere correlabili o correlati a fenomeni di eutrofizzazione. Salmonelle ed Enterovirus, come ricerca di specifici patogeni vengono effettuati in maniera facoltativa a seguito di sospetti della loro presenza. TAB. 5.2 ZONE VIETATE PERMANENTEMENTE ALLA BALNEAZIONE Casalborsetti Zone Da foce F. Reno a Casalborsetti (8 Km) 6

7 Porto Canale Destra Reno Porto Canale Foce Lamone Porto Canale Candiano Porto Canale di Cervia Foce Fiumi Uniti Foce Torrente Bevano Foce Fiume Savio Foce Scolo Cupa Zona entro il rispetto per il porto Zona entro il rispetto per il porto Zona entro il porto fra Porto Corsini e Marina di Ravenna Zona entro il rispetto per il porto Da 500m a Nord a 150m a Sud dalla foce Da 50m a Nord a 50m a Sud dalla foce Da 50m a Nord a 50m a sud dalla foce Dal molo nord al molo Sud Il tratto di costa della provincia di Ravenna ha una lunghezza totale di 47 km e comprende i Comuni di Ravenna e Cervia. I chilometri controllati ai fini della qualità delle acque di balneazione sono 39, per la presenza del poligono militare nella zona a nord di Casalborsetti, dove essendo interdetto l accesso, lo stesso vale anche per la balneazione. Da nord, scendendo verso sud, sfociano in mare diversi fiumi, che, oltre a determinare le zone di interdizione alla balneazione nel tratto di mare prospiciente la foce, riversano in mare il loro carico di acqua dolce e nutrienti: il Fiume Reno che, lungo il suo corso, attraversa le tre province di Bologna, Ferrara e Ravenna. Il maggior carico inquinante deriva dal territorio della provincia di Bologna e, visto che negli ultimi 35 chilometri non riceve scarichi, il fiume può svolgere una progressiva azione di autodepurazione, come si evince al Paragrafo In alcuni periodi dell anno la sua acqua viene utilizzata per alimentare l acquedotto di Ravenna. I valori dei parametri indicatori di inquinamento organico non sono particolarmente elevati: alla stazione di Volta Scirocco, le acque hanno presentato, infatti, caratteristiche di qualità buone in tutti gli anni dal 1994 al Il Canale Destra Reno attraversa quasi completamente la parte settentrionale della provincia di Ravenna e sfocia in mare seguendo il vecchio corso del fiume Lamone, in località Casalborsetti. L acqua a ponte Zanzi, stazione di chiusura bacino sul canale, si è presentata con caratteristiche moderate dal 1993 al 1996, (Parag ) peggiorando poi a mediocri nel La foce del Canale è protetta da due moli lunghi un centinaio di metri, che convogliano le acque oltre le scogliere frangiflutti, assicurando in tal modo una buona diluizione dei contributi dall entroterra. Il Fiume Lamone nasce in Toscana e sfocia in mare in località Marina Romea. L acqua del fiume costituisce la principale fonte di approvvigionamento idrico dell acquedotto di Ravenna, dopo una miscelazione con acqua prelevata dal Canale Emiliano Romagnolo che è immessa nel fiume Lamone in località Pieve Cesato. L acqua a Ponte 100 metri, stazione di chiusura bacino sul fiume, è risultata sempre con caratteristiche di buona qualità dal 1993 al 1997, come si è evidenziato nel Parag La foce è protetta da due moli lunghi 90 metri per la dispersione dell apporto dall entroterra. Il Canale Candiano, che costituisce l asse principale del porto di Ravenna, è protetto da un avamporto che è racchiuso da due dighe foranee che si protendono in mare per circa 3 km. Il canale è collegato a due specchi 7

8 vallivi, la Pialassa Baiona, a sinistra, e la Pialassa Piomboni, a destra. Nella Pialassa Baiona confluiscono gli scarichi civili ed industriali di Ravenna e di Russi. La particolare conformazione del canale collegato alle Pialasse e l escursione di marea, che fornisce ricambio di acqua, hanno permesso, nel 1997, una qualità moderata dell acqua già all altezza dell idrovora ANIC a differenza di caratteristiche mediocri all altezza della Capitaneria, a Ravenna. Il Canale del Molino, che sfocia in mare in località Punta Marina, convoglia mediante impianto idrovoro, ubicato nella stessa località, le acque provenienti da un territorio agricolo di circa 24 km 2, nonché le acque piovane dell abitato di Lido Adriano. Durante la stagione balneare, le sue acque, salvo casi eccezionali, sono convogliate, mediante by-pass, nella Pialassa del Piombone, evitando lo scarico diretto in mare. Il fiume Montone ed il fiume Ronco, provenienti dal territorio della provincia di Forlì, si uniscono a Ravenna dando origine al corso d acqua, denominato Fiumi Uniti, che sfocia in mare fra Lido Adriano e Lido di Dante. Nel territorio ravennate entrambi i fiumi scorrono pensili quindi i carichi inquinanti provengono esclusivamente dal territorio forlivese. Al Parag si vede che dal 1996 le acque del fiume presentano un buon livello di qualità. Il bacino del Torrente Bevano si sviluppa quasi esclusivamente in pianura fra i Fiumi Savio e Ronco; riceve numerosi affluenti che recapitano acque di scarichi fognari depurati e non. Nel tratto finale si convoglia il Fosso Ghiaia che solamente nel 1997 ha presentato caratteristiche di buona qualità, mentre dal 1993 al 1996 le condizioni erano moderate. (Parag ). Il Fiume Savio si estende quasi tutto in provincia di Forlì Cesena. In pianura il bacino si riduce al solo alveo del fiume e scorre fra argini artificiali. Sfocia in Adriatico, fra gli abitati di Lido di Classe e di Lido di Savio. A protezione della qualità delle acque di balneazione, sul litorale in prossimità della foce, nel 1992 è stato realizzato un prolungamento dell argine sinistro tale da consentire il convogliamento delle acque oltre le scogliere frangiflutti. Il Canale Via Cupa è un canale consortile di bonifica, nato come canale di scolo delle acque di campagna nel territorio cervese. Sfocia in località Milano Marittima e le sue acque presentano caratteristiche mediocri di qualità dal 1993 al 1997, ad eccezione del 1994 quando addirittura la qualità è scesa a scadente (Parag ). La foce è protetta da due moli lunghi circa 90 metri. Il Porto Canale di Cervia riceve le acque provenienti dalle saline di Cervia e le acque piovane degli abitati di Cervia e Milano Marittima. Sfocia in mare fra Cervia e Milano Marittima e le sue acque hanno sempre presentato una qualità buona, facendo chiaramente riferimento ai parametri individuati come macrodescrittori al Cap. 3. La foce è protetta da due moli foranei. 8

9 Fig. 5.2 Localizzazione delle zone di idoneità 1997 alla balneazione. 9

10 5.4. RISULTATI DEI RILEVAMENTI 1997 I dati emersi dal rilevamento del 1997, confermano quanto già evidenziatosi negli anni precedenti, si ha, infatti, una sofferenza legata al parametro Ossigeno disciolto, oltre a tre superamenti per indicatori fecali. I valori di ossigeno disciolto riscontrati non hanno prodotto provvedimenti di chiusura, anche se superiori ai limiti del DPR 470/82, in quanto si era in regime di deroga ( % di saturazione) ai limiti tabellari previsti ( %). La maggior parte dei dati, come si può notare dalla Fig 5.3, si sono presentati all interno dell intervallo di legge, ma anche le accezioni rimangono nell intervallo % di saturazione. L utilizzo della deroga non è permanente e, alla luce di quanto è dato sapere circa i progetti di revisione della Normativa Europea in merito alla qualità delle acque destinate alla balneazione, sarà una delle problematicità da affrontare nel prossimo futuro. Durante la stagione balneare sono state evidenziate, come si può agevolmente notare in Fig. 5.4, tre situazioni di superamenti microbiologici, peraltro subito rientrati con le successive supplettive. I campioni sfavorevoli si sono verificati nei mesi di giugno e agosto e per il solo parametro di Coliformi Fecali. La serie dei pochi dati sfavorevoli si concentra a sud della foce del Fiume Savio e alla foce dello Scolo Cupa, canali che in situazioni di temperature elevate, eventualmente seguite da eventi meteorologici rilevanti, determinano l arrivo a mare di apporti preoccupanti. La problematicità dei punti di monitoraggio 35 e 36, a Nord e a Sud dello Scolo Cupa, era stata evidenziata anche nel rapporto sulla Qualità delle acque di balneazione del litorale dell Emilia Romagna, prodotto dal gruppo Regionale Balneazione, composto dalle Arpa e dalle Aziende USL di Ravenna, Rimini, Ferrara e Cesena, edito dalla Regione Emilia Romagna. Fig. 5.3 Distribuzione dei valori di Ossigeno disciolto Ossigeno disciolto 10/09/97 01/09/97 20/08/97 04/08/97 14/07/97 01/07/97 16/06/97 10/06/97 16/05/97 12/05/97 10/04/97 01/04/ Punti Date % di saturazione < 50,0 50,0-70,0 70,0-120,0 120,0-170,0 > 170,0 10

11 5.5 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Una valutazione di qualità ambientale del tratto di mare prospiciente la costa della nostra provincia, che tragga origine dai dati raccolti in base alla normativa vigente sulla qualità delle acque destinate alla balneazione, potrebbe avere una limitazione data dalle finalità legislative. Il DPR 470/82 prevede l espressione di un parere igienico-sanitario da parte delle Autorità competenti, ma la ormai più che ventennale esperienza in materia di Balneazione, permette ai servizi preposti di farne una lettura precisa pur nella convinzione che la matrice mare sia una realtà in così continua evoluzione che prevederne in anticipo le mosse, sia molto difficile. L utilizzo della deroga non è permanente, come è già stato sottolineato in precedenza, e alla luce di quanto è dato sapere circa i progetti di revisione della Normativa Europea in merito alla qualità delle acque destinate alla balneazione, sarà opportuno prevedere campagne di monitoraggio che consentano uno studio al fine di determinare quali possano essere le cause scatenanti i fenomeni di eutrofizzazione che periodicamente si sviluppano nelle nostre acque costiere. Pertanto potrebbe essere opportuno ridefinire, non tanto la rete di monitoraggio, quanto le modalità di campionamento, relativamente alle cadenze (bimensili e per la sola stagione balneare). Tale campagna di monitoraggio, che completerebbe i dati già raccolti dalla struttura tematica Daphne per la porzione di mare oltre i 500 metri dalla battigia, assumerebbe i risvolti di un indagine ambientale. Sarebbe, infatti, interessante verificare quali siano gli apporti di sostanze durante il periodo invernale e quali riflessi abbiano sul tratto di mare più vicino alla battigia. Questa campagna di rilevamenti non si dovrebbe limitare ad un solo anno e potrebbe costituire una base su cui poter operare in funzione degli adeguamenti normativi in fase di elaborazione. Fig. 5.4 Distribuzione dei valori di Coliformi Fecali. Coliformi Fecali n/100ml /04/97 Date 04/08/ Punti 11

12 5.6 MUCILLAGINI Quanto riportato di seguito è stato elaborato da DAPHNE, che, in Arpa, è la struttura che effettua il monitoraggio marino costiero finalizzato al controllo dell eutrofizzazione. La formazione di aggregati mucillaginosi è un fenomeno nettamente distinto dall eutrofizzazione. Mentre l eutrofizzazione è caratterizzata da una iperproliferazione di microalghe, le mucillagini sono essudati, costituiti da polisaccaridi, prodotti molto probabilmente da microalghe appartenenti al gruppo delle Diatomee. I primi stadi osservabili sono caratterizzati da piccoli fiocchi bianchi distribuiti sulla colonna d acqua (neve marina) nel periodo invernale primaverile che, all avvicinarsi dell estate con l instaurarsi di particolari condizioni chimico fisiche, si possono addensare formando aggregati via via più grossi che possono affiorare. Un altra differenziazione è data dall estensione dell area interessata che può raggiungere migliaia di chilometri quadrati, coinvolgendo anche vasti siti della costa orientale del bacino (Croazia). La presenza di mucillagini è stata segnalata anche in molte altre zone del Mediterraneo. Tuttavia l Adriatico detiene una sua peculiarità, per la scarsa profondità ed elevata temperatura delle acque, il fenomeno manifesta diffusi affioramenti nella stagione estiva. In epoca recente il fenomeno si è manifestato in maniera insistente, in Adriatico, nel 1988, 1989, 1991 e 1997, nonostante vi siano memorie storiche che risalgono anche al La loro presenza, oltre che antiestetica, ha provocato danni al settore della pesca e morie di organismi bentonici causate dal soffocamento meccanico dovuto alla sedimentazione di parte di materiale mucillaginoso. Per quanto riguarda i fattori causali, tutte le ipotesi fino ad oggi avanzate non hanno avuto significative conferme. Il Ministero dell Ambiente ha finanziato un programma triennale di ricerca ( ) coordinato dall ICRAM (Istituto Centrale Rierca Applicata al Mare) avente come finalità lo studio e la ricerca delle cause che determinano la formazione delle mucillagini. 12

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