(Tommaso da Celano Vita prima di San Francesco d Assisi ). 1
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- Norma Carlucci
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1 PREPARIAMO IL PRESEPIO CON I NOSTRI BAMBINI
2 C era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, che era molto caro al beato Francesco perché pur essendo nobile e molto onorato in quella regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: Se vuoi che celebriamo a Greggio il Natale di Gesù, precedimi e preparami quanto ti dico: vorrei il bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie ad un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l asinello. (Tommaso da Celano Vita prima di San Francesco d Assisi ). 1
3 C orreva l anno 1223 Così inizia infatti la lunga storia del PRESEPIO, un antica tradizione che, anno dopo anno, sfidando i secoli è giunta fino a noi. Come tutti possiamo constatare anche il PRESEPIO ha una sua storia particolare; la creatività dell uomo ha sviluppato l idea originaria di Francesco: è l arte l espressione di bellezza per eccellenza, che ci ha lasciato esempi meravigliosi di come con poca fantasia si possano creare cose stupende capaci di elevare i pensieri dell uomo. Per noi oggi questo non è poi tanto semplice, stiamo assistendo ad una perdita del significato originario del PRESEPIO, la nostra società consumistica è riuscita a contagiare anche il presepio, inserendoci un po di tutto. Sia freddo e muto nelle vetrine dei negozi, sia sfavillante di luci nelle fredde e buie notti invernali se non gli diamo vita rimane una questione puramente commerciale. Non è difficile assistere a concorrenza insensata, in cui possono trovar spazio superbia e orgoglio, sentimenti meschini e senza dubbio fuori luogo visto ciò che si vuole rappresentare. Non dobbiamo dimenticare che il PRESEPIO oggi, come lo è stato in quella stupenda vigilia del 1223, deve essere in primo luogo la rappresentazione concreta di quell Amore che ha voluto prendere dimora presso di noi, che si è fatto uno di noi. Per riuscire a capire meglio questo concetto, ritorniamo all idea originaria, a ciò che veramente Francesco voleva fare Egli voleva: in qualche modo vedere con gli occhi del corpo. Francesco, come tutti gli uomini, è alla ricerca dei SEGNI, ha bisogno di SEGNI, cioè di realtà concrete, che però ci portino verso ciò che non è visibile, verso ciò che in termini umani non si può spiegare, verso il mistero 2
4 Questi sono i sentimenti che animarono Francesco. E questo l unico scopo del PRESEPIO, altrimenti i nostri presepi, che allestiamo con amore, con cure particolari, non avrebbero senso. Le nostre statuine resterebbero mute, sarebbe come giocare alla guerra con i soldatini di piombo. Nel PRESEPIO d altra parte non c è neanche spazio per falsi sentimentalismi, il sentimento è ben lontano dal mistero, proviamo a pensarci: cosa si può trovare di bello, di tanto dolce in un bambino costretto a venire al mondo in una grotta; non era neppur nato e già aveva constatato sulla propria pelle il rifiuto dell umanità Lo scopo del PRESEPIO è dunque quello di avvicinarci al MISTERO è quello di elevare i nostri sentimenti, fino a trasformarli in PREGHIERA Proviamo allora ad allestire i nostri presepi con uno spirito nuovo, fermandoci a riflettere sui SEGNI; sarebbe davvero bello che oltre a farci aiutare dai più piccoli a costruire il presepio, spiegassimo loro il significato di quello che stiamo facendo! Cosa si deve fare allora? Prendiamo per prima cosa la Bibbia, apriamola sui Vangeli, precisamente sui testi di Matteo e Luca, gli evangelisti che ci parlano dell infanzia di Cristo. Non dimentichiamo che i Vangeli non sono la cronistoria della vita di Gesù Cristo, sarebbe inutile quindi cercarvi notiziole curiose che ci aiutino nella nostra impresa. Essi tacciono sull età di Giuseppe e di Maria. Non ci dicono niente del loro aspetto fisico, non ci descrivono l aspetto degli Angeli, il numero dei pastori, dei Magi, silenzio assoluto anche per quanto riguarda il giorno e l ora in cui avviene tutto quanto. 3
5 I Vangeli invece raccolgono la riflessione della prima comunità di cristiani guidata dagli Apostoli, la quale ha cercato e meditato sul significato di ciò che era accaduto. Anche noi dobbiamo seguire dunque la stessa strada, ad uno ad uno faremo passare tutti i SEGNI che troviamo nel testo evangelico e costruiremo il nostro PRESEPIO con fantasia, senza dubbio, ma anche con rispetto della verità! 4
6 L IL LUOGO Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. (Mt. 2,1) Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c era posto nell alloggio. (Lc. 2,6-7) a prima cosa che dobbiamo notare è il riferimento al luogo. Gesù è un personaggio storico, nasce come tutti in un certo anno, in un certo giorno, ad una certa ora ma è importante sottolineare il nome del paese: BETLEMME, perché è quello predetto dai profeti, ecco che allora tutto assume un significato partico-lare Ecco il primo SEGNO. L intervento di Dio nella storia, avviene come in punta di piedi, nella normalità, così è sempre stato, come se temesse di disturbare l uomo sempre preso nei suoi piccoli problemi. Quella grotta o quella stalla sono l ennesimo rifiuto dell umanità. Essa non vuole trovare neanche un piccolo posto per il Figlio di Dio che sta per nascere, ma d altra parte quella grotta o quella stalla sono anche la prova dell infinito amore di Dio, che malgrado la nostra indifferenza ci vuole portare tutti alla salvezza. Egli si dona a noi completamente, si fa cibo, ecco allora che quel bambino deposto nella mangiatoia, prefigura qualcosa di più grande, la comunione perfetta che Dio vuole stabilire con gli uomini. E tutto questo per l immensa bontà di Dio, malgrado il nostro: Non c è posto. 5
7 MARIA E GIUSEPPE Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore (Lc. 2,19) Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto (Mt. 1,19) U na donna ed un uomo, figli del loro popolo ma SEGNO di ciò che può fare la potenza di Dio, se trova chi corrisponde al suo amore. La disponibilità di queste due persone è grande; Maria non capisce, non comprende, ma nello stesso tempo rimane fedele al suo SI, comprende che per mezzo suo avvengono cose grandi, anche se nella sua povertà, nella sua limitatezza, non è in grado di capirne la portata. Giuseppe, quest uomo che si trova improvvisamente al centro di un mistero; egli è un SEGNO per noi dell imprevedibilità di Dio, il quale scompone i nostri piani. Maria e Giuseppe dunque guardano il bambino, gli donano la loro tenerezza, il loro amore inconsapevoli di quello che gli succede intorno, ma fiduciosi nel loro Dio. 6
8 GLI ANGELI Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l angelo disse loro: Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l angelo una moltitudine dell esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». (Lc 2, 9-14) L angelo nella Bibbia è il messaggero di Dio, colui che reca una buona notizia. E una costante che troviamo nell annuncio di una nascita. Ricordiamo ad esempio Abramo e Sara, Zaccaria e Elisabetta, fino ad arrivare a Maria. La gioia della nascita è aumentata anche dal fatto che questa avviene come per un prodigio, la vecchiaia, la sterilità Questa volta però la presenza di questi messaggeri di gioia non si limita solo all annunzio, ma essi sono presenti anche al momento della nascita come se Dio stesso volesse gioire per la nascita di suo Figlio, e come l amore di Dio è contagioso così avviene anche per la sua gioia, egli la comunica agli uomini, agli uomini che Egli ama. Quindi gli angeli sono il SEGNO di una predilezione di Dio per l umanità, sono il mezzo con cui Dio ci comunica che sta per iniziare una nuova vita, inizia la Salvezza. 7
9 I PASTORI C erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l un l altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. (Lc. 2,8-20) M entre gli angeli sono i messaggeri di Dio, i pastori sono i destinatari del messaggio divino. I pastori sono dunque il SEGNO di tutti quegli uomini che sono alla ricerca di qualcosa di nuovo. Essi sono il SEGNO di tutti quegli uomini che giorno dopo giorno sperimentano la limitatezza della vita umana e quindi, tendono ad una gioia vera, una gioia piena. Nel loro agire c è concretezza, dovuta ad una scarsa fiducia nella vita. ANDIAMO FINO A BETLEMME, VEDIAMO QUESTO AV- VENIMENTO ma quando ciò che era stato promesso è lì davanti a loro, non hanno più dubbi, ecco allora che ritornano GLORIFICANDO E LODANDO DIO. L atteggiamento dei pastori potrebbe essere anche il nostro: se anche noi riuscissimo a penetrare il mistero che ci sta davanti. 8
10 LA STELLA Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. (Mt. 2,9-10) L a stella è il SEGNO straordinario della natura, il SEGNO che anche tutta la creazione partecipa alla gioia del suo Creatore, conscia anche lei che qualcosa di straordinario sta acca-dendo. Dal suo sorgere è un richiamo, un punto di riferimento chiaro e preciso, oltre che per i più superficiali, ma pur essendo visibile a tutti, non è da tutti comprenderne il profondo significato. Quante stelle ci sono passate davanti durante la nostra vita? Dio Padre ci manda continuamente delle stelle, precisi richiami per indicarci quale sia la strada che porta verso il regno speriamo che questo Natale non ci sfugga magari come tanti altri, che non siamo riusciti a vivere intensamente. 9
11 I I MAGI Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (Mt. 2,2) Magi, primizia delle genti lontane, sono il SEGNO dell universalità del dono di Dio, della salvezza. Essi non appartengono al popolo eletto, ma tuttavia sono chiamati a condividere la gioia. Essi sono coloro che dopo aver visto la stella ne comprendono il significato e partono alla ricerca di Dio, sono coscienti che quello che stanno cercando è qualcosa di prezioso, di importante e non si danno pace fino a quando non trovano quello che tanto ardentemente vanno cercando. E dopo averlo trovato essi LO ADORANO, lo riconoscono per quello che realmente è: il Figlio di Dio, a questo punto con gioia donano quello che di prezioso avevano portato. Anche noi se riuscissimo a comprendere dovremmo partire dal PRESEPIO con una nuova gioia da donare agli altri. 10
12 S ERODE Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov è colui che è nato, il re dei Giudei? All udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. (Mt. 2,1-3) embra un controsenso la presenza di Erode nel presepio, ma invece non è così, Erode è il SEGNO di ogni uomo che rifiuta il dono di Dio. La figura di questo re ci aiuta a capire meglio il ruolo del Bambin Gesù nella Storia, questo bambino disperatamente ricercato da alcuni è pubblicamente rifiutato da altri, amato, ma anche odiato, adorato, ma anche schernito Una costante che durerà tutta la vita. Erode al sicuro nel suo castello, un luogo inaccessibile, ma anche una prigione dalla quale non può uscire, prigioniero del potere, degli oscuri giochi di palazzo, del suo egoismo che lo costringe sempre più a chiudersi in se stesso, tanto da non accorgersi di quello che avviene al di fuori delle mura. Sì! Questo Erode è anche il re di tutta una serie di persone, panettieri, falegnami, lavandai, muratori, boscaioli, pescivendoli, venditori e mercanti vari troppo occupati nelle loro faccende, che noi ogni anno ostinatamente vogliamo mettere nel nostro presepio. Essi sono la nostra controfigura, sono presenti all avvenimento, ma non vi partecipano perché sono troppo occupati nelle loro faccende, nel loro egoismo. I loro occhi sono andati fino alla grotta, ma si sono fermati al di fuori, 11
13 l hanno ignorata perché non hanno capito il mistero e allora sono tornati alle loro occupazioni come se nulla fosse successo. La loro presenza quindi non è per niente indispensabile, il fatto che ci siano oppure no, non cambia assolutamente nulla. Ma se qualcuno li vuole lasciare, li lasci pure, affinché essi siano il SEGNO di chi non comprende i SEGNI. 12
14 A ccorriamo tutti al presepio, costruiamo il presepio con le nostre mani e, quando la notte di Natale metteremo il Bambino Gesù, ricordiamoci le parole che gli Angeli dissero ai pastori: Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». (Lc. 2,12) E un piccolo bambino, ma è a Lui che tutti si rivolgono Il nostro augurio che quest anno il Natale di Gesù Signore sia vissuto nella comprensione del suo mistero. 13
15 Catechisti parrocchia San Carlo Santo Natale
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