Industriale Monte Rosè SP n.34 Reg. Monte Rosè Porto Torres (SS)

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1 Industriale Monte Rosè SP n.34 Reg. Monte Rosè Porto Torres (SS) ESERCIZIO DI CAVA PER LA PRODUZIONE DI INERTI, CALCARE, DESTINATI PER ATTIVITA ED OPERE CIVILI ED INDUSTRIALI MONTE ROSE Comune di Porto Torres Provincia di Sassari Foglio n 16 - mappali: 1, 557, 482, 483, 471, 13, 150, 19, 149, 31, 128, 32, 42 SINTESI STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE IN LINGUAGGIO NON TECNICO Il Tecnico

2 INDICE Premessa PRESENTAZIONE DELLA SOCIETÀ Politica aziendale. 2. L ESERCIZIO DI CAVA Localizzazione della Cava Stralcio carta al Dettaglio Stralcio carta al Criteri generali del progetto di coltivazione 2.3 Generalità sul piano di coltivazione di Cava 2.4 Opzione Zero 2.5 Considerazioni 3. VINCOLI ESISTENTI SUL SITO Vincoli idrogeologici 3.2 Vincoli di natura archeologica 3.3 Vincoli paesaggistici ed ambientali 3.4 Considerazioni sulla compatibilità Urbanistica, Ambientale e Paesaggistica PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RIPRISTINO Generalità 4.2 Programma dei lavori Progetto di Coltivazione La Coltivazione Particolarità dell attività estrattiva La Coltivazione Mineraria Opere Captazione Acque Opere di Regimazione delle acque meteoriche Dimensionamento delle canalette Dimensionamento della vasca di raccolta e decantazione 4.3 Generalità: Progetto di Sistemazione e Recupero Ambientale Progetto di Recupero Ambientale Programma di Bonifica e Ripristino Ambientale Evoluzione temporale della Coltivazione 4.4 Stati Temporali di Avanzamento Lavori Discariche 4.6 Viabilità Viabilità interna Viabilità esterna 4.7 Utilizzazione di suoli ed acque durante le fasi di coltivazione. 4.8 Abbattimento Polveri Flow-Sheet impianto Considerazioni Natura dei beni e servizi offerti GEOLOGIA Premessa Aspetti Geologici Generali Aspetti Geologici della zona Idrografia e Idrogeologia Idrogeologia Qualità delle acque Idrografia e Idrogeologia Carta 1:10000 Idrogeologia della zona Ubicazione pozzi area Cava Considerazioni 2

3 6. ANALISI DEGLI ELEMENTI DI IMPATTO 6.1 FLORA Aspetti Geomorfologici e Litopedologici L analisi Flogistica e Vegetazionale Il Paesaggio Vegetale Attuale (Momento Zero ed Opzione Zero) 6.2 FAUNA Aspetti Ecologici 6.4 POLVERI RUMORE Generalità Stima dell impatto acustico ambientale Rumore prodotto dal traffico Rumorosità ai confini della Concessione Considerazioni 6.6 TRAFFICO Analisi dell Elemento d Impatto 6.7 INCIDENTI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI OCCUPAZIONE E PROSPETTIVE OPZIONE ZERO VALUTAZIONI CONCLUSIVE. 46 ALLEGATI SIMULAZIONE FOTOGRAFICA 47 Area di Cava: Situazione Attuale (2008) Termine Concessione (Riutilizzo Territorio) ESTRATTO TAVOLE STATO AVANZAMENTO LAVORI Stato Attuale (2008). 48 Stato Breve Termine (5 anni).. 49 Stato Medio Termine (10 anni).. 50 Stato Lungo Termine (15 anni).. 51 Stato dopo la Bonifica (20 anni) 52 3

4 Premessa La Società Industriale Monte Rosè SpA con sede in Porto Torres (SS) è titolare dell Esercizio di Cava per l estrazione e la produzione di inerti, calcarei, destinati per attività ed opere civili ed industriali denominato Monte Rosè insistente in agro del Comune di PortoTorres provincia di Sassari, e per il quale ha avviato la procedura di rinnovo dell attività estrattiva di cava in prosecuzione. L area in cui sussiste l attività è ubicata nella Sardegna Nord Occidentale, nell entroterra Sassarese (Nurra), ed è compresa in agro del Comune di Porto Torres, in provincia di Sassari. La normativa vigente prevede che la richiesta di Rinnovo dell attività estrattiva e di Cava sia accompagnata da uno Studio di Impatto Ambientale (nel seguito SIA), sul quale si basa la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (nel seguito VIA). La Società Industriale Monte Rosè SpA - Porto Torres (SS) ha affidato la redazione del SIA allo studio di Ingegneria CARBINI, con sede in Iglesias. Il SIA è stato eseguito sotto il coordinamento del Dott.Ing. Alessandro Càrbini, da un gruppo di lavoro interdisciplinare composto come indicato: Studio Tecnico CARBINI Progetto di coltivazione e Ripristino Ambientale Studio di Impatto Ambientale Dott.Agr. Roberto Cau Dott.Agr. Giuseppe Alamanni Dott.Geol. Paolo Santino Tusacciu Prof.Ing. Andrea Saba Dott.Chim. Luciano Peddis Dott.Ing. Giancarlo Pinna Dott.Ing. Farhad Gorji Studio di Caratterizzazione ed Analisi Vegetazione, Flora, Fauna Studio di Caratterizzazione ed Analisi Geologico - Idrogeologico Studio - Simulazione ed Analisi Dispersione Polveri Studio di Caratterizzazione ed Analisi Impatto Acustico 4

5 1. PRESENTAZIONE DELLA SOCIETÀ L Industriale Monte Rosè è costituita da un gruppo di imprese che operano da diversi anni nel campo finanziario che nel campo delle attività estrattive e del movimento terra. In particolare in quest ultimo settore svolgono e sono operative le imprese: Montalbano e Merella. Imprese che costituiscono e garantiscono l elemento essenziale per quanto riguarda: - capacità operative e disponibilità di mezzi idonei e personale qualificato; - conoscenza del mercato degli inerti destinati alle opere civili sia nel settore pubblico che privato; - disponibilità delle riserve giacimentologiche dei materiali; - mantenimento dei livelli occupativi e garanzia della remunerazione dei capitali investiti. La Soc. Industriale Monte Rosè è titolare di altre realtà industriali per l estrazione e produzione di inerti, derivati Calcarei e minerali per varie attività industriali, e si connota come una delle più importanti aziende produttrici della provincia di Sassari. La Soc. Industriale Monte Rosè svolge attività di estrazione, lavorazione e commercializzazione di inerti, derivati Calcarei e minerali; le principali attività sono: - estrazione del minerale grezzo dalle miniere, - fornitura alla clientela di minerali grezzi; - lavorazione e fornitura alla clientela di: prodotti granulati, prodotti macinati sfusi, prodotti vagliati sfusi, prodotti macinati confezionati, prodotti vagliati confezionati. La Soc. Industriale Monte Rosè ha sede principale nel comune di Porto Torres (SS), all esterno ma periferica al Porto ed all area industriale di PortoTorres ed opera con stabilimenti produttivi, nei quali vengono eseguite produzioni tipiche di confezionato, per diverse destinazioni ed attività industriali. La Società, presente nel settore da oltre 20 anni, ed ha attualmente 20 dipendenti suddivisi negli impianti e nelle unità attive. Il Calcare viene estratto nelle attività di Cava ubicate in varie zone della provincia di Sassari, viene trasformato in prodotto: - granulato (varie classi granulometriche); - macinato e/o micronizzato e viene fornito, sfuso e/o insaccato, al mercato provinciale, regionale e nazionale per vari usi industriali. Gli impieghi principali del prodotto sono: - granulati diversi per il calcestruzzo e pavimentazioni stradali - legante nella formatura dei mangimi animali in genere - coadiuvante nel trattamento per lo sbiancamento delle farine e degli zuccheri da barbabietole - nella fabbricazione di malte, intonaci e colle speciali - altri utilizzi nell ambito delle costruzioni e dell ingegneria civile - coadiuvante nel trattamento ed abbattimento delle ceneri nelle combustioni dei carboni nelle centrali elettriche Il mercato della Industriale Monte Rosè è in forte ascesa; infatti le prospettive di mercato a livello regionale prevedono una progressiva crescita, grazie anche alle nuove possibilità di utilizzo del micronizzato che si sono ampliate in questi ultimi anni (essicanti, moduli geocompositi, ecc.). La Soc. Industriale Monte Rosè sta infatti attraversando un periodo di espansione, testimoniato dal continuo aumento delle produzioni (attestatesi su circa tonnellate di prodotti ed inerti calcarei) e dall aumento del fatturato. 5

6 La Società è certificata nell ambito della Produzione e commercializzazione dei suoi prodotti calcarei in conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2000. La certificazione è stata ottenuta nel marzo 2000; l emissione corrente (revisione) è del gennaio La Società è inoltre dotata della certificazione ISO (sistema di gestione ambientale), per Estrazione, produzione e vendita di prodotti ed inerti calcarei per gli impianti e per le unità estrattive attive. La Soc. Industriale Monte Rosè sta focalizzando le sue energie da una parte sullo studio di nuovi prodotti a base di Calcare (sforzo che è stato già premiato nel dalla conquista di maggiori quote di mercato nei vari settori dell alimentazione animale ed agglomerazione delle polveri e polveri sottili nelle combustioni ad alte temperature nella metallurgia e produzione di energia elettrica); dall altra sul rafforzamento nei mercati tradizionali edilizia e pavimentazioni stradali migliorando anche aspetti come la logistica e il marketing. Di particolare rilievo è l investimento che la Società sta effettuando, dove una terza unità produttiva è in avanzato stato di costruzione: l impianto, che verrà avviato a giugno 2009, produrrà a regime circa tonnellate annue di granulati calibrati a partire dal calcare proveniente dall Esercizio di Cava Monte Rosè con un evidente vantaggio economico. 1.1 Politica Aziendale Il Gruppo Industriale Monte Rosè ha imposto la sua presenza sui mercati grazie alla costanza qualitativa dei propri prodotti. Questo ottimo risultato è stato raggiunto grazie all eccellente livello tecnico culturale dello staff e all utilizzo delle più avanzate tecnologie, oltrechè a un impiego costante di risorse nella ricerca. Tale politica è a conoscenza del personale impiegato nell azienda, a qualunque livello, in maniera tale che l applicazione dei principi che la determinano nel lavoro quotidiano possa sortire un effetto positivo sulla salvaguardia non solo della qualità ma anche dell ambiente, della salute e della sicurezza. Il Sistema di Gestione Integrata è stato certificato ai sensi degli standard di qualità DIN ISO 9001 e degli standard ambientali DIN EN ISO

7 2. L ESERCIZIO DI CAVA L Esercizio di Cava è ubicato nell entroterra sassarese nella regione denominata Nurra, ed è compresa nel territorio comunale di Porto Torres, in provincia di Sassari. 2.1 Localizzazione della cava L area dell esercizio di cava interessata dall attività estrattiva Monte Rosè trovasi nella Sardegna Nord Occidentale, e più precisamente nel cuore della regione della Nurra circa 10 Km a Nord Ovest dal centro abitato di Porto Torres. L area di Cava insiste in agro del comune di PortoTorres provincia di Sassari, vi si giunge comodamente percorrendo la strada provinciale n 34 che da Porto Torres conduce a Canaglia. Geograficamente: Cartograficamente: l area, viene meglio individuata nella: Carta d Italia scala 1: al Foglio n 179 PortoTorres l area di cava è individuata al centro dell intersezione delle cartine nuova serie scala 1: dell I G M rispettivamente denominate: Pozzo San Nicola - foglio 440 sez. II = Porto Torres Foglio 441 sez. III Palmadula foglio 458 sez. I = La Crucca foglio 459 sez. IV Topograficamente: l area viene meglio individuata in terreni insistenti in agro del Comune di PortoTorres (SS) e meglio identificati in catasto al: Foglio 16 - mappali l l2 per una superficie complessiva di: Ha 25 a 99 ca 35. Geologicamente: è individuata Carta Geologica d Italia scala 1: Foglio n 193 Porto Torres Servizio Geologico L area è delimitata con linea continua rossa nella cartografia allegata. Si fa presente che la vera attività estrattiva risulta limitata ed insiste all interno dei soli mappali e parte dei mappali 17 e 30 per una superficie complessiva di circa 20 Ha 7

8 2.2 L Attività di Coltivazione L attività Estrattiva si svilupperà, su un area complessiva di circa 20 Ha; La coltivazione (estrazione del calcare) avviene per gradone multiplo; attualmente il fronte di coltivazione ha una lunghezza di circa 160 metri ed altezza massima di circa 10 metri. Le riserve di Calcare estraibili sono stimate in circa mc L attività estrattiva è condotta prevalentemente con mezzi meccanici (escavatore idraulico e dumper di cava) coadiuvati con esplosivi di seconda categoria. L abbattimento avviene mediante l impiego di materiali esplodenti di seconda categoria per il cui utilizzo l Industriale Monte Rosè è regolarmente autorizzata. Il trasporto dei materiali calcarei avviene mediante moderni mezzi meccanici e camion. La totalità del calcare estratto dall Esercizio di Cava Monte Rosè è conferito all impianto di trattamento della stessa Soc. Industriale Monte Rosè localizzato all interno della stessa area di Cava in posizione decentrata rispetto ai fronti di coltivazione. L attuale produzione d inerti calcarei sono destinati esclusivamente per il 90% al nostro mercato ed ad alimentare i nostri impianti per la produzione di: - micronizzati destinati sia all industria dei mangimifici per l allevamento delle galline ovaiole ed altri animali da stalla; all industria per la realizzazione di colle e vernici e malte speciali; all industria elettrica per l abbattimento e trattamento fumi per il controllo delle emissioni polveri in atmosfera (vedi Fiumesanto); - granulati destinati alla preparazione di conglomerati cementizi e bituminosi, con particolare riferimento alle ditte e società dedite alle costruzioni edili, stradali e grandi opere civili. - il 10 %, viene spedito come granulato stabilizzato e calibrato direttamente ai clienti destinato al mercato ed a lavorazioni di terzi. Ai lavori di estrazione faranno seguito interventi di recupero ambientale dell area, nell ottica di valorizzare le opportunità produttive e ambientali del nuovo sito che si viene a creare a seguito dello sfruttamento minerario. 2.2 Criteri generali del progetto di coltivazione Il progetto prevede la coltivazione di ,00 mc circa di roccia in un periodo di circa 20 anni, con una produzione media annua, di mc/anno di roccia in posto che corrispondono a circa mc/anno di tout-venant di cava in mucchio (800 mc/giorno). La progettazione della cava si basa su un metodo di coltivazione sicuro da un punto di vista tecnico e valido da un punto di vista economico Per quanto attiene ai suggerimenti specifici per il paesaggio si prevede di far ricorso a degli espedienti tesi a limitare la visibilità della cava utilizzando essenze arboree tipiche della zona a rapida crescita, idonee per costituire schermi visuali e di barriera per polveri e rumori. 10

9 2.3 Generalità sul piano di coltivazione di Cava Nelle tavole allegate al presente SIA è riportata la zonizzazione dell area in disponibilità all attività di cava e sono evidenziate l area interessata dalla coltivazione mineraria, quella occupata dai locali adibiti a impianti ed uffici, oltre alla zona di rispetto perimetrale. Livello produttivo: Riserve coltivabili: Durata dell attività: Rapporto medio di scopertura: Totale roccia abbattuta e movimentata: mc/anno in situ; mc/anno in mucchio; mc in situ; circa 20 anni; mc/ha; mc/anno in situ; mc/anno in mucchio; Coltivazione: 1 turno/giorno; 220 giorni lavorativi/anno; Ore turno: 8.0 Ore effettive turno lavoro: 6,5 Coefficiente operativo: 0,81 Tipo litologico: Calcare Obiettivo fondamentale del piano di coltivazione è la definizione delle configurazioni assunte dalla cava durante lo sviluppo della coltivazione nel tempo. Le Tavole rappresentano infatti rispettivamente le configurazioni assunte dalla cava allo Stato Attuale (2008), a Breve Termine (5 anni), Medio Termine (10 anni) a Lungo Termine (15 anni), Bonifica e Riutilizzo del Territorio (20 anni). Le configurazioni della cava nel tempo dipendono evidentemente dalle condizioni giacimentologiche, dal livello produttivo e dal metodo di coltivazione adottato. Il metodo di coltivazione scelto è quello classico a gradoni. Il metodo di coltivazione presenta nel caso specifico le caratteristiche: Il fronte è articolato su gradoni ad altezza limitata (circa 10 m) I gradoni sono planimetricamente distanti fra loro. Il fronte di coltivazione procede da nord verso sud. Gli spazi operativi sono molto ampi e conseguentemente le manovre dei mezzi di cantiere sono facilitate. 11

10 2.4 Opzione Zero Nel caso in esame l opzione zero (altrimenti detta do nothing, secondo la terminologia corrente nell ambito delle valutazioni d impatto ambientale) consiste nel mancato rinnovo della autorizzazione alla prosecuzione della attività estrattiva e di cava della Industriale Monte Rosè con conseguente interruzione dei lavori dell attività estrattiva. Le conseguenze più rilevanti del mancato rinnovo della autorizzazione alla prosecuzione della attività estrattiva e di cava sono: - le attività di coltivazione dovrebbero essere interrotte e pertanto non si avrebbe un ulteriore estensione delle aree di scavo; - l effetto sul paesaggio e sulla vegetazione, tuttavia, sarebbe condizionato dal fatto che il rimodellamento e il ripristino non verrebbero eseguiti secondo quanto previsto dall attuale progetto. - Il territorio così compromesso è e sarà inaccessibile, pressochè inutilizzabile sia in senso agro pastorale, venatorio ed o ad area residenziale abitativa. - La presenza del grosso banco roccioso affiorante e la disordinata e pericolosa cicatrice lasciata sul territorio dai precedenti operatori rappresentava un non trascurabile pericolo per gli stessi pastori, cacciatori, ricercatori di funghi, lumache, nonché per il passante occasionale e/o di qualche ricercatore di souvenir mineralogici. La ricaduta più importante (e di segno negativo) consisterebbe nella contrazione dei livelli occupativi e, più in generale, nei risvolti di natura socio-economica sia a livello locale, sia a una scala più ampia, considerando l articolazione e la dislocazione del complesso di attività della Monte Rosè in Sardegna. 2.5 Considerazioni In definitiva l ipotesi di mancato rinnovo della autorizzazione alla prosecuzione della attività estrattiva di cava definisce un quadro ambientale complessivamente negativo, caratterizzato da valori fortemente negativi in riferimento alla componente paesaggistica e da valutazioni più marcatamente negative in riferimento al contesto socioeconomico. Nel confronto tra l opzione di progetto e l opzione zero occorre riflettere sulla diversa valenza degli impatti temporanei rispetto a quelli permanenti; Le conseguenze più rilevanti del mancato rilascio della autorizzazione alla prosecuzione della attività estrattiva di cava possono essere riassunte come segue: - incompleto e mancato ripristino ambientale dell area; - perdita di occupazione; - indebolimento del radicamento della Società in ambito regionale e diminuzione delle possibilità di sviluppo di altre iniziative; - peggioramento del quadro socio-economico alla scala locale e regionale. La valutazione conclusiva complessiva, pertanto, è favorevole al rinnovo della autorizzazione alla prosecuzione della attività estrattiva di cava. 12

11 3. VINCOLI ESISTENTI SUL SITO L area risulta inclusa nella zona 2 dei Piani territoriali paesistici e non è sottoposta a: - vincolo Idrogeologico. (come da Nulla Osta rilasciato dall Assessorato Regionale Difesa Ambiente - Ispettorato Dipartimentale delle Foreste - prot del 17/01/96) - vincoli Paesaggistici derivanti dalle leggi 1497/39 e 431/85 (come da Nulla Osta rilasciato dalla R.A.S - Assessorato Pubblica Istruzione Ufficio Tutela del Paesaggio -Prot del 18/09/96) - vincolo Archeologico (come da Nulla Osta rilasciato dal Ministero Beni Culturali Soprintendenza Archeologica - prot. 749 del 10 Marzo Vincoli idrogeologici Il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della R.A.S. - Servizio Ispettorato Ripartimentale di Sassari ha rilasciato il Nulla Osta n. prot in data del 17 / 01 / 96 con parere favorevole. L area dell Esercizio di Cava Monte Rosè non ricade in zone di vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. n. 3267/23. Nel succitato nulla osta l Ufficio Forestale raccomanda che durante le fasi di avanzamento del fronte estrattivo, e/o comunque ogni qualvolta si prospetteranno interventi sulle piante indicate dallo stesso Corpo Forestale per tagli, potature o sradicamenti delle stesse, la Società dovrà contattare preventivamente la Stazione Forestale competente per territorio ed acquisire l autorizzazione da parte dell Ispettorato. Tenuto conto che la L.R. n.4/94 ha finalità di tutela di piante Arboree e ne promuove lo sviluppo e la valorizzazione per la salvaguardia di molteplici interessi pubblici, quali l ambiente, il paesaggio, l economia locale e il patrimonio culturale dell isola, nel nulla osta si suggerisce che con il piano di ripristino venga reimpiantata la specie arborea consigliata in misura di piantine / ha, secondo le direttive che il servizio è disponibile a diramare. 3.2 Vincoli di natura archeologica La Società ha inoltrato ed ottenuto il Nulla Osta della Soprintendenza per i beni archeologici della provincia di Sassari Qualora i lavori di scavo dovessero portare alla luce materiali o monumenti archeologici soggetti a tutela ai sensi del D.Lgs. 29 ottobre 1999 n. 490, la Società ne dovrà informare tempestivamente il Ministero per i Beni e le Attività Culturali presso la competente Soprintendenza. 3.3 Vincoli paesaggistici ed ambientali L area risulta inclusa nella zona 2 dei Piani territoriali paesistici e non è assoggettata a vincolo paesistici in base alle leggi 1497/39 e 431/85 Il Nulla Osta Rilasciato pur autorizzando la prosecuzione del programma di estrazione, invita la Soc. Industriale Monte Rosè, nel rispetto e tutela delle valenze paesistiche dell area ad eseguire durante ed al termine delle lavorazioni interventi di rimodellamento e di bonifica del territorio. 13

12 3.4 Considerazioni sulla Compatibilità Urbanistica, Ambientale e Paesaggistica Sulla base dall esame complessivo degli strumenti di pianificazione territoriale e di programmazione nazionale e regionale considerati nel SIA si possono formulare le considerazioni riportate nel seguito. L area dell esercizio di cava ricade nel P.T.P. n. 14 del Golfo dell Asinara, all interno di un ambito di trasformazione 2a ; le zone classificate come 2a comprendono le aree nelle quali prevale l esigenza di una tutela delle loro caratteristiche naturali e nelle quali sono possibili trasformazioni di carattere agricolo, silvo forestale, pascolativo, zootecnico, ittico, agrituristico, ecnologico, estrattivo, oppure volte, in genere, ad altre attività che non determinino apprezzabili modificazioni dello stato dei luoghi. Si precisa inoltre che con deliberazione n. 54/21 del , la Giunta Regionale, sentita la proposta dell Assessore della Difesa dell Ambiente, ha approvato il disegno di legge concernente la realizzazione, nell area a suo tempo delimitata dalla legge regionale n. 31 del 1989 come Parco dell Asinara, di un parco meno esteso su cui insistono oasi di protezione faunistica istituite dall Assessore della Difesa dell Ambiente. Tale parco (Parco naturale regionale dell Asinara) interesserà soltanto i territori dell isola dell Asinara, escludendo dunque il territorio interessato dalla attività estrattiva Monte Rosè. Entrambi insistenti in agro del comune di Porto Torres. L area dell Esercizio di cava Monte Rosè non ricade in zone di vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. n 3267/23 e della L.R. 4/1994. Nella delimitazione dell area di cava Monte Rosè che si propone per il rinnovo non sono comprese aree a rischio idraulico. Le zone di scavo inoltre risultano ben distanti dalla perimetrazione relativa alle aree inondabili da piene con portate di colmo caratterizzate da tempi di ritorno di 500 anni; si esclude pertanto qualsiasi tipo di interferenza e/o incompatibilità dell attività estrattiva esame con le disposizioni e i vincoli del P.A.I.. L area dell esercizio di cava non è gravata da vincolo paesistico-ambientale. La Soprintendenza Archeologica per la provincia di Sassari ha rilasciato in data 10 Marzo 1995 il Nulla Osta (prot. N. 749 ) relativo all area di Monte Rosè, nella quale non è stata riscontrata alcuna emergenza archeologica; il nulla osta precisa che qualora dovessero venire alla luce strutture e materiali tutelati ai sensi del D. Lgs. 490/99 dovrà essere data tempestiva comunicazione alla Soprintendenza Archeologica. L attività estrattiva che si intende svolgere nell area dell Esercizio di cava Monte Rosè non è in contrasto con le previsioni del Piano Regionale dei Trasporti e del Piano Regionale delle Merci. L attività estrattiva prevista entro l area dell esercizio di cava non disattende le politiche regionali volte a tutelare il patrimonio idrico dell isola ed in particolare è coerente con gli obiettivi del Piano Generale delle Acque e del Piano di Risanamento delle Acque. L attività prevista è coerente con gli obiettivi del Piano Agricolo Regionale e con quelli del Piano Regionale del Turismo in quanto sono previsti adeguati interventi di ripristino a salvaguardia dell ambiente e di mantenimento delle risorse naturali e paesaggistiche. Il progetto non è in contrasto con le prescrizioni del Piano Urbanistico Comunale (PUC) del Comune di PortoTorres. 14

13 Le aree di scavo dell esercizio di cava Monte Rosè non ricadono all interno o in prossimità degli ambiti da sottoporre a speciali norme di tutela e salvaguardia definite nella Relazione integrativa di adeguamento al P.T.P. 14. L attività estrattiva prevista dal progetto non è in contrasto con lo Studio di compatibilità paesistico ambientale (S.C.P.A.) riferito all intero territorio comunale. In tale quadro si può dunque considerare che l attività Estrattiva di Cava che verrà svolta dalla Società Industriale Monte Rosè all interno dell esercizio di cava Monte Rosè, possa essere giudicata compatibile con le previsioni in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica. 15

14 4 PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RIPRISTINO 4.1 Generalità Il progetto dell attività estrattiva di cava a cielo aperto è stato redatto sulla base del modello della formazione rocciosa, degli obiettivi di produzione e durata dell attività, con il fine di massimizzare il recupero e lo sfruttamento del giacimento entro valori compatibili con la redditività del progetto e le esigenze di riduzione dell impatto ambientale. Il progetto di coltivazione e ripristino indica l evoluzione dei lavori secondo una suddivisione temporale quinquennale. Sono previsti tre stadi di avanzamento di coltivazione e ripristino della durata di cinque anni ciascuno ed uno stadio finale dedicato al completamento del ripristino ambientale. Le riserve ad oggi note nell area di cava e gli attuali volumi di produzione sono compatibili con lo sviluppo dell attività. Tale possibilità dovrà essere verificata in futuro sulla base della migliore conoscenza che verrà acquisita sul giacimento e, in particolare, in relazione all evoluzione dei mercati di destinazione e della tecnologia dei materiali. 4.2 Programma dei lavori Il progetto di coltivazione della cava prevede l esecuzione delle seguenti fasi di attività principali: - Scopertura del giacimento e accantonamento delle pur minime quantità di terreno vegetale per il successivo ripristino ambientale. - Esecuzione dei canali di guardia, ove necessari, per evitare che le acque di ruscellamento interessino l area estrattiva. - Recinzione dell area di scavo e dell intera area di Cava. - Rinaturalizzazione progressiva del versante con copertura vegetale. Le attività di coltivazione si svilupperanno nell arco dei 20 anni su un area totale di circa 20 Ha compresa nel territorio comunale di Porto Torres (SS). La coltivazione verrà condotta esclusivamente mediante mezzi meccanici con l ausilio ed impiego, (quando occorre), di esplosivi grazie anche alla disponibilità di un idoneo parco macchine. Attualmente le attrezzature di lavoro utilizzate comprendono: 1 escavatore munito di benna rovescia 1 escavatore dotato di martello demolitore 1 pala cingolata 2 autocarri. 1 carro di perforazione tipo Rock 625 munito di sacco depressore per la captazione e campionatura automatica delle polveri I tecnici ed il personale addetto, eseguiranno controlli accurati e costanti di ogni fase lavorativa; in particolare sarà sistematicamente eseguito il controllo qualità della roccia estratta ed estraibile; saranno attuati programmi di responsabilizzazione ed addestramento del personale. La roccia estratta sarà caricata direttamente su camion che lo trasporteranno presso l impianto di trattamento poco distante dal fronte di cava.. 16

15 4.2.1 Progetto di coltivazione Il presente progetto è ispirato ai principi di minimizzare i costi di produzione, alla possibilità di ottenere materiali con determinate caratteristiche chimico fisiche e dimensionali, alla sicurezza degli addetti ai lavori e dei terzi ed infine alla possibilità di effettuare interventi di recupero ambientale delle aree coltivate. Metodo di coltivazione: Abbattimento: a cielo aperto - gradoni diritti. con mezzi meccanici e con ausilio di esplosivi II categoria e di mine subverticali parallele La Coltivazione La coltivazione e/o estrazione della roccia verrà sviluppata nel lasso di tempo di 20 anni, con una produzione annua di mc di roccia, su un area complessiva di circa 20 ettari, entro la quale saranno eseguiti i lavori di estrazione, di riabilitazione ambientale per periodi ben definiti prevedibili in periodi di circa 5 anni: 1. Breve Termine 2. Medio Termine 3. Lungo Termine 4. Dopo la Bonifica riutilizzo del territorio Il piano di sfruttamento prevede che i lavori di asportazione e successiva riabilitazione abbiano inizio nella parte occidentale della formazione. Data la morfologia della zona, la situazione di fondovalle e la giacitura sub-orizzontale del corpo roccioso, dovrà essere necessariamente adottato un sistema di coltivazione a cielo aperto. L asportazione avverrà per trance orizzontali con avanzamento parallelo del fronte di scavo orientato Ovest-Est mediante una gradonatura discendente che andrà dall attuale piano di campagna sino a raggiungere il letto del corpo roccioso, economicamente coltivabile. Negli allegati cartografici sono configurate le procedure tecniche di coltivazione e ricostruzione ambientale che si intende adottare e che definiscono gli aspetti di massima durante i 20 anni di vita del progetto. In particolare viene indicato planimetricamente il programma di coltivazione con la rappresentazione delle superfici interessate dallo scavo, il progredire della riabilitazione e il tracciato del profilo e delle sezioni tecnologiche e di sviluppo dei lavori minerari che raffigurano gli stati di avanzamento della Coltivazione e della ricostruzione ambientale relativi ai tre Periodi: Breve-Medio-Lungo Termine mentre nell allegato 6/6 Dopo la Bonifica è indicata la situazione finale della ricostruzione e riabilitazione del territorio, con la traccia del nuovo profilo del piano di campagna. Negli allegati sono inoltre riportate le sezioni trasversali nelle quali viene indicato, per ogni singolo periodo lo spaccato rappresentativo della Formazione in quel punto, la sua coltivazione e ricostruzione, la riabilitazione finale del territorio e il nuovo profilo del piano di campagna Particolari dell attività estrattiva La prosecuzione dell attività Estrattiva nel giacimento dell Esercizio di Cava Monte Rosè vede alternarsi fasi di lavoro ben distinte e definite, nel rispetto di un programma organico e razionale il cui fine mira ad una economica impresa industriale nel pieno rispetto delle leggi a salvaguardia della sicurezza ed il rispetto dei valori ambientali. I lavori dello scavo verranno realizzati utilizzando mezzi meccanici cingolati, operanti alla base delle trance quali: 17

16 - pala meccanica tipo cat E - escavatore idraulico cingolato semovente tipo cat 320 munito di braccio snodato con benna rovescia, con la possibilità di utilizzare un martellone idraulico. - escavatore idraulico cingolato semovente tipo Latesi 541 munito di braccio snodato con martellone idraulico, con la possibilità di utilizzare una benna rovescia. - 2 autocarri - carro di perforazione tipo Rock 625 munito di sacco depressore per la captazione e campionatura automatica delle polveri. Sarà compito del nostro personale di fiducia (2 unità) il controllo delle operazioni di scavo e sgombero del materiale rimosso, che garantiranno la qualità del materiale da trasportare ai piazzali di accumulo e la sicurezza del lavoro. Lo smarino (Trasporto) del materiale roccia di risulta, cernita o comunque prodotta con lo svilupparsi dei lavori di coltivazione non prevede la formazione di discariche, è infatti programmato depositarli in aree interne ai cantieri, nei piazzali che verranno a formarsi con il procedere dei lavori. Sarà più facile riutilizzarli nella fase di recupero e bonifica del territorio, che procede di pari passo con le fasi di coltivazione, ricolmando e livellando aree depresse. L abbattimento della roccia più dura e compatta continuerà ad essere effettuato tramite l utilizzo di esplosivo di II Categoria. L impianto, recentemente modernizzato che frantuma, granula e classifica il materiale secondo le richieste della clientela, è alimentato da un escavatore, ma non di rado viene utilizzata una pala meccanica gommata. Per quanto riguarda il percorso del materiale Cava Impianto, è da ritenersi trascurabile la Coltivazione Mineraria La favorevole posizione del giacimento roccioso consente di realizzare una coltivazione a cielo aperto con un limitato valore del rapporto terra di scopertura / roccia, il cui spessore medio stimato è di circa 0,30 cm per Ha: Complessivamente le riserve accertate oggetto del presente progetto di coltivazione ammontano a mc Si prevede una produzione annua di mc di roccia utile, destinata, selezionata secondo granulometrie diverse a mera attività industriali ed opere civili). Gli interventi previsti in progetto interesseranno complessivamente 14,00 Ha circa, in quanto nel primo quinquennio è previsto il completamento del ripristino ambientale di una porzione di circa 6 Ha precedentemente coltivata. Mediamente si effettuerà un ripristino di almeno 6 Ha di terreno per ogni quinquennio d attività. I lavori non si sviluperanno contemporaneamente in tutta l area interessata dall attività estrattiva; si procederà piuttosto sino all esaurimento progressivo del giacimento, per trance successive secondo uno schema che, partendo dallo stato attuale, si svilupperà in direzione Sud-Ovest. La progressione della coltivazione è visualizzabile in ciascuna delle tavole di progetto allegate al SIA. L asportazione della roccia in banco verrà eseguita in corrispondenza dei diversi livelli sull ampio fronte in coltivazione, in modo che la rotazione dei fronti consenta una migliore esecuzione del ripristino ambientale e consenta nel processo all impianto una ottima miscelazione ponderale della roccia da immettere nel mercato. 18

17 L attività è articolata in modo estremamente semplice: l operatore estrae e/o movimenta con l escavatore a benna rovescia la roccia calcarea e la carica direttamente su dumper e/o camion idonei al transito ed al trasporto dei materiali in cava. Si realizzano stock temporanei di roccia per poter garantire le spedizioni di prodotto anche allorquando il maltempo e/o imprevisti non consentono nuove produzioni in Cava. L escavazione verrà eseguita esclusivamente con mezzi meccanici di media dimensione. L impiego di esplosivi preso in considerazione non evita, ma limita nel limite consentito gli impatti negativi quali: rumore, polveri e vibrazioni Opere Captazione Acque Opere di Regimazione delle Acque Meteoriche Le opere di regimazione delle acque meteoriche sono decisive ai fini della sostanziale eliminazione del problema del dilavamento, dell erosione e del trasporto solido. L effetto di tale azione è considerato pertanto alto e l impatto residuo trascurabile. Tale azione ha effetto anche sulla riduzione del rischio d infortuni, poiché determina un maggiore controllo della stabilità delle fronti di scavo. I ripristini ambientali comportano la stabilizzazione dei suoli superficiali. L effetto di tale azione sull alterazione delle risorse idriche è valutato di rilevanza trascurabile come si vedrà nel capitolo dedicato alla valutazione degli impatti. L innaffiatura di piste e piazzali (azione prevista per il contenimento delle polveri) comporta un incremento del consumo d acqua, peraltro di entità limitata. I calcoli relativi alle canalette sono stati eseguiti tenendo conto che il bacino ha un estensione relativamente modesta; si è fatto riferimento a una durata di pioggia di 1 ora e da i dati pluviomentrici l intensità media risultante mm/h. Si precisa che le canalette hanno lo scopo di raccogliere le acque di ruscellamento superficiale provenienti da una sola parte del rilevato Dimensionamento delle canalette Le canalette scavate in terra, a sezione trapezia regolare, mediante l utilizzo di un escavatore a benna trapezoidale, sono state dimensionate in base alla 2 a formula di Bazin, attribuendo alla cadente il valore J = 0,0042 e al coefficiente di scabrezza il valore = 0,85 m 1/2. Con riferimento ai parametri geometrici indicati nello schema riportato sotto, per il dimensionamento sono stati adoperati i valori seguenti: a = 1,00 m b = 0,60 m h = 0,50 m = 22 19

18 Dimensionamento delle vasca di raccolta e decantazione Tenendo conto del reticolo idrografico superficiale, dei calcoli idrologici che hanno stimato portate di intensità di pioggia critica e, considerando che l area mineraria di Monte Rosè riguarda un rilievo isolato, non soggiacente ad alcun bacino imbrifero e quindi le acque che possono interessare la zona sono solo quelle derivanti dalla pioggia che cade direttamente sull area, è stato eseguito il dimensionamento della vasca di raccolta delle acque sovrastimandone le dimensioni in caso di eventi eccezionali in maniera tale da assicurare la completa regimazione delle acque. La vasca, cementata, con una profondità dalla quota di progetto del piazzale ove è stata ubicata (50 m s.l.m.) di 2.50 metri ha le dimensioni rettangolari di: superficie: lunghezza 20 metri e larghezza 10 metri Il volume invasato risulta essere di 500 m 3 Tale dimensionamento garantisce un ambiente di calma all interno della vasca che consente una completa decantazione del materiale trasportato nel ruscellamento e garantendo un successivo deflusso lungo il compluvio naturale di acque chiarificate. 20

19 4.3 Generalita : Progetto di Sistemazione e Recupero Ambientale Il progetto di recupero ambientale è stato redatto sulla base dei parametri di coltivazione della cava sino a conclusione delle attività ed è il frutto della valutazione delle possibili soluzioni per la sistemazione del territorio In questa valutazione sono state tenute in evidenza sia l attuale utilizzo delle aree vicine che le variazioni che saranno indotte dall attività di cava sull ambiente circostante. L attività di ripristino ambientale segue sistematicamente l attività di coltivazione. L obiettivo finale previsto del progetto di ripristino degli scavi realizzati è la ricostruzione, il rimodellamento progressivo di una situazione morfologica equivalente a quella del territorio circostante, caratterizzata da piccoli rilievi e da pendenze modeste Progetto di Recupero Ambientale L obiettivo primario del progetto consiste nel recupero totale delle aree soggette all attività estrattiva e, in considerazione del fatto che le attività predominanti sono quelle a carattere silvopastorale, è stato considerato essenziale il rinnovamento della copertura vegetale arbustiva e/o arborea. Questo tipo di recupero, si avvale anche della ricolonizzazione spontanea previa la realizzazione di interventi tesi a ricostituire un ambiente agronomico capace di favorire l insediamento e lo sviluppo delle varie specie vegetali. In ogni caso, il modellamento dell area interessata dall attività di cava, deve essere il più possibile integrato con l ambiente circostante, e predisporre opere che favoriscano sia le condizioni ideali per quelle aree in cui è previsto il semplice inerbimento e/o consentire il collocamento a dimora di soggetti allevati in fitocella disposti in maniera non regolare, per una forestazione guidata e garantire un inverdimento ed il germogliare anche di erbe ed essenze vegetali spontanee disseminate dal vento o depositate da animali Programma di Bonifica e Ripristino Ambientale E sempre stato un nostro orgoglio lavorare nel campo minerario nonché nell attività estrattiva e di cava, per vari utilizzi industriali e lo abbiamo eseguito nel pieno rispetto dell'ambiente, salvaguardando il territorio circostante, evitando di causare danni inutili alla vegetazione ed ai terreni non interessati direttamente dai lavori. Ogni qualvolta abbiamo lasciato i siti per cessata coltivazione, abbiamo colmato vuoti e modellato i terreni, nel limite del possibile, secondo la morfologia originale ed abbiamo restituito i terreni ai legittimi proprietari in condizioni da essere riutilizzati per attività agricole od industriali. E' quindi nostro intendimento, eseguire lavori di ripristino ambientale anche in questo esercizio di cava (Monte Rosè); lavori che saranno parte integrante del programma lavori. Possiamo comunque asserire, che la fase di recupero ambientale è parte attiva, dalle prime fasi dell attività, perché si è provveduto a migliorare l'aspetto del territorio con lavori di bonifica e di rinverdimento anche di quelle aree limitrofe all area di cava ove altri cavatori ed operatori di attività estrattiva, hanno lasciato discariche o depositi di materiali poveri non utilizzabili. Quando l'attività di cava sarà cessata, sarà nostro intendimento portare a termine un programma organico e razionale per la bonifica ed il ripristino ambientale con opere di rinverdimento e/o di riforestazione guidata, senza trascurare la possibilità di sfruttarle industrialmente, seminando nei piazzali ed a valle, erbe da pascolo e/o mettendo a dimora alberi forti quali sughere, lecci olivastri ed ulivi. In primo luogo, provvederemo comunque alla bonifica delle pareti e dei gradini di cava, eliminando pietre smosse ed ogni altro segno di potenziale pericolo per animali e persone. Quindi si disporranno delle opere atte ad arginare o a rallentare l'opera disgregatrice del tempo ed il degrado naturale. 21

20 Si fa comunque presente che il piazzale su cui ora insiste ed opera il moderno e versatile impianto di frantumazione, macinazione e selezione granulometrica, rimarrà attivo e funzionale, poiché l impianto non verrà smantellato, poiché è accessorio ai materiali di altre attività della scrivente ed essenziale per lo sviluppo delle attività della Industriale Monte Rosè. Inoltre in un prossimo breve futuro, l area del piazzale, sarà sede di nuovi impianti pilota: uno per la preparazione di malte e premiscelati particolari per intonaci; l altro per la preparazione di miscele per asfalti ecologici drenanti non bituminosi. Verrà integrata ed ampliata la piantumazione di alberi predisposta a mascheramento dei lavori nelle parti laterali e perimetrali del piano cava. In altre aree, più esterne e periferiche al piazzale, dopo opportuna concimazione, verranno disposti campi sperimentali di erbe da pascolo e foraggio espressamente voluti e richiesti dai proprietari terrieri, da sempre allevatori di bovini ed ovini al pascolo brado. Verrà quindi predisposta una piantumazione di alberi di ulivo, nelle parti laterali e perimetrali del piano cava, mentre centralmente, dopo opportuna concimazione verranno disposti campi sperimentali di erbe da pascolo e foraggio. Non si trascurerà l occasione di sperimentare culture di ortaggi all aperto ed in serra, nonché la possibilità di allevare animali per carni alternative quali: conigli, quaglie, qualche ruminante e qualche equino. I sottoscritti, con accordi presi con la parte proprietaria dei terreni anche circostanti, hanno interesse al miglior recupero dell area oggetto dell attività estrattiva e di cava, per destinarlo anche ad usi più produttivi. Ciò in funzione della potenzialità pluriuso in dipendenza della felice posizione dei terreni posti in posizione di dominio altimetrico e non particolarmente panoramico. Il recupero di cui trattasi, passa necessariamente per fasi cronologiche fra loro differenziate; ci si trova infatti, così come accennato nelle premesse, in presenza di situazioni diverse d intervento. Questa operazione viene effettuata dal personale dipendente che opera nella cava, utilizzando le normali attrezzature di cantiere ( escavatore munito di benna e/o martellone idraulico ) per il profilamento, e la pala cingolata e /o gommata per la stesura e la sistemazione dei materiali. La finalità dell intervento e quello di rendere irregolari eventuali contorni geometrici che si verrebbero a creare nelle fasi di coltivazione, e rendere una configurazione morfologica più naturale possibile. Durante le varie fasi di lavorazione sarà realizzata un opera atta a garantire la raccolta delle acque di percolazione e di ruscellamento naturale, a monte dell area prevista per la coltivazione, in modo da convogliarle, mediante canalette, verso vie di deflusso naturale esterne all area di cava. Questo previa decantazione nelle vasche appositamente predisposte a piè impianto per la decantazione ed il riciclaggio anche delle acque meteoriche. 22

21 4.3.3 Evoluzione temporale della coltivazione Le prime fasi della estrazione, coltivazione e produzione di roccia vera e propria hanno interessato la porzione di giacimento posto tra i livelli 65 e 90, secondo noi più in precarie condizioni, dove è stato necessario, riordinare e mettere in sicurezza, un primo ed un secondo piazzale. La coltivazione della cava partendo dal livello 140 m, preso come quota di riferimento, ha permesso di riordinare, bonificare, e migliorare anche in senso produttivo gran parte del territorio limitrofo, invaso da vecchie e disordinate discariche. I lavori, procedono per tagli orizzontali e seguono le fasi del programma lavori organico e razionale predisposto, coltivati secondo trance parallele al versante. La coltivazione viene suddivisa in 4 fasi della durata di cinque anni ciascuna: le prime tre di escavazione e ripristino; l ultima di solo ripristino e riqualificazione ambientale. L intervento quindi potrà avvenire in condizioni ideali: assenza di terreni agricoli di buona redditività; sito ubicato in prossimità di una strada provinciale, limitato impatto visivo. 23

22 4.4 Stati Temporali di Avanzamento Lavori Stato alla Fine dei Primi 5 anni (BreveTermine) Per limitare al massimo l intervisibilità del cantiere si completerà il ripristino della porzione Sud del vecchio cantiere che è anche quella dotata della massima altimetria. La porzione più esposta ad Est è già ora in fase di ripristino. Si provvederà a migliorare le vie di accesso all area di cava e degli impianti, regolarizzare il piazzale di base, migliorare le piste di servizio. Si indirizzeranno i lavori per regolarizzare i gradoni di coltivazione e migliorare l aspetto ed il disegno dell anfiteatro di coltivazione. Stato alla Fine dei Primi 10 anni (Medio termine) La coltivazione procederà con l avanzamento dei gradoni con l intento di regolarizzare la coltivazione e migliorare la qualità del prodotto finale tenendo sempre presente l aspetto dell anfiteatro di coltivazione, senza trascurare la sicurezza e la stabilita dei fronti. Per consentire una più regolare coltivazione del giacimento roccioso, si modificherà il tracciato dell originaria carrareccia vicinale che costeggia l area interessata dall attività estrattiva. Si tratta infatti di un tracciato attualmente impraticabile a causa dello stato di abbandono e del fondo dissestato dal degrado naturale e a causa dell erosione del libero scorrere delle acque meteoriche. Stato Finale della Coltivazione (15 anni) (Lungo termine) La coltivazione del giacimento sarà portata a compimento. Il ripristino ambientale raggiungerà all incirca la metà della superficie complessiva. Stato di Ripristino (tra 15 e 20 anni) (Dopo la Bonifica) Si completeranno la riprofilatura del terreno e il rinverdimento nelle aree coltivate. Gli interventi di rimodellamento del terreno si estenderanno al di là delle aree operative per completare il raccordo dei vari livelli dell area di coltivazione con la morfologia del terreno limitrofo (vergine) non interessato dalle attività estrattive, per consentire così il corretto deflusso delle acque verso il compluvio naturale e per realizzare un area di transizione tra il ripristino finale e la zona circostante carente di vegetazione. Superfici totali ripristinate attualmente dalla Industriale Monte Rosè sono circa 16,4 Ha 4.5 Discariche Lo sviluppo delle attività secondo il progetto non comporterà la creazione di discariche per le terre o parti di giacimento non cedibili, poiché saranno integralmente utilizzati per il rimodellamento che verrà eseguito nelle aree coltivate o in fase di esaurimento. Nelle immediate adiacenze dell area di scavo saranno bonificati vecchi depositi temporanei di terreno vegetale e parti di giacimento non utilizzati, lasciati da vecchi operatori e che ormai hanno subito la prima fase d insediamento di essenze vegetali ed erbe spontanee, seminate dal vento o da animali per un primo inverdimento naturale 24

23 4.6 Viabilità Viabilità interna In corrispondenza dell ingresso all area di Cava dalla S.P. n. 34 esiste un piazzale di manovra che sarà mantenuto operativo anche dopo l intera durata dell attività di coltivazione della cava. La via di carreggio avrà una leggera pendenza trasversale per indirizzare le acque meteoriche verso il piede interno del fronte e per limitare i ruscellamenti al livello sottostante; analogamente nei piazzali di movimentazione il ristagno dell acqua e la formazione di pozze saranno evitati conformando i piazzali con pendenza trasversale adeguata a dirigere l acqua all esterno, verso apposite cunette perimetrali da realizzarsi in opera su roccia sana. Il posizionamento delle canalette sarà individuato nei vari istanti temporali direttamente in cantiere dal responsabile di produzione per poter ottenere in ogni momento la massima sicurezza per il transito dei mezzi e la massima efficienza possibile per il sistema di captazione. Le rampe che dovessero permanere per lungo tempo non modificate, come per esempio quella che consente il collegamento tra i piazzali di manovra ed i gradoni, saranno sempre manutenzionate per poter sempre garantire il transito in piena sicurezza dei mezzi anche con condizioni meteorologiche non particolarmente ottimali Viabilità esterna La principale direttrice di comunicazione territoriale che consente di arrivare all Esercizio di Cava è la Strada Provinciale n. 34. A Porto Torres si arriva percorrendo la strada provinciale n 34 Canaglia - Porto Torres dopo circa 10 chilometri. Il trasferimento dei prodotti calcarei opportunamente preparati nello stabilimento avviene tutto su mezzi gommati. 4.7 Utilizzazione di suoli e delle acque durante la fase di dismissione dell attività estrattiva Il ripristino ambientale è il completamento della fase di dismissione dell attività estrattiva. Il terreno vegetale asportato durante la prima fase di scavo verrà accumulato per poi essere utilizzato per la copertura al termine delle attività minerarie. L apporto di ammendanti e compost potrebbe essere necessario per il miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche e pedologiche del suolo originario, ai fini di un più rapido ed efficace sviluppo degli organismi vegetali che lo devono colonizzare. Il consumo di risorse idriche sarà limitato all acqua necessaria per innaffiare le piante utilizzate per la ricostituzione del manto vegetale. I volumi di acqua necessari per lo svolgimento di tali attività sono complessivamente assai modesti. 25

24 4.8 Abbattimento Polveri Il nostro impianto per il trattamento, frantumazione, selezione materiali naturali inerti, è corredato di un moderno sistema per la captazione ed abbattimento polveri che si creano nelle diverse fasi del ciclo di lavorazione. Il processo di abbattimento e captazione polveri da noi adottato, si basa sul principio della captazione delle polveri mediante irrorazione di acqua nebulizzata micronizzata spinta a pressione. Il sistema consente l eliminazione del problema immissione polveri, contenendolo entro i limiti di legge. Questo sistema, viene preferito ad altre tecnologie per i suoi vantaggi peculiari e lo rendono particolarmente utile quando si è costretti a disporre di limitate quantità d acqua. Con esso si ottiene una aspersione uniforme e regolare similmente ad una lenta pioggia finissima, senza effetti nocivi o declassificanti per i materiali o prodotti finiti. La dosatura dell acqua è regolata in modo appropriato alla qualità e quantità delle polveri. Si crea così una barriera all espandersi della nuvola di polvere garantendo la captazione anche delle particelle più leggere e volatili. Il sistema garantisce ottimi prodotti poiché conferisce ai materiali più grossolani delle diverse classi granulometriche solamente una umidità superficiale. Si hanno perciò minime perdite di acqua per evaporazione, per limitata porosità dei materiali e del terreno, ma nessuna perdita per lo scorrere delle acque. Nei cumuli dei prodotti finiti, la dosatura della nebulizzazione è resa in modo che soltanto lo strato superficiale del cumulo (circa 2 3 cm) sia reso umido senza che vengano abbondantemente ribagnate le parti sottostanti. Altri vantaggi consistono nell evitare processi di dilavamento nei cumuli e nel terreno per eccesso di quantità e velocità delle acque di processo. Con una regolare aspersione a nebulizzazione micronizzata, quasi ogni granello di polvere o di materiale ottiene un inumidimento che ne evita la dispersione nell aria. 26

25 4.8.1 FLOW SHEET impianto Il percorso del materiale è schematizzato nel seguente Flow Sheet Tramoggia (25 mc) : Acqua nebulizzata per abbattimento polveri - : : Alimentatore a piastre : Acqua nebulizzata per abbattimento polveri - : Vaglio sgrossatore T. V. (0 60) : (0-40)mm : : Nastro + 60 : + 40e/o +60mm : :Frantoio a mascelle : : Nastro trasportatore: Acqua nebulizzata per abbattimento polveri - : : Deferrizzatore Materiali ferrosi : : Gruppo di granulazione : : Nastro: Acqua nebulizzata per abbattimento polveri @ Vasca acqua : Pompa : Gruppo vagliante 4 Tele : : Nastro Nastro Nastro Nastro Nastro : : :: : : : : :: : : : : : : (25 60) (18 25) (7 18) (7 18) (0-5) (0-7) 27

26 4.8.2 Considerazioni L'attività d' esercizio dell impianto insistente nell area dell Esercizio di Cava, sarà articolata su di un unico turno di 8 ore per 20 gg/mese per 12 mesi/anno. Tenendo conto che l'attività sarà interrotta per un mese per garantire al personale il normale godimento delle ferie e garantire le manutenzioni straordinarie alle macchine dell impianto Orario di lavoro: 7:00 12:30 = 14:00 16:30 Fasi di lavoro: Controllo macchine, controllo livelli e rabbocco lubrificanti prove di perfetto funzionamento impianto scarico 30,00 min. Marcia ed alimentazione Impianto 390,00 min Piccole riparazioni intasamenti 30,00 min Manutenzione ordinaria Riordino e pulizia impianto (fermata) 30,00 min ====================================== Totale 480,00 min Tutto il processo dell'impianto non è inquinante, ne degrada l'ambiente circostante, non si producono sostanze inquinanti. Le stesse acque meteoriche non sono libere di scorrere e non hanno la possibilità di trasportare polveri o limi, poichè sono predisposti canali direzionali e di raccolta, per la loro e definitiva immissione nel compluvio naturale della valle. I mezzi circolanti (Pale meccaniche gommate, Escavatori, Autocarri) sono nuovi dell ultima generazione muniti di confort e sistemi anti inquinamento e silenziati. Sono in perfetta efficienza, vengono regolarmente manutenzionati. 28

27 4.8.3 Natura dei beni e servizi offerti La Società è in grado di fornire il Calcare trasformato in prodotti: granulato, macinato, micronizzato, sfuso o insaccato, al mercato provinciale regionale e/o nazionale. Gli impieghi principali del prodotto sono: - Preparazione del calcestruzzo ed altri utilizzi nell ambito dell ingegneria civile, - Catalizzatore nell abbattimento delle polveri nel trattamento dei fumi delle centrali termoelettriche; - Legante nei processi metallurgici di fonderia, - nei mangimi animali e nella pellettizzazione in genere; I possibili impieghi sono quindi molteplici e interessano mercati vari e con esigenze diverse. Il valore economico del mercantile che si può produrre, conseguentemente, è estremamente variabile in relazione al mercato di destinazione. Il calcare estratto presso l esercizio di cava Monte Rosè, attualmente, è trattato interamente in a Porto Torres negli impianti esistenti a valle ed all interno dell area di cava. I prodotti sono destinati quasi interamente ai mercati locali della provincia di Sassari, si adeguano rapidamente alle esigenze della domanda: di conseguenza la maggior parte delle aziende consumatrici non è costretta a detenere grandi scorte. In mancanza di dati ufficiali, si può ragionevolmente stimare che il consumo sia equivalente alla produzione. Il principale consumo del calcare riguarda le industrie per la fabbricazione del calcestruzzo e/o industrie per la fabbricazione di elementi prefabbricati per l industria edile; nonché le industrie dedite alle pavimentazioni stradali. Tale mercato è fortemente condizionato dall andamento economico congiunturale del principale consumatore di calcestruzzo: l industria edile, ed ha quindi risentito sia della recessione che ha colpito il settore, sia del quadro economico generale. Le prospettive attuali di mercato a livello provinciale e/o regionale, tuttavia, prevedono una lenta ma progressiva crescita, grazie anche alle nuove possibilità di utilizzo dei prodotti calcarei che si sono ampliate in questi ultimi anni (ad esempio mangimifici, fabbriche di colle ed intonaci particolari, moduli per l abbattimento delle polveri nei processi di trattamento dei funi nelle fonderie e nelle industrie termoelettriche). Di conseguenza anche le prospettive di mercato della Industriale Monte Rosè mostrano un andamento positivo, in termini sia di volumi sia di fatturato. La Società sta attraversando un momento di espansione e di crescita; gli investimenti per il prossimo futuro prevedono un esborso di circa Euro. 29

28 5. GEOLOGIA ( Suolo e sottosuolo) 5.1 Premessa I lavori interessano esclusivamente inerti che non danneggiano in alcun modo l ambiente geologico, idrogeologico, vegetazionale e faunistico che circonda l area di cava, non creando comunque alcun percolato. Oltretutto, l impermeabilizzazione del fondo della stessa area di cava, già prevista nel progetto che riguardava una discarica RSU, ormai completamente dimessa e bonificata, garantisce una barriera geologica all infiltrazione delle acque di ruscellamento superficiale e del sottosuolo; l impermeabilizzazione della discarica e la sua stabilità, è stata realizzata seguendo il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e le leggi e decreti successivi a tale D.Lgs., e del piano di adeguamento e chiusura ai sensi del D.Lgs. 36/2003 La normativa richiede che il monitoraggio dell eventuale percolato, biogas, acque superficiali e sotterranee, venga reso possibile anche con la realizzazione di pozzi piezometrici di controllo del percolato (che si riafferma nel nostro caso è assente) e della falda acquifera. Nel sito, sono già presenti due pozzi piezometrici per il monitoraggio delle falde acquifere; è prevista la realizzazione di un terzo pozzo da realizzarsi a breve. In cartografia allegata, l ubicazione dei pozzi Aspetti Geologici Generali L area in esame è parte integrante di una vasta area della Sardegna nord-occidentale compresa nel rift sardo, un ampia fossa tettonica a strutturazione oligomiocenica, compresa tra il Golfo di Cagliari e l isola dell Asinara. Le rocce più antiche affioranti sono delle vulcaniti (alternanza di andesiti iperstenici e ignimbriti), ascrivibili al ciclo calco-alcalino terziario, che testimoniano un quadro geodinamico della Sardegna cenozoica ormai ben documentato (sistema di rifts che si è evoluto nell apertura del bacino ligureprovenzale e nella conseguente rotazione del blocco sardo-corso nella posizione attuale). Il ciclo eruttivo calc-alcalino, ha quindi dato luogo alla messa in posto di prodotti lavici, a composizione prevalentemente andesitica, e prodotti Piroclastici noti come ignimbriti, legati a fasi esplosive parossistiche, di composizione riolitica e riodacitica. Lo spessore complessivo della sequenza calcoalcalina è di circa 1000 m. Le vulcaniti di composizione andesitica hanno giacitura sotto forma di cupole di ristagno e domi intrusivi, mentre le vulcaniti di composizione riolitica e riodacitica si trovano sotto forma di bancate sovrapposte, originate da successivi episodi piroclastici, che danno luogo a versanti con una tipica morfologia a gradoni. Sulle vulcaniti, o intercalate ad esse, sono presenti alla base dei livelli conglomeratico-arenacei, seguiti da serie marnose e sabbiose e da calcari detritico organogeni. Queste litologie sedimentarie, indicano una fase trasgressiva (cioè una ingressione marina) favorita dalla evoluzione del rift. La copertura sedimentaria in parte è stata più o meno asportata in seguito alla intensa azione erosiva da parte degli agenti esogeni, favoriti dalla tettonica alpina di tipo distensivo che ha determinato una serie di faglie e dislocamenti soprattutto nel basamento calcareo. Le direttrici prevalenti delle lineazioni tettoniche sono appartenenti a i tre gruppi principali, ovvero NNW/SSE, E-O e N/S. Le prime sono, datate al Burdigaliano medio - superiore, riattivate nel Pliocene. Le faglie del secondo gruppo subirono invece una riattivazione nel Serravaliano. Al terzo gruppo di faglie infine, fanno parte lineamenti strutturali con direzione NS. Dal punto di vita geomorfologico, l area è caratterizzata da paesaggi tipici di zone calcaree, ovvero plateaux calcarei, variamente e debolmente inclinati, linee di cuestas che si possono seguire lungo tutto il limite orientale dell area. 30

29 5.1.3 Aspetti Geologici della Zona. I legami fra la morfologia del territorio turritano con la Tettonica del Neogene sono molto stretti ed evidenti. Un movimento di distensione ha generato, con una direzione preferenziale NNW, un graben contemporaneo alla trasgressione burdigaliana superiore all interno di un più ampio graben di età oligocenica allungato N-S. L approfondimento del mare all interno della fossa turritana ha determinato una deposizione di marne, calcari, arenarie, torbiditi, ecc che sono i livelli neogenici più recenti. Dopo una presunta compressione nel Messiniano, si ebbe un generale basculamento in un regime a carattere distensivo che rimosse gli effetti degli eventi diastrofici preesistenti scomponendo l insieme in blocchi. Così la maggior parte del territorio è caratterizzata da una grande superficie in debole pendenza verso NW corrispondente a quella delle superfici di strato dei sedimenti del Miocene, erosa da un sistema drenante tipo cataclinale. Schematicamente, gli aspetti litostratigrafici dei terreni della nostra area, sono i seguenti: Quaternario: I depositi quaternari e recenti sono formati da depositi di alterazione in situ, potenti massimo 0,5-0,8 m. I suoli calcarei quindi, classificabili in generale come litosuoli, terre rosse e protorendzina, sono poco sviluppati, con una certa prevalenza di ghiaie e ciottoli calcarei e in alcuni punti affiora il substrato stesso. Miocene: La parte basale dei sedimenti miocenici è costituita da un alternanza di livelli marnoso argillosi con strati arenaceo marnosi più compatti, ben cementati, seguiti verso l alto da calcari organogeni, arenacei e/o marnosi. Poi la serie sedimentaria si completa con le calcareniti biancastre parzialmente alterate nello strato superficiale. La serie sedimentaria mostra potenza superiore a 150 m. Vulcaniti Oligocene/Miocene: Nell area rilevata le vulcaniti più antiche sono rappresentate da andesiti Iperstenico - augitiche, per le quali sono state proposte età radiometriche che vanno da 20,2 a 30,4 M.A. (MONTIGNY & alii, 1981); al di sopra le andesiti poggiano ignimbriti, tufiti e agglomerati vulcanici, prodotti della loro rielaborazione epiclastica Il loro aspetto è generalmente caotico, con clasti a spigoli vivi. Solo localmente si osserva una grossolana stratificazione e tracce di una modesta rielaborazione da trasporto. Lo spessore delle epiclastiti può superare i 150 m. Mesozoico: Calcari, calcari dolomitici, calcari marnosi, dolomie, di tutte e tre i periodi geologici, Giurese, Cretaceo, Trias; è noto infatti che la seria mesozoica della Nurra, è una delle più complete della Sardegna. La zona esaminata è costituita da uno zoccolo cristallino del Paleozoico, sopra il quale si sviluppano due serie sedimentarie molto potenti, la prima del mesozoico, la seconda del terziario. Tra le due serie di cui sopra e presente una serie vulcanica, prevalentemente tufacea, intercalata tra il Cretaceo e il Miocene. Lo zoccolo Paleozoico, costituito per la quasi totalità da filladi, micascisti e quarziti, affiora ad ovest dell area studiata. e risulta in contatto a Nord con depositi recenti e più a Sud con le formazioni calcaree. Il contatto, di origine tettonica, ha direzione circa N-S e lungo lo fascia di contatto sono presenti, in alcune zone, le arenarie rosse ed i conglomerati quarzosi del Permo-Trias. 31

30 All estremità Sud dell affioramento, lo zoccolo Paleozoicò affonda sotto le arenarie del Permo- Trias e successivamente sotto i termini dei serie calcari Mesozoici (M. Zirra, M. Doglia). La serie calcarea Mesozoica, che inizia in basso con i calcari del Muscelkalk, ha episodi lagunari nel Keuper (argille, marne e gessi) e diventa prevalentemente calcarea dolomitica a cominciare dai calcari cavernosi della sommità del Keuper. Seguono i calcari oolitici e pisolitici del Lias, i calcari marnosi e terrigeni del Dogger e i calcari massicci, micritici e marmorei del Malm. La serie di cui sopra si chiude con i calcari marnosi e le marne del Cretaceo superiore, separati dal resto della serie, da una trasgressione marina. La totalità dei rilievi nella zona centrale della Nurra è costituita dalla serie Mesozoica di cui sopra e risulta subaffiorante in molte zone del settore Sud-Occidentale. La serie vulcanica di età pre - Elveziana è presente lungo tutto il bordo Est degli affioramenti calcarei. A Nord-Ovest delimita nettamente il bacino Mesozoico da quello Miocenico, mentre a Sud-Est tale divisione non è netta e anzi sono presenti rilievi di calcari Mesozoici in mezzo agli affioramenti della serie vulcanica. I terreni Miocenici, che colmano il bacino apertosi largamente verso Est, sono costituiti da calcari grossolani organogeni, da calcareniti e molasse calcaree alternati a livelli marnosi ed argillosi. I depositi recenti, sempre poco consistenti, sono costituiti da una sottile copertura limoso-sabbiosa nei fondovalle, da sabbie recenti lungo le coste, da sabbie eoliche nelle pianure di AlgheroTottubella e Porto Torres-Stintino. Sono state inoltre rilevate delle alluvioni terrazzate costituite da argille con intercalazioni di livelli conglomeratici e sabbiosi. Dal punto di vista tettonico si osserva come il carattere prevalentemente rigido delle rocce che costituiscono la serie dei terreni, abbia dato luogo ad una tettonica disgiuntiva caratterizzata da Horst e Graben. 32

31 5.2 IDROGRAFIA E IDROGEOLOGIA Idrogeologia Il criterio col quale sono state impostate e svolte le indagini idrogeologiche è stato quello di reperire dati indicativi in merito all entità e alla dinamica della circolazione idrica sotterranea attraverso le unità geologiche affioranti nell area studiata. Le sorgenti sono poste a diverse quote, e questo fa presupporre la presenza di strati a permeabilità variabile all interno delle litologie sedimentarie; infatti tali rocce sono caratterizzate da una certa disomogeneità sia in senso orizzontale che verticale. I terreni che ricoprono il territorio in esame presentano, per quanto riguarda la permeabilità, il seguente comportamento: - terreni ad elevata permeabilità, caratteristici di rocce calcaree più o meno fessurate (permeabili per fessurazione); - terreni a media permeabilità, per quanto riguarda le rocce calcareo - arenacee il cui grado di permeabilità è legato alla presenza di fratture e conglomerati variamente meno cementati; - terreni poco permeabili o impermeabili, tipici di formazioni calcareo marnose, nella quale l acqua può filtrare tramite linee di frattura. In base al rilevamento geologico di superficie ed ai dati dei pozzi e delle perforazioni si può stabilire lo seguente classifica delle Formazioni dal punto di vista della loro permeabilità: Qualità delle Acque La qualità delle acque dell area mesozoica studiata consente di affermare che si tratta di un chimismo tipico di bacini calcarei in vicinanza del mare. Il residuo fisso risulta elevato o molto elevato, lo durezza sia temporanea che permanente è alta, mentre il Ph è compreso mediamente tra 7 e 8. Il cloro ione risulta oscillante fra 180 e 300 mq/l da cui si deduce una consistente interferenza di acque marine sia per infiltrazione che per afflussi piovosi che possono caricarsi di cloruri per atomizzazione di acqua marina sospesa in fascia evaporante. I valori dei nitrati sono da imputarsi a fatti di nitrificazione della sostanza organica presente nelle parti terminali dei condotti di alimentazione delle sorgenti Idrografia e Idrogeologia Come già affermato, dal punto di vista morfologico e idrografico, le acque meteoriche che raggiungono la nostra area in cui è compresa la cava, confluiscono successivamente in un solco di ruscellamento diffuso presente a NNO, le cui acque si immettono quindi più a valle prima nel rio Sant Osanna, quindi nel rio Flumen Santo, che sfocia in prossimità dell Enichem. Al fine di ricostruire, per quanto possibile, l andamento degli acquiferi nella zona circostante alla cava di inerti, è stato eseguito uno studio dei pozzi esistenti nell area circostante, ovvero la ricostruzione della profondità della trivellazione del pozzo, livello statico, ecc. Dalle osservazioni e dalle informazioni raccolte nelle precedenti indagini, risulta che il sottosuolo della nostra area, dovrebbe essere interessato da circolazione di acquiferi fessurati (lungo le fratture e le cavità comunicanti) e acquiferi di contatto (tra i calcari e le marne mesozoiche, più a est con le vulcaniti e le marne mioceniche); nella nostra zona l acquifero lo troviamo a profondità comprese tra 50 (nella zona a monte) e 25 metri dal p.c. (a valle); in particolare, nel nostro sito l acquifero lo troviamo a 40 metri. 33

32 5.2.4 Considerazioni Considerando quanto precedentemente esposto, ovvero le caratteristiche geologiche, idrogeologiche, strutturali e geotecniche del materiale litoide, pendenza del piazzale di coltivazione e morfologia del terreno naturale circostante alla cava, ecc, si può con certezza affermare che il sito scelto ubicato in località Monte Rosè, presenta caratteristiche geologiche, idrogeologiche e morfologiche, indubbiamente favorevoli alla realizzazione del progetto di prosecuzione e coltivazione della cava. - Sulla base delle osservazioni sul deflusso delle acque superficiali e dagli studi compiuti sugli acquiferi sotterranei, si può affermare che quanto in progetto non interferisce in alcun modo con gli acquiferi superficiali e sotterranei presenti nel sito e nelle aree circostanti. - Non sussistono alcun tipo di rischi di frane o cedimenti delle pareti, dei fronti, delle scarpate e dei piazzali di cava, ne spostamenti e deformazioni delle opere idrauliche per il drenaggio delle acque meteoriche. In sintesi, considerando quanto sopra esposto, vista l assenza di infiltrazione di acque nel sottosuolo, il basamento di imposta della cava caratterizzato da roccia calcarea compatta lapidea localmente in parte marnosa in parte dolomitica, non esiste pericolo di interferenza di alcun tipo delle acque superficiali con l assetto geostrutturale e idrogeologico della attività di cava. 35

33 6 ANALISI DEGLI ELEMENTI DI IMPATTO 6.1 FLORA Aspetti Geomorfologici e Litopedologici I paesaggi della zona in esame sono fortemente caratterizzati dalla presenza antropica dell attività industriale del polo di Porto Torres e di alcune cave a cielo aperto. Significativa in termini di estensione territoriale è ancora oggi l attività agro-zootecnica che svolge comunque un ruolo economico decisamente più marginale rispetto allo sviluppo industriale. Una vasta piana alluvionale utilizzata a fini agricoli con dei seminativi si estende dalla zona collinare verso il mare. Le zone più naturali si inseriscono spesso a mosaico fra le attività produttive e finiscono per esserne fortemente condizionate; le zone naturaliformi di maggior estensione sono più rappresentate man mano che ci si allontana dal mare verso l entroterra nelle zone collinari. L attuale morfologia del territorio risente inevitabilmente dell uso del suolo svolto dall uomo e in particolare delle attività di cava presenti e in esercizio da diversi decenni, nonché di movimenti di terra e risagomatura e profilatura di ripristino di aree di cava e di discariche r.s.u. già esaurite. Le quote altimetriche e la morfologia delle zone a cava, già in attività decennale, sono state modificate dall attività estrattiva che ha asportato grandi quantità di materiale con la realizzazione di gradoni a cielo aperto e su alcune zone da riempimenti di discariche r.s.u. La modifica morfologica subita dai terreni interessati dagli scavi di cava rappresenta attualmente, dal punto di vista visivo, un importante impatto paesaggistico. I terreni della zona di attività di cava poggiano su rocce calcaree e sono da queste derivati; hanno tessitura più o meno argillosa con permeabilità da media a scarsa in funzione della presenza di fratture nel substrato geologico. Terreni a maggiore permeabilità sono quelli che si trovano nelle vallate e nelle aree più pianeggianti, costituiti da coperture alluvionali e detritiche alla stato sciolto o semicoerente, ricchi di scheletro e sabbia. Fondamentalmente all interno dell area di esercizio di cava è possibile individuare una unità di paesaggio collinare su calcari di età mesozoica (Trias e Giurese) e loro prodotti eluviali inquadrabili nel sottogruppo (Soil Taxonomy) Typic e Lithic Rodoxeralfs Si tratta di suoli con profilo A-C e A-B 2t -C, diffusi su formazioni carbonatiche, con spessori fortemente variabili da elevata a modesta, in base ai fenomeni carsici che interessano tali formazioni litologiche e producono superfici fortemente aspre con l alternarsi di tasche e affioramenti rocciosi. La tessitura di questi terreni è argillo-sabbiosa o argillosi; aggregazione prismatica; drenaggio da normale a lento; pietrosità e rocciosità da modesta a elevata. Le forme su cui poggiano rende questi terreni di Monte Rosè vulnerabili all erosione nei tratti di maggiore pendenza. L uso attuale dei terreni in esercizio di cava nelle aree già sfruttate mentre è saltuariamente pastorale in quelle con macchia mediterranea a diverso grado di evoluzione nelle zone di cava non ancora coltivate. 36

34 6.1.2 L analisi Floristica e Vegetazionale L analisi floristica e vegetazionale, in località Monte Rosè, è stata svolta attraverso osservazioni condotte direttamente sul terreno nel mese di luglio 2008, integrando lo studio vegetazionale dell area vasta tramite analisi delle fotografie aeree, analisi di dati cartografici e bibliografici esistenti che consentono di dedurre per gli habitat in esame la presenza di specie annuali stagionali non presenti alla data del sopralluogo. La stazione di studio è in gran parte situata in un area semi-naturale circondata da un contesto paesaggistico caratterizzato prevalentemente da zone agricole con appezzamenti a seminativo, anche irrigui, separati da siepi naturali nella zona piana alluvionale e da pascoli cespugliati e arborati nelle zone collinari, più marginali dal punto di vista agricolo. È proprio nelle siepi naturali (divisorie fra i campi coltivati) e nelle aree collinari meno vocate dal punto di vista agricolo che la vegetazione mostra un maggior grado di naturalità e biodiversità che si accentuano in corrispondenza dei compluvi e con le esposizioni più favorevoli. I risultati del rilievo floristico risentono comunque in modo importante delle aree destinate a discarica di RSU negli anni passati, ormai esaurite. L utilizzo di terra di riporto e il particolare substrato che va a costituire piccole colline artificiali, fa si che in queste aree la composizione floristica risulti nettamente alterata rispetto agli ecosistemi autoctoni, con presenza di specie terofitiche pioniere e talvolta casuali e avventizie (si pensi alla presenza di una Palma da Dattero). L abbondanza di Fanerofite indica la presenza degli ecosistemi più naturali, ai margini dell area in coltivazione e pascolo, che, poco disturbati negli ultimi anni rispetto, alla pressione antropica e agli incendi, ha favorito l evoluzione Il Paesaggio Vegetale Attuale (Momento Zero e Opzione Zero) La fitocenosi attuale della zona in esame rappresentata una trasformazione regressiva rispetto all associazione climax (vegetazione potenziale) ed è il risultato dell azione antropica svolta all interno della stazione di studio in esame. L area di esercizio di cava è inserita all interno di un comprensorio in cui i processi di antropizzazione, agricola ed industriale, ha profondamente modificato il rivestimento vegetale originario ed il paesaggio più in generale. Le aree su cui l attività umana è stata ed è più incisiva sono caratterizzate dalla semplificazione delle associazioni vegetali-forestali e le essenze sono distribuite sul territorio come relitti componenti l agroambiente e pertanto sottoposte ad una costante pressione antropica; dove le caratteristiche pedo-climatiche sono meno favorevoli all agricoltura le forme vegetali presenti e le loro cenosi sono più facilmente riconducibili alle serie potenziali che a seconda del grado di evoluzione del substrato podologico si presentano come stadi arbustivi ed erbacei di degradazione con la presenza o meno di essenze arboree. In conclusione con l opzione zero in luogo del proposto intervento di prosecuzione dell attività di cava, non sono prevedibili situazioni ambientali diverse per gli ambiti vegetazionali. Con l opzione zero, la vegetazione sarebbe destinata alla limitata evoluzione verso lo stadio climax di macchia bassa e/o gariga, quando non ulteriormente disturbata da una possibile ripresa del pascolamento scomparsa. L intervento proposto provocherebbe invece la scomparsa di tale vegetazione sulla superficie di estensione di coltivazione peraltro dimensionalmente molto limitata (gli scavi di cava sono infatti oramai già estesi su quasi intera area di coltivazione prevista con l intervento proposto). 37

35 Nella pianura il paesaggio è quello tipico dell agricoltura intensiva, con campi regolari coltivati o a riposo, anche delimitati da siepi costituite da elementi della serie del leccio e dell olivastro:. accompagnate nelle loro varie associazioni Nelle tare fra i campi di pianura, sono individuabili piccole formazioni vegetali a macchia Gli appezzamenti della collina, coltivati prevalentemente ad erbai, sono inseriti all interno delle aree a macchia o a bosco discontinuo; si presentano con margini sinuosi, irregolari, sono delimitati da siepi composte dagli elementi delle aree limitrofe, e in corrispondenza delle tare interne non coltivabili vi sono formazioni vegetali a macchia. Le specie prevalenti sono quelle della serie del leccio e dell olivastro. 6.2 FAUNA L area estesa in esame risulta costituita dai rilievi collinari che si innalzano dalla pianura della Nurra e che da loro si sviluppa sia verso Oriente che verso il mare e Porto Torres. La forte antropizzazione dell area condiziona la presenza della fauna selvatica. L attività industriale e agro-pastorale sviluppate prevalentemente nella pianura limitano e frammentano la copertura vegetale naturale del comprensorio e compromettono soprattutto la presenza di fauna stanziale. L habitat completamente artificiale creato all interno della dell area di coltivazione si presenta poco ospitale per la biocenosi animale. Anche i fattori abiotici delle ex discariche ripristinate costituiscono importanti fattori limitanti rispetto alla biocenosi vegetale e animale. Gli habitat tipici degli agroecosistemi sono i coltivi, che si estendono nelle piane alluvionali, intervallati da siepi divisorie naturali e macchie di vegetazione prevalentemente arbustiva che danno possibilità di riparo e transito con gli habitat più naturali e quindi più ricchi di fauna delle aree collinari; all interno dell area vasta sono infatti presenti habitat semi-naturali costituiti da macchia mediterranea con diverso grado di evoluzione/degradazione capaci di ospitare la fauna selvatica. Fra i rapaci episodicamente è possibile osservare la Poiana (Buteo buteo) appollaiata soprattutto sugli alberi intorno ai campi coltivati, mentre, nella cava, sui dirupi creati alla sommità dell azione di scavo, staziona o nidifica il gheppio (Falco tinnunculus tinnunculs). L indagine diretta, effettuata attraverso l intervista di operatori agricoli e cacciatori che frequentano l area, ha consentito di acquisire informazioni sulla fauna presente. Le testimonianze, oltre a confermare gli studi bibliografici, hanno segnalato sporadici avvistamenti di lepri. volpi loro predatrici, cinghiali. E inoltre possibile osservare rettili nelle aree di macchia e nei prati, (lucertola) presente anche nelle zone rocciose. L individuazione dell alternativa o opzione zero, rappresentata dall evoluzione possibile dei sistemi ambientali (momento zero) in assenza di intervento proposto (prosecuzione dell attività di cava), prevede l interruzione nell emissione di polveri e fumi e di rumori causati dall attività di cava, con conseguente interruzione dell attività di disturbo della fauna che comunque non presenta evidenze di specie protette ma solo di un limitato numero di specie comuni e/o di interesse venatorio. 38

36 6.3 ASPETTI ECOLOGICI L area di estrazione di cava è inserita in un ecosistema non naturale, creato dall uomo che con la sua attività favorisce lo sviluppo di poche specie, le coltivate, per finalità economiche. L agroecosistema è il risultato delle modifiche operate sul preesistente ambiente naturale che non è però scomparso, ma modificato e presente nel territorio in quanto i due sistemi convivono interferendo fra loro. L elemento paesaggistico maggiormente rappresentato è dato dalle aree coltivate e pascolate che nell area sono caratterizzate da un medio apporto di energia dall esterno (lavoro, concimi, sementi, animali) e da continue asportazioni di biomassa soprattutto come prodotto del pascolo. L area di lavorazione della cava costituisce un ecosistema estremamente semplificato, totalmente antropizzato in cui le specie vegetali presenti sono da considerarsi pioniere, o dato l ambiente roccioso ruderali e adattabili a suoli primitivi, estremamente poveri e le specie animali sono quelle legate a tali ambienti (principalmente coleotteri, tenebrionidi, rettili lacertidi e come in precedenza indicato rapaci che nidificano sulle rupi). Le aree di cava dismesse utilizzate sia in passato che in tempi recenti come discariche di R.S.U. che con il loro esaurimento sono state ripristinate per le specie presenti vegetali costituiscono un ambiente in fase di evoluzione, in cui anno dopo anno diventano sempre più complesse le associazioni che si formano. Queste aree che non sono utilizzate con il pascolo diventano pertanto serbatoio di biodiversità e sicuro rifugio per quelle specie animali che si spostano dalle aree agricole a quelle più naturali che si trovano ai margini della zona di esercizio di cava. Tali aree naturali se pur contenute dall ancor presente attività antropico-zootecnica, nelle quali ricade anche parte dell area di cava, sono quelle in cui, come indicato in precedenza, l evoluzione vegetale risulta più evidente, ma anche dove gli aspetti ecologici floristici e faunistici sono influenzati dall attività di cava Al termine dell attività estrattiva e in seguito al ripristino verranno annullate le azioni di disturbo, mentre si ridurranno in misura considerevole gli effetti ecologici negativi su flora e fauna causati dalla modificazione del drenaggio superficiale grazie al progressivo riassetto dell area per la prevista realizzazione di opere di sistemazione idrologica al fine di prevenire ruscellamenti selvaggi e ristagni, dalla viabilità interna e dalla circolazione dei mezzi per la drastica riduzione della circolazione stradale interna all area, dalle modificazioni della superficie topografica grazie al rimodellamene delle superfici previsto con il ripristino. Interessante è evidenziare che l alterazione dell ecosistema interferisce necessariamente con la stabilità limitando evidentemente la possibilità di raggiungere il livello massimo di equilibrio e cioè una condizione di climax. L asportazione e quindi l alterazione della copertura vegetale comporta ovviamente delle limitazioni direttamente collegabili alla fauna ma, nel caso si realizzi un successivo ripristino, l impatto ha carattere temporaneo. L assenza di apertura di nuove infrastrutture (quali le strade) limita l interruzione degli habitat. L incendio boschivo è il più importante tra i tanti fattori che possono alterare e modificare in senso peggiorativo la capacità d uso dei suoli. Non vi sono dati e indicazioni di incendi recenti nell area. Per quanto riguarda infine le polveri aerodisperse e la loro deposizione sulle componenti biologiche, l impatto sull ecosistema naturale in un caso del genere è da ritenersi praticamente nullo. 39

37 6.4 POLVERI La presente analisi ha lo scopo di descrivere, valutare e simulare la dispersione e l impatto nell ambiente circostante delle polveri originate durante l attività aziendale. L impatto ambientale prodotto dalla emissione di particolato proveniente da qualsiasi tipo sorgente (puntiforme, lineare, areale) si può misurare con rilevamenti esclusivamente sperimentali effettuati sul campo con costi elevati, tempi assai lunghi e risultati condizionati da fattori tecnici, orografici e meteorologici affetti da una certa indeterminazione di natura sperimentale, o si può valutare mediante modelli di calcolo teorico sia previsionale che di controllo. Attualmente il riferimento di legge da prendere in considerazione è il Decreto legislativo n 152/06 che destina la Parte V alle norme in materia di tutela dell aria e riduzione delle emissioni. Nel nostro caso sono da prendere in considerazione i limiti previsti dall Allegato1 alla parte V del D.Lgs 152/06 Parte II al p.5 relativo alle polveri totali, che stabilisce: Il valore di emissione è pari a: * 50mg/Nm 3 se il flusso di massa è pari o superiore a 0,5kg/h il valore di emissione. * 150 mg/ Nm 3 se il flusso di massa è pari o superiore alla soglia di rilevanza corrispondente a 0,1 kg/h ed è inferiore a 0,5 kg/h Si desume che i flussi di massa calcolati nelle condizioni più sfavorevoli e, come stabilisce la norma, a monte degli impianti di abbattimento, risultano essere 0, kg/h per il fronte cava, 0, kg/h per l impianto di frantumazione e 0,03798 kg/h per le piste dei mezzi di trasporto per un totale di 0, kg/h. Tali valori risultano inferiori sia ai 0,5 kg/h relativamente al flusso di massa e allo 0,1 kg/h relativamente alla soglia di rilevanza definita nel D. Lgs 152/06 flusso di massa, per singolo inquinante, misurato a monte di eventuali sistemi di abbattimento, e nelle condizioni più gravose dell impianto, al di sotto del quale non si applicano i valori limite di emissione. Pertanto si può concludere che essendo i flussi di massa inferiori, sia per le sorgenti singole che per la loro somma, ai limiti previsti dal citato decreto, i valori di emissione misurati non debbano neanche essere applicati nel caso dalla Società Industriale Monte Rosè S.r.l. La coltivazione e l estrazione della roccia verrà sviluppata nell arco di 20 anni con una produzione annua di m 3 di roccia; poiché nel piano aziendale è prevista una produzione di materiale pressoché costante, si può ipotizzare che gli impatti derivanti dalla produzione di polveri sia quelli previsti che quelli calcolati non saranno mai superati nell arco di tempo preso in considerazione. 40

38 6.5 RUMORE Generalità Il D.P.C.M (Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti ubitativi e nell ambiente esterno) definisce rumore ogni emissione sonora che provochi sull uomo effetti indesiderati, disturbanti o dannosi o che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell ambiente. La L. 447 del 26 ottobre 1995 e Legge quadro sull inquinamento acustico definisce inquinamento acustico l introduzione di rumore nell ambiente abitativo o nell ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi. La classificazione di un territorio comunale dal punto di vista acustico è basata sull individuazione e la delimitazione di aree omogenee per ciascuna delle quali la normativa vigente in materia di inquinamento acustico ambientale (D.P.C.M ) stabilisce limiti diurni e notturni di immissione ed emissione in funzione della classe di destinazione d uso del territorio. Per i soli ambienti abitativi, inoltre, in aggiunta al criterio del limite assoluto deve essere anche rispettato il criterio del limite differenziale: in base a tale criterio il rumore differenziale (differenza aritmetica tra il livello di rumore ambientale e il livello di rumore residuo) non deve superare 5 db nel periodo di riferimento diurno (dalle alle 22.00) e 3 db nel periodo di riferimento notturno (dalle alle 06.00) Stima dell Impatto Acustico Ambientale Nella relazione prodotta in data 28/08/2008 (allegata al presente SIA) è stato riportata la situazione risultata maggiormente penalizzante dal punto di vista di produzione del rumore per quanto riguarda la localizzazione e l intensità dell attività di coltivazione della cava. È stato valutato l impatto acustico considerando il contributo di tre sorgenti di rumore connessi all attività produttiva riguardante la cava: 1. La generazione di rumore dovuta ai macchinari impiegati per l attività di coltivazione; 2. La generazione di rumore derivante da impianto di frantumazione e vagliatura già esistente; 3. La generazione di rumore derivante dal traffico di autocarri (articolati) per il trasporto dei materiali estratti. Il progetto di coltivazione prevede lo sfruttamento del giacimento verso ovest e verso sud rispetto allo stato attuale della coltivazione. I ricettori maggiormente penalizzazti dal punto di vista dell impatto acustico dell opera individuati nell area sono due costruzioni civili e nella fattispecie seconde residenze utilizzate quasi esclusivamente durante i fine settimana in assenza di attività dell impianto e della cava. L impatto acustico (come previsto dalla normativa) viene comunque valutato verso questi ricettori durante l attività di cava e impianto. Come risultante dalla relazione tecnica di progetto, il progetto prevede tre stadi di avanzamento dello sfruttamento denominati a breve, medio e lungo termine. Nel breve periodo verrà coltivata la parte a ovest del giacimentto, mentre nel medio e lungo periodo saranno sfruttate le aree a sud. Il calcolo dell impatto acustico inoltre è stato effettuato considerando la situazione maggiormente penalizzante soprattutto verso i ricettori di tipo residenziale durante il peiodo di massima attività della cava. 41

39 Per il calcolo del rumore durante le attività di estrazione si è ricorso al calcolo del rumore complessivo prodotto dalle macchine coinvolte nelle operazioni di scavo e trasporto, in maniera teorica partendo dai dati di emissione espressi come potrenza sonora dei vari macchinari. Si sono poi calcolati i livelli di rumore che avrebbero insistito sui ricettori in base all abbattiemnto dovuto alla distanza e all effetto barrira esercitato dalle stesse pareti della coltivazione che in ogni situazione sono interposti tra i macchinari e i ricettori. Per quanto riguarda le immmissioni causate dall impianto di trattamento e la frantumazione, dato che tale impianto è attualmente operante, si è proceduto alla rilevazione strumentale dei livelli di rumore in prossimità dei ricettori con gli impianti in marcia. Tali rilievi hanno evidenziato il livello di rumore residuo insistente sul sito prima dell attiviazione del progetto di coltivazione della cava Rumore residuo Punto di misura Periodo di riferimento L eq db(a) Tempo misura Postazione 1 Diurno 41,5 30 min Postazione 2 Diurno 40,5 30 min A questo rumore va aggiunto quello dovuto al passaggio dei mezzi per il trasporto all esterno dei materiali trattati. La produzione della cava è stimata in mc/anno. Ipotizzando 20 giorni di lavoro al mese risulta una produzione giornaliera di circa 830 mc/giorno di materiale da trattare che porterebbe al carico ipotizzato di circa 26 articolati al giorno. Con questi dati si può procedere al calcolo dell impatto acustico verso i ricettori con le ipotesi riportate nella relazione originale: Rumore prodotto dal traffico Per quanto riguarda il rumore prodotto dal passaggio degli articolati sulle strade di collegamento alla cava, si fa notare che dato l esiguo numero di passaggi prodotti dai camion, tale influenza si può ritenere esigua dato che a distanza di 30 metri (fascia di pertinenza della stada provinciale di accesso) dall asse stradale si avrà un livello di rumore pari 46,8 db(a) Rumorosità ai confini della concessione Per quanto riguarda infine il rumore immesso presso i confini della concessione valgono le conclusioni riportate nella precedente relazione. Dato che le varie attività si svolgono comunque a distanze superiori a 40 metri dai confini della concessione si ha: Rumore prodotto dai macchinari da cava: Considerando il livello medio ponderato per l intero periodo di riferimento diurno, ipotizzando che i macchinari lavorino insieme per 8 ore al giorno, risulta un livello di pressione acustica ponderata pari a 81,5 db(a). 42

40 6.5.5 Considerazioni Il comune di Porto Torres non ha adottato un piano di classificazione acustica; data la natura dell attività e la sua dislocazione (all esterno del centro abitato e nelle vicinanze della zona industriale) l orientamento del comune è comunque quello di classificare l area in una classe uguale o superiore a III. In questo caso il limite assoluto di immissione dovrà essere minore di 60 db(a) per il periodo diurno al di fuori dell area di concessione. Sono stati considerati tre periodi di sfruttamento della cava: a breve, medio e lungo termine. Dato che in nessun caso si ha un superamento dei limiti per le immissioni sonore imposte dalla normativa vigente si può concludere che: L esercizio della cava, con le indicazioni emerse dalla presente relazione tecnica è compatibile con il rispetto dei vincoli ambientali acustici nell intera area interessata. 43

41 6.6 TRAFFICO Analisi dell Elemento d Impatto Come già descritto, il trasporto avverrà su strade provinciali e strade statali che risultano in grado di assorbire senza problemi l incremento di traffico pesante ascrivibile all attività in esame. È possibile che i mezzi di trasporto coinvolti nell attività estrattiva attraversino il centro abitato di Porto Torres per raggiungere clienti e/o industrie utilizzatrici i prodotti calcarei della Soc. Industriale Monte Rosè. In ogni caso il volume di traffico giornaliero non è tale da creare disagi alla popolazione. Occorre inoltre ricordare che l attività non verrà svolta con continuità ma per campagne di fornitura: di conseguenza nei periodi di inattività il traffico sarà ulteriormente ridotto. Il flusso di traffico indotto dall iniziativa in esame è senz altro trascurabile in rapporto ai livelli di servizio relativi al traffico pesante sulla SP 34 e SS 131. Gli effetti del traffico indotto dall iniziativa sulle varie categorie ambientali è da ritenersi trascurabile. Non si prevede pertanto di attuare alcun criterio di contenimento. 6.7 INCIDENTI L elemento d impatto in esame si riferisce agli incidenti che comportino conseguenze dannose per l esterno, a persone, beni e attività estranee alla Società, con effetti sulla popolazione sotto il duplice profilo dell incolumità pubblica e del livello di consenso sull iniziativa industriale in esame nel suo complesso. I possibili incidenti collegabili alle attività della Industriale Monte Rosè previste in progetto sono riconducibili da un lato ai trasporti e al traffico di veicoli, dall altro alle eventuali instabilità degli scavi e delle forniture dei prodotti. Per quanto riguarda i trasporti e il traffico, i viaggi quotidiani effettuati sono ridotti ed avvengono tutti su strade provinciali e/o statali. All ingresso dell area di Cava e degli impianti è apposta l opportuna segnaletica ed è disposta la limitazione della velocità dei mezzi in ingresso e in uscita, nonché il senso e le direzioni di marcia. È cura del personale assicurarsi che i mezzi che si immettono sulla strada provinciale abbiano le ruote pulite per evitare che depositi di materiali sulla carreggiata determinino possibili inconvenienti al traffico degli altri veicoli; a tal fine è stato realizzato all ingresso un piazzale in cemento. Le problematiche relative alla stabilità degli scavi sono valutate attraverso studi approfonditi eseguiti in ottemperanza al D. Lgs. 624/96. La ripetizione periodica delle valutazioni di stabilità e il monitoraggio quotidiano sistematico ad opera di personale qualificato rappresentano un adeguata garanzia al controllo del rischio di incidenti che riguardino sia la stabilità a grande scala, sia i fenomeni più limitati. 44

42 6.8 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI Il settore estrattivo è tradizionalmente caratterizzato da valori elevati degli indici di frequenza e gravità infortunistica. Tra le cause (con particolare riferimento agli infortuni gravi) prevalgono: le cadute (dall alto e in piano), gli infortuni legati a frane e cadute di massi e i seppellimenti, le interferenze tra i mezzi mobili e gli investimenti, gli infortuni derivanti dal contatto con parti di macchine o impianti in moto, gli infortuni elettrici, gli infortuni legati all uso di attrezzi. Il quadro delle malattie professionali del settore è altrettanto preoccupante, vista la marcata prevalenza delle partologie a carico del sistema respiratorio, delle otopatie, delle patologie derivanti dall uso di strumenti vibranti e di quelle riconducibili a fattori ergonomici. La Industriale Monte Rosè applica un sistema di gestione della sicurezza conforme alle normative vigenti e, in particolare, al D. Lgs. 626/94, al D. Lgs. 624/96 e alle norme di legge collegate. 6.9 OCCUPAZIONE PROSPETTIVE NUOVE INIZIATIVE DI INTERESSE LOCALE Le attività previste nell Esercizio di Cava Monte Rosè hanno importanza strategica nel quadro del mantenimento e dell incremento dell iniziativa industriale complessiva della Società in Sardegna e in particolare nella provincia di Sassari. Il rafforzamento delle imprese nella zona favorirebbe l avvio di nuove iniziative imprenditoriali con interessanti prospettive occupazionali. La prosecuzione delle attività estrattive e di valorizzazione nell Esercizio di Cava consentirà quanto meno il mantenimento dei livelli occupativi attuali, sia in riferimento agli occupati diretti sia in riferimento all indotto. Ai benefici suddetti vanno aggiunte le ricadute sulle varie attività economiche del territorio (esercizi commerciali, ristorazione, servizi vari ecc.). Tenuto conto dell andamento negativo del quadro socioeconomico dell intera Provincia e in riferimento specifico all area interessata (con particolare attenzione al marcato declino demografico che ha interessato il comune di PortoTorres), la rilevanza dell impatto dell occupazione sulla componente popolazione, patrimonio storico e culturale, ambiente socioeconomico è considerata alta. L impatto sulla medesima componente ambientale determinato dall altro fattore considerato (prospettive di nuove iniziative di interesse locale) è valutato di rilevanza media, in relazione al minor grado di certezza di realizzazione di nuove iniziative. Gli impatti residui sono valutati complessivamente di rilevanza corrispondente a quella degli impatti potenziali già commentati. 45

43 6.10 OPZIONE ZERO Nel caso in esame l opzione zero (do nothing) consiste nella mancata prosecuzione dei lavori nelle aree comprese nell Esercizio di Cava non ancora sfruttate. In tale ipotesi le attività terminerebbero con il non completamento dei lavori di ripristino. La ricaduta più importante (e di segno negativo) consisterebbe nella mancata prosecuzione delle attività di coltivazione e nelle conseguenti rilevanti incertezze sull approvvigionamento dell impianto di trattamento e sulla prosecuzione delle attività della Industriale Monte Rosè nel territorio. I fattori d impatto conseguenti (occupazione; prospettive di nuove iniziative di interesse locale) sono considerati di entità medio-alta. Si evidenziano in particolare: - l impatto negativo sulla componente ambientale popolazione, patrimonio storico e culturale, ambiente socioeconomico, riconducibile alle significative perdite occupazionali e valutato di rilevanza alta tenuto conto dell attuale quadro socioeconomico locale; - l impatto negativo sulla componente ambientale popolazione, patrimonio storico e culturale, ambiente socioeconomico, riconducibile alla chiusura delle prospettive di nuove iniziative imprenditoriali, anche di integrazione a valle, ad opera della Società proponente o di altri soggetti, valutati di rilevanza media (anche in questo caso tenendo conto della situazione socioeconomica locale) VALUTAZIONI CONCLUSIVE In definitiva l ipotesi di mancato rinnovo della autorizzazione alla prosecuzione dell attività estrattiva di Cava definisce un quadro ambientale complessivamente negativo, caratterizzato da valori debolmente negativi in riferimento alla componente paesaggistica e da valutazioni più marcatamente negative in riferimento al contesto socioeconomico. Le conseguenze più rilevanti del mancato rilascio della concessione possono essere riassunte come segue: - incompleto ripristino ambientale dell area; - perdita di occupazione; - indebolimento del radicamento della Società in ambito regionale e diminuzione delle possibilità di sviluppo di altre iniziative; - peggioramento del quadro socio-economico alla scala locale e regionale. La valutazione conclusiva complessiva, pertanto, è favorevole al rinnovo della autorizzazione alla prosecuzione dell attività estrattiva nell Esercizio di Cava Monte Rosè. 46

44 SIMULAZIONE FOTOGRAFICA Vista area di Cava Situazione Attuale Vista area di Cava al termine della coltivazione e dopo la bonifica (Riutilizzo del territorio)

45 STATO ATTUALE (2008) Estratto dalle tavole progetto Stato Avanzamento Lavori - TAV.2 48

46 STATO BREVE TERMINE (5 ANNI) Estratto dalle tavole progetto Stato Avanzamento Lavori TAV.3 49

47 STATO MEDIO TERMINE (10 ANNI) Estratto dalle tavole progetto Stato Avanzamento Lavori TAV.4 50

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