Università degli Studi di Napoli - Federico II. Facoltà di Ingegneria

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Università degli Studi di Napoli - Federico II. Facoltà di Ingegneria"

Transcript

1 Università degli Studi di Napoli - Federico II Facoltà di Ingegneria CORSO DI ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE + LABORATORIO A.A. 2009/2010 Prof. Ing Fabrizio Leccisi Tutor Ing. Paola Francesca Nisticò Il processo edilizio e le sue fasi Allieve: Federica Frenna 882/245 Alessandra Mazziotti 882/141 Gilda Montesano 882/155 Carlotta Russolillo 882/191 (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

2 1. PROCESSO EDILIZIO 1.1 GENERALITA DEL PROCESSO EDILIZIO 1.2 FASI DI REALIZZAZIONE DELL OPERA PUBBLICA 1.3 QUALITÀ Controllo della qualità nell attività edilizia 1.4 NORMATIVA TECNICA Qualificazione dei prodotti e Direttiva CE 89/ Certificazione dei prodotti Livelli della normativa 2. SISTEMA EDILIZIO 2.1 SISTEMA AMBIENTALE 2.2 SISTEMA TECNOLOGICO 3. GLI ATTORI DEL PROCESSO EDILIZIO 3.1 GLI ATTORI DEL PROCESSO EDILIZIO INCARICATI DAL COMMITTENTE Il committente Il responsabile del procedimento Il responsabile dei lavori Il progettista architettonico,strutturale, impiantistico Il direttore dei lavori Il direttore operativo L ispettore di cantiere Il collaudatore statico Il collaudatore tecnico amministrativo 3.2 GLI ATTORI DEL PROCESSO EDILIZIO INCARICATI DALL APPALTATORE L appaltatore Il direttore tecnico Il capocantiere Il preposto Il medico competente 3.3 LE IMPRESE 3.4 ENTI PREPOSTI AL CONTROLLO (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

3 4. FASE DI PROGRAMMAZIONE 4.1 I SOGGETTI 4.2 PROCEDURE SETTORE PUBBLICO E PRIVATO Programma triennale Programma annuale Copertura finanziaria 4.3 ATTI NEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO Dpp 4.4 PIANIFICAZIONE URBANISTICA Manutenzione ordinaria (MO) Manutenzione straordinaria (MS) Nuove Costruzioni 4.5 PROCEDURE DI CONTROLLO Permesso a costuire D.I.A Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) 5. FASE DI PROGETTAZIONE 5.1 I SOGGETTI 5.2 PROCEDURE SETTORE PUBBLICO E PRIVATO Conferimento incarico I tre livelli e as-built Validazione progetto Bandi di progettazione Approvazione nel settore pubblico I due livelli Approvazione nel settore privato 5.3 ATTI NEL SETTORE PUBBLICO Validazione I tre livelli di progettazione Contenuti del documento AS BUILT 5.4 ATTI NEL SETTORE PRIVATO I due livelli di progettazione Approvazione (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

4 6. FASE DI SCELTA DELL ESECUTORE 6.1 I SOGGETTI 6.2 PROCEDURE SETTORE PUBBLICO Scelta del contraente Garanzia: Cauzione Provvisoria Aggiudicazione dei lavori Affidamento lavori Rivisitazione del contratto 6.3 PROCEDURE SETTORE PRIVATO Scelta offerte 6.4 ATTI NEL SETTORE PUBBLICO Bando di gara Aggiudicazione provvisoria, aggiudicazione definitiva Contratto Durc 6.5 ATTI NEL SETTORE PRIVATO Contratto Durc 7. FASE DI COSTRUZIONE 7.1 I SOGGETTI 7.2 LE PROCEDURE NEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO Generalità sulla consegna dei lavori Tipi di consegna dei lavori Sospensione dei lavori Sospensione legittima e illegittima Variazione dei lavori Variazioni superiori al quinto d obbligo Ultimazione dei lavori 7.3 ATTI NEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO Cauzione definitiva Capitolato generale d appalto/capitolato speciale d appalto Cronoprogramma esecutivo Verbale di consegna lavori Verbale di consegna lavori parziale o anticipata (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

5 7.3.6 Ordine di servizio Verbale di accettazione materiali, pesatura Verbale dei nuovi prezzi Perizia di assestamento/perizia di variante/ Perizia suppletiva e di variante Contenzioso La transazione L Accordo bonario L Arbitrato Verbale di sospensione e ripresa dei lavori Verbale di sospensione con ordine di servizio Quando e come fare le riserve sul verbale di sospensione e ripresa dei lavori Verbali Verbali visite Verbali di accertamento ai fini della presa in consegna anticipata Verbale lavori non collaudabili Verbale finale/certificato di collaudo Registri di cantiere Manuale del D.L Certificato ultimazione Stato finale /Conto finale Certificato di regolare esecuzione Atti contabili Giornale dei lavori Libretti delle misure,dei lavori e delle provviste Registro di contabilità Sommario del Registro di contabilità Stato di avanzamento lavori S.A.L Certificato per pagamento di rate 8. FASE DI COLLAUDO 8.1 I SOGGETTI 8.2 LE PROCEDURE NEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO Tipi di collaudo Definizione e rapporto tra collaudo generale tecnico amministrativo e collaudo statico Nomina del collaudatore nel settore pubblico Nomina del collaudatore nel settore privato Consegna ed accettazione dell opera 9. FASE DI GESTIONE E MANUTENZIONE DELL OPERA (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

6 1. IL PROCESSO EDILIZIO Il processo edilizio è un processo che va dal riconoscimento dei bisogni dell uomo e della collettività fino al loro soddisfacimento mediante la costruzione di opere edili. In particolare, per processo edilizio s intende la sequenza organizzativa di fasi che portano dal rilevamento delle esigenze della committenza-utenza di un bene edilizio al loro soddisfacimento attraverso la progettazione, la produzione, la costruzione e la gestione del bene stesso (UNI 10838). Gli operatori principali di questo processo sono: i committenti, i progettisti e i costruttori. In Italia si parla sempre più di processo edilizio industrializzato nel senso di industrializzazione delle attività produttive, ovviamente ciò è possibile solo se si ha una efficiente programmazione. Le caratteristiche del metodo di produzione industriale sono: 1. qualità del prodotto mediante le nuove tecnologie 2. complessità del prodotto semplificato da una produzione specifica 3. grande serie che abbassa i costi di produzione 4. grado di automazione che riduce la mano d opera specializzata. L approccio all industrializzazione dell edilizia avviene mediante l analisi di modelli in base a 3 fondamentali aspetti: 1. aspetto programmatorio generale a cui corrisponde il modello di sviluppo 2. aspetto esecutivo specifico a cui corrisponde il modello operativo 3. aspetto attuativo a cui corrisponde il modello organizzativo e gestionale. Importante ricordare che la redazione di programmi, documenti, progetti non vuol dire solo adempiere a precetti amministrativi, ma deve comportare una riflessione sull etica nell esercizio dei nostri atti professionali. 1.1 GENERALITÀ DEL PROCESSO EDILIZIO Il processo edilizio è visto come quella catena di azioni e di relazioni (tecnologie di processo) che portano dall idea progettuale all opera compiuta e alla sua gestione. È importante definire in tutto il processo edilizio sia i compiti dei protagonisti del processo, di tutte quelle figure, cioè, che contribuiscono alla realizzazione dell opera, sia gli adempimenti e i controlli che caratterizzano ogni singola fase. Gli obiettivi qualitativi principali per raggiungere lo scopo di un progetto sono funzionalità, efficienza e ottimizzazione. Progettare edifici funzionali ed efficienti significa integrare e armonizzare esigenze architettoniche con l operatività richiesta dai nuovi modi di lavorare. Ottimizzare significa utilizzare al meglio le tecnologie a disposizione e gestire tutti gli elementi in gioco nei modi più appropriati. Per ottenere un eccellente idea di progetto e coerentemente centrare gli obiettivi di qualità prefissati, è essenziale conoscere gli elementi che compongono le attività, le esigenze e le aspettative del (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

7 Committente. La precisa e approfondita conoscenza di tutto questo permette di realizzare l obiettivo di un progetto specifico e intelligente. Condivisa l idea, programmare è la fase iniziale da attuare e significa definire il gruppo di lavoro e dare allo stesso le esatte direttive di concetto oltre ad una completa architettura progettuale e costruttiva, allo scopo di raggiungere e portare a termine l obiettivo. Una buona pianificazione, costruita a monte, delle diverse pratiche burocratiche, progettuali, esecutive, di controllo e di verifica con il Committente, consente di individuare i punti di maggiore criticità e quindi di considerare eventuali correttivi per risolvere le situazioni anomale, senza compromettere il finale. Il controllo preventivo e sistematico dei tempi di progettazione e realizzazione, dei costi, delle fasi costruttive, sino al momento dei collaudi e alla redazione degli as built sono ampia garanzia per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal brief di progetto. L edilizia si caratterizza per il grado molto elevato di interdipendenza con gli altri settori dell economia. Per la produzione di vari organismi edilizi, l industria edilizia intrattiene rapporti di interscambio con molteplici settori fornitori: la siderurgia, la lavorazione di materiali non metalliferi, la lavorazione del legno, l idrotermico sanitario, il chimico, la carpenteria, il commercio, il trasporto, il credito. L intensità di questi rapporti varia in relazione ai sistemi costruttivi utilizzati ed alle tipologie edilizie. Quando non si adottino sistemi costruttivi particolarmente specializzati l edilizia non richiede il contributo di importazioni ed utilizza in genere sistemi costruttivi ad alta intensità di lavoro. Le particolari caratteristiche tecniche dell attività edilizia sono quindi: elevato impiego di lavoro, modesto impiego di attrezzature, capacità di mettere in moto altri settori dell economia. Il processo edilizio è quell insieme di fasi e attività che arriva al soddisfacimento dei bisogni e delle esigenze dell uomo partendo dal loro riconoscimento, attraverso la costruzione e l uso di opere edili. 1.2 LE FASI DI REALIZZAZIONE DELL OPERA PUBBLICA Il processo edilizio si divide in: - processo di costruzione (esigenze, programmazione, progettazione, scelta del costruttore, costruzione e consegna organismo edilizio); - processo di esercizio (uso e gestione, adeguamento tecnologico e funzionale e demolizione e riuso dei rifiuti). Le scelte edilizie vanno fatte in funzione dell ottimizzazione dei costi di gestione (il costo di costruzione è pari al 5-6% dei costi totali) e della gestione ambientale (minimizzare i consumi di energia sfruttando elementi naturali quali sole, energia, correnti). In particolare le sei operazioni principali rilevabili nel corso del processo definite come livelli o fasi sono: 1. Fase di Programmazione 2. Fase di Progettazione 3. Fase di scelta dell Esecutore (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

8 4. Fase di Costruzione 5. Fase di Collaudo 6. Fase di Gestione e Manutenzione Quindi il processo è l insieme di fasi con cui l opera viene programmata, costruita, collaudata e gestita. Le leggi non trattano di gestione ed è questo uno dei motivi per cui spesso gli appalti pubblici vedono contestazioni. La gestione varia a seconda del fattore che stiamo andando a considerare, con le costruzioni abbiamo un solo progetto esecutivo ma realizzato da più imprese, ci sono più operatori distinti a partecipare alla realizzazione. Anche per questo nel settore edilizio il rischio è tre volte superiore rispetto ad altri settori industriali. Solo verso la metà degli anni 90 sono stati varati provvedimenti legislativi finalizzati a garantire una migliore tutela degli operai edili. L attività di progettazione mette quindi in continua relazione tre fattori fondamentali : ESIGENZE- REQUISITI-PRESTAZIONI. 1.3 LA QUALITA La qualità di un opera rappresenta il livello di rispondenza delle prestazioni dell opera ai requisiti che ne hanno motivato la concezione, la progettazione, la costruzione e la gestione. Secondo la UNI 8402 la qualità è l insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un entità che conferiscono ad essa la capacità di soddisfare esigenze espresse ed implicite. Secondo la UNI la qualità edilizia è l insieme delle proprietà e delle caratteristiche dell organismo edilizio o di sue parti che conferiscono ad essi la capacita di soddisfare, attraverso prestazioni, esigenze espresse o implicite. La qualità edilizia viene articolata in : - funzionale-spaziale - ambientale tecnologica - tecnica - operativa - utile - manutentiva. La qualità può essere complessiva, intesa come qualità riferita temporalmente alla consegna dell opera ed è intrinseca delle singole componenti dell opera. Possiamo parlare anche di qualità globale quando ci riferiamo al tempo di vita utile dell opera e comprendente tali aspetti: 1. Durabilità 2. Controllabilità 3. Affidabilità 4. Mantenibilità La qualità dei prodotti per l edilizia, intesa in senso generale, è stata in realtà da sempre uno degli aspetti più indagati e formalizzati della tecnica o arte del costruire. In epoca artigianale la qualità era garantita dalla messa in opera a regola d arte e da processi produttivi consolidati nel tempo con l esperienza. Poi, con lo sviluppo industriale, ci si è sempre più concentrati sull idea di offrire una garanzia di qualità dei prodotti, in rapporto alla loro produzione. La relazione tra forma, funzione e caratteristiche dei materiali ha predominato sulla componente organizzativa dell impresa e sull abilità degli esecutori, che venivano lasciati in secondo piano e considerati come un fatto acquisito. La qualità veniva vista come conformità del prodotto, ciò (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

9 significava considerare i prodotti per l edilizia come manufatti di qualità. Poi, più recentemente, diciamo alcuni decenni fa, si è parlato di prodotti derivanti da specifici processi produttivi di qualità, ovvero processi che, oltre al prodotto finito, dovevano garantire la correttezza e l adeguatezza dei processi stessi di fabbricazione. La qualità dei prodotti per l edilizia è sicuramente oggi più avanzata rispetto alla qualità nella progettazione e nei processi costruttivi. Tutto ciò, sia per la vicinanza del sistema produttivo al settore manifatturiero (dove si sono sviluppate prima metodologie del controllo di qualità), sia per la spinta delle Direttive Europee, sia, e soprattutto, per effetto di una consolidata tradizione di controllo dell idoneità tecnica dei prodotti. Tuttavia si può parlare di qualità riferendosi all intero processo, sia per quello che riguarda il prodotto, sia per quello che riguarda la sua installazione o messa in opera. Si può parlare di qualità di progettazione e di qualità di esecuzione o gestione e controllo. Non si può non affrontare un discorso strutturato sulla qualità dei prodotti per l edilizia e della loro certificazione, senza soffermarsi sul ruolo globale della normativa tecnica in edilizia e sui concetti di qualità, controllo e certificazione del processo intero. Infine possiamo dire che gli aspetti principali che concorrono a definire la qualità di un opera sono: 1. la qualità del processo detta qualità formale (ovvero è la qualità dell organizzazione e consegue alla pianificazione ed al controllo); 2. la qualità del progetto in base alla Direttiva 2006/42/CE che vede un controllo del progetto e dei prodotti di costruzione attraverso norme armonizzate, norme nazionali e benestare tecnico; 3. la qualità dell opera, qualità prestazionale, che dipende dalle scelte tecnologiche Controllo della qualità nell attività edilizia La necessità di determinare sia qualitativamente che quantitativamente le condizioni di uso e di sollecitazione introduce un assoluta relatività nella definizione delle prestazioni che dipendono, volta per volta, da contesti specifici d impiego e dagli effetti delle azioni esterne. La qualità non è quindi valutabile in assoluto, ma solo in relazione ai parametri che la determinano e agli obiettivi per cui è stato realizzato e progettato il bene edilizio. L obiettivo principale del controllo della qualità è quello di garantirla: definito che cosa si vuole dall oggetto edilizio in termini di prestazione, la normativa deve indicare come si debba procedere per verificare se ciò che viene offerto corrisponde alla qualità richiesta. Il controllo della qualità non è facile per due motivi: il primo riguarda la carenza di conoscenze di tipo tecnico-scientifico relative alla vita e alla gestione dell oggetto costruito, e quindi la mancanza di strumenti normativi corrispondenti; il secondo sta nel fatto che alcuni momenti del processo edilizio non possono essere valutati in modo deterministico, con la difficoltà di specificare parametri oggettivi (per es. numerici, come la resistenza meccanica di un materiale) per leggere la qualità. La qualità quindi può essere determinata - tramite variabile, cioè come carattere di un requisito misurabile rispetto ad una scala continua suscettibile di assumere valori diversi, - attraverso attributo, inteso come carattere non misurabile, di un requisito sul quale è dato univocamente un giudizio di appartenenza ad una categoria o a più categorie alternative. Per poter disporre di strumenti normativi di controllo della qualità bisogna, prima, individuare dei metodi di verifica della rispondenza tra le prestazioni e i requisiti delle parti e dell insieme (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

10 dell organismo edilizio da realizzare (procedure di prova e parametri di controllo) per poi definire i valori e le fasce di valori che si vogliono riscontrare per ciascun parametro di controllo. I metodi di verifica possono usare: prove naturali (per es., prove d invecchiamento naturale), prove seminaturali (simulazioni, sollecitazioni accelerate, ), calcoli, giudizio, metodi statistico-oggettivi (per es. percentuali di soddisfazione tra gli utenti, ). Il controllo della qualità dell organismo edilizio avviene dunque nel processo in modo molto complicato: in sintesi prima a livello di materiali e componenti, poi a livello di progetto vero e proprio, come assemblaggio degli elementi precedenti e progetto degli spazi, quindi a livello di messa in opera e costruzione all inizio, durante e alla fine considerando l edificio nella sua interezza. Le verifiche nell attività edilizia possono essere: 1. verifiche progettuali 2. verifiche in laboratorio 3. verifiche in opera. Le verifiche in laboratorio ed in opera riguardano il manufatto costruito o in fase di costruzione. Le prove sul manufatto possono essere fatte in opera od in laboratorio ed essere di tipo distruttivo o non distruttivo. prove distruttive, che non consentono ulteriori utilizzazioni dell elemento, nemmeno per altre prove, vengono effettuate essenzialmente su tipi (prototipi o elementi di produzione industriali), che vengono sottoposti a test di laboratorio; prove tipiche sono quelle relative alla resistenza all urto, alle sollecitazioni meccaniche, al fuoco eccetera, le quali per fornire i dati relativi, prevedono la ripetizione o l intensificazione delle sollecitazioni fino alla rottura o alla distruzione dell elemento di prova; prove non distruttive, sono costituite da prove di controllo a posteriori realizzate in opera, finalizzate a verificare il comportamento in esercizio di materiali, componenti, sistemi costruttivi; tali tipi di prove assumono un importanza crescente in relazione all aumentare degli interventi di recupero, che richiedono una importante attività di diagnosi, non solo statico-strutturale, finalizzata ad accertare la qualità reale e potenziale del manufatto edilizio esistente, e conseguentemente l impegno tecnicoeconomico dell intervento di recupero. (Federica Frenna, Gilda Montesano, Carlotta Russolillo, Alessandra Mazziotti)

11 1.4 NORMATIVA TECNICA Parlando di qualità non si può non affrontare un discorso sulla qualità dei prodotti in edilizia riguardante concetti di controllo e certificazione. Possiamo distinguere l evoluzione normativa in tre fasi: 1. normativa oggettuale- descrittiva: definisce le caratteristiche chimico, fisiche, meccaniche di materiali semilavorati o componenti e si dividono in : norme di accettazione dei materiali con la descrizione delle qualità e caratteristiche oggettive degli stessi; norme di esecuzione per la posa in opera; norme di controllo (descrizione dei metodi e tipi di controllo). 2. normativa esigenziale- prestazionale: definisce il comportamento in opera, cioè: requisiti costituenti la richiesta da soddisfare. Tra le classi di requisiti (UNI 8290) ritroviamo: - sicurezza, condizioni relative all incolumità degli utenti nonché alla difesa e alle prevenzione di danni; - affidabilità, capacita di mantenere invariata nel tempo la propria qualità in condizioni d uso determinate; - benessere, condizioni relative alla salute dell utente; - fruibilità rispetto alle funzioni, attitudine del sistema edilizio ad essere usato (abbattimento delle barriere architettoniche); - aspetto, funzione percettiva del sistema da parte dell utente; - gestione, condizioni relative all economia di esercizio; - integrabilità, è relativo alla connessione funzionale dei vari elementi (affinché eventuali cambi di disposizione planimetrica possano effettuarsi senza recare danni integrando le varie unita); - salvaguardia dell ambiente, ovvero risparmio energetico ed isolamento termico. L energia consumata dagli edifici e dalle industrie per l ingegneria civile è del 50 % delle tonnellate di petrolio che produciamo; bisogna quindi ridurre l energia nei vari processi di costruzione e nel riscaldamento di un edificio anche perché con il Protocollo di Kyoto le nazioni più evolute devono ridurre l emissione di anidride carbonica del 10% entro il specifiche prestazionali che associano i requisiti al livello di soddisfazione 3. normativa processuale di qualità: relative alle macro imprese (quali sono i limiti degli elementi da porre in opera). Il modo di procedere descrittivo dice che cosa si deve fare garantendo, se fatto correttamente, il raggiungimento del risultato; quello prestazionale dice unicamente il risultato che si deve raggiungere non garantendo nulla se non il livello dello stesso. Concepire gli elementi tecnici del sistema tecnologico attraverso requisiti vuol dire adottare un sistema normativo di tipo ESIGENZIALE-PRESTAZIONALE. Una normativa può essere classificata secondo l ambito di azione in : 1. ambientale: legata alle caratteristiche fisico- tecniche e tipologiche degli spazi che costituiscono l ambiente, fissa degli standard per la progettazione. 2. tecnologica: legata alle caratteristiche degli elementi fisici che delimitano gli spazi che costituiscono l ambiente, ad ogni elemento associamo un requisito. 3. procedurale: interviene a regolare, guidare e controllare l insieme dei rapporti tecnici, amministrativi e organizzativi che si instaurano tra gli attori del processo edilizio. Regola l insieme dei rapporti tecnici. In relazione al carattere prescrittivo di una normativa distinguiamo una normativa cogente ed una volontaria. 11

12 La cogente ha valore prescrittivo. I principali soggetti formatori si possono ricondurre alle diverse amministrazioni centrali e periferiche dello Stato ovvero: ministero dei lavori pubblici, dell industria, degli interni e della sanità, amministrazioni Regionali e comunali. È obbligatoria per tutti ed è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. La volontaria ha valore se richiamata nel contratto d appalto. È elaborata da UNI (ente nazionale italiano di unificazione)e CEI (comitato elettrotecnico italiano), o normative dell associazioni di categoria per la qualificazione e la certificazione dei prodotti come ANDIL (per i laterizi) e UNISCAL (per i serramenti) Qualificazione dei prodotti e Direttiva 2006/42/CE I requisiti di riferimento per i prodotti sono racchiusi in sei famiglie, citate dalla Direttiva 2006/42/CE. La Direttiva definisce i requisiti essenziali della costruzione a cui tutti i materiali ed i prodotti devono fare riferimento quando vengono messi in opera. Tali materiali devono essere già pensati, all atto della loro produzione, per essere idonei alla costruzione futura. La Direttiva dice inoltre che, per poter circolare liberamente nella Comunità europea, i prodotti devono essere dotati di marcatura CE, che attesta la loro idoneità all impiego previsto. Ai fini della Direttiva: per materiale da costruzione s'intende qualsiasi prodotto fabbricato per essere permanentemente incorporato nelle opere di costruzione; i materiali da costruzione sono nella direttiva denominati prodotti; le opere di costruzione, che comprendono edifici ed opere d'ingegneria civile, sono invece denominate genericamente opere. In base alla direttiva 2006/42/CE e marcatura CE : I prodotti devono essere inglobati, montati, applicati o installati nelle opere in modo tale che queste possano soddisfare, se adeguatamente progettate e costruite, i requisiti essenziali previsti dalle norme e citati nella Direttiva. I requisiti essenziali applicabili alle opere e suscettibili di influenzare le caratteristiche tecniche di un prodotto sono enunciati in termini di obiettivi nell'allegato I della Direttiva e sono: 1. resistenza meccanica e stabilità 2. sicurezza in caso di incendio 3. igiene, salute e ambiente 4. sicurezza di impiego 5. protezione contro il rumore 6. risparmio energetico e ritenzione del calore Certificazione dei prodotti La qualità dei prodotti per l edilizia è prevalentemente perseguita attraverso la qualificazione, che può avvenire secondo due approcci metodologici distinti: sulla base di requisiti scelti e imposti dal committente, tramite i documenti progettuali, soprattutto attraverso le specifiche tecniche di capitolato; sulla base di requisiti fissati da regolamenti o norme che trattano le caratteristiche dei prodotti. Siccome oggi tutti i prodotti da costruzione sono chiamati a fornire caratteristiche di base per rispondere a regolamenti e direttive di origine comunitaria, al committente è riservato il ruolo di esprimere solo le caratteristiche di qualità addizionali dei prodotti sulla base del progetto definito. Se tutte le procedure di prova e verifica di qualità previste sono state condotte in modo corretto, 12

13 allora si può dire che quel prodotto è CONFORME alle prescrizioni tecniche che gli erano state richieste. La conformità viene determinata a livello di prodotto singolo, di elemento tecnico complesso, di progetto intero; essa viene valutata in modo specifico per ogni livello di verifica nelle varie fasi del processo edilizio. Se il prodotto passa quella verifica, allora è ritenuto conforme. In particolare le ISO 9000 certificano il processo nel suo complesso (e quindi l impresa costruttrice o l azienda produttrice) mentre il marchio CE certifica il prodotto singolo. Oggi la pratica prevalente, dei sistemi di certificazione, rimane quella tradizionale, basata sul controllo di qualità dei prodotti, ovvero sulla valutazione della qualità intrinseca oggettuale degli stessi, che può essere controllata e certificata attraverso diverse modalità, quali: omologazione: è la massima certificazione esistente in cui un ente terzo approva le caratteristiche di un determinato prodotto, è un attività legata alla certificazione cogente; certificato di idoneità tecnica: è di tipo consensuale ovvero un soggetto terzo riconosce la conformità del prodotto per specifiche richieste dal capitolato (è un certificato limitativo, cioè indica se un prodotto è idoneo a certi usi) ; marchi di qualità: sono marchi di enti privati che attestano la rispondenza a norme e/o specifiche come ad esempio quelli dell ANDIL; autocertificazioni costituisce una dichiarazione del produttore su determinate caratteristiche del proprio prodotto, si basa su controlli svolti. In più dal luglio 2009 gli edifici devono essere dotati dell attestato di qualità energetica (in Francia già cogente da 20 anni). L attestato di conformità di un prodotto alle norme o al benestare può avere due forme diverse: una dichiarazione di conformità da parte del fabbricante, un certificato di conformità da parte di un organismo riconosciuto. Al 2006 solo alcuni prodotti per l edilizia sono dotati di tale marcatura, ma il numero è in continuo aumento: 46 norme sono già state citate nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea ed è pertanto già partito il periodo transitorio (21 mesi) consentito per la coesistenza della norma europea armonizzata e dei regolamenti nazionali vigenti nei diversi Paesi della UE Livelli della normativa Le norme edilizie, elaborate dagli enti legalmente predisposti, contengono un gran numero di definizioni e procedure da seguire nell attività edilizia. Le definizioni in esse contenute e le procedure si usano nella predisposizione delle varie fasi di progettazione, nella redazione dei capitolati e degli elaborati progettuali, nelle relazioni tecniche di accompagnamento, nelle fasi di verifica e di controllo del progetto. Le norme sono, in definitiva, un modo per unificare, a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, le definizioni dei termini di base nel settore dell edilizia, con lo scopo di uniformare, dal punto di vista delle terminologie, dei parametri e delle procedure, tutta l attività di programmazione, di progettazione e di esecuzione degli interventi edilizi. Tutti parlano oggi di norme tecniche riferendosi alle norme in generale. Tuttavia, nel linguaggio normativo, con il termine norme tecniche (per es. norme UNI) si dovrebbero designare per la precisione le prescrizioni che non hanno carattere di obbligatorietà, ma sono spesso volontariamente rispettate dagli operatori; con il termine regola tecnica invece le prescrizioni con valore obbligatorio emanate dagli enti predisposti. La normativa tecnica, in senso ristretto, è delegata a: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Ente nazionale italiano di unificazione (UNI), Comitato elettrotecnico italiano (CEI). 13

14 Elaborano regole tecniche, sotto diverse forme giuridiche, anche i Comandi dei Vigili del Fuoco, le ASL, gli IACP, i Centri di Ricerca. Tuttavia, nella prassi comune è accettato l uso del termine norme tecniche anche per prescrizioni obbligatorie. L insieme delle norme tecniche costituisce la normativa tecnica. Le prescrizioni possono essere riferite a diversi tipi di contenuti, riguardando: tutte le costruzioni in generale (norme per le costruzioni in zona sismica, ), le costruzioni in base alla destinazione d uso (norme per l edilizia residenziale, l edilizia scolastica, ospedaliera, ), le costruzioni in rapporto ai requisiti (norme di sicurezza, d igiene, di fruibilità,...). Le regole (prescrizioni obbligatorie) possono essere emanate a livello nazionale (a volte vengono inserite regole comunitarie armonizzate), a livello regionale o a livello locale. Le leggi statali valgono in tutto il territorio nazionale (ad eccezione di leggi che riguardano le zone sismiche o le comunità montane). Le leggi regionali hanno potestà in alcuni ambiti, relativi soprattutto al trasferimento delle funzioni amministrative in materia di urbanistica, viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale. Per quanto riguarda il livello locale si fa riferimento soprattutto ai Regolamenti Edilizi comunali. L art. 25 della legge 47/85, Norme in materia di controllo dell attività urbanistico-edilizia, dà mandato alle Regioni di definire criteri ed indirizzi per garantire l unificazione ed il coordinamento dei contenuti dei RE comunali. L Emilia Romagna, per prima in Italia, con la legge regionale n. 33 del 1990, detta le direttive comuni in materia di regolamentazione edilizia. L ultima legge regionale dell anno 2000 sostituisce i Regolamenti Edilizi con i Regolamenti Urbanistici ed Edilizi (RUE). Obiettivo è in senso generale il perseguimento della qualità nelle costruzioni. A livello regionale-nazionale le regole tecniche, in rapporto alla loro forma giuridica, sono elaborate da commissioni di esperti e sono contenute in leggi statali o regionali, in Decreti del Presidente della Repubblica (DPR), o in Decreti Ministeriali (DM). La forma più diffusa è quella del DM. Le competenze dei diversi Ministeri interessati nel settore dell edilizia riguardano: la sicurezza nelle costruzioni, aspetti fisico-tecnici, edilizia residenziale: Min. Lavori Pubblici, la salute e l igiene: Min. della Sanità, il risparmio energetico e le caratteristiche dei prodotti: Min. dell Industria, la prevenzione degli infortuni sul lavoro: Min. del Lavoro, la prevenzione antincendio: Min. degli Interni, le opere pubbliche per la viabilità: Min. dei Trasporti Le norme tecniche possono in definitiva essere distinte in tre grandi classi: 1 norme di primo livello, prevalenti sulle altre disposizioni ed in grado di innovare l ordinamento: leggi, decreti-legge, decreti legislativi delegati, leggi regionali, decreti ministeriali; norme di secondo livello, che comprendono i regolamenti settoriali dei vari ministeri, regolamenti comunali, regolamenti di istituti autonomi, contratti collettivi di lavoro, capitolati, ; norme di terzo livello, norme tecniche in senso stretto non aventi carattere giuridico di cogenza: norme del CNR, norme UNI, norme CEI. Fanno parte di questa categorie anche le norme elaborate dalle imprese produttrici o da consorzi di imprese (Marchi di Qualità). Le norme della terza classe, che sono solo raccomandate (non cogenti), diventano obbligatorie (cogenti) all interno di un progetto qualora siano inserite all interno delle norme di primo e secondo livello (per es. all interno dei capitolati), o qualora la loro continua osservanza produca la formazione di una consuetudine. 14

15 Il Testo Unico per l Edilizia (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), DPR n 380/01, raccoglie tutte le disposizioni da osservare per il progetto. Le norme che riguardano i materiali in parte sono stabilite obbligatoriamente per legge (norme cogenti), in parte sono riportate nei contratti d appalto, o nei capitolati speciali d appalto per specifica richiesta del committente (norme raccomandate). Gli enti normazione operanti in Italia sono il CNR, l UNI, l ICITE e il CEI. Essi sono stati riconosciuti dalle autorità governative e lavorano in modo indipendente, in convenzione tra loro o di concerto con il Ministero dell Interno, il Ministero dei Lavori Pubblici ed il Ministero dell Industria. L UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione, nato nel 1921, è il principale organo e svolge attività normativa in tutti i settori tecnici, esclusi i settori elettrotecnico ed elettronico, per i quali opera il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). In base allo statuto i suoi compiti sono: 1 elaborare e pubblicare norme terminologiche, dimensionali, qualitative, di collaudo dei prodotti impiegati nei settori di sua competenza; costituire archivi di norme nazionali ed estere allo scopo di fornire le informazioni richieste dai settori produttivi; promuovere iniziative di carattere culturale nel campo normativo organizzando riunioni, convegni e corsi di istruzione; intrattenere rapporti con l Organizzazione Internazionale di Standardizzazione (ISO), con il Comitato Europeo di Normazione (CEN) e con gli Enti Formatori degli altri paesi, in particolare quelli dei Paesi maggiormente industrializzati (BSI, AFNOR, DIN, ANSI, ); concedere il diritto d uso del marchio UNI ai prodotti muniti del certificato di conformità alle norme UNI. 15

16 2. SISTEMA EDILIZIO Per sistema edilizio s intende l insieme delle parti che compongono un opera edilizia. È l insieme strutturato di unita ambientali/elementi spaziali e di unita tecnologiche/elementi tecnici corrispondenti. Quindi il sistema edilizio, secondo la UNI 7867, si scompone in: - sistema ambientale; - sistema tecnologico. 2.1 SISTEMA AMBINTALE Riguarda l insieme degli spazi interni dell edificio nei quali si svolgono le funzioni principali e secondarie degli utenti. Più precisamente, si possono individuare delle unità ambientali e degli elementi spaziali. Le prime si identificano con un raggruppamento di attività compatibili spazialmente e temporalmente, definite in relazione a determinati modelli di comportamento dell utenza. Vi sono poi gli elementi spaziali che si identificano con porzioni di spazio fruibile destinate ad accogliere, interamente o parzialmente, una o più unità ambientali. L insieme strutturato di unità ambientali (da utilizzarsi in fase meta-progettuale) o di elementi spaziali (da utilizzarsi in fase progettuale vera e propria) determina un sistema (o sub-sistema) ambientale riferito alla corrispondente fase operativa del processo edilizio. 2.2 SISTEMA TECNOLOGICO L unità tecnologica si identifica, invece, con un raggruppamento di funzioni, compatibili tecnologicamente, necessarie per l ottenimento di prestazioni ambientali. L elemento tecnico è un elemento che si identifica con un prodotto edilizio, più o meno complesso, capace di svolgere, completamente o parzialmente, funzioni proprie di una o più unità tecnologiche. L insieme strutturato di unità tecnologiche o di elementi tecnici, rispettivamente secondo la fase operativa metaprogettuale del processo edilizio, determina un sistema tecnologico (UNI 7867 Parte IV). L UNI, ente di unificazione italiano, ha predisposto la classificazione del sistema tecnologico secondo la norma Questa classificazione, benché riferita all edilizia residenziale, è concettualmente estendibile ad organismi edilizi con altre destinazioni d uso. Le unità tecnologiche della Norma UNI corrispondono agli elementi di fabbrica e gli elementi tecnici agli elementi tecnici funzionali. Le unità tecnologiche che compongono il sistema tecnologico sono caratterizzate da un insieme di requisiti legati al loro funzionamento. Questi requisiti li connotano e la loro individuazione deve precedere la progettazione delle varie soluzioni tecniche. Una volta progettati gli elementi, bisogna verificare la risposta ai requisiti da parte degli elementi stessi, che avviene in termini di prestazione. La classificazione UNI 8290 vede un sistema tecnologico articolato in otto sub-sistemi ben connotati funzionalmente. 1. STRUTTURE: insieme delle unita tecnologiche e degli elementi tecnici aventi funzione di sostenere i carichi del sistema edilizio e di collegare staticamente le sue parti. La funzione strutturale è sempre esaminata indipendentemente da altre eventuali funzioni relative alla stessa parte del sistema edilizio; queste, se presenti, verranno considerate autonomamente nell ambito della classe di unita tecnologiche di cui fanno parte. Abbiamo strutture di fondazione diretta ed indiretta; di elevazione verticale (nel capitolato speciale d appalto ricaviamo le norme da applicare, infatti è sempre aggiornato ogni sei mesi ed è proprio dell impresa), orizzontali ed inclinate, spaziali; di contenimento verticali ed orizzontali (ci possono essere opere 16

17 complementari, ad esempio se il terreno di fondazione attraversa una falda acquifera il muro di contenimento avrà anche degli strati in grado di aumentare il volume assorbendo acqua ed una serie di canalizzazioni). 2. CHIUSURE : insieme delle unita tecnologiche e degli elementi tecnici aventi funzione di separare e di conformare gli spazi interni del sistema edilizio rispetto all esterno. La funzione di chiusura implica l identificazione di un ambiente esterno e di uno interno, cioè sottratto all azione diretta degli agenti atmosferici, delimitati dalla parte del sistema edilizio avente tale funzione; se la stessa parte assolve anche altra funzione, ad esempio strutturale, questa verrà considerata nell ambito della corrispondente classe di unita tecnologiche. Abbiamo chiusure verticali (pareti ed infissi); orizzontali inferiori (solai a terra ed infissi); orizzontali su spazi aperti (sbalzi); orizzontali superiori (coperture,infissi). 3. PARTIZIONI INTERNE: insieme delle unita tecnologiche e degli elementi tecnici aventi funzione di dividere e conformare gli spazi interni del sistema edilizio. La funzione di partizione interna implica l identificazione di due ambienti interni, cioè sottratti all azione diretta degli agenti atmosferici, delimitati entrambi dalla parte del sistema edilizio in oggetto; se la stessa parte assolve anche altra funzione, ad esempio strutturale, questa verrà considerata nell ambito della corrispondente classe dio unita tecnologiche. Abbiamo partizioni verticali (pareti, infissi ed elementi di protezione); orizzontali (solai, soppalchi, infissi); inclinate (scale e rampe). 4. PARTIZIONI ESTERNE: insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici aventi funzione di dividere e conformare gli spazi interni del sistema edilizio. La funzione di partizione interna implica l identificazione di due ambienti esterni, cioè entrambi esposti all azione diretta degli agenti atmosferici, delimitati entrambi dalla parte funzione in oggetto; se la stessa parte assolve anche altra funzione, ad esempio strutturale, questa verrà considerata nell ambito della corrispondente classe di unità tecnologiche. Abbiamo partizioni esterne verticali (elementi di protezione e di separazione); orizzontali (solai, soppalchi e infissi); inclinate (scale e rampe). 5. IMPIANTI DI FORNITURA SERVIZI: insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici del sistema edilizio che consentono l utilizzazione di flussi energetici, informativi e materiali richiesti dagli utenti e il conseguente allontanamento degli eventuali prodotti di scarto. Abbiamo impianti i climatizzazione; idrosanitario; di smaltimento liquidi; di smaltimento aeriformi; di smaltimento solidi; di distribuzione gas; elettrici; di telecomunicazione; fissi di trasporto. 6. IMPIANTI DI SICUREZZA: insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi funzione di tutelare gli utenti e il sistema edilizio a fronte di situazioni di pericolo. Abbiamo impianto antincendio; di messa a terra; parafulmine. 7. ATTREZZATURE INTERNE: insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici aventi funzione di consentire o facilitare l esercizio di attività degli utenti negli spazi interni del sistema edilizio. Abbiamo arredi domestici; blocchi servizi; attrezzature collettive. 8. ATTREZATURE ESTERNE: insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici aventi funzione di consentire o facilitare l esercizio di attività degli utenti negli spazi esterni connessi con il sistema edilizio stesso. Il prontuario non segue l articolazione proposta dalla norma UNI8290 ma definisce una più analitica classificazione, frutto di un apposito studio sull argomento. Abbiamo pavimentazioni esterne; strutture esterne di contenimento terreno; elementi di collegamento (scale, rampe, passaggi); di copertura (portici, tettoie); oggetti di arredo e servizio; per giochi infantili; segnaletica; piantumazioni. 17

18 3. GLI ATTORI DEL PROCESSO EDILIZIO 3.1 GLI ATTORI DEL PROCESSO EDILIZIO INCARICATI DAL COMMITTENTE Nella tabella seguente sono indicati gli attori del processo edilizio, in un opera pubblica, incaricati dal committente. 1. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO 4. COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE 7. ISPETTORE DI CANTIERE 2. RESPONSABILE DEI LAVORI 3. PROGETTISTA ARCHITETTONICO, STRUTTURALE, IMPIANTISTICO 5. DIRETTORE DEI LAVORI 6. COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE 8. COLLAUDATORE 9. COLLAUDATORE STATICO TECNICO- AMMINISTRATIVO Il Committente Il committente o il soggetto Appaltante affida ad altri (imprese, project manager, ecc.) la realizzazione di un opera e/o di un servizio mediante un contratto di appalto che può essere o a titolo oneroso (ovvero l opera realizzata in cambio di denaro) o mediante un contratto di gestione (successivo alla realizzazione). La definizione e i ruoli del Committente sono regolamentati da specifiche leggi per gli appalti. Il Committente o Ente appaltante con capacità tecniche e economiche esercita sia la sua funzione di promozione e finanziamento del processo edilizio sia quello di interprete delle sue esigenze o delle esigenze dell utenza. È in grado di esprimere con l ausilio di consulenti o dipendenti, la qualità del processo edilizio e dell opera risultante e l investimento necessario e di gestire queste aspettative all interno di una forma contrattuale che la garantisca sulle capacità degli altri attori del processo di portare al soddisfacimento delle stesse. La Committenza è l artefice principale del raggiungimento degli obiettivi, gestisce il processo, è l elemento propulsore e validatore dei risultati: esprime la domanda e esercita il controllo alla fine e durante il processo, ha la forza e il potere di imporre in termini sostanziali la propria volontà nelle scelte strategiche che vengono maturate durante il processo. Il Committente con capacità economiche esercita solo la funzione di promozione e finanziamento del processo, di definizione delle esigenze, espresse in forma generica, e del controllo dei risultati delle principali fasi del processo, delegando all impresa costruttrice, che si avvale di consulenti tecnici e/o finanziari, la definizione della qualità specifica dell opera, la gestione del processo e in particolare il compito di progettazione, esecuzione, e, eventualmente, di gestione dell opera edilizia. Le attività principali di competenza del Committente, modificabili in quantità secondo il modello operativo di processo edilizio adottato, sono: 1. definire le sue esigenze o interpretare le esigenze dell utenza in rapporto agli obiettivi; 2. eseguire con consulenti esterni o con dipendenti la fattibilità tecnico, economico-finanziaria e normativa del processo. 3. reperire i finanziamenti e definire il budget dell intero processo, di cui è responsabile. Spesso il Committente si avvale di Finanziatori, figure che prestano un capitale, assumono i 18

19 rischi di insolvenza, hanno diritto alla restituzione, con privilegio sul capitale di rischio, e ricevono una remunerazione che è costante o variabile in funzione del mercato. 4. incaricare i dipendenti o i consulenti tecnici delle attività di servizio tecnico e gestionale, responsabile del procedimento, project manager, progettisti, coordinatori della sicurezza in fase di progettazione e esecuzione, ufficio della direzione dei lavori, collaudatore. 5. approvare il loro operato e i risultati delle loro attività. 6. scegliere l impresa esecutrice. 7. assumere la responsabilità dei patti contenuti nel contratto, con particolare riferimento agli aspetti economici. 8. approvare i certificati di pagamento e provvedere ai pagamenti. 9. accettare o meno alla fine dei lavori il collaudo e la consegna dell opera. 10. utilizzare e gestire direttamente l opera o consegnarla agli utilizzatori diversi. A seconda delle dimensioni d intervento il committente assume ruoli e compiti molto differenziati, potendo limitarsi alla formulazione di alcune direttive generali atte a vincolare le decisioni del progettista in ordine alle scelte tecniche, tipologiche ed economiche oppure potendo estendersi a fornire norme (standard tipologici, urbanistici, tecnici) per la progettazione o per l esecuzione dell opera (capitolati o specifiche tecniche).il tipo di richieste che il committente formula in genere al progettista non richiede, da parte di quest ultimo competenze specialistiche. Il ruolo del committente può essere assunto da: le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, gli enti pubblici compresi quelli economici, gli enti e le amministrazioni locali, le loro associazioni e consorzi nonché gli altri organismi di diritto pubblico; i concessionari di lavori pubblici, i concessionari di infrastrutture destinate al pubblico esercizio, i concessionari di servizi pubblici, le aziende speciali, i consorzi; i soggetti privati per lavori civili relativi ad ospedali, impianti sportivi, ricreativi, per il tempo libero, edifici scolastici universitari, edifici destinati a scopi amministrativi ed edifici industriali, per la cui realizzazione sia previsto un contributo, da parte delle amministrazioni statali, che superi il 50% dell importo dei lavori Il Responsabile del Procedimento Ha funzioni amministrative e di controllo della realizzazione dell opera. Il R.P. è delegato della responsabilità dell istruttoria e di ogni altro adempimento inerente al singolo procedimento nonché eventualmente all adozione del provvedimento finale. Il R.P. è nominato dalla P.A., nell ambito del proprio organico, prima della predisposizione del progetto preliminare da inserire nel programma triennale dei lavori. Nel caso in cui l organico delle amministrazioni aggiudicatrici presenti carenze accertate o nessun dipendente sia in possesso della specifica professionalità i compiti di supporto all attività del R.P. possono essere affidati a soggetti esterni aventi le specifiche competenze di carattere tecnico,economico, finanziario, amministrativo, organizzativo e legale che abbiano stipulato adeguata polizza assicurativa e operativa dei rischi professionali. Per quanto riguarda i lavori pubblici nel caso di particolari necessità nei comuni con una popolazione inferiore a 3000 abitanti e per importi inferiori di e che non presentano particolare complessità, le competenze del responsabile del procedimento possono essere attribuite al responsabile dell ufficio tecnico. Il R.P. deve garantire che l intervento si svolga in maniera unitaria in relazione a : - Tempi e costi preventivati - Qualità richiesta 19

20 - Manutenzione programmata - Sicurezza e salute dei lavoratori - Conformità alla legge - Trasparenza nei confronti della società dell azione amministrativa I suoi compiti : - Convoca la conferenza dei servizi, - Si occupa della validazione del progetto preliminare, - Redige il documento preliminare alla progettazione (DPP), - Coordina e verifica la predisposizione dei bandi di gara nonché lo svolgimento delle successive procedure, - Promuove l istituzione della D.L., - Verifica ad ogni livello la rispondenza con la normativa vigente, le indicazioni del documento preliminare e la disponibilità finanziaria, - Accerta la data di inizio dei lavori e ogni altro termine di svolgimento, - Autorizza la D.L. alla consegna dei lavori, - Designa il coordinatore per la progettazione ed il coordinatore per l esecuzione dei lavori in sicurezza, - Vigila sulla loro attività,valuta il piano di sicurezza e coordinamento e l eventuale piano generale di sicurezza, - Assume il ruolo di RESPONSABILE DEI LAVORI ai fini del rispetto delle norme di sicurezza e salute dei lavoratori, qualora non intenda adempiere ai compiti previsti dalle norme viene convocato un altro responsabile dei lavori. - Comunicare all impresa i nomi dei coordinatori, - Trasmettere le notifiche all organo sanitario. Secondo il codice dei contratti pubblici Dlg 126/2003, il R.P.: formula proposte e fornisce dati ai fini della predisposizione del programma triennale dei lavori pubblici e dei relativi aggiornamenti annuali, controllo sui livelli di prestazione, di qualità e di prezzo, segnala eventuali disfunzioni, impedimenti o ritardi nell attuazione degli interventi, accerta la libera disponibilità delle aree, fornisce all amministrazione i dati e le informazioni relative alle principali fasi di svolgimento del processo attuativo, propone all amministrazione l adozione di un accordo di programma, propone all amministrazione la convocazione della conferenza dei servizi. 20

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

Marcatura CE. Controllo di produzione in fabbrica - FPC. Segnaletica stradale. Caratteristiche energetiche prodotti per edilizia

Marcatura CE. Controllo di produzione in fabbrica - FPC. Segnaletica stradale. Caratteristiche energetiche prodotti per edilizia ICMQ Certificazioni e controlli per le costruzioni La certificazione dei prodotti Le tipologie di certificazione rilasciate da ICMQ riguardano sia le certificazioni cogenti, cioè obbligatorie secondo la

Dettagli

IL PROCESSO EDILIZIO E L ORGANISMO EDILIZIO

IL PROCESSO EDILIZIO E L ORGANISMO EDILIZIO Dipartimento di Architettura e Territorio darte Corso di Studio in Architettura quinquennale Classe LM-4 Corso di Project Management, Gestione OO.PP e Cantiere - C IL PROCESSO EDILIZIO E L ORGANISMO EDILIZIO

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

LA VALIDAZIONE DEL PROGETTO

LA VALIDAZIONE DEL PROGETTO Dipartimento di Architettura e Territorio darte Corso di Studio in Architettura quinquennale Classe LM-4 a.a. 2014-2015 Corso di Project Management, Gestione OO.PP e Cantiere - C prof. Renato G. Laganà

Dettagli

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 126 del 22.11.1999 www.comune.genova.it Regolamento sugli interventi di volontariato ART. 1 Finalità In

Dettagli

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA degli iscritti negli Albi tenuti dagli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

Dettagli

SCELTA DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE CLASSE III CAT a.s. 2014-2015 L1 1 CONCETTO DI QUALITA Un edificio è di qualità se risponde agli scopi per i quali è stato costruito. Passato: Presente: Il riferimento

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro Firenze, 18 febbraio 2014 NUOVI RUOLI NEI PROCEDIMENTI DI PREVENZIONE

Dettagli

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni Norma di riferimento: ISO/IEC 27001:2014 5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni pag. 1 di 5 Motivazione Real Comm è una società che opera nel campo dell Information and Communication Technology.

Dettagli

1 La politica aziendale

1 La politica aziendale 1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

Qualità e Certificazione certificazione di prodotto - Marcantonio Catelani Facoltà di Ingegneria Firenze

Qualità e Certificazione certificazione di prodotto - Marcantonio Catelani Facoltà di Ingegneria Firenze Qualità e Certificazione certificazione di prodotto - Marcantonio Catelani Facoltà di Ingegneria Firenze 1 Focus sulla Certificazione Organismi di certificazione Certificazione personale Certificazione

Dettagli

Sistemi di ancoraggio permanenti per dispositivi di protezione individuale contro le cadute

Sistemi di ancoraggio permanenti per dispositivi di protezione individuale contro le cadute Sistemi di ancoraggio permanenti per dispositivi di protezione individuale contro le cadute Atto di indirizzo e coordinamento per la prevenzione delle cadute dall alto nei lavori in quota della Regione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA

SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA COSA È IN PRATICA UN SISTEMA DI GESTIONE? L insieme delle regole e dei processi di funzionamento di un organizzazione. Comprende:

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento

Dettagli

CONTROLLO DOCUMENTALE E CONTROLLO OPERATIVO DEI PROGETTI E DEI PROCESSI IN EDILIZIA. Ing. Davide Natuzzi

CONTROLLO DOCUMENTALE E CONTROLLO OPERATIVO DEI PROGETTI E DEI PROCESSI IN EDILIZIA. Ing. Davide Natuzzi CONTROLLO DOCUMENTALE E CONTROLLO OPERATIVO DEI PROGETTI E DEI PROCESSI IN EDILIZIA. Ing. Davide Natuzzi Gruppo Mercurio - Via Parini 3, 22020 Cavallasca (CO) 1 Tel. 031/539163 Fax. 031/539160 PERCORSO

Dettagli

ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE

ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE Introduzione al corso Cenni sulla gestione della commessa Pianificazione WBS delle attività Chi siamo fulvio.rececconi@polimi.it Note: - Orario; - Materiale didattico - Obbligo

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Igiene alimentare e sicurezza sul lavoro: il rispetto delle regole nelle manifestazioni temporanee

Igiene alimentare e sicurezza sul lavoro: il rispetto delle regole nelle manifestazioni temporanee Igiene alimentare e sicurezza sul lavoro: il rispetto delle regole nelle manifestazioni temporanee Convegno UNPLI MARCHE Ostra, 28 Febbraio 2015 Cerchiamo di rispondere a due domande: Cosa devono fare

Dettagli

Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza

Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TITOLO IV "Ruoli, responsabilità e sanzioni nel settore pubblico e privato Argomenti: - Principi contenuti nel «Codice degli appalti D.lgs 12 aprile

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE DI CORSI PER MASTER UNIVERSITARIO, CORSI DI PERFEZIONAMENTO E CORSI DI AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE PERMANENTE Art. 1 Definizione 1. L Università promuove, ai sensi della normativa

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL INSUBRIA Via Ravasi 2-21100 Varese

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL INSUBRIA Via Ravasi 2-21100 Varese REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEL FONDO D INCENTIVAZIONE PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO, DEL PIANO DELLA SICUREZZA, DELLA DIREZIONE DEI LAVORI E DEL COLLAUDO. Emanato con D.R. n. 6197 del 13/02/2004 Ultime

Dettagli

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile Dr. Giacomo Gelmi Che cosa è una macchina utensile? E uno spazio fisico in cui si collocano, sostenuti da adeguate strutture ed in posizioni

Dettagli

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri AREA FUNZIONALE PRIMA ( ex A1 e A1S ) Appartengono a questa Area funzionale i lavoratori che svolgono attività ausiliarie, ovvero lavoratori che svolgono

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA

Dettagli

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della

Dettagli

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA La Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute

Dettagli

Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE

Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE Cuneo, 8 Ottobre 2013 Ivan Furcas ivan.furcas@it.bureauveritas.com Sviluppo della legislazione di prodotto

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

Autore: Flavio Banfi Organizzazione: ITALCERT S.r.l. Intervento: Valutatori per la Certificazione CE di prodotto 2

Autore: Flavio Banfi Organizzazione: ITALCERT S.r.l. Intervento: Valutatori per la Certificazione CE di prodotto 2 Convegno: SEMINARIO AICQ SICEV SICEP 20 maggio 2011 Intervento: Valutatori per la Certificazione CE di prodotto Autore: Flavio Banfi Direttore Tecnico ITALCERT S.r.l. ITALCERT : Certificazione sistemi

Dettagli

Norme in materia di dimensionamento energetico

Norme in materia di dimensionamento energetico Norme in materia di dimensionamento energetico Evoluzione della normativa europea La situazione italiana Le detrazioni fiscali Certificazione e classificazione energetica degli edifici L Attestato e la

Dettagli

LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI

LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI PREMESSA Il panorama delle disposizioni all interno delle quali si pone la manutenzione è cambiato e si avverte la necessità di individuare

Dettagli

LINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO

LINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO Pag. 1 / 6 1 MODIFICHE 2 PREMESSA 3 DEFINIZIONI SOMMARIO 4 PRINCPALI NORMATIVE DI RIFERIMENTO 5 MESSA IN SERVIZIO E UTILIZZO 6 INDICAZIONI PER UN CORRETTO ACQUISTO 7 SICUREZZA E MARCATURA CE 8 PROTOTIPI

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

DIREZIONE GENERALE CULTURA FORMAZIONE LAVORO Servizio Formazione Professionale

DIREZIONE GENERALE CULTURA FORMAZIONE LAVORO Servizio Formazione Professionale I professionisti del care Figure professionali la cui definizione e formazione è di competenza Ministeriale (Università) Medici Assistente Sociale Fisioterapista Infermiere professionale Terapista della

Dettagli

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LA CERTIFICAZIONE DI PERSONE AI SENSI DELLA NORMA UNI 11558

PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LA CERTIFICAZIONE DI PERSONE AI SENSI DELLA NORMA UNI 11558 PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LA CERTIFICAZIONE DI PERSONE AI SENSI DELLA NORMA UNI 11558 INDICE Data di aggiornamento: Articolo 1 OGGETTO DEL REGOLAMENTO Dicembre 2014 Articolo 2 CONDIZIONI GENERALI Articolo

Dettagli

La prevenzione incendi

La prevenzione incendi Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Direzione Regionale Emilia-Romagna Stabilimenti a rischio di incidente rilevante Nuova scheda tecnica (D.G.R. 392/2009: Direttiva per l applicazionel dell art. 2 della

Dettagli

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 30 marzo 2001: ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SUI SISTEMI DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ALLA PERSONA PREVISTI DALL ART. 5 DELLA LEGGE 8 novembre 2000, n. 328 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO

LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO Legge 1990040 Pagina 1 di 6 LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO Istituzione dell' osservatorio del sistema abitativo laziale e provvidenze per il recupero del patrimonio edilizio esistente.

Dettagli

DICHIARAZIONE DI CONFORMITA e DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA

DICHIARAZIONE DI CONFORMITA e DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA e DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA GROSSETO, 21 ottobre 2011 Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalle norme vigenti, comprese quelle di funzionalità,

Dettagli

La normativa in corso dal 01.07.2006 per le coperture assicurative (D.lgs 12 aprile 2006 n. 163)

La normativa in corso dal 01.07.2006 per le coperture assicurative (D.lgs 12 aprile 2006 n. 163) L entrata in vigore del Codice dei Contratti Pubblici Codice de Lise D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 Il nuovo testo unitario sugli appalti pubblici (anche denominato "Codice de Lise", dal nome del presidente

Dettagli

Linee guida per l efficienza energetica degli edifici

Linee guida per l efficienza energetica degli edifici 2 Linee guida per l efficienza energetica degli edifici n Premessa Le linee guida per l efficienza energetica degli edifici in attuazione del decreto di modifica del D.Lgs. 192 del 2005 sono in corso

Dettagli

I GRADI DI PROGETTAZIONE

I GRADI DI PROGETTAZIONE Università degli Studi di Cagliari A.A. 20012-2013 I GRADI DI PROGETTAZIONE SECONDO IL CODICE DEGLI APPALTI (Progetto esecutivo) approvato con il decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 ed aggiornato

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

Norme di attuazione del Regolamento di formazione professionale continua del dottore commercialista

Norme di attuazione del Regolamento di formazione professionale continua del dottore commercialista CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI Norme di attuazione del Regolamento di formazione professionale continua del dottore commercialista (approvate nella seduta consiliare del 26 novembre 2002)

Dettagli

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO Schema di disegno di legge recante: Delega al Governo per l emanazione di un testo unico per il riassetto normativo e la riforma della salute e sicurezza sul lavoro bozza aggiornata al 30 dicembre 2006

Dettagli

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015 BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,

Dettagli

La sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente

La sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente La sicurezza sul lavoro Concetti di base e accenni alla normativa vigente BENVENUTI! Contenuti: - Cenni storici; - Concetti di base: Infortunio e Malattia lavoro-corr. Pericolo Rischio Valutazione dei

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

Newsletter n.83 Gennaio 2011

Newsletter n.83 Gennaio 2011 Newsletter n.83 Gennaio 2011 Approfondimento_41 STUDI DI FATTIBILITÀ: Dal DPR 207 del 5/10/2010 disposizioni per lo sviluppo, composizione e contenuti Schema dettagliato per project financing e dialogo

Dettagli

Dr. Carmelo Scarcella Direttore Generale ASL Brescia

Dr. Carmelo Scarcella Direttore Generale ASL Brescia Implementazione di sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro nelle Aziende Sanitarie Lombarde e ricadute nella realizzazione di Opere Pubbliche Dr. Carmelo Scarcella Direttore Generale ASL

Dettagli

Sistemi di certificazione e accreditamento

Sistemi di certificazione e accreditamento Sistemi di certificazione e accreditamento Beniamino Cenci Goga L accreditamento riduce i rischi delle imprese e dei clienti poiché garantisce che gli organismi accreditati sono in grado di portare a termine

Dettagli

cenni sulle direttive macchine e di prodotto

cenni sulle direttive macchine e di prodotto 9(1(72 cenni sulle direttive macchine e di prodotto 5HODWRUH,QJ5REHUWR5LQDOGL /HGLUHWWLYHFRPXQLWDULHVFRSRH DSSOLFD]LRQH /H'LUHWWLYH&RPXQLWDULHVRQRODSULQFLSDOHIRQWHGHOGLULWWRGD FXL GHULYDODOHJLVOD]LRQHFKHKDVRVWLWXLWRHVRVWLWXLUjLQGHWHU

Dettagli

Il progetto MountEE. Il servizio di consulenza ai Comuni montani offerto dal progetto MountEE - progetti pilota

Il progetto MountEE. Il servizio di consulenza ai Comuni montani offerto dal progetto MountEE - progetti pilota Il servizio di consulenza ai Comuni montani offerto dal progetto MountEE - progetti pilota Ing. Antonio Stival Componente del Gruppo di lavoro regionale Progetto MountEE Rappresentante Università di Trieste

Dettagli

Istituto Comprensivo Statale Mestre 5 Lazzaro Spallanzani

Istituto Comprensivo Statale Mestre 5 Lazzaro Spallanzani Prot. n. 870/VI/10 Venezia-Mestre, 3 marzo 2016 REGOLAMENTO D ISTITUTO PER L ACQUISIZIONE IN ECONOMIA DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE Redatto ai sensi dell art. 125, comma 10 del D.Lgs. 12 aprile 2006,

Dettagli

Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza. Corso di aggiornamento per coordinatori CEFAS Ing. Giancarlo Napoli e Dott.

Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza. Corso di aggiornamento per coordinatori CEFAS Ing. Giancarlo Napoli e Dott. Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza Corso di aggiornamento per coordinatori CEFAS Ing. Giancarlo Napoli e Dott. Sandro Celli Le figure del titolo IV del Dlgs 81/2008 Soggetti destinatari

Dettagli

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE?

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE? 13 Salone della qualità e sicurezza sul lavoro REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE? Dott. Ing. Massimo

Dettagli

Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi

Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi La sicurezza sui luoghi di lavoro Il testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro Ing. Luca Magnelli Firenze 19 ottobre 2010 D.Lgs. 9 Aprile 2008 n.

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

LA SICUREZZA SUL LAVORO Sicurezza significa svolgimento dell attività lavorativa in condizioni tali che la vita, l incolumità fisica e la salute non siano esposte a pericolo. Oggetto di tutela non è esclusivamente

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

uniformità di indirizzi e di livelli di sicurezza semplicità in fase di progettazione e di controllo

uniformità di indirizzi e di livelli di sicurezza semplicità in fase di progettazione e di controllo L approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio e le procedure di deroga Ing. Gianfranco Tripi 06/09/2013 1 APPROCCIO PRESCRITTIVO VANTAGGI: uniformità di indirizzi e di livelli di sicurezza semplicità

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ REV. 00 pagina 1/4 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ SOMMARIO A Impegno della

Dettagli

RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI

RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI CONSIGLIO D EUROPA RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI (adottata dal Comitato dei Ministri

Dettagli

ENERGY EFFICIENCY PERFORMANCE IL MIGLIORAMENTO DELL EFFICIENZA EFFICIENZA ENERGETICA NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DAVIDE VITALI ALESSANDRO LAZZARI

ENERGY EFFICIENCY PERFORMANCE IL MIGLIORAMENTO DELL EFFICIENZA EFFICIENZA ENERGETICA NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DAVIDE VITALI ALESSANDRO LAZZARI ENERGY EFFICIENCY PERFORMANCE IL MIGLIORAMENTO DELL EFFICIENZA EFFICIENZA ENERGETICA NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DAVIDE VITALI ALESSANDRO LAZZARI CHI E ASSOEGE? (..E CHI SONO GLI EGE) Associazione degli

Dettagli

BIENNIO COMUNE a tutti gli indirizzi DISCIPLINE. Quadro Orario BIENNIO COMUNE. Nuovi Indirizzi Istituti Tecnici Pagina 1 1 BIENNIO

BIENNIO COMUNE a tutti gli indirizzi DISCIPLINE. Quadro Orario BIENNIO COMUNE. Nuovi Indirizzi Istituti Tecnici Pagina 1 1 BIENNIO Il seguente documento, redatto per estratti da documenti del Ministero della Pubblica Istruzione, illustra in modo sintetico ma completo l Offerta Formativa dei Nuovi Indirizzi degli Istituti Tecnici.

Dettagli

GILBERTO LOFFREDO. Rimini, via Macanno, 20 p.e.: gilberto.loffredo@katamail.com

GILBERTO LOFFREDO. Rimini, via Macanno, 20 p.e.: gilberto.loffredo@katamail.com GILBERTO LOFFREDO Rimini, via Macanno, 20 p.e.: gilberto.loffredo@katamail.com Comitato Paritetico Territoriale Per la Prevenzione Infortuni l Igiene e l Ambiente di Lavoro della Provincia di Rimini 2

Dettagli

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO RISOLUZIONE N.15/E Direzione Centrale Normativa Roma, 18 febbraio 2011 OGGETTO: Consulenza giuridica - polizze estere offerte in regime di libera prestazione dei servizi in Italia. Obblighi di monitoraggio

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona LA CERTIFICAZIONE Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona Qualità Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti (UNI EN ISO 9000/00) Requisito Esigenza

Dettagli

Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06)

Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06) Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06) Nuovo ambito di applicazione Certificazione energetica Controllo e manutenzione degli impianti termici Verifiche del

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE SERVIZIO AMBIENTE REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.63 del 09.08.2012 1 Sommario ART. 1 - Finalità

Dettagli

RICHIESTA DI CERTIFICATO DI AGIBILITA (art. 24 e 25 del D.P.R. 380/01 e s.m.i) SITO IN VIA/LOCALITA

RICHIESTA DI CERTIFICATO DI AGIBILITA (art. 24 e 25 del D.P.R. 380/01 e s.m.i) SITO IN VIA/LOCALITA . BOLLO COMUNE DI ROFRANO Settore Urbanistica RISERVATO ALL UFFICIO ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO RISERVATO AL PROTOCOLLO PRATICA EDILIZIA N DEL / / RISERVATO ALL UFFICIO ACCETTAZIONE VERIFICA ELABORATI

Dettagli

PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06. Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera

PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06. Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06 Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera 1 NOZIONE Il Project Financing (PF) è un operazione di finanziamento tesa

Dettagli

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI Premessa Questo Regolamento, nell ambito dell autonomia gestionale,

Dettagli

14 giugno 2013 COMPETENZE E QUALIFICHE DELL INSTALLATORE DI SISTEMI DI SICUREZZA. Ing. Antonio Avolio Consigliere AIPS All right reserved

14 giugno 2013 COMPETENZE E QUALIFICHE DELL INSTALLATORE DI SISTEMI DI SICUREZZA. Ing. Antonio Avolio Consigliere AIPS All right reserved 14 giugno 2013 COMPETENZE E QUALIFICHE DELL INSTALLATORE DI SISTEMI DI SICUREZZA A.I.P.S. Associazione Installatori Professionali di Sicurezza Nata per rispondere alla fondamentale aspettativa degli operatori

Dettagli

MODULISTICHE DELLE AUTOCERTIFICAZIONI Modelli che possono essere utilizzati per l autocertificazione di cui al punto 5 1B bando di gara.

MODULISTICHE DELLE AUTOCERTIFICAZIONI Modelli che possono essere utilizzati per l autocertificazione di cui al punto 5 1B bando di gara. MODULISTICHE DELLE AUTOCERTIFICAZIONI Modelli che possono essere utilizzati per l autocertificazione di cui al punto 5 1B bando di gara. A: Modello per soggetto asseveratore Al Comune di GIAVENO (TO) Il

Dettagli

Allegato II. La durata ed i contenuti della formazione sono da considerarsi minimi. 3. Soggetti formatori e sistema di accreditamento

Allegato II. La durata ed i contenuti della formazione sono da considerarsi minimi. 3. Soggetti formatori e sistema di accreditamento Allegato II Schema di corsi di formazione per preposti e lavoratori, addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

UNI CEI 11352 - Certificazione dei servizi energetici

UNI CEI 11352 - Certificazione dei servizi energetici UNI CEI 11352 - Certificazione dei servizi energetici La norma UNI CEI 11352 "Gestione dell'energia - Società che forniscono servizi energetici (ESCo) - Requisiti generali e lista di controllo per la verifica

Dettagli

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI Pagina 1 di 6 Procedura Rev. Data Descrizione modifica Approvazione 3 27.04.2003 Revisione generale (unificate NC e Reclami) C.V. 4 03.09.2007 Specificazione NC a carattere ambientale C.V. 5 07.03.2008

Dettagli

CSP- CSE RSPP FSL - FFSL - CTS CTSS*

CSP- CSE RSPP FSL - FFSL - CTS CTSS* PROCEDURA GESTIONALE sigla:pd20 Pag. 1 di 5 DEL CSP- CSE RSPP FSL - FFSL - CTS CTSS* 0 1 emissione Rev. Data Motivazioni Convalida Approvazione Pag. 2 di 5 INDICE 1.0 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 2.0

Dettagli

Uso delle attrezzature di lavoro

Uso delle attrezzature di lavoro COORDINAMENTO TECNICO PER LA PREVENZIONE DEGLI ASSESSORATI ALLA SANITA DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO Decreto Legislativo n 626/94 D O C U M E N T O N 11 LINEE GUIDA SU TITOLO III

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ. Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 10 giugno 2015 1/50

REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ. Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 10 giugno 2015 1/50 REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 10 giugno 2015 1/50 REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ Articolo 1 - Oggetto

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DELIBERAZIONE 31 OTTOBRE 2012 449/2012/A/EFR STIPULA DI CONVENZIONE CON LA SOCIETÀ RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO S.P.A., PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DEI

Dettagli

Lega nazionale ciclismo Uisp REGOLAMENTO DI FORMAZIONE

Lega nazionale ciclismo Uisp REGOLAMENTO DI FORMAZIONE Lega nazionale ciclismo Uisp REGOLAMENTO DI FORMAZIONE approvato dal Consiglio nazionale di lega il 28 aprile 2008 Art. 1 Ai sensi e per gli effetti degli articoli specifici dello Statuto dell UISP, è

Dettagli

SPECIFICA DI ASSICURAZIONE QUALITA

SPECIFICA DI ASSICURAZIONE QUALITA 1 di 8 1 PRESCRIZIONI PER LA GESTIONE DI SERVIZI DI PROGETTAZIONE SULLA BASE DI DOCUMENTI DI 2 Parte Titolo 3 PARTE I I.1 PREMESSA I.2 SCOPI I.3 PRESCRIZIONI RELATIVE ALL'ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA

Dettagli